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News 25/A/2014 
Lunedì,27 ottobre 2014 
Legno illegale. Il Ministero delle Politiche Agricole ha approvato 
definitivamente il Decreto di attuazione della disciplina UE 
Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il Decreto Legislativo del Ministero delle 
Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) con cui viene data attuazione alla 
disciplina europea riguardante il divieto di importazione di legno tagliato 
illegalmente (Regolamento EU ETR - Timber Regulation). 
In applicazione delle disposizioni del Regolamento UE n.2173/2005 e del 
Regolamento UE n.995/2010 (EUTR), si istituisce un sistema di licenze Flegt (licenze 
standard, verificabili e non falsificabili, per l'importazione da Paesi terzi con i quali 
l'Unione Europea firma accordi bilaterali di tipo volontario) e si definiscono gli 
obblighi degli operatori che commercializzano per la prima volta legno e prodotti 
derivati sul mercato interno, attraverso l'adozione di un sistema di dovuta diligenza 
(due diligence) da parte degli operatori commerciali. 
La disciplina comunitaria ha l'obiettivo di contrastare l'importazione illegale di legno 
e prodotti derivati. 
Entriamo quindi nella fase operativa della Timber Regulation e partono i controlli 
sugli operatori. 
Il MIPAAF, nominato Autorità Nazionale Competente, si avvarrà per i controlli del 
Corpo forestale dello Stato. E' stato istituito un registro degli operatori e sono state 
fissate le sanzioni penali e amministrative per chi non adempie ai requisiti. 
Sarà inoltre istituito presso il Ministero dell'Ambiente un organismo di consultazione 
permanente, la Consulta FLEGT e Timber Regulation, per favorire il coinvolgimento 
dei portatori di interesse, pubblici e collettivi (categorie di settore, associazioni 
ambientaliste, ...). 
Fonte:bureauveritas.it
Aia, Cassazione certifica depenalizzazione ex Dlgs 46/2014 
La sanzione generica per il mancato rispetto delle prescrizioni stabilite 
dall’autorizzazione integrata ambientale, a seguito del Dlgs 46/2014, è stata 
depenalizzata. Quella per i casi di maggior pericoloso invece è aumentata. 
Questa la sintesi della Cassazione (sentenza 40532/2014) sulle recenti modifiche 
all’articolo 29-quattuordecies (sanzioni Aia) del “Codice ambientale”, introdotte dal 
Dlgs di recepimento della direttiva Ue sulle emissioni industriali. 
Dall’11 aprile 2014, rileva la Cassazione, la sanzione generica per il mancato rispetto 
delle prescrizioni Aia non è più penale, bensì amministrativa (sanzione pecuniaria 
da 1500 a 15mila euro). La sanzione rimane invece penale (ammenda da 5mila a 
26mila euro) per i casi elencati nel comma 3 della norma (tra cui rientrano le 
violazioni sui rifiuti), ed aumenta per i casi di maggior pericolo elencati al comma 4, 
puniti anche con l’arresto. 
Lo spandimento di pollina “fresca” in violazione dei termini di deposito previsti 
dall’Aia rientra tra le condotte depenalizzate, perché la pollina proveniente da 
attività agricola e riutilizzata nella medesima è esclusa, per pacifica Giurisprudenza, 
dalla disciplina dei rifiuti (e quindi non rientra nel comma 3). 
Fonte: http://www.reteambiente.it/ 
Recupero vapori benzina, UE aggiorna norme tecniche 
La direttiva 2014/99/Ue indica le norme tecniche da utilizzare ai fini 
dell’omologazione, e della verifica del funzionamento, dei sistemi di recupero dei 
vapori di benzina nelle stazioni di servizio. L’Italia ha tempo fino al 12 maggio 2016 
per recepire le novità. 
La novità passa dalla modifica della direttiva “madre” per il recupero dei vapori di 
benzina (direttiva 2009/126/Ce), al cui interno trovano spazio due nuovi riferimenti a 
norme tecniche rese disponibili dal Cen (Comitato europeo di normazione) poco 
più di un anno fa. 
Trattasi della norma En 16321-1:2013, che specifica i metodi di prova per 
l'omologazione dei sistemi di recupero dei vapori di benzina, e della norma En 
16321-2:2013, che specifica i metodi di prova da utilizzare per verificare il 
funzionamento degli stessi sistemi di recupero.
Si ricorda che l’Italia ha attuato la direttiva 2009/126/Ce con il Dlgs 30 luglio 2012, n. 
125, provvedimento di modifica del Titolo V sull’inquinamento atmosferico del Dlgs 
152/2006 (cd. “Codice ambientale”) entrato in vigore il 21 agosto 2012. 
Fonte: http://www.reteambiente.it 
Gestione illecita rifiuti, Cassazione esclude responsabilità “di posizione” 
In difetto di elementi di diretta partecipazione o di un contributo materiale o morale, 
non è configurabile alcuna responsabilità "di posizione" a carico del proprietario 
dell'area in cui terzi hanno illecitamente stoccato dei rifiuti. 
Con queste motivazioni la Cassazione (sentenza 40528/2014) ha accolto il ricorso 
contro una condanna di un comproprietario di un fondo per gestione illecita di rifiuti 
(articolo 256, Dlgs 152/2006). 
Sia il reato di discarica abusiva, sia quello di stoccaggio non autorizzato di rifiuti 
tossici e nocivi, evidenzia la Suprema Corte richiamando precedente 
Giurisprudenza, sono reati permanenti realizzabili soltanto in forma commissiva (fatta 
salva la condotta concorsuale omissiva che si configura nei casi in cui il soggetto 
aveva un obbligo giuridico di impedire la realizzazione o il mantenimento 
dell’evento lesivo). 
In tale ottica, la Cassazione ritiene opportuno ribadire il principio secondo cui 
“secondo cui il proprietario di un terreno non risponde dei reati di realizzazione e 
gestione di discarica non autorizzata, anche in caso di mancata attivazione per la 
rimozione dei rifiuti, a condizione che non compia atti di gestione o movimentazione 
dei rifiuti”. 
Fonte:www.reteambiente.it
Rifiuti. Sansa e acque di vegetazione 
Cass. Sez. III n. 40533 del 1 ottobre 2014 (Ud 17 giu 2014)- Pres. Squassoni Est. Di 
Nicola Ric. Pellegrino- 
Al di fuori dall'utilizzazione agronomica, si deve fare riferimento tanto per la sansa 
quanto per le acque di vegetazione alla categoria dei rifiuti qualora di esse si faccia 
una raccolta finalizzata, come nella specie, all'abbandono, mediante raccolta in 
contenitori o in invasi (nel caso di specie si è trattato di una vasca interrata non 
impermeabilizzata di vaste dimensioni) 
Fonte:www.lexambiente.it 
Urbanistica. Definizioni di lottizzazione 
TAR Lazio RM, Sez. II-Ter, n. 9650, del 12 settembre 2014 
Si ha una lottizzazione abusiva sostanziale o materiale di terreni a scopo edificatorio 
quando vengono iniziate opere che comportino trasformazione urbanistica od 
edilizia dei terreni stessi in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, 
vigenti o adottati, o comunque stabilite dalle leggi statali o regionali o senza la 
prescritta autorizzazione. E’ configurabile una lottizzazione abusiva giuridica o 
negoziale quando tale trasformazione venga predisposta attraverso il frazionamento 
e la vendita, o atti equivalenti, del terreno in lotti che, per le loro caratteristiche quali 
la dimensione in relazione alla natura del terreno e alla sua destinazione secondo gli 
strumenti urbanistici, il numero, l'ubicazione o la eventuale previsione di opere di 
urbanizzazione ed in rapporto ad elementi riferiti agli acquirenti, denuncino in modo 
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  • 1. News 25/A/2014 Lunedì,27 ottobre 2014 Legno illegale. Il Ministero delle Politiche Agricole ha approvato definitivamente il Decreto di attuazione della disciplina UE Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il Decreto Legislativo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) con cui viene data attuazione alla disciplina europea riguardante il divieto di importazione di legno tagliato illegalmente (Regolamento EU ETR - Timber Regulation). In applicazione delle disposizioni del Regolamento UE n.2173/2005 e del Regolamento UE n.995/2010 (EUTR), si istituisce un sistema di licenze Flegt (licenze standard, verificabili e non falsificabili, per l'importazione da Paesi terzi con i quali l'Unione Europea firma accordi bilaterali di tipo volontario) e si definiscono gli obblighi degli operatori che commercializzano per la prima volta legno e prodotti derivati sul mercato interno, attraverso l'adozione di un sistema di dovuta diligenza (due diligence) da parte degli operatori commerciali. La disciplina comunitaria ha l'obiettivo di contrastare l'importazione illegale di legno e prodotti derivati. Entriamo quindi nella fase operativa della Timber Regulation e partono i controlli sugli operatori. Il MIPAAF, nominato Autorità Nazionale Competente, si avvarrà per i controlli del Corpo forestale dello Stato. E' stato istituito un registro degli operatori e sono state fissate le sanzioni penali e amministrative per chi non adempie ai requisiti. Sarà inoltre istituito presso il Ministero dell'Ambiente un organismo di consultazione permanente, la Consulta FLEGT e Timber Regulation, per favorire il coinvolgimento dei portatori di interesse, pubblici e collettivi (categorie di settore, associazioni ambientaliste, ...). Fonte:bureauveritas.it
  • 2. Aia, Cassazione certifica depenalizzazione ex Dlgs 46/2014 La sanzione generica per il mancato rispetto delle prescrizioni stabilite dall’autorizzazione integrata ambientale, a seguito del Dlgs 46/2014, è stata depenalizzata. Quella per i casi di maggior pericoloso invece è aumentata. Questa la sintesi della Cassazione (sentenza 40532/2014) sulle recenti modifiche all’articolo 29-quattuordecies (sanzioni Aia) del “Codice ambientale”, introdotte dal Dlgs di recepimento della direttiva Ue sulle emissioni industriali. Dall’11 aprile 2014, rileva la Cassazione, la sanzione generica per il mancato rispetto delle prescrizioni Aia non è più penale, bensì amministrativa (sanzione pecuniaria da 1500 a 15mila euro). La sanzione rimane invece penale (ammenda da 5mila a 26mila euro) per i casi elencati nel comma 3 della norma (tra cui rientrano le violazioni sui rifiuti), ed aumenta per i casi di maggior pericolo elencati al comma 4, puniti anche con l’arresto. Lo spandimento di pollina “fresca” in violazione dei termini di deposito previsti dall’Aia rientra tra le condotte depenalizzate, perché la pollina proveniente da attività agricola e riutilizzata nella medesima è esclusa, per pacifica Giurisprudenza, dalla disciplina dei rifiuti (e quindi non rientra nel comma 3). Fonte: http://www.reteambiente.it/ Recupero vapori benzina, UE aggiorna norme tecniche La direttiva 2014/99/Ue indica le norme tecniche da utilizzare ai fini dell’omologazione, e della verifica del funzionamento, dei sistemi di recupero dei vapori di benzina nelle stazioni di servizio. L’Italia ha tempo fino al 12 maggio 2016 per recepire le novità. La novità passa dalla modifica della direttiva “madre” per il recupero dei vapori di benzina (direttiva 2009/126/Ce), al cui interno trovano spazio due nuovi riferimenti a norme tecniche rese disponibili dal Cen (Comitato europeo di normazione) poco più di un anno fa. Trattasi della norma En 16321-1:2013, che specifica i metodi di prova per l'omologazione dei sistemi di recupero dei vapori di benzina, e della norma En 16321-2:2013, che specifica i metodi di prova da utilizzare per verificare il funzionamento degli stessi sistemi di recupero.
  • 3. Si ricorda che l’Italia ha attuato la direttiva 2009/126/Ce con il Dlgs 30 luglio 2012, n. 125, provvedimento di modifica del Titolo V sull’inquinamento atmosferico del Dlgs 152/2006 (cd. “Codice ambientale”) entrato in vigore il 21 agosto 2012. Fonte: http://www.reteambiente.it Gestione illecita rifiuti, Cassazione esclude responsabilità “di posizione” In difetto di elementi di diretta partecipazione o di un contributo materiale o morale, non è configurabile alcuna responsabilità "di posizione" a carico del proprietario dell'area in cui terzi hanno illecitamente stoccato dei rifiuti. Con queste motivazioni la Cassazione (sentenza 40528/2014) ha accolto il ricorso contro una condanna di un comproprietario di un fondo per gestione illecita di rifiuti (articolo 256, Dlgs 152/2006). Sia il reato di discarica abusiva, sia quello di stoccaggio non autorizzato di rifiuti tossici e nocivi, evidenzia la Suprema Corte richiamando precedente Giurisprudenza, sono reati permanenti realizzabili soltanto in forma commissiva (fatta salva la condotta concorsuale omissiva che si configura nei casi in cui il soggetto aveva un obbligo giuridico di impedire la realizzazione o il mantenimento dell’evento lesivo). In tale ottica, la Cassazione ritiene opportuno ribadire il principio secondo cui “secondo cui il proprietario di un terreno non risponde dei reati di realizzazione e gestione di discarica non autorizzata, anche in caso di mancata attivazione per la rimozione dei rifiuti, a condizione che non compia atti di gestione o movimentazione dei rifiuti”. Fonte:www.reteambiente.it
  • 4. Rifiuti. Sansa e acque di vegetazione Cass. Sez. III n. 40533 del 1 ottobre 2014 (Ud 17 giu 2014)- Pres. Squassoni Est. Di Nicola Ric. Pellegrino- Al di fuori dall'utilizzazione agronomica, si deve fare riferimento tanto per la sansa quanto per le acque di vegetazione alla categoria dei rifiuti qualora di esse si faccia una raccolta finalizzata, come nella specie, all'abbandono, mediante raccolta in contenitori o in invasi (nel caso di specie si è trattato di una vasca interrata non impermeabilizzata di vaste dimensioni) Fonte:www.lexambiente.it Urbanistica. Definizioni di lottizzazione TAR Lazio RM, Sez. II-Ter, n. 9650, del 12 settembre 2014 Si ha una lottizzazione abusiva sostanziale o materiale di terreni a scopo edificatorio quando vengono iniziate opere che comportino trasformazione urbanistica od edilizia dei terreni stessi in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici, vigenti o adottati, o comunque stabilite dalle leggi statali o regionali o senza la prescritta autorizzazione. E’ configurabile una lottizzazione abusiva giuridica o negoziale quando tale trasformazione venga predisposta attraverso il frazionamento e la vendita, o atti equivalenti, del terreno in lotti che, per le loro caratteristiche quali la dimensione in relazione alla natura del terreno e alla sua destinazione secondo gli strumenti urbanistici, il numero, l'ubicazione o la eventuale previsione di opere di urbanizzazione ed in rapporto ad elementi riferiti agli acquirenti, denuncino in modo non equivoco la destinazione a scopo edificatorio. Fonte:www.lexambiente.it