2. VALUTAZIONE DEI RISCHI E TUTELA NORMATIVA
• Il concetto di stress è ufficialmente entrato nel contesto
della tutela della salute e sicurezza sul lavoro in Italia
• Accordo Europeo 2004
• Recepimento italiano 9 giugno 2008
• D.LGS. 81/2008
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3. DIRETTIVE EUROPEE E NAZIONALI
Direttiva 89/391/CEE concernente l'attuazione di misure volte a
promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei
lavoratori durante il lavoro
Commissione delle Comunità Europee (Bruxelles, 11/03/2002):
“Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società: una
nuova strategia comunitaria per la salute e la sicurezza 2002-
2006”
Commissione delle Comunità Europee (Bruxelles,
21.02.2007): “Migliorare la qualità e la produttività sul luogo di
lavoro: una nuova strategia comunitaria 2007-2012 per la
salute e la sicurezza sul luogo di lavoro”
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4. DIRETTIVE EUROPEE E NAZIONALI
Comunicazione della Commissione delle Comunità europee:
Promuovere un quadro europeo per la Responsabilità Sociale
delle Imprese. Bruxelles, 18.7.2001
Comunicazione della Commissione delle Comunità europee:
Migliorare la salute mentale della popolazione. Bruxelles,
14.10.2005
Circolare INAIL n. 71 del 17 dicembre 2003 Disturbi psichici da
costrittività organizzativa sul lavoro. Rischio tutelato e diagnosi
di malattia professionale.
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10. PERCHÉ L’EU-OSHA SI OCCUPA
DI STRESS LAVORO CORRELATO
• Lo stress interessa quasiLo stress interessa quasi un lavoratore europeo su quattro
• Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra ilDagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il
50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo
stressstress
• I costi complessivi dovuti ai disturbi di salute mentale in Europa
(legati al lavoro o meno) sono stimati a 240 miliardi di euro l'anno.
Meno della metà di questa somma deriva dai costi diretti, come le
cure mediche; si attesta a 136 miliardi di euro la perdita di
produttività, compreso l’assenteismo per malattia.
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11. 14-04-2010 - GB: lo stress da lavoro aumenta il rischio
suicidario tra gli insegnanti (Diario per la Prevenzione)
una ricerca del sindacato NASUWT ha rilevato che le pressioni
sugli insegnanti incrementano il rischi di depressione e suicidi.
01-04-2010 - Tre suicidi in poche settimane nel parco di
divertimenti di Disneyland Paris: tutti legati a stress da lavoro
(ANMIL)
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12. COSA È CAMBIATO
RISPETTO AL D. Lgs. 626/94 ?
Art. 28 (Comma 1)
La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche
nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei
preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di
lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute
dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori
esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress
lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo
dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di
gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26
marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di
genere, all'età, alla provenienza da altri Paesi.
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13. ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS SUL LAVORO
(8/10/2004)
(Accordo siglato da CES - sindacato Europeo; UNICE-“confindustria
europea”; UEAPME -associazione europea artigianato e PMI; CEEP
- associazione europea delle imprese partecipate dal pubblico e di
interesse economico generale)
Lo stress non è una malattia ma una esposizione prolungata allo
stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute
Lo stress da lavoro può essere causato da vari fattori quali il
contenuto e l’organizzazione del lavoro, l’ambiente di lavoro, una
comunicazione “povera”, ecc.
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14. COS'È LO STRESS
Selye nel 1936, diede la definizione
di sindrome di adattamento generale (GAS)
per indicare la reazione biologica
ad uno stress fisico intenso e prolungato.
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15. SELYE
Reazione di allarme: generale attivazione di tutti i
meccanismi di difesa dell'organismo
Resistenza: protrarsi dello stimolo stressante
Esaurimento
I sistemi fisiologici coinvolti nella risposta da stress sono il Sistema
Nervoso Autonomo (SNA) e l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene.
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16. FASE DI ALLARME
iperattivazione del SNA che determina:
percezione del pericolo
innalzamento della soglia attentiva
aumento della pressione sanguigna
tachicardia
sudorazione ecc..
queste modificazioni fisiologiche, conseguenza di fattori stressanti,
permettono all'individuo di incrementare le proprie prestazioni ed
ottenere risultati migliori.
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17. FASE DI ALLARME
Il tutto grazie alla capacità della mente di focalizzare
l'attenzione sul problema preparando il corpo ad
una reazione adeguata, caratterizzata dallo
sfruttamento di tutte le risorse a disposizione
(zuccheri, grassi, ecc...).
Se lo stress è di breve durata,
tutto si risolve in questa fase
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18. FASE DI ALLARME
Il sistema SNA si attiva autonomamente ed
automaticamente, senza che si debba fare niente
di specifico.
L'attivazione è di competenza del sistema
simpatico.
Il meccanismo che invece ci permette di riportare
le funzioni vitali in uno stato di rilassamento è il
sistema parasimpatico.
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19. FASE DI ALLARME
Finché riusciamo a mantenere una certa alternanza fra
stress e rilassamento il nostro organismo riesce a
ricaricarsi, quando non si attiva il parasimpatico ed
accumuliamo troppo stress stiamo male.
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20. FASE DI RESISTENZA
• Il protrarsi dello stimolo stressante determina l'aumento
della secrezione di glicocorticoidi (cortisolo) da parte della
corteccia surrenale.
• Con il tempo tale reazione ha effetti dannosi per
l'organismo.
• Questa fase può durare a lungo e corrisponde al periodo
durante il quale l'organismo modifica l'assetto metabolico
generale per far fronte agli effetti negativi dello stressor.
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21. FASE DI RESISTENZA
Ecco che è spiegata la differenza tra eustress e distress:
• il primo è in grado di aiutarci in molte situazioni (ad
esempio per superare una prova d'esame)
• il secondo non porta ad un adattamento dell'individuo.
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22. STRESS
DISTRESS (negativo)
Mancata soddisfazione di
bisogni vitali, ovvero
stimolazione delle aree
del dispiacere
Dolore
Malattie
Depressioni
Solitudine
nevrosi
EUSTRESS (positivo)
Soddisfazione di bisogni
vitali, ovvero stimolazione
delle aree del piacere
Piacere
Gioia
Felicità
Salute
benessere
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23. ESAURIMENTO
Se la seconda fase dura a lungo può a questo
punto sopravvenire una terza fase, definita
di esaurimento, durante la quale vien meno
lo sforzo adattivo e l'organismo rischia di
perdere la capacità di resistenza di fronte a
eventi lesivi.
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24. STRESS: ALCUNE DEFINIZIONI
[…] è la percezione di sbilanciamento tra domanda proveniente
dall’ambiente di lavoro e capacità di risposta individuale porta a
manifestazioni sul piano fisico e comportamentale
Lo stress non è una malattia ma una
esposizione prolungata allo stress può ridurre
l’efficienza sul lavoro e causare problemi di
salute.
La caratteristica dello stress, inteso come
sindrome generale di adattamento, è quella
di essere una reazione soggettiva aspecifica,
uguale di fronte a stimoli diversi fra loro.
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25. COS’È LO STRESS
Lo stress è una reazione tipica di adattamento del
corso ad un generico cambiamento fisico o psichico; è
una condizione che può essere accompagnata da
disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o
sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui
non si sentono in grado di corrispondere alle richieste
o alle aspettative riposte in loro
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26. 4 TIPI FONDAMENTALI DI STRESS
SOVRASTRESS (iperstress)
SOTTOSTRESS (ipostress)
STRESS POSITIVO (eustress)
STRESS NEGATIVO (distress)
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27. LO STRESS LEGATO ALL’ATTIVITÀ LAVORATIVA
Lo stress si manifesta quando le persone
percepiscono uno squilibrio tra:
le richieste avanzate nei loro confronti e
le risorse a loro disposizione per far fronte a tali
richieste
Lo stress diventa un rischio per la sicurezza e la
salute quando è prolungato nel tempo
Lo stress può portare a problemi di salute mentale e
fisica.
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30. Il benessere sul lavoro non è solo assenza di malattia o
di infortuni, quanto una dimensione complessa che
mette l’essere umano in grado di dare significato al
proprio lavoro (e dunque alla propria vita) attraverso
processi sociali e culturali come le relazioni
interpersonali, l’espressione creativa della propria
identità, l’apprendimento di nuove abilità l’attribuzione di
significato alle proprie azioni
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31. COSA CAUSA LO STRESS?
Non è possibile stabilireNon è possibile stabilire
dalla sola analisi della situazionedalla sola analisi della situazione
il grado di stress che essa può provocareil grado di stress che essa può provocare
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35. CONTESTO
Innovazioni apportate all’organizzazione e alla
gestione del lavoro
Precarietà del lavoro
Aumento del carico di lavoro e ritmo di lavoro
Elevate pressioni emotive esercitate sui lavoratori
Violenze e molestie di natura psicologica
Scarso equilibrio tra lavoro e vita privata
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36. FATTORI DI RISCHIO
Tra i fattori da considerare in relazione allo stress si
annoverano:
l’eccessivo carico di lavoro o l’esposizione a pericoli fisici
la possibilità che i lavoratori abbiano un controllo sullo
svolgimento delle proprie attività
la comprensione o meno del proprio ruolo da parte dei
lavoratori
le relazioni interpersonali, inclusi problemi quali molestie e
violenza
il sostegno dei colleghi e dei responsabili
la formazione necessaria per eseguire le mansioni affidate.
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39. EFFETTI DELLO STRESS - LIVELLO ORGANIZZATIVO
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40. www.seagruppo.it Stress Lavoro Correlato
Una scheda della Regione Lombardia per la
valutazione del rischio stress lavoro correlato e
dei rischi psicosociali nel settore manifatturiero:
fattori di rischio e misure di prevenzione.
41. CONTENUTO DEL LAVORO
FATTORI DI RISCHIO SLC MISURE DI PREVENZIONE e/o GESTIONE DEL
RISCHIO
Non adeguato controllo dei rischi fisici, chimici, biologici
ed ergonomici legati alle tecnologie in uso sulla base della
valutazione aziendale dei rischi
- Messa in atto di adeguate misure tecniche, organizzative e
procedurali sulla base delle risultanze della valutazione dei
rischi aziendali
Attività monotone e ripetitive, processi di lavoro a cicli
brevi (lavori in catena di montaggio, lavori di assemblaggio,
lavori nell'industria alimentare, ecc.) Con necessità di
adeguarsi ad alcune procedure (procedure di qualità, auto-
valutazione della qualità, soluzione autonoma di problemi
imprevisti, necessità di apprendere velocemente nuove
nozioni)
- Riprogettare il lavoro e l'ambiente di lavoro secondo
criteri ergonomici;
- Stabilire programmi di lavoro flessibili con sufficienti
periodi di recupero;
- Costituire squadre di lavoro affiatate, valutando
esperienza, capacita e attitudini dei lavoratori
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43. NORMATIVA:
RESPONSABILITÀ DEL DATORE DI LAVORO
Dal punto di vista giuridico, i datori di lavoro hanno
l’obbligo di gestire lo stress legato all’attività lavorativa al
pari di qualsiasi altro rischio per la salute e la sicurezza
presente sul luogo di lavoro
Lo stress legato all’attività lavorativa si può prevenire
adottando azioni appropriate
Fondamentale a tale proposito è la valutazione dei rischi
I datori di lavoro hanno l’obbligo giuridico di effettuare
regolarmente una valutazione del rischio sul posto di
lavoro.
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44. ART. 18
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
E DEL DIRIGENTE
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45. ARTICOLO 18
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE
1. Il datore di lavoro, che esercita le attività di
cui all’articolo 3 e i dirigenti, che organizzano
e dirigono le stesse attività secondo le
attribuzioni e competenze ad essi conferite,
devono: ...
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46. ARTICOLO 18
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO E DEL DIRIGENTE
c) nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere
conto delle capacità e delle condizioni degli
stessi in rapporto alla loro salute e alla
sicurezza;
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47. IN COSA CONSISTE LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ?
La valutazione del rischio è un processo di valutazione dei
rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti da
pericoli presenti sul luogo di lavoro. Consiste in un esame
sistematico di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa per
stabilire:
cosa può provocare lesioni o danni
se è possibile eliminare i pericoli e, nel caso in cui ciò
non sia possibile,
quali misure preventive o di protezione devono essere
messe in atto per controllare i rischi.
La valutazione del rischio è la base per una gestione
efficace dello stress legato all’attività lavorativa.
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49. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
La valutazione del rischio concernente lo stress richiede
l’adozione degli stessi principi e processi basilari di altri
rischi occupazionali
Sono disponibili diversi metodi; tuttavia, per la maggior
parte delle imprese può risultare positivo un semplice
approccio in cinque fasi:
1. individuare i pericoli e le persone a rischio
2. valutare e attribuire un ordine di priorità ai rischi
3. decidere quali azioni preventive adottare
4. intervenire con azioni concrete
5. controllare e revisionare
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51. LE MISURE PREVENTIVE
Tra le misure efficaci di prevenzione dello stress legato all’attività
lavorativa ci sono anche:
ridurre al minimo i rischi fisici
consentire ai lavoratori di partecipare alle decisioni che hanno
ripercussioni dirette su di loro
adattare i carichi di lavoro alle capacità e alle risorse di ciascun
lavoratore
assegnare le mansioni in modo che il lavoro sia stimolante
definire con chiarezza i ruoli e le responsabilità di lavoro
offrire possibilità di interazione sociale
evitare ambiguità per quanto riguarda la sicurezza del posto di
lavoro e le prospettive di sviluppo professionale.
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52. LE MISURE PREVENTIVE
È meglio prevenire i danni dello stress legato all’attività lavorativa
piuttosto che affrontarne le conseguenze a posteriori.
La chiave per prevenire lo stress legato all’attività lavorativa va
ricercata nell’azienda e nella gestione del lavoro.
Tra le misure efficaci di prevenzione dello stress legato all’attività
lavorativa vi sono:
lasciare ai lavoratori il tempo necessario per eseguire le loro
mansioni
fornire descrizioni chiare dell’attività da svolgere
gratificare i lavoratori che assicurano buone prestazioni
consentire ai lavoratori di presentare lamentele e considerare
tali lamentele seriamente
permettere ai lavoratori di avere il controllo delle loro attività.
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53. GLI INTERVENTI
Un intervento efficace comprende l’elaborazione di un
piano che specifichi:
le persone responsabili dell’attuazione di determinate
misure
le scadenze entro cui portare a termine le azioni
previste
i mezzi stanziati per mettere in atto le misure
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54. CONTROLLO E RIESAME
L’efficacia delle misure adottate per prevenire o ridurre
lo stress legato all’attività lavorativa deve essere
monitorata
La valutazione dei rischi dovrebbe essere rivista:
in caso di variazioni significative alla progettazione,
all’organizzazione e alla gestione del lavoro
se le misure preventive in atto sono insufficienti o non
sono più adeguate
con sistematicità per garantire che i risultati della
valutazione dei rischi siano sempre pertinenti.
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55. AZIONI DI MIGLIORAMENTO
(Accordo Europeo 08/10/04)
1. MISURE DI GESTIONE E COMUNICAZIONE : chiarire gli obiettivi
aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore, assicurare un sostegno
adeguato da parte della direzione ai singoli individui e ai team di
lavoro , portare a coerenza responsabilità e controllo sul lavoro, di
migliorare l’organizzazione, i processi, le condizioni e l’ambiente di
lavoro.
2. FORMAZIONE DEI DIRIGENTI E DEI LAVORATORI: per migliorare
la loro consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello
stress, delle sue possibili cause e del modo in cui affrontarlo, e/o
per adattarsi al cambiamento
3. INFORMAZIONE E CONSULTAZIONE DEI LAVORATORI e/o dei
loro rappresentanti, in conformità alla legislazione europea e
nazionale, ai contratti collettivi e alle prassi.
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56. Nel passaggio
dall’ambiente di lavoro
a quello privato si crea
una sorta di
CORRIDOIO senza
soluzione di continuità
tra gli stimoli propri
dell’ambiente di lavoro
e quelli della vita
privata (e viceversa)
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IL CORRIDOIO “CASA-LAVORO”
59. BURN-OUT
Burnt-out in inglese significa "bruciato",
e indica il momento in cui un lavoratore
ha un crollo psicologico..
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60. BURN-OUT
Il burn-out è un disturbo derivante da
stress e da specifici fattori.
Si verifica quando l’organismo risponde
ad una serie di situazioni vissute in modo
traumatico (amarezze, delusioni, traumi
indiretti, etc.) sostenuti per lunghi periodi.
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61. IL PROCESSO CHE PORTA AL BURN-OUT
Eccesso di responsabilità: per motivi affettivi o per senso del
dovere, il lavoratore si carica di responsabilità relative al suo
servizio, rimuovendo i bisogni personali.
Per essere all'altezza del ruolo il lavoratore non tiene in
considerazione i propri bisogni, relativi al suo ruolo e/o alla
comprensione reciproca.
A questo punto, il lavoratore sviluppa rifiuto per il ruolo, e, di
conseguenza, senso di colpa.
La reazione che segue è “riparativa” e il lavoratore si obbliga ad una
superprestazione: cioè a fare ancora meglio e ancora di più.
In seguito a quest'ultima costrizione, il lavoratore cede e “scoppia”,
va cioè in crisi personale e sviluppa malevolenza e desideri di
sabotaggio nei confronti del servizio.
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62. MOBBING
Il termine “MOBBING” deriva dal verbo inglese “to
mob”, che significa assalire, aggredire.
In italiano è comunemente conosciuto come
molestie morali sul luogo di lavoro
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63. MOBBING
Atti e comportamenti discriminatori o vessatori
protratti nel tempo, posti in essere nei confronti di
lavoratori dipendenti, pubblici o privati, da parte del
datore di lavoro o soggetti in posizione
sovraordinata, o da altri colleghi, che si
caratterizzano come una vera e propria forma di
persecuzione psicologica o di violenza morale.
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64. MOBBING: CHI SONO I
PROTAGONISTI
Il MOBBER: l’aggressore, colui che attua il
mobbing.
Il MOBBIZZATO: la “vittima”, colui che lo subisce.
Il SIDE-MOBBER: il collega “spettatore” che, pur
percependo i segnali di azioni mobbizzanti, fa finta
di nulla.
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65. MOBBING
Le lesioni da mobbing rientrano nella categoria
della malattia professionale più che in quella
dell’infortunio sul lavoro, in quanto la definizione
della prima si adatta meglio alle caratteristiche del
mobbing.
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66. Art. 55. Sanzioni per il datore di lavoro e il
dirigente
Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti:
(...)
Arresto da due a quattro mesi o con
l’ammenda da 1.200 a 5.200 euro.
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67. “L’interesse dello Stato alla effettiva assunzione delle
misure di salvaguardia della salute del lavoratore non
è limitato alla fase che precede l’assegnazione dei
compiti ma perdura per l’intero rapporto”
(Cass. III Pen. 2.7.2008 n. 26539)
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68. «L'art. 2087 c.c., nell'affermare che l'imprenditore è tenuto ad
adottare nell'esercizio dell'impresa misure che, secondo la
particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono
necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale del
lavoratore, stimola obbligatoriamente il datore di lavoro anche
ad aprirsi alle nuove acquisizioni tecnologiche, conseguendone
la necessità che il datore di lavoro, nello specifico settore,
ottemperi non soltanto alle regole cautelari "scritte", ma anche
alle norme prevenzionali che una figura-modello di "buon
imprenditore" è in grado di ricavare dall'esperienza, secondo i
canoni di diligenza, prudenza e perizia».
(Cass. Civile, sez. IV, 16.9.2008, n. 38819)
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69. Nel percorrere un tratto di strada provinciale a curva in discesa
alla guida di un autoarticolato trainante un semirimorchio a
cisterna, il conduttore, per cause imprecisate, perse il controllo
del veicolo e, alla velocità di 80 chilometri orari, percorse circa
50 metri in frenata e fuoriuscì sul lato destro della carreggiata,
finendo la propria corsa, ribaltato, in una scarpata di oltre 70
metri dal piano viabile.
(Cass. Pen., sez. IV, 03/10/2008 n. 37999 )
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70. Si accertò che “(…) quel giorno, l’autista era stato sottoposto
ad un doppio turno di lavoro (aveva preso servizio alle ore 4.05
ed aveva lavorato fino all’ora di pranzo; nel pomeriggio, alle ore
14.00 aveva ripreso servizio e l’incidente si era verificato alle
ore 17.45), vietato anche da specifiche disposizioni aziendali”.
Il responsabile di quel secondo turno - assolto in primo grado -
fu condannato in appello per omicidio colposo, in quanto
“(…) la sua condotta colposa era stata ritenuta causa
dell’evento”.
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71. “L'iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché
l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata
e coordinata a fini sociali.”
(Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 41)
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72. STRESSOR
STRESS
STRAIN
RESILIENZA
STRATEGIE DI COPING
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73. “L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa
le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e
la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la
personalità morale dei prestatori di lavoro.”
(Codice civile 1942 - Art. 2087 Tutela delle condizioni di lavoro)
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