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SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
3
La DEFINIZIONE
di PERIODIZZAZIONE
e la SUA REVISIONE
Rivedere la definizione
di periodizzazione
integrando i principi storici
con i problemi attuali
Brad H. DeWeese EastTennesseeStateUniversity
Howard S. Gray FloridaStateUniversity
Matthew L. Sams EastTennesseeStateUniversity
Keith K. Scruggs UniversityofSouthCarolina,
LakePlacidOlympicTrainingCenter
Ambrose J. Serrano LakePlacidOlympicTrainingCenter
TEORIA DELL’ALLENAMENTO
Dopo un breve excursus storico sul concetto
di periodizzazione nell’allenamento sportivo
vengono poste in discussione le definizione attuali
di questo concetto. L’argomento non è se
le strategie di periodizzazione sono strumenti
efficaci per lo sviluppo della preparazione
degli atleti, ma se nelle definizioni attuali
è contenuta la necessità che il programma
di allenamento deve essere costruito su ipotesi
o prove scientifiche. Sotto questo aspetto, se si
considerano i progressi scientifici e tecnologici
compiuti nello sport, il gruppo attuale
di definizioni va considerato statico. Viene così
proposta una nuova definizione di periodizzazione
nella quale viene affermato esplicitamente che
alla base delle strategie di periodizzazione non
vi debbono essere dogmi o principi prestabiliti,
ma le risposte fisiologiche, biochimiche
e psicologiche dell’atleta rilevate attraverso
un programma di controllo dell’atleta
e evidenziate dagli studi correnti della letteratura
scientifica. Si mette in risalto, così, la necessità
che gli allenatori si tengano aggiornati
sull’evoluzione della letteratura scientifica e
adottino strategie di controllo dell’atleta basate
sulle evidenze scientifiche contenute in essa.
NELLAFOTODIAPERTURAUNDETTAGLIODELLASCULTURACHESITROVA
ALL’ENTRATADELL’OLYMPICTRAININGCENTERDICOLORADOSPRINGS
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
11
PISTE:
uno STRUMENTO
di SELEZIONE del TALENTO
SPORT NEL MONDO
Come la Svizzera seleziona i suoi giovani talenti
Malgrado un lavoro globalmente positivo nel campo
dello sport giovanile di alto livello realizzato in Svizzera,
alcuni anni fa, Swiss Olympic (che rappresenta sia
il Comitato nazionale olimpico sia l’Associazione dirigente
delle Federazioni sportive svizzere) ha deciso di gestire
in prima persona la selezione dei talenti sul piano nazionale
e di sviluppare per le Federazioni sportive nazionali
uno strumento in grado di essere utilizzato per tutte
le discipline sportive. Così, sulla base delle conoscenze
scientifiche esistenti e di quelle degli allenatori, tenendo
conto della sua applicabilità pratica, sono stati definiti
i criteri e i metodi per lo strumento di selezione
del talento - basato sulla valutazione previsionale,
integrativa e sistematica da parte degli allenatori - PISTE
(acronimo di Prognostische Integrative Sistematische Trainer
Einschätzung) qui descritto, che partendo dal momento
d’inizio della sua realizzazione nel 2009, attualmente
è utilizzato dal 90% delle Federazioni sportive svizzere.
Jörg Fuchslocher UnitàScienza
dell’allenamentodellaScuolauniversitaria
federalediMacolin,Ufficiofederaledellosport
Michael Romann Scuolauniversitariafederale
diMacolin,Ufficiofederaledellosport
Ralph Rüdisüli Laurent PromozionedelleGiovanileve,
DirettoredellaDisciplinaGU,Ufficiofederaledellosport
Daniel Birrer UnitàPsicologiadellosportdellaScuolauniversitaria
federalediMacolin,Ufficiofederaledellosport
Cornel Hollenstein UnitàSportdivertice,SwissOlympic,Berna
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
Il Relative Age Effect (RAE)
si riferisce alla asimmetrica
distribuzione delle date di nascita
a favore dei giocatori nati all’inizio
dell’anno di riferimento rispetto
ai coetanei nati alla fine dello
stesso anno. Nonostante gli effetti
del RAE siano stati riportati
in ambito sportivo più di due
decenni fa, ci sono stati pochi
tentativi per esaminare se
le strategie di selezione dei
giocatori hanno subito variazioni
nel tempo alla luce dell’aumentata
comprensione del fenomeno.
In questo studio, sono state
esaminate le distribuzioni delle date
di nascita di giovani calciatori
della categoria “Giovanissimi”
partecipanti al Campionato
regionale e al Campionato di Élite
in Friuli Venezia Giulia. Il Test
Chi-quadrato è stato utilizzato
per confrontare le differenze tra
le distribuzioni attese e quelle
osservate nei giovani calciatori.
Mentre il RAE non è stato
evidenziato nei giocatori “più
vecchi” (14 anni, p>0,05),
per contro è risultato presente
nei giocatori più giovani
(di 13 anni, p<0,05). Inoltre,
i risultati indicano anche una
presenza significativa del RAE
nei giocatori delle squadre
di vertice. Vari suggerimenti pratici
possono essere adottati per
migliorare l’identificazione
e la selezione del talento e per
ottimizzarne lo sviluppo calcistico.
Gli allenatori dovrebbero porre
maggiore attenzione alle abilità
tecniche e tattiche quando
selezionano i giocatori. In aggiunta,
dovrebbero trovare un maggiore
equilibrio tra il successo a breve
termine e un approccio più
orientato all’insegnamento.
Per minimizzare il fenomeno
del RAE in Friuli Venezia Giulia,
dovrebbe essere istituita
una regolare pratica educativa
relativa al RAE nei confronti
di tutti gli allenatori.
Il RELATIVE
AGE EFFECT
Uno studio su
giovani calciatori
nella categoria
“giovanissimi”
Giovanni Messina Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico
FriuliVeneziaGiulia,ScuolaregionaledellosportConiFriuliVeneziaGiulia,
UniversitàdegliStudi“TorVergata”,Roma,UniversitàdegliStudi,Udine
Laura Bortoli UniversitàdegliStudi,Chieti;ScuoladelloSport,Coni,Roma
Nazareno Petrichiutto Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico
FriuliVeneziaGiulia
Andrea Moras Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico
FriuliVeneziaGiulia
Stefano D’Ottavio Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico,Roma;
UniversitàdegliStudi“TorVergata”,Roma
19
SPORT GIOVANILE
FOTOARCHIVIOCALZETTI-MARIUCCIEDITORI
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
25
TEORIA DELL’ALLENAMENTO
La PRESA di DECISIONE,
MECCANISMO CHIAVE dell’AZIONE
Alcune riflessioni sulla presa di decisione
dal punto di vista degli sport di combattimento
Gerhard Lehmann
L’evoluzione degli sport di combattimento, che riguarda,
soprattutto, i cambiamenti nelle regole di gara ai quali sono
associate tendenze al controllo delle azioni tecnico-tattiche
e la velocità nei processi di presa di decisione, confermata
anche nei Giochi olimpici di Londra, giustifica l’attualità
del tema. Il processo della presa di decisione comprende
le fasi: analisi dell’obiettivo; recezione e elaborazione
delle informazioni; anticipazione del cambiamento delle
situazioni; decisione di una azione tra più alternative;
dosaggio corretto dell’impulso per realizzare il programma
e scelta del giusto momento della sua applicazione,
alle quali segue la realizzazione motoria del programma
d’azione scelto. La preparazione delle situazioni
di presa di decisione si realizza attraverso strategie
di combattimento, come una strategia offensiva, il controllo
del centro della superficie di combattimento ecc.
FOTOMINOZZI-ARCHIVIOFIS
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
35
L’ALLENAMENTO POLARIZZATO
L’associazione di un grande volume di allenamento di scarsa intensità
con un lavoro di intensità elevata nell’allenamento degli sport di endurance
Yann Le Meur
MissionSportdeHaut-Niveau,ServiceRecherche,Institutnationaldusport,del'expertiseetdelaperformance,Parigi
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
FOTOARCHIVIOFISI
Viene affrontato il problema dell’impatto relativo che
ha l’allenamento nelle varie zone d’intensità sul livello
di risultati degli atleti praticanti sport d’endurance.
A tale scopo, definite quali siano tali zone d’intensità,
si esaminano alcuni studi che hanno riguardato come si
allenano gli atleti di alto livello praticanti sport di endurance.
Da tale esame risulta che, per progredire nelle discipline
d’endurance, è necessario un allenamento polarizzato,
intendendo con esso l’abbinamento tra un volume
relativamente scarso di lavoro di intensità elevata
e un grande volume di allenamento di scarsa intensità.
Questa combinazione di un lavoro aerobico di base di bassa
intensità con le sollecitazioni di un lavoro di intensità elevata
permetterebbe una preparazione ottimale dell’atleta
ai carichi di endurance, in quanto attiverebbe risposte
che seguono vie di segnalazione diverse, ma complementari
tra loro, che permetterebbero un adattamento ottimale
dell’organismo all’allenamento di endurance.
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
42
“L’
obiettivo globale di un approccio all’allenamento basato sull’e-
videnza è un’istantanea degli adattamenti all’allenamento di
un atleta e, a sua volta, l’applicazione di quanto rilevato al
futuro sviluppo del programma. In breve, ciò può essere considerato l’at-
to di ottimizzare le scelte sulla periodizzazione e sul piano di allenamento
in modo tale da venire incontro alle necessità del singolo atleta.” Così gli
Autori dell’articolo “La definizione di periodizzazione e la sua revisione” di
pagina 3 di questo numero, mettono in evidenza come il controllo degli
effetti a breve e a lungo termine degli stimoli prodotti dal volume e dal-
l’intensità del carico di allenamento rappresenti il fattore chiave di un
allenamento moderno diretto a migliorare costantemente e per così dire
in fieri i programmi di allenamento di un atleta di alto livello, che sia
basato su evidenze e non sulla rigida aderenza a principi e schemi astrat-
ti. Controllo dell’allenamento, normalmente, significa raccogliere siste-
maticamente dati sulla durata, l’intensità e il contenuto delle sessioni di
allenamento. La due ragioni per le quali allenatore e atleti possono
beneficiare del controllo del carico quotidiano di allenamento sono, da
un lato, la possibilità di migliorare la regolazione dell’allenamento per-
mettendo la realizzazione di sessioni d’allenamento più efficaci e indivi-
dualizzate e dall’altro, soprattutto, quella di prevenire e impedire che si
possa sviluppare una sindrome da superallenamento.
A proposito di controllo dell’allenamento, Lilian Roos, Monica Brand, della
Scuola universitaria federale dello sport di Macolin e del Dipartimento di
medicina, movimento e sport dell’Università di Friburgo, Louis Heyer,
Thomas Wyss, della Scuola universitaria federale dello sport di Macolin,
Wolfgang Taube, del Dipartimento di medicina, movimento e sport
dell’Università di Friburgo, in un articolo di rassegna pubblicato sull’organo
ufficiale della Società svizzera di medicina dello sport (Roos L., Taube W.,
Brandt M., Heyer L., Wyss T, Monitoring of Daily Training Load and
Training Load Responses in Endurance Sports: What Do Coaches Want?,
Schweizerische Zeitschrift fur Sportmedizin und Sporttraumatologie, 61,
2013, 4, 30–36) partendo dalla considerazione che malgrado siano state
pubblicate numerose ricerche e rassegne sul controllo dell’allenamento
negli sport di resistenza, finora non esista un consenso su quale sia il
metodo standard di riferimento che permetta di valutare il carico quotidia-
no di allenamento (daily training load, TL, rappresentato dalle forze che
agiscono sul corpo, cioè il cosidetto carico esterno) e la risposta ad esso
(training load response, TLR, che riassume tutte le risposte interne dell’or-
ganismo a questi stimoli esterni, cioè il cosidetto carico interno) si sono
proposti, da un lato, di identificare parametri validi, utilizzabili praticamen-
te per misurare sia il TL sia la TLR e dall’altro di confrontare questo
approccio scientifico con le necessità degli allenatori di atleti di alto livello
di sport di endurance.
L’articolo si articola in varie parti, corrispondentemente agli obiettivi e alla
metodologia dello studio: una parte si concentra su una rassegna siste-
matica della letteratura sul controllo del TL quotidiano e della TLR; in
un’altra, allenatori di atleti di alto livello hanno discusso in due sessioni di
un gruppo di discussione quali siano le loro principali necessità di control-
lo. Successivamente, nell’ultima parte dell’articolo i risultati delle sedute
del gruppo di discussione sono stati confrontati con la rassegna sistemati-
ca della letteratura per vedere fino a che punto i risultati scientifici coinci-
dano con le esigenze degli allenatori.
Trainer’sdigest
CONTROLLO dell’ALLENAMENTO e SPORT d’ENDURANCE
Cosa vogliono gli allenatori
A cura di Mario Gulinelli
FOTOARCHIVIOFISI
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
47
MUSICA e ALLENAMENTO della FORZA
L’influenza della stimolazione sonora sulla prestazione di forza
Massimiliano Gollin DipartimentodiScienzeclinicheebiologiche,CentroRicercheScienzemotorie(SUISM),UniversitàdiTorino,Italia
Antonio Gualtieri CentroRicercheScienzemotorie,ScuoladiDottoratodiScienzedellavitaedellasalute(SUISM),UniversitàdiTorino
Luca Baseggio PersonalTrainer
Si espongono i risultati di una ricerca tesa a indagare
gli effetti della stimolazione sonora sulla prestazione di forza
sub-massimale, del tratto superiore e inferiore del corpo,
valutata tramite due esercizi con sovraccarichi.
Alla ricerca hanno partecipato 8 soggetti di sesso maschile
(età 36±4 anni; altezza 177±4 cm; peso 75±7 kg), praticanti
allenamento con i sovraccarichi da almeno 3 anni. Sono state
previste tre condizioni sperimentali: 1) una somministrazione
acuta di musica a 75 dB e 120-146 bpm (With Music, WM);
2) una di rumore sgradevole (With Noise, WN);
3) una di silenzio (With-Out music, WO). Si è evidenziato
un maggior numero statisticamente significativo di ripetizioni
eseguite con la musica, sia per lo squat al multipower
(WM vs WN: +33%) sia per il lento avanti al multipower
(WM vs WN: +26%). Per quel che riguarda lo stato emotivo,
sono emersi valori superiori di concentrazione (tratto
inferiore, WM vs WN: +28%), aggressività (tratto superiore,
WM vs WO: +32%; tratto inferiore, WM vs WO: +39%) e
forza percepiti (tratto superiore, WM vs WN: +20%; tratto
inferiore, WM vs WN: +24%; WM vs WO: +16%). Lo studio
ha così evidenziato che la musica ascoltata ad un volume pari
a 75 dB e con un tempo compreso tra i 120-146 bpm è
in grado di incrementare la performance anaerobica,
senza alcuna precisa indicazione per il genere musicale.
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
55
La VALUTAZIONE dell’AFFATICAMENTO
NEUROMUSCOLARE nel CORPO LIBERO
Un metodo da campo per la valutazione dell’affaticamento neuromuscolare
indotto dall’esercizio a corpo libero nella ginnastica artistica
Pietro Picerno UniversitàdegliStudidiRoma“TorVergata,Roma;
Andrea Massaro UniversitàdegliStudidiRoma“Foroitalico”,Federazioneginnasticad’Italia;
Vittorio Di Francesco Federazioneginnasticad’Italia,Roma;
Mauro Di Rienzo Federazioneginnasticad’Italia,UniversitàdegliStudidiRoma“LaSapienza”,Roma
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
Durante l’esecuzione dell’esercizio a corpo libero (ECL) il ginnasta accumula fatica neuromuscolare, che può influire
negativamente sia nelle fasi di spinta che di arrivo degli elementi acrobatici e artistici dell’ ECL. Obiettivo della ricerca
è lo sviluppo di un metodo da campo per la valutazione routinaria dell’affaticamento neuromuscolare indotto dall’ECL.
L’intensità dell’ ECL è stata ricavata indirettamente mediante la valutazione del decremento di alcuni parametri meccanici
legati alla capacità di esprimere potenza in fase di spinta e assorbire energia in fase di atterraggio misurati in corrispondenza
di un salto giro indietro, effettuato prima e subito dopo l’ECL. La metodologia è stata testata e validata su 4 ginnaste di Elite
(età=12,5±1,7 anni; massa=41,7±8,7 kg; statura=151,7±7,4 cm) (gruppo Elite) e 3 ginnaste di un Club della Capitale
(età=12±1 anni; massa=37±3,8 kg; statura=140,7±7,8 cm) (gruppo Club). L’accuratezza di alcuni fattori cruciali per
la caratterizzazione meccanica del gesto quali stima dell’orientamento del dispositivo e stima del tempo di volo è stata
testata mediante confronto con dinamometro isocinetico a cinque differenti velocità angolari e barre optoelettroniche,
rispettivamente. La ripetibilità delle variabili selezionate è stata valutata facendo eseguire alle ginnaste 3 salti dietro prima
dell’ECL. L’analisi di accuratezza della stima dell’orientamento e del tempo di volo ha mostrato in entrambi i casi errori
prossimi alla risoluzione angolare e temporale dello strumento, senza differenze statisticamente significative tra i metodi.
La variabile più sensibile alla condizione post ECL è stata la durata del tempo di esposizione alla forza di impatto
(-46%, p<0,05). Seppur non vi siano differenze tra i due gruppi, da Elite a Club si osserva un considerevole aumento
del decremento della forza massima in fase di spinta (da 1% Elite a -14% Club) e della durata del tempo di esposizione
alla forza in fase di atterraggio (da -35% Elite a -62% Club), segno che dopo l’ECL le ginnaste di Club applicano meno
forza di spinta e gestiscono peggio l’assorbimento della forza all’atterraggio.
FOTOFILIPPOTOMASI–ARCHIVIOFGI
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
63
La LEADERSHIP in una OTTICA COSTRUTTIVISTA
Il Group Coach Leadership Questionnaire (GCLQ)
Viene proposto un nuovo strumento - Group-Coach
Leadership Questionnaire (GCLQ) - un questionario ideato
nel 2011 per esplorare la leadership nello sport all’interno
dei gruppi-squadra rivolto ad atleti e allenatori, diretto
a evidenziare i loro differenti punti di vista e rappresentarli
in una logica di gap. Utilizzando la teoria della leadership
di Bales sullo specialista nel compito e lo specialista
socio-emozionale, all’interno di un’epistemologia
costruttivista si è costruito un questionario che distingue
l’importanza di uno specialista con l’effettiva sua presenza
in squadra e queste informazioni risultano utili in termini
di coerenzae motivazione. Il GCLQ tiene conto del momento
di sport che si sta vivendo (allenamento, pre-gara, gara
e post-gara) in quanto la coesione viene intesa come
un processo dinamico che varia e si modifica nel tempo.
L’ipotesi è che nei momenti di vita sportiva vi sia
una diversa articolazione dell’importanza e dell’effettiva
presenza della leadership in atleti e allenatori.
La sperimentazione è stata fatta in contesti di altissimo
livello agonistico maschile di diverse discipline sportive
anche con disabilità fisica (pallacanestro, calcio, pallanuoto)
per un campione di 74 atleti e 10 allenatori.
Le evidenze hanno mostrato una grande sensibilità
dello strumento nell’analisi degli specifici contesti sportivi,
dove sembrerebbe emergere una maggiore coerenza tra
allenatori e atleti nell’effettiva presenza dello specialista
nel compito e socio-emozionale rispetto all’importanza data.
Sembrerebbe, inoltre, che gli allenatori sentano
una maggiore differenza tra importanza e effettiva
presenza nello specialista socio-emozionale mentre
gli atleti mostrerebbero un gap più trasversale per
entrambi gli specialisti e in tutti i momenti sportivi.
Patrizio Pintus ScuolaRegionaledellosportConiLombardia,Milano
Elisa Morosi Centrocognitivo,Saronno
PSICOLOGIA DELLO SPORT
FOTO ARCHIVIO FIPAV
Pagine da scuola dello sport rivista 101

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Pagine da scuola dello sport rivista 101

  • 1. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 3 La DEFINIZIONE di PERIODIZZAZIONE e la SUA REVISIONE Rivedere la definizione di periodizzazione integrando i principi storici con i problemi attuali Brad H. DeWeese EastTennesseeStateUniversity Howard S. Gray FloridaStateUniversity Matthew L. Sams EastTennesseeStateUniversity Keith K. Scruggs UniversityofSouthCarolina, LakePlacidOlympicTrainingCenter Ambrose J. Serrano LakePlacidOlympicTrainingCenter TEORIA DELL’ALLENAMENTO Dopo un breve excursus storico sul concetto di periodizzazione nell’allenamento sportivo vengono poste in discussione le definizione attuali di questo concetto. L’argomento non è se le strategie di periodizzazione sono strumenti efficaci per lo sviluppo della preparazione degli atleti, ma se nelle definizioni attuali è contenuta la necessità che il programma di allenamento deve essere costruito su ipotesi o prove scientifiche. Sotto questo aspetto, se si considerano i progressi scientifici e tecnologici compiuti nello sport, il gruppo attuale di definizioni va considerato statico. Viene così proposta una nuova definizione di periodizzazione nella quale viene affermato esplicitamente che alla base delle strategie di periodizzazione non vi debbono essere dogmi o principi prestabiliti, ma le risposte fisiologiche, biochimiche e psicologiche dell’atleta rilevate attraverso un programma di controllo dell’atleta e evidenziate dagli studi correnti della letteratura scientifica. Si mette in risalto, così, la necessità che gli allenatori si tengano aggiornati sull’evoluzione della letteratura scientifica e adottino strategie di controllo dell’atleta basate sulle evidenze scientifiche contenute in essa. NELLAFOTODIAPERTURAUNDETTAGLIODELLASCULTURACHESITROVA ALL’ENTRATADELL’OLYMPICTRAININGCENTERDICOLORADOSPRINGS
  • 2. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 11 PISTE: uno STRUMENTO di SELEZIONE del TALENTO SPORT NEL MONDO Come la Svizzera seleziona i suoi giovani talenti Malgrado un lavoro globalmente positivo nel campo dello sport giovanile di alto livello realizzato in Svizzera, alcuni anni fa, Swiss Olympic (che rappresenta sia il Comitato nazionale olimpico sia l’Associazione dirigente delle Federazioni sportive svizzere) ha deciso di gestire in prima persona la selezione dei talenti sul piano nazionale e di sviluppare per le Federazioni sportive nazionali uno strumento in grado di essere utilizzato per tutte le discipline sportive. Così, sulla base delle conoscenze scientifiche esistenti e di quelle degli allenatori, tenendo conto della sua applicabilità pratica, sono stati definiti i criteri e i metodi per lo strumento di selezione del talento - basato sulla valutazione previsionale, integrativa e sistematica da parte degli allenatori - PISTE (acronimo di Prognostische Integrative Sistematische Trainer Einschätzung) qui descritto, che partendo dal momento d’inizio della sua realizzazione nel 2009, attualmente è utilizzato dal 90% delle Federazioni sportive svizzere. Jörg Fuchslocher UnitàScienza dell’allenamentodellaScuolauniversitaria federalediMacolin,Ufficiofederaledellosport Michael Romann Scuolauniversitariafederale diMacolin,Ufficiofederaledellosport Ralph Rüdisüli Laurent PromozionedelleGiovanileve, DirettoredellaDisciplinaGU,Ufficiofederaledellosport Daniel Birrer UnitàPsicologiadellosportdellaScuolauniversitaria federalediMacolin,Ufficiofederaledellosport Cornel Hollenstein UnitàSportdivertice,SwissOlympic,Berna
  • 3. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 Il Relative Age Effect (RAE) si riferisce alla asimmetrica distribuzione delle date di nascita a favore dei giocatori nati all’inizio dell’anno di riferimento rispetto ai coetanei nati alla fine dello stesso anno. Nonostante gli effetti del RAE siano stati riportati in ambito sportivo più di due decenni fa, ci sono stati pochi tentativi per esaminare se le strategie di selezione dei giocatori hanno subito variazioni nel tempo alla luce dell’aumentata comprensione del fenomeno. In questo studio, sono state esaminate le distribuzioni delle date di nascita di giovani calciatori della categoria “Giovanissimi” partecipanti al Campionato regionale e al Campionato di Élite in Friuli Venezia Giulia. Il Test Chi-quadrato è stato utilizzato per confrontare le differenze tra le distribuzioni attese e quelle osservate nei giovani calciatori. Mentre il RAE non è stato evidenziato nei giocatori “più vecchi” (14 anni, p>0,05), per contro è risultato presente nei giocatori più giovani (di 13 anni, p<0,05). Inoltre, i risultati indicano anche una presenza significativa del RAE nei giocatori delle squadre di vertice. Vari suggerimenti pratici possono essere adottati per migliorare l’identificazione e la selezione del talento e per ottimizzarne lo sviluppo calcistico. Gli allenatori dovrebbero porre maggiore attenzione alle abilità tecniche e tattiche quando selezionano i giocatori. In aggiunta, dovrebbero trovare un maggiore equilibrio tra il successo a breve termine e un approccio più orientato all’insegnamento. Per minimizzare il fenomeno del RAE in Friuli Venezia Giulia, dovrebbe essere istituita una regolare pratica educativa relativa al RAE nei confronti di tutti gli allenatori. Il RELATIVE AGE EFFECT Uno studio su giovani calciatori nella categoria “giovanissimi” Giovanni Messina Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico FriuliVeneziaGiulia,ScuolaregionaledellosportConiFriuliVeneziaGiulia, UniversitàdegliStudi“TorVergata”,Roma,UniversitàdegliStudi,Udine Laura Bortoli UniversitàdegliStudi,Chieti;ScuoladelloSport,Coni,Roma Nazareno Petrichiutto Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico FriuliVeneziaGiulia Andrea Moras Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico FriuliVeneziaGiulia Stefano D’Ottavio Federazioneitalianagiococalcio,Settoregiovanileescolastico,Roma; UniversitàdegliStudi“TorVergata”,Roma 19 SPORT GIOVANILE FOTOARCHIVIOCALZETTI-MARIUCCIEDITORI
  • 4. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 25 TEORIA DELL’ALLENAMENTO La PRESA di DECISIONE, MECCANISMO CHIAVE dell’AZIONE Alcune riflessioni sulla presa di decisione dal punto di vista degli sport di combattimento Gerhard Lehmann L’evoluzione degli sport di combattimento, che riguarda, soprattutto, i cambiamenti nelle regole di gara ai quali sono associate tendenze al controllo delle azioni tecnico-tattiche e la velocità nei processi di presa di decisione, confermata anche nei Giochi olimpici di Londra, giustifica l’attualità del tema. Il processo della presa di decisione comprende le fasi: analisi dell’obiettivo; recezione e elaborazione delle informazioni; anticipazione del cambiamento delle situazioni; decisione di una azione tra più alternative; dosaggio corretto dell’impulso per realizzare il programma e scelta del giusto momento della sua applicazione, alle quali segue la realizzazione motoria del programma d’azione scelto. La preparazione delle situazioni di presa di decisione si realizza attraverso strategie di combattimento, come una strategia offensiva, il controllo del centro della superficie di combattimento ecc. FOTOMINOZZI-ARCHIVIOFIS
  • 5. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 35 L’ALLENAMENTO POLARIZZATO L’associazione di un grande volume di allenamento di scarsa intensità con un lavoro di intensità elevata nell’allenamento degli sport di endurance Yann Le Meur MissionSportdeHaut-Niveau,ServiceRecherche,Institutnationaldusport,del'expertiseetdelaperformance,Parigi METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO FOTOARCHIVIOFISI Viene affrontato il problema dell’impatto relativo che ha l’allenamento nelle varie zone d’intensità sul livello di risultati degli atleti praticanti sport d’endurance. A tale scopo, definite quali siano tali zone d’intensità, si esaminano alcuni studi che hanno riguardato come si allenano gli atleti di alto livello praticanti sport di endurance. Da tale esame risulta che, per progredire nelle discipline d’endurance, è necessario un allenamento polarizzato, intendendo con esso l’abbinamento tra un volume relativamente scarso di lavoro di intensità elevata e un grande volume di allenamento di scarsa intensità. Questa combinazione di un lavoro aerobico di base di bassa intensità con le sollecitazioni di un lavoro di intensità elevata permetterebbe una preparazione ottimale dell’atleta ai carichi di endurance, in quanto attiverebbe risposte che seguono vie di segnalazione diverse, ma complementari tra loro, che permetterebbero un adattamento ottimale dell’organismo all’allenamento di endurance.
  • 6. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 42 “L’ obiettivo globale di un approccio all’allenamento basato sull’e- videnza è un’istantanea degli adattamenti all’allenamento di un atleta e, a sua volta, l’applicazione di quanto rilevato al futuro sviluppo del programma. In breve, ciò può essere considerato l’at- to di ottimizzare le scelte sulla periodizzazione e sul piano di allenamento in modo tale da venire incontro alle necessità del singolo atleta.” Così gli Autori dell’articolo “La definizione di periodizzazione e la sua revisione” di pagina 3 di questo numero, mettono in evidenza come il controllo degli effetti a breve e a lungo termine degli stimoli prodotti dal volume e dal- l’intensità del carico di allenamento rappresenti il fattore chiave di un allenamento moderno diretto a migliorare costantemente e per così dire in fieri i programmi di allenamento di un atleta di alto livello, che sia basato su evidenze e non sulla rigida aderenza a principi e schemi astrat- ti. Controllo dell’allenamento, normalmente, significa raccogliere siste- maticamente dati sulla durata, l’intensità e il contenuto delle sessioni di allenamento. La due ragioni per le quali allenatore e atleti possono beneficiare del controllo del carico quotidiano di allenamento sono, da un lato, la possibilità di migliorare la regolazione dell’allenamento per- mettendo la realizzazione di sessioni d’allenamento più efficaci e indivi- dualizzate e dall’altro, soprattutto, quella di prevenire e impedire che si possa sviluppare una sindrome da superallenamento. A proposito di controllo dell’allenamento, Lilian Roos, Monica Brand, della Scuola universitaria federale dello sport di Macolin e del Dipartimento di medicina, movimento e sport dell’Università di Friburgo, Louis Heyer, Thomas Wyss, della Scuola universitaria federale dello sport di Macolin, Wolfgang Taube, del Dipartimento di medicina, movimento e sport dell’Università di Friburgo, in un articolo di rassegna pubblicato sull’organo ufficiale della Società svizzera di medicina dello sport (Roos L., Taube W., Brandt M., Heyer L., Wyss T, Monitoring of Daily Training Load and Training Load Responses in Endurance Sports: What Do Coaches Want?, Schweizerische Zeitschrift fur Sportmedizin und Sporttraumatologie, 61, 2013, 4, 30–36) partendo dalla considerazione che malgrado siano state pubblicate numerose ricerche e rassegne sul controllo dell’allenamento negli sport di resistenza, finora non esista un consenso su quale sia il metodo standard di riferimento che permetta di valutare il carico quotidia- no di allenamento (daily training load, TL, rappresentato dalle forze che agiscono sul corpo, cioè il cosidetto carico esterno) e la risposta ad esso (training load response, TLR, che riassume tutte le risposte interne dell’or- ganismo a questi stimoli esterni, cioè il cosidetto carico interno) si sono proposti, da un lato, di identificare parametri validi, utilizzabili praticamen- te per misurare sia il TL sia la TLR e dall’altro di confrontare questo approccio scientifico con le necessità degli allenatori di atleti di alto livello di sport di endurance. L’articolo si articola in varie parti, corrispondentemente agli obiettivi e alla metodologia dello studio: una parte si concentra su una rassegna siste- matica della letteratura sul controllo del TL quotidiano e della TLR; in un’altra, allenatori di atleti di alto livello hanno discusso in due sessioni di un gruppo di discussione quali siano le loro principali necessità di control- lo. Successivamente, nell’ultima parte dell’articolo i risultati delle sedute del gruppo di discussione sono stati confrontati con la rassegna sistemati- ca della letteratura per vedere fino a che punto i risultati scientifici coinci- dano con le esigenze degli allenatori. Trainer’sdigest CONTROLLO dell’ALLENAMENTO e SPORT d’ENDURANCE Cosa vogliono gli allenatori A cura di Mario Gulinelli FOTOARCHIVIOFISI
  • 7. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 47 MUSICA e ALLENAMENTO della FORZA L’influenza della stimolazione sonora sulla prestazione di forza Massimiliano Gollin DipartimentodiScienzeclinicheebiologiche,CentroRicercheScienzemotorie(SUISM),UniversitàdiTorino,Italia Antonio Gualtieri CentroRicercheScienzemotorie,ScuoladiDottoratodiScienzedellavitaedellasalute(SUISM),UniversitàdiTorino Luca Baseggio PersonalTrainer Si espongono i risultati di una ricerca tesa a indagare gli effetti della stimolazione sonora sulla prestazione di forza sub-massimale, del tratto superiore e inferiore del corpo, valutata tramite due esercizi con sovraccarichi. Alla ricerca hanno partecipato 8 soggetti di sesso maschile (età 36±4 anni; altezza 177±4 cm; peso 75±7 kg), praticanti allenamento con i sovraccarichi da almeno 3 anni. Sono state previste tre condizioni sperimentali: 1) una somministrazione acuta di musica a 75 dB e 120-146 bpm (With Music, WM); 2) una di rumore sgradevole (With Noise, WN); 3) una di silenzio (With-Out music, WO). Si è evidenziato un maggior numero statisticamente significativo di ripetizioni eseguite con la musica, sia per lo squat al multipower (WM vs WN: +33%) sia per il lento avanti al multipower (WM vs WN: +26%). Per quel che riguarda lo stato emotivo, sono emersi valori superiori di concentrazione (tratto inferiore, WM vs WN: +28%), aggressività (tratto superiore, WM vs WO: +32%; tratto inferiore, WM vs WO: +39%) e forza percepiti (tratto superiore, WM vs WN: +20%; tratto inferiore, WM vs WN: +24%; WM vs WO: +16%). Lo studio ha così evidenziato che la musica ascoltata ad un volume pari a 75 dB e con un tempo compreso tra i 120-146 bpm è in grado di incrementare la performance anaerobica, senza alcuna precisa indicazione per il genere musicale. METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
  • 8. 55 La VALUTAZIONE dell’AFFATICAMENTO NEUROMUSCOLARE nel CORPO LIBERO Un metodo da campo per la valutazione dell’affaticamento neuromuscolare indotto dall’esercizio a corpo libero nella ginnastica artistica Pietro Picerno UniversitàdegliStudidiRoma“TorVergata,Roma; Andrea Massaro UniversitàdegliStudidiRoma“Foroitalico”,Federazioneginnasticad’Italia; Vittorio Di Francesco Federazioneginnasticad’Italia,Roma; Mauro Di Rienzo Federazioneginnasticad’Italia,UniversitàdegliStudidiRoma“LaSapienza”,Roma METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO Durante l’esecuzione dell’esercizio a corpo libero (ECL) il ginnasta accumula fatica neuromuscolare, che può influire negativamente sia nelle fasi di spinta che di arrivo degli elementi acrobatici e artistici dell’ ECL. Obiettivo della ricerca è lo sviluppo di un metodo da campo per la valutazione routinaria dell’affaticamento neuromuscolare indotto dall’ECL. L’intensità dell’ ECL è stata ricavata indirettamente mediante la valutazione del decremento di alcuni parametri meccanici legati alla capacità di esprimere potenza in fase di spinta e assorbire energia in fase di atterraggio misurati in corrispondenza di un salto giro indietro, effettuato prima e subito dopo l’ECL. La metodologia è stata testata e validata su 4 ginnaste di Elite (età=12,5±1,7 anni; massa=41,7±8,7 kg; statura=151,7±7,4 cm) (gruppo Elite) e 3 ginnaste di un Club della Capitale (età=12±1 anni; massa=37±3,8 kg; statura=140,7±7,8 cm) (gruppo Club). L’accuratezza di alcuni fattori cruciali per la caratterizzazione meccanica del gesto quali stima dell’orientamento del dispositivo e stima del tempo di volo è stata testata mediante confronto con dinamometro isocinetico a cinque differenti velocità angolari e barre optoelettroniche, rispettivamente. La ripetibilità delle variabili selezionate è stata valutata facendo eseguire alle ginnaste 3 salti dietro prima dell’ECL. L’analisi di accuratezza della stima dell’orientamento e del tempo di volo ha mostrato in entrambi i casi errori prossimi alla risoluzione angolare e temporale dello strumento, senza differenze statisticamente significative tra i metodi. La variabile più sensibile alla condizione post ECL è stata la durata del tempo di esposizione alla forza di impatto (-46%, p<0,05). Seppur non vi siano differenze tra i due gruppi, da Elite a Club si osserva un considerevole aumento del decremento della forza massima in fase di spinta (da 1% Elite a -14% Club) e della durata del tempo di esposizione alla forza in fase di atterraggio (da -35% Elite a -62% Club), segno che dopo l’ECL le ginnaste di Club applicano meno forza di spinta e gestiscono peggio l’assorbimento della forza all’atterraggio. FOTOFILIPPOTOMASI–ARCHIVIOFGI SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014
  • 9. SdS/ScuoladelloSportAnnoXXXIIIn.101•2014 63 La LEADERSHIP in una OTTICA COSTRUTTIVISTA Il Group Coach Leadership Questionnaire (GCLQ) Viene proposto un nuovo strumento - Group-Coach Leadership Questionnaire (GCLQ) - un questionario ideato nel 2011 per esplorare la leadership nello sport all’interno dei gruppi-squadra rivolto ad atleti e allenatori, diretto a evidenziare i loro differenti punti di vista e rappresentarli in una logica di gap. Utilizzando la teoria della leadership di Bales sullo specialista nel compito e lo specialista socio-emozionale, all’interno di un’epistemologia costruttivista si è costruito un questionario che distingue l’importanza di uno specialista con l’effettiva sua presenza in squadra e queste informazioni risultano utili in termini di coerenzae motivazione. Il GCLQ tiene conto del momento di sport che si sta vivendo (allenamento, pre-gara, gara e post-gara) in quanto la coesione viene intesa come un processo dinamico che varia e si modifica nel tempo. L’ipotesi è che nei momenti di vita sportiva vi sia una diversa articolazione dell’importanza e dell’effettiva presenza della leadership in atleti e allenatori. La sperimentazione è stata fatta in contesti di altissimo livello agonistico maschile di diverse discipline sportive anche con disabilità fisica (pallacanestro, calcio, pallanuoto) per un campione di 74 atleti e 10 allenatori. Le evidenze hanno mostrato una grande sensibilità dello strumento nell’analisi degli specifici contesti sportivi, dove sembrerebbe emergere una maggiore coerenza tra allenatori e atleti nell’effettiva presenza dello specialista nel compito e socio-emozionale rispetto all’importanza data. Sembrerebbe, inoltre, che gli allenatori sentano una maggiore differenza tra importanza e effettiva presenza nello specialista socio-emozionale mentre gli atleti mostrerebbero un gap più trasversale per entrambi gli specialisti e in tutti i momenti sportivi. Patrizio Pintus ScuolaRegionaledellosportConiLombardia,Milano Elisa Morosi Centrocognitivo,Saronno PSICOLOGIA DELLO SPORT FOTO ARCHIVIO FIPAV