Problem	
  solving	
  e	
  decision	
  
            making	
  	
  
     Strumen(	
  di	
  lavoro	
  per	
  il	
  gruppo	
  
Indice

n    Introduzione
n    Il processo del problem management
n    Definizione del problema
n    Analisi
n    Ideazione di soluzioni
n    Valutazione e selezione
n    Valutare, scegliere e pianificare
n    Pianificazione
n    Mettere in pratica il piano
n    Valutazione


                2	
  
Introduzione
Il successo di un team dipende dalla consapevolezza dei
suoi obiettivi, dalla conoscenza delle tecniche del lavoro
         in team e dalla qualità dei suoi membri.



n    La partecipazione all interno dei team avviene attraverso:

•  La pratica del decision-making partecipativo
•  La generazione d un senso d importanza e di appartenenza
•  La disponibilità di comunicazioni efficaci
•  La generazione d un senso d identità aziendale




               3	
  
Introduzione
n  Per fare funzionare bene un team
     sono necessari:

•    obiettivi adeguati
•    chiarezza dei ruoli
•    conoscenza dei metodi di lavoro in
     team
•    adeguati rapporti personali

          4	
  
Introduzione
n    Il “problema” esiste quando c’è un ostacolo
      al raggiungimento dell’obiettivo: il problema,
      quindi, non corrisponde all’ostacolo ma a
      una condizione in cui , a causa della
      presenza di ostacoli o impedimenti, siamo
      costretti a individuare nuove azioni, chiamate
      soluzioni, per raggiungere i nostri obiettivi.

n    Per arrivare alla soluzione è necessario un
      cambiamento nel nostro modo di vedere e
      sentire le cose o nei nostri comportamenti
      che ci consenta di raggiungere gli obiettivi.


            5	
  
Introduzione
n    Per affrontare l’ostacolo, possiamo:

•     Rimuoverlo: in alcuni casi la soluzione più
      semplice, se praticabile, è rimuovere l’ostacolo in
      quanto rappresenta un peso inutile

•     Rimuoverlo: in alcuni casi è proficuo non tenere
      conto dell’ostacolo praticando altre strade

•     Utilizzarlo: alcuni ostacoli, se osservati da
      un’altra prospettiva, possono addirittura diventare
      una risorsa



             6	
  
Il processo di problem
 management
n    Le tappe principali del percorso di problem
      management sono:

•     Definizione (problem setting)
•     Analisi (problem analysis)
•     Ideazione delle possibili soluzioni (problem
      solving)
•     Valutazione e selezione (decision making)

•     Pianificazione
•     Verifica

                                      7	
  
Il processo del problem
management
n    Il processo di problem management prevede
      delle competenze:

•     logico analitiche: per analizzare, classificare,
      confrontare, sintetizzare dati ed informazioni
•     diagnostiche-intuitive: per comparare e
      mettere in relazione gli elementi, riscontrare le
      cause
•     creativo-divergenti: per prospettare punti di
      vista inusuali, generare idee originali ed
      innovative


            8	
  
Definizione del problema
1.    Definizione del problema (problem setting):

n    Imparare a definire correttamente una
      situazione problematica è una abilità molto
      importante.

n    È importante non confondere i problemi con le
      condizioni.

n    Accertata la presenza di un problema, bisogna
      definirlo nel miglior modo possibile




           9	
  
Analisi
2. Analisi (problem analysis)

n    Una corretta analisi delle cause in
      gioco consente di dirigere attenzioni
      ed energie, direttamente alla fonte del
      problema e di risolverlo una volta per
      tutte


                 n    - Diagramma di Ishikawa -


        10	
  
Analisi
n    Il Diagramma di Ishikawa si basa sul principio
      che identificare i sintomi è il primo passo per
      risolvere un problema. Si può definire, dunque,
      come una forma di rappresentazione logica e
      strutturata dei legami esistenti tra un effetto e le
      relative cause (i perché).

n    La ricerca delle cause determinanti un problema
      è condizione indispensabile per la sua
      soluzione. Solo individuando le vere cause è
      possibile infatti determinare le opportune azioni
      di miglioramento finalizzate alla loro
      eliminazione.



            11	
  
Analisi
Per effettuare una valida analisi del problema occorre:
• Scendere nei minimi dettagli fino ad individuare la
causa di fondo
• Non fermarsi se si può chiedere ancora perché
• Individuare le cause di fondo, riconoscibili dal fatto che
è possibile collegare a una causa un azione che la
eliminerà per sempre.




         12	
  
Ideazione di soluzioni
3. Ideazione delle possibili soluzioni
(problem solving)

n    In questa fase è importante sottolineare le
      regole del differimento del giudizio, per
      evitare che il gruppo giudichi troppo presto le
      nuove proposte, e l accoglienza
      incondizionata di ogni contributo per favorire
      l ideazione e la partecipazione di tutti i
      membri

                                n    - Brain storming -


            13	
  
Ideazione di soluzioni

n  Il
     brain storming è il mezzo più
   efficace per stimolare
   l atteggiamento creativo (à
   pensiero laterale = capacità di
   guardare agli aspetti logici di un
   problema – emisfero sinistro – e
   contemporaneamente di
   affrontarli in modo creativo e
   dinamico – emisfero destro)



         14	
  
Ideazione di soluzioni

n    Il BS consiste in sedute strutturate in cui si
      favorisce, per tutti i partecipanti, la
      possibilità di lasciare il cervello libero di
      creare idee, immagini, collegamenti.
n 
n    Inoltre nelle sedute di BS la generazione di
      idee da parte di qualcuno stimola la
      generazione di idee da parte degli altri.




            15	
  
Ideazione di soluzioni
n  Tipicamente,
               le idee che vengono fuori
  da un buon BS possono essere
  strampalate, pazze, apparentemente
  irrazionali.

n  Ciònon deve preoccuparci, né deve
  intralciare il nostro BS. Le idee vanno
  espresse così come vengono, anche se
  assurde. Il tempo dell analisi e della
  critica verranno dopo.


          16	
  
Ideazione di soluzioni
n  Le   regole generali del BS sono:

•    Tutto è possibile
•    Non valutare, non giudicare, non
     criticare, non analizzare
•    Non escludere niente
•    Tutti sono uguali à no gerarchie


          17	
  
Ideazione di soluzioni
n  Il   processo del BS si sviluppa:

•    Creare una prima mappa libera:
     procurarsi una lavagna o un grande
     foglio che possa essere visto da tutti;
     scrivere al centro l obiettivo in modo
     sintetico e circoscriverlo. A questo
     punto far partire dal centro vari rami,
     su cui scriveremo le idee


            18	
  
Ideazione di soluzioni
 •    Costruire una mappa comune
      integrata: finita la prima fase del BS, si
      costruisce una nuova mappa mentale
      organizzata: le idee vengono organizzate
      secondo i principi dell alternativa, della
      complementarietà, dell integrazione, ecc.

 •    Trasformare le idee in soluzioni: la
      differenza tra idee e soluzioni è che le
      prime sono visioni molto generali, le
      seconde, invece, delle vere bozze di
      progetti.


        19	
  
Ideazione di soluzioni
n  La  valutazione delle scelte deve
     basarsi su:

•  Efficacia: Questa soluzione mi porta
   dei risultati positivi?
•  Fattibilità: È possibile mettere in
   pratica questa soluzione?
•  Ecologicità : Cosa accadrebbe a noi e
   a tutto ciò che ci circonda se
   mettessimo in pratica questa
   soluzione?

         20	
  
Ideazione di soluzioni
n  Per  aiutarci possiamo dare un
     punteggio da 0 a 100 a ciascuna
     soluzione relativamente a ciascuna
     area della valutazione:
Soluzione	
               Valutazione	
     Valutazione	
     Valutazione	
  
                          efficacia	
         fa9bilità	
       conseguenze	
  
                                                              ecologiche	
  
Soluzione	
  1	
  
Soluzione	
  2	
  
Soluzione	
  3	
  
Ecc.	
  
Totale	
  	
  

                 21	
  
Valutazione e selezione
4. Valutazione e selezione (decision making)

n    Il gruppo, dopo aver generato una notevole
      mole di idee, è chiamato, a questo punto, a
      valutare e selezionare, nel vasto materiale
      disponibile, le proposte che appaiono più
      efficaci e più realizzabili.

n    La soluzione migliore non è la soluzione
       perfetta .

                         -    6 cappelli per pensare –



          22	
  
Valutazione e selezione

n    Decidere di indossare, anche solo
      metaforicamente, un cappello per pensare è
      già, di per sé, un invito e uno stimolo ad
      abbandonare i binari del pensiero passivo,
      quello di reazione, e a predisporsi ad una
      forma di pensiero attivo, di azione.

n    All'interno di riunione si può venire invitati, in
      momenti diversi, ad adottare diversi cappelli.



            23	
  
Valutazione e selezione

   Raccolta di dati oggettivi: fatti e cifre, quasi
   "recitando" la parte di un computer


   Punto di vista emotivo: un'occasione per mettere
   in luce le implicazioni meno razionali di una
   situazione; non solo emozioni, ma anche intuizioni
   e presentimenti


   È la voce del famoso "avvocato del diavolo", è
   quello che esamina tutti gli aspetti negativi



     24	
  
Valutazione e selezione
   È il cappello ottimista, l'altra faccia
   della medaglia, quella che coglie
   sempre la "metà piena del bicchiere"

   È il colore della creatività: è la voce
   delle idee, è lo spazio lasciato al più
   ardito pensare

   Ha il compito di organizzare, di tradurre
   le idee in pratica: è il quadro di
   controllo dell'intero processo


    25	
  
Implementazione
5. Implementazione (decision taking)

n  Ilgruppo possiede a questo punto, un
    panorama completo della situazione e
    degli elementi che la compongono.
    Dispone, inoltre, di una o più proposte
    di soluzione.
n  È opportuno cominciare a pianificare,
    con l ausilio di appositi strumenti, le
    diverse attività da svolgere.

         26	
  
Valutare, scegliere e
pianificare
 Mettetevi comodi, chiudete gli occhi e lasciate scivolare la
 vostra attenzione sul vostro respiro di pancia. Osservate il
 vostro respiro come se non l aveste mai osservato davvero.
 Una volta calmi e rilassati, iniziate a rappresentarvi una delle
 opzioni. Immaginate di star veramente mettendo in pratica
 una delle soluzioni, passo dopo passo, fino alla fine. Notate
 se nel vostro corpo vi sono reazioni, come tensioni o
 sensazioni di qualsiasi genere, e notate se vi vengono in
 mente immagini, parole o ricordi. Tornate al vostro respiro e
 procedete con un altra soluzione, e poi con un altra. Tra una
 soluzione e l altra tornate al vostro respiro. Alla fine, molto
 probabilmente, il vostro corpo vi dirà cosa scegliere.




          27	
  
Pianificazione


 n  Unavolta decisa la soluzione, prima
   di metterla in pratica è importante
   pianificare le proprie azioni.

 n  Un
      piano d azione è una serie di
   compiti che devono essere svolti da
   qualcuno.


           28	
  
Pianificazione
n  Una   buona pianificazione deve
     rispondere alle seguenti domande:
     che cosa, quando, chi e con che
     mezzi? In altri termini bisogna
     identificare compiti, risorse e processi:

•  Compiti
•  Risorse
•  Processi



        29	
  
Pianificazione

n  Stabilito
         un piano d azione, è ora
  necessario eseguirlo.

n  Metterein pratica significa agire, e
  quindi confrontarsi con la realtà
  che ci circonda e confrontarsi con
  la propria realtà.


       30	
  
Pianificazione
n  Metterein pratica un piano significa
  continuare idealmente la sua
  progettazione, occupandosi di tutti i
  dettagli che non potevano essere presi
  in considerazione al momento della
  pianificazione.




        31	
  
Mettere in pratica il piano
     Strategia	
  


                        PIANO	
  
                        Quali	
  compi(	
  per	
  
                        raggiungere	
  l ObieHvo	
  
Tempo,	
  luoghi,	
  
  referen(	
  




                         AGENDA	
  
                         Quali	
  azioni	
  e	
  
                         quando,	
  per	
  
                         eseguire	
  i	
  compi(	
  




                                               32	
  
Mettere in pratica il piano
n  Mentre nella fase di pianificazione ciò che
  conta è la strategia, cioè l individuazione
  dei compiti indispensabili alla
  realizzazione degli obiettivi prefissati dal
  processo di Problem Mangement, nella
  fase esecutiva, e quindi nella
  compilazione dell agenda, conta il modo
  in cui si svolgono in specifiche azioni di
  cui si compongono i compiti si svolgono in
  relazione al tempo, ai luoghi ed ai
  referenti.


         33	
  
Mettere in pratica il piano


In	
  fase	
  di	
  pianificazione	
       In	
  fase	
  di	
  a?uazione	
  	
  
	
  
Iden(ficare	
  i	
  propri	
  compi(	
     Scomporre	
  i	
  compi(	
  in	
  azioni	
  
Iden(ficare	
  le	
  risorse	
             Disporre	
  le	
  azioni	
  nel	
  tempo	
  
Definire	
  i	
  processi	
  




                          34	
  
Mettere in pratica il piano
          n  Un    agenda personale può essere
                 compilata:

CompiA	
  	
                       Azioni	
  	
          ReferenA	
  	
  
1	
                                Abc	
                 Xx	
  
2	
                                Def	
                 Yy	
  
Ecc	
                              Ecc	
  	
             Ecc	
  	
  

          •      Notate se vi sono altre azioni che abbiano lo stesso luogo o lo
                 stesso referente
          •      Stabilite nel planning il tempo per ciascuna azione, avendo cura
                 di accostare gli orari tenendo conto della necessaria
                 consequenzialità di alcune azioni



                          35	
  
Verifica
n  Una volta che tutti i membri del
  gruppo hanno eseguito tutte le azioni
  e svolto i compiti, non resta che
  verificare che si realizzi l obiettivo.

n  La
     verifica è un passaggio molto
  delicato in quanto costituisce
  un occasione per aggiustare il tiro.


          36	
  

[R022] Problem Solving e Decision Making

  • 1.
    Problem  solving  e  decision   making     Strumen(  di  lavoro  per  il  gruppo  
  • 2.
    Indice n  Introduzione n  Il processo del problem management n  Definizione del problema n  Analisi n  Ideazione di soluzioni n  Valutazione e selezione n  Valutare, scegliere e pianificare n  Pianificazione n  Mettere in pratica il piano n  Valutazione 2  
  • 3.
    Introduzione Il successo diun team dipende dalla consapevolezza dei suoi obiettivi, dalla conoscenza delle tecniche del lavoro in team e dalla qualità dei suoi membri. n  La partecipazione all interno dei team avviene attraverso: •  La pratica del decision-making partecipativo •  La generazione d un senso d importanza e di appartenenza •  La disponibilità di comunicazioni efficaci •  La generazione d un senso d identità aziendale 3  
  • 4.
    Introduzione n  Per farefunzionare bene un team sono necessari: •  obiettivi adeguati •  chiarezza dei ruoli •  conoscenza dei metodi di lavoro in team •  adeguati rapporti personali 4  
  • 5.
    Introduzione n  Il “problema” esiste quando c’è un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo: il problema, quindi, non corrisponde all’ostacolo ma a una condizione in cui , a causa della presenza di ostacoli o impedimenti, siamo costretti a individuare nuove azioni, chiamate soluzioni, per raggiungere i nostri obiettivi. n  Per arrivare alla soluzione è necessario un cambiamento nel nostro modo di vedere e sentire le cose o nei nostri comportamenti che ci consenta di raggiungere gli obiettivi. 5  
  • 6.
    Introduzione n  Per affrontare l’ostacolo, possiamo: •  Rimuoverlo: in alcuni casi la soluzione più semplice, se praticabile, è rimuovere l’ostacolo in quanto rappresenta un peso inutile •  Rimuoverlo: in alcuni casi è proficuo non tenere conto dell’ostacolo praticando altre strade •  Utilizzarlo: alcuni ostacoli, se osservati da un’altra prospettiva, possono addirittura diventare una risorsa 6  
  • 7.
    Il processo diproblem management n  Le tappe principali del percorso di problem management sono: •  Definizione (problem setting) •  Analisi (problem analysis) •  Ideazione delle possibili soluzioni (problem solving) •  Valutazione e selezione (decision making) •  Pianificazione •  Verifica 7  
  • 8.
    Il processo delproblem management n  Il processo di problem management prevede delle competenze: •  logico analitiche: per analizzare, classificare, confrontare, sintetizzare dati ed informazioni •  diagnostiche-intuitive: per comparare e mettere in relazione gli elementi, riscontrare le cause •  creativo-divergenti: per prospettare punti di vista inusuali, generare idee originali ed innovative 8  
  • 9.
    Definizione del problema 1.  Definizione del problema (problem setting): n  Imparare a definire correttamente una situazione problematica è una abilità molto importante. n  È importante non confondere i problemi con le condizioni. n  Accertata la presenza di un problema, bisogna definirlo nel miglior modo possibile 9  
  • 10.
    Analisi 2. Analisi (problemanalysis) n  Una corretta analisi delle cause in gioco consente di dirigere attenzioni ed energie, direttamente alla fonte del problema e di risolverlo una volta per tutte n  - Diagramma di Ishikawa - 10  
  • 11.
    Analisi n  Il Diagramma di Ishikawa si basa sul principio che identificare i sintomi è il primo passo per risolvere un problema. Si può definire, dunque, come una forma di rappresentazione logica e strutturata dei legami esistenti tra un effetto e le relative cause (i perché). n  La ricerca delle cause determinanti un problema è condizione indispensabile per la sua soluzione. Solo individuando le vere cause è possibile infatti determinare le opportune azioni di miglioramento finalizzate alla loro eliminazione. 11  
  • 12.
    Analisi Per effettuare unavalida analisi del problema occorre: • Scendere nei minimi dettagli fino ad individuare la causa di fondo • Non fermarsi se si può chiedere ancora perché • Individuare le cause di fondo, riconoscibili dal fatto che è possibile collegare a una causa un azione che la eliminerà per sempre. 12  
  • 13.
    Ideazione di soluzioni 3.Ideazione delle possibili soluzioni (problem solving) n  In questa fase è importante sottolineare le regole del differimento del giudizio, per evitare che il gruppo giudichi troppo presto le nuove proposte, e l accoglienza incondizionata di ogni contributo per favorire l ideazione e la partecipazione di tutti i membri n  - Brain storming - 13  
  • 14.
    Ideazione di soluzioni n Il brain storming è il mezzo più efficace per stimolare l atteggiamento creativo (à pensiero laterale = capacità di guardare agli aspetti logici di un problema – emisfero sinistro – e contemporaneamente di affrontarli in modo creativo e dinamico – emisfero destro) 14  
  • 15.
    Ideazione di soluzioni n  Il BS consiste in sedute strutturate in cui si favorisce, per tutti i partecipanti, la possibilità di lasciare il cervello libero di creare idee, immagini, collegamenti. n  n  Inoltre nelle sedute di BS la generazione di idee da parte di qualcuno stimola la generazione di idee da parte degli altri. 15  
  • 16.
    Ideazione di soluzioni n Tipicamente, le idee che vengono fuori da un buon BS possono essere strampalate, pazze, apparentemente irrazionali. n  Ciònon deve preoccuparci, né deve intralciare il nostro BS. Le idee vanno espresse così come vengono, anche se assurde. Il tempo dell analisi e della critica verranno dopo. 16  
  • 17.
    Ideazione di soluzioni n Le regole generali del BS sono: •  Tutto è possibile •  Non valutare, non giudicare, non criticare, non analizzare •  Non escludere niente •  Tutti sono uguali à no gerarchie 17  
  • 18.
    Ideazione di soluzioni n Il processo del BS si sviluppa: •  Creare una prima mappa libera: procurarsi una lavagna o un grande foglio che possa essere visto da tutti; scrivere al centro l obiettivo in modo sintetico e circoscriverlo. A questo punto far partire dal centro vari rami, su cui scriveremo le idee 18  
  • 19.
    Ideazione di soluzioni •  Costruire una mappa comune integrata: finita la prima fase del BS, si costruisce una nuova mappa mentale organizzata: le idee vengono organizzate secondo i principi dell alternativa, della complementarietà, dell integrazione, ecc. •  Trasformare le idee in soluzioni: la differenza tra idee e soluzioni è che le prime sono visioni molto generali, le seconde, invece, delle vere bozze di progetti. 19  
  • 20.
    Ideazione di soluzioni n La valutazione delle scelte deve basarsi su: •  Efficacia: Questa soluzione mi porta dei risultati positivi? •  Fattibilità: È possibile mettere in pratica questa soluzione? •  Ecologicità : Cosa accadrebbe a noi e a tutto ciò che ci circonda se mettessimo in pratica questa soluzione? 20  
  • 21.
    Ideazione di soluzioni n Per aiutarci possiamo dare un punteggio da 0 a 100 a ciascuna soluzione relativamente a ciascuna area della valutazione: Soluzione   Valutazione   Valutazione   Valutazione   efficacia   fa9bilità   conseguenze   ecologiche   Soluzione  1   Soluzione  2   Soluzione  3   Ecc.   Totale     21  
  • 22.
    Valutazione e selezione 4.Valutazione e selezione (decision making) n  Il gruppo, dopo aver generato una notevole mole di idee, è chiamato, a questo punto, a valutare e selezionare, nel vasto materiale disponibile, le proposte che appaiono più efficaci e più realizzabili. n  La soluzione migliore non è la soluzione perfetta . -  6 cappelli per pensare – 22  
  • 23.
    Valutazione e selezione n  Decidere di indossare, anche solo metaforicamente, un cappello per pensare è già, di per sé, un invito e uno stimolo ad abbandonare i binari del pensiero passivo, quello di reazione, e a predisporsi ad una forma di pensiero attivo, di azione. n  All'interno di riunione si può venire invitati, in momenti diversi, ad adottare diversi cappelli. 23  
  • 24.
    Valutazione e selezione Raccolta di dati oggettivi: fatti e cifre, quasi "recitando" la parte di un computer Punto di vista emotivo: un'occasione per mettere in luce le implicazioni meno razionali di una situazione; non solo emozioni, ma anche intuizioni e presentimenti È la voce del famoso "avvocato del diavolo", è quello che esamina tutti gli aspetti negativi 24  
  • 25.
    Valutazione e selezione È il cappello ottimista, l'altra faccia della medaglia, quella che coglie sempre la "metà piena del bicchiere" È il colore della creatività: è la voce delle idee, è lo spazio lasciato al più ardito pensare Ha il compito di organizzare, di tradurre le idee in pratica: è il quadro di controllo dell'intero processo 25  
  • 26.
    Implementazione 5. Implementazione (decisiontaking) n  Ilgruppo possiede a questo punto, un panorama completo della situazione e degli elementi che la compongono. Dispone, inoltre, di una o più proposte di soluzione. n  È opportuno cominciare a pianificare, con l ausilio di appositi strumenti, le diverse attività da svolgere. 26  
  • 27.
    Valutare, scegliere e pianificare Mettetevi comodi, chiudete gli occhi e lasciate scivolare la vostra attenzione sul vostro respiro di pancia. Osservate il vostro respiro come se non l aveste mai osservato davvero. Una volta calmi e rilassati, iniziate a rappresentarvi una delle opzioni. Immaginate di star veramente mettendo in pratica una delle soluzioni, passo dopo passo, fino alla fine. Notate se nel vostro corpo vi sono reazioni, come tensioni o sensazioni di qualsiasi genere, e notate se vi vengono in mente immagini, parole o ricordi. Tornate al vostro respiro e procedete con un altra soluzione, e poi con un altra. Tra una soluzione e l altra tornate al vostro respiro. Alla fine, molto probabilmente, il vostro corpo vi dirà cosa scegliere. 27  
  • 28.
    Pianificazione n  Unavoltadecisa la soluzione, prima di metterla in pratica è importante pianificare le proprie azioni. n  Un piano d azione è una serie di compiti che devono essere svolti da qualcuno. 28  
  • 29.
    Pianificazione n  Una buona pianificazione deve rispondere alle seguenti domande: che cosa, quando, chi e con che mezzi? In altri termini bisogna identificare compiti, risorse e processi: •  Compiti •  Risorse •  Processi 29  
  • 30.
    Pianificazione n  Stabilito un piano d azione, è ora necessario eseguirlo. n  Metterein pratica significa agire, e quindi confrontarsi con la realtà che ci circonda e confrontarsi con la propria realtà. 30  
  • 31.
    Pianificazione n  Metterein praticaun piano significa continuare idealmente la sua progettazione, occupandosi di tutti i dettagli che non potevano essere presi in considerazione al momento della pianificazione. 31  
  • 32.
    Mettere in praticail piano Strategia   PIANO   Quali  compi(  per   raggiungere  l ObieHvo   Tempo,  luoghi,   referen(   AGENDA   Quali  azioni  e   quando,  per   eseguire  i  compi(   32  
  • 33.
    Mettere in praticail piano n  Mentre nella fase di pianificazione ciò che conta è la strategia, cioè l individuazione dei compiti indispensabili alla realizzazione degli obiettivi prefissati dal processo di Problem Mangement, nella fase esecutiva, e quindi nella compilazione dell agenda, conta il modo in cui si svolgono in specifiche azioni di cui si compongono i compiti si svolgono in relazione al tempo, ai luoghi ed ai referenti. 33  
  • 34.
    Mettere in praticail piano In  fase  di  pianificazione   In  fase  di  a?uazione       Iden(ficare  i  propri  compi(   Scomporre  i  compi(  in  azioni   Iden(ficare  le  risorse   Disporre  le  azioni  nel  tempo   Definire  i  processi   34  
  • 35.
    Mettere in praticail piano n  Un agenda personale può essere compilata: CompiA     Azioni     ReferenA     1   Abc   Xx   2   Def   Yy   Ecc   Ecc     Ecc     •  Notate se vi sono altre azioni che abbiano lo stesso luogo o lo stesso referente •  Stabilite nel planning il tempo per ciascuna azione, avendo cura di accostare gli orari tenendo conto della necessaria consequenzialità di alcune azioni 35  
  • 36.
    Verifica n  Una voltache tutti i membri del gruppo hanno eseguito tutte le azioni e svolto i compiti, non resta che verificare che si realizzi l obiettivo. n  La verifica è un passaggio molto delicato in quanto costituisce un occasione per aggiustare il tiro. 36