Il progresso della conoscenza. Il calcio ieri oggi e domani
Riccardo Capanna
ANNO EDIZIONE: 2022
GENERE: Libro
CATEGORIE: Metodologia
ISBN: 9788860286581
PAGINE: 220
2. 5 INDICE
INDICE
INTRODUZIONE Le mie idee, la mia storia
PRIMO CAPITOLO
La preparazione
fisica speciale
(1992)
- Premessa
- L’allenamento e il ruolo centrale
del Sistema Nervoso
- Perché l’atleta commette errori tecnici o non
comprende la strategia tattica?
- Il cervello è una “macchina” perfetta
che non sbaglia mai
- La mia proposta
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SECONDO CAPITOLO
Cali di tensione
nervosa nel deficit
di rendimento
(1994)
- Premessa
- Il carico di allenamento
- I parametri del carico esterno
- L’influenza del carico esterno
- Cosa cambia nelle esercitazioni di PTT
- La periodizzazione dell’allenamento
- Più impegno, maggior stabilità di rendimento
- Il paradosso metodologico
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TERZO CAPITOLO
Insegnare, che fatica!
(1994)
- Premessa
- Il metodo
- Conclusioni
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QUARTO CAPITOLO
Provate a
pensare che…
(1994)
- Premessa
- L’addestramento senso-percettivo
- L’allenamento fisico-atletico e il
perfezionamento tecnico
- L’allenamento tattico
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3. 6 Il progresso della conoscenza
QUINTO CAPITOLO
Il debito alattacido
spiato con un test
(1995)
- Premessa
- Modalità di esecuzione del test
- Le basi teoriche
- Elaborazione e interpretazione dei risultati
- Conclusioni
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SESTO CAPITOLO
L’altra faccia
della medaglia
(1996)
- Premessa
- Il modello di riferimento tecnico-tattico
- Il modello di riferimento fisico-atletico
- Il recupero, “l’altra faccia della medaglia”
- La ciclicità
- La progressività del carico di allenamento
- La continuità
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SETTIMO CAPITOLO
Allenare la resistenza
con le esercitazioni
a “secco”
(1997)
- Premessa
- La novità
- Le variabili nelle serie
- Le variabili nella seduta
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OTTAVO CAPITOLO
Lo sviluppo
della resistenza
attraverso il gioco
(1997)
- Premessa
- L’incremento dell’intensità dello stimolo
- L’incremento della quantità dello stimolo
- L’incremento della densità dello stimolo
- Esempi di esercizi
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NONO CAPITOLO
Programmazione
annuale per un
Settore giovanile
(1998)
- Obiettivi generali dell’allenamento di resistenza
- Obiettivi generali dell’allenamento per la forza
- Le varie tipologie di esercitazioni
- La periodizzazione
- Prima fase di “rodaggio”
- La seconda fase
- Esempio di periodizzazione durante il Campionato
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4. 7 INDICE
DECIMO CAPITOLO
Teoria
dell’allenamento:
facciamo il punto
della situazione
(1999)
- Premessa
- Critica alla Teoria tradizionale
- Come provare a cambiare pagina
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UNDICESIMO CAPITOLO
La flessibilità e la
mobilità articolare
(2000)
- Premessa
- Il metodo di stretching passivo di Bob
Anderson
- Il metodo PNF (Facilitazione Propriocettiva
Neuromuscolare)
- Il metodo di J. Wharton
- Il metodo della flessibilità dinamica
- Lo stiramento acuto
- L’allungamento cronico
- Conclusioni
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DODICESIMO CAPITOLO
Programmazione per
una Scuola calcio
(2000)
- Premessa
- Programma tecnico particolareggiato
- La tattica individuale
- La tattica di gruppo
- La tattica collettiva
- La programmazione di una seduta
di allenamento
- I test
- I processi cognitivi
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TREDICESIMO CAPITOLO
La tecnica
e la tattica
(2000)
- La tecnica
- Gli obiettivi tecnici
- Gli esercizi tecnici
- Note didattiche conclusive
- La tattica e la strategia
- L’intenzione tattica individuale
- Conclusioni
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QUATTORDICESIMO CAPITOLO
Teoria e metodologia
dell’azione motoria
(2002)
- Premessa
- Mettiamo a fuoco il problema
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5. 8 Il progresso della conoscenza
AVIGLIANO
8
AVIGLIANO
8 Il progresso della conoscenza
AVIGLIANO
Il progresso della conoscenza
AVIGLIANO
SEDICESIMO CAPITOLO
Un sasso nello stagno.
Considerazioni sulle
cause delle lesioni
muscolari e sugli
esercizi di forza
(2003)
- I muscoli più colpiti da lesioni muscolari
- L’essere umano è un’unità funzionale
- Analisi della coordinazione nella corsa
- Le macchine di muscolazione
- Gli esercizi con il bilanciere libero
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DICIASSETTESIMO CAPITOLO
Teoria dell’azione
motoria - come si
forma il movimento
(2006)
- Premessa
- La correzione del movimento
- Metodologia dell’azione coordinata
e fi
nalizzata
- Lo stadio della riduzione dei gradi di libertà
- L’esplorazione dei gradi di libertà
- La capitalizzazione dei gradi di libertà
- Conclusioni
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DICIOTTESIMO CAPITOLO
Verso il futuro
(2007)
- Premessa
- L’uomo impara e agisce come un organismo
integrato
- La coordinazione specifi
ca ha priorità assoluta
- In una settimana tipo, le esercitazioni devono
essere caratterizzate da tensioni muscolari
progressivamente crescenti
- Le esercitazioni di forza coordinativa
- Ogni esercitazione deve essere riproposta con
continuità, incrementando progressivamente
l’entità dello stimolo
- Calcolo dell’entità dello stimolo assoluto (ESA)
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QUINDICESIMO CAPITOLO
Un esempio
di programmazione
(2003)
- Il primo giorno di allenamento
- Esempi di esercitazioni 1C
- Il secondo giorno di allenamento
- Esempi di esercitazioni 2C
- Il terzo giorno di allenamento
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142
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6. 9 INDICE
DICIANNOVESIMO CAPITOLO
Dossier Infortuni
(2009)
- Premessa
- Gli infortuni muscolari
- Le caratteristiche anatomiche
- Le funzioni neuro-motorie
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VENTESIMO CAPITOLO
L’allenamento
funzionale
(2015)
- L’allenamento funzionale
- L’analisi della prestazione
- La contraddizione fisiologica
- La contraddizione metodologica
- Il ritmo di gioco
- La caratteristica principale di una prestazione
di resistenza
- Le modalità con cui far svolgere le “sedute di
resistenza integrata”
- La durata della seduta
- Un’idea per cambiare!
- Conclusioni
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VENTUNESIMO CAPITOLO
Fine
della “storia”
(2020)
- Premessa
- La didattica
- Passato e futuro
- Come si è passati dal Cognitivismo classico
al Cognitivismo incarnato
- Il Cognitivismo incarnato
- Il sistema specchio
- Il sistema visuo-motorio
- Le peculiarità del Sistema Specchio
- Prima funzione
- Seconda funzione
- Terza funzione
- Quarta funzione
- Quinta Funzione
- Sesta funzione
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BIBLIOGRAFIA
7. A causa di questo elaborato, in cui critico l’uso di alcune
apparecchiature da palestra utilizzate comunemente per
incrementare la forza degli arti inferiori, ho acquisito
la “fama” di colui che vuole andare sempre e comunque
“controcorrente”.
Posso assicurare il lettore che non è così.
Il mio ragionamento era molto lineare.
Mi chiesi come fosse possibile credere che esercizi
denominati erroneamente “specifici”, eseguiti effettuando
movimenti che poco o nulla hanno a che fare con le
azioni di un atleta che corre e gioca a Calcio, potessero
migliorarne il rendimento in gara e allo stesso tempo
preservarlo dagli infortuni.
Se già a quei tempi non ero d’accordo nel fare effettuare
queste tipologie di esercitazioni utilizzando la leg-
extension, la leg-curl e la pressa, attualmente il mio
parere in merito è ancora più negativo, proprio perché ho
avuto l’opportunità di conoscere i principi su cui si basa
l’attuale definizione di “attività motoria specifica”.
Un esempio per tutti lo posso fornire ricordando che
esercitandosi alla pressa è previsto di “spingere” con le
gambe contro una piastra per sollevare un sovraccarico.
Poiché il giocatore correndo “spinge” con gli arti inferiori
“contro la terra”, si arrivò alla conclusione che la
gestualità “di spinta” utilizzata alla pressa fosse specifica
per migliorare il suo rendimento nelle accelerazioni.
Era ed è mia convinzione, che tali esercitazioni non siano
correlate con l’impegno che il calciatore deve sostenere
durante la partita, e non favoriscano perciò l’acquisizione
dei risultati agonistici sperati.
Un sasso
nello stagno
Considerazioni sulle cause delle lesioni
muscolari e sugli esercizi di forza
presentazione SEDICESIMO CAPITOLO
8. In questo scritto ho affrontato diversi argomenti.
Fra questi, alcuni sono trattati con sufficiente
correttezza e per questo possono risultare utili
ai tecnici che desiderano insegnare delle attività
motorie nuove ai loro atleti.
In quel periodo, come ho detto, pur dimostrando
interessanti intuizioni, alcune asserzioni non
concordano perfettamente con quelle che avrei
potuto fare attualmente. Ad esempio, a un certo
punto ho affermato che per favorire, la correzione
di una gestualità scorretta, l’atleta avrebbe dovuto
controllare “coscientemente” la propria motricità.
Come vedremo nel 21°capitolo questa eventualità
non è possibile.
Nel complesso della trattazione però, nell’affrontare
l’argomento riferito all’apprendimento motorio,
debbo confessare di essere stato molto aiutato
dall’avere approfondito gli studi di N. A. Bernstein,
uno scienziato sovietico che già all’inizio del secolo
scorso era all’avanguardia nel campo della ricerca
relativa agli studi sulla motricità.
Per quanto riguarda la terminologia utilizzata da
Bernstein per indicare i vari tipi di esercitazioni,
debbo precisare che non è la medesima di quella
che utilizzerei ora, mentre riferendomi ai concetti
sui quali si basa la sua proposta, posso ribadire che
sono paragonabili a quelli esposti attualmente.
Teoria dell’azione motoria –
come si forma
il movimento
presentazione DICIASSETTESIMO CAPITOLO
9. Il contenuto di questo scritto propone argomenti che
caratterizzarono il periodo intermedio che intercorre
fra le “vecchie” e le “nuove” mie conoscenze.
Stavo superando il passato per avviarmi verso il futuro.
Per continuare nell’impresa che avevo iniziato anni
prima contro il “dualismo cartesiano”, riproposi delle
riflessioni su un concetto che ricorre spessissimo nei
miei scritti, ovvero quello che considera l’essere umano
una struttura funzionalmente integrata.
La “guerra” contro le idee di Cartesio non era e non è
ancora finita.
Alcuni argomenti che ho sintetizzati in questo elaborato
li avevo già trattati in un mio precedente libro, nel
quale annunciai, forse per la prima volta in un testo a
carattere sportivo, la scoperta di una tipologia di cellule
nervose, i cosiddetti neuroni specchio, di cui non si
era conosciuta l’esistenza fino agli anni ’90 del secolo
scorso.
Anche senza la precisione di cui sarei capace ora, nel
proseguo dello scritto faccio riferimento al fatto che
durante le sedute di allenamento del gioco del Calcio si
dovrebbe dare priorità alle esercitazioni “specifiche”,
ovvero a quelle in cui si perseguono gli stessi “scopi” che
caratterizzano la partita.
Pure interessanti mi sembrano, le considerazioni che
feci riguardo le modalità con le quali ho suggerito di
ricercare l’incremento della resistenza, tanto che i
principi generali li ho riproposti nove anni dopo nello
scritto che costituisce il 20° capitolo di questo libro.
Affronto poi per l’ennesima volta un’altra “battaglia”,
quella contro le macchine di muscolazione.
Fui quasi obbligato a riprendere l’argomento già trattato
in precedenza perché tali strumenti, nonostante le
motivazioni che suffragavano i motivi per i quali non era
corretto utilizzarli, continuavano a essere considerati
dai preparatori fisici dei mezzi indispensabili e
insostituibili per rafforzare gli arti inferiori.
Verso il futuro
presentazione DICIoTTESIMO CAPITOLO
10. Il problema degli infortuni muscolari nel gioco del Calcio
è sempre all’ordine del giorno.
Nonostante vengano applicati dei protocolli di
prevenzione diversi, svolti con ottimi intendimenti
da parte dei preparatori fisici, ogni squadra di
professionisti o di dilettanti subisce durante l’anno
agonistico molte defezioni, che risultano essere spesso
determinanti per il rendimento nel proseguo del
Campionato.
Purtroppo non sono stati trovati ancora dei rimedi
efficaci per far fronte a detta evenienza. Ogni staff
applica le modalità di prevenzione alla propria
maniera, alcuni dando predominanza al rafforzamento
muscolare, altri alla coordinazione di movimenti veloci,
altri al riequilibrio posturale, ecc.
Personalmente nei tanti anni in cui sono stato
impegnato nel mondo del Calcio, pur vedendo applicare
numerose strategie, mai ho sentito affrontare il
problema facendo riferimento per esempio al “ritardo”
nel riassorbimento dello ione Ca++
nella fibra muscolare.
È noto che fino a quando detto ione non viene
riassorbito, i ponti acto-miosinici posti fra l’actina
e la miosina non si “staccano”, e le fibre muscolari
interessate rimangono contratte.
Se questo evento accade durante il gioco e il muscolo
viene stirato forzatamente, alcune fibre rischiano di
lesionarsi.
Dossier infortuni
presentazione DICIANNOVESIMO CAPITOLO
11. Ancora una volta sei anni fa, come mi era capitato più
volte in precedenza, ho sentito la necessità di registrare
delle riflessioni scritte, dopo avere osservato durante gli
allenamenti, l’attuazione di alcune modalità didattiche
obsolete.
Nell’elaborato che segue, dopo aver dedicato un po’
di spazio ad argomenti più consoni ai Mister, tornai a
occuparmi di preparazione fisica e in particolare dello
sviluppo della resistenza.
A questo proposito tenendo fede alle convinzioni che
avevo già espresso in precedenza, ho suggerito delle
modalità di allenamento in cui l’atleta riproduce, con
e senza palla, la motricità corrispondente a quella che
svolge in partita.
Ci tenni inoltre a far porre l’attenzione dei colleghi,
a completamento degli scritti precedenti, su come il
concetto di “integrazione” sia un po’ ambiguo e quindi,
talvolta anche male interpretato.
Normalmente quando si utilizza il verbo “integrare”
s’intende, nella maggior parte dei casi, l’idea di
“aggiungere” un elemento a quelli che già si possiedono.
In ambito scientifico quando ci si riferisce a un
“meccanismo integrato” s’intende tutt’altro.
Ricordo ancora una volta che per la Scienza in una
struttura biologica integrata ogni parte “funziona in
funzione” dell’altra e l’insieme fornisce, come risultato
del suo operato, una “nuova proprietà”, che nulla ha a
che vedere con i componenti che l’hanno generata.
Dati questi presupposti quando si parla di “allenamento
integrato” nel Calcio, non si deve intendere l’alternarsi
in una “seduta”, di una attività con la palla guidata dal
Mister che si aggiunge a quella proposta dal preparatore
fisico.
Quando si parla di attività integrata, ci si deve
riferire invece alla caratteristica di ogni “singola
esercitazione”, nella quale deve essere previsto
l’impiego contemporaneo di stimoli che supportino
l’apprendimento tecnico-tattico e di stimoli che
influenzino positivamente la prestazione fisica.
L’ALLENAMENTO FUNZIONALE
presentazione VENTESIMO CAPITOLO