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Giordano Bruno
 Nola 1548 – Roma 1600
 È  dunque  l'universo  uno,  infinito,  immobile;  una  è  la  possibilità 
assoluta,  uno  l'atto,  una  la  forma  o  anima,  una  la  materia  o 
corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo et ottimo; il quale 
non  deve  poter  essere  compreso;  e  perciò  infinibile  e 
interminabile,  e  per  tanto  infinito  e  interminato  e  per 
conseguenza immobile; questo non si muove localmente, perché 
non  ha  cosa  fuor  di  sé  ove  si  trasporte,  atteso  che  sia  il  tutto; 
non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare o 
aspettare,  atteso  che  abbia  tutto  l'essere;  non  si  corrompe 
perché  non  è  altra  cosa  in  cui  si  cange,  atteso  che  lui  sia  ogni 
cosa;  non  può  sminuire  o  crescere,  atteso  che  è  infinito,  a  cui 
non si può aggiungere, così è da cui non si può sottrarre, per ciò 
che lo infinito non ha parti proporzionabili.  
G. Bruno
Bruno, nella rivoluzione copernicana, intravede il
senso profondo di una liberazione dalla
superstizione e dal principio di autorità di
ascendenza aristotelica. Le tesi copernicane
infatti negano qualsiasi subordinazione al mondo
celeste del mondo terrestre.
L'universo, infinito come la sua causa, è
manifestazione di Dio e conoscendo l'universo è
possibile scoprire Dio: il divino non è trascendente
ma è nell'universo e in tutte le cose.
L'interesse per la natura dell'universo è
testimoniato da alcune osservazioni che
anticipano questioni proprie della relatività
galileiana.
Per spiegare l'infinità dell'universo, Bruno utilizza i
concetti di causa e principio:
   ● Causa      → ciò che determina un effetto ma
                   esiste separatamente da esso
   ● Principio → ciò che diventa l'effetto che

                   determina
   ● Dio è causa e principio e in quanto principio

     è nel mondo, resta presente in esso; ne
     consegue che la natura è animata e la vita è
     in tutte le cose.
L'universo è quindi concepito in maniera
panteistica, è una totalità a partire dalla quale le
parti acquistano senso, è un unico grande
organismo vivente, immobile e identico a sé, ma
che pure comprende ogni forma di divenire.
L'universo è un corpo unico, organicamente
formato, retto da un preciso ordine che struttura
ogni singola cosa e la pone in relazione con tutte
le altre. Alla base di quest'ordine sono le idee,
principi eterni ed immutabili, delle quali ogni
singolo ente è imitazione, immagine, ombra della
realtà ideale.
La mente umana, che ha in sé non le idee, ma le
ombre delle idee, rispecchiando in se stessa la
struttura dell'universo, può raggiungere la
conoscenza vera, ovvero le idee e la relazione
che lega ogni cosa con tutte le altre, al di là della
molteplicità degli elementi singolari e del loro
divenire nel tempo.
Serve quindi un mezzo conoscitivo che comprenda
la complessità della realtà, per arrivare alla struttura
ideale che sostiene il tutto.
Questo strumento conoscitivo è l'arte della memoria,
che deve evitare la confusione prodotta dalla
molteplicità delle immagini e deve porre in relazione
le immagini delle cose con i concetti, rappresentando
simbolicamente tutto il reale.
Una conseguenza importante di questa concezione
panteistica dell'universo come totalità è l'idea
bruniana di una pluralità di mondi abitati: la capacità
animatrice della natura si dispiega per tutto l'universo.
Non solo l'uomo non è più solo nell'universo, ma,
grazie alle mani e all'intelletto, l'uomo è facitore di
altre  nature  e  altri  corsi, divenendo creatore al
fianco di Dio nel vivificare e trasformare la natura.
Trasformando la natura, che è vestigio  di Dio,
l'uomo Lo conosce e si fa simile a Lui.
Questo è possibile perché per Bruno l'uomo
manifesta una tensione continua verso l'agire ed il
conoscere, una tensione (l'eroico furore) spirituale
verso Dio, ovvero verso il superamento dei suoi
limiti individuali.
Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e 
finalmente  comprenderà  chi  è  veramente  e  a  chi 
ha  ceduto  le  redini  della  sua  esistenza,  a  una 
mente  fallace,  menzognera,  che  lo  rende  e  lo 
tiene  schiavo...  l'uomo  non  ha  limiti  e  quando  un 
giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui 
in questo mondo. G. Bruno
Se  questa  scienza  che  grandi  vantaggi  porterà 
all'uomo,  non  servirà  all'uomo  per  comprendere 
se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo. 
G. Bruno
Pietro Volpones 2009
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Giordano Bruno

  • 1. Giordano Bruno Nola 1548 – Roma 1600
  • 2.  È  dunque  l'universo  uno,  infinito,  immobile;  una  è  la  possibilità  assoluta,  uno  l'atto,  una  la  forma  o  anima,  una  la  materia  o  corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo et ottimo; il quale  non  deve  poter  essere  compreso;  e  perciò  infinibile  e  interminabile,  e  per  tanto  infinito  e  interminato  e  per  conseguenza immobile; questo non si muove localmente, perché  non  ha  cosa  fuor  di  sé  ove  si  trasporte,  atteso  che  sia  il  tutto;  non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare o  aspettare,  atteso  che  abbia  tutto  l'essere;  non  si  corrompe  perché  non  è  altra  cosa  in  cui  si  cange,  atteso  che  lui  sia  ogni  cosa;  non  può  sminuire  o  crescere,  atteso  che  è  infinito,  a  cui  non si può aggiungere, così è da cui non si può sottrarre, per ciò  che lo infinito non ha parti proporzionabili.   G. Bruno
  • 3. Bruno, nella rivoluzione copernicana, intravede il senso profondo di una liberazione dalla superstizione e dal principio di autorità di ascendenza aristotelica. Le tesi copernicane infatti negano qualsiasi subordinazione al mondo celeste del mondo terrestre.
  • 4. L'universo, infinito come la sua causa, è manifestazione di Dio e conoscendo l'universo è possibile scoprire Dio: il divino non è trascendente ma è nell'universo e in tutte le cose.
  • 5. L'interesse per la natura dell'universo è testimoniato da alcune osservazioni che anticipano questioni proprie della relatività galileiana.
  • 6. Per spiegare l'infinità dell'universo, Bruno utilizza i concetti di causa e principio: ● Causa → ciò che determina un effetto ma esiste separatamente da esso ● Principio → ciò che diventa l'effetto che determina ● Dio è causa e principio e in quanto principio è nel mondo, resta presente in esso; ne consegue che la natura è animata e la vita è in tutte le cose.
  • 7. L'universo è quindi concepito in maniera panteistica, è una totalità a partire dalla quale le parti acquistano senso, è un unico grande organismo vivente, immobile e identico a sé, ma che pure comprende ogni forma di divenire.
  • 8. L'universo è un corpo unico, organicamente formato, retto da un preciso ordine che struttura ogni singola cosa e la pone in relazione con tutte le altre. Alla base di quest'ordine sono le idee, principi eterni ed immutabili, delle quali ogni singolo ente è imitazione, immagine, ombra della realtà ideale.
  • 9. La mente umana, che ha in sé non le idee, ma le ombre delle idee, rispecchiando in se stessa la struttura dell'universo, può raggiungere la conoscenza vera, ovvero le idee e la relazione che lega ogni cosa con tutte le altre, al di là della molteplicità degli elementi singolari e del loro divenire nel tempo.
  • 10. Serve quindi un mezzo conoscitivo che comprenda la complessità della realtà, per arrivare alla struttura ideale che sostiene il tutto. Questo strumento conoscitivo è l'arte della memoria, che deve evitare la confusione prodotta dalla molteplicità delle immagini e deve porre in relazione le immagini delle cose con i concetti, rappresentando simbolicamente tutto il reale.
  • 11. Una conseguenza importante di questa concezione panteistica dell'universo come totalità è l'idea bruniana di una pluralità di mondi abitati: la capacità animatrice della natura si dispiega per tutto l'universo.
  • 12. Non solo l'uomo non è più solo nell'universo, ma, grazie alle mani e all'intelletto, l'uomo è facitore di altre  nature  e  altri  corsi, divenendo creatore al fianco di Dio nel vivificare e trasformare la natura. Trasformando la natura, che è vestigio  di Dio, l'uomo Lo conosce e si fa simile a Lui.
  • 13. Questo è possibile perché per Bruno l'uomo manifesta una tensione continua verso l'agire ed il conoscere, una tensione (l'eroico furore) spirituale verso Dio, ovvero verso il superamento dei suoi limiti individuali.
  • 14. Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e  finalmente  comprenderà  chi  è  veramente  e  a  chi  ha  ceduto  le  redini  della  sua  esistenza,  a  una  mente  fallace,  menzognera,  che  lo  rende  e  lo  tiene  schiavo...  l'uomo  non  ha  limiti  e  quando  un  giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui  in questo mondo. G. Bruno
  • 15. Se  questa  scienza  che  grandi  vantaggi  porterà  all'uomo,  non  servirà  all'uomo  per  comprendere  se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo.  G. Bruno
  • 16. Pietro Volpones 2009 Le slide e la conversione in formato pdf sono state realizzate con OpenOffice 3.1