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“ E così, chi è abile nel creare lo straordinario è  Infinito come il cielo e la terra, Inesauribile come il Fiume Giallo e l’oceano ” Sun Tzu,  L’arte della guerra
valorizzati nelle loro  componenti modulari, semistrutturate e flessibili   si prestano bene ad una didattica individualizzata e alla ricomposizione, economica, in più corsi on-line. possono essere arricchiti ricorrendo a Learning Objects
Costruzione dell’oggetto didattico in sé e come debba essere progettato e realizzato per il suo utilizzo/riutilizzo. vedere: 1.  come, il LO, possa integrarsi in un corso , pur provenendo da altre situazioni di apprendimento; 2.  come possa essere creato appositamente  per il corso e in vista di altri impieghi;  3. quali siano le sue  possibili destinazioni  (repository) e destinatari.
 
Il loro impiego è destinato  a modificare, forse, le attività di formazione , che, probabilmente, devono essere, esse stesse, scomposte in brevi frammenti temporali. Possono essere  fruiti individualmente  per il recupero di conoscenze e competenze. Sono  istruzionali (auto-istruzioni ). Diventano didattici (OD),  se manipolati e integrati in progetti su LMS.
non per la loro atomizzazione,  ma per come possano essere  inseriti in unità di apprendimento , in rapporto al mantenimento della loro auto-sussistenza e granularità.
Si tratta, comunque, di rappresentarsi modelli di architettura per Learning Objects, che intreccino: strumenti (di tutoring, feedback, apprendimenti); risorse e loro recupero nella navigazione; ambienti relazionali e di problem solving; networking e condivisione.
È chiaro il  passaggio ,  in ambiente  instructional design costruttivista ,  dalla progettazione basata sui Learning Object, intesi come autoistruzioni (Landriscina, 2004) alla realizzazione di
Anche colui che apprende potrà creativamente generare il suo Frame Work personalizzato, in base al suo stile, ai suoi bisogni, per creare  corridoi semantici .
 
 
Secondo LTSC ( Learning Technology Standard Commette ) i learning object sono  "ogni entità digitale o non digitale che può essere utilizzata, riutilizzata o indicata come riferimento durante l’apprendimento supportato dalle nuove tecnologie "  (any entity, digital or non-digital, which can be used, re-used or referenced during technology supported learning).
D. A. Wiley trova la definizione troppo estensiva e preferisce definire i LO come  "... ogni risorsa digitale che può essere riutilizzata per supportare l’apprendimento".
" nel paradigma della programmazione object oriented usata nel settore informatico, dove vengono  creati componenti ‘objects’ indipendenti  l'uno dall'altro, che possono essere  riutilizzati  in contesti diversi grazie al loro riassemblaggio di volta in volta nuovo a seconda delle esigenze e dell'obiettivo da perseguire." Il learning object ,  dal momento che dovrebbe essere utilizzato in contesti di apprendimento diversi, dovrebbe essere  adattabile , facilmente  aggiornabile  e  modificabile . L'ideale sarebbe che fosse  Open Source . Dahl & Nyagaard, 1966
 
è un  piccolo aggregato ,  costituito  di elementi come foto, testo, suono, grafica, che possono essere integrati, scomposti e utilizzati in base alle esigenze didattiche. Gli stessi OD possono essere  utili, dunque, per contesti di e-learning diversi ; possono intrecciarsi ad altri OD, in rapporto a differenti situazioni di apprendimento e in relazione alle caratteristiche, che definiscono i fruitori o utenti.
 
Definisce le specifiche , mediante cui i LO possono  essere riutilizzati nell'e-Learning.  Rende possibile il  tracciamento e catalogazione  degli oggetti didattici con i quali vengono strutturati i corsi.  Definisce le  caratteristiche che dovrebbero essere supportate dai LM S (Learning Management System). La piattaforma di e-learning  deve essere compatibile con gli Scorm per integrare i LO.
Un Learning Ojbect per essere compatibile con lo standard  Scorm: deve essere  usato su qualsiasi piattaforma compatibile nella sua integrità deve potere dialogare  con LMS attraverso Javascript, linguaggio interpretato da un’API - Application programming interface deve essere  usato su qualsiasi piattaforma compatibile nella sua integrità
Un LO, per essere trasportato (importato e esportato), deve essere salvato come scorm package.
UTILIZZARE  LEARNING OBJECTS PER LA DIDATTICA (finalità specifiche) Learning Objects (LO) sono, dunque,  moduli di contenuto digitale didattico  che  possono presentarsi in diversi modi:  lezioni o prove di verifica , utilizzabili da insegnanti/formatori e studenti.
UTILIZZARE  LEARNING OBJECTS PER LA DIDATTICA (finalità specifiche) 1. come supporto alla lezione in aula;  2. come parti parti di un Corso, riproposte; 3. come strumenti utili per l’approfondimento e il recupero;  4. come percorsi di apprendimento personalizzato .
può essere fatta  in base ad interessi ed esigenze diverse  e per venire incontro a  bisogni di conoscenza, e/o comprensione,  e/o applicazione.  Entrano in gioco caratteristiche proprie di contenuto, che definiscono una variegata tipologia di Learning Objects.
 
 
1. accorciare  i tempi di sviluppo  DEI CONTENUTI , combinando oggetti vecchi e nuovi in nuovi contesti di apprendimento; 2. adozione di uno standard  per elaborare modelli di sviluppo di oggetti uniformi e coerenti; 3. apprendimento modulare,  che permette, anche se non nell’immediato, di costruire percorsi personalizzati, di colmare il gap di competenze, di aggiornare / formare;
4. vantaggi per l’ utente finale  che, può accedere ai learning object, in base a motivazioni ed interessi;  5.la granularità dei Learning Objects che rende possibile l’accesso ad oggetti specifici che rispondano a specifiche esigenze; 6. formazione permanente attingendo a  repository o biblioteche con un notevole risparmio di tempi e costi; 7.completa autonomia del discente nella scelta dei modi e dei tempi di fruizione;
  8. possibilità di inserimento del prodotto in piattaforma e-learning con il conseguente tracciamento di tutte le principali attività svolte dal discente;  9. possibilità di inserimento del prodotto nell'Intranet aziendale come valore aggiunto dei portali interni.
10. I learning object per quanto difficili da inserire ancora in un modello costruttivista di learning 2.0, possono essere integrati con forme più flessibili di conoscenza ( news syndication, podcast … ) e realizzare il marshup ibrido del Web 2.0 in vista del Web semantico 3.0; 11. acquisizione di competenze necessarie alla crescita professionale 12. recupero di conoscenze e competenze;  13. autoapprendimento.  
1. L’uso eccessivo di learning object può portare ad un approccio  eccessivamente ingegnerizzato alla conoscenza, che potrebbe risultare come una somma pura e semplice conoscenze; 2. la riusabilità reale dipende troppo dal livello di granularità interna dei Learning Object, non può essere efficace al di fuori del processo e del contesto formativo; 3. i Learning Object non hanno senso se riutilizzati, senza modifiche, in contesti diversi da quello iniziale.  
Ad oggi i Learning Objects si presentano abbastanza rigidi dal punto di vista pedagogico.  Pur tuttavia, l’idea di poter recuperare degli oggetti didattici dalla rete, da una specie di biblioteca-repository di conoscenze è allettante.  Servirebbero per il loro recupero dei software intelligenti, capaci di selezionarli in base al contenuto semantico.  Servirebbero anche dei servizi del Web semantico per lo scambio delle risorse educative.
1. descrizione del corso;  2. definizione degli obiettivi di apprendimento;  3 definizione dei destinatari;  4. definizione dei prerequisiti/del profilo di accesso al corso;  5. i contenuti (multimediali) organizzati in modo modulare; 6. informazioni relative al ruolo che il docente/i tutor hanno all'interno del corso;  7. bibliografie, approfondimenti, glossari, note e risorse aggiuntive per l'apprendimento;  8. indicazioni relative alle attività previste ed eventuale calendarizzazione dei compiti as-segnati;  9. esercitazioni, parti pratiche, prove di autovalutazione con feedback;  10. test /valutazioni; 11. collocazione, significato, fruizione dei Learning Object del Corso.  importante produrli in un package didattico completo, che si rapporti ad un corso di e-learning e che includa:
 
 
I contenuti didattici per l’e-learning hanno due criticità rispetto alla produzione e preparazione dei Learning Objects:  Come dice Bersin, i Learning Objects  prevedono di essere realizzati in breve tempo perché contengono informazioni che potrebbero risultare obsolete.
Gli esperti della materia possono lavorare direttamente mediante Instructional Designer e progettare loro il corso attraverso: http://www.untec.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=50&category_id=19&manufacturer_id=0&option=com_virtuemart&Itemid=68&vmcchk=1   http://www.rapid-elearning.it/2008/08/29/exelearningit-invito-a-contribuire-alla-sua-crescita/   http://it.softpicks.net/software/Multimedia/Animation/Wondershare-Rapid-E-learning-Suite-47351.htm
Lo sviluppo del tradizionale e-learning  è un processo lungo e costoso, perché comporta l’intervento di esperti della materia, che passano i contenuti al Instructional Designer, progettista del corso.  Il REL(RAPID E-LEARNING)  usa strumenti e processi che fanno  diminuire i tempi di sviluppo , come per esempio  Articulate, eXelearning e Wondershare:  questi strumenti contengono funzioni che accelerano e semplificanoil processo di sviluppo e di aggiornamento consentendo risparmi importanti di tempo.
Learning Object e didattica sul sito Indire: http:// www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1183 “ La tematica relativa ai  Learning Object  (LO) è al centro di un’ampia discussione. Dopo una prima fase di avvio su piccola scala delle sperimentazioni di e-learning, ci si è resi conto che le piattaforme di formazione che nascono per soddisfare le esigenze di singoli progetti hanno un forte tendenza centrifuga, tendono cioè a modellarsi sul contesto per cui sono state progettate.”  ( di Massimo Faggioli)
Articoli correlati: http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1191 La dittatura dei learning object di Giovanni Biondi “ Il Learning Object si impone ormai al mondo della formazione come una presenza consolidata quanto ancora costantemente mutevole, portando con sé quello che oggi viene comunemente indicato come il " paradosso " del Learning Object. Quest'ultimo, per definizione, è un'unità didattica o risorsa utilizzabile anche al di fuori del contesto in cui è stata creata, mentre, al contrario, il valore didattico di un qualunque oggetto non dipende dal suo solo contenuto, ma anche, e soprattutto, dal contesto in cui viene utilizzato.”
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1192 Learning Object: parola agli insegnanti di Antonio Sofia “ Definizioni e teorie a volte non bastano. Per comprendere una nuova realtà, può essere utile ascoltare il  racconto  di un’esperienza diretta. Anche per i learning object, oltre alle spiegazioni dei modelli formativi, alla base della loro progettazione, e ai pareri di illustri pedagoghi, riferimento teorico e metodologico, è interessante ascoltare chi i learning object li utilizza:  gli insegnanti . Questa intervista, quindi, illustra il percorso di progettazione di un oggetto didattico, dalla formazione ai progetti futuri, percorso sperimentato da uno dei cinque docenti tutor selezionati per partecipare ad un “seminario attivo” presso Indire.” http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1187 «Note di Antonio Fini sui Learning Object di Francesco Vettori Una composizione in divenire: gli oggetti didattici e le proposte che portano a costruirli»
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1185 Puntoedu, ambiente di apprendimento La progettazione di Learning Object in un ambiente Blended E-Learning di Silvia Martinucci   http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1166   Learning object: storia di un oggetto in mutamento Informazione è qualunque differenza che generi differenze di Valentina Tiracorrendo “ Come è noto l’uso dei L.O. trova la propria origine nel paradigma della programmazione O bject Oriented  usata nel settore informatico, in cui vengono creati componenti ("objects") indipendenti l'uno dall'altro, che possono essere riutilizzati in contesti diversi grazie al loro  riassemblaggio di volta in volta nuovo ; ma l'idea del L.O. nasce da un suggerimento di Reigeluth e Nelson che prendono ad esempio proprio gli insegnanti, i quali, accedendo per la prima volta ai materiali didattici, si trovano spesso costretti a scomporli in tanti pezzi che poi riassemblano adattandoli alle proprie esigenze d'insegnamento.”
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1174 Oggetto didattico, questo sconosciuto Viaggio all'interno di un oggetto didattico: come funziona, perché funziona “ Per capire quali sono  altri elementi   che qualificano  un buon oggetto didattico in maniera forte, suggeriamo un rapido viaggio in  un caso concreto, uno dei tanti possibili: il ‘ WEBQUEST ’ elaborato nel Circolo Didattico ‘Montello – Anna Frank’ di Bari, nel contesto di una  buona pratica GOLD , selezionata a livello nazionale.”
http:// www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1146 Costruire oggetti didattici con le banche dati Indire Realizzare oggetti didattici per i propri alunni non è cosa immediata, soprattutto per le difficoltà a reperire il materiale adeguato “ Consultando la banca dati delle immagini digitali di Indire -  DIA  - si trovano molte risorse utili alla didattica. Quello che l'Ufficio Comunicazione e il Dipartimento Documentazione di Indire hanno realizzato e proposto è uno spunto per la  costruzione di oggetti didattici  da parte di insegnanti, che possono servirsi delle nostre banche dati gratuitamente. Infatti, opportunamente montate (in questo caso si è usato il programma Flash, ma anche con un programma tipo Power Point questo montaggio poteva essere opportunamente realizzato) e complete di testo, suoni, animazione e spunti di riflessione, esse offrono i “mattoni” per costruire oggetti didattici.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Dublin_Core   Doveroso il link a Wikipedia per la descrizione generale di Dublin Core .  Da Wikipedia: "Il progetto del Dublin Core (nome completo: Dublin Core Metadata Initiative) si è sviluppato in ambito OCLC (On line Computer Library Center), la grande rete di servizi americana per le biblioteche. Nel marzo 1995 si è tenuta una conferenza nella città americana di Dublin (Ohio), alla quale i partecipanti – bibliotecari, archivisti, editori, ricercatori e sviluppatori di software, oltre ad alcuni membri dai gruppi di lavoro dell'IETF (Internet Engineering Task Force) – hanno convenuto sulla necessità di creare un insieme di strumenti condivisi per l’accesso alle risorse digitali."  Elementi costitutivi l nucleo, proposto nel dicembre 1996, era costituito da quindici elementi di base e si è poi esteso anche a sottoelementi o qualificatori, pur mantenendo, nonostante gli sviluppi, una struttura stabile. La traduzione italiana di riferimento della versione 1.1 del “Dublin Core Metadata Element Set” è curata dall’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche).
http://www.comunedasa.it/elearning/e-Learning_soluzione_ontologica.pdf E-LEARNING: UNA SOLUZIONE ONTOLOGICA di Cristina Coulleri e Gilson Da Silva Leite, Nel documento, E-LEARNING: UNA SOLUZIONE ONTOLOGICA di Cristina Coulleri e Gilson Da Silva Leite, si parla del tentativo fatto dall' Università di Trento per dare soluzione ai problemi dei sistemi e-learning. Viene proposta una soluzione ontologica affrontare il problema dell’interoperabilità tra piattaforme eterogenee nel ricupero dell’informazione.
Esempi di repository sono: Merlot Unitexas Celebrate Wisconsin Learning about Learning Objects FreeLOms (sviluppato nel progetto SLOOP) http:// it.wikipedia.org/wiki/Learning_object   Credits Wikipedia
Learning Object Repository Network http://lorn.flexiblelearning.net.au /
http:// www.sloopproject.eu/sloop/mod/data/view.php?id=4283
http:// www.edidasko.org/repository-lo/file/1-introduzione-ai-lo.html
http://moodle.org/public/search/? cx=017878793330196534763%3A-0qxztjngoy&cof=FORID%3A9&ie=UTF-8&q=learning+object&sa=Search+moodle.org#921   http:// docs.moodle.org/en/learning_objects http:// docs.moodle.org/en/Adding/editing_a_SCORM
Sito di riferimento: http://www.exelearning.it /   http:// www.exelearning.it/creare-learning-object.html   Download:  http:// exelearning.org/wiki Download:  http://www.nottingham.ac.uk/xerte /
 
 
http://www.reload.ac.uk / «L'obiettivo primario di questo progetto sono:  1. facilitare la condivisione e il riutilizzo creazione di oggetti didattici e dei servizi  2. migliorare la gamma di approcci pedagogici realizzabili attraverso l'uso di piani di lezione»

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Learning object

  • 1. “ E così, chi è abile nel creare lo straordinario è Infinito come il cielo e la terra, Inesauribile come il Fiume Giallo e l’oceano ” Sun Tzu, L’arte della guerra
  • 2. valorizzati nelle loro componenti modulari, semistrutturate e flessibili si prestano bene ad una didattica individualizzata e alla ricomposizione, economica, in più corsi on-line. possono essere arricchiti ricorrendo a Learning Objects
  • 3. Costruzione dell’oggetto didattico in sé e come debba essere progettato e realizzato per il suo utilizzo/riutilizzo. vedere: 1. come, il LO, possa integrarsi in un corso , pur provenendo da altre situazioni di apprendimento; 2. come possa essere creato appositamente per il corso e in vista di altri impieghi; 3. quali siano le sue possibili destinazioni (repository) e destinatari.
  • 4.  
  • 5. Il loro impiego è destinato a modificare, forse, le attività di formazione , che, probabilmente, devono essere, esse stesse, scomposte in brevi frammenti temporali. Possono essere fruiti individualmente per il recupero di conoscenze e competenze. Sono istruzionali (auto-istruzioni ). Diventano didattici (OD), se manipolati e integrati in progetti su LMS.
  • 6. non per la loro atomizzazione, ma per come possano essere inseriti in unità di apprendimento , in rapporto al mantenimento della loro auto-sussistenza e granularità.
  • 7. Si tratta, comunque, di rappresentarsi modelli di architettura per Learning Objects, che intreccino: strumenti (di tutoring, feedback, apprendimenti); risorse e loro recupero nella navigazione; ambienti relazionali e di problem solving; networking e condivisione.
  • 8. È chiaro il passaggio , in ambiente instructional design costruttivista , dalla progettazione basata sui Learning Object, intesi come autoistruzioni (Landriscina, 2004) alla realizzazione di
  • 9. Anche colui che apprende potrà creativamente generare il suo Frame Work personalizzato, in base al suo stile, ai suoi bisogni, per creare corridoi semantici .
  • 10.  
  • 11.  
  • 12. Secondo LTSC ( Learning Technology Standard Commette ) i learning object sono "ogni entità digitale o non digitale che può essere utilizzata, riutilizzata o indicata come riferimento durante l’apprendimento supportato dalle nuove tecnologie " (any entity, digital or non-digital, which can be used, re-used or referenced during technology supported learning).
  • 13. D. A. Wiley trova la definizione troppo estensiva e preferisce definire i LO come "... ogni risorsa digitale che può essere riutilizzata per supportare l’apprendimento".
  • 14. " nel paradigma della programmazione object oriented usata nel settore informatico, dove vengono creati componenti ‘objects’ indipendenti l'uno dall'altro, che possono essere riutilizzati in contesti diversi grazie al loro riassemblaggio di volta in volta nuovo a seconda delle esigenze e dell'obiettivo da perseguire." Il learning object , dal momento che dovrebbe essere utilizzato in contesti di apprendimento diversi, dovrebbe essere adattabile , facilmente aggiornabile e modificabile . L'ideale sarebbe che fosse Open Source . Dahl & Nyagaard, 1966
  • 15.  
  • 16. è un piccolo aggregato , costituito di elementi come foto, testo, suono, grafica, che possono essere integrati, scomposti e utilizzati in base alle esigenze didattiche. Gli stessi OD possono essere utili, dunque, per contesti di e-learning diversi ; possono intrecciarsi ad altri OD, in rapporto a differenti situazioni di apprendimento e in relazione alle caratteristiche, che definiscono i fruitori o utenti.
  • 17.  
  • 18. Definisce le specifiche , mediante cui i LO possono essere riutilizzati nell'e-Learning. Rende possibile il tracciamento e catalogazione degli oggetti didattici con i quali vengono strutturati i corsi. Definisce le caratteristiche che dovrebbero essere supportate dai LM S (Learning Management System). La piattaforma di e-learning deve essere compatibile con gli Scorm per integrare i LO.
  • 19. Un Learning Ojbect per essere compatibile con lo standard Scorm: deve essere usato su qualsiasi piattaforma compatibile nella sua integrità deve potere dialogare con LMS attraverso Javascript, linguaggio interpretato da un’API - Application programming interface deve essere usato su qualsiasi piattaforma compatibile nella sua integrità
  • 20. Un LO, per essere trasportato (importato e esportato), deve essere salvato come scorm package.
  • 21. UTILIZZARE LEARNING OBJECTS PER LA DIDATTICA (finalità specifiche) Learning Objects (LO) sono, dunque, moduli di contenuto digitale didattico che possono presentarsi in diversi modi: lezioni o prove di verifica , utilizzabili da insegnanti/formatori e studenti.
  • 22. UTILIZZARE LEARNING OBJECTS PER LA DIDATTICA (finalità specifiche) 1. come supporto alla lezione in aula; 2. come parti parti di un Corso, riproposte; 3. come strumenti utili per l’approfondimento e il recupero; 4. come percorsi di apprendimento personalizzato .
  • 23. può essere fatta in base ad interessi ed esigenze diverse e per venire incontro a bisogni di conoscenza, e/o comprensione, e/o applicazione. Entrano in gioco caratteristiche proprie di contenuto, che definiscono una variegata tipologia di Learning Objects.
  • 24.  
  • 25.  
  • 26. 1. accorciare i tempi di sviluppo DEI CONTENUTI , combinando oggetti vecchi e nuovi in nuovi contesti di apprendimento; 2. adozione di uno standard per elaborare modelli di sviluppo di oggetti uniformi e coerenti; 3. apprendimento modulare, che permette, anche se non nell’immediato, di costruire percorsi personalizzati, di colmare il gap di competenze, di aggiornare / formare;
  • 27. 4. vantaggi per l’ utente finale che, può accedere ai learning object, in base a motivazioni ed interessi; 5.la granularità dei Learning Objects che rende possibile l’accesso ad oggetti specifici che rispondano a specifiche esigenze; 6. formazione permanente attingendo a repository o biblioteche con un notevole risparmio di tempi e costi; 7.completa autonomia del discente nella scelta dei modi e dei tempi di fruizione;
  • 28.   8. possibilità di inserimento del prodotto in piattaforma e-learning con il conseguente tracciamento di tutte le principali attività svolte dal discente; 9. possibilità di inserimento del prodotto nell'Intranet aziendale come valore aggiunto dei portali interni.
  • 29. 10. I learning object per quanto difficili da inserire ancora in un modello costruttivista di learning 2.0, possono essere integrati con forme più flessibili di conoscenza ( news syndication, podcast … ) e realizzare il marshup ibrido del Web 2.0 in vista del Web semantico 3.0; 11. acquisizione di competenze necessarie alla crescita professionale 12. recupero di conoscenze e competenze; 13. autoapprendimento.  
  • 30. 1. L’uso eccessivo di learning object può portare ad un approccio  eccessivamente ingegnerizzato alla conoscenza, che potrebbe risultare come una somma pura e semplice conoscenze; 2. la riusabilità reale dipende troppo dal livello di granularità interna dei Learning Object, non può essere efficace al di fuori del processo e del contesto formativo; 3. i Learning Object non hanno senso se riutilizzati, senza modifiche, in contesti diversi da quello iniziale.  
  • 31. Ad oggi i Learning Objects si presentano abbastanza rigidi dal punto di vista pedagogico. Pur tuttavia, l’idea di poter recuperare degli oggetti didattici dalla rete, da una specie di biblioteca-repository di conoscenze è allettante. Servirebbero per il loro recupero dei software intelligenti, capaci di selezionarli in base al contenuto semantico. Servirebbero anche dei servizi del Web semantico per lo scambio delle risorse educative.
  • 32. 1. descrizione del corso; 2. definizione degli obiettivi di apprendimento; 3 definizione dei destinatari; 4. definizione dei prerequisiti/del profilo di accesso al corso; 5. i contenuti (multimediali) organizzati in modo modulare; 6. informazioni relative al ruolo che il docente/i tutor hanno all'interno del corso; 7. bibliografie, approfondimenti, glossari, note e risorse aggiuntive per l'apprendimento; 8. indicazioni relative alle attività previste ed eventuale calendarizzazione dei compiti as-segnati; 9. esercitazioni, parti pratiche, prove di autovalutazione con feedback; 10. test /valutazioni; 11. collocazione, significato, fruizione dei Learning Object del Corso. importante produrli in un package didattico completo, che si rapporti ad un corso di e-learning e che includa:
  • 33.  
  • 34.  
  • 35. I contenuti didattici per l’e-learning hanno due criticità rispetto alla produzione e preparazione dei Learning Objects: Come dice Bersin, i Learning Objects prevedono di essere realizzati in breve tempo perché contengono informazioni che potrebbero risultare obsolete.
  • 36. Gli esperti della materia possono lavorare direttamente mediante Instructional Designer e progettare loro il corso attraverso: http://www.untec.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=shop.flypage&product_id=50&category_id=19&manufacturer_id=0&option=com_virtuemart&Itemid=68&vmcchk=1   http://www.rapid-elearning.it/2008/08/29/exelearningit-invito-a-contribuire-alla-sua-crescita/   http://it.softpicks.net/software/Multimedia/Animation/Wondershare-Rapid-E-learning-Suite-47351.htm
  • 37. Lo sviluppo del tradizionale e-learning è un processo lungo e costoso, perché comporta l’intervento di esperti della materia, che passano i contenuti al Instructional Designer, progettista del corso. Il REL(RAPID E-LEARNING) usa strumenti e processi che fanno diminuire i tempi di sviluppo , come per esempio Articulate, eXelearning e Wondershare: questi strumenti contengono funzioni che accelerano e semplificanoil processo di sviluppo e di aggiornamento consentendo risparmi importanti di tempo.
  • 38. Learning Object e didattica sul sito Indire: http:// www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1183 “ La tematica relativa ai Learning Object (LO) è al centro di un’ampia discussione. Dopo una prima fase di avvio su piccola scala delle sperimentazioni di e-learning, ci si è resi conto che le piattaforme di formazione che nascono per soddisfare le esigenze di singoli progetti hanno un forte tendenza centrifuga, tendono cioè a modellarsi sul contesto per cui sono state progettate.” ( di Massimo Faggioli)
  • 39. Articoli correlati: http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1191 La dittatura dei learning object di Giovanni Biondi “ Il Learning Object si impone ormai al mondo della formazione come una presenza consolidata quanto ancora costantemente mutevole, portando con sé quello che oggi viene comunemente indicato come il " paradosso " del Learning Object. Quest'ultimo, per definizione, è un'unità didattica o risorsa utilizzabile anche al di fuori del contesto in cui è stata creata, mentre, al contrario, il valore didattico di un qualunque oggetto non dipende dal suo solo contenuto, ma anche, e soprattutto, dal contesto in cui viene utilizzato.”
  • 40. http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1192 Learning Object: parola agli insegnanti di Antonio Sofia “ Definizioni e teorie a volte non bastano. Per comprendere una nuova realtà, può essere utile ascoltare il racconto di un’esperienza diretta. Anche per i learning object, oltre alle spiegazioni dei modelli formativi, alla base della loro progettazione, e ai pareri di illustri pedagoghi, riferimento teorico e metodologico, è interessante ascoltare chi i learning object li utilizza: gli insegnanti . Questa intervista, quindi, illustra il percorso di progettazione di un oggetto didattico, dalla formazione ai progetti futuri, percorso sperimentato da uno dei cinque docenti tutor selezionati per partecipare ad un “seminario attivo” presso Indire.” http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1187 «Note di Antonio Fini sui Learning Object di Francesco Vettori Una composizione in divenire: gli oggetti didattici e le proposte che portano a costruirli»
  • 41. http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1185 Puntoedu, ambiente di apprendimento La progettazione di Learning Object in un ambiente Blended E-Learning di Silvia Martinucci   http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1166   Learning object: storia di un oggetto in mutamento Informazione è qualunque differenza che generi differenze di Valentina Tiracorrendo “ Come è noto l’uso dei L.O. trova la propria origine nel paradigma della programmazione O bject Oriented usata nel settore informatico, in cui vengono creati componenti ("objects") indipendenti l'uno dall'altro, che possono essere riutilizzati in contesti diversi grazie al loro riassemblaggio di volta in volta nuovo ; ma l'idea del L.O. nasce da un suggerimento di Reigeluth e Nelson che prendono ad esempio proprio gli insegnanti, i quali, accedendo per la prima volta ai materiali didattici, si trovano spesso costretti a scomporli in tanti pezzi che poi riassemblano adattandoli alle proprie esigenze d'insegnamento.”
  • 42. http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1174 Oggetto didattico, questo sconosciuto Viaggio all'interno di un oggetto didattico: come funziona, perché funziona “ Per capire quali sono altri elementi che qualificano un buon oggetto didattico in maniera forte, suggeriamo un rapido viaggio in  un caso concreto, uno dei tanti possibili: il ‘ WEBQUEST ’ elaborato nel Circolo Didattico ‘Montello – Anna Frank’ di Bari, nel contesto di una buona pratica GOLD , selezionata a livello nazionale.”
  • 43. http:// www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1146 Costruire oggetti didattici con le banche dati Indire Realizzare oggetti didattici per i propri alunni non è cosa immediata, soprattutto per le difficoltà a reperire il materiale adeguato “ Consultando la banca dati delle immagini digitali di Indire -  DIA  - si trovano molte risorse utili alla didattica. Quello che l'Ufficio Comunicazione e il Dipartimento Documentazione di Indire hanno realizzato e proposto è uno spunto per la costruzione di oggetti didattici da parte di insegnanti, che possono servirsi delle nostre banche dati gratuitamente. Infatti, opportunamente montate (in questo caso si è usato il programma Flash, ma anche con un programma tipo Power Point questo montaggio poteva essere opportunamente realizzato) e complete di testo, suoni, animazione e spunti di riflessione, esse offrono i “mattoni” per costruire oggetti didattici.”
  • 44. http://it.wikipedia.org/wiki/Dublin_Core   Doveroso il link a Wikipedia per la descrizione generale di Dublin Core . Da Wikipedia: "Il progetto del Dublin Core (nome completo: Dublin Core Metadata Initiative) si è sviluppato in ambito OCLC (On line Computer Library Center), la grande rete di servizi americana per le biblioteche. Nel marzo 1995 si è tenuta una conferenza nella città americana di Dublin (Ohio), alla quale i partecipanti – bibliotecari, archivisti, editori, ricercatori e sviluppatori di software, oltre ad alcuni membri dai gruppi di lavoro dell'IETF (Internet Engineering Task Force) – hanno convenuto sulla necessità di creare un insieme di strumenti condivisi per l’accesso alle risorse digitali." Elementi costitutivi l nucleo, proposto nel dicembre 1996, era costituito da quindici elementi di base e si è poi esteso anche a sottoelementi o qualificatori, pur mantenendo, nonostante gli sviluppi, una struttura stabile. La traduzione italiana di riferimento della versione 1.1 del “Dublin Core Metadata Element Set” è curata dall’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche).
  • 45. http://www.comunedasa.it/elearning/e-Learning_soluzione_ontologica.pdf E-LEARNING: UNA SOLUZIONE ONTOLOGICA di Cristina Coulleri e Gilson Da Silva Leite, Nel documento, E-LEARNING: UNA SOLUZIONE ONTOLOGICA di Cristina Coulleri e Gilson Da Silva Leite, si parla del tentativo fatto dall' Università di Trento per dare soluzione ai problemi dei sistemi e-learning. Viene proposta una soluzione ontologica affrontare il problema dell’interoperabilità tra piattaforme eterogenee nel ricupero dell’informazione.
  • 46. Esempi di repository sono: Merlot Unitexas Celebrate Wisconsin Learning about Learning Objects FreeLOms (sviluppato nel progetto SLOOP) http:// it.wikipedia.org/wiki/Learning_object Credits Wikipedia
  • 47. Learning Object Repository Network http://lorn.flexiblelearning.net.au /
  • 50. http://moodle.org/public/search/? cx=017878793330196534763%3A-0qxztjngoy&cof=FORID%3A9&ie=UTF-8&q=learning+object&sa=Search+moodle.org#921 http:// docs.moodle.org/en/learning_objects http:// docs.moodle.org/en/Adding/editing_a_SCORM
  • 51. Sito di riferimento: http://www.exelearning.it / http:// www.exelearning.it/creare-learning-object.html Download: http:// exelearning.org/wiki Download: http://www.nottingham.ac.uk/xerte /
  • 52.  
  • 53.  
  • 54. http://www.reload.ac.uk / «L'obiettivo primario di questo progetto sono: 1. facilitare la condivisione e il riutilizzo creazione di oggetti didattici e dei servizi 2. migliorare la gamma di approcci pedagogici realizzabili attraverso l'uso di piani di lezione»