1. D.LGS. 81/2008 art. 28
STRESS LAVORO CORRELATO
Dott.ssa Luciana Forlani
Counselor
Responsabile della Formazione
2. Valutazione dei rischi e tutela
normativa
•
•
•
•
Il concetto di stress è
ufficialmente
entrato
nel
contesto della tutela
della
salute e sicurezza sul lavoro in
Italia
Accordo Europeo 2004
Recepimento italiano 9 giugno
2008
D.LGS. 81/2008
3. Direttive europee e nazionali
Direttiva 89/391/CEE concernente l'attuazione di misure
volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della
salute dei lavoratori durante il lavoro
Commissione delle Comunità Europee (Bruxelles,
11/03/2002): “Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della
società: una nuova strategia comunitaria per la salute e la
sicurezza 2002-2006”
Commissione delle Comunità Europee (Bruxelles,
21.02.2007): “Migliorare la qualità e la produttività sul luogo
di lavoro: una nuova strategia comunitaria 2007-2012 per la
salute e la sicurezza sul luogo di lavoro”
Comunicazione della Commissione delle Comunità europee:
Promuovere un quadro europeo per la Responsabilità
Sociale delle Imprese. Bruxelles, 18.7.2001
Comunicazione della Commissione delle Comunità europee:
Migliorare la salute mentale della popolazione. Bruxelles,
14.10.2005
Circolare INAIL n. 71 del 17 dicembre 2003 Disturbi psichici
da costrittività organizzativa sul lavoro. Rischio tutelato e
diagnosi di malattia professionale.
4. Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società:
una nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza 20022006
La strategia comunitaria per la salute
e la sicurezza sul luogo di lavoro deve
accompagnare le trasformazioni e le
nuove esigenze al fine di promuovere
un vero "benessere sul luogo di
lavoro",
che sia tanto fisico quanto
psicologico e sociale, e che non si
misura semplicemente con l'assenza
di infortuni o di malattie professionali.
5. Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della
società:
una nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza
2002-2006
Le malattie considerate emergenti quali quelle dovute
allo stress, la depressione o l'ansia, nonché la
violenza sul luogo di lavoro, le molestie e
l'intimidazione rappresentano ben il 18% dei problemi
di salute legati al lavoro, un quarto dei quali comporta
un'assenza dal lavoro pari o superiore alle due
settimane.
Tali patologie appaiono non tanto legate
all'esposizione ad un rischio specifico, quanto ad un
insieme di fattori quali l'organizzazione dei compiti, le
modalità degli orari di lavoro, i rapporti gerarchici, la
fatica dovuta ai trasporti, ma anche al grado di
accettazione della diversità etnica e culturale
nell'impresa.
Tali patologie devono essere valutate in un contesto
globale definito come "benessere sul luogo di
lavoro".
6.
7. “Migliorare la salute mentale della popolazione.
Verso una strategia sulla salute mentale per
l'Unione europea"
Mentre la salute mentale incentiva le capacità
lavorativa e la produttività, cattive condizioni di
lavoro, comprese le intimidazioni da parte di
colleghi, comportano problemi psichici, assenze
per malattia e maggiori costi.
Libro verde della Commissione, del 14 ottobre
2005 Fino al 28% dei lavoratori dipendenti
europei segnala situazioni di stress sul lavoro.
Gli interventi volti a promuovere la capacità
individuale e a ridurre i fattori di stress
nell’ambiente di lavoro migliorano la salute e
favoriscono lo sviluppo economico.
L’obiettivo della strategia è di ridurre (nel
periodo 2007-2012) del 25% l’incidenza degli
infortuni sul lavoro e delle malattie
professionali.
8. Lo stress è il secondo problema di salute legato
all’attività lavorativa riferito più frequentemente
Lo stress interessa quasi un lavoratore europeo
su quattro
Dagli studi condotti emerge che una
percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte
le giornate lavorative perse è dovuta allo stress
Nel 2002 il costo economico dello stress legato
all’attività lavorativa nell’UE a 15 era di circa 20 000
Mil EUR
Il numero di persone che soffrono di stress legato
all’attività lavorativa è destinato ad aumentare.
9. 14-04-2010 - GB: lo stress da lavoro
aumenta il rischio suicidario tra gli insegnanti
(Diario per la Prevenzione)
una ricerca del sindacato NASUWT ha rilevato
che le pressioni sugli insegnanti
incrementano il rischi di depressione e
suicidi.
01-04-2010 - Tre suicidi in poche settimane
nel parco di divertimenti di Disneyland Paris:
tutti legati a stress da lavoro (ANMIL)
10. COSA E’ CAMBIATO RISPETTO
AL D. Lgs. 626/94 ?
Art. 28 (Comma 1)
La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a),
anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle
sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella
sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i
rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi
compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a
rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress
lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo
europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le
lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto
dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché
quelli connessi alle differenze di genere, all'età, alla
provenienza da altri Paesi.
11. “1-bis. La valutazione dello stress
lavoro-correlato di cui al comma 1 é
effettuata nel rispetto delle indicazioni
di cui all’articolo 6, comma 8, lettera mquater), e il relativo obbligo decorre
dalla
elaborazione
delle
predette
indicazioni e comunque, anche in difetto
di tale elaborazione, a fare data dal 1°
agosto 2010.”
Il termine è stato slittato al 31/12/2010
(Legge n. 122 del 30/07/2010)
Lettera circolare del Ministero del
Lavoro
del
18/11/2010
della
Commissione Consuntiva
12. ACCORDO EUROPEO SULLO
STRESS SUL LAVORO
(8/10/2004)
(Accordo siglato da CES - sindacato Europeo;
UNICE-“confindustria europea”; UEAPME associazione europea artigianato e PMI; CEEP associazione europea delle imprese partecipate
dal pubblico e di interesse economico generale)
Lo stress non è una malattia ma una
esposizione prolungata allo stress può ridurre
l’efficienza sul lavoro e causare problemi di
salute
Lo stress da lavoro può essere causato da vari
fattori quali il contenuto e l’organizzazione del
lavoro, l’ambiente di lavoro, una comunicazione
“povera”, ecc.
13. Cos'è lo stress
Selye nel 1936,
diede la definizione di sindrome di
adattamento generale (GAS) per
indicare la reazione biologica ad uno
stress fisico intenso e prolungato.
14. SELYE
Reazione di allarme: generale
attivazione di tutti i
meccanismi di difesa
dell'organismo
Resistenza: protrarsi dello
stimolo stressante
Esaurimento
I sistemi fisiologici coinvolti nella risposta da stress
sono il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) e
l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
15. FASE DI ALLARME
iperattivazione del SNA
che determina:
percezione del pericolo,
innalzamento della soglia attentiva,
aumento della pressione sanguigna,
tachicardia,
sudorazione ecc..
queste modificazioni fisiologiche, conseguenza di fattori
stressanti, permettono all'individuo di incrementare
le proprie prestazioni ed ottenere risultati migliori.
16. FASE DI ALLARME
Il tutto grazie alla capacità della mente di
focalizzare l'attenzione sul problema
preparando il corpo ad una reazione
adeguata,
caratterizzata
dallo
sfruttamento di tutte le risorse a
disposizione (zuccheri, grassi, ecc...).
Se lo stress è di breve durata,
tutto si risolve in questa fase
17. FASE DI ALLARME
Il sistema SNA si attiva autonomamente ed
automaticamente, senza che si debba
fare niente di specifico.
L'attivazione è di competenza del
sistema simpatico.
Il meccanismo che invece ci permette di
riportare le funzioni vitali in uno stato di
rilassamento è il sistema parasimpatico.
18. FASE DI ALLARME
Finché riusciamo a mantenere una certa
alternanza fra stress e rilassamento il
nostro organismo riesce a ricaricarsi,
quando non si attiva il parasimpatico ed
accumuliamo troppo stress stiamo male.
19. FASE DI RESISTENZA
Il protrarsi dello stimolo stressante
determina l'aumento della secrezione
di glicocorticoidi (cortisolo) da parte
della corteccia surrenale,
Con il tempo tale reazione ha effetti
dannosi per l'organismo.
Questa fase può durare a lungo e
corrisponde al periodo durante il
quale l'organismo modifica l'assetto
metabolico generale per far fronte
agli effetti negativi dello stressor.
20. FASE DI RESISTENZA
Ecco che è spiegata la differenza tra
eustress e distress,
il primo è in grado di aiutarci in molte
situazioni (ad esempio per superare una
prova d'esame)
il secondo non porta ad un adattamento
dell'individuo.
22. ESAURIMENTO
Se la seconda fase dura a lungo può a
questo punto sopravvenire una terza
fase,
definita di esaurimento,
durante la quale vien meno lo sforzo
adattivo e l'organismo rischia di
perdere la capacità di resistenza di
fronte a eventi lesivi
24. OMEOSTASI
L'omeostasi è una delle caratteristiche
peculiari degli organismi viventi.
L'omeostasi è la condizione di stabilità
interna degli organismi che deve
mantenersi anche al variare delle
condizioni
esterne
attraverso
meccanismi autoregolatori.
Le
"condizioni
omeostatiche"
rappresentano gli elementi della
stabilità;
Le "reazioni omeostatiche" indicano i
mezzi per mantenere la stabilità.
25. STRESS: Alcune definizioni
… è la percezione di sbilanciamento tra
domanda proveniente dall’ambiente di lavoro e
capacità di risposta individuale porta a
manifestazioni sul piano fisico e
comportamentale
Lo stress non è una malattia ma una esposizione
prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul
lavoro e causare problemi di salute.
La caratteristica dello stress, inteso come
sindrome generale di adattamento, è quella di
essere una reazione soggettiva aspecifica, uguale
di fronte a stimoli diversi fra loro.
26. COS’E’ LO STRESS
Lo stress è una reazione tipica di
adattamento del corso ad un
generico cambiamento fisico o
psichico; è una condizione che può
essere accompagnata da disturbi o
disfunzioni di natura fisica,
psicologica o sociale ed è
conseguenza del fatto che taluni
individui non si sentono in grado di
corrispondere alle richieste o alle
aspettative riposte in loro
27.
28. 4 TIPI FONDAMENTALI DI
STRESS:
SOVRASTRESS (iperstress)
SOTTOSTRESS (ipostress)
STRESS POSITIVO (eustress)
STRESS NEGATIVO (distress)
29. Lo stress legato all’attività
lavorativa
Lo stress si manifesta quando le persone
percepiscono uno squilibrio tra:
le richieste avanzate nei loro confronti e
le risorse a loro disposizione per far fronte a
tali richieste
Lo stress diventa un rischio per la
sicurezza e la salute quando è prolungato
nel tempo
Lo stress può portare a problemi di salute
mentale e fisica.
32. Il benessere sul lavoro non è solo
assenza di malattia o di infortuni,
quanto una dimensione complessa
che mette l’essere umano in grado
di dare significato al proprio lavoro
(e dunque alla propria vita)
attraverso processi sociali e
culturali come le relazioni
interpersonali, l’espressione
creativa della propria identità,
l’apprendimento di nuove abilità
l’attribuzione di significato alle
proprie azioni
33. COSA CAUSA LO STRESS?
Non è possibile stabilire
dalla sola analisi della situazione
il grado di stress che essa può
provocare
38. Contesto:
Innovazioni apportate
all’organizzazione e alla gestione del
lavoro,
Precarietà del lavoro
Aumento del carico di lavoro e ritmo
di lavoro
Elevate pressioni emotive esercitate
sui lavoratori
Violenze e molestie di natura
psicologica
Scarso equilibrio tra lavoro e vita
privata
39. Fattori di rischio
Tra i fattori da considerare in relazione allo
stress si annoverano:
l’eccessivo carico di lavoro o l’esposizione
a pericoli fisici
la possibilità che i lavoratori abbiano un
controllo sullo svolgimento delle proprie
attività
la comprensione o meno del proprio ruolo
da parte dei lavoratori
le relazioni interpersonali, inclusi problemi
quali molestie e violenza
il sostegno dei colleghi e dei responsabili
la formazione necessaria per eseguire le
mansioni affidate.
44. Normativa: responsabilità del
datore di lavoro
Dal punto di vista giuridico, i datori di
lavoro hanno l’obbligo di gestire lo stress
legato all’attività lavorativa al pari di
qualsiasi altro rischio per la salute e la
sicurezza presente sul luogo di lavoro
Lo stress legato all’attività lavorativa si può
prevenire adottando azioni appropriate
Fondamentale a tale proposito è la
valutazione dei rischi
I datori di lavoro hanno l’obbligo giuridico di
effettuare regolarmente una valutazione
del rischio sul posto di lavoro.
46. Articolo 18 –
Obblighi del datore di lavoro e
del dirigente
1. Il datore di lavoro, che esercita
le attività di cui all’articolo 3 e i
dirigenti, che organizzano e
dirigono le stesse attività
secondo le attribuzioni e
competenze ad essi conferite,
devono: ...
47. Articolo 18 - Obblighi del datore
di lavoro e del dirigente
c)
nell’affidare i compiti ai
lavoratori, tenere conto delle
capacità e delle condizioni degli
stessi in rapporto alla loro
salute
e
alla
sicurezza;
48. In cosa consiste la valutazione
del rischio ?
La valutazione del rischio è un processo di
valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei
lavoratori derivanti da pericoli presenti sul luogo di
lavoro. Consiste in un esame sistematico di tutti gli
aspetti dell’attività lavorativa per stabilire:
cosa può provocare lesioni o danni
se è possibile eliminare i pericoli e, nel caso in
cui ciò non sia possibile,
quali misure preventive o di protezione devono
essere messe in atto per controllare i rischi.
La valutazione del rischio è la base per una
gestione efficace dello stress legato all’attività
lavorativa.
50. La valutazione del rischio
La valutazione del rischio concernente lo
stress richiede l’adozione degli stessi
principi e processi basilari di altri rischi
occupazionali
Sono disponibili diversi metodi; tuttavia, per
la maggior parte delle imprese può risultare
positivo un semplice approccio in cinque
fasi:
1.
2.
3.
4.
5.
individuare i pericoli e le persone a rischio
valutare e attribuire un ordine di priorità ai
rischi
decidere quali azioni preventive adottare
intervenire con azioni concrete
controllare e revisionare
52. Le misure preventive
È meglio prevenire i danni dello stress legato all’attività
lavorativa piuttosto che affrontarne le conseguenze a
posteriori.
La chiave per prevenire lo stress legato all’attività
lavorativa va ricercata nell’azienda e nella gestione del
lavoro.
Tra le misure efficaci di prevenzione dello stress legato
all’attività lavorativa vi sono:
lasciare ai lavoratori il tempo necessario per eseguire
le loro mansioni
fornire descrizioni chiare dell’attività da svolgere
gratificare i lavoratori che assicurano buone
prestazioni
consentire ai lavoratori di presentare lamentele e
considerare tali lamentele seriamente
permettere ai lavoratori di avere il controllo delle loro
attività.
53. Le misure preventive
Tra le misure efficaci di prevenzione dello stress legato
all’attività lavorativa ci sono anche:
ridurre al minimo i rischi fisici
consentire ai lavoratori di partecipare alle decisioni
che hanno ripercussioni dirette su di loro
adattare i carichi di lavoro alle capacità e alle
risorse di ciascun lavoratore
assegnare le mansioni in modo che il lavoro sia
stimolante
definire con chiarezza i ruoli e le responsabilità di
lavoro
offrire possibilità di interazione sociale
evitare ambiguità per quanto riguarda la sicurezza
del posto di lavoro e le prospettive di sviluppo
professionale.
54. Gli interventi
Un intervento efficace comprende
l’elaborazione di un piano che
specifichi:
le persone responsabili
dell’attuazione di determinate misure
le scadenze entro cui portare a
termine le azioni previste
i mezzi stanziati per mettere in atto le
misure
55. Controllo e riesame
L’efficacia delle misure adottate per
prevenire o ridurre lo stress legato
all’attività lavorativa deve essere
monitorata
La valutazione dei rischi dovrebbe essere
rivista:
in caso di variazioni significative alla
progettazione, all’organizzazione e alla
gestione del lavoro
se le misure preventive in atto sono
insufficienti o non sono più adeguate
con sistematicità per garantire che i risultati
della valutazione dei rischi siano sempre
pertinenti.
56. IL CORRIDOIO
“CASA-LAVORO”
Nel passaggio
dall’ambiente di lavoro
a quello privato si crea
una sorta di
CORRIDOIO senza
soluzione di continuità
tra gli stimoli propri
dell’ambiente di lavoro
e quelli della vita privata
(e viceversa)
57. AZIONI DI MIGLIORAMENTO
(Accordo Europeo 08/10/04)
1. MISURE DI GESTIONE E COMUNICAZIONE :
chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun
lavoratore, assicurare un sostegno adeguato da
parte della direzione ai singoli individui e ai team di
lavoro , portare a coerenza responsabilità e
controllo sul lavoro, di migliorare l’organizzazione, i
processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro.
2. FORMAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI
LAVORATORI: per migliorare la loro
consapevolezza e la loro comprensione nei
confronti dello stress, delle sue possibili cause e del
modo in cui affrontarlo, e/o per adattarsi al
cambiamento
3. INFORMAZIONE E CONSULTAZIONE DEI
LAVORATORI e/o dei loro rappresentanti, in
conformità alla legislazione europea e nazionale, ai
contratti collettivi e alle prassi.
59. BURN - OUT
Burnt-out in inglese significa
"bruciato", e indica il momento in
cui un lavoratore ha un crollo
psicologico.
60. BURN - OUT
Il burn-out è un disturbo
derivante da stress e da
specifici fattori. Si verifica
quando l’organismo risponde ad
una serie di situazioni vissute in
modo traumatico (amarezze,
delusioni, traumi indiretti…)
sostenuti per lunghi periodi
61. Processo che porta al BURN OUT
Eccesso di responsabilità: per motivi affettivi o per senso del
dovere, il lavoratore si carica di responsabilità relative al suo
servizio, rimuovendo i bisogni personali.
Per essere all'altezza del ruolo il lavoratore non tiene in
considerazione i propri bisogni, relativi al suo ruolo e/o alla
comprensione reciproca.
A questo punto, il lavoratore sviluppa rifiuto per il ruolo, e, di
conseguenza, senso di colpa.
La reazione che segue è "riparativa" e il lavoratore si obbliga ad
una superprestazione: cioè a fare ancora meglio e ancora di
più.
In seguito a quest'ultima costrizione, il lavoratore cede e
"scoppia“, va cioè in crisi personale e sviluppa malevolenza e
desideri di sabotaggio nei confronti del servizio.
62. MOBBING
Il termine “MOBBING” deriva dal verbo inglese
“to mob”, che significa assalire, aggredire. In
italiano è comunemente conosciuto come
molestie morali sul luogo
di lavoro”
63. MOBBING
Atti e comportamenti
discriminatori o vessatori
protratti nel tempo, posti in
essere nei confronti di lavoratori
dipendenti, pubblici o privati, da
parte del datore di lavoro o
soggetti in posizione
sovraordinata, o da altri colleghi,
che si caratterizzano come una
vera e propria forma di
persecuzione psicologica o di
violenza morale.
64. Chi sono i PROTAGONISTI:
Il MOBBER: l’aggressore,
colui che attua il mobbing
Il MOBBIZZATO: la “vittima”,
colui che lo subisce
Il SIDE-MOBBER: il collega
“spettatore” che, pur
percependo i segnali di azioni
mobbizzanti, fa finta di nulla
65. Le lesioni da mobbing rientrano nella
categoria della malattia professionale
più che in quella dell’infortunio sul
lavoro, in quanto la definizione della
prima si adatta meglio alle
caratteristiche del mobbing.
66. Art. 55. Sanzioni per il datore di
lavoro
e
il
dirigente
Il datore di lavoro e il dirigente
sono
puniti:
(...)
Arresto da due a quattro mesi o
con l’ammenda da 1.200 a 5.200
euro.
67. “L’interesse dello Stato alla
effettiva
assunzione
delle
misure di salvaguardia della
salute del lavoratore non è
limitato alla fase che precede
l’assegnazione dei compiti ma
perdura per l’intero rapporto”
(Cass. III Pen. 2.7.2008 n. 26539)
68. Cass. Pen., sez. IV, 03/10/2008 n.
37999
–
Nel percorrere un tratto di strada
provinciale a curva in discesa alla
guida di un autoarticolato trainante un
semirimorchio
a
cisterna,
il
conduttore, per cause imprecisate,
perse il controllo del veicolo e, alla
velocità di 80 chilometri orari,
percorse circa 50 metri in frenata e
fuoriuscì sul lato destro della
carreggiata, finendo la propria corsa,
ribaltato, in una scarpata di oltre 70
metri dal piano viabile.
69. Si accertò che “(…) quel giorno,
l’autista era stato sottoposto ad un
doppio turno di lavoro (aveva preso
servizio alle ore 4.05 ed aveva
lavorato fino all’ora di pranzo; nel
pomeriggio, alle ore 14.00 aveva
ripreso servizio e l’incidente si era
verificato alle ore 17.45), vietato
anche da specifiche disposizioni
aziendali”.
Il responsabile di quel secondo
turno – assolto in primo grado – fu
condannato in appello per omicidio
colposo, in quanto “(…) la sua
condotta colposa era stata ritenuta
causa
dell’evento”.
70. Costituzione della Repubblica
Italiana
Articolo41
L'iniziativa economica privata
è
libera.
Non può svolgersi in contrasto
con l'utilità sociale o in modo
da recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana.
La
legge
determina
i
programmi
e
i
controlli
opportuni
perché
l'attività
economica pubblica e privata
possa essere indirizzata e
coordinata a fini sociali.
71. Codice civile (1942) - Art. 2087
(Tutela delle condizioni di
lavoro)
L'imprenditore è tenuto ad
adottare
nell'esercizio
dell'impresa le misure che,
secondo la particolarità del
lavoro, l'esperienza e la
tecnica, sono necessarie a
tutelare l'integrità fisica e
la personalità morale dei
prestatori
di
lavoro.
72. «L'art. 2087 c.c., nell'affermare che
l'imprenditore è tenuto ad adottare
nell'esercizio dell'impresa misure che,
secondo la particolarità del lavoro,
l'esperienza
e
la
tecnica,
sono
necessarie a tutelare l'integrità fisica e
la personalità morale del lavoratore,
stimola obbligatoriamente il datore di
lavoro anche ad aprirsi alle nuove
acquisizioni
tecnologiche,
conseguendone la necessità che il
datore di lavoro, nello specifico settore,
ottemperi non soltanto alle regole
cautelari "scritte", ma anche alle norme
prevenzionali che una figura-modello di
"buon imprenditore" è in grado di
ricavare
dall'esperienza,
secondo
i
canoni di diligenza, prudenza e perizia».
(Cassazione Civile, sez. IV, 16.9.2008, n.
38819)