LES REVOLUCIONS LIBERALS BURGESES (4ESO)Antonio Núñez
DOWNLOADS: https://hmcantonio.blogspot.com/
Introducció als processos revolucionaris que es desenvolupen a Europa des de 1789 a 1848 amb l'objectiu de posar fi a l'absolutisme monàrquic i instaurar un regim polític liberal, amb especial atenció a la primera d’aquestes revolucions: La Revolució Francesa.
També es fa referència al període napoleònic i l‘etapa de la Restauració.
Atenció: Alguns dels continguts de la presentació són presentats en forma d’animació. Per poder-los visualitzar es necessari descarregar la presentació.
NOVA VERSIÓ ACTUALITZADA AL MEU BLOC: hmcantonio.blogspot.com
Presentazione in 34 slides della storia della Spagna sotto il regno di Filippo II. Contiene: testo, link, immagini, carte geografiche, mappe, etc. Utile per un utilizzo didattico
La presentazione è stata realizzata da Claudia Ceccarelli, Isabella Garofolo, Giulia Gori, Giorgia Paolucci nell’ambito di un’attività di webquest coordinata dal Prof. Pietro Volpones.
Insieme alle presentazioni, gli studenti hanno realizzato l’ebook “Razionalismo ed empirismo”, reperibile al seguente indirizzo web: http://www.liceovailati.it/doceboKms/index.php?modname=documents&op=documents
LES REVOLUCIONS LIBERALS BURGESES (4ESO)Antonio Núñez
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Introducció als processos revolucionaris que es desenvolupen a Europa des de 1789 a 1848 amb l'objectiu de posar fi a l'absolutisme monàrquic i instaurar un regim polític liberal, amb especial atenció a la primera d’aquestes revolucions: La Revolució Francesa.
També es fa referència al període napoleònic i l‘etapa de la Restauració.
Atenció: Alguns dels continguts de la presentació són presentats en forma d’animació. Per poder-los visualitzar es necessari descarregar la presentació.
NOVA VERSIÓ ACTUALITZADA AL MEU BLOC: hmcantonio.blogspot.com
Presentazione in 34 slides della storia della Spagna sotto il regno di Filippo II. Contiene: testo, link, immagini, carte geografiche, mappe, etc. Utile per un utilizzo didattico
La presentazione è stata realizzata da Claudia Ceccarelli, Isabella Garofolo, Giulia Gori, Giorgia Paolucci nell’ambito di un’attività di webquest coordinata dal Prof. Pietro Volpones.
Insieme alle presentazioni, gli studenti hanno realizzato l’ebook “Razionalismo ed empirismo”, reperibile al seguente indirizzo web: http://www.liceovailati.it/doceboKms/index.php?modname=documents&op=documents
Ulixe. Il lungo cammino delle idee tra arte, scienza e filosofia.Fausto Intilla
Solo in tempi assai recenti (storia contemporanea) si è riscoperto — poiché già noto in tempi antichi, quando ogni ambito della sfera umana si inseriva in uno stesso disegno, percepito da tutti con un profondo “senso del divino”; ovvero prima dell’era cartesiana — il sublime nesso tra tutte le cose presenti nel grande regno della realtà, che ci consente di visualizzare meglio ogni sottile collegamento tra tutto ciò che siamo sempre stati abituati a scindere, a suddividere in compartimenti stagni, ai quali abbiamo dato il nome di Arte, Scienza e Filosofia. Il tentativo di quest’opera, è dunque quello di esporre alcuni punti di partenza dai quali, seguendo percorsi diversi, si arrivi a un unico obiettivo: intravedere l’immagine di una realtà unitaria, dove tutto il sapere e l’operato umano, rivelino (seppure in termini metafisici ed astratti) la loro sottile interdipendenza con la natura dei nostri stessi sensi (filtri irremovibili e dai benèfici risvolti di stampo darwiniano), istinti ed emozioni.
La presentazione è una libera rielaborazione dei capitoli su Hegel dei testi di Brandolini,
Debernardi, Leggero, Simposio vol 2, Laterza e di Sacchetto, Desideri, Petterlini,
L'esperienza del pensiero vol 4, Loescher.
schematizzazione riassuntiva:
- principi fondamentali della Filosofia di Hegel
- la Fenomenologia dello spirito
- L'enciclopedia delle scienze profonde
- La filosofia della storia
by Spano
Presentazione di tesina di maturità.
Titolo: Relativo o Assoluto?
Descrizione: Analisi di varie teorie, delle più disparate discipline, incentrate sul concetto che la realtà è relativa all'osservatore, usate per discutere se questa possa essere la verità o se invece quelle stesse teorie portino ad avere una visione più assolutistica della realtà.
Sono analizzate: la teoria della relatività ristretta e generale, la "critica della ragion pura" di Kant e il relativismo Pirandelliano.
2. ◦ Superamento del dualismo cartesiano e del monismo di Spinoza.
◦ La riduzione leibniziana della materia a spirito si fonda, paradossalmente, sui presupposti pluralisti dell’atomismo, secondo cui
la realtà è costituita da elementi semplici. Tuttavia se gli atomi sono concepiti come corpi piccolissimi, essi avranno una certa
estensione e pertanto saranno divisibili in più parti. Infatti davvero indivisibile, per Leibniz, può essere solo un ente privo di
estensione, in definitiva un ente spirituale, cosicché l’intera realtà sarà composta da atomi spirituali.
◦ MONADE (da MONOS): entità unitaria, sostanza individuale (il riferimento è ad Aristotele), indivisibile e unitaria alla base di
ogni realtà.
◦ Principio di identità degli indiscernibili: in natura non esistono due enti perfettamente identici e contemporaneamente distinti,
infatti se le loro caratteristiche fossero indiscernibili, essi sarebbero di fatto lo stesso ente (il principio è una risposta critica al
monismo panteistico di Spinoza).
3. Le monadi non hanno finestre
◦ Ciò significa che la loro assoluta semplicità comporta l’impossibilità di reagire a sollecitazioni esterne che provocherebbero un
movimento delle loro parti (laddove ci fossero), come accade solo nei composti.
◦ Le monadi hanno in sé il principio del loro movimento e del loro mutamento (chiamato appetizione, qui il riferimento è alla
dottrina aristotelica della potenza e dell’atto). Gli stati e le modificazioni delle monadi sono uno sviluppo necessario a partire
dalla loro appetizione, in questa accezione le monadi si possono definire come sostanze individuali.
◦ MONADI:
1. Atomi spirituali, indivisibili e immateriali
2. Sostanze individuali a partire dalla loro appetizione
3. Entità chiuse
4. Forze vive, nuclei di attività e di energia
4. L’ordine gerarchico della natura
◦ Dal neoplatonismo Leibniz deriva il concetto che la materia sia il modo con cui si manifestano le monadi inferiori, dotate di
minore energia e minore forza viva. Ciò gli consente di rappresentare il mondo secondo una gerarchia di enti o sostanze
individuali da contrapporre al dualismo cartesiano e all’inaccettabile monismo panteistico di Spinoza.
◦ TIPOLOGIA di MONADI
1. Monadi semplici, sostanze individuali
2. Monadi dominanti, anime degli esseri viventi vegetali e animali
3. Monade suprema, Dio creatore o il Grande orologiaio
Alcune sostanze individuali non sono monadi semplici, ma aggregati di monadi semplici che arrivano a comporre delle sostanze
individuali, indivisibili, dotate di unitarietà ed identità. Tali organismi vegetali e animali (fiori, animali) sono sostanze individuali che
hanno un’identità che non è la somma delle loro parti a differenza di quella dei minerali.
Unità e identità di tali organismi sono opera della monade dominante o anima degli esseri viventi.
5. L’attività delle monadi
◦ PERCEZIONE: una pietra in quanto ente è collocata in una certa posizione e a una certa distanza dagli oggetti che la circondano,
l’insieme di questi rapporti fa parte dell’essenza della pietra, ci dice qualcosa di essa e degli enti con cui è collegata;
analogamente il fatto che io sia figlio di un certo uomo e di una certa donna fornisce informazioni su di me e su di loro. Poiché
ogni ente è immerso in una rete di relazioni che lo collega ad altri enti possiamo affermare che ogni monade ha una capacità di
rappresentazione, quindi un punto di vista o una prospettiva (ricordate la metafora della città guardata da punti di vista
differenti, da un drone o da un tunnel) . Ovviamente la percezione di una pietra sarà più elementare e confusa rispetto alle
capacità di rappresentazione degli esseri viventi animati.
◦ APPERCEZIONE: attività rappresentativa consapevole propria dell’anima umana, infatti non tutte le percezioni sono
appercezioni, esse diventano tali solo nella mente umana.
6. SPAZIO E TEMPO IN LEIBNIZ E NEWTON
◦ NEWTON: spazio e tempo sono realtà assolute, simili a contenitori dentro i quali gli oggetti sono collocati e si muovono, lo
spazio sarebbe omogeneo e il tempo scorrerebbe uniformemente anche se vi fosse qualcosa di diverso per massa, dimensioni e
durata; è possibile immaginare uno spazio e un tempo vuoti senza alcuna contraddizione. Questa è la concezione della fisica
classica, differente della relatività di Einstein, che ipotizza il concetto di uno spazio e di un tempo non insensibili alla presenza
dei corpi e delle loro masse).
◦ LOCKE: spazio e tempo sono idee complesse di modo, quindi costruzioni dell’intelletto.
◦ LEIBNIZ: spazio e tempo sono concetti relativi, strettamente legati all’esistenza delle sostanze individuali; più precisamente lo
spazio è l’ordine della coesistenza delle monadi che si manifestano nella materia, il tempo è l’ordine della successione degli stati
acquisiti dalle monadi nel loro sviluppo a partire dall’appetizione. In sostanza lo spazio e il tempo sono rispettivamente costituiti
dalle reciproche posizioni assunte dalle monadi che esistono in uno stesso momento e dalle successioni nelle modificazioni di
ciascuna monade.
◦ RICORDATE queste differenze quando studieremo KANT!
7. La monade suprema e la creazione del mondo
◦ MONADE SUPREMA = DIO
1. Crea il mondo per folgorazione;
2. Ha una rappresentazione perfetta e totale dell’universo, nell’intelletto divino le verità di fatto sono ricondotte alle verità di
ragione;
3. Dio è fondamento metafisico della realtà; le prove a posteriori dell’esistenza di Dio sono ricondotte al principio di ragion
sufficiente secondo cui qualsiasi fatto deve avere una ragione, una causa sufficiente a spiegarne l’esistenza (da rilevare a tale
proposito la differenza con Hume);
8. L’armonia prestabilita (ottimismo metafisico deriso da
Voltaire nel Candido)
◦ Armonia prestabilita: ogni monade, per volere di Dio, procede autonomamente e parallelamente alle altre (anche qui troviamo
un riferimento critico a Spinoza), proprio come se sussistessero rapporti causali tra loro, in realtà tali rapporti sono percepiti
come causali dal nostro intelletto, ma sono metafisicamente impossibili per la natura stessa delle monadi, prive di finestre.
◦ Il Grande orologiaio: Dio, al pari di un provetto artigiano, non ha bisogno di cinghie di trasmissione per garantire una continua e
perfetta sincronia tra due orologi (ipotesi cartesiana della ghiandola pineale tra le due res) né di intervenire direttamente per
far sì che le due lancette segnino la medesima ora (occasionalismo di Malebranche), è sufficiente infatti che egli crei con
maestria e lungimiranza un mondo governato secondo il principio dell’armonia prestabilita. Esso non sarà ovviamente un
mondo perfetto, piuttosto sarà il migliore dei mondi possibili, coerentemente con la rappresentazione di un Dio saggio,
onnisciente e onnipotente.
◦ Tale creazione incrementa la quantità di essere e di bene, infatti il mondo in cui viviamo si distingue da tutti gli altri, ugualmente
pensabili e logicamente possibili senza contraddizione, perché è caratterizzato dal massimo di unitarietà e di ordine,
compatibilmente con la maggiore varietà di ricchezze e situazioni.
9. L’innatismo virtuale: Nuovi saggi (1704)
◦ Secondo Leibniz ogni conoscenza è da sempre presente nella mente umana, ma non a livello attuale, bensì soltanto potenziale,
sotto forma di inclinazioni e disposizioni che l’esperienza contribuisce a portare alla luce e realizzare. Questo porta Leibniz a
prendere le distanze da Cartesio e Locke, per cui le idee sono contenuti consapevoli della mente, apprezzando tuttavia di Locke
la funzione rivelatrice conferita all’esperienza.
◦ Nella conoscenza umana sono presenti una azione organizzatrice e una riflessione che non possono giungere dall’esterno e dai
sensi, ma derivano dallo stesso soggetto conoscente; in questo Leibniz si distacca da Aristotele, pur continuando a evocare a più
riprese la dottrina della potenza e dell’atto. Inoltre con l’innatismo virtuale L. tenta una sintesi di razionalismo ed empirismo che
sarà innegabilmente più coerente e compiuta nel sistema kantiano.
◦ Per L. la mente umana ha piccole percezioni insensibili, inconsce, esse possono essere sia stimoli che colpiscono i nostri organi
di senso sia idee innate, questo prima che l’esperienza le faccia pervenire alla coscienza, trasformandole in vere e proprie
appercezioni.
◦ Infine, grazie all’esperienza, la mente umana in un processo assimilabile al machine learning perviene alla piena coscienza delle
strutture logico-matematiche quali essere, sostanza, unità, identità, causalità; sarebbero queste ad essere innate, non i contenuti
cui si riferiscono (ricordate metafora dello scultore e delle venature nel marmo che aiutano l’opera dello scalpello).
10. Verità di ragione e verità di fatto: il confronto a posteriori con
Hume e Kant
◦ Verità di ragione: sono le cosiddette proposizioni identiche o tautologie, in cui il predicato è incluso nel soggetto (il cavallo è un
quadrupede, un triangolo ha tre lati), pertanto sono dette anche proposizioni analitiche in quanto i predicati sono proprietà
deducibili dal soggetto mediante dimostrazione; questo è il caso del cosiddetto teorema di Pitagora. Il teorema è sì una
tautologia, ma tutt’altro che ovvia e banale. La validità di una verità di ragione si fonda sui principi di identità e non
contraddizione. Le verità di ragione riguardano proposizioni sempre vere, universali e necessarie sia per Dio che per l’uomo, non
dipendono dall’esperienza, che non può nemmeno confutarle. Hanno per soggetto concetti astratti e universali, conoscibili a
priori dall’uomo.
◦ Verità di fatto: non sono proposizioni identiche, sono dette sintetiche in quanto il predicato fornisce informazioni ulteriori sul
soggetto; il passaggio del Rubicone non è un fatto ricavabile necessariamente dalla nozione di Giulio Cesare se non nella mente
divina; sono proposizioni di cui l’uomo viene a conoscenza attraverso l’esperienza, quindi hanno per oggetto una realtà
contingente; il loro contrario è logicamente possibile sebbene falso (ad es. Cesare poteva attraversare o non attraversare il
Rubicone); una verità di fatto si fonda, oltre che sul principio di identità e su quello di non contraddizione, anche sul principio di
ragion sufficiente. Tali proposizioni hanno per soggetto sostanze individuali, concrete.
11. Il male, la morale e libertà: la teodicea
◦ La fede luterana di Leibniz, mai rinnegata, e la sua aspirazione ecumenica, che tendeva a valorizzare i contenuti di verità delle
singole confessioni, avvertivano il peso del contrasto tra necessità e libertà, tra predestinazione e libero arbitrio; egli tenta,
invano, una conciliazione e una sintesi privilegiando sempre l’approccio metafisico, anche quando affronta il problema del male.
◦ Leibniz, nonostante il determinismo implicito nel concepire monadi che si sviluppano necessariamente e autonomamente
senza alcun rapporto con l’esterno, ritiene che il mondo sia caratterizzato da un ordine contingente. Per risolvere l’aporia, egli
richiama preliminarmente un’osservazione del filosofo scolastico inglese Duns Scoto secondo il quale se Dio non fosse libero,
paradossalmente nessuna creatura sarebbe libera. In effetti se l’attività di Dio fosse necessitata, tale necessità si
ripercuoterebbe sull’intera creazione e sulla libertà di agire dell’uomo. Per poter ammettere che l’uomo è libero, occorre quindi
dimostrare che Dio è libero.
◦ Per Leibniz è contingente, possibile ciò che è pensabile senza contraddizione, ovvero ciò che è logicamente non contradditorio.
Solo le proposizioni non identiche, le verità di fatto, esprimono un contenuto che non è logicamente impossibile ancorché falso
(pensiamo a «Cesare non ha conquistato la Gallia»).
◦ Pertanto il campo della possibilità è ben più ampio di quello della realtà, perché di fatto moltissime situazioni o mondi possibili
non si realizzano oltre a quello reale creato da Dio.
12. Il migliore dei mondi possibili
◦ Per Leibniz un mondo è un insieme di compossibili, cioè un insieme di enti e situazioni che possono
coesistere senza ingenerare contraddizioni. Dall’esistenza ideale di infiniti mondi possibili nell’intelletto
divino si passa all’esistenza reale di uno di essi quando Dio decide effettivamente di creare uno, e uno
solo, tra quegli insiemi innumerevoli di compossibili.
◦ Non tutti i possibili sono compossibili: era possibile sia che Cesare conquistasse la Gallia sia che non la
conquistasse, ma non era evidentemente possibile un mondo in cui si verificassero simultaneamente
entrambe queste alternative perché reciprocamente contraddittorie.
◦ Dio ha fatto la scelta migliore perché, decidendo di creare un mondo anziché di non crearlo, ha
incrementato la quantità di essere, e quindi di bene, sia perché fra tutti i mondi possibili presenti nel suo
intelletto, ha scelto e portato all’esistenza quello migliore, caratterizzato dal massimo di unitarietà e di
ordine compatibile con la maggiore varietà di ricchezze e di situazioni.
13. Libertà divina e libertà umana
◦ La volontà di Dio era libera nello di scegliere di portare all’esistenza il migliore dei mondi possibili? Per rispondere a questa
domanda Leibniz introduce la distinzione tra necessità metafisica e morale.
◦ Necessità metafisica: è definita dalle proposizioni identiche ovvero dalle verità di ragione.
◦ Necessità morale: è quella per cui ognuno ha l’obbligo di compiere le azioni buone e giuste, pur essendo libero di non
compierle. Ad esempio, anche se siamo moralmente obbligati ad aiutare un amico in difficoltà, di fatto possiamo non farlo, la
scelta di aiutarlo è dunque moralmente necessaria ma non metafisicamente né logicamente necessitata. Il concetto di necessità
morale consente a L. di affermare che gli esseri umani sono liberi, certo limitati e imperfetti, per questo fra le diverse scelte
possibili essi non compiono quella necessariamente quella migliore, anche se moralmente obbligatoria.
◦ Al contrario le scelte divine sono moralmente obbligate, ma contingenti e libere da un punto di vista metafisico, in altri termini
Dio era moralmente obbligato a scegliere il migliore dei mondi possibili senza con ciò cessare di essere libero; ciò che neanche
Dio avrebbe potuto fare è creare un mondo in cui trovassero posto possibili tra loro contraddittori: neanche Dio può eludere le
leggi della logica e le verità di ragione. Nonostante questo limite, viene salvaguardata la libertà metafisica della volontà divina e
la contingenza del mondo.
14. La teodicea - dottrina della giustizia di Dio
Δίκη, Díkē, dea della giustizia
◦ Come può l’esistenza di un Dio buono e onnipotente, creatore del mondo, essere compatibile con gli evidenti difetti della realtà
creata?
◦ Innanzi tutto occorre distinguere tra mali naturali (calamità, malattie, morte) e mali morali (derivanti dal peccato); Leibniz è
convinto che il nostro mondo, ancorché migliore di altri pensabili e possibili, non sia perfetto, Dio lo ha creato per arricchire la
realtà di essere e di bene, tuttavia per il fatto di essere assolutamente altro rispetto all’ente perfettissimo che è Dio, esso sarà
per definizione imperfetto. Ebbene ciò può dare una spiegazione della presenza dei mali naturali, tuttavia non riesce ancora a
dare ragione dei mali morali. Per questi L. osserva, invece, che un mondo in cui l’uomo è libero di compiere il male è comunque
migliore di un mondo in cui fosse necessitato a non compierlo. Inoltre il peccato umano, che discende da quello di Adamo, ha
reso possibile la redenzione da parte di Cristo.
◦ Per L. questo nostro mondo rimane dunque il migliore di quelli possibili perché combina la maggior quantità di bene con la
minima quantità di male, salvaguardando la bontà, l’onnipotenza e la giustizia divine rispetto ai mali del mondo.