Ottimizzare il movimento nello sport - Lo sviluppo delle abilità motorie nell’approccio ecologico
Rob Gray
.
ANNO EDIZIONE: 2024
GENERE: Libro
CATEGORIE: Allenamento sportivo
ISBN: 9788860287069
PAGINE: 232
.
Una ventata di rivoluzionaria novità quella di Gray nell’interpretazione delle modalità da adottare da parte di individui comuni e sportivi d’élite per perfezionare le proprie abilità motorie.
La pratica sportiva e lo stesso coaching ad essa connesso devono diventare più creativi e divertenti, dando agli atleti l’opportunità di esplorare e sostenere le proprie caratteristiche e la propria creatività. Infatti è tempo, secondo l’Autore, di allontanarsi dall’idea che si possa “imparare” attraverso una noiosa ripetizione di un’abilità in un ambiente di pratica simile, per quanto possibile, all’attività che si vuole perfezionare correndo attraverso le gomme, colpendo improbabili bersagli o dribblando conetti.
Questo libro permette di rivolgere uno sguardo interessato all’entusiasmante approccio alternativo su come impariamo a muoverci e sulle implicazioni che riguardano il coaching in merito alla fase di progettazione pratica, sullo sviluppo della possibilità di mantenere i bambini impegnati in una confacente attività sportiva e, a livelli più elevati, sulla prevenzione degli infortuni derivanti da sollecitazioni spinte, sullo sviluppo della tecnologia di allenamento e relativo utilizzo degli strumenti di analisi e molto altro ancora.
2. OTTIMIZZARE IL MOVIMENTO NELLO SPORT
4
INDICE
Prefazione
di Claudio Robazza 7
Nota del Traduttore
di Claudio Mantovani 9
Introduzione
Oltre “Come impariamo a muoverci” 11
Capitolo 1
Sfruttare il potere del rapporto atleta-ambiente 19
Capitolo 2
Vedere attraverso “Matrix”:
cogliere le informazioni dall’ambiente 29
Capitolo 3
Ottimizzare il controllo dello sguardo 47
Capitolo 4
Focalizzare l’attenzione nel punto giusto 63
Capitolo 5
Muoversi per controllare il “futuro attuale” 83
Capitolo 6
L’allenamento basato sulle affordance 101
Capitolo 7
Pali da tenda più forti: sfruttare la tensione muscolare
e la biotensegrità 119
3. 5
Capitolo 8
Muoversi con efficienza ed economia 129
Capitolo 9
Intenzionalità competente:
mantenere aperte le opzioni e decidere lentamente 139
Capitolo 10
Imparare a sfruttare la metastabilità
e la molteplicità delle soluzioni motorie 151
Capitolo 11
Imparare a coordinarsi con i compagni di squadra:
sviluppare affordance condivise 159
Capitolo 12
Ricordare e utilizzare le informazioni “offline” 171
Capitolo 13
Pratica affettiva:
imparare a gestire la pressione e le emozioni 181
Capitolo 14
Quanto difficile dovrebbe essere l’allenamento?
La “regola del 70%” e il giusto livello di sfida 189
Capitolo 15
Adattarsi al dolore e alle lesioni e diventare anti-fragili 203
Capitolo 16
Alcuni strumenti a supporto della progettazione
dell’allenamento 211
Conclusioni 218
Bibliografia 219
Glossario 226
L’Autore 231
4. 7
PREFAZIONE
L’interesse personale per lo studio e la ricerca sul controllo e l’apprendimento mo-
torio risale ai tempi in cui ero studente universitario. La passione è rimasta viva nel
corso degli anni e mi spinge tuttora a comprendere e approfondire questo campo
d’indagine anche attraverso la condivisione di conoscenze ed esperienze con gli stu-
denti dei corsi di laurea in Scienze Motorie e con coloro che partecipano a corsi di
formazione e aggiornamento per tecnici,allenatori e insegnanti,ponendo un’attenzio-
ne particolare alle applicazioni in ambito motorio e sportivo.
Devo riconoscere, tuttavia, che il compito di insegnare e divulgare le tematiche ine-
renti quest’area rappresenta una sfida.Ad oggi, infatti, non esiste ancora una teoria
unificatrice del movimento che possa rendere conto e spiegare in modo esaustivo il
comportamento motorio e l’apprendimento.Vengono piuttosto avanzate diverse po-
sizioni teoriche che spesso entrano in conflitto tra loro, con argomentazioni talvolta
incoerenti e frammentate. Questa situazione tende a creare confusione e disorienta-
mento non solo tra i meno esperti, ma anche tra gli specialisti del settore.
Motivato dal desiderio di fare chiarezza, è stata quindi una piacevole sorpresa la sco-
perta del podcast online “Perception & Action” di Rob Gray. Attraverso commenti,
interviste e materiali estremamente interessanti,l’attenzione è posta sull’acquisizione
delle abilità e sull’applicazione di nuove tecnologie nello sport e in altri settori che
richiedono elevate prestazioni. Nell’ottica di un approccio interdisciplinare, fondato
su scienze dello sport, psicologia, ingegneria, analisi della prestazione e neuroscienze,
vengono approfonditi i concetti di base e lo stato attuale della ricerca.
Gli stessi temi affrontati nel podcast sono trattati in modo dettagliato e approfondito
in questi due volumi. Ciò che colpisce il lettore è la semplicità e la chiarezza con cui
vengono descritte, spiegate e rese accessibili attraverso la trasposizione in esperien-
ze concrete una serie di nozioni teoriche complesse ed apparentemente ermetiche,
quali l’approccio guidato dai vincoli, l’affordance e la degenerazione.
Tale chiarezza espositiva e la traduzione dei concetti in proposte operative coerenti
con la teoria derivano da una profonda conoscenza della materia, testimoniata da
numerose pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche e libri, nonché da una vasta
esperienza pratica con atleti di sport individuali e di squadra, allenatori, agenzie go-
vernative, aziende tecnologiche, start-up e forze armate.
La competenza nel trattare i concetti teorici chiave e nell’applicare sapientemente
la ricerca all’acquisizione delle abilità motorie si ritrova pienamente in quest’opera.
5. OTTIMIZZARE IL MOVIMENTO NELLO SPORT
8
Il primo volume,“Come impariamo a muoverci”, rappresenta esattamente ciò che è il
sottotitolo:“L’apprendimento delle abilità motorie nell’approccio ecologico”. In esso ven-
gono confutati miti comuni, come l’esistenza di una tecnica ideale del movimento e
la convinzione che si diventi abili ripetendo all’infinito una tecnica perfetta.Vengono
piuttosto presentate metodologie alternative basate sulla variabilità e sull’esplorazio-
ne di soluzioni personali e creative anche attraverso ciò che potrebbe apparire un
paradosso, ovvero “la libertà attraverso le costrizioni”.
Anche il secondo volume,“Ottimizzare il movimento nello sport”, con il sottotitolo “Lo
sviluppo delle abilità motorie nell’approccio ecologico”, offre una prospettiva stimolante
che sfida il senso comune. Il lettore è guidato a comprendere il rapporto stretto tra
l’atleta e il suo ambiente e ad utilizzare strategie efficaci che consentano la progres-
sione dalla competenza alla maestria, da un livello di prestazione medio a uno di élite,
da un’azione dispendiosa ad un’azione economica e funzionale.
In entrambi i volumi vengono esplorati i principi per l’apprendimento motorio e il
perfezionamento del movimento basati sull’evidenza. Il percorso proposto è reso
avvincente dalla competenza dell’autore e dalla sua coinvolgente modalità espositiva.
Gli accademici, i ricercatori, gli studenti, gli allenatori e tutti coloro che studiano o
lavorano in quest’ambito troveranno molte risposte ai loro dubbi e una grande quan-
tità di stimoli e indicazioni applicative innovative.
Posso affermare con convinzione che quest’opera è in grado di cambiare radicalmen-
te la prospettiva di molti lettori e il loro modo d’insegnare o apprendere le abilità
motorie e sportive. I concetti presentati nei due volumi offrono alternative rivoluzio-
narie che sfidano i paradigmi tradizionali e invitano a considerare nuove prospettive
nell’apprendimento motorio, nel miglioramento delle abilità e nell’allenamento.
I due volumi,in definitiva,rappresentano una lettura stimolante ed istruttiva per chiun-
que sia interessato all’apprendimento motorio, al perfezionamento delle abilità e alla
prestazione sportiva di qualsiasi livello. L’autore è in grado di comunicare in modo
semplice e accattivante, rendendo la scienza dell’apprendimento motorio accessibile
a un vasto pubblico. Con convinzione, raccomando vivamente quest’opera a tutti
coloro che vogliono apprendere nuove metodologie d’insegnamento e allenamento
delle abilità motorie per poi applicarle efficacemente in ambito motorio e sportivo.
Claudio Robazza
Professore ordinario di Metodi e didattiche delle attività motorie all’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-
Pescara. Ha ottenuto il diploma in Educazione fisica presso l’Istituto Superiore di Educazione fisica, la laurea
in Psicologia, ed il dottorato in Scienze e Tecniche delle Attività Fisiche e Sportive presso l’Università Joseph
Fourier di Grenoble. È Coordinatore Didattico Scientifico della Scuola Regionale dello Sport dell’Abruzzo e docente
Nazionale della Scuola dello Sport. Come psicologo dello sport ha lavorato per diverse federazioni con atleti di
alto livello praticanti sport individuali e di squadra. È attualmente lo psicologo della squadra Nazionale Italiana
di Rugby e della Federazione Italiana di Tiro con l’Arco. La sua attività di ricerca riguarda principalmente lo
studio della relazione fra emozioni e prestazione motoria e sportiva, l’ottimizzazione della prestazione sportiva
e l’apprendimento motorio. È autore di molteplici pubblicazioni su riviste internazionali e nazionali ed autore o
coautore di libri e capitoli di libro. Nel 2015 gli è stato conferito l’Ema Geron Award dal Consiglio Direttivo della
Federazione Europea di Psicologia dello Sport (FEPSAC), per aver contribuito in modo eccezionale, sul piano
nazionale, allo sviluppo della psicologia dello sport e dell’esercizio. Nello stesso anno gli è stato conferito il
Diploma of Honour – Bronze Medal dall’International Shooting Sport Federation (ISSF) in apprezzamento dei
servizi forniti alla federazione internazionale di tiro.
6. 11
Pensiamo agli atleti più abili. Cos’è che li differenzia dagli altri nel loro sport?
Hanno segnato più gol o fatto più punti, hanno vinto di più e riportato migliori dati
statistici nelle loro prestazioni?
Si tratta solo di risultati prestativi?
Mentre scrivo questa prefazione,due degli atleti più abili di tutti i tempi hanno appena
terminato la loro carriera: Serena Williams e Roger Federer.
Questi due grandi del tennis sono tenuti in così alta considerazione solo perché han-
no vinto molte partite o c’è dell’altro? Penso che per la maggior parte delle persone
ci sia dell’altro.
Non si tratta solo di quello che hanno fatto, ma anche di come lo hanno fatto.
Gli atleti più abili, in genere, lo sono anche nel muoversi coordinatamente: sembrano
essere più potenti e fluidi e hanno un ritmo ed un tempismo migliori.
Sembrano essere un passo avanti rispetto ai loro avversari e si comportano come se
in qualche modo il tempo si muovesse più lentamente per loro. Colgono le opportu-
nità che gli altri perdono e hanno una “visione” migliore.
Come un capitano alla guida di una nave, apportano sottili aggiustamenti alla loro
abilità per affrontare quella furiosa tempesta perenne intorno a loro, dovuta a nuove
regole, nuove tecnologie, nuove attrezzature e una folla apparentemente infinita di
atleti più giovani che cercano di soppiantarli. Accettano continuamente la sfida dei
grandi momenti, muovendosi come se fossero soli piuttosto che giocare davanti a
migliaia di fan. Sembrano essere senza età e indistruttibili, mantenendo la loro abilità
nonostante le incursioni del tempo che passa e l’accumulo di infortuni e stop subiti.
A vederli in azione, in realtà, non sembra abbiano sofferto così tanto!
Inoltre, come ben illustrato da Williams e Federer, non impiegano la stessa tecnica di
movimento “ideale” degli altri, bensì hanno il loro approccio e stile unico per sfrutta-
re al meglio i loro punti di forza individuali.
In questo libro,si prova ad oltrepassare l’analisi di“Come impariamo a muoverci”,os-
sia si cerca di andare oltre il semplice tentativo di capire come si raggiunge un livello
base di controllo e coordinazione sul corpo in modo da poter raggiungere i propri
obiettivi. Passare, dunque, dalla competenza alla maestria. Da un livello adeguato a
uno ottimale. Dall’avere “molte soluzioni di movimento”, al raggiungere una modalità
economica ed efficiente.
INTRODUZIONE
OLTRE “COME IMPARIAMO A MUOVERCI”
7. OTTIMIZZARE IL MOVIMENTO NELLO SPORT
12
Si cercherà, in questo libro, di passare dal disporre di troppe opzioni diverse su come
muoversi,allo sfruttare efficacemente questa abbondanza di possibili soluzioni di mo-
vimento. Dalla decisione di scegliere la migliore opzione disponibile, al modificare le
diverse opzioni esistenti.
Dal percepire per agire, fino anche all’agire per “percepire/muoversi” per raccogliere
più informazioni possibili.
Dal sentirsi affrettati e sotto pressione, al rallentare il tempo e comportarsi come se
si conoscesse cosa possa accadere fin dall’inizio.
E ancora, si terrà in considerazione come passare dalla costruzione di abilità che
possono essere facilmente distrutte a quelle che sono adattabili e persino anti-fragili,
diventando più forti attraverso le sfide che incontriamo; esplorare, infine, come pos-
siamo sviluppare un movimento ottimale: utilizzare, cioè, schemi di movimento che
producono la massima prestazione in presenza di condizioni vincolanti per ciascun
atleta1
.
NOTA
1
“La comprensione del movimento è un processo di
enskilment, in cui l’apprendimento è inseparabile dal
fare, e in cui entrambi sono coinvolti nel contesto di un
impegno pratico nel mondo.”
Tim Ingold2
8. 13
Introduzione
Sfruttare il potere della relazione atleta-ambiente
Sebbene ovviamente non esista un semplice metodo di allenamento,“un trucco” o
un’esercitazione che possa trasformare un tennista medio in SerenaWilliams o Roger
Federer, esiste un principio generale che dovrebbe guidarci su questa strada.
Diventare un giocatore d’élite significa stabilire, mantenere e sviluppare il rapporto
tra l’atleta e il suo ambiente.
Come Ingold descrive così meravigliosamente nella citazione in nota 1, il percorso
per diventare un’élite non riguarda “acquisire abilità” o “diventare abili”. Non si tratta
di estrarre qualcosa dall’ambiente che viene immagazzinato dentro ciascuno in modo
da “controllare qualcosa di controllabile”. Riguarda l’apprendere cosa si fa attivamen-
te in un determinato luogo.
L’abilità riguarda il contesto, la simmetria e l’uso dei verbi, non dei nomi.
Non possiedo buone abilità matrimoniali. Ho un buon matrimonio con mia moglie.
Il contesto è tutto: non credo che mi piacerebbe verificare se ho buone capacità
matrimoniali in generale e fuori dal contesto del mio matrimonio! E, a pensarci bene,
non ho un buon matrimonio, ma io e mia moglie “facciamo” in modo che sia un buon
matrimonio.
Un “buon matrimonio” non è qualcosa che una persona può possedere per sé stessa,
ma per definizione è qualcosa che è tra di noi, ha reciprocità e simmetria.
Infine, negli anni ho imparato che devi relazionarti con il tuo partner non solo per
avere una relazione. Relazionarsi – verbo dinamico e mutevole, dimostrato attraverso
il fare. Non relazione - sostantivo – è uno stato statico.
In questo libro, spero di convincere il lettore che muoversi in modo ottimale è tutta
una questione incentrata su una relazione, illustrata in figura 1.
Percezione
Azione
Atleta
Ambiente M=f(I)
Figura 1
Il rapporto atleta-ambiente.
9. OTTIMIZZARE IL MOVIMENTO NELLO SPORT
14
L’ambiente dove ti muovi è, di fatto, il tuo compagno e come un buon compagno, ha
molto da offrire!
L’ambiente circostante è una ricca e abbondante fonte di informazioni che può gui-
darti verso il successo, che invita ad agire. Non hai bisogno di capire tutto da solo,
ma collegandoti ad esso puoi modellarlo e modificarlo attraverso il tuo movimento,
aumentando gli input che ti invia.
Nel Capitolo 1 indagheremo in dettaglio questa relazione atleta-ambiente,mostran-
do ciò che essa può offrire.
Sottolineeremo il punto chiave,ossia che vi è intelligenza in tutto il sistema,in tutte le
parti di questa relazione; Nel nostro corpo, nell’ambiente, attraverso le informazioni
sensoriali e non solo nella testa dell’atleta.
Nei Capitoli 2-4 esamineremo le informazioni ricavabili dal nostro ambiente e come
possiamo raccoglierle nel modo più efficace. Per molte delle abilità che eseguiamo in
molti sport diversi, abbiamo creato una “Matrix”: come nel popolare film con Keanu
Reeves, abbiamo costruito intorno a noi questo mondo complesso che richiede ela-
borazione, interpretazione e disambiguazione.
Ad esempio, prendiamo lo sport principale in cui lavoro, il baseball: abbiamo convin-
to i battitori che hanno bisogno di capire che tipo di lancio sta arrivando (una palla
veloce a 2 o 4 cuciture, o una palla curva), ma il lanciatore può lanciare con elementi
condizionanti diversi (es. con una maggiore rotazione del solito), inserendo il lancio
in una particolare sequenza, o usando una sorta di inganno, ecc.
Abbiamo creato, di fatto, questa trama eccessivamente complicata quando la storia è
molto semplice: l’unica informazione di cui il battitore ha bisogno per colpire la palla
con successo è conoscere il punto in cui la palla attraverserà il piatto e quando sarà lì.
In questo libro, voglio dunque saltare alla fine del film e “vedere attraverso Matrix”.
Frantumeremo l’illusione e troveremo le informazioni di cui abbiamo bisogno per
controllare le nostre azioni, che stavano solo aspettando che noi lo facessimo.
Nei Capitoli 5-8, ci occuperemo del movimento. Qui, spero di togliere alcuni degli
enormi fardelli affibbiati all’onnipotente cervello! Nelle concezioni tradizionali del
controllo motorio, il cervello ha avuto un ruolo da controllore nella relazione atle-
ta-ambiente, ma è tempo di fare marcia indietro. Raggiungeremo questo obiettivo in
due modi diversi: in primo luogo, voglio illustrare che quando creiamo una relazione
con il nostro ambiente, tra input e movimento, otteniamo molte informazioni gratui-
tamente, diventano cioè semplici conseguenze della nostra relazione.
Si veda, ad esempio, l’anticipazione. È stato a lungo ritenuto che per essere “un passo
avanti” rispetto al proprio avversario,un atleta debba fare molte previsioni complesse
nella propria testa prima di muoversi: considerare la situazione, soppesare le proba-
bilità di diverse azioni, ecc. Ma ancora una volta, abbiamo complicato eccessivamente
tutto ciò.
10. 15
Introduzione
“Anticipazione” riguarda l’agire, il muoversi. Nello specifico, si verifica quando una
parte del sistema (l’atleta) esegue ora ciò che un’altra parte del sistema (ad esempio,
una palla o un avversario) farà tra qualche secondo.
E so che sembra impossibile,ma tutto ciò può essere una semplice conseguenza dello
stabilire e mantenere il giusto tipo di relazione informazione-movimento, M=f(I).
In secondo luogo, spero di cambiare il modo in cui un atleta vede il proprio corpo.
Per la maggior parte, pensiamo che il corpo sia una struttura rigida, che ha una con-
figurazione preimpostata con parti preimpostate che eseguono funzioni specifiche e
preimpostate. E che tutto ciò sia immutabile. Prendiamo ad esempio una bicicletta: ha
manubrio, ruote, pedali, ecc. che sterzano, frenano, accelerano, ecc: tutta l’intelligenza,
tutto il controllo viene dal ciclista. Il ciclista deve girare il manubrio alla velocità ap-
propriata, esercitare la giusta forza sui pedali e premere la leva del freno al momento
giusto.La bici non fa niente di tutto questo per noi,ma è lo strumento che utilizziamo
per esprimere le nostre capacità. Non è abile in sé e per sé. Non funziona così per il
corpo umano, il nostro cervello non è seduto in cima a una bicicletta! Quando consi-
deriamo il nostro corpo come parte della relazione atleta-ambiente, è più malleabile
che rigido, più software che hardware. Può, infatti, riconfigurarsi e riorganizzarsi per
svolgere compiti diversi; utilizza le stesse parti per funzioni diverse e parti diverse
per la stessa funzione; controlla magistralmente la tensione per mantenere struttura
e stabilità. Se lo si lascia libero, il corpo è intelligente e abile.
Nei Capitoli 9-12, viene presa in considerazione l’adattabilità: come possiamo adat-
tare e modificare il nostro rapporto con l’ambiente per mantenerlo forte.Tornando
all’analogia matrimoniale, non c’è un modo di relazionarsi con il proprio partner che
sarà vincente per sempre: occorre, infatti, considerare l’arrivo di bambini, le rate del
mutuo, i nuovi lavori, l’invecchiamento, ecc. In questo mix occorre trovare continua-
mente nuovi modi per interagire e comunicare. Come illustrato nella figura 2, questo
vale anche per lo sport.
Essere abili non è un processo per ripetere sempre la stessa soluzione, ma è ripetere
il processo per trovare una soluzione sempre più adatta3
.
I vincoli che affrontiamo (come il tipo di superficie su cui giochiamo a tennis) cambia-
no continuamente creando nuovi problemi di movimento da risolvere. Come vedre-
mo in questa sezione, due delle chiavi per risolvere i problemi di volta in volta sono:
(i) darsi molte opzioni diverse per risolvere i problemi e (ii) muoversi per mantenere
queste opzioni a propria disposizione il più a lungo possibile.
Comprendendo come ciò possa essere raggiunto, capovolgeremo il processo deci-
sionale, dimostrando che un buon processo non è tipicamente sinonimo di rapido
processo, piuttosto spesso si ritarda la decisione il più a lungo possibile.
11. OTTIMIZZARE IL MOVIMENTO NELLO SPORT
16
Nei Capitoli 13-15,si tratta di come possiamo evitare i problemi illustrati nella figu-
ra 3, cioè lasciare che “vincoli avversi” come lesioni, dolore, un alto livello di difficoltà
del compito e la pressione compromettano la relazione atleta-ambiente.
A volte questo può condurre alla fine della carriera di un atleta.
Sarà dunque analizzato il modo in cui possiamo stabilizzare e rafforzare le nostre abi-
lità e non è certo il modo in cui la maggior parte delle persone si aspetta. Non trat-
teremo le nostre abilità come dei vasi di vetro che maneggiamo con cura e mettiamo
su uno scaffale,al di fuori di ogni pericolo,ma rafforzeremo le nostre abilità cercando
deliberatamente di “romperle” durante l’allenamento.
Continueremo a spingere e a sfidare gli atleti con nuovi problemi di movimento
da risolvere, faremo pressione su di loro - magari, chiedendo di tenere un discor-
so ai loro compagni di squadra dopo l’allenamento - oppure creare condizioni con
una molteplicità di variabili e posizioni instabili. Puntiamo all’ “anti-fragilità”, non solo
evitando il calo delle prestazioni come il soffocamento sotto pressione (choking), ma
migliorandole e rafforzandole attraverso le avversità.
Compito
Ambiente
Vincoli
t1
Compito
Individuo Ambiente
Vincoli
t2
Compito
Individuo Ambiente
Vincoli
t3
Individuo
Erba Veloce Terrarossa
Informazione Movimento
f(1) Informazione Movimento
f(3)
Informazione Movimento
f(2)
Figura 2
Adattabilità. Cambiamenti nel modello di movimento in risposta a cambiamenti nei vincoli
(ad esempio, superficie di gioco).
12. 17
Introduzione
Infine, nel Capitolo 16 esaminerò alcuni degli strumenti che ho trovato più utili per
sviluppare la relazione atleta-ambiente.
Come possiamo realizzare una pianificazione dell’allenamento basata sui dati? Come
possiamo creare una cassetta degli attrezzi di spunti, vincoli e attività pratiche per gli
allenatori, in modo che tutti lavorino sullo stesso insieme di principi fondamentali?
Compito
Ambiente
Vincoli
t1
Compito
Individuo Ambiente
Vincoli
t2
Compito
Individuo Ambiente
Vincoli
t3
Individuo
Infortunio Difficoltà
delcompito
Pressione
Informazione Movimento Informazione Movimento Informazione Movimento
Figura 3
Interruzione della relazione informazione-movimento a causa di lesioni,difficoltà del compito o pressione del pubblico.
13. OTTIMIZZARE IL MOVIMENTO NELLO SPORT
18
Continuiamo a esplorare, siete d’accordo?
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno acquistato, letto e fornito feedback sul mio
primo libro:
Come impariamo a muoverci. L’apprendimento delle abilità motorie nell’approccio ecologico
La risposta è stata travolgente e con sincera umiltà, sono ancora sorpreso per una
tale accoglienza. Ma, soprattutto, mi ha dato grande ispirazione e motivazione per
scriverne un altro! Una delle cose più gratificanti del mio libro sono state le reazioni
della maggior parte degli allenatori e atleti con cui ho interagito. La frase che uso per
descriverlo è: “ha senso”.
La logica di questo approccio“rivoluzionario” all’apprendimento delle abilità ha senso
per molte persone. Usarlo rende l’allenamento più vivo, dinamico e divertente e si
avvicina di più al gioco stesso, che è la prima preoccupazione per tutti!
E in molti casi, le idee che presento sono molto simili alle attività pratiche che gli
allenatori hanno sviluppato attraverso anni di sperimentazione e una ricchezza di
conoscenze esperienziali.
Non stiamo “reinventando la ruota”, stiamo cercando di crescere, adattare ed espan-
dere i nostri metodi di allenamento attraverso la comprensione della teoria sotto-
stante all’acquisizione delle abilità.
Questo libro si basa su molti dei principi chiave discussi nel precedente lavoro. Rivisi-
teremo molti dei nostri “vecchi amici”, tra cui variabilità, auto-organizzazione, accop-
piamento e vincoli. Daremo un’altra occhiata all’approccio guidato dai vincoli (CLA)
e all’apprendimento differenziale (DL).
14. www.calzetti-mariucci.it
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