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News 25/SA/2014 
Lunedì,27 ottobre 2014 
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi 
Pasta integrale italiana con tossine, funghi velenosi venduti a Padova e salmonella in 
rucola italiana… Ritirati dal mercato europeo 67 prodotti 
Nella settimana n°42 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta 
europeo per alimenti e mangimi sono state 67 (11 quelle inviate dal Ministero della 
salute italiano). 
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende tre casi: 
presenza di cadmio in calamari interi congelati (Loligo patagonica) dalla Spagna; 
ocratossina A in pasta integrale di farro italiana ; residui di medicinali veterinari 
(diclazuril) non autorizzati in carcasse equine refrigerata dal Portogallo. 
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia troviamo: presenza di funghi 
velenosi (Amanita phalloides) in lotti di funghi freschi selvatici (Amanita caesarea) 
dalla Serbia (leggi articolo); contenuto troppo alto di solfiti in gamberetti cotti e 
refrigerati (Litopenaeus vannamei) dal Nicaragua, attraverso Francia e Spagna; 
cadmio in seppie congelate indiane; Listeria monocytogenes in salmone affumicato 
dalla Polonia; istamina in cibo per animali in scatola dalla Thailandia, via Italia. 
La Finlandia segnala presenza di Salmonella Napoli in rucola fresca italiana 
Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: eccesso di aflatossine in mandorle 
dall’Afghanistan; semi di cotone geneticamente modificati (MON 15985> LMRR) 
provenienti dalla Costa d’Avorio non autorizzati; migrazione di manganese da 
piastra per grill cinese; Salmonella Inganda, Salmonella Livingstone e Salmonella 
Rissen in mangimi dall’Argentina.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal 
mercato, la Finlandia segnala presenza di Salmonella Napoli in rucola fresca, via 
Paesi Bassi; la Germania segnala presenza di Bacillus cereus enterotossigeno in 
gnocchi. 
Fonte: www.ilfattoalimentare.it 
Coloranti in formaggi stagionati aromatizzati, nuove norme UE 
Siccome "i formaggi al pesto rosso e verde rappresentano una quota esigua del 
mercato complessivo dei formaggi", " non si prevede che l'autorizzazione all'uso di 
cocciniglia, acido carminico, vari tipi di carminio (E 120) nei formaggi al pesto rosso 
e di annatto, bissina, norbissina (E 160) in formaggi al pesto verde e rosso avrà effetti 
significativi sull'esposizione totale alle due sostanze coloranti". 
Questo il parere della Commissione, tramite il regolamento 1093/2014 del 16 ottobre 
2014, che modifica e corregge l'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 del 
Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'uso di determinati 
coloranti in formaggi stagionati aromatizzati. 
Fino ad oggi, l'uso di coloranti alimentari è stato escluso dai formaggi aromatizzati... 
"poiché all'epoca non erano disponibili informazioni riguardanti l'uso e la necessità 
d'uso di coloranti alimentari nei formaggi stagionati aromatizzati, ad esempio nei 
formaggi al pesto verde e al pesto rosso, nel formaggio al wasabi e nel formaggio 
marmorizzato verde alle erbe." 
La Commissione non è tenuta a chiedere il parere dell'Autorità europea per la 
sicurezza alimentare per aggiornare l'elenco UE degli additivi alimentari di cui 
all'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008, se gli aggiornamenti in questione 
non possono avere un effetto sulla salute umana. 
Fonte: www.sicurezzaalimentare.it
Creme di frutta e ortaggi “a ridotto apporto energetico”, via ai dolcificanti artificiali 
Un edulcorante al posto dello zucchero: e magari, con la menzione “a ridotto 
apporto energetico”. Ed il gioco (anche di marketing) è fatto. Certo si dirà, è una 
norma tecnica: stante la possibilità di usare edulcoranti artificiali in sostituzione allo 
zucchero già in confetture, gelatine e marmellate, perché non dovrebbe essere 
consentito in prodotti analoghi e sostitutivi, quali appunto creme da spalmare a 
base di frutta e ortaggi, analoghe in quanto ad usi alle prime? 
La norma è quello che è. Un atto tecnico, che testimonia nuovi usi e la volontà da 
parte dell’industria di usare ben noti edulcoranti (aspartame, neotame, sale di 
aspartame –acesulfame). 
Tuttavia le certezze su tali dolcificanti sono sempre più messe in discussione. In base 
ad un autorevole studio pubblicato su Nature, proprio tali dolcificanti, anziché 
prevenire il diabete o promettere rimedi per chi ha glicemia ematica elevata, 
aggraverebbero il problema. 
Norme e scienza procedono su due livelli e con tempi diversi. E il presente 
regolamento permette se non altro di esemplifica questo “sfasamento fisiologico”, 
favorendo qualche riflessione del caso. 
Fonte: www.sicurezzaalimentare.it 
Olio e arance, legge comunitaria all’insegna della trasparenza 
Obbligatorio il tappo antirabbocco negli esercizi pubblici; passa dal 12 al 20% il 
contenuto di succo nelle aranciate. Soddisfatte le organizzazioni agricole; il "no" dei 
produttori di bevande analcoliche 
Addio alle oliere 'truccate' in bar, ristoranti e altri esercizi pubblici. "Un successo 
storico per l'Italia". 
Così la Coldiretti accoglie l'approvazione definitiva da parte del Parlamento
dell'articolo 17 della legge comunitaria che prevede due importanti novità. 
Da una parte la quantità minima di succo nelle bibite a base d'arancia passa dal 12 
al 20 per cento, con effetti giudicati "positivi" per i consumatori e per il frutteto 
italiano; dall'altra arriva l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio 
extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi. 
"Tra l'una e l'altra a vincere è la trasparenza con importanti passi in avanti per i nostri 
produttori", nota la Copagri. Due successi che, secondo l'organizzazione agricola, 
"pongono un freno ad un certo tipo di manipolazioni e valorizzano il lavoro dei nostri 
agricoltori. Un esempio di politiche all'avanguardia che potrebbe e dovrebbe 
essere seguito anche fuori dai confini nazionali. Da questi risultati ci guadagna 
l'insieme del sistema dell'agroalimentare made in Italy ed è sempre più auspicabile 
una più stretta collaborazione tra i vari segmenti della filiera al fine di tutelare meglio 
ed esaltare la qualità delle nostre produzioni". 
Olio: stop a frodi e inganni negli esercizi pubblici 
Con l'approvazione della legge comunitaria, sulle tavole di bar, ristoranti e trattorie 
l’olio extravergine di oliva potrà essere servito solo in bottiglie dotate di tappo in 
modo da evitare allungamenti o riempiture con prodotti che non hanno nulla a che 
vedere con quello indicato in etichetta. La legge prevede anche sanzioni per chi 
non userà oliere con tappo antirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la 
confisca del prodotto. 
Le novità non si fermano, però, al tappo antirabbocco: è prevista anche una più 
accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti 
con miscele provenienti da uno o più Stati, così da mettere in guardia il 
consumatore sulla diversa qualità e composizione merceologica del prodotto. 
Va detto, infine, che le modifiche introdotte nel corpo della cosiddetta legge salva-oli 
ne assicurano ora la più ampia operatività richiedendo a tutti gli organi di polizia 
giudiziaria un rafforzato impegno su tutti i fronti, dal controllo del traffico di 
perfezionamento attivo a quello delle modalità di vendita sottocosto. 
“Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguarda un prodotto base della 
dieta mediterranea come l’olio di oliva che offre un contributo determinante alla 
salute dei cittadini e rappresenta una realtà produttiva da primato nazionale che 
può offrire importanti sbocchi occupazionali soprattutto nel Mezzogiorno in cui più 
duramente si sta facendo sentire la crisi” afferma il presidente Moncalvo nel 
sottolineare che è importante il fatto che “nel rispetto della normativa comunitaria 
l’Italia non ha rinunciato questa volta a svolgere il ruolo di leader nella tutela della 
qualità e della sicurezza alimentare in Europa”.
Soddisfatto anche Gennaro Sicolo, presidente del Cno, il Consorzio nazionale degli 
olivicoltori: "Un ulteriore passo in avanti verso la trasparenza e la corretta 
informazione dei consumatori, oltre che, naturalmente, per quanto riguarda noi 
produttori olivicoli, verso la possibilità di valorizzare la migliore produzione italiana”. 
“Adesso spero ci siano controlli seri e rigorosi, per dare un segnale agli operatori 
della ristorazione che, magari, per mancata conoscenza della nuova legislazione, 
continuano ad attuare pratiche che arrecano un doppio danno: al consumatore 
ed al produttore - continua Sicolo - L’utilizzo di bottiglie etichettate che non 
possono essere riempite una volta che il contenuto si è esaurito apre anche verso 
nuove e più incisive iniziative di marketing e di valorizzazione del prodotto 
nazionale". 
Mai più aranciate senza arance 
“E’ stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance che pretendeva di 
continuare a vendere acqua come fosse succo” afferma il presidente della 
Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si stima che “grazie alla nuova 
norma duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno “bevuti” dai 23 
milioni di italiani che consumano bibite gassate”. 
Una decisione che - sostiene la Coldiretti - concorre a migliorare concretamente 
la qualità dell'alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie 
connesse all'obesità in forte aumento. Coldiretti ricorda inoltre l'impatto economico 
sulle imprese agricole poichè l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite 
potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione 
equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la 
Sicilia e la Calabria. 
Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori 
vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti 
a coprire i costi di produzione e di raccolta. 
"Una situazione che – denuncia la Coldiretti - alimenta una intollerabile catena 
dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al 
rispetto delle regole". 
Assobibe: "Autolesionismo all'italiana" 
Fuori dal coro la voce dei produttori di aranciate: “La scelta di discriminare e 
penalizzare la produzione made in Italy, e non anche i prodotti importati, rimane 
incomprensibile per tutte le aziende che producono, investono e creano 
occupazione in Italia. Un caso di autolesionismo anziché di tutela delle industrie 
nazionali e dei loro lavoratori". 
A dirlo è Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di
bevande analcoliche. 
"C’è da riflettere su uno Stato che impone una ricetta in maniera arbitraria e vieta la 
produzione in Italia di aranciate apprezzate da decenni, senza alcuna evidenza 
scientifica o motivi di tutela della salute - commenta il presidente Aurelio Ceresoli - Si 
rischia così di vanificare investimenti significativi realizzati in Italia nel corso degli ultimi 
decenni e condizionare anche quelli futuri". 
"Le imprese devono garantire prodotti sicuri; lo Stato deve garantire la libertà di 
competere, anche nella ricerca delle soluzioni più apprezzate dal consumatore che, 
ricordo, trova già in etichetta tutte le informazioni utili per fare scelte consapevoli". 
"Non è inoltre vero, né dimostrabile - conclude Ceresoli - che l’aumento al 20% si 
tradurrà automaticamente in un maggior impiego di forniture di succo solo italiano. 
Infatti più si indebolisce la quota di mercato di bibite made in Italy a favore di quelle 
prodotte all’estero, minori saranno le forniture di succo italiano”. 
Fonte:http://agronotizie.imagelinenetwork.com/ 
Buone pratiche sulla sicurezza alimentare, il bando di Expo 2015 
La scadenza per presentare domanda è stata posticipata al 31 ottobre 214. A cura 
di CICA Bologna, Assistenza tecnica e servizi per lo sviluppo delle imprese 
E’ stato posticipato al 31 ottobre 2014 il termine per presentare domanda di 
partecipazione al bando “Buone pratiche di sviluppo sostenibile per la sicurezza 
alimentare” pubblicato da Expo Milano 2015 S.p.A.. 
Il bando è supportato dal Programma “Feeding Knowledge” che, realizzato in 
collaborazione con Metid-Politecnico di Milano e Chieam Bari, è finalizzato alla 
creazione di una rete scientifica internazionale di ricerca e innovazione dedicata a 
condividere e trasferire conoscenza sulla sicurezza alimentare ed a contribuire 
all’identificazione di politiche e piani programmatici che realmente rispondano a 
criteri di sviluppo sostenibile. Il bando ha lo scopo di identificare, raccogliere, 
diffondere e favorire il trasferimento di Buone pratiche sulla sicurezza alimentare 
(Bsdp). Le Bsdp possono essere costituite da: progetti, servizi, prodotti, soluzioni 
scientifiche, governance, scelte istituzionali e politiche, condivisione di conoscenza, 
collegati al tema dell’Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. 
Le iniziative che saranno presentate come Bsdp in tema di sicurezza alimentare 
dovranno essere in linea con una delle seguenti priorità tematiche: sviluppo 
sostenibile delle piccole comunità rurali; gestione sostenibile delle risorse naturali; 
aumento della quantità e miglioramento della qualità dei prodotti dell’agricoltura;
dinamiche socio-economiche e mercati globali; modelli di consumo alimentare: 
dieta, ambiente, società, economia e salute. 
Le Bsdp selezionate beneficeranno di spazi ed installazioni dedicati nel sito 
espositivo; convegni e workshops di approfondimento per la diffusione; possibilità di 
creare materiali e strumenti di promozione e disseminazione; repository all’interno 
della piattaforma web di Feeding Knowledge. 
Nel corso del semestre espositivo le Bsdp prenderanno vita attraverso la 
partecipazione dei loro “protagonisti”, che diverranno i testimoni di Expo Milano 
2015 nel mondo; almeno 3 di questi, per ognuna delle 15 Bsdp selezionate, avranno 
l’opportunità di raccontare le loro “successful stories” nei diversi contesti espositivi e 
di incontro di Expo Milano 2015 
Fonte:http://agronotizie.imagelinenetwork.com/

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News SA 25 2014

  • 1. News 25/SA/2014 Lunedì,27 ottobre 2014 Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pasta integrale italiana con tossine, funghi velenosi venduti a Padova e salmonella in rucola italiana… Ritirati dal mercato europeo 67 prodotti Nella settimana n°42 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi sono state 67 (11 quelle inviate dal Ministero della salute italiano). L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende tre casi: presenza di cadmio in calamari interi congelati (Loligo patagonica) dalla Spagna; ocratossina A in pasta integrale di farro italiana ; residui di medicinali veterinari (diclazuril) non autorizzati in carcasse equine refrigerata dal Portogallo. Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia troviamo: presenza di funghi velenosi (Amanita phalloides) in lotti di funghi freschi selvatici (Amanita caesarea) dalla Serbia (leggi articolo); contenuto troppo alto di solfiti in gamberetti cotti e refrigerati (Litopenaeus vannamei) dal Nicaragua, attraverso Francia e Spagna; cadmio in seppie congelate indiane; Listeria monocytogenes in salmone affumicato dalla Polonia; istamina in cibo per animali in scatola dalla Thailandia, via Italia. La Finlandia segnala presenza di Salmonella Napoli in rucola fresca italiana Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: eccesso di aflatossine in mandorle dall’Afghanistan; semi di cotone geneticamente modificati (MON 15985> LMRR) provenienti dalla Costa d’Avorio non autorizzati; migrazione di manganese da piastra per grill cinese; Salmonella Inganda, Salmonella Livingstone e Salmonella Rissen in mangimi dall’Argentina.
  • 2. Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Finlandia segnala presenza di Salmonella Napoli in rucola fresca, via Paesi Bassi; la Germania segnala presenza di Bacillus cereus enterotossigeno in gnocchi. Fonte: www.ilfattoalimentare.it Coloranti in formaggi stagionati aromatizzati, nuove norme UE Siccome "i formaggi al pesto rosso e verde rappresentano una quota esigua del mercato complessivo dei formaggi", " non si prevede che l'autorizzazione all'uso di cocciniglia, acido carminico, vari tipi di carminio (E 120) nei formaggi al pesto rosso e di annatto, bissina, norbissina (E 160) in formaggi al pesto verde e rosso avrà effetti significativi sull'esposizione totale alle due sostanze coloranti". Questo il parere della Commissione, tramite il regolamento 1093/2014 del 16 ottobre 2014, che modifica e corregge l'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'uso di determinati coloranti in formaggi stagionati aromatizzati. Fino ad oggi, l'uso di coloranti alimentari è stato escluso dai formaggi aromatizzati... "poiché all'epoca non erano disponibili informazioni riguardanti l'uso e la necessità d'uso di coloranti alimentari nei formaggi stagionati aromatizzati, ad esempio nei formaggi al pesto verde e al pesto rosso, nel formaggio al wasabi e nel formaggio marmorizzato verde alle erbe." La Commissione non è tenuta a chiedere il parere dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare per aggiornare l'elenco UE degli additivi alimentari di cui all'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008, se gli aggiornamenti in questione non possono avere un effetto sulla salute umana. Fonte: www.sicurezzaalimentare.it
  • 3. Creme di frutta e ortaggi “a ridotto apporto energetico”, via ai dolcificanti artificiali Un edulcorante al posto dello zucchero: e magari, con la menzione “a ridotto apporto energetico”. Ed il gioco (anche di marketing) è fatto. Certo si dirà, è una norma tecnica: stante la possibilità di usare edulcoranti artificiali in sostituzione allo zucchero già in confetture, gelatine e marmellate, perché non dovrebbe essere consentito in prodotti analoghi e sostitutivi, quali appunto creme da spalmare a base di frutta e ortaggi, analoghe in quanto ad usi alle prime? La norma è quello che è. Un atto tecnico, che testimonia nuovi usi e la volontà da parte dell’industria di usare ben noti edulcoranti (aspartame, neotame, sale di aspartame –acesulfame). Tuttavia le certezze su tali dolcificanti sono sempre più messe in discussione. In base ad un autorevole studio pubblicato su Nature, proprio tali dolcificanti, anziché prevenire il diabete o promettere rimedi per chi ha glicemia ematica elevata, aggraverebbero il problema. Norme e scienza procedono su due livelli e con tempi diversi. E il presente regolamento permette se non altro di esemplifica questo “sfasamento fisiologico”, favorendo qualche riflessione del caso. Fonte: www.sicurezzaalimentare.it Olio e arance, legge comunitaria all’insegna della trasparenza Obbligatorio il tappo antirabbocco negli esercizi pubblici; passa dal 12 al 20% il contenuto di succo nelle aranciate. Soddisfatte le organizzazioni agricole; il "no" dei produttori di bevande analcoliche Addio alle oliere 'truccate' in bar, ristoranti e altri esercizi pubblici. "Un successo storico per l'Italia". Così la Coldiretti accoglie l'approvazione definitiva da parte del Parlamento
  • 4. dell'articolo 17 della legge comunitaria che prevede due importanti novità. Da una parte la quantità minima di succo nelle bibite a base d'arancia passa dal 12 al 20 per cento, con effetti giudicati "positivi" per i consumatori e per il frutteto italiano; dall'altra arriva l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi. "Tra l'una e l'altra a vincere è la trasparenza con importanti passi in avanti per i nostri produttori", nota la Copagri. Due successi che, secondo l'organizzazione agricola, "pongono un freno ad un certo tipo di manipolazioni e valorizzano il lavoro dei nostri agricoltori. Un esempio di politiche all'avanguardia che potrebbe e dovrebbe essere seguito anche fuori dai confini nazionali. Da questi risultati ci guadagna l'insieme del sistema dell'agroalimentare made in Italy ed è sempre più auspicabile una più stretta collaborazione tra i vari segmenti della filiera al fine di tutelare meglio ed esaltare la qualità delle nostre produzioni". Olio: stop a frodi e inganni negli esercizi pubblici Con l'approvazione della legge comunitaria, sulle tavole di bar, ristoranti e trattorie l’olio extravergine di oliva potrà essere servito solo in bottiglie dotate di tappo in modo da evitare allungamenti o riempiture con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello indicato in etichetta. La legge prevede anche sanzioni per chi non userà oliere con tappo antirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la confisca del prodotto. Le novità non si fermano, però, al tappo antirabbocco: è prevista anche una più accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti con miscele provenienti da uno o più Stati, così da mettere in guardia il consumatore sulla diversa qualità e composizione merceologica del prodotto. Va detto, infine, che le modifiche introdotte nel corpo della cosiddetta legge salva-oli ne assicurano ora la più ampia operatività richiedendo a tutti gli organi di polizia giudiziaria un rafforzato impegno su tutti i fronti, dal controllo del traffico di perfezionamento attivo a quello delle modalità di vendita sottocosto. “Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguarda un prodotto base della dieta mediterranea come l’olio di oliva che offre un contributo determinante alla salute dei cittadini e rappresenta una realtà produttiva da primato nazionale che può offrire importanti sbocchi occupazionali soprattutto nel Mezzogiorno in cui più duramente si sta facendo sentire la crisi” afferma il presidente Moncalvo nel sottolineare che è importante il fatto che “nel rispetto della normativa comunitaria l’Italia non ha rinunciato questa volta a svolgere il ruolo di leader nella tutela della qualità e della sicurezza alimentare in Europa”.
  • 5. Soddisfatto anche Gennaro Sicolo, presidente del Cno, il Consorzio nazionale degli olivicoltori: "Un ulteriore passo in avanti verso la trasparenza e la corretta informazione dei consumatori, oltre che, naturalmente, per quanto riguarda noi produttori olivicoli, verso la possibilità di valorizzare la migliore produzione italiana”. “Adesso spero ci siano controlli seri e rigorosi, per dare un segnale agli operatori della ristorazione che, magari, per mancata conoscenza della nuova legislazione, continuano ad attuare pratiche che arrecano un doppio danno: al consumatore ed al produttore - continua Sicolo - L’utilizzo di bottiglie etichettate che non possono essere riempite una volta che il contenuto si è esaurito apre anche verso nuove e più incisive iniziative di marketing e di valorizzazione del prodotto nazionale". Mai più aranciate senza arance “E’ stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance che pretendeva di continuare a vendere acqua come fosse succo” afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si stima che “grazie alla nuova norma duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno “bevuti” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate”. Una decisione che - sostiene la Coldiretti - concorre a migliorare concretamente la qualità dell'alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all'obesità in forte aumento. Coldiretti ricorda inoltre l'impatto economico sulle imprese agricole poichè l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria. Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta. "Una situazione che – denuncia la Coldiretti - alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al rispetto delle regole". Assobibe: "Autolesionismo all'italiana" Fuori dal coro la voce dei produttori di aranciate: “La scelta di discriminare e penalizzare la produzione made in Italy, e non anche i prodotti importati, rimane incomprensibile per tutte le aziende che producono, investono e creano occupazione in Italia. Un caso di autolesionismo anziché di tutela delle industrie nazionali e dei loro lavoratori". A dirlo è Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di
  • 6. bevande analcoliche. "C’è da riflettere su uno Stato che impone una ricetta in maniera arbitraria e vieta la produzione in Italia di aranciate apprezzate da decenni, senza alcuna evidenza scientifica o motivi di tutela della salute - commenta il presidente Aurelio Ceresoli - Si rischia così di vanificare investimenti significativi realizzati in Italia nel corso degli ultimi decenni e condizionare anche quelli futuri". "Le imprese devono garantire prodotti sicuri; lo Stato deve garantire la libertà di competere, anche nella ricerca delle soluzioni più apprezzate dal consumatore che, ricordo, trova già in etichetta tutte le informazioni utili per fare scelte consapevoli". "Non è inoltre vero, né dimostrabile - conclude Ceresoli - che l’aumento al 20% si tradurrà automaticamente in un maggior impiego di forniture di succo solo italiano. Infatti più si indebolisce la quota di mercato di bibite made in Italy a favore di quelle prodotte all’estero, minori saranno le forniture di succo italiano”. Fonte:http://agronotizie.imagelinenetwork.com/ Buone pratiche sulla sicurezza alimentare, il bando di Expo 2015 La scadenza per presentare domanda è stata posticipata al 31 ottobre 214. A cura di CICA Bologna, Assistenza tecnica e servizi per lo sviluppo delle imprese E’ stato posticipato al 31 ottobre 2014 il termine per presentare domanda di partecipazione al bando “Buone pratiche di sviluppo sostenibile per la sicurezza alimentare” pubblicato da Expo Milano 2015 S.p.A.. Il bando è supportato dal Programma “Feeding Knowledge” che, realizzato in collaborazione con Metid-Politecnico di Milano e Chieam Bari, è finalizzato alla creazione di una rete scientifica internazionale di ricerca e innovazione dedicata a condividere e trasferire conoscenza sulla sicurezza alimentare ed a contribuire all’identificazione di politiche e piani programmatici che realmente rispondano a criteri di sviluppo sostenibile. Il bando ha lo scopo di identificare, raccogliere, diffondere e favorire il trasferimento di Buone pratiche sulla sicurezza alimentare (Bsdp). Le Bsdp possono essere costituite da: progetti, servizi, prodotti, soluzioni scientifiche, governance, scelte istituzionali e politiche, condivisione di conoscenza, collegati al tema dell’Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Le iniziative che saranno presentate come Bsdp in tema di sicurezza alimentare dovranno essere in linea con una delle seguenti priorità tematiche: sviluppo sostenibile delle piccole comunità rurali; gestione sostenibile delle risorse naturali; aumento della quantità e miglioramento della qualità dei prodotti dell’agricoltura;
  • 7. dinamiche socio-economiche e mercati globali; modelli di consumo alimentare: dieta, ambiente, società, economia e salute. Le Bsdp selezionate beneficeranno di spazi ed installazioni dedicati nel sito espositivo; convegni e workshops di approfondimento per la diffusione; possibilità di creare materiali e strumenti di promozione e disseminazione; repository all’interno della piattaforma web di Feeding Knowledge. Nel corso del semestre espositivo le Bsdp prenderanno vita attraverso la partecipazione dei loro “protagonisti”, che diverranno i testimoni di Expo Milano 2015 nel mondo; almeno 3 di questi, per ognuna delle 15 Bsdp selezionate, avranno l’opportunità di raccontare le loro “successful stories” nei diversi contesti espositivi e di incontro di Expo Milano 2015 Fonte:http://agronotizie.imagelinenetwork.com/