1. News 25/SA/2014
Lunedì,27 ottobre 2014
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi
Pasta integrale italiana con tossine, funghi velenosi venduti a Padova e salmonella in
rucola italiana… Ritirati dal mercato europeo 67 prodotti
Nella settimana n°42 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi sono state 67 (11 quelle inviate dal Ministero della
salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende tre casi:
presenza di cadmio in calamari interi congelati (Loligo patagonica) dalla Spagna;
ocratossina A in pasta integrale di farro italiana ; residui di medicinali veterinari
(diclazuril) non autorizzati in carcasse equine refrigerata dal Portogallo.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia troviamo: presenza di funghi
velenosi (Amanita phalloides) in lotti di funghi freschi selvatici (Amanita caesarea)
dalla Serbia (leggi articolo); contenuto troppo alto di solfiti in gamberetti cotti e
refrigerati (Litopenaeus vannamei) dal Nicaragua, attraverso Francia e Spagna;
cadmio in seppie congelate indiane; Listeria monocytogenes in salmone affumicato
dalla Polonia; istamina in cibo per animali in scatola dalla Thailandia, via Italia.
La Finlandia segnala presenza di Salmonella Napoli in rucola fresca italiana
Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: eccesso di aflatossine in mandorle
dall’Afghanistan; semi di cotone geneticamente modificati (MON 15985> LMRR)
provenienti dalla Costa d’Avorio non autorizzati; migrazione di manganese da
piastra per grill cinese; Salmonella Inganda, Salmonella Livingstone e Salmonella
Rissen in mangimi dall’Argentina.
2. Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, la Finlandia segnala presenza di Salmonella Napoli in rucola fresca, via
Paesi Bassi; la Germania segnala presenza di Bacillus cereus enterotossigeno in
gnocchi.
Fonte: www.ilfattoalimentare.it
Coloranti in formaggi stagionati aromatizzati, nuove norme UE
Siccome "i formaggi al pesto rosso e verde rappresentano una quota esigua del
mercato complessivo dei formaggi", " non si prevede che l'autorizzazione all'uso di
cocciniglia, acido carminico, vari tipi di carminio (E 120) nei formaggi al pesto rosso
e di annatto, bissina, norbissina (E 160) in formaggi al pesto verde e rosso avrà effetti
significativi sull'esposizione totale alle due sostanze coloranti".
Questo il parere della Commissione, tramite il regolamento 1093/2014 del 16 ottobre
2014, che modifica e corregge l'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 del
Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'uso di determinati
coloranti in formaggi stagionati aromatizzati.
Fino ad oggi, l'uso di coloranti alimentari è stato escluso dai formaggi aromatizzati...
"poiché all'epoca non erano disponibili informazioni riguardanti l'uso e la necessità
d'uso di coloranti alimentari nei formaggi stagionati aromatizzati, ad esempio nei
formaggi al pesto verde e al pesto rosso, nel formaggio al wasabi e nel formaggio
marmorizzato verde alle erbe."
La Commissione non è tenuta a chiedere il parere dell'Autorità europea per la
sicurezza alimentare per aggiornare l'elenco UE degli additivi alimentari di cui
all'allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008, se gli aggiornamenti in questione
non possono avere un effetto sulla salute umana.
Fonte: www.sicurezzaalimentare.it
3. Creme di frutta e ortaggi “a ridotto apporto energetico”, via ai dolcificanti artificiali
Un edulcorante al posto dello zucchero: e magari, con la menzione “a ridotto
apporto energetico”. Ed il gioco (anche di marketing) è fatto. Certo si dirà, è una
norma tecnica: stante la possibilità di usare edulcoranti artificiali in sostituzione allo
zucchero già in confetture, gelatine e marmellate, perché non dovrebbe essere
consentito in prodotti analoghi e sostitutivi, quali appunto creme da spalmare a
base di frutta e ortaggi, analoghe in quanto ad usi alle prime?
La norma è quello che è. Un atto tecnico, che testimonia nuovi usi e la volontà da
parte dell’industria di usare ben noti edulcoranti (aspartame, neotame, sale di
aspartame –acesulfame).
Tuttavia le certezze su tali dolcificanti sono sempre più messe in discussione. In base
ad un autorevole studio pubblicato su Nature, proprio tali dolcificanti, anziché
prevenire il diabete o promettere rimedi per chi ha glicemia ematica elevata,
aggraverebbero il problema.
Norme e scienza procedono su due livelli e con tempi diversi. E il presente
regolamento permette se non altro di esemplifica questo “sfasamento fisiologico”,
favorendo qualche riflessione del caso.
Fonte: www.sicurezzaalimentare.it
Olio e arance, legge comunitaria all’insegna della trasparenza
Obbligatorio il tappo antirabbocco negli esercizi pubblici; passa dal 12 al 20% il
contenuto di succo nelle aranciate. Soddisfatte le organizzazioni agricole; il "no" dei
produttori di bevande analcoliche
Addio alle oliere 'truccate' in bar, ristoranti e altri esercizi pubblici. "Un successo
storico per l'Italia".
Così la Coldiretti accoglie l'approvazione definitiva da parte del Parlamento
4. dell'articolo 17 della legge comunitaria che prevede due importanti novità.
Da una parte la quantità minima di succo nelle bibite a base d'arancia passa dal 12
al 20 per cento, con effetti giudicati "positivi" per i consumatori e per il frutteto
italiano; dall'altra arriva l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio
extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi.
"Tra l'una e l'altra a vincere è la trasparenza con importanti passi in avanti per i nostri
produttori", nota la Copagri. Due successi che, secondo l'organizzazione agricola,
"pongono un freno ad un certo tipo di manipolazioni e valorizzano il lavoro dei nostri
agricoltori. Un esempio di politiche all'avanguardia che potrebbe e dovrebbe
essere seguito anche fuori dai confini nazionali. Da questi risultati ci guadagna
l'insieme del sistema dell'agroalimentare made in Italy ed è sempre più auspicabile
una più stretta collaborazione tra i vari segmenti della filiera al fine di tutelare meglio
ed esaltare la qualità delle nostre produzioni".
Olio: stop a frodi e inganni negli esercizi pubblici
Con l'approvazione della legge comunitaria, sulle tavole di bar, ristoranti e trattorie
l’olio extravergine di oliva potrà essere servito solo in bottiglie dotate di tappo in
modo da evitare allungamenti o riempiture con prodotti che non hanno nulla a che
vedere con quello indicato in etichetta. La legge prevede anche sanzioni per chi
non userà oliere con tappo antirabbocco che vanno da 1 a 8mila euro e la
confisca del prodotto.
Le novità non si fermano, però, al tappo antirabbocco: è prevista anche una più
accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti
con miscele provenienti da uno o più Stati, così da mettere in guardia il
consumatore sulla diversa qualità e composizione merceologica del prodotto.
Va detto, infine, che le modifiche introdotte nel corpo della cosiddetta legge salva-oli
ne assicurano ora la più ampia operatività richiedendo a tutti gli organi di polizia
giudiziaria un rafforzato impegno su tutti i fronti, dal controllo del traffico di
perfezionamento attivo a quello delle modalità di vendita sottocosto.
“Lo stop alle oliere truccate nei locali pubblici salvaguarda un prodotto base della
dieta mediterranea come l’olio di oliva che offre un contributo determinante alla
salute dei cittadini e rappresenta una realtà produttiva da primato nazionale che
può offrire importanti sbocchi occupazionali soprattutto nel Mezzogiorno in cui più
duramente si sta facendo sentire la crisi” afferma il presidente Moncalvo nel
sottolineare che è importante il fatto che “nel rispetto della normativa comunitaria
l’Italia non ha rinunciato questa volta a svolgere il ruolo di leader nella tutela della
qualità e della sicurezza alimentare in Europa”.
5. Soddisfatto anche Gennaro Sicolo, presidente del Cno, il Consorzio nazionale degli
olivicoltori: "Un ulteriore passo in avanti verso la trasparenza e la corretta
informazione dei consumatori, oltre che, naturalmente, per quanto riguarda noi
produttori olivicoli, verso la possibilità di valorizzare la migliore produzione italiana”.
“Adesso spero ci siano controlli seri e rigorosi, per dare un segnale agli operatori
della ristorazione che, magari, per mancata conoscenza della nuova legislazione,
continuano ad attuare pratiche che arrecano un doppio danno: al consumatore
ed al produttore - continua Sicolo - L’utilizzo di bottiglie etichettate che non
possono essere riempite una volta che il contenuto si è esaurito apre anche verso
nuove e più incisive iniziative di marketing e di valorizzazione del prodotto
nazionale".
Mai più aranciate senza arance
“E’ stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance che pretendeva di
continuare a vendere acqua come fosse succo” afferma il presidente della
Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che si stima che “grazie alla nuova
norma duecento milioni di chili di arance all'anno in più saranno “bevuti” dai 23
milioni di italiani che consumano bibite gassate”.
Una decisione che - sostiene la Coldiretti - concorre a migliorare concretamente
la qualità dell'alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie
connesse all'obesità in forte aumento. Coldiretti ricorda inoltre l'impatto economico
sulle imprese agricole poichè l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite
potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione
equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la
Sicilia e la Calabria.
Ad oggi per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori
vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti
a coprire i costi di produzione e di raccolta.
"Una situazione che – denuncia la Coldiretti - alimenta una intollerabile catena
dello sfruttamento che colpisce lavoratori, agricoltori ed i trasformatori attenti al
rispetto delle regole".
Assobibe: "Autolesionismo all'italiana"
Fuori dal coro la voce dei produttori di aranciate: “La scelta di discriminare e
penalizzare la produzione made in Italy, e non anche i prodotti importati, rimane
incomprensibile per tutte le aziende che producono, investono e creano
occupazione in Italia. Un caso di autolesionismo anziché di tutela delle industrie
nazionali e dei loro lavoratori".
A dirlo è Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di
6. bevande analcoliche.
"C’è da riflettere su uno Stato che impone una ricetta in maniera arbitraria e vieta la
produzione in Italia di aranciate apprezzate da decenni, senza alcuna evidenza
scientifica o motivi di tutela della salute - commenta il presidente Aurelio Ceresoli - Si
rischia così di vanificare investimenti significativi realizzati in Italia nel corso degli ultimi
decenni e condizionare anche quelli futuri".
"Le imprese devono garantire prodotti sicuri; lo Stato deve garantire la libertà di
competere, anche nella ricerca delle soluzioni più apprezzate dal consumatore che,
ricordo, trova già in etichetta tutte le informazioni utili per fare scelte consapevoli".
"Non è inoltre vero, né dimostrabile - conclude Ceresoli - che l’aumento al 20% si
tradurrà automaticamente in un maggior impiego di forniture di succo solo italiano.
Infatti più si indebolisce la quota di mercato di bibite made in Italy a favore di quelle
prodotte all’estero, minori saranno le forniture di succo italiano”.
Fonte:http://agronotizie.imagelinenetwork.com/
Buone pratiche sulla sicurezza alimentare, il bando di Expo 2015
La scadenza per presentare domanda è stata posticipata al 31 ottobre 214. A cura
di CICA Bologna, Assistenza tecnica e servizi per lo sviluppo delle imprese
E’ stato posticipato al 31 ottobre 2014 il termine per presentare domanda di
partecipazione al bando “Buone pratiche di sviluppo sostenibile per la sicurezza
alimentare” pubblicato da Expo Milano 2015 S.p.A..
Il bando è supportato dal Programma “Feeding Knowledge” che, realizzato in
collaborazione con Metid-Politecnico di Milano e Chieam Bari, è finalizzato alla
creazione di una rete scientifica internazionale di ricerca e innovazione dedicata a
condividere e trasferire conoscenza sulla sicurezza alimentare ed a contribuire
all’identificazione di politiche e piani programmatici che realmente rispondano a
criteri di sviluppo sostenibile. Il bando ha lo scopo di identificare, raccogliere,
diffondere e favorire il trasferimento di Buone pratiche sulla sicurezza alimentare
(Bsdp). Le Bsdp possono essere costituite da: progetti, servizi, prodotti, soluzioni
scientifiche, governance, scelte istituzionali e politiche, condivisione di conoscenza,
collegati al tema dell’Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.
Le iniziative che saranno presentate come Bsdp in tema di sicurezza alimentare
dovranno essere in linea con una delle seguenti priorità tematiche: sviluppo
sostenibile delle piccole comunità rurali; gestione sostenibile delle risorse naturali;
aumento della quantità e miglioramento della qualità dei prodotti dell’agricoltura;
7. dinamiche socio-economiche e mercati globali; modelli di consumo alimentare:
dieta, ambiente, società, economia e salute.
Le Bsdp selezionate beneficeranno di spazi ed installazioni dedicati nel sito
espositivo; convegni e workshops di approfondimento per la diffusione; possibilità di
creare materiali e strumenti di promozione e disseminazione; repository all’interno
della piattaforma web di Feeding Knowledge.
Nel corso del semestre espositivo le Bsdp prenderanno vita attraverso la
partecipazione dei loro “protagonisti”, che diverranno i testimoni di Expo Milano
2015 nel mondo; almeno 3 di questi, per ognuna delle 15 Bsdp selezionate, avranno
l’opportunità di raccontare le loro “successful stories” nei diversi contesti espositivi e
di incontro di Expo Milano 2015
Fonte:http://agronotizie.imagelinenetwork.com/