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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
P RODUZIONE D I STR I B U Z I O N E
Marco B i a n c h in i — PR O D UZ IONE/DISTRIBUZ IONE pag.5
Nathan Wachtel — AB B ONDANZA/SCARSITÁ pag.10
Alfredo Margarido e Nathan Wachtel — BI S OGNO pag.16
Jean-Pierre Terrail CONSUMO pag.24
Claude Ménard — IM P OSTA pag.34
Frangois Pouillon — LUSSO pag.43
Marco Bianchini — ORO E ARGENTO pag.48
Ugo Tucci — PE SI E M I S URE pag.59
Juan Carlos Garavaglia — PR O DUZIONE/DISTRIBUZIONE pag.81
Marco Bianchini — RICCHEZZA pag.97
SCAMBIO pag.109
SPRECO pag.122
ambiguità
allegoria
competenza/esecuzione
Produzione/distribuzione
codice
fonetica
immagine
grammatica avanguardia
metafora Produzione/distribuzione
concetto analogia emetafora lessico classico
segno
esistenza argomentazione hngua critica
significato
essere interpretazione lingua/parola filologia
simbolo bello/bruno
fenomeno linguaggio letteratura creatività
forma metrica maniera
astratto/concreto espressione
idea semantica poetica fantasticodialenica alfabeto retorica
identità/differenza proposizione e giudizio senso/signi6cato gUStO
traduzione ascolto imitazionemediazione
anthropos
opposizione/eontraddhione universali/particolari gesto immaginazione
lettura cultura/culture
qualità/quantità
progetto
atti linguistici etnocentrismi
totalità luogo comune riproduzione/riproducibilità
dicibil%ndicibile sensibilità natura/cultura
uno/molti enunciazione comunicazione orale/scritto discorso
decisione parola 6nzione spazialità
distribuzione statistica presupposizione e allusione errore
ritmo
dato referente informazione generi artigianato
giochi scrittura
CtlCS
narrazione/narratività artista
induzione statistica acculturazionevoce stile Ififosofia/filosofie attribuzione
probabilità I civiltà
ragione antico/moderno tema/motivo oggetto
rappresentazione statistica futuro
razionai%rrazionale catastrofi calendario testo produmoncartistica
teoria/pratica selvaggio/barbar%ivilizzato
soggetto/oggetto ciclo decadenza
uguaglianza evento escatologia armonia colore escrementi
caos/cosmo valori periodizzazione età mitiche melodia disegno/pingano fertilità
cUfvc c sUpcfllci infinito vero/falso tempo/tempofalità genesi ritmica/metrica abbigliamento visione nascita educazionc
geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente scala canto sensi gcnerazloni
coltivazioneinvariante moddo progress%cazionc
alchimia
suono/rumore corpo sessualità infanzia
storia cultura materialeastrologia atlante
tonale/atonale danza vecchiaia morte
osservazione I
reale
)
amore industria rurale
cabala collezione maschera vita/morte
desiderio materialideduzione/prova elementi documento/monumento moda
armiequivalenza muta eros prodotti
esoterico/essoterico fossile credenze ornamento clinica
differenziale formalizzazione frontiera isteria
memoria dialetto scena
funzioni
angoscia/colpa cura/normalizzazione
logica pulsione
rovina/restauro
guerra enigma
infinitesimale
csclusion%ntegrazionc
possibilità/necessità analisi/sintesi imperi
fiaba
soma/psiche castrazioncc complesso
farmaco/droga fuoco
locale/globale nazionreferenza/verità anticipmionc funzione sonno/sogno cl.nsurl
mostro cannibahsmo idcntificazionc I, transfert homo
sistemi di riferimento
follia/delirio
ricorsività Ipotesi misura tattica/strategia
popolare dèi inconscio medicina/medicalizzazione mano/manufatto
stabilità/instabilità matematiche modello alienazione proverbi divino tecnica
variazione normale/anormale
metodo Stl'UttUI S nevrosi/psicosi
coscienza/autocoscieiès demagogia tradizioni eroi salute/malattia utensile
c«ntrat%centrato teoria/modello placai'l'.
combinatoria
immaginazione sociale discriminazione iniziazione sintomo/<liagnosi
grafo
pscc repressione magia
demoni alimentazione
applicazioni
labirinto
servo/signore messiaterrore ateo
casta animale
assioma/postulato caso/probabilità millenniouomo tolleranza/intolleranza chierico/laico cerimoniale > donna cucina
continuo/discreto rete causa/elfetto Utopia tcrtUI S chiesa persona festa
l endogamia/esogamia domestlcamento
dipendenza/indipendenza abaco certezza/dubbio violenza diavolo pur%mpuro
fame
divisibilità algoritmo
famiglia
coerenza eresia religione
origini
[
fet'ccio
gioco I ciccato vegetale
dualità approssimazione convenzione libertino sogno/visione l lutto /categorie/categorizzazione
insieme calcolo determinat%ndeterminato libro stregoneria maschile/fcmminilc
conoscenza regalità
matrimoniorazionai%lgebric%rascendente numero empiria/esperienza ritocoppie filosofiche peccato
clestmmetria acro esperimento disciplina/discipline sacro/profano parent caccia/raccolta
tote
strutture matematiche legge
borghesi/borghesia
enciclopedia santità donoburocrmla sconomiatrasformazioni naturali / categorie lib«rtà/necessità
uomo/donna
innovazione/scoperta eccedente
olussi fcrmszfoneeconomico.socialemetafisica
controll%ctroazionc insegnamento pastorizia
contadini lavoronaturale/artificiale invenzione primitivo
energia consenso/dissensooperatività ideologia assododiproduzione reciprocità/ridistribuzionc
analogico/digitale equilibrio/squilibrio rappresentazione egemonia/dittatura
paradigma massa proprietà
interazione flCCfCSautoma intellettuali
previsione e possibilità proletariato riproduzione
sist«mitica e classificazionc abbondanza/scarsitàintelligenza artificiale ordine/disordine libertà rivoluzione transizioneriduzione
macchina
bisogno
organirzazione maggioranza/mir oranzaripetizione consumo
programma semplice/complesso scienza partiti
simulazione sistema apprendimento politica ccumulaaicne
imposta
spiegazione amministrszieno lussostrumento soglia autoregolazion%quilibrazione
ri6cabilità/falsificabilità cervello comunità capitale
vincolo comportamento coguizlone oro eargento
coagitto Cf lai
econdizionamento induzione/deduzione f 'èonsuetudine h costituzione dlite distribuzione
pesiemisure
controllo sociale innato/acquisito
/ diritto dkmocraf is/dittatura fabbrica produuione/distribuzione
astronomia emozione/motivazione istinto gergo
ghtafiafa norma gestione ricchezza
cosmologie
atomo cmolecola mente operezioni gfUPPo
istituzioni patto marginahtà imperialismo scambio
gravitazione conservazion%nvarianza percezione potere impresa
luce
rmpoluabllilà / opinione
entropia quoziente intellettuale
spreco
potere/autorità mercato
materia
povertà
fisica pubblico/privata ulcrce
spazio-tempo atmosfera cellula
pfapsgsllda
forza/campo società civile moneta
litosfera adattamento difierenziamento
illols/statUS
moto abitazione stato pianificazion
oceani evoluzione aoclsiiazazionc
immunità
particella acqua pro6tto
pianeti mutazion%elezione aoolsuàindividualità biologica
plasma ambiente fcndits
sole pohmorfismo spaziosociale
integrazione
propagazione città salario
Urllvcrao specie invecchiamento
quanti clima utilità
relatività
organismo ecumene valore/plusvalore
reversibilità/irreversibilità
regolazione isissdismento agricoltura
catalisi
stato fisico
sviluppoe morfogenesi 'migrazione città/campagna
macromolecole paesaggio colonie.
metabolismo popolazione commercio
omeostasi industriaeredità regione
organico/inorganico risorse spazio economico
osmosi gene
suolo
vita genotipo/fenotipo
sviluppo/sonosviluppo
terra
razza
territorio
sangue
vi! leggio
Produzione/distribuzione 225 Produzione/distribuzione
224
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2 ' 7 2 2 3 2
5
6 6bisogno 2 2 8 6 6 z 5 6 5 5 5 32 3 z 4 7
6 6consumo 6 6 6 2 3 2 3 4
4 4 ' 7
imposta 2
5
lusso 4 5 S z 3
oro e argento 6 3 ' '
' ' ' ' ' 34 ' 7 3
pesi e misure 2 4 6
,5 4 3 3 ' ' 3
produzione/distribuzione 8 • iò 4 6 8 7 7 7 4 4 4 4 6 6 5 52 2 S
7 2 S S 5
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scambio 6 7 5 7 4 2 z 3 z 7 5 5 5 ' 2
4 7 3 4 7 z 5 3 6
3 ' 3 2 ' 2
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bisogno 8 6 6I Z 6 4 4 8 6 8 7 6 6 5 2 5 5 ' 2
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x • • 6consumo 7 S 3 2 83 43 2 2 3 3 3 44 3 4 7 7 4
imposta 2 ' 2 2
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lusso 5 4 33 3 6 3 • 2
oro e argento 2 35 2 5 ' 3 3 z 3 2
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pesi e misure 3 I 54 5 54 4 35 3
produzione/distribuzione 4 5 3 7 s 5 9 6
355
xo • • 6 3 4 6 7 4 8 8 2 7
ricchezza 6 3 4 5 S 67 3 2
2 2
2 5 S 7 S 3 5
scambio
68 6 6 4 x 6 8 4 4 2 67 3 5 4 8 3 45
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spreco 2 3 3 2 4
Produzione/distribuzione 226 227 Produzione/distribuzione
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scambio 6 2 2 2 5 3
produzione/distribuzione 4 ' 3 6 5 1 2 4
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ricchezza 4 3 2 ' 4 5 2 3 4
consumo 3 3 2 5 3 5 2 4 3
bisogno 6 6 4 3 3 3 2 pesi e spreco
misure
lusso I 3 4
spreco 2 2
abbondanza/scarsità 3 ' 2
oro e argento 2 3 scambio
pesi e misure 4 ' 3
imposta
imposta
5IO
Produzione/distribuzione
< Econo
Abbondanza/scarsità, Bisogno, Consumo, Imposta,
Lusso, Oro e argento, Pesi e misure, Produzione/distribuzione,
Ricchezza, Scambio, Spreco
x. Economico e non-economico.
+Produzione/distribuzione+ e+consumo+ di beni utili e rari sono i momenti
in cui si articolano, per tradizione, gli atti studiati dalla scienza economica. Tale
delimitazione si è imposta nella presunzione che non si consumi se non in quan
to si sia prodotto e non si produca se non per il consumo, e che produzione e
consumo rappresentino un ciclo chiuso, studiato il quale si è compreso tutto ciò
che riguardal'economia.
Che si tratti di azioni compiute da individui o di funzioni svolte da una so
cietà, produzione/distribuzione e consumo costituiscono una sequenza di fe
nomeni rispettosa della logica e dell'etica economica. Tn quanto l'economia ab
bia osservato e osservi il positivistico principio di esenzione di non studiare nul
la all'infuori di quegli atti, i suoi contenuti non possono che rispecchiare la me
desima logica e la medesima etica anche quando esse non esistano, in quella for
ma, nelle società storiche. Non solo, isolando dalla complessità del sociale so
lo tali classi di fenomeni e attribuendo ad esse autonomia epistemologica, l'e
conomia è stata costretta a conferire a una di loro il ruolo di causa efficiente o
finale. Non esiste, infatti, teoria economica che non attribuisca un primato espli
cativo a una delle due classi di fenomeni, o a una loro combinazione. Cosi, di
volta in volta, ci s'imbatte in teorie che riconducono tutto al consumo, tutto alla
produzione o alla combinazione produzione-consumo (offerta e domanda).
Ora, da un lato insospettisce il fatto che le teorie abbiano confermato la vali
dità di una delimitazione aprioristica che nella sua formulazione originaria ri
sale al xe tt secolo ; dall'altro che le stesse teorie economiche, colte nel loro com
plesso, abbiano finito con l'occupare tutte le possibili posizioni che esse pote
vano tenere. Per di piu, ognuna di queste alternative ha dovuto imporsi come
spiegazione ultima degli altri fenomeni sociali (poiché la società costituisce
un sistema di interdipendenze, qualunque teoria che ne spieghi un particolare
deve imporsi come vera anche in relazione alle interdipendenze con quel par
ticolare). Quando ciò non è avvenuto, come nei casi dello storicismo tedesco
piu ortodosso o dei piu rigorosi economisti della «scarsità», l'economia si è con
dannata all'inconsistenza teorica. Fornendo semplici descrizioni di fatti storici
ovvero astratti schemi di ottima allocazione delle risorse, tali correnti di pen
siero si sono, infatti, preclusa la possibilità di fornire spiegazioni o di effettuare
previsioni. A circa tre secoli di distanza dai primi tentativi di fare dell'economia
una scienza autonoma ci si trova, quindi, di fronte all'imbarazzante sospetto
che qualunque delimitazione aprioristica del campo d'indagine conduca a risul
tati teorici insoddisfacenti e che, di fatto, qualsiasi realtà sociale non sia suscetti
Sistematica locale
$I2 )I3 Produzione/distribuzione
sciplina.
bile di frammentazione in ambiti autonomi ed esclusivi dell'una o dell'altra di
tro strutturante», di un nuovo regolatore sociale adeguato a piegare merci e mer
A testimoniare della legittimità del sospetto sovviene la circostanza che ogni cedi alle necessità della riproduzione sociale. L'imposta e, con essa, il fisco sono
tentativo di spiegare e prevedere il sistema dei valori economici sulla sola base diventati veri e propri regolatori dell'economia e della società: protagonisti della
di elementi economici si è dimostrato vano o perché inconsistente dal punto di sempre piu marcata separazione fra «pubblico» e «privato», essi hanno notevol
vista logico (come le diverse teorie del valore-lavoro
) o perché infondato empi
t t ziato l'autonomia dello Stato e del corpo dei suoi funzionari. Se il
ricamente (come le teorie dell'equilibrio economico generale
). Quanto poi alla
f isco regola e armonizza, da un lato, il comportamento economico i in ivi u i
pretesa di ridurre, «in ultima istanza», la realtà umana e sociale all'economico, atomizzati in vista della riproduzione delle strutture sociali e dei cittadini intesi
fondo
essa si è sempre mostrata talmente estrema da non convincere neppure, fino in come entità insieme biologiche e sociali, dall'altro esso è diventato il principale
on o, i suoi stessi sostenitori, principalmente laddove si è trattato di dedurre strumento attraverso cui controllare la stessa produzione, qdella uale il moderno
tutta la+ricchezza+ del mondo simbolico a partire, appunto, dall'economico. «Stato Industriale» domina una quota non irrilevante.
Non è, tuttavia, il solo mondo simbolico a godere di autonomia dall'econo Mondo simbolico, intermediari fra ambienti che si ignorano mutuamente,
mico (inteso come produzione/distribuzione e consumo) e ad esercitare quindi
nuovi centri strutturanti: sono tre buoni esempi di come l'economico dipenda
una fattiva influenza su di esso: l'antropologia e la storia economica testimo ancora oggi da universi non deducibili da esso stesso e rappresenti perciò, anche
niano di una relativa indipendenza — eperfino di una posizione dominante — go dopo la rivoluzione industriale, un ambito di studio delimitato arbitrariamente
duta auta dagli agenti della «circolazione». Ciò è accaduto e continua ad accadere in quanto non autosufficiente. Ciò non significa ovviamente che la scienza eco
te o tota!
ogni volta che il «mercante» effettua una mediazione tra parti che, parzialmen nomica, dimentica di se stessa e degli avanzamenti compiuti, debba confluire
e o tota!mente, si ignorano a vicenda. Ignoranza che può anche intendersi co in una scienza globale dell'uomo e della società: da un lato le facoltà creative
me impossibilità materiale di riprodurre determinate procedure tecnologiche, dell'uomo, dall'altro i limiti intellettivi ed «emozionali» dello scienziato, basta
agronomiche o conoscitive. Ora, è facile dimostrare come tale ignoranza o im no a far ritenere inarrivabile simile traguardo. Piu semplicemente l'economia,
potenza, totale o parziale, sia praticamente ineliminabile dalla scena umana a come le altre scienze sociali, pare debba rassegnarsi a rimanere confinata nc
causa dell'infinita varietà di limiti fisici, tecnico-economici, culturali, intellet «mondo del pressappoco», avvicinarsi alla globalità, isolando e studiando pro
tuali o ambientali che contraddistinguono ogni individuo o gruppo sociale. E blemi che abbiano anche un contenuto economico, rinunziare alle pericolose mi
se gli effetti dell'ignoranza sono minimi all'interno delle società consuetudinarie, stificazioni rappresentate dai grandi sistemi aprioristici e totalizzanti.
nelle quali assai ridotta è la divisione del lavoro e dove lo scambio delle presta
zioni deve avvenire principalmente nella forma di dono, essi sono presumibil
mente massimi dove prevalgano la divisione del lavoro e la compravendita. Di Problemi e sistemi.
conseguenza è in questo secondo tipo di società e di situazioni storiche che ci si
deve attendere il massimo dominio sull'economico da parte degli agenti della I severi limiti impliciti nelle sintesi effettuate nel rispetto del principio d e
dei loro termi i. N
circolazione, cosi come la minima prevedibilità dei contenuti degli scambi e senzione emergono distintamente dalle posizioni espresse dai grandi sistemi del
ei loro termini. Non è un caso che proprio in società del genere si sia cercato la teoria economica su temi di fondo quali +produzione/distribuzione+, +scam
per la prima volta e con grande determinazione di dissipare il mistero, prima bio+, +consumo+ e +bisogno+. Secondo il marxismo, ad esempio, gli agenti dcl
del valore.
irrilevante o inavvertito, che copriva eventuali regolatori necessari e impersonali consumo sono gli stessi della produzione e i loro bisogni si spiegano con il posto
che vi occupano. L'individuo, in altri termini, consuma come individuo che ri
L
7'
inconsueta imprevedibilità e indeterminatezza delle ragioni di scambio produce se stesso : una produzione determinata è infatti causa di un consumo,
sfacenti
nelle moderne realtà economiche se non hanno trovato risposte del tutto soddi una distribuzione e uno scambio determinati, oltre che di determinati rapporti
del! e
acenti da parte dei teorici hanno tuttavia richiesto concrete soluzioni da parte reciproci fra questi momenti. La produzione a sua volta, servendosi di una c
el!e società interessate dal fenomeno. Realtà che si distingue da ogni forma pre terminata forma sociale,riproduce se stessa o tale e quale (riproduzione sem
cedente di prelievo, l'+imposta+ si offre all'analisi come la f
orma piu im ortan
plice) o in forma allargata. Il tutto si spiega perciò con il tutto, dove il dinami
fin h'
e specifica dei moderni apparati statali. Per essa non v'era spazio istituzionale smo che lega un modo di produzione a quello successivo è spiegato dall'azione
nché tutti gli atti rilevanti per la comune sopravvivenza erano già «imposti » e di classi rivoluzionarie, agenti di una «necessità storica», che instaurano via via
nuove produzioni e nuove pratiche di consumo antitetiche a quelle precedenti
ed anta
«dovuti» in ossequio alle regole della solidarietà mentre le attività agonistiche
antagonistiche, come il mercato, erano confinate ad ambiti autonomi e sepa fino al punto in cui la storia si concluderà in una ritrovata integrità dell'uomo.
rati. La penetrazione della libertà d'iniziativa e dell'arbitrio individuale in settori Integrità che il capitalismo, realtà rovesciata, aveva negato al momento di costi
vitali per la società ha invece richiesto l'istituzione di un nuovo genere di «cen tuire uno spartiacque fra preistoria e storia. Il marxismo, in altre parole, spiega
i sistemi economici attraverso una loro descrizione e i o o
' ' g
'11 r divenire razie alla
Sistematica locale 5'4
515 Produzione /distribuzione
dialettica (ipostatizzata) fra le opposte forze della produzione. Nulla è dato sa della società. Ecco, quindi, accanto alle forze del mutamento, tensioni non meno
pere sui bisogni e le caratteristiche dell'uomo integro a cui la necessità storica impellenti che spingono all'immutabilità. Fra queste ultime, forse la piu univer
conduce: nulla se non in termini negativi rispetto al passato.
sale, costrittiva e densa di conseguenze è il diritto alla vita e alla riproduzione
Non meno chiusa e, a suo modo, profetica è la visione tradizionalmente of che affonda le sue radici nella filogenesi della specie. A tale diritto, non diversa
ferta da una parte rilevante della scienza economica occidentale: gran parte de
mente dagli altri oggetti dovuti, corrisponde una serie di bisogni gerarchicamen
gli sforzi della «grande teoria» si sono incentrati sulle modalità — astratte e uni
te ordinati, nel contempo individuali e sociali, che ogni comunità umana ha ga
versali — della massimizzazione dei vantaggi ritraibili dal consumo e dalla pro rantito grazie all'adozione di sistemi di norme ben riconoscibili : si tratta di nor
duzione per ilconsumo, lasciando in genere impregiudicato, e comunque ir
me formalmente simili a quelle che regolano il funzionamento della famiglia con
risolto, il tema dei bisogni. Tema evitato, spesso consapevolmente, in quanto il tabu dell'incesto. Esse infatti assicurano, in primo luogo, il controllo sociale
«esogeno» all'economico: l'uomo del teorico occidentale è spesso un individuo sulle azioni rilevanti per quei diritti, obbligano gli individui alla solidarietà e
che cerca di trarre il massimo utile da circostanze date, valutabili quantitativa
confinano le azioni di mercato — cosi come quelle ad esse equiparabili, come il
mente. I condizionamenti storici rappresentano, per il medesimo teorico, piut
gioco e la guerra, che sono funzionali all'affermazione individuale — ad ambiti
tosto spiacevoli impacci di una realtà imperfetta, che un oggetto meritevole di esterni e controllati; fissano, infine, i parametri quantitativi e qualitativi delle
studio. Pur limitando i loro interessi teorici esclusivamente a relazioni fra quan
prestazioni dovute. Tali parametri rappresentano la norma in base alla quale
tità, quegli economisti hanno, tuttavia, affrontato un problema, quello dell'ot una società giudica dell'+abbondanza/scarsità+ dei beni e traccia il confine fra
timo economico, pervenendo a risultati «normativi » sicuramente utili sia in fase +lusso+ e+spreco+ nonché fra«economia» e +ricchezza+.
di giudizio sia in fase di progettazione. Era però inevitabile che, trascurando
In nessuna delle società storiche che noi conosciamo, neppure nelPOccidente
l'analisi storica e l'impatto dell'«esogeno», essi si esponessero, per ignoranza di
capitalistico, esiste allora un unico sistema economico — regolato, autoregolato o
variabili rilevanti alla soluzione dei problemi concreti, a notevoli insuccessi.
misto — ma ne esistono due: da un lato, il complesso delle attività finalizzate e
D'altra parte non è un paradosso che i loro strumenti formali abbiano trovato
vincolate alle necessità di un intero organismo sociale (che si può chiamare conin fase progettuale piu vasta applicazione nei paesi socialisti che non nelle eco
venzionalmente «economia») ; dall'altro, l'insieme degli artifici, materiali o im
nomie di mercato, maggiormente toccate dagli effetti delle variabili esogene. materiali, liberamente disponibili per usi alternativi, che possono andare dal
Ora, tener conto dell'esogeno significa, anzitutto, affrontare l'irrisolto tema potenziamento individuale o collettivo alla pura e semplice dissipazione (ricdei bisogni. Un tema che ammetterà risposte complete solamente il giorno in cui
chezza). I due mondi, l'«economia» e la «ricchezza», sono distinguibili perché
l'uomo avrà chiarito la propria «natura»: nel frattempo qualche importante ac
profondamente diverse sono le logiche e i controlli che li regolano, cosi come
quisizione pare comunque accessibile. Pur apparendo sempre tesa, come nel 'diversi sono i gruppi di bisogni che essi contribuiscono a soddisfare. Le risorse
passato, fra i due poli della natura e della cultura, la nozione di +bisogno+ non utilizzate dall'uno o dall'altro sono destinate a risolvere due problemi, a volte
è piu riconducibile totalmente a dati «materiali». Sebbene sia innegabile che opposti e concorrenti, rappresentati, rispettivamente, dalla normale sopravvi
il bisogno abbia componenti che si possono far risalire all'eredità biologica del venza del gruppo e, per contro, dall'ampliamento del dominio sull' ambiente,la specie e ai condizionamenti economico-sociali, ciò nondimeno esso si espri nonché dall'opportunità di addestrare e selezionare gli individui destinati ad oc
me e si sviluppa grazie all'attività del particolare mondo simbolico nel quale cupare posti di responsabilità. E se il problema della comune sopravvivenza im
ognuno si trova immerso. In altre parole, la carenza effettiva che si concreta in pone logiche solidaristiche, quello della conquista, addestramento e selezione
un bisogno è sempre il risultato di una libertà, sia pur minima, di scegliere, di richiede tutta la gamma dei comportamenti antagonistici che vanno dal gioco
accettare o di rifiutare ma anche di progettare in modo originale: libertà che ha alla guerra. Ora, paradossalmente, l'economia politica, fin dalla sua fondazione
la sua radice nell'«immaginario >), ossia nell'elaborata dimensione simbolica che scientifica, avvenuta in un momento storico in cui le azioni antagonistiche pa
contraddistingue la «coscienza» di ogni uomo. Quell'immaginario, vale a dire revano in procinto di soffocare la sfera solidaristica, ha studiato, attribuendovi
quella facoltà di «reificare» i simboli che è tratto distintivo dell'Homo sapiens, caratteri universali, unicamente la «ricchezza». Non per nulla lo scenario pre
innescherà nuovi bisogni e azioni conseguenti ogni volta che s'imbatterà in og ferito dell'economista è diventato, da allora, quello concorrenziale. Cosi facendo
getti temporaneamente inaccessibili ma che le «simulazioni» mentali rivelino, ha però dimenticato che si stava occupando di un evento unico nella storia e di
da un lato, desiderabili, e dall'altro, conquistabili grazie a particolari procedure. un fatto eccezionale nell'ambito delle esperienze sociali : se ogni società ha sem
L'«oggetto parzialmente impedito», a un individuo, a un gruppo, a un ordine
pre avuto un'«economia», solo marginalmente ha infatti goduto di «ricchezza»,
sociale, a una nazione intera è, quindi, il motore ultimo delle innovazioni nella anche se è stata la «ricchezza» a scrivere la dinamica della storia.
storia sociale o nell'economia. Per contro esistono «oggetti dovuti», vale a dire Volendo individuare «leggi economiche universali», analoghe a quelle della
diritti che le società riconoscono a ogni membro. Diritti il cui sradicamento è scienza della natura, si dovrebbe allora studiare soprattutto l'« economia'delleparticolarmente difficile in quanto potenzialmente foriero dell'annichilimento diverse società. L'«economia», però, non offrirà mai allo studioso l'opportunità
Sistematica locale gr6 5'7 Produzione/distribuzione
d'individuare leggi endogene all'economico bensi, nella migliore delle ipotesi, guano, essi riemergeranno liberi dai controlli ai quali erano stati sottoposti. Un
uniformità formali nei modi di controllo sociale delle energie e delle risorse non insegnamento che, tenuto conto delle radici millenarie dei due fenomeni, invi
ché, sul piano archetipico e normativo, modelli di ottima allocazione delle ri ta a riflettere sull'opportunità di fare violenza ad istituzioni e sistemi simbolici
sorse adatti a tutta la gamma dei possibili scenari normativo-istituzionali. Piu che sono sopravvissuti, con efficacia, al succedersi dei secoli e delle civiltà.
ampie sono invece le possibilità offerte dallo studio della «ricchezza» (l'unica ef Tale millenaria persistenza prova, d'altra parte, una pari continuità degli
fettivamente analizzata dalla scienza economica). Questa, con particolare riguar scambi di +ricchezza+ che le due classi di fenomeni hanno sussidiato. +Ric
do a quella mercantile, sembra ammettere, in qualità di archetipo «vuoto di fat chezza+ ed «economia» hanno quindi convissuto anche nelle società consuetu
ti », l'analisi delle forme di mercato, la teoria dei giochi e i problemi di massimo dinarie dove parrebbe che il «sociale», con la sua logica solidaristica, abbia sem
e di minimo: modelli che, entro severi limiti, possono anche consentire previ pre potuto inglobare l'individualistica «ricchezza». Convivenza dimostrata, del
sioni, una volta adattati alla realtà del momento. L'ipotesi di base sulla quale resto, dalla secolare polemica fra la «parola» (verità e giustizia) e la «merce»,
essi si fondano — concorrenza piu o meno perfetta e razionalità degli operatori fra la nobile generosità del capo e l'avarizia dell'uomo d'affari, fra il tempo della
— è plausibile nell'ambito della ricchezza mercantile cosi come, nello stesso am Chiesa e il tempo del mercante. È vero che, nelle società tradizionali, la ricchez
bito, è ipotizzabile l'esistenza di meccanismi di autoregolazione. za ha potuto essere confinata, quasi ritualizzata, entro luoghi e tempi ben circo
Il carattere statico, o di statica comparata, dei modelli formali, se non tradi scritti, cosi come, nelle società capitalistiche, l'«economia» ha dovuto subire i
sce la natura stazionaria dell'«economia», preclude, però, di cogliere la dinami pesanti attacchi degli agenti della «ricchezza». L'evidenza storica, tuttavia, im
ca che la «ricchezza» induce, via via, nell'«economico». Che si abbiano in ani pone di constatare che né l'una né l'altra forma sono mai state totalmente an
mo finalità di spiegazione, di regolazione o di previsione, la «ricchezza» richie nullate. Di conseguenza né le teorie che riducono tutto l'economico a «ricchez
de quindi di essere studiata anche e soprattutto nelle sue modalità qualitative za» né quelle che lo assimilano completamente al sociale sono adeguate alla real
e informali; sono, infatti, rilevanti ai fini del suo sorgere e del suo progresso tà: nella realtà «economia» e <(ricchezza», sociale e individuale, conservazione
variabili come l'estensione dei vincoli istituzionali sulle energie e le risorse già e progresso, continuità e mutamento, natura e cultura, sono, oltre certi limiti,
controllate ; la qualità, lo sviluppo e la diffusione delle conoscenze tecnico-scien irriducibili gli uni agli altri. Ne consegue, in quanto i due mondi economici cosi
tifiche; gli aspetti dell'immaginario che sono suscettibili di tradursi in bisogni ; individuati siano mossi da opposte logiche, che si debba tener conto delle insa
la natura, l'eflicienza e la diffusione degli strumenti di comunicazione delle ener nabili contraddizioni esistenti in qualunque realtà sociale: contraddizioni che
gie, delle risorse e delle idee; i dati climatici e geopedologici; le caratteristiche né la logica economica, imperniata sulla figura dell'uomo economico, né la dia
delle civiltà finitime; e cosi via. lettica, ordinata da una mistica necessità storica, possono ricomporre.
Lo studio di tali variabili promette di essere foriero di veri e propri avanza Nonostante gravissime difficoltà, una scienza della società e piu in partico
menti teorici in termini di correlazione e di compatibilità fra eventi. Cosi par lare una scienza economica pare comunque accessibile. È impossibile, però, co
rebbe di potersi dedurre dall'analisi di fenomeni come+oro e argento+ e+pesi struirla ad imitazione delle scienze della natura che studiano oggetti privi d'im
e misure+. Sussidi convenzionali della «ricchezza», invenzioni per eccellenza maginazione. Nel campo delle discipline sociali è impensabile, sulla scorta dei
dell'immaginario, l'oro e l'argento, con i pesi e le misure, nelle loro origini, han consueti strumenti analitici, effettuare previsioni che non siano puramente em
no trovato dei referenti in natura: in metalli dotati di caratteristiche particolari, piriche e che oltrepassino intervalli temporali estremamente brevi : su di un pia
i primi ; in relazioni quantitative esistenti fra le parti del corpo umano, le secon neta minacciato da una catastrofe nucleare qualunque profezia è diventata non
de. Ambedue hanno trovato ovunque la prima utilizzazione culturale, anche in solo ridicola ma anche pericolosa. Ciò che si prospetta, a patto di rinunziare ai
assenza di ponti diffusionistici, in contesti religiosi e magici, vale a dire in occa sistemi totalizzanti e riduzionistici, giustificati solo dalla presunzione apriori
sione del «regolamento» di rapporti di scambio fra uomo e forze potenzialmente stica dell'esistenza di un ordine immanente e necessario, è un sistema teorico
ostili. Legati al sapere matematico, tecnico-scientifico e mercantile, con esso so aperto come aperta è l'avventura dell'uomo. Esso potrebbe imperniarsi sui gran
no progrediti raffinandosi ulteriormente in precisione e fungibilità con il molti di problemi che ognisocietà deve affrontare, per sopravvivere e progredire,
plicarsi, in numero e intensità relazionale, di entità sociali autonome o antago dando luogo a una serie di scenari che tenessero conto della globalità di ogni
nistiche. Strategicamente rilevanti nei conflitti d'interesse, i due istituti sono problema nelle sue relazioni con la totalità dell'esperienza umana e sociale non
stati ripetutamente oggetto del vano tentativo di farli diventare prerogative e ché delle compatibilità delle diverse soluzioni. Solo la globalità di una teoria
sclusive del potere. Essi si presentano quindi come costituzionalmente e inscin può infatti minimizzare i rischi di azioni dagli imprevedibili effetti collaterali.
dibilmente legati a scambi fra entità non solidali: scambi dei quali contribui Per quanto riguarda, in particolare, l'economia, tale globalità si rivela necessa
scono a regolare l'equilibrio e a garantire la continuità. Ogni loro tentativo di ria in quanto non solo l'analisi epistemologica ma anche l'evidenza storica hanno
manipolazione politica è destinato, di conseguenza, a scontrarsi con le esigenze dimostrato che una completa autonomia dell'economico dal sociale è inconce
degli scambi che essi contribuiscono a garantire: in quanto tali scambi prose pibile come, di conseguenza, è inconcepibile l'ipotesi di un meccanismo riequi
Sistematica locale 5»8
5t9 Produzione/distribuzione
libratore comune a tutto l'economico. Meccanismo che gli stessi economisti han Musgrave, R. A., e Musgrave, P. B.
no già messo in discussione, avendo riguardo a fenomeni come la rigidità del ca xg73 Public Financein Theory and Practice, McGraw-Hill, New York.
pitale, le imperfezioni dei mercati, l'ignoranza parziale e cosi via. Non sarà co Napoleoni, C.
munque compito facile combinare e rendere commensurabili analisi qualitativa xg76 Va lore,Isedi, Milano.
e analisi quantitativa: un compito arduo ma inevitabile perché, in un mondo ci Piaget, J.
clicamente alHitto da problemi di +abbondanza/scarsità+, globalità significa pur
x964 Six etudes de psychologie,Gonthier, Paris (trad. it. Einaudi, Torino xg67).
sempre tenere anche conto del vecchio dilemma «burro o cannoni ». In ogni caso,
Polanyi, K.
xg68 Primitive, Archaic and Modem Economies,Doubleday, New York (trad. it. Einaudi,
anche superando uno scoglio cosi formidabile, appare del tutto improbabile Torino xg8o).
che l'economia possa mai diventare una scienza «positiva»: fino al giorno in cui Sahlins, M.
non si avrà il totale controllo dell'immaginario e dei diversi «ambienti» esterni x972 St one Age Economics,Aldine, Chicago (trad. it. Bompiani, Milano xggo ).
all'uomo, tutto ciò che si può sperare è di pervenire a una buona scienza «nor Shackle, G. L. S.
mativa» che aiuti gli uomini a fare scelte affidabili. [M.B.]. xg7z Ep istemics and Economics. A Critique of Economie Doctrines, Cambridge University
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I04
' trucco e quel Abbondanza/scarsità
qualsiasi
~e degli
a in Le nozioni di abbondanza e scarsità sono concepite talvolta in senso asso
~te luto e talaltra in senso relativo, e le due prospettive sono complementari.
Al senso assoluto si ricollegano i miti dell'abbondanza. Età dell'oro, Para
diso perduto, Terra senza male: il sogno di un'umanità felice, di una società
giusta, attraversa i tempi e le culture. Non si tratta tanto di un archetipo (alla
maniera di Jung o di Mircea Eliade) quanto di un «rovescio» della condizione
umana. Nel mondo dell'Età dell'oro gli uomini godono di una profusione di
beni, nonché dell'immortalità: il mito rovescia insieme l'ordine sociale (che
implica il lavoro e la fatica) e quello naturale (che implica la nascita e la morte).
Sia che tale età venga risospinta nel passato (Paradiso perduto), o proiettata
nel futuro (messianismi, utopie), essa traduce un bisogno di evasione, o il pro
getto di superare la reale condizione umana, caratterizzata invece dalla mancan
za e dalla scarsità.
Nel senso relativo, abbondanza e scarsità si definiscono l'una in rapporto
all'altra e costituiscono le categorie fondamentali dell'economia politica. Si
tratta essenzialmente del rapporto tra una certa quantità di. beni e una certa
quantità di uomini: la scarsità di un oggetto conferisce ad esso il prezzo in
funzione del bisogno che se ne prova. Tuttavia, la realtà non si riduce ad un
rapporto cosi semplice: come definire le ricchezze? Se ci si limita ai beni di
sussistenza e se ne considera unicamente la quantità, si perdono le dimensioni
culturali e simboliche dei beni necessari a un gruppo sociale. D'altra parte,
quali indicatori usare per misurare un livello di sviluppo> Il reddito annuo sti
mato in dollari, o il consumo di energia calcolato in chilowattore sono criteri
chiaramente viziati di eurocentrismo. Le ricchezze saranno rappresentate dal
l'automobile e dalla televisione, oppure da beni quali piume, conchiglie, o tes
suti> Né parrebbe meno legittimo adottare un criterio universale come la
quantità di tempo da dedicare allo svago o al sonno di cui gode una popola
zione.
In realtà, conviene relativizzare il rapporto stesso in funzione dei sistemi so
ciali e dei tempi storici. Per un dato gruppo sociale, caratterizzato da un insie
me di condizioni ecologiche, tecnologiche e culturali, si potrà ricavare una
norma intorno alla quale, secondo la congiuntura (economica, demografica,
sociale), varia l'abbondanza o la scarsità relativa. Ma ciò che per un sistema so
ciale è scarsità può costituire abbondanza per un altro : i «bisogni » variano se
condo le totalità in cui sono situati. Il passaggio storico da un sistema ad un
altrosconvolge le norme convenute.
Tuttavia, la relativizzazione, nello spazio e nel tempo, delle nozioni di ab
bondanza e scarsità conduce in ultima analisi al problema del loro significato
assoluto: non si può eludere, infatti, il problema della possibilità, delle carat
teristiche, delle condizioni di un'eventuale «società dell'abbondanza» in cui
culmini l'avventura umana.
Abbondanza/scarsità to6 I07 Abbondanza/scarsità
scrupoloso di riti e divieti. Le preghiere e le offerte sono tese ad ottenere la be
r. L' a bbondanza «primitiva>). nevolenza delle divinità dispensatrici di beni, o il perdono dagli spiriti degli
animali cacciati. L'abbondanza (come la manna celeste) è un dono degli dèi,
La «prima società delpabbondanza», autenticamente libera dall'ossessione che può essere sollecitato con il sacrificio: gli dèi, avendo ricevuto, sono tenuti
della scarsità, è rappresentata, secondo Marshall Sahlins, dalle popolazioni di a ricambiare, a rendere cento volte tanto. I rituali dell'abbondanza presentano
cacciatori-raccoglitori del periodo paleolitico. Certo, se ne misuriamo il livello una varietà sconfinata, secondo le condizioni ecologiche, i mezzi tecnici, i si
di sviluppo secondo i nostri indicatori, essi sembrano ridotti alla miseria: ri stemi indigeni di classificazione, ecc. Ma il loro principio consiste sempre nello
sorse energetiche limitate alla sola forza muscolare, una tecnologia rudimentale, stabilire un legame di reciprocità tra gli uomini e gli dèi: «In fondo, forse non
una gamma ristretta di beni. Tuttavia, Sahlins sviluppa arditamente questo esiste sacrificio che non abbia un che di contrattuale. Entrambe le parti si scam
paradosso: i cacciatori-raccoglitori, tenuto conto dei loro bisogni, sono incom biano servizi e ciascuna vi trova il suo tornaconto. Infatti, anche gli dèi hanno
parabilmente piu «ricchi» di noi! «I piu primitivi popoli del mondo hanno bisogno dei profani. Se del raccolto nulla venisse messo da parte, il dio del
pochi beni, ma non sono poveri. La povertà non consiste infatti in una scarsa grano morirebbe; perché Dionisiopossa rinascere bisogna che, nelle vendem
quantità di beni, e nemmeno in un semplice rapporto tra certi fini e certi mezzi; mie, il capro di Dionisio sia sacrificato; il soma, che gli uomini libano agli
è, prima di tutto, un rapporto tra gli uomini, una condizione sociale» [Sahlins dèi, dà loro la forza contro i demoni» [Hubert e Mauss tgzq, p. rz6 ]. Oue
'97z P 37] sti riti non traducono forse il sentimento che i doni degli dèi sono fragili e
Di fatto, i cacciatori-raccoglitori dànno prova di una notevole produttività, aleatori?
che consente loro di procurarsi i mezzi di sostentamento a prezzo di un minimo L'esempio dei Chipaya dell'altopiano boliviano conferma assai bene come
sforzo; non solo, per loro la nozione di lavoro si distingue appena da quella i prodotti della terra e delle acque siano il risultato di uno scambio con gli dèi.
di gioco: «I cacciatori-raccoglitori lavorano meno di noi. La ricerca del cibo, Ogni anno, in febbraio, essi celebrano una serie di tre cerimonie in onore dei
lungi dall'essere un lavoro continuo, è intermittente; lo svago non manca, e laghi da cui, ancor oggi, traggono gran parte del loro sostentamento, Dopo i
nel corso della giornata si dorme di piu, per persona e per anno, che non in sacrifici di lama o montoni offerti ai mctllku (spiriti della terra), il loro «sacer
qualsiasi altro tipo di società» [ibid., p. r4]. Cosi i gruppi aborigeni della Terra dote» compie un lungo percorso in mezzo ai laghi — poco profondi — seppel
d'Arnhem, in Australia, dedicano in media al cibo (compresa la preparazione lendo lungo il cammino un centinaio di tcl~uas,piccoli coni alti trenta centime
e la cottura ) meno di quattro ore di lavoro al giorno, e possono concedersi tri, fatti di grasso di lama, farina di mais e altri ingredienti. In cambio di que
da una a due ore di siesta, se non addirittura dei pomeriggi interi! I Boscimani sti doni egli si attende dai mali%u e dalla Madre Terra una produzione abbon
!Khung del deserto del Kalahari confermano queste statistiche sorprendenti. Lo dante di piante acquatiche. Nello stesso periodo, e seguendo lo stesso modello
stesso vale per gli Hadza dell'Africa orientale, che vivono in mezzo a gruppi di (doni di tchuas sotterrati nei campi), vengono eseguiti i riti agrari, allo scopo di
coltivatori, ma «fino ad epoca recente non hanno voluto adottare l'agricoltura, ottenere un buon raccolto di china.
"soprattutto perché ciò comporterebbe troppo lavoro pesante" » [ibid., p. z7]. L uomo ricco è dunque un protetto degli dèi, e guai a lui se non spartisce con
1
Quanto ai Siane dell'Oceania, si sa che, dopo aver sostituito i loro attrezzi di loro. Il mito andino del «villaggio sommerso» illustra le conseguenze disastroseo f T
pietra con asced'acciaio, non cercarono di aumentare la produzione, ma pre di un godimento egoistico dei beni. Si narra che il villaggio di «Piwray» era
ferirono dedicarealle feste e agli svaghi il tempo reso libero dall'introduzione fiorente e popolato di uomini prosperi; un giorno vi si celebravano delle nozze
di strumenti piu efficienti. e, nell aPnusso di numerosi convitati, arrivò un vecchio, vestito di stracci, cheI l > CU
La tesi di Sahlins ha il grande merito di mettere in discussione i nostri chiedeva l'elemosina. Tutti lo respinsero, tranne la sposa, che ebbe pietà di
criteri di valutazione dell'abbondanza. Il suo quadro sembra tuttavia eccessi lui. Riconoscente, il vecchio le consigliò di fuggire in direzione di Cuzco; poi
vamente idilliaco: gli ambienti che forniscono risorse insieme abbondanti e scomparve. Subito dopo, il villaggio fu sommerso in fondo a un lago [Ortiz
regolari sono veramente un'eccezione. E il criterio adottato da Sahlins (il nu Rescaniere rtl73, pp. 62-63]. Il messaggio del mito è manifesto: la ricchezza
mero diore di sonno per abitante) appare piuttosto come una trasposizione eccessiva, rappresentata negativamente (rifiuto dell'ospitalità), viene punita dal
umoristica dei nostri particolari criteri di valutazione, Il contrasto con il mondo la divinità che aveva assunto le spoglie di un vecchio miserabile.
contemporaneo resta tuttavia clamoroso. Oggi, «un terzo o anche la metà Nelle situazioni coloniali, o piu in generale di dipendenza e di crisi, i riti
dell'umanità si corica ogni sera con il ventre vuoto. Nell'Età della pietra antica e i miti dell'abbondanza attestano una frustrazione che talvolta trascende in
la proporzione dev' essere stata molto minore» [ibid., p. 36]. Felice Età dell'oro? speranza millenaristica. È il caso dei famosi cargo-cults della Melanesia (Nuo
O illusione dell'antropologo in cerca di evasione? va Guinea,isole Salomone, ecc.), dove si sono moltiplicati dalla fine del secolo
Dal punto di vista delle società indigene, la caccia fortunata o il raccolto scorso. Nell'ambito delle credenze tradizionali, gli indigeni celebravano ogni
abbondante non derivano tanto dal lavoro e dallo sforzo quanto dal rispetto anno il culto del Taro, che era al tempo stesso quello del ritorno degli spiriti
Abbondanza/scarsità ro8 I 09 Abbondanza/scarsità
dei morti : si trattava di un rito agrario destinato, classicamente, ad assicurare nozione di una scarsità fondamentale. Egli poneva il principio di uno squili
l'abbondanza del raccolto. Dopo i rivolgimenti provocati dall'arrivo degli Eu brio inesorabile tra mezzi di sussistenza e popolazione: esiste infatti «la co
ropei, comparvero numerosi profeti, che crearono religioni nuove, pur ripren stante tendenza, che hanno tutti gli esseri viventi, a moltiplicarsi piu di quan
dendo, nel contesto coloniale, alcuni elementi dei culti preesistenti. Fu cosi to lo permettano i mezzi di sussistenza di cui possano disporre» [r798, trad. it.
che nel r9tg, fra gli Orokaiva della Nuova Guinea, il profeta Buninia, durante p. g].Di conseguenza, la crescitademografica (in progressionegeometrica) ec
una visione in cui gli apparve il padre defunto che consumava un pasto a base cede costantemente lo sviluppo dei mezzi di sussistenza (in progressione arit
di taro insieme a una folla di altri morti, ricevette l'ordine d'istituire nuove metica), e pertanto gli uomini sono condannati da una legge ineluttabile a li
cerimonie destinate a ottenere raccolti abbondanti. «Piu feste si dànno, pen mitare le nascite al fine di conservare un equilibrio tra risorse e popolazione:
sano i fedeli, piu taro si ottiene» [Lanternari r96o, p. r98]. A distanza di qual il numero degli uomini è limitato dalla quantità di viveri disponibili. Ogni ac
che anno, il profetismo melanesiano subisce un significativo spostamento: la crescimento di tale quantità di viveri provocherebbe, secondo Malthus, l'ac
situazione coloniale ha esacerbato le nostalgie e le contraddizioni; gli Europei crescersi del numero di consumatori; soltanto la miseria limita la riproduzione
hanno fatto conoscere beni prima sconosciuti e creato nuovi bisogni che la so e il numero di coloro che sopravvivono: l'uomo è perennemente condannato
cietà tradizionale non è in grado di soddisfare: la stessa identità etnica si trova a vivere sull'orlo della carestia.
minacciata. Ormai al centro del culto non è piu il taro, ma le mercanzie eu Tuttavia, non basta considerare unicamente il rapporto tra la crescita della
ropee (fucili, asce, scatole di conserve, vestiti, ecc.) : si attende la scomparsa dei popolazione e la quantità dei mezzi di sussistenza; si pone anche il problema
bianchi (sotto un diluvio ) e l'arrivo di una nave carica di ogni bene. Tra le della ripartizione delle ricchezze tra le diverse classi della società. E tale, per
numerose varianti, ricorre frequentemente un tema: la fine del lavoro. Si at Ricardo, era l'oggetto dell'economia politica. Egli calcola che un aumento dei
tende un'età concepita come abbondanza, ottenuta senza sforzo, grazie al ri profitti presuppone sempre una riduzione dei salari, e che ogni aumento dei sa
torno degli antenati. lari avvenga a scapito dei profitti, Questa contraddizione insanabile (ma su
scettibile di fluttuazioni ) impone un limite alla crescita demografica : «La popo
lazione siregola da sé in base ai fondi che devono darle occupazione, e perciò
Scarsità e storia. aumenta o diminuisce sempre con l'aumento o la diminuzione del capitale»
[Ricardo z8ry, trad. it. p. 48 ]. Nel caso in cui il profitto sia soddisfacente, il
Che rapporti vi sono tra le categorie di scarsità e di abbondanza da una par capitalee la produzione aumentano, e cresce anche la popolazione. Ne deriva
te, e, dall'altra, la dimensione temporale? un aumento dei bisogni alimentari, che si ripercuote sulle terre disponibili e
La nozione di scarsità è al centro della Critique de la Raison dialectiquedi determina un aumento della rendita a vantaggio dei proprietari terrieri. In
Jean-Paul Sartre: al tempo stesso contingente e ineluttabile, essa costituisce compenso, gli operai sono vittime del progresso anche nella misura in cui il
il fondamento ontologico della praxis e della storia umana. Obbliga al lavoro, basso livello del salario rende possibile l'incremento del capitale; la famosa
tramite il qualel'uomo manifesta la sua libertà mentre lotta per la sopravvi «legge bronzea» li condanna alla scarsità: «Il lavoro, come tutte le altre cose
venza. Senonché,in mancanza di risorse sufficienti per tutti, ognuno vede nel che si comprano e si vendono, [...] ha il suo prezzo naturale e il suo prezzo
suo prossimo un nemico mortale e, in una competizione sfrenata, l'uomo di di mercato. Il prezzo naturale del lavoro è il prezzo necessario per mettere i
venta lupo per l'uomo. «Nella pura reciprocità, l'Altro da me è ancheil medesi lavoratori, nel loro complesso, in condizioni di sussistere e perpetuare la loro
mo. Nella reciprocità modificata dalla penuria, il medesimo ci appare come il specie senza né aumenti né diminuzioni» [ibid., p. 6o].
contro-uomo in quanto questo medesimouomo ci appare come radicalmente Al Il modello malthusiano e quello ricardiano godono oggi di una rinnovata
tro (ossia portatore per noi di una minaccia di morte)... Nulla, infatti — né le fortuna presso gli storici. Scrive Fmmanuel Le Roy Ladurie [r966] : «Le male
grandi bestie feroci né i microbi — può essere piu terribile per l'uomo di una dizioni malthusiane dominarono la Linguadoca, nel xvr e xvn secolo, cosi
specie intelligente, carnivora, crudele, in grado di capire e di sventare l'intel come ancor oggi, nonostante una situazione molto diversa, dominano certe po
ligenza umana e il cui fine sia appunto la distruzione dell'uomo» [Sartre t96o, polazioni del Terzo Mondo» (trad. it. p. g9p). Di fatto, la trattazione quantita
trad, it. p. zg7]. La scarsità è insomma l'unità negativa per la quale tutti gli tiva delle fonti permette di elaborare curve della produzione e della popolazione,
uomini, tutte le società, s'integrano nella stessa storia in quanto nemici gli uni oppure dei prezzi e dei salari, dai cui scarti, in periodi di congiuntura sfavore
degli altri. Per causa sua nasce infatti la violenza e, in quel momento stesso, la vole, prende origine la definizione delle famose «forbici» che condannano cate
storia: essa è «la disumanità costante delle condotte umane, in quanto penu gorie sociali piu o meno numerose alla miseria e alla morte. Se l'utilità di tali
ria interiorizzata; insomma ciò che fa si. che ciascuno veda in ciascuno l'Altro strumenti di analisi è indubbia, essi tuttavia acquistano significato solo entro i li
e il principio del Male» [ibid., p. 274]. miti del sistema globale a cui si applicano: vale a dire una data società cronolo
A un livellopiu empirico, già Malthus aveva fondato il suo sistema sulla gicamente delimitata, con le sue particolari caratteristiche. In altre parole, bi
Abbondanza/scarsità I io Abbondanza /scarsità
sogna situare nel tempo le fluttuazioni della scarsità e dell'abbondanza, e rela parziali e insufficienti: i rapporti tra scarsità e abbondanza sono ancora in
tivizzarle secondo i gruppi sociali. fluenzati dalle ineguaglianze di distribuzione, vale a dire dalla stratificazione
In questo senso lo schema di Le Roy Ladurie si applica al lungo ciclo sociale. È di nuovo la maledizione ricardiana: l'indigenza dei piu rende possi'
agrario ch' egli individua per la Francia dal xiv secolo all'inizio del xviii. Ciclo, bile l'agiatezza, o il lusso, di alcuni. Basti ricordare che, proprio durante il
ma anche «storia immobile», giacché, nonostante l'oscillazione dei parametri «riflusso» tra la fine del secolo xvii e l'inizio del xviii, il numero di piccoli po
demografici, economici, sociologici, la situazione al termine del periodo appare deri diminuisce notevolmente, mentre si verifica un riaccorpamento degli ap
stranamente analoga a quella iniziale. Dal punto di vista demografico, per esem pezzamenti a vantaggio sia dei grandi coltivatori, sia dei borghesi o funzionari
pio, verso il igl oo-4o la Francia conta piu di i7 milioni di abitanti; nel i7oo delle città. I periodi di crisi, in questo caso, risparmiano le categorie di popo
circa iq milioni: ossia un aumento di soli z milioni in quattro secoli. Ora, pare lazione maggiormente favorite, che traggono invece profitto dalla situazione di
che, durante lo stesso periodo, la produzione dei beni di sussistenza abbia un scarsità.
andamento stagnante: si tratta di una società caratterizzata dalla «stabilità In ogni caso, la nozione di una scarsità fondamentale, mai superabile, pre
delle tecniche agricole e delle rese cerealicole tra la prima rivoluzione agraria suppone che l'osservatore si rinchiuda entro i confini di un sistema sociale sta
(quella medievale: secoli xi-x?ii ) e la seconda, tardiva, che avrà luogo nel xix bile, erigendolo a modello per tutta la storia dell'umanità. Ora, se questa com
secolo» [Le Roy Ladurie 1974, p. 68oJ. Il lungo ristagno produttivo impone porta elementi di continuità, lunghi cicli di apparente «immobilità», essa su
dunque limiti numerici, costrizioni inesorabili all'insieme della popolazione: bisce però anche rotture e mutamenti qualitativi. Infatti, a partire dagli anni
un certo numero di ostacoli, di frontiere insormontabili, assicurano la sta i7zo-3o, la congiuntura che si è appena indicata s'inverte nuovamente, men
bilità del sistema. Queste costrizioni, insieme materiali (tecnologiche, econo tre agiscono forze di trasformazione (sviluppo delle manifatture, progressi
miche) e mentali (conoscenze scientifiche, livello dell'istruzione popolare), per agricoli, mentalità nuove) che tendono a sovvertire l'antico sistema: la produ
mettono il gioco di un insieme di fattori «autoregolatori»: epidemie, carestie, zione aumenta di nuovo e, a partire dagli anni i75o, l'incremento demografico è
guerre, o anche il ritardo dei matrimoni. Certo, non bisogna esagerare l'auto tale che la popolazione francese supera finalmente la frontiera fatidica dei quat
matismo di tali meccanismi regolativi; si sa comunque che ogni società costi tro secoli precedenti, per raggiungere i z7 milioni nel i78q. Sono ormai pron
tuisce una totalità i cui diversi elementi si combinano secondo una logica par te le condizioni per una vera crescita. La rivoluzione industriale, di cui si ma
ticolare. nifestano molto presto le premesse in Inghilterra, fa entrare definitivamente,
All'interno di un sistema definito da un certo livello di sviluppo delle for nel corso del xix secolo, le società dell'Occidente in un altro sistema. Può que
ze di produzione, esisterebbe dunque un optimum, o un punto di equilibrio, sto corrispondere alle speranze della prima scuola liberale (Condillac, Adam
tra risorse e popolazione: nel complesso, le oscillazioni intorno a tale punto de Smith, Condorcet), per cui i progressi delle arti e delle tecniche consentirebbero
terminano periodi di relativa abbondanza o scarsità. Cosi, dopo la famosa pe finalmente un'età felice e di abbondanza?
ste nera deli348, che provocò un crollo demografico dell'ordine di un terzo Anche la teoria marxista lega l'avvento del comunismo a uno sviluppo suf
o della metà secondo le regioni, e fino alla fine del xv secolo, si colloca una con ficiente delle forze produttive. Da una parte, queste dovranno raggiungere una
giuntura di umanità rada, di terre abbondanti, di salari elevati, di bassa rendi dimensione mondiale, giacché proprio sul piano della storia universale l'uomo
ta fondiaria; ne deriva un generale miglioramento del tenore di vita contadino : potrà liberarsi di quella alienazione per cui subisce il proprio lavoro come la
alla zuppa o al pane d'orzo si sostituisce il buon pane di frumento, e il consumo costrizione di una forza estranea. D'altra parte, «questo sviluppo delle forze
di carne raggiunge il suo livello massimo. A partire dall'inizio del xvi secolo, produttive... è un presupposto pratico assolutamente necessario anche perché
tuttavia, si manifesta il contrasto tra la rigidità della produzione e l'elasticità senza diesso sigeneralizzerebbe soltanto la miseria e quindi col bisogno rico
della popolazione: quest'ultima, dopo il i55o, ritrova con i7 milioni di abitanti mincerebbe anche il conflitto per il necessario e ritornerebbe per forza tutta la
il livello del basso medioevo. Di qui lo sviluppo di un processo inverso: fra vecchia merda»[Marx e Engels i845-46, trad. it. p. z5]. Solo grazie a un'elevata
zionamento dei poderi, diminuzione dei salari reali, riduzione del consumo produttività e a patto di abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione,
di carne, pane commisto a segale; insomma, un accentuato impoverimento potrà essere ridotto il tempo di lavoro e di pluslavoro. Infine, è veramente
delle masse contadine. Entrano allora in azione i meccanismi frenanti (carestia, un'età di realizzazione umana e di opulenza quella che Marx annunzia nelle sue
epidemie, guerre, ecc.) e determinano, insieme al cedimento della curva de pagine piu profetiche: «dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui
mografica, quell'aggravamento della congiuntura del xvii secolo (piu o me sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collet
no accentuato in corrispondenza delle differenze regionali e degli sfasamenti tiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l'angusto orizzonte giuridico
cronologici) che sfocia nel riflusso degli anni tragici della fine del regno di borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere : Ognu
Luigi XIV. no secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!» [I875, trad. it. p.
Tuttavia, queste oscillazioni congiunturali aprono soltanto prospettive ()6z].
Abbondanza /scarsità Iiz I?3 Abbondanza/scarsità
ficazione sociale: rimandano altresi alla natura dei beni disponibili, soggetta
3. Una società dell'abbondanza F alla logica del profitto. Cosi, all'opulenza che si manifesta nell'ambito dell'im
presa privata e del mercato si contrappone l'insufficienza delle attrezzature col
Ora, le forze produttive si sono sviluppate a un tale ritmo, dopo la rivolu lettive prese a carico dal settore pubblico. Penuria di scuole, ospedali, infra
zione industriale, che numerosi teorici o uomini politici hanno proclamato, so strutture urbane e culturali: è una denunzia ormai classica. Ma il contrasto ren
prattutto negli anni '6o, tanto nei paesi socialisti come in quelli capitalisti, che de ancor piu evidente il carattere artificioso dei «bisogni» suscitati dalla molti
l'umanità era giunta alle soglie dell'età dell'abbondanza. La congiuntura attuale plicazione dei beni proposti per il consumo : essi sono in realtà subordinati alle
(di lunga durata>) costringe a moderare gli entusiasmi; ma cio che è in causa esigenze della produzione. Cosi, la società cosiddetta dell'abbondanza genera
è precisamente la società cosiddetta «dei consumi», secondo il modello offerto in perpetuo l'insufficienza e la frustrazione indispensabili al funzionamento del
al mondo intero dai paesi capitalisti piu ricchi: questi avrebbero dunque vera sistema. «La famiglia che esce per una gita su una splendida macchina, dota
mente trionfato sulla scarsità> ta di freni potenti e di aria condizionata, passa attraverso città con strade piene
Se si adottano i criteri della società industriale (reddito nazionale per abi di buche, deturpate dai rifiuti sparsi ovunque, da edifici orribili, dalle afFissioni
tante, o consumo di energia), non v'è dubbio che i progressi realizzati nell'ul e dai pali telegrafici che da lungo tempo avrebbero dovuto essere eliminati.
timo secolo dai paesi piu sviluppati sono spettacolari. L'arricchimento del re Poi tale famiglia capita in una zona di campagna che è quasi nascosta dai car
gime alimentare è tale che alle antiche malattie da carenza sono subentrate telloni pubblicitari...» [Galbraith I958, trad. it. p. z36]. Le frustrazioni sono
quelle contemporanee dell'opulenza (in particolare cardiovascolari). Il lusso di ingigantite dalla disuguaglianza: i beni proposti al consumo sono anche segni
ieri è oggi diventato cosa comune: nei bilanci familiari, la proporzione desti di prestigio e, mentre i piu. ricchi soddisfano bisogni nuovi, i piu sfavoriti aspi
nata all'alimentazione è diminuita regolarmente, lasciando il posto a una pro rano a imitarli; quando finalmente anche loro accedono ai nuovi prodotti,
fusione di articoli nuovi e di servizi: arredamento, radio e televisione, automo gliene vengono proposti daccapo altri, e la corsa continua all'infinito.
bile, spese voluttuarie. Il senso di abbondanza è accentuato dallo spettacolo Supporre dunque che, nei paesi piu sviluppati, lo sviluppo delle forze pro
dell'immenso spreco che accompagna questa bulimia di «consumo»: il succe duttive abbia raggiunto un livello che teoricamente permetterebbe di raggiun
dersi delle mode, la rapida usura degli oggetti, i gadgets, lo stimolo costante gere «l'abbondanza», è un discorso che, di fatto, la logica del sistema capita
della pubblicità. listico impedisce di fare, giacché essa suscita un'insoddisfazione permanente.
Il rovescio del quadro rivela infatti i limiti e le false apparenze dell'opulenza. Ciò che in definitiva è da mettere in discussione sono i criteri stessi dell'abbon
Essa non ha per scopo il benessere del consumatore, ma la realizzazione di un danza: non il reddito per abitante, né l'energia consumata e neppure l'automo
profitto. Che significano le paradossali «crisi di sovrapproduzione» dei paesi bile o la televisione. Ma la scelta di altri criteri presuppone che si entri in un
capitalisti? L'abbondanza diviene eccessiva, e si rovescia in pratiche di distru altro sistema. L'utopia di cui si può sognare è quella per cui l'uomo si riconci
zione: il Brasile è passato alla leggenda bruciando nelle caldaie delle locomo lierebbe con i suoi bisogni e in cui ogni individuo disporrebbe di tempo libero
tive migliaia di sacchi di caffè che, immessi sul mercato, avrebbero provocato sufficiente per sviluppare le proprie capacità. «Di fatto, — dice Marx, — il re
un crollo dei prezzi; cosi pure l'Argentina ha bruciato grano, e ogni anno si gno della libertà comincia soltanto là dove cessa il lavoro determinato dalla
assiste allo stoccaggio (e addirittura alla distruzione) di migliaia di tonnellate necessità e dalla finalità esterna; si trova quindi per sua natura oltre la sfera
di derrate agricole che il mercato non può assorbire a prezzi considerati rimu della produzione materiale vera e propria [...]. Condizione fondamentale di
nerativi: le uova si accumulano, il burro diventa rancido e il latte viene forni tutto ciò è la riduzione della giornata lavorativa» [ i865, trad. it. pp. iioz-3 ].
to (sotto forma di assistenza ai paesi poveri) a popolazioni che non possono assi Di nuovo il sogno dell'Età dell'oro? Certo, ma è anche vero che il trionfo sulla
milarlo. necessità presuppone la realizzazione del libero progetto umano, che deter
Questo spreco è tanto piu assurdo in quanto va accentuandosi il distacco minerebbe i suoi fini in funzione non di costrizioni esterne o naturali, ma dei
tra i paesi del Terzo Mondo e quelli ricchi (meno di ioo dollari di reddito annuo suoi propri valori. [N. w.].
per abitante contro piu di 3ooo). È molto difficile parlare di abbondanza di
fronte a simili disuguaglianze, Nemmeno nei paesi ricchi sono scomparse le
disparità; è noto che negli Stati Uniti vi sono ancora isole di grandissima po
vertà. John Kenneth Galbraith ha raccontato l'origine paradossale del suo The
Aguent Society [ i958], ricordando lo stupore di Jawaharlal Nehru quando gli
disse che in vaste regioni degli Stati Uniti il livello di vita era inferiore e la
vita piu miserabile che non nel Punjab...
Le disparità all'interno dei paesi ricchi non riguardano soltanto la strati
Abbondanza/scarsità II4
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Sottratta ad un contesto esclusivamente economico (i due concetti sono alla base della
teoria neoclassica del rapporto tra beni e bisogni, cfr. bisogno, nonché utilità
), la coppia
abbondanza/scarsità si rivela particolarmente feconda nell'applicazione a contesti socio
economici diversi :da quelli delle società «primitive» (cfr. primitivo e, per «le prime so
cietà d'abbondanza», caccia/raccolta) alle attuali forme di spreco istituzionalizzato
nell'ambito delle società opulente (cfr. anche sviluppo/sottosviluppo). Il rapporto tra
popolazione e risorse —una delle possibili definizioni della ricchezza di una società
non esaurisce evidentemente il problema della relativizzazione dei concetti di abbondanza
e scarsità, che vanno in ogni caso qualificati rispetto al grado di sviluppo delle forze di
produzione, come è apparso chiaro da quando si è entrati in ambito capitalistico (cfr.
capitale). Mentre ciò segna i limiti di certe generalizzazioni filosofiche sulla storia de]
l umanità in chiave di scarsezza, consente di formulare in termini politiciconcreti il te
ma di un'abbondanza che, dopo aver alimentato miti secolari (cfr. età mitiche, mil
lennio), resta alla base delle moderne utopie (cfr. utopia).
250
Bisogno
La nozione di bisogno poggia, fin dall'inizio, su un' ambiguità: quella dell'uo
mo che è essere sociale e naturale a un tempo. In una prospettiva naturalistica
il bisogno, o meglio i bisogni, generano, fin dall'emergere della specie, i nostri
comportamenti individuali o collettivi: cosi noi saremmo definiti, piu che dalle
nostre scelte e dai nostri progetti, da stimuli e meccanismi biologici. Ma si può
ridurre l'uomo alla sola biologia? Nelle scienze umane il concetto di bisogno ri
flette questo paradosso : talvolta i bisogni sono considerati il fondamento ultimo
e naturale delle società umane, e allora queste perdono ogni specificità e si rivela
impossibile l'elaborazione di una vera antropologia ; talaltra la nozione subisce la
classica dicotomia tra natura e cultura, ma allora si pone il problema dei rapporti
tra bisogni cosiddetti naturali e bisogni culturali, e la specificità delle organizza
zioni sociali si risolve in una tautologia, o si trova ridotta alla sola dimensione
economica. Se queste oscillazioni rivelano le difficoltà proprie delle scienze uma
ne, come di qualsiasi riflessione sull'uomo, è anche vero che esse mettono in di
scussione la legittimità di una nozione cosi ambigua.
x. Bi s ogni «naturali » e bisogni «artificiali >).
L'ambiguità della nozione di bisogno risulta fin dagli inizi dell'economia
politica. Gli autori del xvxxx secolo distinguevano due tipi di bisogni: quelli
«naturali» e quelli «artificiali». Ora, con denominazioni appena diverse (bisogni
necessari e superflui, biologici e culturali, ecc.), questa distinzione guida tutti
gli autori che fino ai giorni nostri hanno tentato di analizzare i bisogni umani.
Questa costante,che attraversa ledottrine piu varie,presuppone un sostrato co
mune : il bisogno concepito come categoria astratta, valevole per tutta l'umanità
e quindi fondamento della universalità dell'economia politica in quanto scienza.
Ne è il fondamento proprio perché costituisce lo scopo finale del lavoro dell'uo
mo, che raccoglie o produce beni al fine di soddisfare i propri bisogni. Ma i biso
gni umani si possono ridurre a una categoria puramente economica?
x.x. Il liberalismo.
Secondo Condillac, «i bisogni naturali sono una conseguenza della nostra
conformazione: noi siamo conformati per avere bisogno di nutrimento, o per
non poter vivere senza alimenti»; quanto ai «bisogni artificiali», essi sono «una
conseguenza delle nostre abitudini. Una tal cosa di cui potremmo fare a meno,
perché la nostra conformazione non fa che ne abbiamo bisogno, ci diventa ne
cessariaper l'uso, e talvolta tanto necessaria, come se fossimo conformati per
averne bisogno»[x776, ed. xil48 p. z']. In altre parole, da un lato i bisogni deri
vano dalla costituzione dell'uomo, cioè dal suo corpo; dall'altro dalla storia e
Bisogno 252 z53 Bisogno
dalla cultura proprie di ciascun gruppo sociale. In pratica, bisogni puramente Bastiat critica Palmerston quando confisca le navi negriere brasiliane, e difende
naturali si troverebbero solo in una ipotetica popolazione primitiva; a mano a gli Inglesi che coltivano l'oppio in India per riversarlo sul mercato cinese : infat
mano però che questa diventa sedentaria, pratica l'allevamento e l'agricoltura, in ti, «se l'umanità si perfeziona, non è con la moralizzazione del produttore, ma
venta le arti e le tecniche, si crea anche nuovi bisogni : «Questi primi bisogni arti con quella del consumatore» (trad. it. p. 437). Bastiat esclude dunque qualsiasi
ficiali si allontanano dai naturali il meno possibile. Ma si prevede ancora che se intervento dell'uomo, e a maggior ragione dello Stato, nell'organizzazione «na
ne formeranno degli altri, che se ne allontaneranno sempre piu... Verrà anzi un turale»delladomanda e delpofferta.Ilconsumatore, perno delprocesso, incarna
tempo, in cui i bisogni artificiali, a forza di allontanarsi dalla natura, finiranno col attraverso i suoi bisogni l'essenza dell'umanità: «il consumo è il gran fine del
cambiaria del tutto e corromperla» [ibid.]. Cosi si sviluppa il lusso, motore delle l'economia politica; il bene e il male, la moralità e l'immoralità, le armonie e le
attività economiche. Questo quadro corrisponde a una rappresentazione unili discordanze,tutto viene a risolversi nel consumatore, perché eglirappresenta
neare della storia dell'umanità, la cui evoluzione condurrebbe, per gradi succes Pumanità» [ibid.],
sivi, da bisogni puramente naturali a bisogni sempre piu artificiali. Ma è anche
vero che, una volta integrati nel processo storico, i bisogni artificiali diventano, r.z. Il marxismo,
in seguito all'abitudine, naturali quanto i primi. Ecco perché consentono di at
tribuire un certo valore agli oggetti atti a soddisfarli, e possono in tal modo venir In tal modo l'economia politica accordava ai bisogni una funzione determi
eretti a categorie ultime della economia politica. nante, pur basandoli su motivazioni soggettive, addirittura psicologiche. Di
Ora, la scuola liberale (Smith, Say, Bastiat, ecc.) postula un ordine naturale fronte a questo paradosso, Marx opera un capovolgimento completo : secondo
che consente agli interessi particolari di accordarsi armoniosamente con l'inte lui il vero motore dei rapporti sociali è la produzione, tant'è vero che in ogni fase
resse generale. L'individuo, per Adam Smith [r776] «è condotto da una mano storica essa crea i suoi propri bisogni, ormai obiettivi e determinati: «È sull'o
invisibile... a perseguire un fine che non rientra nelle sue intenzioni, Né il fatto pinione o su tutta l'organizzazione della produzione che si basa l'intero sistema
che tale fine non rientri sempre nelle sue intenzioni è sempre un danno per la dei bisogni? Il piu spesso i bisogni nascono direttamente dalla produzione o da
società» (trad. it. p. 444 ). Ecco perché ilcommercio deve rimanere libero da uno stato di cose basato sulla produzione. Il commercio dell'universo è imper
qualsiasi ostacolo, da tassazioni o regolamenti. L'ordine economico comporta un niato quasi interamente su dei bisogni: bisogni non del consumo individuale,
equilibrio in qualche modo spontaneo tra bisogni, produzione e consumo. Certo, ma della produzione. Cosi, per dare un altro esempio : il bisogno che si ha di ri
possono presentarsi delle strozzature in un determinato settore, peraltro limitato, correre ai notai non presuppone forse un diritto civile dato, che non è se non
allorché i prodotti di un certo tipo superano momentaneamente particolari bi l'espressione di un certo grado di sviluppo della proprietà, ossia della produzio
sogni ; ma la difficoltà si risolve su scala globale nella società grazie ad assesta ne?» [Marx I847, trad. it. pp. g-5]. I bisogni, secondo questa concezione, non
menti che suppliscono a questa eccedenza con altri prodotti, che a loro volta dipendono piu dalla libera volontà del soggetto, ma dal lavoro dell'insieme della
soddisfano altri bisogni. Questi equilibri costantemente ristabiliti presuppongo società e costituiscono un sistema globale, specifico, che s'impone a tutti gli in
no una equivalenza tra l'insieme dei bisogni e la massa monetaria (concepita co dividui. Non si tratta piu di armonia prestabilita, né d'irriducibile pessimismo,
me semplicemezzo di scambio ) di cui dispongono i consumatori; presuppongo valevole per una natura umana universale ; la teoria di Marx relativizza i diversi
no inoltre un rapporto armonioso tra i progressi della divisione del lavoro (che sistemi di bisogni, in quanto questi corrispondono a formazioni sociali che diffe
aumenta la produttività ) e la crescita della popolazione. Questo ottimismo viene riscono per lo sviluppo disuguale delle loro forze produttive e le particolari ca
messo in discussione da Malthus [r798] che, al contrario, fonda la sua teoria sul ratteristiche dei loro rapporti di produzione.
principio di un divario sempre piu profondo tra l'aumento della popolazione e Questa prospettiva storica permette a Marx di riprendere la distinzione tra
quello delle sussistenze. Ma tanto nella versione classica e ottimista quanto in dizionale tra bisogni naturali e bisogni artificiali, pur sfumandone la contrapposi
quella pessimista, il postulato è lo stesso : sono i bisogni a determinare i rapporti zione. Se è vero che i bisogni naturali dipendono da fattori fisici e biologici, essi
degli uomini con la natura, gli scambi di merci e la riproduzione della società. però variano secondo le culture e, all'interno di una stessa formazione sociale,
A questa concezione soggettiva dell'economia liberale si rifà anche Proudhon secondo le classi : « I bisogni naturali, come nutrimento, vestiario, riscaldamento,
[r 846] quando pone in assoluto la libertà dell'individuo di fronte ai prodotti del alloggio ecc., sono differenti di volta in volta a seconda delle peculiarità climati
lavoro e ai loro valori: «nella mia qualità di libero compratore io sono giudice che e delle altre peculiarità dei vari paesi. D'altra parte, il volume dei cosiddetti
dei miei bisogni, giudice della convenienza dell'oggetto, giudice del prezzo che bisogni necessari, come pure il modo di soddisfarli, è anch' esso unprodotto della
voglio mettervi» (trad. it. p. i7o ). A Proudhon fa eco Frédéric Bastiat [r85o] : storia, dipende quindi in gran parte dal grado d'incivilimento di un paese e, fra
solo il consumatore, e non il produttore, rappresenta l'elemento dinamico della l'altro, anche ed essenzialmente dalle condizioni, quindi anche dalle abitudini e
pratica economica; la soddisfazione dei bisogni è quella che determina le forme dalle esigenze fra le quali e con le quali si è formata la classe dei liberi lavoratori »
di organizzazione della società. In nome di questa morale del consumatore, [Marx r867, trad. it. p. zo6]. E nella misura in cui i tempi delle sovrastrutture
Bisogno z54 z55 Bisogno
mentali sono relativamente autonomi rispetto a quelli delle infrastrutture, com z. La s ocializzazione dei bisogni.
paiono degli sfasamenti in cui s'insinuano di nuovo elementi soggettivi; cosi i
membri di una classe sociale in ascesa, ma non ancora dominante, imitano la « I bisogni sono naturali — ma il modo di soddisfarli?» [Febvre 1922, p. ?79].
classe dirigente adottandone i valori, i bisogni e lo stile di vita: è il caso di quei Nell'uomo, infatti, tutte le risposte ai bisogni, e prima di tutto la loro formula
borghesi che, in epoca moderna (secoli xvr-xvm ), comprano terre,cariche e in zione, passano attraverso una dimensione simbolica, che invece nelle specie ani
fine titoli nobiliari. Non è forse quanto succede oggi, secondo certi sociologi, a mali, anche in quelle superiori, è assente o rudimentale. Noi non mangiamo solo
una parte della classe operaia, che identifica il prestigio con l'acquisto della ben per necessità e per la sola sopravvivenza biologica : il nostro consumo di cibo su
nota trilogia: macchina, frigorifero, televisore? Infatti la produzione, concepita bisce una elaborazione culturale e immaginaria del mondo e attraverso questa
in senso lato, non elabora solo oggetti e merci, ma anche idee. griglia va colto il senso degli atti legati (direttamente o indirettamente) alla sod
L'inadeguatezza tra i bisogni e la loro soddisfazione è anch' essa un prodotto disfazione dei bisogni. Gli alimenti si organizzano in una gerarchia di nomi e di
della storia e nella società capitalistica deriva dall'espropriazione dei proletari, consumi, fondata su una lettura del quadro naturale e tradotta in una semantica
ridotti a vendere sul mercato la loro forza-lavoro : «Al fondo del sistema capita arbitraria. Ogni società distingue ciò che è mangiabile da ciò che non lo è secon
listico v'è dunque la separazione radicale del produttore dai mezzi di produzio do criteri suoi propri e accomuna in uno stesso rifiuto i cibi naturalmente tossici
ne... La base di tutto questo sviluppo è l'espropriarione dei coltivatori. Essa si a quelli culturalmente proibiti.
è finora compiuta in modo radicale soltanto in Inghilterra... Ma tutti gli altri Non possiamo spiegare questi sistemi di classificazione solo attraverso i rap
paesi,dell'Europa occidentalepercorrono lo stesso movimento» [lettera di Marx porti con la natura e con il bisogno, né ridurli alla sola dimensione economica.
a Vera Zasulic, dell'8 marzo r88z, trad. it. p. ro64]. Talora certe tecniche di preparazione permettono di eliminare il contenuto no
Questo rivolgimento, certamente il piu importante dopo il Neolitico, im civo di un cibo, che può cosi diventare l'elemento principale di un regime ali
plica necessariamente un mutamento radicale dei bisogni che assoggetta i lavora mentare ; è il caso della manioca nelle civiltà tupi-guarani. Ma queste classifica
tori alla produzione capitalistica. Al contrario, nelle società primitive persino il zioni non chiamano solo in causa bisogni e tecniche, Secondo un esempio classi
plusprodotto è integrato in modo da servire all'interesse generale. A proposito co, i Francesi sono ghiotti di funghi, mentre gli Inglesi hanno ripugnanza a con
delle comunità primitive delle Indie o del comunismo degli antichi Peruviani, sumarli ; eppure i funghi crescono in Gran Bretagna come in Francia [cfr. Lévi
Marx [z865] osserva: «Può essere sempre fatta una distinzione fra quella parte Strauss r973, pp. s63-79]. Questocontrasto può esserecompreso solose riferito
del lavoro i cui prodotti entrano direttamente nel consumo individuale dei pro al suo contesto di tradizioni, riti e credenze. La distinzione tra commestibile e
duttori e delle loro famiglie... e quella parte del lavoro che è sempre pluslavoro, non commestibile presuppone l'elaborazione di un sistema di valori.
il cui prodotto serve sempre al soddisfacimento dei bisogni sociali generali, qua I bisogni dunque appaiono sempre socializzati, e sempre in maniera molto
le che possa essere il modo di distribuzione di questo plusprodotto, e chiunque variabile secondo le società: ecco perché, in questo infinito moltiplicarsi di usi,
possa esercitare la funzione di rappresentante di questi bisogni sociali» (trad. it. le pratiche degli altri sembrano cosi strane, addirittura barbare o selvagge. In uno
pp. r r77-78); Per contro, nella società capitalistica il divario tra i bisogni e la dei nostri primi testi etnografici, Erodoto presenta i comportamenti degli Egi
loro soddisfazione si accentua nella misura in cui si approfondisce il solco che ziani e dei Greci in maniera sistematicamente contrapposta : «A causa del clima
separa i proprietari dei mezzi di produzione dai proletari. Ma se questo squili eccezionale e del fiume che ha un carattere diverso dagli altri fiumi, gli Egizi
brio è un risultato della storia, può anche avere una fine, insieme all'alienazione e hanno fissato la maggior parte delle usanze e delle leggi in modo opposto a quelle
allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Esiste in Marx uno spirito utopico, che si degli altri uomini. Presso di loro le donne si dedicano al commercio e al traffico
traduce ora nella nostalgia per le origini (in cui bisogni, produzione e consumo e gli uomini stanno a casa a tessere(gli altri uomini tessono spingendo la trama
si equilibrano), ora in un profetismo volto all'avvenire. «Agli inizi della civiltà verso l'alto, gli Egizi verso il basso) ; gli uomini portano i pesi sulla testa, le don
le forze produttive acquisite del lavoro sono esigue; ma esigui sono anche i biso ne sulle spalle. Le donne orinano in piedi e gli uomini seduti. Scaricano il loro
gni, che si sviluppano con lo svilupparsi dei mezzi per soddisfarli, e per mezzo di corpo incasa e mangiano fuoriper lastrada spiegando che bisogna compiere di
questi » [Marx s867, trad. it. p. 6z6]. E nella società futura, riconciliata con se nascosto gli atti sconci, ma necessari, in pubblico quelli puliti. Nessuna donna è
stessa, i bisogni saranno di nuovo direttamente presi in considerazione in un sacerdotessa di un dio e di una dea, gli uomini di tutti gli dèi e di tutte le dee...
regno di armonia, di abbondanza e di uguaglianza, in cui l'individuo riprende Gli altri uomini vivono separati dagli animali, gli Egizi insieme ad essi. Gli altri
i suoi diritti con il trionfo del principio: «A ognuno secondo i suoi bisogni!» si nutrono di frumento e d'orzo, mentre l'Egizio che vivesse di queste sostanze
sarebbe oggetto del massimo disprezzo ; invece fanno il pane con l'olira, che al
cuni chiamano scia [forse la volgare saggina]» [Erodoto, Storie, libro Il].
La socializzazione dei bisogni assicura l'omogeneità del gruppo : tutti i suoi
membri compiono le stesse pratiche, che si contrappongono a quelle degli altri
Bisogno z56 z57 Bisogno
gruppi e definiscono cosi delle frontiere culturali. Il testo di Erodoto illustra la sia nella preparazione delle feste (bisogni al tempo stesso economici e rituali ).
differenza radicaleimposta dall'alimentazione, per cui gli Egiziani rifiutano i ce Poiché gli oggetti del bisogno sono sempre rivestiti di valori simbolici, si ca
reali che paiono normali ai Greci preferendo ad essi una specie di sorgo. A uno pisce come anche nelle società piu primitive gli uomini abbiano tanti bisogni
stesso bisogno fisiologico corrispondono diverse soluzioni umane. Questo mec «artificiali». Le cerimonie religiose richiedevano oggetti sacri per onorare le di
canismo di differenziazione pone il problema del diverso e della sua comprensio vinità, assicurare la caduta della pioggia, l'abbondanza dei raccolti, o la fecondi
ne : Erodoto risospinge gli Egiziani nella barbarie nella misura in cui leloro abi tà delle greggi. Nelle società andine le stoffe rappresentavano uno dei beni piu
tudini si contrappongono sistematicamente a quelle dei Greci. D'altra parte il ricercati e preziosi: quella inca aveva laboratori tessili in cui lavoravano mi
suo inventario dei bisogni e del modo di soddisfarli si limita agli elementi su cui gliaia di «donne scelte». Ora, il problema non era solo quello della protezione
poggia la contrapposizione: il suo etnocentrismo gli impedisce di arrivare a una contro il freddo : c'era bisogno di enormi quantità di stoffe da distribuire ai capi
autentica comprensione dei rapporti degli Egiziani con se stessi e con la natura locali per assicurarsene la fedeltà, o da offrire agli dèi per riceverne la protezione.
che caratterizzano la loro maniera originale di vivere e di soddisfare i bisogni. I Lo stesso vale in numerose società per il bisogno di piume, di perle, di conchi
resoconti dei viaggiatori occidentali e anche certi documenti etnografici mostra glie, ecc. : non si tratta assolutamente, come si potrebbe supporre in base a un'in
no spesso un atteggiamento analogo : si pensi alle descrizioni culinarie in cui topi terpretazione funzionalista, di una preoccupazione decorativa o estetizzante, nel
e serpenti occupano un posto per noi inconcepibile. qual caso basterebbero dei tatuaggi. Ma proprio i tatuaggi, come le piume o le
I sistemi alimentari presuppongono elaborazioni assai complesse, rilevabili perle, denotano l'identità dell'individuo e del gruppo, sono l'emblema del tale
al di fuori dei riti e delle proibizioni. La cacciagione, ad esempio, non potrà esse clan o della tale tribu, cui assegnano cosf un posto nell'universo. Insomma, la
re consumata del tutto se il gruppo si è creato l'obbligo di offrire una parte no socializzazione dei bisogni significa che l'uomo non cerca oggetti o beni per il
bile dell'animale agli antenati, ai capi, o alla terra. Questi riti sacrificali si inte solo valore d'uso : spesso al contrario li accumula per distruggerli, come nel cele
grano con l'insieme di attività che consentono alla società di sopravvivere e ri bre potlatch dei Kwakiutl; paradosso solo apparente, giacché tali distruzioni
prodursi, Cosf gli alimenti vengono ordinati secondo una gerarchia che non hanno lo scopo di procurare il sommo bene, quello di cui gli uomini sentono piu
corrisponde soltanto ai loro sapori naturali o alle loro qualità nutritive, ma ha vivamente il bisogno, cioè il prestigio sociale.
valori simbolici. Queste «scelte» culturali sono rafforzate dalle regole di pre
parazione culinaria (carne di un dato tipo dev' essere consumata bollita o arro 3. La naturalizzazione dei bisogni.
stita, abbrustolita o affumicata, ecc.). In altri termini, l'alimento non ha una
funzione puramentebiologica. Certo, si può quantificare il numero di calorie I bisogni, anche e soprattutto quelli artificiali o simbolici, acquistano dunque
per abitante al giorno necessarie alla sopravvivenza di una popolazione; ma al significato in ciascuna società attraverso sistemi di rappresentazioni e di classifi
trettanto si può fare per una popolazione animale. Invece ciò che è essenzial cazioni che abbracciano l'individuo, il gruppo, gli dèi, l'universo. Questi discorsi
mente sociale, cioè i connotati simbolici, non è quantificabile. Ecco perché delle società su se stesse non ne sono un semplice riffesso, ma formano il tessu
l'economia politica, liberale o marxista, è molto limitativa quando riduce il to delle relazioni sociali a tutti i livelli : i miti si prolungano nei riti come negli at
lavoro a un'attività puramente economica il cui scopo sarebbe di soddisfare bi ti quotidiani. Inversamente, in tal modo, i bisogni si trovano ancorati a un ordine
sogni concepiti anch' essi in termini economici. che li oltrepassa e ricevono una legittimazione e un fondamento in nome di un'ap
Il bisogno, un fatto prima di tutto sociale, è sentito nelle società tradizionali parente necessità: essi sono perciò concepiti come il motore di tutti i comporta
in termini di parentela: l'individuo si trova sprovvisto, e quindi «nel bisogno», menti umani, indipendentemente dal condizionamento da parte delle strutture
se non può integrarsi nella rete dei numerosi consanguinei e affini. Nelle Ande, sociali. Si è visto come per Condillac i bisogni artificiali finiscano con il costitui
ad esempio, la stessa parola (Waqcba) indica sia il povero sia l'orfano: colui che re, con l'abitudine, una seconda natura. Dal xvm secolo ai nostri giorni, questa
è privo di tutto, di risorse come di protezione. Non a caso il comparaggio è una naturalizzazione dei bisogni rappresenta il filo conduttore di quelle teorie che
delle istituzioni piu diffuse nell'America latina (come pure nell'Europa medie tendono a ridurre i rapporti sociali a una razionalità di tipo meccanicistico. Uno
vale e moderna) : il bisogno di parenti si manifesta nel ricorso all'assistenza com dei sociologi piu influenti dell'epoca scientistica, Tarde, tentava di spiegare l'or
plementare di una rete di parenti sostitutivi, definiti non da consanguineità o ganizzazione sociale attraverso le leggi dell'imitazione, anch' essa determinata
affinità, ma dal rito (parenti «spirituali»). Intrecciando questi legami di compa dalla concatenazione dei bisogni. Non solo: la ragione stessa appare in questa
raggio si cercasoprattutto una controparte ricca e potente, da cui si sa di potere prospettiva come un bisogno tra altri bisogni : «Esiste, infatti, una Ragioneper
ricevere aiuto siamateriale sia sociale : si costituiscono cosf delle reti di clientele. le società come per gli individui ; e questa Ragione, per quelle come per questi,
I rapporti tra compari, intessuti di diritti e di obblighi, fondati sulloscambio di altro non è se non un bisogno come un altro, un bisogno speciale sviluppato piu
doni e controdoni, si affiancano in tal modo ai rapporti di parentela propriamen o meno dalle stesse soddisfazioni, allo stesso modo degli altri bisogni e nato an
te detta. Parenti e compari si aiutano reciprocamente sia nel lavoro quotidiano che dalle invenzioni o dalle scoperte che l'hanno soddisfatto : cioè dai sistemi o
Bisogno z58 z59 Bisogno
dai programmi, dai catechismi o dalle costituzioni che, cominciando a rendere Molti critici hanno denunziato lo schematismo e l'arbitrarietà della rico
piu coerenti le idee e le volontà, hanno creato e attivato il desiderio di una loro
struzione di Malinowski. Si può osservare che il sistema di Malinowski riduce
coesione» [Tarde t895, p. 35]. Se dunque la società costituisce un tutto coeren ogni società a una sovrapposizione di livelli il cui taglio sarebbe universalmente
te, ciò risulta dalla coerenza stessa dei bisogni, istanza ultima di ogni spiegazione.
applicabile. Ma questo insieme di categorie (biologia, economia, rapporti sociali,
Paradossalmente, sarà un antropologo, Malinowski, ad elaborare la teoria piu
organizzazione politica, pratiche simboliche) non corrisponde forse a una conce
sistematica sui bisogni, concepiti come « fondamento biologico della cultura». È
zione occidentale della società quale è emersa dalle società capitalistiche? La
vero che il suo interesse centrale è la totalità costituita da una società: tutti i fatti
teoria di Malinowski descrive pertanto un paradossale rovesciamento e ricade
osservati ricevono il loro significato gli uni dagli altri, integrati in un insieme
in definitiva in una variante dell'eurocentrismo.
organico. Ma nella misura in cui le funzioni sociali rispondono a bisogni, ciò co
Il tema del bisogno, considerato come causa determinante, si trova sviluppa
stituisce la mediazione tra le particolarità di ciascuna cultura e l'universalità del
to in molti altri contesti, e investe l'insieme delle scienze umane, Si possono
la natura umana: «Neppure il bisogno piu semplice né la funzione fisiologica citare ad esempio i lavori di Jean Piaget sullo «sviluppo mentale del bambino».
piu indipendente da influenze ambientali si possono considerare completamente Quest'ultimo viene studiato come testimone privilegiato, ma la meccanica pro
fuori dell'influenza della cultura. Nondimeno vi sono certamente attività de
posta è applicabile all'adulto e alla società in generale: «Il bambino, come l'a
terminate biologicamente, dalla fisica dell'ambiente e dall'anatomia umana, che dulto, non esegue alcuna azione, esterna o anche totalmente interna, se non è
sono incorporate invariabilmente in ciascun tipo di società» [Malinowski z9g4,
spinto da un movente, e tale movente si presenta sempre sotto forma di un bi
trad. it. p. 83]. Ogni società poggia dunque su di una infrastruttura biologica, il sogno (un bisogno elementare, un interesse, un interrogativo ecc. )... Inversa
cui modello è l'organismo individuale. Malinowski elabora cosi un quadro delle
mente, l'azione si conclude quando si ha la soddisfazione dei bisogni, cioè quan
sequenze vitali presenti in ogni cultura: gli istinti (respirazione, fame, sessuali
do si è ristabilito l'equilibrio tra il fatto nuovo che ha provocato il bisogno e
tà, ecc.) determinano degli atti che arrecano una soddisfazione, La cultura è de
la nostra organizzazione mentale quale si presentava anteriormente ad esso»
finita come lo strumento che prolunga l'azione umana stimolata dai bisogni bio [Piaget z964, trad, it. pp. r4-t5 ]. Cosi i bisogni spiegano in definitiva le scelte,
logici: di conseguenza, essa forma un insieme di «bisogni derivati» che corri i movimenti, i rifiuti tanto degli individui quanto delle formazioni sociali.
spondono alle attività tecniche, economiche, ecc. Queste suscitano a loro volta
All origine si trova una situazione permanente di mancanza che determina
un bisogno di coordinamento e di integrazione, che viene soddisfatto dalle atti l azione. In questa prospettiva l'uomo appare quale una creazione totale del
vità simboliche quali la religione o la magia. Si erige cosi un'impalcatura com
bisogno: per capire le organizzazioni sociali, come pure la storia della specie,
plessa in cui «gli imperativi della cultura» derivano dalle esigenze fisiologiche e
basta fissare l'inventario completo dei bisogni, ordinati secondo la loro impor
dànno luogo a risposte istituzionali. Donde il quadro seguente [ibid., p. x3r ] : tanza e la loro genealogia.
Oggi si assiste allo sviluppo di un nuovo tipo di naturalizzazione dei bisogni,
Imperativi Risposte nel prolungamento delle ricerche ecologiche ed etologiche (cfr. i lavori di Lo
renz, Morin, Moscovici ecc.). Alla nozione di una cesura radicale tra natura e
x. L'apparato culturale degli utensili e dei beni t. Economia. cultura si contrappone l'idea di un tessuto comune che farebbe dell'uomo un
dei consumatori deve essere prodotto, usato, animale tra altri animali (anche se alcune sfumature tengono conto delle condi
mantenuto e rimpiazzato da una nuova pro zioni della socializzazione umana). «La società non è piu fuori o contro natura:
duzione. è nella natura, attraverso la natura» [Moscovici t97g, p. xt8 ]. Persino certi
z. Ilcomportamento umano, per quanto riguar z. Controllo sociale. aspetti della filosofia sartriana (di cui tuttavia il motivo centrale è la libertà) svi
da le sue prestazioni tecniche, consuetudina luppano il tema dell'uomo prigioniero dei suoi bisogni, sottomesso alla scarsità
rie, deve essere codificato, regolato in azioni e e invischiato nel pratico-inerte: «Certo, quali che siano gli uomini e gli eventi,
sanzioni. essi appaiono fin qui nel quadro della scarsità, cioè in una società ancora incapa
3. Il materiale umano con cui ogni istituzione 3. Educazione. ce di affrancarsi dai suoi bisogni, e quindi dalla natura, e che per ciò stesso si
è conservatadeve essere rinnovato, formato, definisce attraverso le sue tecniche e i suoi utensili »[Sartre z96o, trad. it. p. 250].
disciplinato e provvisto di una piena cono Ecco come nella società alienata si può vedere ricomparire il senso di un deperi
scenza della tradizione tribale. mento ecologico riproposto come elemento di riproduzione del modello di con
4. L'autorità all'interno di ciascuna istituzione 4. Organizzazione politica. sumo. Non è questo il caso della vendita di quei prodotti (per esempio le acque
deve essere definita, provvista di poteri e do minerali) di cui la pubblicità vanta le qualità naturali e diffonde il bisogno?
tata dei mezzi per imporre l'esecuzione dei
suoi ordmn
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  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] P RODUZIONE D I STR I B U Z I O N E Marco B i a n c h in i — PR O D UZ IONE/DISTRIBUZ IONE pag.5 Nathan Wachtel — AB B ONDANZA/SCARSITÁ pag.10 Alfredo Margarido e Nathan Wachtel — BI S OGNO pag.16 Jean-Pierre Terrail CONSUMO pag.24 Claude Ménard — IM P OSTA pag.34 Frangois Pouillon — LUSSO pag.43 Marco Bianchini — ORO E ARGENTO pag.48 Ugo Tucci — PE SI E M I S URE pag.59 Juan Carlos Garavaglia — PR O DUZIONE/DISTRIBUZIONE pag.81 Marco Bianchini — RICCHEZZA pag.97 SCAMBIO pag.109 SPRECO pag.122
  • 2. ambiguità allegoria competenza/esecuzione Produzione/distribuzione codice fonetica immagine grammatica avanguardia metafora Produzione/distribuzione concetto analogia emetafora lessico classico segno esistenza argomentazione hngua critica significato essere interpretazione lingua/parola filologia simbolo bello/bruno fenomeno linguaggio letteratura creatività forma metrica maniera astratto/concreto espressione idea semantica poetica fantasticodialenica alfabeto retorica identità/differenza proposizione e giudizio senso/signi6cato gUStO traduzione ascolto imitazionemediazione anthropos opposizione/eontraddhione universali/particolari gesto immaginazione lettura cultura/culture qualità/quantità progetto atti linguistici etnocentrismi totalità luogo comune riproduzione/riproducibilità dicibil%ndicibile sensibilità natura/cultura uno/molti enunciazione comunicazione orale/scritto discorso decisione parola 6nzione spazialità distribuzione statistica presupposizione e allusione errore ritmo dato referente informazione generi artigianato giochi scrittura CtlCS narrazione/narratività artista induzione statistica acculturazionevoce stile Ififosofia/filosofie attribuzione probabilità I civiltà ragione antico/moderno tema/motivo oggetto rappresentazione statistica futuro razionai%rrazionale catastrofi calendario testo produmoncartistica teoria/pratica selvaggio/barbar%ivilizzato soggetto/oggetto ciclo decadenza uguaglianza evento escatologia armonia colore escrementi caos/cosmo valori periodizzazione età mitiche melodia disegno/pingano fertilità cUfvc c sUpcfllci infinito vero/falso tempo/tempofalità genesi ritmica/metrica abbigliamento visione nascita educazionc geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente scala canto sensi gcnerazloni coltivazioneinvariante moddo progress%cazionc alchimia suono/rumore corpo sessualità infanzia storia cultura materialeastrologia atlante tonale/atonale danza vecchiaia morte osservazione I reale ) amore industria rurale cabala collezione maschera vita/morte desiderio materialideduzione/prova elementi documento/monumento moda armiequivalenza muta eros prodotti esoterico/essoterico fossile credenze ornamento clinica differenziale formalizzazione frontiera isteria memoria dialetto scena funzioni angoscia/colpa cura/normalizzazione logica pulsione rovina/restauro guerra enigma infinitesimale csclusion%ntegrazionc possibilità/necessità analisi/sintesi imperi fiaba soma/psiche castrazioncc complesso farmaco/droga fuoco locale/globale nazionreferenza/verità anticipmionc funzione sonno/sogno cl.nsurl mostro cannibahsmo idcntificazionc I, transfert homo sistemi di riferimento follia/delirio ricorsività Ipotesi misura tattica/strategia popolare dèi inconscio medicina/medicalizzazione mano/manufatto stabilità/instabilità matematiche modello alienazione proverbi divino tecnica variazione normale/anormale metodo Stl'UttUI S nevrosi/psicosi coscienza/autocoscieiès demagogia tradizioni eroi salute/malattia utensile c«ntrat%centrato teoria/modello placai'l'. combinatoria immaginazione sociale discriminazione iniziazione sintomo/<liagnosi grafo pscc repressione magia demoni alimentazione applicazioni labirinto servo/signore messiaterrore ateo casta animale assioma/postulato caso/probabilità millenniouomo tolleranza/intolleranza chierico/laico cerimoniale > donna cucina continuo/discreto rete causa/elfetto Utopia tcrtUI S chiesa persona festa l endogamia/esogamia domestlcamento dipendenza/indipendenza abaco certezza/dubbio violenza diavolo pur%mpuro fame divisibilità algoritmo famiglia coerenza eresia religione origini [ fet'ccio gioco I ciccato vegetale dualità approssimazione convenzione libertino sogno/visione l lutto /categorie/categorizzazione insieme calcolo determinat%ndeterminato libro stregoneria maschile/fcmminilc conoscenza regalità matrimoniorazionai%lgebric%rascendente numero empiria/esperienza ritocoppie filosofiche peccato clestmmetria acro esperimento disciplina/discipline 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amministrszieno lussostrumento soglia autoregolazion%quilibrazione ri6cabilità/falsificabilità cervello comunità capitale vincolo comportamento coguizlone oro eargento coagitto Cf lai econdizionamento induzione/deduzione f 'èonsuetudine h costituzione dlite distribuzione pesiemisure controllo sociale innato/acquisito / diritto dkmocraf is/dittatura fabbrica produuione/distribuzione astronomia emozione/motivazione istinto gergo ghtafiafa norma gestione ricchezza cosmologie atomo cmolecola mente operezioni gfUPPo istituzioni patto marginahtà imperialismo scambio gravitazione conservazion%nvarianza percezione potere impresa luce rmpoluabllilà / opinione entropia quoziente intellettuale spreco potere/autorità mercato materia povertà fisica pubblico/privata ulcrce spazio-tempo atmosfera cellula pfapsgsllda forza/campo società civile moneta litosfera adattamento difierenziamento illols/statUS moto abitazione stato pianificazion oceani evoluzione aoclsiiazazionc immunità particella acqua pro6tto pianeti mutazion%elezione aoolsuàindividualità biologica plasma ambiente fcndits sole pohmorfismo spaziosociale integrazione propagazione città salario Urllvcrao specie invecchiamento quanti clima utilità relatività organismo ecumene valore/plusvalore reversibilità/irreversibilità regolazione isissdismento agricoltura catalisi stato fisico sviluppoe morfogenesi 'migrazione città/campagna macromolecole paesaggio colonie. metabolismo popolazione commercio omeostasi industriaeredità regione organico/inorganico risorse spazio economico osmosi gene suolo vita genotipo/fenotipo sviluppo/sonosviluppo terra razza territorio sangue vi! leggio
  • 3. Produzione/distribuzione 225 Produzione/distribuzione 224 OV cù O + adl O O O Qal cd Otù ONal ld O E ld dt IùICI Ct di ldO cd O QNal 4 cf Q Qàb O al +Ql Q O al O al O O . cd ON n N i l bb àbO O 'p N ln Cl O cd al N Vlù O V O al .cd o E O di Z O al + P Q g dl N O V NCd O n E O O Cl L E OO 'a Cd O O O O O V Ncd N IA Iù Q Ocd al ái O Q O O dl O O cn òb bD bb bD W .E E Ecd al O O O O O O O O O O 8 O O abbondanza/scarsità 3 6 4 2 2 ' 7 2 2 3 2 5 6 6bisogno 2 2 8 6 6 z 5 6 5 5 5 32 3 z 4 7 6 6consumo 6 6 6 2 3 2 3 4 4 4 ' 7 imposta 2 5 lusso 4 5 S z 3 oro e argento 6 3 ' ' ' ' ' ' ' 34 ' 7 3 pesi e misure 2 4 6 ,5 4 3 3 ' ' 3 produzione/distribuzione 8 • iò 4 6 8 7 7 7 4 4 4 4 6 6 5 52 2 S 7 2 S S 5 6ricchezza 2 2 3 4 • 6 2 3 2 2 2 ' 34' 7 scambio 6 7 5 7 4 2 z 3 z 7 5 5 5 ' 2 4 7 3 4 7 z 5 3 6 3 ' 3 2 ' 2 spreco 3 S 33 4 2 4 2 ' 4 I N al E al + 4 O Oùb Q O l j N al 4 al O Q O aOO cd O bb Cl O cd Oa o +V Q G O dlcd N 4 t; 4 O O O O cd EQ O ICI O O OO a N N O O Q cd aa Q al 4 Q 'O O O Q E +' E VO +al O g O O cd bD Cd alc o o EO al O O 2 4 4cd al O O O bb vN O E o v 2 4 O al bD O O ' O al O P I à04 al O l ON ci O O O 4 O O V O O O O, a o, 4 4 4 abbondanza/scarsità 65 4 2 5 3 3 x 2 2 5 S 4 4 bisogno 8 6 6I Z 6 4 4 8 6 8 7 6 6 5 2 5 5 ' 2 5 2 4 3 6 4 3 x • • 6consumo 7 S 3 2 83 43 2 2 3 3 3 44 3 4 7 7 4 imposta 2 ' 2 2 I 4 3 lusso 5 4 33 3 6 3 • 2 oro e argento 2 35 2 5 ' 3 3 z 3 2 3 4 . 2 pesi e misure 3 I 54 5 54 4 35 3 produzione/distribuzione 4 5 3 7 s 5 9 6 355 xo • • 6 3 4 6 7 4 8 8 2 7 ricchezza 6 3 4 5 S 67 3 2 2 2 2 5 S 7 S 3 5 scambio 68 6 6 4 x 6 8 4 4 2 67 3 5 4 8 3 45 2 ' 2 Z I spreco 2 3 3 2 4
  • 4. Produzione/distribuzione 226 227 Produzione/distribuzione S produzione/C o distribuzione N al lusso Q oN oSàs oro e consumo o al O N oàs o ca argento N N o al J Q o o Cl No oo o ca m OH a V o o, c> olo 'vv gv w cl bisogno ricchezza scambio 6 2 2 2 5 3 produzione/distribuzione 4 ' 3 6 5 1 2 4 65 5 ricchezza 4 3 2 ' 4 5 2 3 4 consumo 3 3 2 5 3 5 2 4 3 bisogno 6 6 4 3 3 3 2 pesi e spreco misure lusso I 3 4 spreco 2 2 abbondanza/scarsità 3 ' 2 oro e argento 2 3 scambio pesi e misure 4 ' 3 imposta imposta
  • 5. 5IO Produzione/distribuzione < Econo Abbondanza/scarsità, Bisogno, Consumo, Imposta, Lusso, Oro e argento, Pesi e misure, Produzione/distribuzione, Ricchezza, Scambio, Spreco x. Economico e non-economico. +Produzione/distribuzione+ e+consumo+ di beni utili e rari sono i momenti in cui si articolano, per tradizione, gli atti studiati dalla scienza economica. Tale delimitazione si è imposta nella presunzione che non si consumi se non in quan to si sia prodotto e non si produca se non per il consumo, e che produzione e consumo rappresentino un ciclo chiuso, studiato il quale si è compreso tutto ciò che riguardal'economia. Che si tratti di azioni compiute da individui o di funzioni svolte da una so cietà, produzione/distribuzione e consumo costituiscono una sequenza di fe nomeni rispettosa della logica e dell'etica economica. Tn quanto l'economia ab bia osservato e osservi il positivistico principio di esenzione di non studiare nul la all'infuori di quegli atti, i suoi contenuti non possono che rispecchiare la me desima logica e la medesima etica anche quando esse non esistano, in quella for ma, nelle società storiche. Non solo, isolando dalla complessità del sociale so lo tali classi di fenomeni e attribuendo ad esse autonomia epistemologica, l'e conomia è stata costretta a conferire a una di loro il ruolo di causa efficiente o finale. Non esiste, infatti, teoria economica che non attribuisca un primato espli cativo a una delle due classi di fenomeni, o a una loro combinazione. Cosi, di volta in volta, ci s'imbatte in teorie che riconducono tutto al consumo, tutto alla produzione o alla combinazione produzione-consumo (offerta e domanda). Ora, da un lato insospettisce il fatto che le teorie abbiano confermato la vali dità di una delimitazione aprioristica che nella sua formulazione originaria ri sale al xe tt secolo ; dall'altro che le stesse teorie economiche, colte nel loro com plesso, abbiano finito con l'occupare tutte le possibili posizioni che esse pote vano tenere. Per di piu, ognuna di queste alternative ha dovuto imporsi come spiegazione ultima degli altri fenomeni sociali (poiché la società costituisce un sistema di interdipendenze, qualunque teoria che ne spieghi un particolare deve imporsi come vera anche in relazione alle interdipendenze con quel par ticolare). Quando ciò non è avvenuto, come nei casi dello storicismo tedesco piu ortodosso o dei piu rigorosi economisti della «scarsità», l'economia si è con dannata all'inconsistenza teorica. Fornendo semplici descrizioni di fatti storici ovvero astratti schemi di ottima allocazione delle risorse, tali correnti di pen siero si sono, infatti, preclusa la possibilità di fornire spiegazioni o di effettuare previsioni. A circa tre secoli di distanza dai primi tentativi di fare dell'economia una scienza autonoma ci si trova, quindi, di fronte all'imbarazzante sospetto che qualunque delimitazione aprioristica del campo d'indagine conduca a risul tati teorici insoddisfacenti e che, di fatto, qualsiasi realtà sociale non sia suscetti
  • 6. Sistematica locale $I2 )I3 Produzione/distribuzione sciplina. bile di frammentazione in ambiti autonomi ed esclusivi dell'una o dell'altra di tro strutturante», di un nuovo regolatore sociale adeguato a piegare merci e mer A testimoniare della legittimità del sospetto sovviene la circostanza che ogni cedi alle necessità della riproduzione sociale. L'imposta e, con essa, il fisco sono tentativo di spiegare e prevedere il sistema dei valori economici sulla sola base diventati veri e propri regolatori dell'economia e della società: protagonisti della di elementi economici si è dimostrato vano o perché inconsistente dal punto di sempre piu marcata separazione fra «pubblico» e «privato», essi hanno notevol vista logico (come le diverse teorie del valore-lavoro ) o perché infondato empi t t ziato l'autonomia dello Stato e del corpo dei suoi funzionari. Se il ricamente (come le teorie dell'equilibrio economico generale ). Quanto poi alla f isco regola e armonizza, da un lato, il comportamento economico i in ivi u i pretesa di ridurre, «in ultima istanza», la realtà umana e sociale all'economico, atomizzati in vista della riproduzione delle strutture sociali e dei cittadini intesi fondo essa si è sempre mostrata talmente estrema da non convincere neppure, fino in come entità insieme biologiche e sociali, dall'altro esso è diventato il principale on o, i suoi stessi sostenitori, principalmente laddove si è trattato di dedurre strumento attraverso cui controllare la stessa produzione, qdella uale il moderno tutta la+ricchezza+ del mondo simbolico a partire, appunto, dall'economico. «Stato Industriale» domina una quota non irrilevante. Non è, tuttavia, il solo mondo simbolico a godere di autonomia dall'econo Mondo simbolico, intermediari fra ambienti che si ignorano mutuamente, mico (inteso come produzione/distribuzione e consumo) e ad esercitare quindi nuovi centri strutturanti: sono tre buoni esempi di come l'economico dipenda una fattiva influenza su di esso: l'antropologia e la storia economica testimo ancora oggi da universi non deducibili da esso stesso e rappresenti perciò, anche niano di una relativa indipendenza — eperfino di una posizione dominante — go dopo la rivoluzione industriale, un ambito di studio delimitato arbitrariamente duta auta dagli agenti della «circolazione». Ciò è accaduto e continua ad accadere in quanto non autosufficiente. Ciò non significa ovviamente che la scienza eco te o tota! ogni volta che il «mercante» effettua una mediazione tra parti che, parzialmen nomica, dimentica di se stessa e degli avanzamenti compiuti, debba confluire e o tota!mente, si ignorano a vicenda. Ignoranza che può anche intendersi co in una scienza globale dell'uomo e della società: da un lato le facoltà creative me impossibilità materiale di riprodurre determinate procedure tecnologiche, dell'uomo, dall'altro i limiti intellettivi ed «emozionali» dello scienziato, basta agronomiche o conoscitive. Ora, è facile dimostrare come tale ignoranza o im no a far ritenere inarrivabile simile traguardo. Piu semplicemente l'economia, potenza, totale o parziale, sia praticamente ineliminabile dalla scena umana a come le altre scienze sociali, pare debba rassegnarsi a rimanere confinata nc causa dell'infinita varietà di limiti fisici, tecnico-economici, culturali, intellet «mondo del pressappoco», avvicinarsi alla globalità, isolando e studiando pro tuali o ambientali che contraddistinguono ogni individuo o gruppo sociale. E blemi che abbiano anche un contenuto economico, rinunziare alle pericolose mi se gli effetti dell'ignoranza sono minimi all'interno delle società consuetudinarie, stificazioni rappresentate dai grandi sistemi aprioristici e totalizzanti. nelle quali assai ridotta è la divisione del lavoro e dove lo scambio delle presta zioni deve avvenire principalmente nella forma di dono, essi sono presumibil mente massimi dove prevalgano la divisione del lavoro e la compravendita. Di Problemi e sistemi. conseguenza è in questo secondo tipo di società e di situazioni storiche che ci si deve attendere il massimo dominio sull'economico da parte degli agenti della I severi limiti impliciti nelle sintesi effettuate nel rispetto del principio d e dei loro termi i. N circolazione, cosi come la minima prevedibilità dei contenuti degli scambi e senzione emergono distintamente dalle posizioni espresse dai grandi sistemi del ei loro termini. Non è un caso che proprio in società del genere si sia cercato la teoria economica su temi di fondo quali +produzione/distribuzione+, +scam per la prima volta e con grande determinazione di dissipare il mistero, prima bio+, +consumo+ e +bisogno+. Secondo il marxismo, ad esempio, gli agenti dcl del valore. irrilevante o inavvertito, che copriva eventuali regolatori necessari e impersonali consumo sono gli stessi della produzione e i loro bisogni si spiegano con il posto che vi occupano. L'individuo, in altri termini, consuma come individuo che ri L 7' inconsueta imprevedibilità e indeterminatezza delle ragioni di scambio produce se stesso : una produzione determinata è infatti causa di un consumo, sfacenti nelle moderne realtà economiche se non hanno trovato risposte del tutto soddi una distribuzione e uno scambio determinati, oltre che di determinati rapporti del! e acenti da parte dei teorici hanno tuttavia richiesto concrete soluzioni da parte reciproci fra questi momenti. La produzione a sua volta, servendosi di una c el!e società interessate dal fenomeno. Realtà che si distingue da ogni forma pre terminata forma sociale,riproduce se stessa o tale e quale (riproduzione sem cedente di prelievo, l'+imposta+ si offre all'analisi come la f orma piu im ortan plice) o in forma allargata. Il tutto si spiega perciò con il tutto, dove il dinami fin h' e specifica dei moderni apparati statali. Per essa non v'era spazio istituzionale smo che lega un modo di produzione a quello successivo è spiegato dall'azione nché tutti gli atti rilevanti per la comune sopravvivenza erano già «imposti » e di classi rivoluzionarie, agenti di una «necessità storica», che instaurano via via nuove produzioni e nuove pratiche di consumo antitetiche a quelle precedenti ed anta «dovuti» in ossequio alle regole della solidarietà mentre le attività agonistiche antagonistiche, come il mercato, erano confinate ad ambiti autonomi e sepa fino al punto in cui la storia si concluderà in una ritrovata integrità dell'uomo. rati. La penetrazione della libertà d'iniziativa e dell'arbitrio individuale in settori Integrità che il capitalismo, realtà rovesciata, aveva negato al momento di costi vitali per la società ha invece richiesto l'istituzione di un nuovo genere di «cen tuire uno spartiacque fra preistoria e storia. Il marxismo, in altre parole, spiega i sistemi economici attraverso una loro descrizione e i o o ' ' g '11 r divenire razie alla
  • 7. Sistematica locale 5'4 515 Produzione /distribuzione dialettica (ipostatizzata) fra le opposte forze della produzione. Nulla è dato sa della società. Ecco, quindi, accanto alle forze del mutamento, tensioni non meno pere sui bisogni e le caratteristiche dell'uomo integro a cui la necessità storica impellenti che spingono all'immutabilità. Fra queste ultime, forse la piu univer conduce: nulla se non in termini negativi rispetto al passato. sale, costrittiva e densa di conseguenze è il diritto alla vita e alla riproduzione Non meno chiusa e, a suo modo, profetica è la visione tradizionalmente of che affonda le sue radici nella filogenesi della specie. A tale diritto, non diversa ferta da una parte rilevante della scienza economica occidentale: gran parte de mente dagli altri oggetti dovuti, corrisponde una serie di bisogni gerarchicamen gli sforzi della «grande teoria» si sono incentrati sulle modalità — astratte e uni te ordinati, nel contempo individuali e sociali, che ogni comunità umana ha ga versali — della massimizzazione dei vantaggi ritraibili dal consumo e dalla pro rantito grazie all'adozione di sistemi di norme ben riconoscibili : si tratta di nor duzione per ilconsumo, lasciando in genere impregiudicato, e comunque ir me formalmente simili a quelle che regolano il funzionamento della famiglia con risolto, il tema dei bisogni. Tema evitato, spesso consapevolmente, in quanto il tabu dell'incesto. Esse infatti assicurano, in primo luogo, il controllo sociale «esogeno» all'economico: l'uomo del teorico occidentale è spesso un individuo sulle azioni rilevanti per quei diritti, obbligano gli individui alla solidarietà e che cerca di trarre il massimo utile da circostanze date, valutabili quantitativa confinano le azioni di mercato — cosi come quelle ad esse equiparabili, come il mente. I condizionamenti storici rappresentano, per il medesimo teorico, piut gioco e la guerra, che sono funzionali all'affermazione individuale — ad ambiti tosto spiacevoli impacci di una realtà imperfetta, che un oggetto meritevole di esterni e controllati; fissano, infine, i parametri quantitativi e qualitativi delle studio. Pur limitando i loro interessi teorici esclusivamente a relazioni fra quan prestazioni dovute. Tali parametri rappresentano la norma in base alla quale tità, quegli economisti hanno, tuttavia, affrontato un problema, quello dell'ot una società giudica dell'+abbondanza/scarsità+ dei beni e traccia il confine fra timo economico, pervenendo a risultati «normativi » sicuramente utili sia in fase +lusso+ e+spreco+ nonché fra«economia» e +ricchezza+. di giudizio sia in fase di progettazione. Era però inevitabile che, trascurando In nessuna delle società storiche che noi conosciamo, neppure nelPOccidente l'analisi storica e l'impatto dell'«esogeno», essi si esponessero, per ignoranza di capitalistico, esiste allora un unico sistema economico — regolato, autoregolato o variabili rilevanti alla soluzione dei problemi concreti, a notevoli insuccessi. misto — ma ne esistono due: da un lato, il complesso delle attività finalizzate e D'altra parte non è un paradosso che i loro strumenti formali abbiano trovato vincolate alle necessità di un intero organismo sociale (che si può chiamare conin fase progettuale piu vasta applicazione nei paesi socialisti che non nelle eco venzionalmente «economia») ; dall'altro, l'insieme degli artifici, materiali o im nomie di mercato, maggiormente toccate dagli effetti delle variabili esogene. materiali, liberamente disponibili per usi alternativi, che possono andare dal Ora, tener conto dell'esogeno significa, anzitutto, affrontare l'irrisolto tema potenziamento individuale o collettivo alla pura e semplice dissipazione (ricdei bisogni. Un tema che ammetterà risposte complete solamente il giorno in cui chezza). I due mondi, l'«economia» e la «ricchezza», sono distinguibili perché l'uomo avrà chiarito la propria «natura»: nel frattempo qualche importante ac profondamente diverse sono le logiche e i controlli che li regolano, cosi come quisizione pare comunque accessibile. Pur apparendo sempre tesa, come nel 'diversi sono i gruppi di bisogni che essi contribuiscono a soddisfare. Le risorse passato, fra i due poli della natura e della cultura, la nozione di +bisogno+ non utilizzate dall'uno o dall'altro sono destinate a risolvere due problemi, a volte è piu riconducibile totalmente a dati «materiali». Sebbene sia innegabile che opposti e concorrenti, rappresentati, rispettivamente, dalla normale sopravvi il bisogno abbia componenti che si possono far risalire all'eredità biologica del venza del gruppo e, per contro, dall'ampliamento del dominio sull' ambiente,la specie e ai condizionamenti economico-sociali, ciò nondimeno esso si espri nonché dall'opportunità di addestrare e selezionare gli individui destinati ad oc me e si sviluppa grazie all'attività del particolare mondo simbolico nel quale cupare posti di responsabilità. E se il problema della comune sopravvivenza im ognuno si trova immerso. In altre parole, la carenza effettiva che si concreta in pone logiche solidaristiche, quello della conquista, addestramento e selezione un bisogno è sempre il risultato di una libertà, sia pur minima, di scegliere, di richiede tutta la gamma dei comportamenti antagonistici che vanno dal gioco accettare o di rifiutare ma anche di progettare in modo originale: libertà che ha alla guerra. Ora, paradossalmente, l'economia politica, fin dalla sua fondazione la sua radice nell'«immaginario >), ossia nell'elaborata dimensione simbolica che scientifica, avvenuta in un momento storico in cui le azioni antagonistiche pa contraddistingue la «coscienza» di ogni uomo. Quell'immaginario, vale a dire revano in procinto di soffocare la sfera solidaristica, ha studiato, attribuendovi quella facoltà di «reificare» i simboli che è tratto distintivo dell'Homo sapiens, caratteri universali, unicamente la «ricchezza». Non per nulla lo scenario pre innescherà nuovi bisogni e azioni conseguenti ogni volta che s'imbatterà in og ferito dell'economista è diventato, da allora, quello concorrenziale. Cosi facendo getti temporaneamente inaccessibili ma che le «simulazioni» mentali rivelino, ha però dimenticato che si stava occupando di un evento unico nella storia e di da un lato, desiderabili, e dall'altro, conquistabili grazie a particolari procedure. un fatto eccezionale nell'ambito delle esperienze sociali : se ogni società ha sem L'«oggetto parzialmente impedito», a un individuo, a un gruppo, a un ordine pre avuto un'«economia», solo marginalmente ha infatti goduto di «ricchezza», sociale, a una nazione intera è, quindi, il motore ultimo delle innovazioni nella anche se è stata la «ricchezza» a scrivere la dinamica della storia. storia sociale o nell'economia. Per contro esistono «oggetti dovuti», vale a dire Volendo individuare «leggi economiche universali», analoghe a quelle della diritti che le società riconoscono a ogni membro. Diritti il cui sradicamento è scienza della natura, si dovrebbe allora studiare soprattutto l'« economia'delleparticolarmente difficile in quanto potenzialmente foriero dell'annichilimento diverse società. L'«economia», però, non offrirà mai allo studioso l'opportunità
  • 8. Sistematica locale gr6 5'7 Produzione/distribuzione d'individuare leggi endogene all'economico bensi, nella migliore delle ipotesi, guano, essi riemergeranno liberi dai controlli ai quali erano stati sottoposti. Un uniformità formali nei modi di controllo sociale delle energie e delle risorse non insegnamento che, tenuto conto delle radici millenarie dei due fenomeni, invi ché, sul piano archetipico e normativo, modelli di ottima allocazione delle ri ta a riflettere sull'opportunità di fare violenza ad istituzioni e sistemi simbolici sorse adatti a tutta la gamma dei possibili scenari normativo-istituzionali. Piu che sono sopravvissuti, con efficacia, al succedersi dei secoli e delle civiltà. ampie sono invece le possibilità offerte dallo studio della «ricchezza» (l'unica ef Tale millenaria persistenza prova, d'altra parte, una pari continuità degli fettivamente analizzata dalla scienza economica). Questa, con particolare riguar scambi di +ricchezza+ che le due classi di fenomeni hanno sussidiato. +Ric do a quella mercantile, sembra ammettere, in qualità di archetipo «vuoto di fat chezza+ ed «economia» hanno quindi convissuto anche nelle società consuetu ti », l'analisi delle forme di mercato, la teoria dei giochi e i problemi di massimo dinarie dove parrebbe che il «sociale», con la sua logica solidaristica, abbia sem e di minimo: modelli che, entro severi limiti, possono anche consentire previ pre potuto inglobare l'individualistica «ricchezza». Convivenza dimostrata, del sioni, una volta adattati alla realtà del momento. L'ipotesi di base sulla quale resto, dalla secolare polemica fra la «parola» (verità e giustizia) e la «merce», essi si fondano — concorrenza piu o meno perfetta e razionalità degli operatori fra la nobile generosità del capo e l'avarizia dell'uomo d'affari, fra il tempo della — è plausibile nell'ambito della ricchezza mercantile cosi come, nello stesso am Chiesa e il tempo del mercante. È vero che, nelle società tradizionali, la ricchez bito, è ipotizzabile l'esistenza di meccanismi di autoregolazione. za ha potuto essere confinata, quasi ritualizzata, entro luoghi e tempi ben circo Il carattere statico, o di statica comparata, dei modelli formali, se non tradi scritti, cosi come, nelle società capitalistiche, l'«economia» ha dovuto subire i sce la natura stazionaria dell'«economia», preclude, però, di cogliere la dinami pesanti attacchi degli agenti della «ricchezza». L'evidenza storica, tuttavia, im ca che la «ricchezza» induce, via via, nell'«economico». Che si abbiano in ani pone di constatare che né l'una né l'altra forma sono mai state totalmente an mo finalità di spiegazione, di regolazione o di previsione, la «ricchezza» richie nullate. Di conseguenza né le teorie che riducono tutto l'economico a «ricchez de quindi di essere studiata anche e soprattutto nelle sue modalità qualitative za» né quelle che lo assimilano completamente al sociale sono adeguate alla real e informali; sono, infatti, rilevanti ai fini del suo sorgere e del suo progresso tà: nella realtà «economia» e <(ricchezza», sociale e individuale, conservazione variabili come l'estensione dei vincoli istituzionali sulle energie e le risorse già e progresso, continuità e mutamento, natura e cultura, sono, oltre certi limiti, controllate ; la qualità, lo sviluppo e la diffusione delle conoscenze tecnico-scien irriducibili gli uni agli altri. Ne consegue, in quanto i due mondi economici cosi tifiche; gli aspetti dell'immaginario che sono suscettibili di tradursi in bisogni ; individuati siano mossi da opposte logiche, che si debba tener conto delle insa la natura, l'eflicienza e la diffusione degli strumenti di comunicazione delle ener nabili contraddizioni esistenti in qualunque realtà sociale: contraddizioni che gie, delle risorse e delle idee; i dati climatici e geopedologici; le caratteristiche né la logica economica, imperniata sulla figura dell'uomo economico, né la dia delle civiltà finitime; e cosi via. lettica, ordinata da una mistica necessità storica, possono ricomporre. Lo studio di tali variabili promette di essere foriero di veri e propri avanza Nonostante gravissime difficoltà, una scienza della società e piu in partico menti teorici in termini di correlazione e di compatibilità fra eventi. Cosi par lare una scienza economica pare comunque accessibile. È impossibile, però, co rebbe di potersi dedurre dall'analisi di fenomeni come+oro e argento+ e+pesi struirla ad imitazione delle scienze della natura che studiano oggetti privi d'im e misure+. Sussidi convenzionali della «ricchezza», invenzioni per eccellenza maginazione. Nel campo delle discipline sociali è impensabile, sulla scorta dei dell'immaginario, l'oro e l'argento, con i pesi e le misure, nelle loro origini, han consueti strumenti analitici, effettuare previsioni che non siano puramente em no trovato dei referenti in natura: in metalli dotati di caratteristiche particolari, piriche e che oltrepassino intervalli temporali estremamente brevi : su di un pia i primi ; in relazioni quantitative esistenti fra le parti del corpo umano, le secon neta minacciato da una catastrofe nucleare qualunque profezia è diventata non de. Ambedue hanno trovato ovunque la prima utilizzazione culturale, anche in solo ridicola ma anche pericolosa. Ciò che si prospetta, a patto di rinunziare ai assenza di ponti diffusionistici, in contesti religiosi e magici, vale a dire in occa sistemi totalizzanti e riduzionistici, giustificati solo dalla presunzione apriori sione del «regolamento» di rapporti di scambio fra uomo e forze potenzialmente stica dell'esistenza di un ordine immanente e necessario, è un sistema teorico ostili. Legati al sapere matematico, tecnico-scientifico e mercantile, con esso so aperto come aperta è l'avventura dell'uomo. Esso potrebbe imperniarsi sui gran no progrediti raffinandosi ulteriormente in precisione e fungibilità con il molti di problemi che ognisocietà deve affrontare, per sopravvivere e progredire, plicarsi, in numero e intensità relazionale, di entità sociali autonome o antago dando luogo a una serie di scenari che tenessero conto della globalità di ogni nistiche. Strategicamente rilevanti nei conflitti d'interesse, i due istituti sono problema nelle sue relazioni con la totalità dell'esperienza umana e sociale non stati ripetutamente oggetto del vano tentativo di farli diventare prerogative e ché delle compatibilità delle diverse soluzioni. Solo la globalità di una teoria sclusive del potere. Essi si presentano quindi come costituzionalmente e inscin può infatti minimizzare i rischi di azioni dagli imprevedibili effetti collaterali. dibilmente legati a scambi fra entità non solidali: scambi dei quali contribui Per quanto riguarda, in particolare, l'economia, tale globalità si rivela necessa scono a regolare l'equilibrio e a garantire la continuità. Ogni loro tentativo di ria in quanto non solo l'analisi epistemologica ma anche l'evidenza storica hanno manipolazione politica è destinato, di conseguenza, a scontrarsi con le esigenze dimostrato che una completa autonomia dell'economico dal sociale è inconce degli scambi che essi contribuiscono a garantire: in quanto tali scambi prose pibile come, di conseguenza, è inconcepibile l'ipotesi di un meccanismo riequi
  • 9. Sistematica locale 5»8 5t9 Produzione/distribuzione libratore comune a tutto l'economico. Meccanismo che gli stessi economisti han Musgrave, R. A., e Musgrave, P. B. no già messo in discussione, avendo riguardo a fenomeni come la rigidità del ca xg73 Public Financein Theory and Practice, McGraw-Hill, New York. pitale, le imperfezioni dei mercati, l'ignoranza parziale e cosi via. Non sarà co Napoleoni, C. munque compito facile combinare e rendere commensurabili analisi qualitativa xg76 Va lore,Isedi, Milano. e analisi quantitativa: un compito arduo ma inevitabile perché, in un mondo ci Piaget, J. clicamente alHitto da problemi di +abbondanza/scarsità+, globalità significa pur x964 Six etudes de psychologie,Gonthier, Paris (trad. it. Einaudi, Torino xg67). sempre tenere anche conto del vecchio dilemma «burro o cannoni ». In ogni caso, Polanyi, K. xg68 Primitive, Archaic and Modem Economies,Doubleday, New York (trad. it. Einaudi, anche superando uno scoglio cosi formidabile, appare del tutto improbabile Torino xg8o). che l'economia possa mai diventare una scienza «positiva»: fino al giorno in cui Sahlins, M. non si avrà il totale controllo dell'immaginario e dei diversi «ambienti» esterni x972 St one Age Economics,Aldine, Chicago (trad. it. Bompiani, Milano xggo ). all'uomo, tutto ciò che si può sperare è di pervenire a una buona scienza «nor Shackle, G. L. S. mativa» che aiuti gli uomini a fare scelte affidabili. [M.B.]. xg7z Ep istemics and Economics. A Critique of Economie Doctrines, Cambridge University Presa, London. Simon, H. A. xg79 Models of Thought, Yale University Presa, New Haven Conn. White, L. T. jr Arrow, K. J. xg6z Me d ieval Technology and Social Change,Oxford University Press, London (trad. it. xg5x Social Choice and Individuai Values,Wiley, New York (trad. it. Etas Libri, Milano Il Saggiatore, Milano xg67). x 977) B sudrilierd, J. 1973 Le miroir de la productionou l'illusion critique du matérialisme historique, Casterman, Paris. Benveniste, E. xg69 Le vocabulaire des institutions indo-européennes,Minuit, Paris (trad. it. Einaudi, Tori no xg76). Bergler, E. x959 Money and Emotional Conflicts, Pageant Books, New York. Bohannan, P., e Dalton, G. xg6z (a cura di) Marhets in Africa, Northwestern University Presa, Evanston Ill. Ceccarelli, F. ig78 Il t a bu dell'incesto. Ifondamenti biologici del linguaggio e della cultura, Einaudi, Torino. Chombart de Lauwe, P.-H. xg7o (a cura di) Aspirations et transformations sociales,Anthropos, Paris. Galbraith, J. K. x967 Th e New Industrial State, Houghton Mi(Bin, Boston (trad. it. Einaudi, Torino xg68). Grierson, Ph. 1977 The Origins of Money, Athlone Press, London. Kisch, B. xg65 Sc ales and Weights,Yale University Presa, New Haven Conn. Kula, W. xg63 Pr oblemyi metody historii gospodarcaej, Panstwowe Wydawnictwo Naukowe, War szawa (trad. it. Cisalpino-Goliardica, Milano 1972 ). Loasby, B. J. x976 Choice, Complexity and Ignorance,Cambridge University Presa, London. Malinowski, B. 1944 A Scientific Theory of Culture and Other Essays, University of North Carolina Presa, Chapel Hill N.C. (trad. it. Feltrinelli, Milano xg6z). Maslow, A. H. xg6z Mo t ivation and Personality,Harper and Row, New York xg7os(trad. it. Armando, Roma xg73).
  • 10. I04 ' trucco e quel Abbondanza/scarsità qualsiasi ~e degli a in Le nozioni di abbondanza e scarsità sono concepite talvolta in senso asso ~te luto e talaltra in senso relativo, e le due prospettive sono complementari. Al senso assoluto si ricollegano i miti dell'abbondanza. Età dell'oro, Para diso perduto, Terra senza male: il sogno di un'umanità felice, di una società giusta, attraversa i tempi e le culture. Non si tratta tanto di un archetipo (alla maniera di Jung o di Mircea Eliade) quanto di un «rovescio» della condizione umana. Nel mondo dell'Età dell'oro gli uomini godono di una profusione di beni, nonché dell'immortalità: il mito rovescia insieme l'ordine sociale (che implica il lavoro e la fatica) e quello naturale (che implica la nascita e la morte). Sia che tale età venga risospinta nel passato (Paradiso perduto), o proiettata nel futuro (messianismi, utopie), essa traduce un bisogno di evasione, o il pro getto di superare la reale condizione umana, caratterizzata invece dalla mancan za e dalla scarsità. Nel senso relativo, abbondanza e scarsità si definiscono l'una in rapporto all'altra e costituiscono le categorie fondamentali dell'economia politica. Si tratta essenzialmente del rapporto tra una certa quantità di. beni e una certa quantità di uomini: la scarsità di un oggetto conferisce ad esso il prezzo in funzione del bisogno che se ne prova. Tuttavia, la realtà non si riduce ad un rapporto cosi semplice: come definire le ricchezze? Se ci si limita ai beni di sussistenza e se ne considera unicamente la quantità, si perdono le dimensioni culturali e simboliche dei beni necessari a un gruppo sociale. D'altra parte, quali indicatori usare per misurare un livello di sviluppo> Il reddito annuo sti mato in dollari, o il consumo di energia calcolato in chilowattore sono criteri chiaramente viziati di eurocentrismo. Le ricchezze saranno rappresentate dal l'automobile e dalla televisione, oppure da beni quali piume, conchiglie, o tes suti> Né parrebbe meno legittimo adottare un criterio universale come la quantità di tempo da dedicare allo svago o al sonno di cui gode una popola zione. In realtà, conviene relativizzare il rapporto stesso in funzione dei sistemi so ciali e dei tempi storici. Per un dato gruppo sociale, caratterizzato da un insie me di condizioni ecologiche, tecnologiche e culturali, si potrà ricavare una norma intorno alla quale, secondo la congiuntura (economica, demografica, sociale), varia l'abbondanza o la scarsità relativa. Ma ciò che per un sistema so ciale è scarsità può costituire abbondanza per un altro : i «bisogni » variano se condo le totalità in cui sono situati. Il passaggio storico da un sistema ad un altrosconvolge le norme convenute. Tuttavia, la relativizzazione, nello spazio e nel tempo, delle nozioni di ab bondanza e scarsità conduce in ultima analisi al problema del loro significato assoluto: non si può eludere, infatti, il problema della possibilità, delle carat teristiche, delle condizioni di un'eventuale «società dell'abbondanza» in cui culmini l'avventura umana.
  • 11. Abbondanza/scarsità to6 I07 Abbondanza/scarsità scrupoloso di riti e divieti. Le preghiere e le offerte sono tese ad ottenere la be r. L' a bbondanza «primitiva>). nevolenza delle divinità dispensatrici di beni, o il perdono dagli spiriti degli animali cacciati. L'abbondanza (come la manna celeste) è un dono degli dèi, La «prima società delpabbondanza», autenticamente libera dall'ossessione che può essere sollecitato con il sacrificio: gli dèi, avendo ricevuto, sono tenuti della scarsità, è rappresentata, secondo Marshall Sahlins, dalle popolazioni di a ricambiare, a rendere cento volte tanto. I rituali dell'abbondanza presentano cacciatori-raccoglitori del periodo paleolitico. Certo, se ne misuriamo il livello una varietà sconfinata, secondo le condizioni ecologiche, i mezzi tecnici, i si di sviluppo secondo i nostri indicatori, essi sembrano ridotti alla miseria: ri stemi indigeni di classificazione, ecc. Ma il loro principio consiste sempre nello sorse energetiche limitate alla sola forza muscolare, una tecnologia rudimentale, stabilire un legame di reciprocità tra gli uomini e gli dèi: «In fondo, forse non una gamma ristretta di beni. Tuttavia, Sahlins sviluppa arditamente questo esiste sacrificio che non abbia un che di contrattuale. Entrambe le parti si scam paradosso: i cacciatori-raccoglitori, tenuto conto dei loro bisogni, sono incom biano servizi e ciascuna vi trova il suo tornaconto. Infatti, anche gli dèi hanno parabilmente piu «ricchi» di noi! «I piu primitivi popoli del mondo hanno bisogno dei profani. Se del raccolto nulla venisse messo da parte, il dio del pochi beni, ma non sono poveri. La povertà non consiste infatti in una scarsa grano morirebbe; perché Dionisiopossa rinascere bisogna che, nelle vendem quantità di beni, e nemmeno in un semplice rapporto tra certi fini e certi mezzi; mie, il capro di Dionisio sia sacrificato; il soma, che gli uomini libano agli è, prima di tutto, un rapporto tra gli uomini, una condizione sociale» [Sahlins dèi, dà loro la forza contro i demoni» [Hubert e Mauss tgzq, p. rz6 ]. Oue '97z P 37] sti riti non traducono forse il sentimento che i doni degli dèi sono fragili e Di fatto, i cacciatori-raccoglitori dànno prova di una notevole produttività, aleatori? che consente loro di procurarsi i mezzi di sostentamento a prezzo di un minimo L'esempio dei Chipaya dell'altopiano boliviano conferma assai bene come sforzo; non solo, per loro la nozione di lavoro si distingue appena da quella i prodotti della terra e delle acque siano il risultato di uno scambio con gli dèi. di gioco: «I cacciatori-raccoglitori lavorano meno di noi. La ricerca del cibo, Ogni anno, in febbraio, essi celebrano una serie di tre cerimonie in onore dei lungi dall'essere un lavoro continuo, è intermittente; lo svago non manca, e laghi da cui, ancor oggi, traggono gran parte del loro sostentamento, Dopo i nel corso della giornata si dorme di piu, per persona e per anno, che non in sacrifici di lama o montoni offerti ai mctllku (spiriti della terra), il loro «sacer qualsiasi altro tipo di società» [ibid., p. r4]. Cosi i gruppi aborigeni della Terra dote» compie un lungo percorso in mezzo ai laghi — poco profondi — seppel d'Arnhem, in Australia, dedicano in media al cibo (compresa la preparazione lendo lungo il cammino un centinaio di tcl~uas,piccoli coni alti trenta centime e la cottura ) meno di quattro ore di lavoro al giorno, e possono concedersi tri, fatti di grasso di lama, farina di mais e altri ingredienti. In cambio di que da una a due ore di siesta, se non addirittura dei pomeriggi interi! I Boscimani sti doni egli si attende dai mali%u e dalla Madre Terra una produzione abbon !Khung del deserto del Kalahari confermano queste statistiche sorprendenti. Lo dante di piante acquatiche. Nello stesso periodo, e seguendo lo stesso modello stesso vale per gli Hadza dell'Africa orientale, che vivono in mezzo a gruppi di (doni di tchuas sotterrati nei campi), vengono eseguiti i riti agrari, allo scopo di coltivatori, ma «fino ad epoca recente non hanno voluto adottare l'agricoltura, ottenere un buon raccolto di china. "soprattutto perché ciò comporterebbe troppo lavoro pesante" » [ibid., p. z7]. L uomo ricco è dunque un protetto degli dèi, e guai a lui se non spartisce con 1 Quanto ai Siane dell'Oceania, si sa che, dopo aver sostituito i loro attrezzi di loro. Il mito andino del «villaggio sommerso» illustra le conseguenze disastroseo f T pietra con asced'acciaio, non cercarono di aumentare la produzione, ma pre di un godimento egoistico dei beni. Si narra che il villaggio di «Piwray» era ferirono dedicarealle feste e agli svaghi il tempo reso libero dall'introduzione fiorente e popolato di uomini prosperi; un giorno vi si celebravano delle nozze di strumenti piu efficienti. e, nell aPnusso di numerosi convitati, arrivò un vecchio, vestito di stracci, cheI l > CU La tesi di Sahlins ha il grande merito di mettere in discussione i nostri chiedeva l'elemosina. Tutti lo respinsero, tranne la sposa, che ebbe pietà di criteri di valutazione dell'abbondanza. Il suo quadro sembra tuttavia eccessi lui. Riconoscente, il vecchio le consigliò di fuggire in direzione di Cuzco; poi vamente idilliaco: gli ambienti che forniscono risorse insieme abbondanti e scomparve. Subito dopo, il villaggio fu sommerso in fondo a un lago [Ortiz regolari sono veramente un'eccezione. E il criterio adottato da Sahlins (il nu Rescaniere rtl73, pp. 62-63]. Il messaggio del mito è manifesto: la ricchezza mero diore di sonno per abitante) appare piuttosto come una trasposizione eccessiva, rappresentata negativamente (rifiuto dell'ospitalità), viene punita dal umoristica dei nostri particolari criteri di valutazione, Il contrasto con il mondo la divinità che aveva assunto le spoglie di un vecchio miserabile. contemporaneo resta tuttavia clamoroso. Oggi, «un terzo o anche la metà Nelle situazioni coloniali, o piu in generale di dipendenza e di crisi, i riti dell'umanità si corica ogni sera con il ventre vuoto. Nell'Età della pietra antica e i miti dell'abbondanza attestano una frustrazione che talvolta trascende in la proporzione dev' essere stata molto minore» [ibid., p. 36]. Felice Età dell'oro? speranza millenaristica. È il caso dei famosi cargo-cults della Melanesia (Nuo O illusione dell'antropologo in cerca di evasione? va Guinea,isole Salomone, ecc.), dove si sono moltiplicati dalla fine del secolo Dal punto di vista delle società indigene, la caccia fortunata o il raccolto scorso. Nell'ambito delle credenze tradizionali, gli indigeni celebravano ogni abbondante non derivano tanto dal lavoro e dallo sforzo quanto dal rispetto anno il culto del Taro, che era al tempo stesso quello del ritorno degli spiriti
  • 12. Abbondanza/scarsità ro8 I 09 Abbondanza/scarsità dei morti : si trattava di un rito agrario destinato, classicamente, ad assicurare nozione di una scarsità fondamentale. Egli poneva il principio di uno squili l'abbondanza del raccolto. Dopo i rivolgimenti provocati dall'arrivo degli Eu brio inesorabile tra mezzi di sussistenza e popolazione: esiste infatti «la co ropei, comparvero numerosi profeti, che crearono religioni nuove, pur ripren stante tendenza, che hanno tutti gli esseri viventi, a moltiplicarsi piu di quan dendo, nel contesto coloniale, alcuni elementi dei culti preesistenti. Fu cosi to lo permettano i mezzi di sussistenza di cui possano disporre» [r798, trad. it. che nel r9tg, fra gli Orokaiva della Nuova Guinea, il profeta Buninia, durante p. g].Di conseguenza, la crescitademografica (in progressionegeometrica) ec una visione in cui gli apparve il padre defunto che consumava un pasto a base cede costantemente lo sviluppo dei mezzi di sussistenza (in progressione arit di taro insieme a una folla di altri morti, ricevette l'ordine d'istituire nuove metica), e pertanto gli uomini sono condannati da una legge ineluttabile a li cerimonie destinate a ottenere raccolti abbondanti. «Piu feste si dànno, pen mitare le nascite al fine di conservare un equilibrio tra risorse e popolazione: sano i fedeli, piu taro si ottiene» [Lanternari r96o, p. r98]. A distanza di qual il numero degli uomini è limitato dalla quantità di viveri disponibili. Ogni ac che anno, il profetismo melanesiano subisce un significativo spostamento: la crescimento di tale quantità di viveri provocherebbe, secondo Malthus, l'ac situazione coloniale ha esacerbato le nostalgie e le contraddizioni; gli Europei crescersi del numero di consumatori; soltanto la miseria limita la riproduzione hanno fatto conoscere beni prima sconosciuti e creato nuovi bisogni che la so e il numero di coloro che sopravvivono: l'uomo è perennemente condannato cietà tradizionale non è in grado di soddisfare: la stessa identità etnica si trova a vivere sull'orlo della carestia. minacciata. Ormai al centro del culto non è piu il taro, ma le mercanzie eu Tuttavia, non basta considerare unicamente il rapporto tra la crescita della ropee (fucili, asce, scatole di conserve, vestiti, ecc.) : si attende la scomparsa dei popolazione e la quantità dei mezzi di sussistenza; si pone anche il problema bianchi (sotto un diluvio ) e l'arrivo di una nave carica di ogni bene. Tra le della ripartizione delle ricchezze tra le diverse classi della società. E tale, per numerose varianti, ricorre frequentemente un tema: la fine del lavoro. Si at Ricardo, era l'oggetto dell'economia politica. Egli calcola che un aumento dei tende un'età concepita come abbondanza, ottenuta senza sforzo, grazie al ri profitti presuppone sempre una riduzione dei salari, e che ogni aumento dei sa torno degli antenati. lari avvenga a scapito dei profitti, Questa contraddizione insanabile (ma su scettibile di fluttuazioni ) impone un limite alla crescita demografica : «La popo lazione siregola da sé in base ai fondi che devono darle occupazione, e perciò Scarsità e storia. aumenta o diminuisce sempre con l'aumento o la diminuzione del capitale» [Ricardo z8ry, trad. it. p. 48 ]. Nel caso in cui il profitto sia soddisfacente, il Che rapporti vi sono tra le categorie di scarsità e di abbondanza da una par capitalee la produzione aumentano, e cresce anche la popolazione. Ne deriva te, e, dall'altra, la dimensione temporale? un aumento dei bisogni alimentari, che si ripercuote sulle terre disponibili e La nozione di scarsità è al centro della Critique de la Raison dialectiquedi determina un aumento della rendita a vantaggio dei proprietari terrieri. In Jean-Paul Sartre: al tempo stesso contingente e ineluttabile, essa costituisce compenso, gli operai sono vittime del progresso anche nella misura in cui il il fondamento ontologico della praxis e della storia umana. Obbliga al lavoro, basso livello del salario rende possibile l'incremento del capitale; la famosa tramite il qualel'uomo manifesta la sua libertà mentre lotta per la sopravvi «legge bronzea» li condanna alla scarsità: «Il lavoro, come tutte le altre cose venza. Senonché,in mancanza di risorse sufficienti per tutti, ognuno vede nel che si comprano e si vendono, [...] ha il suo prezzo naturale e il suo prezzo suo prossimo un nemico mortale e, in una competizione sfrenata, l'uomo di di mercato. Il prezzo naturale del lavoro è il prezzo necessario per mettere i venta lupo per l'uomo. «Nella pura reciprocità, l'Altro da me è ancheil medesi lavoratori, nel loro complesso, in condizioni di sussistere e perpetuare la loro mo. Nella reciprocità modificata dalla penuria, il medesimo ci appare come il specie senza né aumenti né diminuzioni» [ibid., p. 6o]. contro-uomo in quanto questo medesimouomo ci appare come radicalmente Al Il modello malthusiano e quello ricardiano godono oggi di una rinnovata tro (ossia portatore per noi di una minaccia di morte)... Nulla, infatti — né le fortuna presso gli storici. Scrive Fmmanuel Le Roy Ladurie [r966] : «Le male grandi bestie feroci né i microbi — può essere piu terribile per l'uomo di una dizioni malthusiane dominarono la Linguadoca, nel xvr e xvn secolo, cosi specie intelligente, carnivora, crudele, in grado di capire e di sventare l'intel come ancor oggi, nonostante una situazione molto diversa, dominano certe po ligenza umana e il cui fine sia appunto la distruzione dell'uomo» [Sartre t96o, polazioni del Terzo Mondo» (trad. it. p. g9p). Di fatto, la trattazione quantita trad, it. p. zg7]. La scarsità è insomma l'unità negativa per la quale tutti gli tiva delle fonti permette di elaborare curve della produzione e della popolazione, uomini, tutte le società, s'integrano nella stessa storia in quanto nemici gli uni oppure dei prezzi e dei salari, dai cui scarti, in periodi di congiuntura sfavore degli altri. Per causa sua nasce infatti la violenza e, in quel momento stesso, la vole, prende origine la definizione delle famose «forbici» che condannano cate storia: essa è «la disumanità costante delle condotte umane, in quanto penu gorie sociali piu o meno numerose alla miseria e alla morte. Se l'utilità di tali ria interiorizzata; insomma ciò che fa si. che ciascuno veda in ciascuno l'Altro strumenti di analisi è indubbia, essi tuttavia acquistano significato solo entro i li e il principio del Male» [ibid., p. 274]. miti del sistema globale a cui si applicano: vale a dire una data società cronolo A un livellopiu empirico, già Malthus aveva fondato il suo sistema sulla gicamente delimitata, con le sue particolari caratteristiche. In altre parole, bi
  • 13. Abbondanza/scarsità I io Abbondanza /scarsità sogna situare nel tempo le fluttuazioni della scarsità e dell'abbondanza, e rela parziali e insufficienti: i rapporti tra scarsità e abbondanza sono ancora in tivizzarle secondo i gruppi sociali. fluenzati dalle ineguaglianze di distribuzione, vale a dire dalla stratificazione In questo senso lo schema di Le Roy Ladurie si applica al lungo ciclo sociale. È di nuovo la maledizione ricardiana: l'indigenza dei piu rende possi' agrario ch' egli individua per la Francia dal xiv secolo all'inizio del xviii. Ciclo, bile l'agiatezza, o il lusso, di alcuni. Basti ricordare che, proprio durante il ma anche «storia immobile», giacché, nonostante l'oscillazione dei parametri «riflusso» tra la fine del secolo xvii e l'inizio del xviii, il numero di piccoli po demografici, economici, sociologici, la situazione al termine del periodo appare deri diminuisce notevolmente, mentre si verifica un riaccorpamento degli ap stranamente analoga a quella iniziale. Dal punto di vista demografico, per esem pezzamenti a vantaggio sia dei grandi coltivatori, sia dei borghesi o funzionari pio, verso il igl oo-4o la Francia conta piu di i7 milioni di abitanti; nel i7oo delle città. I periodi di crisi, in questo caso, risparmiano le categorie di popo circa iq milioni: ossia un aumento di soli z milioni in quattro secoli. Ora, pare lazione maggiormente favorite, che traggono invece profitto dalla situazione di che, durante lo stesso periodo, la produzione dei beni di sussistenza abbia un scarsità. andamento stagnante: si tratta di una società caratterizzata dalla «stabilità In ogni caso, la nozione di una scarsità fondamentale, mai superabile, pre delle tecniche agricole e delle rese cerealicole tra la prima rivoluzione agraria suppone che l'osservatore si rinchiuda entro i confini di un sistema sociale sta (quella medievale: secoli xi-x?ii ) e la seconda, tardiva, che avrà luogo nel xix bile, erigendolo a modello per tutta la storia dell'umanità. Ora, se questa com secolo» [Le Roy Ladurie 1974, p. 68oJ. Il lungo ristagno produttivo impone porta elementi di continuità, lunghi cicli di apparente «immobilità», essa su dunque limiti numerici, costrizioni inesorabili all'insieme della popolazione: bisce però anche rotture e mutamenti qualitativi. Infatti, a partire dagli anni un certo numero di ostacoli, di frontiere insormontabili, assicurano la sta i7zo-3o, la congiuntura che si è appena indicata s'inverte nuovamente, men bilità del sistema. Queste costrizioni, insieme materiali (tecnologiche, econo tre agiscono forze di trasformazione (sviluppo delle manifatture, progressi miche) e mentali (conoscenze scientifiche, livello dell'istruzione popolare), per agricoli, mentalità nuove) che tendono a sovvertire l'antico sistema: la produ mettono il gioco di un insieme di fattori «autoregolatori»: epidemie, carestie, zione aumenta di nuovo e, a partire dagli anni i75o, l'incremento demografico è guerre, o anche il ritardo dei matrimoni. Certo, non bisogna esagerare l'auto tale che la popolazione francese supera finalmente la frontiera fatidica dei quat matismo di tali meccanismi regolativi; si sa comunque che ogni società costi tro secoli precedenti, per raggiungere i z7 milioni nel i78q. Sono ormai pron tuisce una totalità i cui diversi elementi si combinano secondo una logica par te le condizioni per una vera crescita. La rivoluzione industriale, di cui si ma ticolare. nifestano molto presto le premesse in Inghilterra, fa entrare definitivamente, All'interno di un sistema definito da un certo livello di sviluppo delle for nel corso del xix secolo, le società dell'Occidente in un altro sistema. Può que ze di produzione, esisterebbe dunque un optimum, o un punto di equilibrio, sto corrispondere alle speranze della prima scuola liberale (Condillac, Adam tra risorse e popolazione: nel complesso, le oscillazioni intorno a tale punto de Smith, Condorcet), per cui i progressi delle arti e delle tecniche consentirebbero terminano periodi di relativa abbondanza o scarsità. Cosi, dopo la famosa pe finalmente un'età felice e di abbondanza? ste nera deli348, che provocò un crollo demografico dell'ordine di un terzo Anche la teoria marxista lega l'avvento del comunismo a uno sviluppo suf o della metà secondo le regioni, e fino alla fine del xv secolo, si colloca una con ficiente delle forze produttive. Da una parte, queste dovranno raggiungere una giuntura di umanità rada, di terre abbondanti, di salari elevati, di bassa rendi dimensione mondiale, giacché proprio sul piano della storia universale l'uomo ta fondiaria; ne deriva un generale miglioramento del tenore di vita contadino : potrà liberarsi di quella alienazione per cui subisce il proprio lavoro come la alla zuppa o al pane d'orzo si sostituisce il buon pane di frumento, e il consumo costrizione di una forza estranea. D'altra parte, «questo sviluppo delle forze di carne raggiunge il suo livello massimo. A partire dall'inizio del xvi secolo, produttive... è un presupposto pratico assolutamente necessario anche perché tuttavia, si manifesta il contrasto tra la rigidità della produzione e l'elasticità senza diesso sigeneralizzerebbe soltanto la miseria e quindi col bisogno rico della popolazione: quest'ultima, dopo il i55o, ritrova con i7 milioni di abitanti mincerebbe anche il conflitto per il necessario e ritornerebbe per forza tutta la il livello del basso medioevo. Di qui lo sviluppo di un processo inverso: fra vecchia merda»[Marx e Engels i845-46, trad. it. p. z5]. Solo grazie a un'elevata zionamento dei poderi, diminuzione dei salari reali, riduzione del consumo produttività e a patto di abolire la proprietà privata dei mezzi di produzione, di carne, pane commisto a segale; insomma, un accentuato impoverimento potrà essere ridotto il tempo di lavoro e di pluslavoro. Infine, è veramente delle masse contadine. Entrano allora in azione i meccanismi frenanti (carestia, un'età di realizzazione umana e di opulenza quella che Marx annunzia nelle sue epidemie, guerre, ecc.) e determinano, insieme al cedimento della curva de pagine piu profetiche: «dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui mografica, quell'aggravamento della congiuntura del xvii secolo (piu o me sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collet no accentuato in corrispondenza delle differenze regionali e degli sfasamenti tiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l'angusto orizzonte giuridico cronologici) che sfocia nel riflusso degli anni tragici della fine del regno di borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere : Ognu Luigi XIV. no secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!» [I875, trad. it. p. Tuttavia, queste oscillazioni congiunturali aprono soltanto prospettive ()6z].
  • 14. Abbondanza /scarsità Iiz I?3 Abbondanza/scarsità ficazione sociale: rimandano altresi alla natura dei beni disponibili, soggetta 3. Una società dell'abbondanza F alla logica del profitto. Cosi, all'opulenza che si manifesta nell'ambito dell'im presa privata e del mercato si contrappone l'insufficienza delle attrezzature col Ora, le forze produttive si sono sviluppate a un tale ritmo, dopo la rivolu lettive prese a carico dal settore pubblico. Penuria di scuole, ospedali, infra zione industriale, che numerosi teorici o uomini politici hanno proclamato, so strutture urbane e culturali: è una denunzia ormai classica. Ma il contrasto ren prattutto negli anni '6o, tanto nei paesi socialisti come in quelli capitalisti, che de ancor piu evidente il carattere artificioso dei «bisogni» suscitati dalla molti l'umanità era giunta alle soglie dell'età dell'abbondanza. La congiuntura attuale plicazione dei beni proposti per il consumo : essi sono in realtà subordinati alle (di lunga durata>) costringe a moderare gli entusiasmi; ma cio che è in causa esigenze della produzione. Cosi, la società cosiddetta dell'abbondanza genera è precisamente la società cosiddetta «dei consumi», secondo il modello offerto in perpetuo l'insufficienza e la frustrazione indispensabili al funzionamento del al mondo intero dai paesi capitalisti piu ricchi: questi avrebbero dunque vera sistema. «La famiglia che esce per una gita su una splendida macchina, dota mente trionfato sulla scarsità> ta di freni potenti e di aria condizionata, passa attraverso città con strade piene Se si adottano i criteri della società industriale (reddito nazionale per abi di buche, deturpate dai rifiuti sparsi ovunque, da edifici orribili, dalle afFissioni tante, o consumo di energia), non v'è dubbio che i progressi realizzati nell'ul e dai pali telegrafici che da lungo tempo avrebbero dovuto essere eliminati. timo secolo dai paesi piu sviluppati sono spettacolari. L'arricchimento del re Poi tale famiglia capita in una zona di campagna che è quasi nascosta dai car gime alimentare è tale che alle antiche malattie da carenza sono subentrate telloni pubblicitari...» [Galbraith I958, trad. it. p. z36]. Le frustrazioni sono quelle contemporanee dell'opulenza (in particolare cardiovascolari). Il lusso di ingigantite dalla disuguaglianza: i beni proposti al consumo sono anche segni ieri è oggi diventato cosa comune: nei bilanci familiari, la proporzione desti di prestigio e, mentre i piu. ricchi soddisfano bisogni nuovi, i piu sfavoriti aspi nata all'alimentazione è diminuita regolarmente, lasciando il posto a una pro rano a imitarli; quando finalmente anche loro accedono ai nuovi prodotti, fusione di articoli nuovi e di servizi: arredamento, radio e televisione, automo gliene vengono proposti daccapo altri, e la corsa continua all'infinito. bile, spese voluttuarie. Il senso di abbondanza è accentuato dallo spettacolo Supporre dunque che, nei paesi piu sviluppati, lo sviluppo delle forze pro dell'immenso spreco che accompagna questa bulimia di «consumo»: il succe duttive abbia raggiunto un livello che teoricamente permetterebbe di raggiun dersi delle mode, la rapida usura degli oggetti, i gadgets, lo stimolo costante gere «l'abbondanza», è un discorso che, di fatto, la logica del sistema capita della pubblicità. listico impedisce di fare, giacché essa suscita un'insoddisfazione permanente. Il rovescio del quadro rivela infatti i limiti e le false apparenze dell'opulenza. Ciò che in definitiva è da mettere in discussione sono i criteri stessi dell'abbon Essa non ha per scopo il benessere del consumatore, ma la realizzazione di un danza: non il reddito per abitante, né l'energia consumata e neppure l'automo profitto. Che significano le paradossali «crisi di sovrapproduzione» dei paesi bile o la televisione. Ma la scelta di altri criteri presuppone che si entri in un capitalisti? L'abbondanza diviene eccessiva, e si rovescia in pratiche di distru altro sistema. L'utopia di cui si può sognare è quella per cui l'uomo si riconci zione: il Brasile è passato alla leggenda bruciando nelle caldaie delle locomo lierebbe con i suoi bisogni e in cui ogni individuo disporrebbe di tempo libero tive migliaia di sacchi di caffè che, immessi sul mercato, avrebbero provocato sufficiente per sviluppare le proprie capacità. «Di fatto, — dice Marx, — il re un crollo dei prezzi; cosi pure l'Argentina ha bruciato grano, e ogni anno si gno della libertà comincia soltanto là dove cessa il lavoro determinato dalla assiste allo stoccaggio (e addirittura alla distruzione) di migliaia di tonnellate necessità e dalla finalità esterna; si trova quindi per sua natura oltre la sfera di derrate agricole che il mercato non può assorbire a prezzi considerati rimu della produzione materiale vera e propria [...]. Condizione fondamentale di nerativi: le uova si accumulano, il burro diventa rancido e il latte viene forni tutto ciò è la riduzione della giornata lavorativa» [ i865, trad. it. pp. iioz-3 ]. to (sotto forma di assistenza ai paesi poveri) a popolazioni che non possono assi Di nuovo il sogno dell'Età dell'oro? Certo, ma è anche vero che il trionfo sulla milarlo. necessità presuppone la realizzazione del libero progetto umano, che deter Questo spreco è tanto piu assurdo in quanto va accentuandosi il distacco minerebbe i suoi fini in funzione non di costrizioni esterne o naturali, ma dei tra i paesi del Terzo Mondo e quelli ricchi (meno di ioo dollari di reddito annuo suoi propri valori. [N. w.]. per abitante contro piu di 3ooo). È molto difficile parlare di abbondanza di fronte a simili disuguaglianze, Nemmeno nei paesi ricchi sono scomparse le disparità; è noto che negli Stati Uniti vi sono ancora isole di grandissima po vertà. John Kenneth Galbraith ha raccontato l'origine paradossale del suo The Aguent Society [ i958], ricordando lo stupore di Jawaharlal Nehru quando gli disse che in vaste regioni degli Stati Uniti il livello di vita era inferiore e la vita piu miserabile che non nel Punjab... Le disparità all'interno dei paesi ricchi non riguardano soltanto la strati
  • 15. Abbondanza/scarsità II4 Galbraith, J. K. x958 The Afftuent Society, Houghton MifBin, Boston (trad. it. Comunità, Milano x963 ). Hubert, H., e Mauss, M. x9z9 Me l angcs d'histoire des religions,Alcan, Paris r929 Lanternari, V. r96o Mo v imenti religiosi di libertà e di salvezza dei popoli oppressi,Feltrinelli, Milano r96o. Le Roy Ladurie, E. r966 Lespaysans de Languedoc,Sevpen, Paris (nuova ed. ridotta Flammarion, Paris r969;trad.it.Laterza, Bari r97o ). x974 L'histoireimmobile, in «Annales», n. 3, pp. 673-9z. Malthus, T. R. r798 An Essay on the Principle of Population as it affects the future Improvement of Society xeith Remarkes on the Speculation of M r G odrcin, M. C ondorcet and other Writers, Johnson, London (trad. it. Utet, Torino r953). Marx, Id. K. [z865] Das Kapital, libro III, M e issner, Hamburg x894 (trad. it. Einaudi, Torino z975). [r875] Randglossen rum Programm der deutschen Arbeiterpartei,in «Die Neue Zeit », IX (z89r), x, pp. 56x-75 (trad. it. in Opere scelte,Editori Riuniti, Roma x966). Marx, H. K., e Engels, F. [z845-46] Die deutsche Ideologie,in IIistorisch-Kritische Gesamtausgabe, Marx-Engels-Lenin Institut, Frankfurt am Main - Berlin- Moskau r93z (trad. it. Editori Riuniti, Roma x967 ). Ortiz Rescaniere, A. x973 De Adaneva a Inkarri, una vision indigena del Peru, Lima. Ricardo, D. rgx7 On t hePrinciples of Political Economy and Taxation, Murray, London (trad. it. Isedi, Milano r976). Sahlins, M. r97z St oneAge Economics, Aldine, Chicago. Sartre, J.-P. r96o Cr itiquede la Raison dialectique, Gallimard, Paris (trad. it. Il Saggiatore, Milano z963, libro I). Sottratta ad un contesto esclusivamente economico (i due concetti sono alla base della teoria neoclassica del rapporto tra beni e bisogni, cfr. bisogno, nonché utilità ), la coppia abbondanza/scarsità si rivela particolarmente feconda nell'applicazione a contesti socio economici diversi :da quelli delle società «primitive» (cfr. primitivo e, per «le prime so cietà d'abbondanza», caccia/raccolta) alle attuali forme di spreco istituzionalizzato nell'ambito delle società opulente (cfr. anche sviluppo/sottosviluppo). Il rapporto tra popolazione e risorse —una delle possibili definizioni della ricchezza di una società non esaurisce evidentemente il problema della relativizzazione dei concetti di abbondanza e scarsità, che vanno in ogni caso qualificati rispetto al grado di sviluppo delle forze di produzione, come è apparso chiaro da quando si è entrati in ambito capitalistico (cfr. capitale). Mentre ciò segna i limiti di certe generalizzazioni filosofiche sulla storia de] l umanità in chiave di scarsezza, consente di formulare in termini politiciconcreti il te ma di un'abbondanza che, dopo aver alimentato miti secolari (cfr. età mitiche, mil lennio), resta alla base delle moderne utopie (cfr. utopia).
  • 16. 250 Bisogno La nozione di bisogno poggia, fin dall'inizio, su un' ambiguità: quella dell'uo mo che è essere sociale e naturale a un tempo. In una prospettiva naturalistica il bisogno, o meglio i bisogni, generano, fin dall'emergere della specie, i nostri comportamenti individuali o collettivi: cosi noi saremmo definiti, piu che dalle nostre scelte e dai nostri progetti, da stimuli e meccanismi biologici. Ma si può ridurre l'uomo alla sola biologia? Nelle scienze umane il concetto di bisogno ri flette questo paradosso : talvolta i bisogni sono considerati il fondamento ultimo e naturale delle società umane, e allora queste perdono ogni specificità e si rivela impossibile l'elaborazione di una vera antropologia ; talaltra la nozione subisce la classica dicotomia tra natura e cultura, ma allora si pone il problema dei rapporti tra bisogni cosiddetti naturali e bisogni culturali, e la specificità delle organizza zioni sociali si risolve in una tautologia, o si trova ridotta alla sola dimensione economica. Se queste oscillazioni rivelano le difficoltà proprie delle scienze uma ne, come di qualsiasi riflessione sull'uomo, è anche vero che esse mettono in di scussione la legittimità di una nozione cosi ambigua. x. Bi s ogni «naturali » e bisogni «artificiali >). L'ambiguità della nozione di bisogno risulta fin dagli inizi dell'economia politica. Gli autori del xvxxx secolo distinguevano due tipi di bisogni: quelli «naturali» e quelli «artificiali». Ora, con denominazioni appena diverse (bisogni necessari e superflui, biologici e culturali, ecc.), questa distinzione guida tutti gli autori che fino ai giorni nostri hanno tentato di analizzare i bisogni umani. Questa costante,che attraversa ledottrine piu varie,presuppone un sostrato co mune : il bisogno concepito come categoria astratta, valevole per tutta l'umanità e quindi fondamento della universalità dell'economia politica in quanto scienza. Ne è il fondamento proprio perché costituisce lo scopo finale del lavoro dell'uo mo, che raccoglie o produce beni al fine di soddisfare i propri bisogni. Ma i biso gni umani si possono ridurre a una categoria puramente economica? x.x. Il liberalismo. Secondo Condillac, «i bisogni naturali sono una conseguenza della nostra conformazione: noi siamo conformati per avere bisogno di nutrimento, o per non poter vivere senza alimenti»; quanto ai «bisogni artificiali», essi sono «una conseguenza delle nostre abitudini. Una tal cosa di cui potremmo fare a meno, perché la nostra conformazione non fa che ne abbiamo bisogno, ci diventa ne cessariaper l'uso, e talvolta tanto necessaria, come se fossimo conformati per averne bisogno»[x776, ed. xil48 p. z']. In altre parole, da un lato i bisogni deri vano dalla costituzione dell'uomo, cioè dal suo corpo; dall'altro dalla storia e
  • 17. Bisogno 252 z53 Bisogno dalla cultura proprie di ciascun gruppo sociale. In pratica, bisogni puramente Bastiat critica Palmerston quando confisca le navi negriere brasiliane, e difende naturali si troverebbero solo in una ipotetica popolazione primitiva; a mano a gli Inglesi che coltivano l'oppio in India per riversarlo sul mercato cinese : infat mano però che questa diventa sedentaria, pratica l'allevamento e l'agricoltura, in ti, «se l'umanità si perfeziona, non è con la moralizzazione del produttore, ma venta le arti e le tecniche, si crea anche nuovi bisogni : «Questi primi bisogni arti con quella del consumatore» (trad. it. p. 437). Bastiat esclude dunque qualsiasi ficiali si allontanano dai naturali il meno possibile. Ma si prevede ancora che se intervento dell'uomo, e a maggior ragione dello Stato, nell'organizzazione «na ne formeranno degli altri, che se ne allontaneranno sempre piu... Verrà anzi un turale»delladomanda e delpofferta.Ilconsumatore, perno delprocesso, incarna tempo, in cui i bisogni artificiali, a forza di allontanarsi dalla natura, finiranno col attraverso i suoi bisogni l'essenza dell'umanità: «il consumo è il gran fine del cambiaria del tutto e corromperla» [ibid.]. Cosi si sviluppa il lusso, motore delle l'economia politica; il bene e il male, la moralità e l'immoralità, le armonie e le attività economiche. Questo quadro corrisponde a una rappresentazione unili discordanze,tutto viene a risolversi nel consumatore, perché eglirappresenta neare della storia dell'umanità, la cui evoluzione condurrebbe, per gradi succes Pumanità» [ibid.], sivi, da bisogni puramente naturali a bisogni sempre piu artificiali. Ma è anche vero che, una volta integrati nel processo storico, i bisogni artificiali diventano, r.z. Il marxismo, in seguito all'abitudine, naturali quanto i primi. Ecco perché consentono di at tribuire un certo valore agli oggetti atti a soddisfarli, e possono in tal modo venir In tal modo l'economia politica accordava ai bisogni una funzione determi eretti a categorie ultime della economia politica. nante, pur basandoli su motivazioni soggettive, addirittura psicologiche. Di Ora, la scuola liberale (Smith, Say, Bastiat, ecc.) postula un ordine naturale fronte a questo paradosso, Marx opera un capovolgimento completo : secondo che consente agli interessi particolari di accordarsi armoniosamente con l'inte lui il vero motore dei rapporti sociali è la produzione, tant'è vero che in ogni fase resse generale. L'individuo, per Adam Smith [r776] «è condotto da una mano storica essa crea i suoi propri bisogni, ormai obiettivi e determinati: «È sull'o invisibile... a perseguire un fine che non rientra nelle sue intenzioni, Né il fatto pinione o su tutta l'organizzazione della produzione che si basa l'intero sistema che tale fine non rientri sempre nelle sue intenzioni è sempre un danno per la dei bisogni? Il piu spesso i bisogni nascono direttamente dalla produzione o da società» (trad. it. p. 444 ). Ecco perché ilcommercio deve rimanere libero da uno stato di cose basato sulla produzione. Il commercio dell'universo è imper qualsiasi ostacolo, da tassazioni o regolamenti. L'ordine economico comporta un niato quasi interamente su dei bisogni: bisogni non del consumo individuale, equilibrio in qualche modo spontaneo tra bisogni, produzione e consumo. Certo, ma della produzione. Cosi, per dare un altro esempio : il bisogno che si ha di ri possono presentarsi delle strozzature in un determinato settore, peraltro limitato, correre ai notai non presuppone forse un diritto civile dato, che non è se non allorché i prodotti di un certo tipo superano momentaneamente particolari bi l'espressione di un certo grado di sviluppo della proprietà, ossia della produzio sogni ; ma la difficoltà si risolve su scala globale nella società grazie ad assesta ne?» [Marx I847, trad. it. pp. g-5]. I bisogni, secondo questa concezione, non menti che suppliscono a questa eccedenza con altri prodotti, che a loro volta dipendono piu dalla libera volontà del soggetto, ma dal lavoro dell'insieme della soddisfano altri bisogni. Questi equilibri costantemente ristabiliti presuppongo società e costituiscono un sistema globale, specifico, che s'impone a tutti gli in no una equivalenza tra l'insieme dei bisogni e la massa monetaria (concepita co dividui. Non si tratta piu di armonia prestabilita, né d'irriducibile pessimismo, me semplicemezzo di scambio ) di cui dispongono i consumatori; presuppongo valevole per una natura umana universale ; la teoria di Marx relativizza i diversi no inoltre un rapporto armonioso tra i progressi della divisione del lavoro (che sistemi di bisogni, in quanto questi corrispondono a formazioni sociali che diffe aumenta la produttività ) e la crescita della popolazione. Questo ottimismo viene riscono per lo sviluppo disuguale delle loro forze produttive e le particolari ca messo in discussione da Malthus [r798] che, al contrario, fonda la sua teoria sul ratteristiche dei loro rapporti di produzione. principio di un divario sempre piu profondo tra l'aumento della popolazione e Questa prospettiva storica permette a Marx di riprendere la distinzione tra quello delle sussistenze. Ma tanto nella versione classica e ottimista quanto in dizionale tra bisogni naturali e bisogni artificiali, pur sfumandone la contrapposi quella pessimista, il postulato è lo stesso : sono i bisogni a determinare i rapporti zione. Se è vero che i bisogni naturali dipendono da fattori fisici e biologici, essi degli uomini con la natura, gli scambi di merci e la riproduzione della società. però variano secondo le culture e, all'interno di una stessa formazione sociale, A questa concezione soggettiva dell'economia liberale si rifà anche Proudhon secondo le classi : « I bisogni naturali, come nutrimento, vestiario, riscaldamento, [r 846] quando pone in assoluto la libertà dell'individuo di fronte ai prodotti del alloggio ecc., sono differenti di volta in volta a seconda delle peculiarità climati lavoro e ai loro valori: «nella mia qualità di libero compratore io sono giudice che e delle altre peculiarità dei vari paesi. D'altra parte, il volume dei cosiddetti dei miei bisogni, giudice della convenienza dell'oggetto, giudice del prezzo che bisogni necessari, come pure il modo di soddisfarli, è anch' esso unprodotto della voglio mettervi» (trad. it. p. i7o ). A Proudhon fa eco Frédéric Bastiat [r85o] : storia, dipende quindi in gran parte dal grado d'incivilimento di un paese e, fra solo il consumatore, e non il produttore, rappresenta l'elemento dinamico della l'altro, anche ed essenzialmente dalle condizioni, quindi anche dalle abitudini e pratica economica; la soddisfazione dei bisogni è quella che determina le forme dalle esigenze fra le quali e con le quali si è formata la classe dei liberi lavoratori » di organizzazione della società. In nome di questa morale del consumatore, [Marx r867, trad. it. p. zo6]. E nella misura in cui i tempi delle sovrastrutture
  • 18. Bisogno z54 z55 Bisogno mentali sono relativamente autonomi rispetto a quelli delle infrastrutture, com z. La s ocializzazione dei bisogni. paiono degli sfasamenti in cui s'insinuano di nuovo elementi soggettivi; cosi i membri di una classe sociale in ascesa, ma non ancora dominante, imitano la « I bisogni sono naturali — ma il modo di soddisfarli?» [Febvre 1922, p. ?79]. classe dirigente adottandone i valori, i bisogni e lo stile di vita: è il caso di quei Nell'uomo, infatti, tutte le risposte ai bisogni, e prima di tutto la loro formula borghesi che, in epoca moderna (secoli xvr-xvm ), comprano terre,cariche e in zione, passano attraverso una dimensione simbolica, che invece nelle specie ani fine titoli nobiliari. Non è forse quanto succede oggi, secondo certi sociologi, a mali, anche in quelle superiori, è assente o rudimentale. Noi non mangiamo solo una parte della classe operaia, che identifica il prestigio con l'acquisto della ben per necessità e per la sola sopravvivenza biologica : il nostro consumo di cibo su nota trilogia: macchina, frigorifero, televisore? Infatti la produzione, concepita bisce una elaborazione culturale e immaginaria del mondo e attraverso questa in senso lato, non elabora solo oggetti e merci, ma anche idee. griglia va colto il senso degli atti legati (direttamente o indirettamente) alla sod L'inadeguatezza tra i bisogni e la loro soddisfazione è anch' essa un prodotto disfazione dei bisogni. Gli alimenti si organizzano in una gerarchia di nomi e di della storia e nella società capitalistica deriva dall'espropriazione dei proletari, consumi, fondata su una lettura del quadro naturale e tradotta in una semantica ridotti a vendere sul mercato la loro forza-lavoro : «Al fondo del sistema capita arbitraria. Ogni società distingue ciò che è mangiabile da ciò che non lo è secon listico v'è dunque la separazione radicale del produttore dai mezzi di produzio do criteri suoi propri e accomuna in uno stesso rifiuto i cibi naturalmente tossici ne... La base di tutto questo sviluppo è l'espropriarione dei coltivatori. Essa si a quelli culturalmente proibiti. è finora compiuta in modo radicale soltanto in Inghilterra... Ma tutti gli altri Non possiamo spiegare questi sistemi di classificazione solo attraverso i rap paesi,dell'Europa occidentalepercorrono lo stesso movimento» [lettera di Marx porti con la natura e con il bisogno, né ridurli alla sola dimensione economica. a Vera Zasulic, dell'8 marzo r88z, trad. it. p. ro64]. Talora certe tecniche di preparazione permettono di eliminare il contenuto no Questo rivolgimento, certamente il piu importante dopo il Neolitico, im civo di un cibo, che può cosi diventare l'elemento principale di un regime ali plica necessariamente un mutamento radicale dei bisogni che assoggetta i lavora mentare ; è il caso della manioca nelle civiltà tupi-guarani. Ma queste classifica tori alla produzione capitalistica. Al contrario, nelle società primitive persino il zioni non chiamano solo in causa bisogni e tecniche, Secondo un esempio classi plusprodotto è integrato in modo da servire all'interesse generale. A proposito co, i Francesi sono ghiotti di funghi, mentre gli Inglesi hanno ripugnanza a con delle comunità primitive delle Indie o del comunismo degli antichi Peruviani, sumarli ; eppure i funghi crescono in Gran Bretagna come in Francia [cfr. Lévi Marx [z865] osserva: «Può essere sempre fatta una distinzione fra quella parte Strauss r973, pp. s63-79]. Questocontrasto può esserecompreso solose riferito del lavoro i cui prodotti entrano direttamente nel consumo individuale dei pro al suo contesto di tradizioni, riti e credenze. La distinzione tra commestibile e duttori e delle loro famiglie... e quella parte del lavoro che è sempre pluslavoro, non commestibile presuppone l'elaborazione di un sistema di valori. il cui prodotto serve sempre al soddisfacimento dei bisogni sociali generali, qua I bisogni dunque appaiono sempre socializzati, e sempre in maniera molto le che possa essere il modo di distribuzione di questo plusprodotto, e chiunque variabile secondo le società: ecco perché, in questo infinito moltiplicarsi di usi, possa esercitare la funzione di rappresentante di questi bisogni sociali» (trad. it. le pratiche degli altri sembrano cosi strane, addirittura barbare o selvagge. In uno pp. r r77-78); Per contro, nella società capitalistica il divario tra i bisogni e la dei nostri primi testi etnografici, Erodoto presenta i comportamenti degli Egi loro soddisfazione si accentua nella misura in cui si approfondisce il solco che ziani e dei Greci in maniera sistematicamente contrapposta : «A causa del clima separa i proprietari dei mezzi di produzione dai proletari. Ma se questo squili eccezionale e del fiume che ha un carattere diverso dagli altri fiumi, gli Egizi brio è un risultato della storia, può anche avere una fine, insieme all'alienazione e hanno fissato la maggior parte delle usanze e delle leggi in modo opposto a quelle allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Esiste in Marx uno spirito utopico, che si degli altri uomini. Presso di loro le donne si dedicano al commercio e al traffico traduce ora nella nostalgia per le origini (in cui bisogni, produzione e consumo e gli uomini stanno a casa a tessere(gli altri uomini tessono spingendo la trama si equilibrano), ora in un profetismo volto all'avvenire. «Agli inizi della civiltà verso l'alto, gli Egizi verso il basso) ; gli uomini portano i pesi sulla testa, le don le forze produttive acquisite del lavoro sono esigue; ma esigui sono anche i biso ne sulle spalle. Le donne orinano in piedi e gli uomini seduti. Scaricano il loro gni, che si sviluppano con lo svilupparsi dei mezzi per soddisfarli, e per mezzo di corpo incasa e mangiano fuoriper lastrada spiegando che bisogna compiere di questi » [Marx s867, trad. it. p. 6z6]. E nella società futura, riconciliata con se nascosto gli atti sconci, ma necessari, in pubblico quelli puliti. Nessuna donna è stessa, i bisogni saranno di nuovo direttamente presi in considerazione in un sacerdotessa di un dio e di una dea, gli uomini di tutti gli dèi e di tutte le dee... regno di armonia, di abbondanza e di uguaglianza, in cui l'individuo riprende Gli altri uomini vivono separati dagli animali, gli Egizi insieme ad essi. Gli altri i suoi diritti con il trionfo del principio: «A ognuno secondo i suoi bisogni!» si nutrono di frumento e d'orzo, mentre l'Egizio che vivesse di queste sostanze sarebbe oggetto del massimo disprezzo ; invece fanno il pane con l'olira, che al cuni chiamano scia [forse la volgare saggina]» [Erodoto, Storie, libro Il]. La socializzazione dei bisogni assicura l'omogeneità del gruppo : tutti i suoi membri compiono le stesse pratiche, che si contrappongono a quelle degli altri
  • 19. Bisogno z56 z57 Bisogno gruppi e definiscono cosi delle frontiere culturali. Il testo di Erodoto illustra la sia nella preparazione delle feste (bisogni al tempo stesso economici e rituali ). differenza radicaleimposta dall'alimentazione, per cui gli Egiziani rifiutano i ce Poiché gli oggetti del bisogno sono sempre rivestiti di valori simbolici, si ca reali che paiono normali ai Greci preferendo ad essi una specie di sorgo. A uno pisce come anche nelle società piu primitive gli uomini abbiano tanti bisogni stesso bisogno fisiologico corrispondono diverse soluzioni umane. Questo mec «artificiali». Le cerimonie religiose richiedevano oggetti sacri per onorare le di canismo di differenziazione pone il problema del diverso e della sua comprensio vinità, assicurare la caduta della pioggia, l'abbondanza dei raccolti, o la fecondi ne : Erodoto risospinge gli Egiziani nella barbarie nella misura in cui leloro abi tà delle greggi. Nelle società andine le stoffe rappresentavano uno dei beni piu tudini si contrappongono sistematicamente a quelle dei Greci. D'altra parte il ricercati e preziosi: quella inca aveva laboratori tessili in cui lavoravano mi suo inventario dei bisogni e del modo di soddisfarli si limita agli elementi su cui gliaia di «donne scelte». Ora, il problema non era solo quello della protezione poggia la contrapposizione: il suo etnocentrismo gli impedisce di arrivare a una contro il freddo : c'era bisogno di enormi quantità di stoffe da distribuire ai capi autentica comprensione dei rapporti degli Egiziani con se stessi e con la natura locali per assicurarsene la fedeltà, o da offrire agli dèi per riceverne la protezione. che caratterizzano la loro maniera originale di vivere e di soddisfare i bisogni. I Lo stesso vale in numerose società per il bisogno di piume, di perle, di conchi resoconti dei viaggiatori occidentali e anche certi documenti etnografici mostra glie, ecc. : non si tratta assolutamente, come si potrebbe supporre in base a un'in no spesso un atteggiamento analogo : si pensi alle descrizioni culinarie in cui topi terpretazione funzionalista, di una preoccupazione decorativa o estetizzante, nel e serpenti occupano un posto per noi inconcepibile. qual caso basterebbero dei tatuaggi. Ma proprio i tatuaggi, come le piume o le I sistemi alimentari presuppongono elaborazioni assai complesse, rilevabili perle, denotano l'identità dell'individuo e del gruppo, sono l'emblema del tale al di fuori dei riti e delle proibizioni. La cacciagione, ad esempio, non potrà esse clan o della tale tribu, cui assegnano cosf un posto nell'universo. Insomma, la re consumata del tutto se il gruppo si è creato l'obbligo di offrire una parte no socializzazione dei bisogni significa che l'uomo non cerca oggetti o beni per il bile dell'animale agli antenati, ai capi, o alla terra. Questi riti sacrificali si inte solo valore d'uso : spesso al contrario li accumula per distruggerli, come nel cele grano con l'insieme di attività che consentono alla società di sopravvivere e ri bre potlatch dei Kwakiutl; paradosso solo apparente, giacché tali distruzioni prodursi, Cosf gli alimenti vengono ordinati secondo una gerarchia che non hanno lo scopo di procurare il sommo bene, quello di cui gli uomini sentono piu corrisponde soltanto ai loro sapori naturali o alle loro qualità nutritive, ma ha vivamente il bisogno, cioè il prestigio sociale. valori simbolici. Queste «scelte» culturali sono rafforzate dalle regole di pre parazione culinaria (carne di un dato tipo dev' essere consumata bollita o arro 3. La naturalizzazione dei bisogni. stita, abbrustolita o affumicata, ecc.). In altri termini, l'alimento non ha una funzione puramentebiologica. Certo, si può quantificare il numero di calorie I bisogni, anche e soprattutto quelli artificiali o simbolici, acquistano dunque per abitante al giorno necessarie alla sopravvivenza di una popolazione; ma al significato in ciascuna società attraverso sistemi di rappresentazioni e di classifi trettanto si può fare per una popolazione animale. Invece ciò che è essenzial cazioni che abbracciano l'individuo, il gruppo, gli dèi, l'universo. Questi discorsi mente sociale, cioè i connotati simbolici, non è quantificabile. Ecco perché delle società su se stesse non ne sono un semplice riffesso, ma formano il tessu l'economia politica, liberale o marxista, è molto limitativa quando riduce il to delle relazioni sociali a tutti i livelli : i miti si prolungano nei riti come negli at lavoro a un'attività puramente economica il cui scopo sarebbe di soddisfare bi ti quotidiani. Inversamente, in tal modo, i bisogni si trovano ancorati a un ordine sogni concepiti anch' essi in termini economici. che li oltrepassa e ricevono una legittimazione e un fondamento in nome di un'ap Il bisogno, un fatto prima di tutto sociale, è sentito nelle società tradizionali parente necessità: essi sono perciò concepiti come il motore di tutti i comporta in termini di parentela: l'individuo si trova sprovvisto, e quindi «nel bisogno», menti umani, indipendentemente dal condizionamento da parte delle strutture se non può integrarsi nella rete dei numerosi consanguinei e affini. Nelle Ande, sociali. Si è visto come per Condillac i bisogni artificiali finiscano con il costitui ad esempio, la stessa parola (Waqcba) indica sia il povero sia l'orfano: colui che re, con l'abitudine, una seconda natura. Dal xvm secolo ai nostri giorni, questa è privo di tutto, di risorse come di protezione. Non a caso il comparaggio è una naturalizzazione dei bisogni rappresenta il filo conduttore di quelle teorie che delle istituzioni piu diffuse nell'America latina (come pure nell'Europa medie tendono a ridurre i rapporti sociali a una razionalità di tipo meccanicistico. Uno vale e moderna) : il bisogno di parenti si manifesta nel ricorso all'assistenza com dei sociologi piu influenti dell'epoca scientistica, Tarde, tentava di spiegare l'or plementare di una rete di parenti sostitutivi, definiti non da consanguineità o ganizzazione sociale attraverso le leggi dell'imitazione, anch' essa determinata affinità, ma dal rito (parenti «spirituali»). Intrecciando questi legami di compa dalla concatenazione dei bisogni. Non solo: la ragione stessa appare in questa raggio si cercasoprattutto una controparte ricca e potente, da cui si sa di potere prospettiva come un bisogno tra altri bisogni : «Esiste, infatti, una Ragioneper ricevere aiuto siamateriale sia sociale : si costituiscono cosf delle reti di clientele. le società come per gli individui ; e questa Ragione, per quelle come per questi, I rapporti tra compari, intessuti di diritti e di obblighi, fondati sulloscambio di altro non è se non un bisogno come un altro, un bisogno speciale sviluppato piu doni e controdoni, si affiancano in tal modo ai rapporti di parentela propriamen o meno dalle stesse soddisfazioni, allo stesso modo degli altri bisogni e nato an te detta. Parenti e compari si aiutano reciprocamente sia nel lavoro quotidiano che dalle invenzioni o dalle scoperte che l'hanno soddisfatto : cioè dai sistemi o
  • 20. Bisogno z58 z59 Bisogno dai programmi, dai catechismi o dalle costituzioni che, cominciando a rendere Molti critici hanno denunziato lo schematismo e l'arbitrarietà della rico piu coerenti le idee e le volontà, hanno creato e attivato il desiderio di una loro struzione di Malinowski. Si può osservare che il sistema di Malinowski riduce coesione» [Tarde t895, p. 35]. Se dunque la società costituisce un tutto coeren ogni società a una sovrapposizione di livelli il cui taglio sarebbe universalmente te, ciò risulta dalla coerenza stessa dei bisogni, istanza ultima di ogni spiegazione. applicabile. Ma questo insieme di categorie (biologia, economia, rapporti sociali, Paradossalmente, sarà un antropologo, Malinowski, ad elaborare la teoria piu organizzazione politica, pratiche simboliche) non corrisponde forse a una conce sistematica sui bisogni, concepiti come « fondamento biologico della cultura». È zione occidentale della società quale è emersa dalle società capitalistiche? La vero che il suo interesse centrale è la totalità costituita da una società: tutti i fatti teoria di Malinowski descrive pertanto un paradossale rovesciamento e ricade osservati ricevono il loro significato gli uni dagli altri, integrati in un insieme in definitiva in una variante dell'eurocentrismo. organico. Ma nella misura in cui le funzioni sociali rispondono a bisogni, ciò co Il tema del bisogno, considerato come causa determinante, si trova sviluppa stituisce la mediazione tra le particolarità di ciascuna cultura e l'universalità del to in molti altri contesti, e investe l'insieme delle scienze umane, Si possono la natura umana: «Neppure il bisogno piu semplice né la funzione fisiologica citare ad esempio i lavori di Jean Piaget sullo «sviluppo mentale del bambino». piu indipendente da influenze ambientali si possono considerare completamente Quest'ultimo viene studiato come testimone privilegiato, ma la meccanica pro fuori dell'influenza della cultura. Nondimeno vi sono certamente attività de posta è applicabile all'adulto e alla società in generale: «Il bambino, come l'a terminate biologicamente, dalla fisica dell'ambiente e dall'anatomia umana, che dulto, non esegue alcuna azione, esterna o anche totalmente interna, se non è sono incorporate invariabilmente in ciascun tipo di società» [Malinowski z9g4, spinto da un movente, e tale movente si presenta sempre sotto forma di un bi trad. it. p. 83]. Ogni società poggia dunque su di una infrastruttura biologica, il sogno (un bisogno elementare, un interesse, un interrogativo ecc. )... Inversa cui modello è l'organismo individuale. Malinowski elabora cosi un quadro delle mente, l'azione si conclude quando si ha la soddisfazione dei bisogni, cioè quan sequenze vitali presenti in ogni cultura: gli istinti (respirazione, fame, sessuali do si è ristabilito l'equilibrio tra il fatto nuovo che ha provocato il bisogno e tà, ecc.) determinano degli atti che arrecano una soddisfazione, La cultura è de la nostra organizzazione mentale quale si presentava anteriormente ad esso» finita come lo strumento che prolunga l'azione umana stimolata dai bisogni bio [Piaget z964, trad, it. pp. r4-t5 ]. Cosi i bisogni spiegano in definitiva le scelte, logici: di conseguenza, essa forma un insieme di «bisogni derivati» che corri i movimenti, i rifiuti tanto degli individui quanto delle formazioni sociali. spondono alle attività tecniche, economiche, ecc. Queste suscitano a loro volta All origine si trova una situazione permanente di mancanza che determina un bisogno di coordinamento e di integrazione, che viene soddisfatto dalle atti l azione. In questa prospettiva l'uomo appare quale una creazione totale del vità simboliche quali la religione o la magia. Si erige cosi un'impalcatura com bisogno: per capire le organizzazioni sociali, come pure la storia della specie, plessa in cui «gli imperativi della cultura» derivano dalle esigenze fisiologiche e basta fissare l'inventario completo dei bisogni, ordinati secondo la loro impor dànno luogo a risposte istituzionali. Donde il quadro seguente [ibid., p. x3r ] : tanza e la loro genealogia. Oggi si assiste allo sviluppo di un nuovo tipo di naturalizzazione dei bisogni, Imperativi Risposte nel prolungamento delle ricerche ecologiche ed etologiche (cfr. i lavori di Lo renz, Morin, Moscovici ecc.). Alla nozione di una cesura radicale tra natura e x. L'apparato culturale degli utensili e dei beni t. Economia. cultura si contrappone l'idea di un tessuto comune che farebbe dell'uomo un dei consumatori deve essere prodotto, usato, animale tra altri animali (anche se alcune sfumature tengono conto delle condi mantenuto e rimpiazzato da una nuova pro zioni della socializzazione umana). «La società non è piu fuori o contro natura: duzione. è nella natura, attraverso la natura» [Moscovici t97g, p. xt8 ]. Persino certi z. Ilcomportamento umano, per quanto riguar z. Controllo sociale. aspetti della filosofia sartriana (di cui tuttavia il motivo centrale è la libertà) svi da le sue prestazioni tecniche, consuetudina luppano il tema dell'uomo prigioniero dei suoi bisogni, sottomesso alla scarsità rie, deve essere codificato, regolato in azioni e e invischiato nel pratico-inerte: «Certo, quali che siano gli uomini e gli eventi, sanzioni. essi appaiono fin qui nel quadro della scarsità, cioè in una società ancora incapa 3. Il materiale umano con cui ogni istituzione 3. Educazione. ce di affrancarsi dai suoi bisogni, e quindi dalla natura, e che per ciò stesso si è conservatadeve essere rinnovato, formato, definisce attraverso le sue tecniche e i suoi utensili »[Sartre z96o, trad. it. p. 250]. disciplinato e provvisto di una piena cono Ecco come nella società alienata si può vedere ricomparire il senso di un deperi scenza della tradizione tribale. mento ecologico riproposto come elemento di riproduzione del modello di con 4. L'autorità all'interno di ciascuna istituzione 4. Organizzazione politica. sumo. Non è questo il caso della vendita di quei prodotti (per esempio le acque deve essere definita, provvista di poteri e do minerali) di cui la pubblicità vanta le qualità naturali e diffonde il bisogno? tata dei mezzi per imporre l'esecuzione dei suoi ordmn