Io voglio crescere strumenti frugali per affrontare la recessione
Vicenza 05 07_12_ballottin
1. VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO
STRESS LAVORO CORRELATO
Spisal UIss 20 Verona
Dr.ssa Antonia Ballottin
Vicenza
5 luglio 2012
2. I CAMBIAMENTI IN ATTO NEL MONDO DEL LAVORO
L’Osservatorio europeo dei rischi (ERO) istituito nell’ambito dell’Agenzia
Europea per la salute e la sicurezza sul lavoro sottolinea alcune criticità,
risultanti da questi cambiamenti (European Agency for Safety and Health
at Work, 2007).
• precarietà del lavoro,
• invecchiamento della forza lavoro,
• aumento della pressione e del carico di lavoro,
• elevata domanda emozionale sul lavoro,
• squilibrio tra il lavoro e la vita privata.
3. Lo stress da lavoro correlato è tra le cause di malattia più
comunemente denunciate dai lavoratori, tanto da interessare
oltre 40 milioni di individui in tutta l’UE.
.
PERCHE’ OCCUPARSI DEI RISCHI PSICOSOCIALI: LE
STATISTICHE EUROPEE
4. Nel 2002 il costo economico annuale dello stress da lavoro
correlato nell’UE a 15 è stato stimato in 20.000 milioni di Euro.
PERCHE’ OCCUPARSI DEI RISCHI PSICOSOCIALI: LE
STATISTICHE EUROPEE
5. Hanno partecipato 27 Stati dell’Unione europea
Intervistati
28 649 dirigenti
7226 RLS
http://www.esener.eu
I RISCHI PSICOSOCIALI E STATISTICHE EUROPEE
INDAGINE EUROPEA TRA LE IMPRESE SUI RISCHI NUOVI ED
EMERGENTI - ESENER
6. I RISCHI PSICOSOCIALI E STATISTICHE EUROPEE
INDAGINE EUROPEA TRA LE IMPRESE SUI RISCHI NUOVI ED
EMERGENTI - ESENER
Principali ostacoli indicati dai dirigenti italiani nell’affrontare i
rischi psicososociali
7. “ ASPETTI DI PROGETTAZIONE, ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DEL
LAVORO, E I LORO CONTESTI AMBIENTALI E SOCIALI, CHE
POTENZIALMENTE POSSONO DAR LUOGO A DANNI DI NATURA
PSICOLOGICA, SOCIALE O FISICA.
I rischi psicosociali legati al lavoro sono stati identificati
come una delle maggiori sfide contemporanee e sono collegati a
problemi nell’ambiente di lavoro, quali:
- lo stress da lavoro correlato
- la violenza e le molestie al lavoro
I RISCHI PSICOSOCIALI
8. GLI ACCORDI CON I PARTNERS EUROPEI
ACCORDO QUADRO EUROPEO SULLE
MOLESTIE E LA VIOLENZA NEL LUOGO DI
LAVORO (8/11/2007)
ACCORDO QUADRO EUROPEO SULLO
STRESS LAVORO
(8/10/2004)
“dall’organizzazione del lavoro
alla persona”
“dalla persona all’organizzazione del
lavoro”
Valutazione collettiva Valutazione individuale
Intervento collettivo e individuale Intervento individuale e collettivo
RIGUARDANO OGNI AZIENDA ED OGNI TIPOLOGIA DI LAVORATORE
PREVEDONO LA SENSIBILIZZAZIONE E RESPONSABILIZZAZIONE DELLA DIREZIONE AZIENDALE
ORIENTANO ALLA AUTOGESTIONE DELLA VALUTAZIONE E DELLE SOLUZIONI
9. La valutazione ………., deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei
lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari,
tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti
dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004,
106/09 (aggiunge) ….nel rispetto delle indicazioni elaborate dalla Commissione
Consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro,
e comunque a far data dal 1/08/ 2010”.
LEGGE 30 luglio 2010, n. 122 proroga al 31 dicembre 2010
OGGETTO DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHIArticolo 28
Indicazioni della Commissione consultiva per la valutazione dello stress
lavoro-correlato
18/11/2010
DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n. 81
10. VALUTAZIONE
DEL
RISCHIO
STRESS
LAVORO
CORRELATO
1. ACCORDO QUADRO EUROPEO
SULLO STRESS SUL LAVORO
(8/10/2004)
ACCORDO INTERCONFEDERALE DI
RECEPIMENTO 09/06/2008
2. INDICAZIONI DELLA
COMMISSIONE CONSULTIVA
PER LA VALUTAZIONE DELLO
STRESS LAVORO-CORRELATO
(18/11/2010)
(articoli 6, comma 8, lettera m-quater,
e 28, comma 1 bis, d.lgs. n. 81/2008 e
successive modificazioni e
integrazioni)
11. (Accordo siglato da CES - sindacato Europeo; UNICE-“confindustria europea”;
UEAPME - associazione europea artigianato e PMI; CEEP - associazione
europea delle imprese partecipate dal pubblico e di interesse economico
generale)
Lo stress non è una malattia ma una esposizione
prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e
causare problemi di salute
L’obiettivo è offrire ai datori di lavoro e ai lavoratori un
modello che consenta di individuare e di prevenire o
gestire i problemi di stress da lavoro
ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS SUL LAVORO (09/06/2008)
12. Art. 1 Introduzione – c. 2
Potenzialmente lo stress può riguardare
- ogni luogo di lavoro ed ogni lavoratore,
- indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda,
- indipendentemente dal settore di attività
- indipendentemente dalla tipologia del contratto o
del rapporto di lavoro.
Ciò non significa che tutti i luoghi di lavoro e tutti i
lavoratori ne sono necessariamente interessati
ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS SUL LAVORO
13. 1. accrescere la consapevolezza e la comprensione dello
stress lavoro-correlato da parte dei datori di lavoro, dei
lavoratori e dei loro rappresentanti, e attirare la loro
attenzione sui segnali che potrebbero denotare problemi di
stress lavoro-correlato.
2. offrire ai datori di lavoro ed ai lavoratori un quadro di
riferimento per individuare e prevenire o gestire problemi di
stress lavoro-correlato. Non è invece quello di attribuire la
responsabilità dello stress all’individuo.
3. non concerne la violenza, le molestie e lo stress post –
traumatico.
Art. 2 FINALITA’ ACCORDO EUROPEO SULLO STRESS
14. ART. 3 - DESCRIZIONE DELLO STRESS E
DELLO STRESS LAVORO-CORRELATO
- può essere accompagnato da disturbi di natura fisica, psicologica o sociale
-è conseguenza del fatto che alcuni non si sentono in grado di corrispondere alle
richieste o alle aspettative riposte in loro
- persone diverse possono reagire differentemente a situazioni simili
- lo stesso individuo può reagire diversamente di fronte a situazioni simili in momenti
diversi della propria vita
NON TUTTE LE MANIFESTAZIONI DI STRESS CHE AVVENGONO AL LAVORO
POSSONO ESSERE CONSIDERATE COME STRESS LAVORO-CORRELATO
LO STRESS
può essere causato da fattori come il contenuto del lavoro,
l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione
del lavoro e dell’ambiente di lavoro, carenze nella
comunicazione, etc.
LO STRESS LAVORO CORRELATO
15. un alto assenteismo o un’elevata rotazione del personale, conflitti interpersonali o
lamentele frequenti da parte dei lavoratori sono alcuni dei sintomi che possono
rivelare la presenza di stress da lavoro.
L’INDIVIDUAZIONE PUÒ IMPILICARE L’ANALISI DI FATTORI QUALI :
•l’organizzazione e i processi di lavoro (pianificazione dell’orario di lavoro, grado di
autonomia, grado di coincidenza tra esigenze imposte dal lavoro e
capacità/conoscenze dei lavoratori, carico di lavoro, ecc.),
• le condizioni e l’ambiente di lavoro (esposizione ad un comportamento illecito, al
rumore, al calore, a sostanze pericolose, ecc.),
• la comunicazione (incertezza circa le aspettative riguardo al lavoro, prospettive di
occupazione, un futuro cambiamento, ecc.)
• i fattori soggettivi ( pressioni emotive e sociali, sensazione di non poter far fronte
alla situazione, percezione di una mancanza di aiuto, ecc.)
ART. 4 - INDIVIDUAZIONE DI PROBLEMI DI STRESS LAVORO-CORRELATO
16. Inerente al lavoro
Ruolo
nell’organizzazione
Rapporti sul lavoro
Evoluzione delle
carriere
Clima e struttura
organizzativa
Interfaccia
casa-lavoro
SINTOMI INDIVIDUALI
• Aumento pressione sang.
• Stato di depressione
• Bere in modo eccessivo
• Insoddisfazione prof.
• Aspirazioni ridotte ecc.
SINTOMI
ORGANIZZATIVI
• Alto assenteismo/
presenzialismo
• Elevato turn over
• Difficoltà relazioni az.
• Scarso controlli di qualità
• Alta conflittualità, ecc.
SOMATICHE
• Disturbi cardiocircolatori
• Salute mentale
•Patologie
muscoloscheletriche
•Patologia
gastrointestinali ecc.
ORGANIZZATIVE
•Infortuni
• Performace scarsa ecc.
FONTI DI STRESS SINTOMI DI STRESS MALATTIE
Cooper 1976
17. Possono essere introdotte misure collettive, individuali o di entrambi i tipi.
• come misure mirate a fattori di stress individuati o quale parte di una politica
integrata sullo stress.
• vanno monitorate per verificarne l’efficacia nel tempo
Esempi:
– misure di gestione e di comunicazione in grado di chiarire gli obiettivi
aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore, di assicurare un sostegno adeguato
da parte della direzione ai singoli individui e ai team di lavoro , di coniugare
responsabilità e controllo sul lavoro, di migliorare l’organizzazione, i
processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro.
– la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per migliorare la loro
consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue
possibili cause e del modo in cui affrontarlo, e/o per adattarsi al
cambiamento
– l’informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti,
in conformità alla legislazione europea e nazionale, ai contratti collettivi e
alle prassi.
ART. 6 - PREVENIRE, ELIMINARE O RIDURRE
I PROBLEMI DI STRESS LAVORO-CORRELATO
18. INDICAZIONI METODOLOGICHE DELLA COMMISSIONE
CONSULTIVA PERMANENTE ex art. 6 D.Lgs. 81/08
(18 novembre 2010)
GUIDA OPERATIVA PER LA VALUTAZIONE E GESTIONE
DEL RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO
del Coordinamento tecnico Interregionale per la prevenzione nei luoghi
di lavoro (marzo 2010)
19. Indicazioni della Commissione consultiva
per la valutazione dello stress lavoro-correlato
(articoli 6, comma 8, lettera m-quater, e 28, comma
1 bis, d.lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni e integrazioni)
18 novembre 2010
- formulare indicazioni metodologiche in ordine al corretto
adempimento dell’obbligo
- indirizzare le attività dei datori di lavoro, dei loro consulenti
e degli organi di vigilanza
FINALITÀ
20. Indicazioni della Commissione consultiva
per la valutazione dello stress lavoro-correlato
(articoli 6, comma 8, lettera m-quater, e 28, comma
1 bis, d.lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni e integrazioni)
18 novembre 2010
- formulare indicazioni metodologiche in ordine al corretto
adempimento dell’obbligo
- indirizzare le attività dei datori di lavoro, dei loro consulenti
e degli organi di vigilanza
FINALITÀ
21. INDICAZIONI COMMISSIONE CONSULTIVA :
DEFINIZIONI ED INDICAZIONI GENERALI
La valutazione del rischio stress lavoro correlato è parte integrante della valutazione
dei rischi e come tale viene effettuata dal Datore di lavoro che si avvale di RSPP,
Medico Competente (se nominato) ed RLS/RLST.
La valutazione non riguarda i singoli ma prende in esame i
GRUPPI OMOGENEI (per mansioni o partizioni)
Ogni datore di lavoro procede all’individuazione dei
gruppi a seconda della propria organizzazione del lavoro
Es: per mansioni: impiegati / operai
Es: per partizioni organizzative: reparti/ sedi/ dipartimenti…
CHI VALUTA IL RISCHIO
22. La valutazione si articola in due fasi:
1. VALUTAZIONE PRELIMINARE (necessaria)
Consiste nella valutazione oggettiva, complessiva e parametrica di eventi
sentinella, contenuto e contesto del lavoro.
Tutte le aziende devono fare la valutazione preliminare
2. VALUTAZIONE APPROFONDITA (eventuale)
nel caso in cui la valutazione preliminare riveli elementi di rischio da
stress lavoro-correlato e le misure di correzione adottate a seguito della
stessa, dal datore di lavoro, si rivelino inefficaci.
INDICAZIONI COMMISSIONE CONSULTIVA :
METODOLOGIA
23. Consiste nella VALUTAZIONE OGGETTIVA, COMPLESSIVA E
PARAMETRICA
• Eventi sentinella quali ad esempio: indici infortunistici; assenze per
malattia; turnover; procedimenti e sanzioni e segnalazioni del medico
competente; specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei
lavoratori.
• Fattori di contenuto del lavoro quali ad esempio: ambiente di
lavoro e attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orario di lavoro e turni;
corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali
richiesti.
• Fattori di contesto del lavoro quali ad esempio: ruolo nell’ambito
dell’organizzazione, autonomia decisionale e controllo; conflitti interpersonali al
lavoro; evoluzione e sviluppo di carriera; comunicazione (es. incertezza in
ordine alle prestazioni richieste).
NECESSARIO coinvolgere lavoratori e/o RLS/RLST nella rilevazione oggettiva dei
fattori di contenuto e di contesto
1. LA VALUTAZIONE PRELIMINARE (necessaria)
24. FATTORI DI CONTENUTO DEL LAVORO
CATEGORIA CONDIZIONI DI DEFINIZIONE DEL RISCHIO
Ambiente di lavoro ed
attrezzature di lavoro
Problemi inerenti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la
manutenzione o la riparazione di strutture ed attrezzature di
lavoro
Pianificazione dei compiti
Monotonia, cicli di lavoro brevi, lavoro frammentato o inutile,
sottoutilizzo delle capacità, incertezza elevata
Carico di lavoro /
ritmo di lavoro
Carico di lavoro eccessivo o ridotto, mancanza di controllo
sul ritmo, livelli elevati di pressione in relazione al tempo
Orario di lavoro
Lavoro a turni, orari di lavoro senza flessibilità, orari
imprevedibili, orari di lavoro lunghi
Caratteristiche stressanti del lavoro (Hacker, 1991)
25. FATTORI DI CONTESTO LAVORATIVO
CATEGORIA CONDIZIONI DI DEFINIZIONE DEL RISCHIO
Funzione e cultura
organizzativa
Scarsa comunicazione, livelli bassi per la risoluzione dei
problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione
degli obiettivi organizzativi
Ruolo nell’ambito
dell’ organizzazione
Ambiguità e conflitto di ruolo
Evoluzione della carriera Incertezza o fase di stasi per la carriera, promozione
insufficiente o eccessiva, retribuzione bassa, insicurezza
dell’impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro
Autonomia decisionale/
controllo
Partecipazione ridotta al processo decisionale, mancanza
di controllo sul lavoro (partecipazione)
Rapporti interpersonali sul
Lavoro
Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori,
conflitto, mancanza di supporto sociale
Interfaccia casa/lavoro Richieste contrastanti tra casa e lavoro
Caratteristiche stressanti del lavoro (Hacker, 1991)
26. A- QUANDO NON EMERGONO ELEMENTI DI RISCHIO
da stress lavoro-correlato tali da richiedere il ricorso ad azioni
correttive
il datore di lavoro sarà unicamente tenuto a darne conto nel
Documento di Valutazione del Rischio (DVR) e a prevedere un
piano di monitoraggio VALUTAZIONE PRELIMINARE
(rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili)
ESITO NEGATIVO
RISULTATO RIPORTATO
nel DVR
PREVISIONE di
PIANO di MONITORAGGIO
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE – INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO
27. B- NEL CASO IN CUI SI RILEVINO ELEMENTI DI RISCHIO da stress
• misure organizzative sull’attività lavorativa (orario sostenibile,
alternanza di mansioni nei limiti di legge e contratti…)
• misure tecniche (es. potenziamento degli automatismi tecnologici)
• misure procedurali (definizione di procedure di lavoro…)
• comunicazione
• formazione
RISULTATO RIPORTATO
nel DVR
PREVISIONE di
PIANO di MONITORAGGIO
PIANIFICAZIONE
ed ADOZIONE di
INTERVENTI CORRETTIVI
esempi
Interventi: organizzativi
tecnici
procedurali
comunicativi
formativi
Se INEFFICACISe EFFICACI
VALUTAZIONE
DELL’ EFFICACIA DEGLI
INTERVENTI CORRETTIVI
ESITO POSITIVO
VALUTAZIONE PRELIMINARE
(rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili)
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE – INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO
28. C- NEL CASO IN CUI GLI INTERVENTI CORRETTIVI SI RIVELINO INEFFICACI
si procede, nei tempi che la stessa impresa definisce nella pianificazione degli interventi, alla
fase di valutazione successiva
PIANIFICAZIONE
ed ADOZIONE di
INTERVENTI CORRETTIVI
esempi
Interventi: organizzativi
tecnici
procedurali
comunicativi
formativi
Se INEFFICACI
VALUTAZIONE APPROFONDITA
(valutazione della percezione soggettiva)
VALUTAZIONE
DELL’ EFFICACIA DEGLI
INTERVENTI CORRETTIVI
ESITO POSITIVO
VALUTAZIONE PRELIMINARE
(rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili)
LA VALUTAZIONE PRELIMINARE – VALUTAZIONE APPROFONDITA
29. La valutazione approfondita prevede la valutazione
della percezione soggettiva dei lavoratori attraverso
- QUESTIONARI
- FOCUS GROUP
- INTERVISTE SEMISTRUTTURATE
sulle famiglie di
fattori/indicatori di
contesto e contenuto del
lavoro
LA VALUTAZIONE APPROFONDITA
- Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile coinvolgere un campione
rappresentativo di lavoratori.
- Nelle imprese che occupano fino a 5 lavoratori,
il datore di lavoro può scegliere di utilizzare modalità di valutazione (es.
riunioni) che garantiscano il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca
delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia.
30. VALUTAZIONE PRELIMINARE
(rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili)
ESITO NEGATIVO
RISULTATO RIPORTATO
nel DVR
PREVISIONE di
PIANO di MONITORAGGIO
QUESTIONARI
FOCUS GROUP
INTERVISTE SEMI-STRUTTURATE
Sulle famiglie di
fattori/indicatori
indagati
esempio
esempio
esempio
PIANIFICAZIONE
ed ADOZIONE di
INTERVENTI CORRETTIVI
esempi
Interventi: organizzativi
tecnici
procedurali
comunicativi
formativi
Se INEFFICACI
VALUTAZIONE APPROFONDITA
(valutazione della percezione soggettiva)
Nelle imprese fino a 5 lavoratori
il datore di lavoro PUO’utilizzare modalità di valutazione con
garanzia di coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca
di soluzioni
e nella verifica della loro efficacia (Es. riunioni)
Se EFFICACI
VALUTAZIONE
DELL’ EFFICACIA DEGLI
INTERVENTI CORRETTIVI
ESITO POSITIVO
31. ELEMENTI DA VALUTARE VALUTAZIONE
“OGGETTIVA”
VALUTAZIONE
“SOGGETTIVA”
Indicatori di effetto (“eventi sentinella”)
-indici infortunistici,
-assenze per malattia,
-ricambio del personale,
-procedimenti e sanzioni,
-segnalazioni del medico competente
Analisi su base documentale
dei dati presenti in azienda.
impossibile
Fattori di contenuto del lavoro
-ambiente di lavoro ed attrezzature
-pianificazione dei compiti
-carichi, ritmi di lavoro
-orario di lavoro, turni
Analisi delle caratteristiche
del lavoro, su base
osservazionale e
documentale anche con uso
di check list
Verifica della percezione
soggettiva dei lavoratori
mediante questionari,
focus group o interviste
semistrutturate
Fattori di contesto del lavoro
-funzione e cultura organizzativa
-ruolo nell’ambito dell’organizzazione
-l’evoluzione e lo sviluppo di carriera,
-autonomia decisionale e controllo
-rapporti interpersonali al lavoro
-interfaccia casa-lavoro
Analisi delle caratteristiche
del lavoro, su base
osservazionale e
documentale anche con uso
di check list
Verifica della percezione
soggettiva dei lavoratori
mediante questionari,
focus group o interviste
semistrutturate
Fattori propriamente soggettivi
-tensioni emotive e sociali
-sensazione di non poter far fronte alla situazione
-percezione di mancanza di attenzione nei propri confronti
impossibile Verifica mediante
questionari, focus group o
interviste semistrutturate
Fattori propriamente soggettivi (indicatori di effetto)
-disturbi e patologie riferibili allo stress
-alterazione parametri clinici/subclinici
Valutazione epidemiologica
dei dati della sorveglianza
sanitaria
Verifica mediante
questionari
VALUTAZIONE PRELIMINARE
VALUTAZIONE APPROFONDITA
32. QUESTIONARI
FOCUS GROUP
INTERVISTE SEMI-STRUTTURATE
Sulle famiglie di
fattori/indicatori
indagati
esempio
esempio
esempio
VALUTAZIONE APPROFONDITA
(valutazione della percezione soggettiva)
Nelle imprese fino a 5 lavoratori
il datore di lavoro PUO’utilizzare modalità di
valutazione con garanzia di coinvolgimento diretto
dei lavoratori nella ricerca di soluzioni
e nella verifica della loro efficacia (Es. riunioni)
PIANIFICAZIONE
ed ADOZIONE di
INTERVENTI CORRETTIVI
esempi
Interventi: organizzativi
tecnici
procedurali
comunicativi
formativi
Se INEFFICACI
VALUTAZIONE
DELL’ EFFICACIA DEGLI
INTERVENTI CORRETTIVI
ESITO POSITIVO
VALUTAZIONE PRELIMINARE
(rilevazione di indicatori oggettivi e verificabili)
ESITO NEGATIVO
RISULTATO RIPORTATO
nel DVR
PREVISIONE di
PIANO di MONITORAGGIO
Se EFFICACI
34. ELEMENTI DA VALUTARE
VALUTAZIONE
“OGGETTIVA”
Indicatori di effetto (“eventi sentinella”)
-indici infortunistici,
-assenze per malattia,
-ricambio del personale,
-procedimenti e sanzioni,
-segnalazioni del medico competente
Analisi su base
documentale dei dati
presenti in azienda.
Fattori di contenuto del lavoro
-ambiente di lavoro ed attrezzature
-pianificazione dei compiti
-carichi, ritmi di lavoro
-orario di lavoro, turni
Analisi delle caratteristiche
del lavoro, su base
osservazionale e
documentale anche con uso
di check list
Fattori di contesto del lavoro
-funzione e cultura organizzativa
-ruolo nell’ambito dell’organizzazione
-l’evoluzione e lo sviluppo di carriera,
-autonomia decisionale e controllo
-rapporti interpersonali al lavoro
-interfaccia casa-lavoro
Analisi delle caratteristiche
del lavoro, su base
osservazionale e
documentale anche con uso
di check list
Area della valutazione preliminare
35. Qual è lo scopo della valutazione preliminare?
Verificare l’esistenza di:
• condizioni disfunzionali dell’organizzazione del lavoro e del
suo contesto ambientale e relazionale (fattori di contenuto
e di contesto del lavoro)
• la presenza di alcuni indicatori di effetto (eventi sentinella)
Allo scopo di
• fornire indicazioni sulle misure di prevenzione necessarie
• verificare se quelle in essere sono adeguate o se ne
devono essere adottate altre.
36. Cosa si intende per valutazione oggettiva
I fattori esaminati non sono espressione di un giudizio
personale ma devono riflettere la reale condizione
osservata per il gruppo omogeneo considerato.
Devono essere indicati:
- riscontri verificabili di ogni elemento valutato
- eventuali diverse posizioni motivate
- misure di prevenzione adottate
37. Cosa si intende per valutazione parametrica
I fattori esaminati devono permettere di individuare una
soglia d’azione.
Ogni fattore di contenuto e contesto del lavoro può essere
valutato attraverso una serie di indicatori ai quali
attribuire un peso che concorre al punteggio
complessivo della condizione di stress lavoro-correlato.
38. Cosa si intende per valutazione complessiva
La condizione di rischio stress non si identifica
nella presenza di indicatori singoli che
riguardano fattori di contesto e contenuto ma
nella loro valutazione complessiva.
La condizione di rischio deriva dalla lettura
complessiva della presenzaassenza
contemporanea dei fattori esaminati.
39. Quali elementi devono essere presi in
considerazione nella valutazione preliminare?
Secondo le indicazioni della Commissione Consultiva, in ogni azienda
è necessario valutare:
• I. Eventi sentinella quali ad esempio: indici infortunistici; assenze per
malattia; turnover; procedimenti e sanzioni e segnalazioni del medico
competente da valutarsi anche sulla base di parametri omogenei
individuati internamente alla azienda (es. variazione nel tempo degli indici
infortunistici rilevati in azienda).
• II. Fattori di contenuto del lavoro quali ad esempio: ambiente di lavoro e
attrezzature; carichi e ritmi di lavoro; orario di lavoro e turni;
corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali
richiesti.
• III. Fattori di contesto del lavoro quali ad esempio: ruolo nell’ambito
dell’organizzazione, autonomia decisionale e controllo; conflitti
interpersonali al lavoro; evoluzione e sviluppo di carriera; incertezza in
ordine alle prestazioni richieste.
40. È necessario che nella fase preliminare della valutazione i lavoratori o il
RLS/RLST siano “sentiti” in relazione alla valutazione dei fattori di
CONTENUTO e CONTESTO del lavoro
Il parere dei lavoratori è elemento imprescindibile nella valutazione degli
aspetti organizzativi, ambientali e relazionali che possono risultare
potenzialmente stressogeni.
Solo i lavoratori sono, in alcuni casi, in grado di mettere in evidenza
alcune problematiche relative al proprio specifico lavoro e di indicare le
fasi del ciclo lavorativo e le mansioni interessate dalle problematiche
I lavoratori nella valutazione preliminare
Il modello raccomandabile è quello che prevede la partecipazione
stabile di uno o più RLS nel team di valutazione e, per ogni gruppo
omogeneo, l’interpellare altri lavoratori (oltre ai dirigenti e preposti), che
ben conoscono tale gruppo omogeneo
41. Quali sono gli eventi sentinella ?
Gli eventi sentinella sono gli indicatori aziendali di possibili effetti diretti –
indiretti dello stress quali ad esempio:
- INDICATORI SANITARI (assenze per malattia, infortuni / infortuni
ripetuti, richieste visite per cambio mansione)
- INDICATORI AMMINISTRATIVI provenienti dagli Uffici di gestione del
personale (turn-over, richieste spostamenti di mansione)
- INDICATORI LEGALI (contenziosi formali e non)
Altri indicatori possibili (n° lavoratori che con la formazione professionale,
n° episodi di interruzione/ rallentamento dei flussi comunicativi,
conflittualità orizzontale…)
42. CATEGORIA CONDIZIONI DI DEFINIZIONE DEL RISCHIO
Ambiente ed
attrezzature di
lavoro
La condizione potenziale di stress è legata a: le condizioni fisiche di
lavoro, i problemi inerenti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la
manutenzione o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro.
Per la compilazione degli indicatori previsti si fa riferimento al
documento di valutazione dei rischi di ogni azienda.
Pianificazione
dei compiti
Situazioni che possono favorire lo stress per la mancata
corrispondenza tra le risorse umane e strumentali disponibili,
l’esecuzione dei compiti assegnati, la presenza di cicli di lavoro brevi,
lavoro frammentato e caratterizzato da incertezza elevata.
Carico di
lavoro /
ritmo di lavoro
Condizioni di sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di
controllo sul ritmo e alti livelli di pressione temporale che possono
favorire condizioni di stress. La pressione è intesa come carico fisico
ma anche come cognitivo dovuto alla necessità di prendere decisioni
rapide e di avere responsabilità nei confronti di terzi, impianti e
produzioni.
Orario di lavoro
Comprende condizioni tipicamente correlabili allo stress quali lavoro
a turni e orari di lavoro rigidi, imprevedibili o eccessivamente lunghi.
Quali sono i fattori di contenuto del lavoro ?
43. CATEGORIA CONDIZIONI DI DEFINIZIONE DEL RISCHIO
Funzione e
cultura
organizzativa
Le condizioni di stress al lavoro possono essere favorite dalle
aziende che consentono condizioni di scarsa comunicazione, livelli
bassi per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo personale,
mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi
Ruolo
Le aziende in cui non è chiaro il ruolo dei lavoratori, favoriscono
condizioni di ambiguità, sovrapposizione e conflitto tra lavoratori
Evoluzione
della carriera
La mancanza di conoscenza e trasparenza nelle regole di
progressione di carriera, l’incertezza, lo scarso valore sociale
attribuito al lavoro, sono condizioni che possono favorire lo stress
Autonomia
decisionale/
controllo
La partecipazione ridotta al processo decisionale e la carenza di
autonomia sul proprio lavoro, sono condizioni che possono favorire
lo stress
Rapporti
interpersonali
sul
Lavoro
Comprende condizioni quali l’isolamento fisico o sociale, i rapporti
limitati con i superiori, il conflitto interpersonale e la mancanza di
supporto da parte di colleghi
Interfaccia
casa/lavoro
Le condizioni che possono favorire la conciliazione tra il tempo di
vita e di lavoro
Quali sono i fattori di contesto del lavoro ?
44. La suddivisione in gruppi omogenei/partizioni organizzative
deve essere fatta nella fase di pianificazione della
valutazione perché consente:
• di effettuare l’analisi di eventi sentinella e fattori di
contenuto e contesto, in maniera specifica per il gruppo
esaminato, apprezzando eventuali differenze aziendali;
• di attribuire agli elementi che vengono presi in esame per
valutare i fattori di contenuto e di contesto, un significato
coerente con le specifiche caratteristiche del gruppo;
• di identificare in modo chiaro lavoratori o RLS di riferimento
• di avere dati e documenti specifici per il gruppo esaminato
• di individuare criticità e azioni correttive di quel gruppo
• di verificare l’efficacia delle azioni correttive specifiche
Suddivisione in gruppi omogenei / partizioni
organizzative
46. Cosa sono le check list e come vanno utilizzate?
• Le check list (liste di controllo) sono strumenti osservazionali che
possono essere utilizzati per raccogliere elementi oggettivi, possibili
indicatori di situazioni di stress lavoro-correlato
• Sono strumenti a valenza collettiva che prendono in considerazione
gruppi di lavoratori (gruppi omogenei/partizioni organizzative).
• E’ errato utilizzare le check list come questionari da somministrare ai
singoli lavoratori
47. Quali elementi devono essere presi in
considerazione dalle check-list ?
Le check list devono indagare i fattori relativi al contesto e
al contenuto del lavoro e gli eventi sentinella che devono
essere pesati in modo integrato
E’ vincolante valutare tutte e tre le famiglie di fattori
Possono essere aggiunti ulteriori fattori, ma non essere
eliminati quelli indicati
Il giudizio non si basa sulla percezione soggettiva, ma sul
riscontro delle caratteristiche oggettive dell’organizzazione
del lavoro, inserite nella check list
48. E’ possibile adattare le check-list alle specificità di
settore produttivo e/o alla dimensione aziendale ?
Gli strumenti sperimentati e validati non possono essere modificati.
Adattare la valutazione alla propria realtà non significa modificare gli
strumenti di valutazione riconosciuti e validati, bensì attribuire alle
singole voci un significato coerente con le specifiche caratteristiche
dell’azienda.
• Ogni azienda applicherà lo strumento indicando i propri documenti
di riferimento e personalizzando le azioni correttive.
• Eventuali modifiche di strumenti esistenti o la proposizione di nuovi
deve essere oggetto di una giustificazione teorica e di una verifica
sperimentale validata.
49. Quale documentazione deve supportare le check-list
La documentazione necessaria a illustrare le condizioni aziendali
organizzative, ambientali e relazionali, deve essere disponibile
Ad esempio,
• L’organigramma aziendale e il ciclo lavorativo nelle sue fasi;
• I documenti in possesso della funzione che gestisce il personale (orario di
lavoro, assenze, rotazione del personale, trasferimenti interni richiesti e
concessi, progressioni di carriera, lavoro per turni, reperibilità, infortuni sul
lavoro, ecc.)
• I documenti del medico competente (visite a richiesta del lavoratore, giudizi di
idoneità con prescrizioni o limitazioni ecc.), se nominato
•Per le aziende in possesso di certificazioni (Iso 9001, Iso 14001, Ohsas
18001, SA 8000) anche la documentazione relativa ad esse può essere fonte
di informazioni significative insieme ai relativi strumenti di controllo.
Qualora non esistessero già documenti formalizzati su alcuni aspetti è
opportuno predisporli
50. • in qualità di rappresentanti dei gruppi omogenei devono
conoscere le realtà organizzative e/o raccogliere le
informazioni dai lavoratori;
• i lavoratori devono essere sentiti durante la fase di
compilazione delle check list e non dopo;
• il loro contributo deve essere chiaramente riportato nella
check list;
• in caso di disaccordo sulla valutazione di singoli elementi,
le conclusioni devono essere adeguatamente motivate,
documentate e riportate nella check list.
L’esistenza di valutazioni divergenti tra parte datoriale e
lavoratori può costituire motivo di ricorso a metodi di
valutazione approfondita.
i lavoratori nella valutazione preliminare
51. Quali strumenti per la valutazione preliminare
• Lista di controllo INAIL
• Linee Operative per le imprese con
meno di 30 lavoratori
• Metodo Regione Toscana
• Metodo operativo scuole
• ……
52. Offrire all’utenza un “metodo unico
integrato” che valorizzi i punti di forza
delle tre esperienze metodologiche
Fornire ai Datori di Lavoro, dirigenti,
preposti, figure della prevenzione e
lavoratori gli strumenti per una
collaborazione finalizzata a pianificare
una valutazione del rischio efficace
per l’azienda
OBIETTIVO
53. Rilevazione indicatori oggettivi e
verificabili e ove possibile
numericamente apprezzabili
LISTA DI CONTROLLO
La Lista di Controllo consente di rilevare i
seguenti parametri:
Tabella dei livelli di
rischio
1) RISCHIO NON RILEVANTE ≤ 25%
2) RISCHIO MEDIO >25% o ≤ 50%
3) RISCHIO ALTO >50%
54.
55.
56.
57. EVENTI SENTINELLA
N INDICATORE
Diminuito Inalterato Aumentato
PUNTEGGI
O
NOTE
1 INDICI INFORTUNISTICI
0
□
1(*)
□
4
□
....
n° infortuni totali negli ultimi 3 anni n° infortuni ultimo anno
____________________________* 100 ultimo anno diminuito, inalterato, aumentato rispetto a: ______________________ N° * 100
n° lavoratori n° lavoratori ultimo anno
Esempio INDICI INFORTUNISTICI:
2009 2010 2011 TOTALE
N° infortuni 2 1 2 5
N° lavoratori 4 4 5 13
Percentuale 50% 25% 40% 38%
Totale: (5/13) x 100 = 38 %
2011: (2/5) x 100 = 40% è AUMENTATO rispetto al totale (38%) e tale dato va riportato nella riga
“indici infortunistici, dandogli il corrispondente punteggio
72. In che misura i cambiamenti organizzativi, di qualsiasi entità,
vengono gestiti e comunicati nel contesto aziendale.
Consapevolezza del lavoratore relativamente alla posizione che
riveste nell’organizzazione
RUOLO
CAMBIAMENTO
Promozione di un lavoro positivo per evitare i conflitti ed
affrontare comportamenti inaccettabili
RELAZIONI
SUPPORTO_ 2
DOMANDA
CONTROLLO
L’incoraggiamento, il supporto e le risorse fornite dall’azienda,
dal Datore di Lavoro e dai colleghi
Autonomia dei lavoratori sulle modalità di svolgimento della
propria attività lavorativa
Carico di lavoro, organizzazione del lavoro ambiente di lavoro
6 DIMENSIONI
CHIAVE
73. MAI RARAMENTE
QUALCHE
VOLTA
SPESSO SEMPRE
1. Ho chiaro cosa ci si aspetta da me
al lavoro
2. Posso decidere quando fare una
pausa
3. Le richieste di lavoro che mi
vengono fatte da varie
persone/uffici sono difficili da
combinare fra loro
4. So come svolgere il mio lavoro
5. Sono soggetto a molestie personali
sotto forma di parole o
comportamenti scortesi
6. Ho scadenze irraggiungibili
74. 14. Ci sono attriti o conflitti fra i
colleghi
15. Ho libertà di scelta nel
decidere come svolgere il mio
lavoro
16. Non ho la possibilità di
prendere sufficienti pause
17. Capisco in che modo il mio
lavoro si inserisce negli
obiettivi generali
dell’organizzazione
18. Ricevo pressioni per lavorare
oltre l’orario
19. Ho libertà di scelta nel
decidere cosa fare al lavoro
20. Devo svolgere il mio lavoro
molto velocemente
80. SETTEMBRE 2010 - APRILE 2011
Compilazione anonima scheda on-line
1000AZIENDE
IL FEEDBACK DELLE AZIENDE
S E TTORI
INDUS TRIA
41%
S ERVIZI
58%
AGRIC OL TURA
1%
83. •Piccola o poco complessa
PER
AZIENDA
•Quando l’azienda è complessa e ci sono
settori, dipartimenti, reparti...
PER
PARTIZIONE
•Quando si ritiene la differenza per
mansioni o gruppi omogenei
PER GRUPPI
OMOGENEI
69,3
14,5
16,2
UNA UNICA
PIU' PER PARTIZIONI ORGANIZZATIVE
PIU' PER GRUPPI OMOGENEI
N° CHECKLIST
IL PIANO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO SLC
85. 60,3
39,4
42,0
57,7
CRITICITA' CONTESTO NESSUNA CRITICITA' CONTESTO CRITICITA' CONTENUTO NESSUNA CRITICITA' CONTENUTO
IDENTIFICAZIONE DELLE CRITICITA’
( rischio medio e alto)
CONTESTO DEL LAVORO CONTENUTO DEL LAVORO
86. 28,4
16,1
58,7
30,4
16,1
12,5
FUNZIONE E CULTURA
RUOLO
CARRIERA
AUTONOMIA
RAPPORTI INTERPERSONALI
INTERFACCIA CASA-LAVORO
CONTESTO
Definiti i criteri per l’avanzamento di carriera
Criteri in relazione alla corretta gestione del
personale da parte dei dirigenti/capi
I lavoratori hanno a disposizione le informazioni
sulle decisioni aziendali relative al gruppo di lavoro
Sono predisposti strumenti di partecipazione
decisionale dei lavoratori alle scelte aziendali
Sono presenti rigidi protocolli di supervisione sul
lavoro svolto
Diffusione organigramma, procedure, obiettivi
aziendali
Presenza di un sistema di comunicazione
aziendale
Presenza di un piano formativo per la crescita
professionale dei lavoratori
Presenza di codice etico e di comportamento
AREA CONTESTO DEL LAVORO: CRITICITA’
87. 25,6
38,1
44,7
35,3
AMBIENTE DI LAVORO
PIANIFICAZIONE COMPITI
CARICHI E RITMI DI LAVORO
ORARIO
CONTENUTO
Il lavoro subisce frequenti interruzioni (in
relazione al lavoro)
Adeguatezza delle risorse umane e
strumentali
E’ presente un lavoro caratterizzato da
alta monotonia
Lo svolgimento della mansione richiede di
eseguire compiti contemporaneamente
Chiara definizione dei compiti
Variazioni imprevedibili della quantità di lavoro
Vi è assenza di compiti per lunghi periodi
Lavoro caratterizzato da alta ripetitività
Il ritmo lavorativo per l’esecuzione del compito,
è prefissato
Il lavoratore non può agire sul ritmo della
macchina
I lavoratori devono prendere decisioni rapide
Lavoro con utilizzo di macchine ed attrezzature
ad alto rischio
Lavoro con elevata responsabilità per terzi
AREA CONTENUTO DEL LAVORO: CRITICITA’
89. 0,96 1,49 1,28
5,64 4,79
6,39
21,51
18,74
23,11
37,81
28,43
31,84
33,65
46,33
37,17
Giudizio complessivo sulla
comprensibilità delle domande [ ]
Giudizio complessivo sull'utilità del
metodo proposto [.]
Giudizio complessivo sull'applicabilità
del metodo proposto [ ]
1 2 3 4 5
GIUDIZIO SUL METODO
90. STRUMENTO PER LE AZIENDE > 30 LAVORATORI
- Spiegazione della norma e istruzioni per la VALUTAZIONE PRELIMINARE
- Indicazione di utilizzo di una unica valutazione per le aziende a bassa
complessità organizzativa
91. CHECK LIST ADATTATA – EVENTI SENTINELLA
IN COERENZA CON LA
BASSA COMPLESSITA’
ORGANIZZATIVA
L’INDICATORE VERTENZE
TRA DATORE DI LAVORO E
LAVORATORE sostituisce
L’INDICATORE
TRASFERIMENTI INTERNI
92. CHECK LIST ADATTATA – CONTESTO LAVORO
RIDIMENSIONATI (da 30
indicatori a 14) GLI
INDICATORI IN
COERENZA CON LA
BASSA COMPLESSITA’
ORGANIZZATIVA E LE
INDICAZIONI DELLA
COMMISSIONE
93. CHECK LIST ADATTATA – CONTENUTO DEL LAVORO
GLI INDICATORI SONO 33
(da 36 indicatori a 33) CON
REVISIONI PER ORARIO
( -2) E CARICO DI
LAVORO (-1).
E’ IN COERENZA CON LE
INDICAZIONI DELLA
COMMISSIONE
95. DA A
LIVELLO DI
RISCHIO
NOTE
0 10
RISCHIO BASSO
25%
Non emerge una situazione di rischio da stress lavoro correlato tale
da richiedere il ricorso ad azioni correttive.
Il datore di lavoro deve unicamente inserire la valutazione effettuata
nel DVR.
Ripetere la valutazione in caso di cambiamenti organizzativi aziendali
o comunque ogni 2 anni.
11 23
RISCHIO MEDIO
50%
Si rileva una situazione di medio rischio stress lavoro correlato tale da
richiedere il ricorso ad azioni correttive.
Si adottano le azioni correttive corrispondenti alle criticità rilevate.
Se gli interventi correttivi risultano inefficaci, si procede, alla fase di
valutazione successiva (VALUTAZIONE APPROFONDITA)
24 48
RISCHIO ALTO
+ di 50%
Si rileva una situazione di alto rischio stress lavoro correlato tale da
richiedere il ricorso ad azioni correttive urgenti.
Si adottano le azioni correttive corrispondenti alle criticità rilevate.
Se gli interventi correttivi risultano inefficaci, si procede, alla fase di
valutazione successiva (VALUTAZIONE APPROFONDITA)
IDENTIFICAZIONE AREA DI RISCHIO e AZIONI CORRETTIVE
96. PER LE AZIENDE FINO A 10 LAVORATORI
Fase 1: effettuare una valutazione del rischio attraverso
- l’analisi delle caratteristiche aziendali per verificarne la correlazione con fonti
potenziali di stress (CRITERI MAGGIORI + CRITERI MINORI)
- l'esistenza di casi di disagio clinicamente accertati da centri pubblici di riferimento
con nesso causale certo o altamente probabile con condizioni di stress lavorativo.
Le informazioni necessarie sono raccolte attraverso:
[ ] osservazione diretta [ ] esame della documentazione aziendale
[ ] intervista libera a dirigenti [ ] intervista libera a singoli lavoratori
[ ] incontri di gruppo coi lavoratori [ ] colloquio con il medico competente
[ ] altro
SE Esistono casi conclamati di disagio clinicamente accertati da centri pubblici di
riferimento con nesso causale o altamente probabile con condizioni di stress
lavorativo:
E' necessario
procedere all'approfondimento e alla gestione casi disagio lavorativo accertati.
97. STRUMENTO PER L’ANALISI DELLE CARATTERISTICHE AZIENDALI
CRITERI MAGGIORI
•Attività a rischio noto in letteratura
•Utilizzo di contratti di lavoro atipico > 10%
•Elevata complessità organizzativa aziendale (n. di funzioni o posizioni - alla dimensione aziendale)
•Attività lavorative in catena di montaggio monotone, ripetitive
•Lavoro a turni o notturno
•Contatto prolungato con il pubblico
•Contatto con la sofferenza umana
•Esposizione al rischio di aggressioni fisiche o psicologiche da esterni
•Attività ad elevata responsabilità nei confronti di terzi, compresi i lavori in sub-appalto e lavorazioni
per le quali la normativa prevede l’obbligo di accertamenti su alcool e tossico-dipendenza
•Attività ad elevata responsabilità per la produzione
•Attività ad elevato rischio infortunistico: indice INAIL > 4
CRITERI MINORI
•Ambiente non confortevole per spazi di lavoro, illuminazione, microclima, rumore, vibrazioni,
igiene, ergonomia Utilizzo di manodopera a scarsa integrazione sociale > 10%
•Utilizzo di lavoro a cottimo o fortemente incentivato oltre il normale orario di lavoro
•Utilizzo di manodopera ipersuscettibile (diversamente abili, donne in età fertile fra i 20 e i 40 anni,
minori) in misura superiore al 30%
•Utilizzo di manodopera di età superiore a 60 anni
98. Fase 2:
Per ritenere l'indagine esaustiva si è proceduto alla valutazione dell'esposizione
al rischio dei lavoratori in relazione a 6 aree chiave dell'organizzazione del lavoro
(Richieste, Controllo, Sostegno, Rapporti Interpersonali, Ruolo, Cambiamenti)
utilizzando come riferimento le schede derivate dalla checklist indicata dalla HSE
(Health and Safety Executive).
Le schede,, sono compilate da:
[ ] datore di lavoro [ ] RSPP [ ] psicologo del lavoro [ ] altro
Le informazioni necessarie alla loro compilazione sono state raccolte mediante
[ ] intervista a dirigenti
[ ] intervista a singoli lavoratori
[ ] intervista ai lavoratori durante riunioni di gruppo
[ ] esame della documentazione aziendale
[ ] osservazione diretta (sopralluoghi)
PER LE AZIENDE FINO A 10 LAVORATORI
99. PER LE SCUOLE
Il Gruppo di Valutazione (GV) deve garantire la presenza di tutte
le componenti scolastiche ed è composto da:
•il dirigente scolastico o il suo vicario/collaboratore
•il responsabile SPP (o un addetto SPP, se il responsabile è esterno)
•il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
•il medico competente (se nominato)
•il responsabile della Qualità (è opportuno coinvolgerlo se la scuola è
certificata)
•il coordinatore del CIC (è opportuno coinvolgerlo nelle scuole in cui
è istituito il CIC)
Procede alla
1 - ANALISI DEGLI EVENTI SENTINELLA ATTRAVERSO LA
COMPILAZIONE DELLA GRIGLIA DI RACCOLTA DEI DATI OGGETTIVI
100. 2 - LA CHECK LIST suddivisa in 3 aree:
- area Ambiente di lavoro
- area Contesto del lavoro;
- area Contenuto del lavoro, a sua volta suddivisa in 4 sottoaree specifiche
per ogni componente del personale scolastico
C1 – insegnanti
C2 – amministrativi
C3 – collaboratori
C4 – tecnici (solo per alcune tipologie di istituti superiori)
questa è l’area senz’altro più specifica per la scuola, perché propone indicatori
che entrano direttamente nel merito delle componenti essenziali del lavoro
delle quattro categorie, comprendendo le mansioni e il loro svolgimento, la
specificità del ruolo docente, i tempi e i ritmi del lavoro, le ambiguità o i conflitti
di ruolo, l’addestramento e la qualità dei rapporti interpersonali
PER LE SCUOLE
101. PER LE SCUOLE
Per ogni indicatore della check list è inserito un breve commento esplicativo ed
alcuni spunti utili ad esprimere un giudizio motivato sulla valutazione della
situazione.
A – Ambiente di lavoro
Le aule e gli altri
ambienti sono puliti
e in ordine?
La carenza di decoro, di pulizia e di igiene delle aule e degli
ambienti scolastici in genere viene vissuta con fastidio e con il
timore (sebbene il più delle volte infondato) di infezioni e malattie.
Elementi di giudizio: frequenza e accuratezza delle pulizie, regole
per la tenuta degli ambienti e degli spazi, efficacia della raccolta
differenziata
3
Gli spazi esterni
(cortile, parco
giochi, ecc.) sono
sufficienti e adeguati
allo scopo?
La carenza o l’inadeguatezza degli spazi esterni destinati ai momenti
di svago (ricreazione, pausa pranzo, ecc.) o ad attività ludico-motorie
(strutturate e non) è un elemento negativo avvertito soprattutto nelle
scuole del I° ciclo, ma può costituire un problema anche per la
gestione delle pause degli studenti delle superiori.
Elementi di giudizio: dimensioni e caratteristiche (in relazione al
numero di allievi), conduzione quotidiana, manutenzione e
mantenimento degli spazi e delle attrezzature
3
Indicatori Spiegazioni per il GV
Punti
max
ESEMPIO
102. PER LE SCUOLE
Per ogni indicatore della check list è inserito un breve commento esplicativo ed
alcuni spunti utili ad esprimere un giudizio motivato sulla valutazione della
situazione.
B – Contesto del lavoro
Il regolamento
d’istituto è
conosciuto e
rispettato da tutto
il personale
scolastico?
Una delle principali fonti di disagio lavorativo, evidenziata anche nei focus e
nelle interviste effettuate sul tema, è legata alla distanza tra le regole scritte e
condivise e i comportamenti reali che vengono praticati, in particolare quando
l’impressione che ne trae il lavoratore è che le regole siano state scritte solo
per assolvere ad un obbligo formale.
Elementi di giudizio: modalità di definizione, aggiornamento e diffusione del
regolamento, evidenze e informazioni sul rispetto del regolamento da tutte le
componenti scolastiche e dagli allievi
6
I criteri per
l’assegnazione
degli insegnanti
alle classi sono
condivisi?
Il gruppo classe costituisce, per ogni insegnante, l’oggetto prioritario del
proprio lavoro e la parte preponderante del proprio impegno, in termini sia
fisici che psicologici; logico quindi che l’insegnante attribuisca a questo
aspetto una particolare valenza.
Elementi di giudizio: modalità di definizione, aggiornamento e diffusione dei
criteri di assegnazione degli insegnanti alle classi, modalità per declinare la
condivisione dei criteri (Collegio Docenti, Dipartimenti, cc.d.c./team, ecc.)
3
Indicatori Spiegazioni per il GV
Punti
max
ESEMPIO
103. PER LE SCUOLE
C – Contenuto del lavoro – PERSONALE INSEGNANTE
Per la formazione
delle classi iniziali,
vengono applicati
dei criteri
condivisi?
Le classi iniziali di un percorso scolastico sono, dal punto di vista dell’insegnante che
ci lavora, un po’ come il semilavorato che entra in fabbrica e deve essere portato a
prodotto finito di qualità; è indubbio quindi che la loro creazione (a partire
dall’insieme delle domande di iscrizione ), sia come livello medio di partenza, sia
come aggregazione di singoli ragazzi, costituisce un momento fondamentale per il
c.d.c./team e per ogni insegnante; la formazione delle classi iniziali (ma anche di
quelle che si ricompongono all’inizio di un nuovo ciclo o per l’eliminazione di una
sezione) deve rispondere soprattutto a criteri di omogeneità.
Elementi di giudizio: modalità di definizione, aggiornamento e diffusione dei criteri
di formazione delle classi iniziali, modalità per declinare la condivisione dei criteri
3
Sono previste
attività curricolari e
di recupero tese a
migliorare la
conoscenza della
lingua italiana per
gli allievi stranieri?
Dal punto di vista dell’insegnante tenuto a fare lezione ad una classe, la
presenza di un numero elevato di allievi non italiofoni costituisce un
problema, seppur circoscritto al solo ambito professionale.
Elementi di giudizio: progetti o percorsi d’accoglienza e “in itinere”,
verifica delle competenze linguistiche in ingresso, risorse dedicate
3
Indicatori Spiegazioni per il GV
Punti
max
ESEMPIO
104. PER LE SCUOLE
C – Contenuto del lavoro – PERSONALE AMMINISTRATIVO
Le mansioni da
svolgere sono ben
definite e
circoscritte?
In un’organizzazione complessa, la chiarezza del proprio ruolo e di quello
che compete a ciascun lavoratore all’interno di un piccolo gruppo coeso
(come tutti gli amministrativi della stessa segreteria) costituiscono fattori
importanti per la qualità del lavoro.
Elementi di giudizio: organigramma dei ruoli e delle funzioni,
sovrapposizioni o ridondanze
3
Il lavoro può
procedere senza
interruzioni?
Per chiunque svolga un lavoro prevalentemente intellettuale (in questo caso
il personale amministrativo), le interruzioni sono deleterie perché
affaticano moltissimo la mente.
Elementi di giudizio: numero di telefonate cui rispondere, accesso diretto
alle segreterie da parte dell’altro personale della scuola
6
Indicatori Spiegazioni per il GV
Punti
max
ESEMPIO
105. PER LE SCUOLE
C – Contenuto del lavoro – PERSONALE AUSILIARIO
C’è coerenza tra le
richieste del DS e
quelle del DSGA?
Una fonte di stress può nascere dal contrasto tra le esigenze o le consegne
attribuite dal DS al singolo collaboratore e quelle stabilite nel
mansionigramma o impartite dal DSGA.
Elementi di giudizio: coerenza della richiesta del DS al singolo
collaboratore con i compiti abituali di quest’ultimo all’interno
dell’organizzazione scolastica, sovrapposizione di conferimento d’incarichi
specifici tra DS e DSGA
3
Le macchine e le
attrezzature a
disposizione sono
di facile impiego?
I problemi possono nascere sia per l’utilizzo di macchine o attrezzature non
adeguate (non ergonomiche, difettose, ecc.), sia per la necessità di operare
con macchine complesse e delicate, di cui non si conoscono le modalità
corrette d’uso.
Elementi di giudizio: funzionalità e vetustà delle macchine e delle
attrezzature, assistenza tecnica, addestramento all’uso di nuove macchine e
attrezzature
3
Indicatori Spiegazioni per il GV
Punti
max
ESEMPIO
106. PER LE SCUOLE
C – Contenuto del lavoro – PERSONALE TECNICO
Le mansioni da
svolgere sono ben
definite e
circoscritte?
In un’organizzazione complessa, la chiarezza del proprio ruolo e di quello
che compete a ciascun lavoratore all’interno di un piccolo gruppo coeso
(come tutto il personale che opera nello stesso reparto o laboratorio)
costituiscono fattori importanti per la qualità del lavoro.
Elementi di giudizio: organigramma dei ruoli, delle funzioni e delle aree o
azioni di pertinenza, sovrapposizioni di più incarichi
3
Il responsabile di
laboratorio
supporta il
personale quando
bisogna affrontare
nuove procedure di
lavoro o utilizzare
nuove macchine o
attrezzature?
L’addestramento rispetto ai contenuti della propria mansione è un obbligo
sancito dalla legge (D.Lgs. 81/08, art. 37); rispetto alle novità introdotte nel
lavoro dei tecnici, il soggetto incaricato di addestrarli non può che essere il
responsabile di laboratorio, eventualmente in collaborazione (per i temi
della sicurezza) con il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’istituto.
Elementi di giudizio: azioni di addestramento da parte del responsabile del
laboratorio o di altri insegnanti
6
Indicatori Spiegazioni per il GV
Punti
max
ESEMPIO
107. Sottoarea
C4
Punteggio
finale
Livello di
rischio
ESITO FINALE E AZIONI DA METTERE IN ATTO
Esclusa ≤ 60
Basso
L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che
possano determinare la presenza di stress correlato al lavoro.
Ripetere l’intera indagine (griglia + check list) ogni 2 aa.ss, effettuare eventuali
interventi migliorativi nelle aree che dovessero essere comunque risultate
negative.
Inclusa ≤ 65
Esclusa ≤ 115
Medio
L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono
determinare la presenza di stress correlato al lavoro.
Realizzare gli interventi correttivi rispetto agli indicatori della check list dove è
stata valutata una situazione “mediocre” o “cattiva” e ripetere l’intera indagine
(griglia + check list) dopo un anno.
Se la successiva valutazione non evidenzia un abbassamento del rischio al
livello “basso”, realizzare la valutazione approfondita (vedi sez. J) e ripetere
l’intera indagine (griglia + check list) dopo 1 - 2 aa.ss.
Inclusa ≤ 130
Esclusa > 115
Alto
L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono
determinare la presenza di stress correlato al lavoro.
Realizzare gli interventi correttivi rispetto agli indicatori della check list dove è
stata valutata una situazione “mediocre” o “cattiva” e ripetere l’intera indagine
(griglia + check list) al più dopo un anno.
Se la successiva valutazione non evidenzia un abbassamento del rischio al
livello “basso”, realizzare la valutazione approfondita (vedi sez. J) e ripetere
l’intera indagine (griglia + check list) dopo 1 a.s.
Inclusa > 130
VALUTAZIONE COMPLESSIVA E INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO