PROBLEM SOLVING E DECISION MAKING  IN CAMPO SANITARIO Risulta particolarmente importante per il management, sia da un punto di vista clinico che gestionale, analizzare i problemi in modo che essi possano essere compiutamente ma anche   tempestivamente compresi. Roma,29-09-2010  Pugliese Antonella
GOVERNANCE Per una“governance” più efficace basata su una analisi della realtà che utilizza strumenti in grado di cogliere e sintetizzare i problemi, permettendo una riduzione della complessità . ERRORE CAUSA ELIMINARE ERRORE ORGANIZZAZIONE MIGLIORE E DI QUALITA’
PROBLEM SOLVING DEFINIZIONE PROBLEMA :   Un problema,comunemente inteso, è un ostacolo che rende difficile raggiungere un determinato obiettivo, frapponendosi tra la volontà dell’individuo e la realtà oggettiva. VOLONTA’ REALTA’ Problema Il problem solving è un processo razionale e lineare che aiuta ad integrare le nostre risorse logiche,critiche e creative per arrivare ad una soluzione.
Fasi Problem solving 1 PROBLEM FINDING:   rendersi conto del fenomeno e percepirlo come “deviante dalla norma” e fonte di disagio  2 PROBLEM SETTING:   definire il problema precisamente, focalizzare (caratteristiche, oggetto, dimensioni ecc.)  3 PROBLEM ANALYSIS :  scomporre il problema principale in problemi secondari. Raccogliere i dati di riferimento e comprendere i fattori rilevanti  4 PROBLEM SOLVING :  identificare soluzioni per eliminare le cause e rispondere alle domande poste dal problema, analizzando varie soluzioni alternative  5 DECISION MAKING:   prendere decisioni relativamente alle azioni da intraprendere in base alle risultanze delle fasi precedenti  6 DECISION TAKING:   passare all’azione monitorando il risultato ottenuto relativamente dell’atteso
Analogia con la medicina... Prima Fase: Anamnesi  Diagnosi Il medico comincia a raccogliere sia dei  dati oggettivi   (risultati di accertamenti diagnostici, palpazione) che dei  dati soggettivi   (chiede al paziente come si sente, quali sensazioni prova, ecc.), sia dei  dati anamnestici   (la storia del problema, come è cominciato e si è sviluppato). Dopo aver raccolto questa massa di informazioni, le collega e si forma un quadro del problema, che sintetizza infine nella diagnosi. ( La definizione del problema ). Seconda fase: Ricerca delle cause Va poi alla ricerca delle cause che hanno determinato la malattia, in quanto una cura radicale deve andare alla radice della malattia e non limitarsi a curare i sintomi.
Terza fase: Le soluzioni A questo punto il medico valuta le diverse alternative terapeutiche e formula la prescrizione per la cura. Quarta fase: Attuazione della terapia Infine il malato attua la terapia, migliora il suo stato di salute(almeno si spera!) e alla fine del ciclo di cura si reca dal medico per effettuare la visita di controllo.   Analogia con la medicina... L’approccio al problem solving è abitualmente utilizzato nella pratica medica, ma può avere anche una valenza come approccio di “sistema” per migliorare l’organizzazione e le attività dei reparti, delle unità operative e dell’azienda nel suo complesso.
Il caso della PillCamera  di Given Imaging PROBLEM FINDING Eitan Scapa, gastroenterologo, spinse Gavriel Iddan  a scoprire una tecnica diagnostica più efficace per esplorare l’intestino tenue PROBLEM SOLVING Gavriel Meron incontrò il dottor Swain  e i due  fecero della complementarità delle conoscenze e delle competenze acquisite dai due team il fattore critico  di successo per la realizzazione di una capsula endoscopica. PROBLEM SETTING Gavriel Iddan, un ingegnere elettro-ottico alle dipendenze dell’Israel’s Rafael Armament Development Authority, si chiese allora se fosse possibile realizzare un dispositivo miniaturizzato, a forma di missile, in grado di attraversare l’intestino e cominciò a svolgere i primi esperimenti. Iddan presentò la sua idea a Gavriel Meron, amministratore delegato di Applitec, una società che già realizzava microcamere endoscopiche. Meron ne fu colpito e decise di fondare Given Imaging, per svilupparee commercializzare la nuova tecnologia. Intanto anche un altro gruppo di scienziati, guidati dal dottor Swain  nel Regno Unito stava lavorando da tempo a un metodo di endoscopia wireless.
Decision making Il processo decisionale è un ruolo chiave per ogni manager o leader. Sorprendentemente molte persone entrano in contrasto tra loro quando si tratta di prendere decisioni.  Ciò potrebbe essere dovuto a: -  Mancanza di un approccio strutturato - Paura di fallire  - Tendenza a rimandare - Mancanza di chiarezza
Fasi Decision Making Qualsiasi siano le barriere, bastano  6 step  per poter prendere decisioni 1.   Definizione del problema:   Prima di delineare tutte le decisioni possibili, deve essere assolutamente chiaro il problema.  2.   Valutare le implicazioni:   Tutte le decisioni comportano delle implicazioni. Se si tratta di una decisione sul lavoro, ha implicazioni per voi, per i vostri colleghi e per i vostri superiori.  3.   Esplorare le diverse prospettive:   sono semplicemente lenti diverse attraverso le quali si guarda al problema. 4.   Aver chiaro il risultato desiderato:   Quando si è di fronte ad una decisione importante, è facile perdersi nei dettagli.  5.   Valutare pro e contro :  considerare vantaggi e svantaggi di ciascuna delle opzioni che si stanno valutando.  6.   Decidere e agire:   superati i 5 step, scegliere un corso di azione ed attuarlo.
STRUMENTI PRINCIPALI Verranno analizzati gli strumenti di uso più comune che potrebbero costituire valido supporto sia nella gestione di progetti in ambito sanitario, sia per sostenere il miglioramento continuo di qualità.  - Il Ciclo di Deming (PDCA) - Il flow-chart (o diagramma di flusso) - Diagramma di Ishikawa (o diagramma causa-effetto)
Il Ciclo di Deming PLAN :  fase di pianificazione nella quale viene studiato il processo, raccogliendone le informazioni necessarie e valutandone i risultati. In questa fase viene studiata la situazione attuale, vengono individuati i problemi, raccolti tutti i dati necessari, e definiti gli obiettivi per la formulazione del piano di miglioramento  DO:  fase in cui vengono messe in atto le azioni studiate, vengono effettuate delle prove (es.test) applicando il piano di miglioramento.  CHECK :  la fase di monitoraggio, di verifica delle azioni messe in atto. In questa fase vengono osservati e misurati gli effetti delle modifiche introdotte dal piano di miglioramento, verificando se si è ottenuto un miglioramento continuativo nel tempo  ACT :  fase di azione. Il processo viene standardizzato e capitalizzato se ha dato esito  positivo. Viene ripetuto con un nuovo piano se ha dato esito negativo.
Flow-chart Il flow-chart è uno strumento grafico che ha come suo ambito principale la scomposizione del processo in una serie di fasi. Tale strumento aiuta a comprendere lo sviluppo del processo. La scomposizione in fasi del processo può essere utile per identificare le cause di un particolare problema e trovarne le soluzioni . Nella stesura del diagramma di flusso devono essere osservate inoltre alcune regole:  1 .  L’ordine di lettura del diagramma è dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, quando non specificato diversamente.  2 .  Per migliorare la chiarezza del diagramma possono essere aggiunte delle frecce ad indicare il verso della sequenza.  3 .  La sequenza è rappresentata da linee continue congiungenti i simboli che rappresentano le operazioni da compiere.  4.   La convergenza di due linee di flusso può avvenire senza che vi sia una descrizione specifica, mentre la divergenza deve sempre avvenire in corrispondenza di un simbolo esplicativo o di una nota descrittiva.  5.   Per rendere più chiaro il significato di una operazione, quando il simbolo non esaurisce quello che si voleva esplicitare è necessario fare uso di note esplicative o rinvii.
Diagramma di Ishikawa I diagrammi causa-effetto vennero messi a punto in Giappone da Kauru IshiKawa nel 1943 e sono gli strumenti più impiegati per la soluzione di problemi di qualità nelle aziende.
Processo diagramma di Ishikawa Questo strumento viene utilizzato per individuare le cause di un problema mediante il coinvolgimento di tutti gli operatori direttamente coinvolti e permette di visualizzare, in modo semplice, l’insieme delle cause potenziali di un qualsiasi effetto osservato.  Lo strumento serve anche per motivare e responsabilizzare gli operatori e dare al gruppo un strumento che possa aiutare a risolvere i problemi quotidiani in maniera organizzata e sistemica.

Problem solving & decision making

  • 1.
    PROBLEM SOLVING EDECISION MAKING IN CAMPO SANITARIO Risulta particolarmente importante per il management, sia da un punto di vista clinico che gestionale, analizzare i problemi in modo che essi possano essere compiutamente ma anche tempestivamente compresi. Roma,29-09-2010 Pugliese Antonella
  • 2.
    GOVERNANCE Per una“governance”più efficace basata su una analisi della realtà che utilizza strumenti in grado di cogliere e sintetizzare i problemi, permettendo una riduzione della complessità . ERRORE CAUSA ELIMINARE ERRORE ORGANIZZAZIONE MIGLIORE E DI QUALITA’
  • 3.
    PROBLEM SOLVING DEFINIZIONEPROBLEMA : Un problema,comunemente inteso, è un ostacolo che rende difficile raggiungere un determinato obiettivo, frapponendosi tra la volontà dell’individuo e la realtà oggettiva. VOLONTA’ REALTA’ Problema Il problem solving è un processo razionale e lineare che aiuta ad integrare le nostre risorse logiche,critiche e creative per arrivare ad una soluzione.
  • 4.
    Fasi Problem solving1 PROBLEM FINDING: rendersi conto del fenomeno e percepirlo come “deviante dalla norma” e fonte di disagio 2 PROBLEM SETTING: definire il problema precisamente, focalizzare (caratteristiche, oggetto, dimensioni ecc.) 3 PROBLEM ANALYSIS : scomporre il problema principale in problemi secondari. Raccogliere i dati di riferimento e comprendere i fattori rilevanti 4 PROBLEM SOLVING : identificare soluzioni per eliminare le cause e rispondere alle domande poste dal problema, analizzando varie soluzioni alternative 5 DECISION MAKING: prendere decisioni relativamente alle azioni da intraprendere in base alle risultanze delle fasi precedenti 6 DECISION TAKING: passare all’azione monitorando il risultato ottenuto relativamente dell’atteso
  • 5.
    Analogia con lamedicina... Prima Fase: Anamnesi Diagnosi Il medico comincia a raccogliere sia dei dati oggettivi (risultati di accertamenti diagnostici, palpazione) che dei dati soggettivi (chiede al paziente come si sente, quali sensazioni prova, ecc.), sia dei dati anamnestici (la storia del problema, come è cominciato e si è sviluppato). Dopo aver raccolto questa massa di informazioni, le collega e si forma un quadro del problema, che sintetizza infine nella diagnosi. ( La definizione del problema ). Seconda fase: Ricerca delle cause Va poi alla ricerca delle cause che hanno determinato la malattia, in quanto una cura radicale deve andare alla radice della malattia e non limitarsi a curare i sintomi.
  • 6.
    Terza fase: Lesoluzioni A questo punto il medico valuta le diverse alternative terapeutiche e formula la prescrizione per la cura. Quarta fase: Attuazione della terapia Infine il malato attua la terapia, migliora il suo stato di salute(almeno si spera!) e alla fine del ciclo di cura si reca dal medico per effettuare la visita di controllo.   Analogia con la medicina... L’approccio al problem solving è abitualmente utilizzato nella pratica medica, ma può avere anche una valenza come approccio di “sistema” per migliorare l’organizzazione e le attività dei reparti, delle unità operative e dell’azienda nel suo complesso.
  • 7.
    Il caso dellaPillCamera di Given Imaging PROBLEM FINDING Eitan Scapa, gastroenterologo, spinse Gavriel Iddan a scoprire una tecnica diagnostica più efficace per esplorare l’intestino tenue PROBLEM SOLVING Gavriel Meron incontrò il dottor Swain e i due fecero della complementarità delle conoscenze e delle competenze acquisite dai due team il fattore critico di successo per la realizzazione di una capsula endoscopica. PROBLEM SETTING Gavriel Iddan, un ingegnere elettro-ottico alle dipendenze dell’Israel’s Rafael Armament Development Authority, si chiese allora se fosse possibile realizzare un dispositivo miniaturizzato, a forma di missile, in grado di attraversare l’intestino e cominciò a svolgere i primi esperimenti. Iddan presentò la sua idea a Gavriel Meron, amministratore delegato di Applitec, una società che già realizzava microcamere endoscopiche. Meron ne fu colpito e decise di fondare Given Imaging, per svilupparee commercializzare la nuova tecnologia. Intanto anche un altro gruppo di scienziati, guidati dal dottor Swain nel Regno Unito stava lavorando da tempo a un metodo di endoscopia wireless.
  • 8.
    Decision making Ilprocesso decisionale è un ruolo chiave per ogni manager o leader. Sorprendentemente molte persone entrano in contrasto tra loro quando si tratta di prendere decisioni. Ciò potrebbe essere dovuto a: - Mancanza di un approccio strutturato - Paura di fallire - Tendenza a rimandare - Mancanza di chiarezza
  • 9.
    Fasi Decision MakingQualsiasi siano le barriere, bastano 6 step per poter prendere decisioni 1. Definizione del problema: Prima di delineare tutte le decisioni possibili, deve essere assolutamente chiaro il problema. 2. Valutare le implicazioni: Tutte le decisioni comportano delle implicazioni. Se si tratta di una decisione sul lavoro, ha implicazioni per voi, per i vostri colleghi e per i vostri superiori. 3. Esplorare le diverse prospettive: sono semplicemente lenti diverse attraverso le quali si guarda al problema. 4. Aver chiaro il risultato desiderato: Quando si è di fronte ad una decisione importante, è facile perdersi nei dettagli. 5. Valutare pro e contro : considerare vantaggi e svantaggi di ciascuna delle opzioni che si stanno valutando. 6. Decidere e agire: superati i 5 step, scegliere un corso di azione ed attuarlo.
  • 10.
    STRUMENTI PRINCIPALI Verrannoanalizzati gli strumenti di uso più comune che potrebbero costituire valido supporto sia nella gestione di progetti in ambito sanitario, sia per sostenere il miglioramento continuo di qualità. - Il Ciclo di Deming (PDCA) - Il flow-chart (o diagramma di flusso) - Diagramma di Ishikawa (o diagramma causa-effetto)
  • 11.
    Il Ciclo diDeming PLAN : fase di pianificazione nella quale viene studiato il processo, raccogliendone le informazioni necessarie e valutandone i risultati. In questa fase viene studiata la situazione attuale, vengono individuati i problemi, raccolti tutti i dati necessari, e definiti gli obiettivi per la formulazione del piano di miglioramento DO: fase in cui vengono messe in atto le azioni studiate, vengono effettuate delle prove (es.test) applicando il piano di miglioramento. CHECK : la fase di monitoraggio, di verifica delle azioni messe in atto. In questa fase vengono osservati e misurati gli effetti delle modifiche introdotte dal piano di miglioramento, verificando se si è ottenuto un miglioramento continuativo nel tempo ACT : fase di azione. Il processo viene standardizzato e capitalizzato se ha dato esito positivo. Viene ripetuto con un nuovo piano se ha dato esito negativo.
  • 12.
    Flow-chart Il flow-chartè uno strumento grafico che ha come suo ambito principale la scomposizione del processo in una serie di fasi. Tale strumento aiuta a comprendere lo sviluppo del processo. La scomposizione in fasi del processo può essere utile per identificare le cause di un particolare problema e trovarne le soluzioni . Nella stesura del diagramma di flusso devono essere osservate inoltre alcune regole: 1 . L’ordine di lettura del diagramma è dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, quando non specificato diversamente. 2 . Per migliorare la chiarezza del diagramma possono essere aggiunte delle frecce ad indicare il verso della sequenza. 3 . La sequenza è rappresentata da linee continue congiungenti i simboli che rappresentano le operazioni da compiere. 4. La convergenza di due linee di flusso può avvenire senza che vi sia una descrizione specifica, mentre la divergenza deve sempre avvenire in corrispondenza di un simbolo esplicativo o di una nota descrittiva. 5. Per rendere più chiaro il significato di una operazione, quando il simbolo non esaurisce quello che si voleva esplicitare è necessario fare uso di note esplicative o rinvii.
  • 13.
    Diagramma di IshikawaI diagrammi causa-effetto vennero messi a punto in Giappone da Kauru IshiKawa nel 1943 e sono gli strumenti più impiegati per la soluzione di problemi di qualità nelle aziende.
  • 14.
    Processo diagramma diIshikawa Questo strumento viene utilizzato per individuare le cause di un problema mediante il coinvolgimento di tutti gli operatori direttamente coinvolti e permette di visualizzare, in modo semplice, l’insieme delle cause potenziali di un qualsiasi effetto osservato. Lo strumento serve anche per motivare e responsabilizzare gli operatori e dare al gruppo un strumento che possa aiutare a risolvere i problemi quotidiani in maniera organizzata e sistemica.

Editor's Notes

  • #3 Imparare dai propri errori è la base per svilupp organizz migliori e di qualità,spesso gli operatori avvertono “sintomi” negativi dell’organiz, percepiti come disservizi, freni, ritardi, lamentele, perdite di vario tipo.Importante è riuscire a percepire e comprend i propri errori.i problemi che essi generano,Per la comprensione del problema possono essere utili sistemi strutturati e logici che puntano a definire le caratteristiche del problema,le sue dimensioni e le sue molteplici cause.le cause che realmente li sostengono,xkè non si può eliminare un errore senza sapere da cosa è generato altrimenti si ripresenterà di continuo...delineate le cause,si elaborano le possibili soluzioni da attuare x eliminare l’errore.Qst procedimento è alla base di un organizz basata sull’efficienza,sulla qualità quindi migliore.
  • #4 Il problema viene percepito come deviazione dalla norma. La soluzione x superare l’ostacolo è un percorso logico,un processo razionale e lineare.Che non consiste in una semplice catena di montaggio del pensiero,bensì è un integrazione delle nostre risorse logiche,critiche e creative indispensabili per poter arrivare ad una soluzione idonea e completa.
  • #5 1.riconoscere k esiste un problema da affrontare. 2. capire dv,quando e come si sia creato 3)Per poter prendere adeguatamente una decisione, si devono raccogliere informaz adeguate. Può rappresent un problema in un processo di decisione razionale.La raccolta dei dati pertinenti è generalmente una delle fasi + difficili dell’intero processo. 4)disporre di possibili alternative di azione. Tuttavia n si può essere sicuri k l’alternativa migliore possibile sia compresa tra quelle prese in considerazione. Bisognerebbe assicurarsi che tutte le soluzioni "convenzionali" siano state considerate 5)scelta dell’alternativa migliore( è il + realistico?ho i mezzi?ho abbastanza tempo?) 6)attuazione...il modo migliore per verificare se il problema sia stato risolto è riprendere la normale attività dell’org.ne.Valutare inoltre quali potrebbero essere le modifiche da apportare x evitare il problema in futuro e capire quali sn le conoscenze e competenze acquisite.
  • #8 Ho riportato un altro esempio....che evidenzia le fasi del problem solving e la risoluzione del problema grazie alla collaborazione tra ingegneri,medici...
  • #10 2 ) A seconda della decisione (ad esempio, una promozione sul lavoro) può anche avere implicazioni per la tua famiglia, soprattutto se si tratta di delocalizzazione. 3) Esplorando le diverse prospettive si inizia ad avere un'idea sulle più promettenti 4) Bisogna avere chiaro il risultato.Facendo chiarezza sul risultato (ad esempio diventare diringente di una società), si possono fare scelte anche in base alle prospettive,quali promozioni ed esperienze legate al risultato ideale che si otterrebbe con la decisione. 5) Può bastare anche un semplice elenco dei vantaggi e svantaggi di ogni opzione.Così da valutare cn maggior chiarezza. 6) Non temporeggiare, evitando di incorrere in uno dei 4 punti alla base delle problematiche che sorgono nei processi decisionali.
  • #11 Gli strumenti possono essere utilizzati in varie fasi del processo di problem solving.
  • #12 Il ciclo prende il nome dal suo ideatore W. Edwards Deming in Giappone negli anni 50'.Sprechi e costi non erano in sintonia con il concetto di qualità ricercato dal Giappone.Adottarono qst approccio metodologico.NELLA FASE DI PLAN: DOVRANNO ESSERE DETERMINATI GLI OBIETTIVI E I DESTINATARI,ED I METODI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI STESSI; DO =VENGONO FATTE PROPOSTE D SOLUZIONE E MESSO A PUNTO UN PIANO DI ATTUAZIONE INDICANDO AL PERSONALE CHE DOVRà SVOLGERLO COME DEVE ESSERE CONDOTTO; CHECK =MOMENTO DI VERIFICA,SI CONFRONTANO I RISULTATI OTTENUTI CON QUELLI INIZIALI; ACT =VERIFICANDO QUANTO SI è OTTENUTO CI SI PUò RITROVARE IN 2 SITUAZIONI:1)LA SOLUZ HA RISOLTO IL PROBLEMA ALLORA LA SOLUZ VERRà STANDARDIZZATA, SE IL PROBL N è STATO RISOLTO SI RICOMINCIA IL PDCA ADOTTANDO UN’ALTRA IPOTESI DI SOLUZ
  • #13 cerchio:inizio e fine;rettangolo:azione;rombo:scelta/decisione;rettangolo sotto ondulato:produrre documento
  • #15 Il diagramma inizialmente era configurato come diagramma delle cinque M (materiali, manodopera, metodi, macchine, uomo), che configuravano 5 tipologie di cause; ma tali tipologie possono variare in relazione all’attività prevalente del gruppo ed all’effetto (problema) da esaminare. 1 Definire il problema o l’effetto. Il gruppo di operatori deve sforzarsi di definire il problema (l’effetto) con la massima precisione. 2 Individuare i principali tipi di cause e incasellarle entro tipologie specifiche. Non ci sono limiti ai numeri di tipologie. 3 Il gruppo al completo partecipa ad una sessione di brainstorming e cerca di rintracciare tutte le possibili cause del problema. Le idee prodotte sono collocate nelle varie tipologie di cause. 4 Le idee raccolte durante il brainstorming vengono soppesate per indicarne le migliori. Ciò avviene attraverso una discussione ed una votazione. Processo analitico dove vengono identificati tutti i pro ed i contro di ogni idea. 5 Le cause più probabili sono sottoposte ad una nuova valutazione e viene identificata una graduatoria. Vengono quindi discussi i pro ed i contro di ciascuna causa per isolare la causa più probabile. 6 La causa più probabile viene sottoposta a test nel tentativo di verificarla.