ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Scienza e Movimento
PAGINE: 56
.
Effetti di una esposizione cronica allo stimolo vibratorio su un modello sperimentale murino
di Gherardo Bertocchi
Resistance training: analisi comparativa tra il protocollo di esercizi multiarticolari e monoarticolari
di Daniele Gattuso
Dal calisthenics alla psicocibernetica: evoluzione del metodo ed effetti adattivi
di Francesco Vitucci
L’evoluzione delle arti marziali: dalla pratica tradizionale all’agonismo moderno negli sport da combattimento
di Francesca Lo Re
Small-sided games: analisi descrittiva del carico esterno mediante rilevazione con gps
di Italo Sannicandro
Dal web. Il ruolo (negativo) di multivitaminici e integratori di cisteina per bodybuilder e atleti di endurance
di Pierluigi De Pascalis
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
Pagine da Scienza e Movimento 20
1. fisiologia
dell’allenamento
5Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019
INTRODUZIONE
Quando si parla di plasticità ci si riferisce, di soli-
to, alla particolare proprietà che ha un solido di
subire deformazioni di notevole ampiezza che
permangono al cessare della sollecitazione che
le ha prodotte.
L’impiego scientifico di questo termine ha tro-
vato ovvia collocazione in discipline come la fi-
sica e l’ingegneria con lo scopo di descrivere le
proprietà meccaniche tipiche di alcuni materiali.
Solo in tempi più recenti il termine “plasticità”
ha trovato applicazione anche in campo neu-
robiologico, con riferimento alla “modificabili-
tà” dimostrata dal sistema nervoso in risposta
all’esposizione di determinate “esperienze”. I fe-
nomeni plastici all’interno del sistema nervoso
centrale (SNC) rappresentano ormai la necessa-
ria premessa teorica per poter ipotizzare inter-
venti finalizzati a contenere o a superare esiti di
patologie anche molto gravi che costituiscono
il presupposto fondamentale per la formulazio-
ne di qualsiasi intervento riabilitativo. Paralle-
lamente, si è andato sempre più affermando in
campo scientifico il concetto che vede la sfera
cognitiva collegata a quella motoria.
Studi effettuati sugli animali e sull’uomo hanno
confermato che l’esercizio agisce positivamente
su diversi aspetti del funzionamento cerebrale,
sull’apprendimento e sulla memoria, proteg-
gendo dalla neurodegenerazione e alleviando
la depressione. Il movimento aumenta la pla-
sticità sinaptica, modificando direttamente la
struttura della sinapsi e potenziandone la forza,
rafforzando allo stesso tempo i sistemi che sup-
portano la plasticità, come il metabolismo e la
funzione vascolare.
di Gherardo Bertocchi
EFFETTIDIUNAESPOSIZIONECRONICAALLOSTIMOLO
VIBRATORIOSUUNMODELLOSPERIMENTALEMURINO
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Gherardo Bertocchi
Laureato in Scienze motorie e
sportive, Master in Osteopatia,
laureato in Attività motorie
preventive e adattate con 110
e lode.
General Manager Virgin Active
gherardo.bertocchi@gmail.com
2. BIOMECCANICA
DEGLIESERCIZI
13Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019
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INTRODUZIONE
L’esercizio contro resistenza, meglio noto
come resistance training, è oggetto di nume-
rosissimi studi legati al mondo dello sport: ciò
favorisce una continua evoluzione e in termi-
ni di metodi e mezzi di allenamento. Recenti
studi scientifici focalizzano la loro attenzione
non solo in termini di volume ed intensità di
allenamento, ma soprattutto sulla modalità
esecutiva con cui i carichi vengono reiterati,
cercando di analizzare quali effetti produce
una certa modalità esecutiva piuttosto che
un’altra, sia in termini di miglioramento del-
le capacità condizionali che di incidenza agli
Infortuni [3]. In letteratura scientifica vengo-
no classificate le modalità esecutive in base
al numero di articolazioni coinvolte durante il
movimento, suddividendole in due categorie:
esercizi multiarticolari ed esercizi monoarti-
colari [4]. Come riportato dallo studio di Ribei-
ro RS et al (2017), per esercizi multiarticolari si
intendono tutti quei movimenti che coinvol-
gono due o più articolazioni in contempora-
nea richiamando un alto numero di distretti
di Daniele Gattuso
Resistancetraining:
analisicomparativatrailprotocollo
diesercizimultiarticolariemonoarticolari
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Daniele Gattuso
Laurea triennale in
Scienze delle Attività
Motorie e Sportive LT22
presso SUISM di Torino,
valutazione 100/110.
Laurea Magistrale in
Scienze e Tecniche
Avanzate dello Sport LM68
presso SUISM di Torino,
valutazione 107/110.
danielegattuso.1993@
gmail.com
3. ALLENAMENTO
CALISTENICO
17Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019
INTRODUZIONE
Alla base di questo studio sperimentale vi è
l’analisi delle prestazioni sportive di un cam-
pione di ventisei persone, nello specifico
nell’ambito calistenico, il quale viene associa-
to alla sfera della psicologia tramite l’utilizzo
della psicocibernetica. In particolare si pone
l’attenzione sulle reazioni e sull’influenza che
quest’ultima può avere sul calisthenics. L’o-
biettivo è quello di promuovere tale sport for-
nendo informazioni di dominio pubblico utili
ai fini dell’incremento della prestazione del
suddetto quando associato alla psico-ciber-
netica. A tal proposito, è stata condotta un’in-
dagine in loco, ricorrendo alla partecipazione
all’attività fisica di un campione di tredici cop-
pie di persone, suddivise in due gruppi, di età
compresa tra i 19 ed i 33 anni con nessuna pa-
tologia rilevante ai fini dello studio.
L’analisi dei dati raccolti è stata svolta compa-
rando i risultati dei test iniziali e finali dei sin-
goli soggetti ed in relazione al proprio corri-
spettivo nella coppia.
di Francesco Vitucci
DALCALISTHENICSALLAPSICOCIBERNETICA:
EVOLUZIONEDELMETODOEDEFFETTIADATTIVI
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Francesco Vitucci
laureato in Scienze motorie
con 110 e lode.
francescovituccipt@gmail.com
4. Metodologia
dell’allenamento
25Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019
L’origine delle arti marziali giapponesi può ri-
trovarsi nella tradizione guerriera dei Samurai e
del sistema di caste che limitava l’uso delle armi
ai membri delle classi guerriere, vietandole al
contempo alla maggioranza della popolazione.
Originariamente, si richiedeva e ci si aspettava
che i Samurai fossero perfettamente in grado di
usare diversi tipi di armi e di combattere anche
disarmati, sviluppando così l’assoluta maestria
nelle capacità di combattimento che sarebbe-
ro servite loro per glorificare se stessi o il loro
signore.
Nel tempo, questo scopo fu alla base della filo-
sofia che persegue una consapevolezza spiri-
tuale attraverso il perfezionamento delle pro-
prie qualità marziali.
Oggi, le arti marziali vengono studiate per varie
ragioni: autodifesa, salute fisica, forma di gin-
nastica, autocontrollo, meditazione, responsa-
bilizzazione sull’uso della forza, acquisire confi-
denza col proprio corpo, sicurezza nelle proprie
capacità e consapevolezza dei propri limiti.
In modo particolare negli ultimi anni, ciò che
spinge molti atleti a praticare le arti marziali
di Francesca Lo Re
L’EVOLUZIONEDELLEARTIMARZIALI:
DALLAPRATICATRADIZIONALEALL’AGONISMO
MODERNONEGLISPORTDACOMBATTIMENTO
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott.ssa Francesca Lo Re
Laureata in Scienze motorie,
docente per i corsi di formazio-
ne di NonSoloFitness,
francesca@anytimegyms.it
5. Metodologia
dell’allenamento
37Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019
INTRODUZIONE
La recente diffusione nell’allenamento calcistico
di esercitazioni su campi ridotti e con numero di
giocatori ridotto che prevedono l’utilizzo della
palla (conosciute come small-sided games, SSG),
sta orientando l’attenzione della ricerca per
comprendere quanto realmente si verifica du-
rante le stesse. Gli SSG sono esercitazioni tecni-
che presentate sotto forma di partite modificate
dagli allenatori e/o dai preparatori atletici in base
all’obiettivo della seduta di allenamento (Sanni-
candro & Cofano, 2015; Clemente et al., 2012).
Tali esercitazioni possono produrre notevoli e
molteplici benefici (Aguiar et al., 2012; Sampaio
et al., 2007) in quanto permettono di ottenere
contemporaneamente miglioramenti della con-
dizione fisica e degli aspetti tecnico-tattici per
calciatori adulti e giovani (Casamichana et al.,
2013; Castellano et al., 2013; Dellal et al., 2011b;
Fradua et al., 2013; Halouani et al., 2014; Hill-Hass
et al., 2011; Impellizzeri et al., 2006; Owen et al.,
2004; Rampinini et al., 2007a).
di Italo Sannicandro, Giacomo Cofano (Preparatore atletico professionista)
e Andrea Piccinno (Preparatore atletico professionista)
Small-sidedgames:analisidescrittiva
delcaricoesternomedianterilevazioneconGPS
>>
NOTE SULL’AUTORE
Italo Sannicandro
Professore aggregato presso
il corso di laurea in Scienze e
tecniche delle attività motorie
preventive ed adattate, Uni-
versità di Foggia, preparatore
atletico professionista
6. 43Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Pierluigi De Pascalis
Laureato Magistrale in
Scienze Motorie, laureando
Magistrale in Scienze della
Nutrizione Umana, respon-
sabile della formazione e
divulgazione scientifica di
NonSoloFitness. Professore a
contratto presso l’Università
degli studi di Foggia.
(pierluigi@depascalis.net,
www.depascalis.net).
DAL WEBTRATTO DA WWW.NONSOLOFITNESS.IT
Il ruolo(negativo)
dimultivitaminicieintegratori
dicisteinaperBodyBuildereatletidiendurance
di Pierluigi De Pascalis
La compromissione della risposta adattativa a livello muscolare causata da un eccessivo
impiego di multivitaminici, integratori di vitamina E,Vitamina C e di Cisteina.
Gli effetti di ciascun allenamento sono quelli di
migliorare la performance atletica e questo è
un parametro che vale sia per soggetti agoni-
sti, o che comunque si confrontano e ricercano
livelli di prestazione elevata, che per soggetti
impegnati a ottenere vantaggi di differente na-
tura, comunemente classificati con l’obiettivo
di migliorare la condizione di fitness.
A livelli differenti di adattamento ricercato cor-
rispondono, per voler semplificare, differenti
tipologie di stimolo muscolare allenante,
soprattutto per quanto riguarda l’intensità e il
volume dell’allenamento. Quello che non varia
in alcun caso sono gli stimoli di tipo fisiologi-
co che innescano i processi adattativi e che
portano ad un maggiore livello prestazionale.
Tra questi è possibile annoverare certamente
il danno muscolare, che è diretta conseguenza
dello stimolo meccanico e porta a microlacera-
zioni nel tessuto; lo stress metabolico, con com-
promissione dei substrati energetici e incre-
mento delle quote di acido lattico; l’induzione
di variazioni ormonali come conseguenza dello
stress allenante nella sua globalità. Non man-
cano una serie di altri parametri che vanno dal
tipo di stimolo muscolare prodotto ai corretti
tempi di recupero, alla frequenza degli input e
DALWEB
7. www.calzetti-mariucci.it
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