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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
ANTHROPOS
Ugo Fabietti — ANTHROPOS pag.4
Edmund Leach — ANTHROPOSp ag.1 0
CULTURA/CULTURE p ag.5 6
E TNOCENTRISMI p a g . 7 3
NATURA/CULTURA p ag.8 2
Anthropos Anthropos
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natura/ etnocentrismi
natura /cultura 4 cultura
cultura/culture 6 • 6
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etnocentrismi
ambiguità allegoria
competenza/esecumone codice
fonetica immagine avanguardia
grammatica metafora
Anthropos
classico
concetto analogia e metafora lessico segno critica
esistenza argomentazione lingua significato filologia
essere interpretazione lingua/parola simbolo bello/brutto
letteratura creatività
fenomeno linguaggio maniera
formaastratto/concreto metrica
espressione
poetica fantastico
dialettica idea semantica / alfttbeto retorica
identità/differenza proposizionee giudizio sens%ignificato / guato
ascolto imitazione
mediazione traduzione / gesto immaginazione anthropoa
opposizione/contraddizione universali/particolari I lettura
I I progetto cultura/culture
qualità/quantità atti linguistici luogo comune riproduzione/riproducibilità etnorentrismi
totalità dicibil%ndicibile orale/scritto I discorso sensibihtà natura/cukura
una/moltidecisione enunciazione comunicazione parola I. finzione spazialita
arti
distribuzione statistica presupposizione e allusione errore ritmo generi artigianato
dato informazione scrittura /
giochi referente narrazionc/narratività artista
etica voce acculturazione
induzione statistica stile attribuzione
probabilità
filosofia/filosofie tema/motivo civiltà
oggetto
ragione antico/moderno futuro
rappresentazione statistica tosto
razionai%rrazionale catastrofi calendario produzione artistica selvaggio/barbaro/civotfizgato .
teoria/pratica
soggetto/oggetto ciclo decadenza
armonia coloreuguaglianza evento escatologia escrementi
melodia
caos/cosmo valori periodizzazione età mitiche disegno/progetto fertilità
ritmica/metrica visione
curve e superfici infinito vero/falsa tempojtemporalità genesi abbigliamento nascita educazione
scala
geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente canto sensi generazioni
suono/rumore
invariante mondo
alchimia
progress%eazione corpo sessualità infanzia coltivazione
natura storia
tonale/atonale danza vecchiaia morte oàtltura materiale
astrologia atlante amore
osservazione maschera industria rurale
cabala collezione desiderio vita/morte
deduzione/prova reale moda materiali
elementi documento/monumento / eros
equivalenza unità armi credenze ornamento prodotti
esoterico/essoterico fossile isteria clinica/
difierenziale formalizzazione frontiera dialetto scclla
memoria
funzioni I enigma I pulsione angoscia/colpa cura/normalizzazione
logica rovina/restauro guerra
I fiaba I soma/psiche castrazione c complesso esclusion%ntegrazione
infinitesimale possibilità/necessità analisi/sintesi imperi censura
I cannibalismo sonn%ogno farmaco/droga fuoco
locale/globale referenza/verità anticipazione funzione nazione mostro I identificazionc c transfert follia/delirio homo
sistemi di riferimento ricorsività ipotesi misura tattica/strategia popolare I dèi inconscio medicina/medicalizzazione mano/manufatto
stabilità/instabilità matematiche modello proverbi / divino tecnica
alienazione nevrosi/psicosi normale/anormale
variazione metodo struttura tradizioni / eroi utensile
teoria/modello coscienza/autocoscienzacentrato/acentrato
demagogia piacere
iniziazione
salute/malattia
/
combinatoria
immaginazione sociale discriminazione sintomo/diagnosi
magia / demoni
grafo
pace repressione alimentazione
ateo messia
applicazioni agonismo
labirinto
servo/signore I divi nazioneterrore millennio casta animale
chierico/laico cerimonialeassioma/postulato caso/probabilità uomo tolleranza/intolleranza mit%ito donna . cucina
continuo/discreto rete chiesa persona I festa
causa/efietto utopia tortura domesticamento
diavolo puro/impuro t mythoa/logos / feticcio endogamia/ssogamia
dipendenza/indipendenzs abaco certezza/dubbio violenza origini fame
eresia religione famiglia
divisibilità algoritmo giococoerenza
libertino sogno/visione lutto incesto vegetale
dualità approssimazione convenzione
libro ' maschile/femminile
insieme calcolo
categorie/categorizzazione stregoneria '
determinat%ndeterminato regalità
conoscenza matrimonio
razionale/algebrico/trascendente
l'ito
numero peccatoempiria/esperienza coppie filosofiche parentela
simmetria zero
sacro/profano
esperimento caccia/raccolta
disciplina(discipline santità
borghesi/borghesia tote
strutture matematiche legge dono
enciclopedia burocrazia economia uomo/donna
trasformazioni naturali / categorie libertà/necessità eccedente
mnovazione/scoperta classi formazione economico-sociale
meta/laica pastorizia
controllo/retroazione insegnamento contadini lavoro
naturale/artifimale primitivo
energia invenzione consenso/dissenso ideologia modo di produzione
operatività egemonia/dittatura reciprocità/ridistribuzione
masse
analogico/digitale equilibri%quihbrio rappresentazione proprietà
paradigma intellettuali
automa interazione ricerca proletariato riprodumone
previsione e possibilità libertà rivoluzione transizione
intelligenza artiifiiciale ordine/disordine sistematica e classificazione abbondanza/scataità
riduzione maggioranza/minoranza
macchina organizzazione bisogno
ripetizione partiti
programma semplic%omplesso consumo
amenza politica
simulazione sistema apprendimento amministrazione accumulazione imposta
spiegazione l lussostrumento soglia autoregolazione/equihbrazione comunità capitale
rverificabilità/falsificabilità r
vincolo / conflitto ciisi oro c argento
comportamento cognizione
consuetudine I coatlt uslollC distnbuzione pesi c misure
e condizionamento induzione/deduzione I élite
II controllo sociale I innato/acquisito diritto I democrazia/dittatura fabbricagergo produzione/distribuzione
astronomia t nonna t gestione ricchezza
emozione/motivazione istinto giustizia gruppo
cosmologie istituzioni 'i patto imperialismo scambio
atomo e molecola mente operazioni
Dtere ~l
marginalità
gravitazione responsabdità impresa spreco
luce
conservazione/invarianza
percezione opinione
quoziente intellettuale
potere/autorità mercato
materia
entropia merce
fisica
pubbùco/pdvato propaganda
spazio-tempo atmosfera cellula / ruo1%tatus moneta
litosfera
forza/campo adattamento abitazione shstodifferenziamenio r soci alizzazione pianificazione
moto
oceani evoluzione immumtà
acqua società profitto
particellapianeti mutazione/selezione ambiente spazio sociale rendita
soie
plasma individualità biologica
polimorfismo città
integrazione salario
clima
universo
propagazione spcclc invecchiamento utilità
quanti ecumene valore/plusvalore
relatività organismo
insediamento agricoltura
reversibilità/irreversibilità
regolazione
catalisi migrazione città/campagna
stato fisico sviluppo e morfogenesi
coloniemacromolecole paesaggio
commerciometabolismo popolazione
industriaomeostasi regione
eredità risorseorganico/inorganico spazio economico
osmosi gene suolo sviluppo/sottosviluppo
vita
genotipo/fenotipo terra
razza territorio
sangue villaggio
Anthropos
Anthropos, Cultura/culture, Etnocentrismi,
Natura/cultura
z. Il pensiero segmentante.
Il pensiero umano, come il linguaggio, possiede le caratteristiche della linea
rità e della segmentazione. La simultaneità delle sensazioni che provengono dal
l'esterno attraverso i sensi viene segmentata dal pensiero in una serie disconti
nua di rappresentazioni corrispondenti ad oggetti differenti, in modo tale che al
Russo continuo d'immagini e di sensazioni si sostituisce la rappresentazione di
un mondo ordinato secondo categorie distinte, cosi che laddove esisteva un'uni
tà sensoriale si sostituisce una discontinuità concettuale. Ora ci si deve doman
dare se la stessa immagine che l'uomo produce di sé non sia essa stessa il frutto,
remoto fin che si vuole, di questo tipo di operazione che sembra sempre ripro
porre un'immagine del genere umano intelligibile solo a condizione di sotto
porla ad una continua frammentazione, laddove invece, molto probabilmente,
esiste una continuità assoluta. Uomo biologico (homo) e uomo culturale (+anthro
pos+) ;noi e gli altri; naturale, soprannaturale, innaturale; una cultura, tante cul
ture : +cultura/culture+, una società, tante società. Queste non sono che una va
rietà minima delle infinite parcellizzazioni concettuali relative a se stesso che
l'uomo continua a riprodurre, forse dal momento stesso in cui egli ha acquisito,
nel corso dell'evoluzione, quel complesso di facoltà mentali che lo rendono un
essere unitario dal punto di vista genetico.
Queste parcellizzazioni concettuali hanno subito, e continuano tuttora a su
bire, metamorfosi sostanziali, le quali possono essere ricollegate al particolare
contesto ideologico, politico e scientifico, in breve, storico e culturale, che ha
contrassegnato, e contrassegna attualmente, ogni atto riflessivo (consapevole o
no) dell'uomo su se stesso.
h probabile che, come dimostrano osservazioni compiute in ambiti diffe
renti, il processo classificatorio dell'esperienza in categorie concettuali distinte
derivi dal fatto che gli uomini hanno la prerogativa di poter pensare un sé co
sciente — un « io» — come distinto da un'entità materiale separata — il «mio cor
po» — un genere di operazione, questa, che nella storia della cultura occidentale
è stata sistematicamente ed esplicitamente sviluppata da Descartes in poi, dove
res cogitans e res extensa si oppongono come due entità non comunicanti.
Il primato della materia.
Nella tradizione dell'antropologia occidentale la separazione tra mente e
materia è venuta a svolgere un ruolo epistemologico centrale, dove però, abba
stanza paradossalmente se si pensa all'importanza del pensiero religioso anche
Sistematica locale
Anthropos
nell<Europa dell'età moderna, si è assistito a una svalutazione della res cogitans
ciale», sembra proprio confermare il fatto che quanto piu gli uomini ampliano
cartesiana a tutto vantaggio della materia. I modelli sociologici, ma anche quelli
l orizzonte delle proprie conoscenze tanto piu tendono a spostare «le frontie
psicologici, prodotti a partire dagl'inizi del xvn secolo sono infatti tutti costruiti
re dell'ignoto». Le vicissitudini del «cannibale» nella letteratura antropologica
sulla metafora della macchina o dell'organismo vivente. Fino a qualche decen
sembrano del resto provare che neppure gli ambienti scientifici si sottraggono a
nio fa, ma in una certa misura anche oggi, la tendenza prevalente ncl campo della
questa tendenza. A livello non scientifico, popolare, l'incontro con civiltà «di
sociologia e dell'antropologia è stata quella di costruire modelli di società di tipo
verse»(in questo caso l'incontro della «nostra» con le «altre») ha provocato rea
omeostatico. Questi modelli implicano una concezione dcllc società concrete
zioni analoghe. Anche in questo caso però il modo in cui di volta in volta gli
come organismi autosufficienti, autoregolantisi, i quali possono s<issistcre senza
«altri» sono stati visti e percepiti era correlato allo spazio politico e ideologico
alcuno scambio con l'ambiente esterno (le altre società). Ora invece c proprio
entro il quale si muoveva l'osservatore. L'altalena a cui Colombo sottopone la
vero il contrario, e cioè che le società concrete sono «sistemi aperti» di cui è
propria capacità immaginativa, oscillante di volta in volta tra una raffigurazione
praticamente impossibile, se non a condizione d'introdurr« l'artificio, delimi
mostruosa e un'immagine «umana» dei Caribi e delle popolazioni che egli in
tare i confini precisi. Il funzionalismo può allora apparire propri<> come il pro
contra nel corso delle sue scoperte, è, da questo punto di vista, assai indicativa.
dotto culturale (scientifico) dell'incontro tra una concezione parccllizzata e par Come altrettanto indicativa al riguardo è l'immagine del «primitivo» prodotta
cellizzante di un continuum concreto (tutti i sistemi sociali), la tendenza a pro
molto tempo dopo dall'antropologia vittoriana, che, pur considerando il «pri
durre modelli sulla base dell'analogia con l'organismo viventc (bi<)logico) e una mitivo» un «essere umano», riteneva tuttavia che fosse dotato di facoltà mentali
concezione della natura anch' essa ordinata secondo sequenze discrete. poco sviluppate e che fosse quindi necessario, per la sua salvezza spirituale o
Sarebbe tuttavia fuori luogo concludere che una teoria sifk<tta «lci sistemi
per la sua emancipazione dalla schiavitu impostagli dalla natura (a seconda che
sociali sia solo il prodotto dell'incontro di istanze mentali, qual è appunto la ten
il punto di vista fosse quello del missionario o dell'antropologo illuminato e pro
denza a immettere la discontinuità nella continuità, con la tendenza chc consi
gressista), indicargli la giusta via da seguire.
ste nel privilegiare uno dei termini dell'esperienza trascendentale (il «mio cor
po»), istanze di cui peraltro s'ignora fino a che punto siano caratteristiche della
«natura umana». 4. «Scienza»/« ideologia».
Per tornare dunque al problema di sapere fino a che punto una particolare
3. <<Noi » e gli «altri ». teoria dell'uomo in società (o della società tout court) —nel caso specifico la teo
ria funzionalistica — sia il prodotto di una particolare aggregazione di istanze
L'intera storia della rifiessione dell'uomo su se stesso — sia come essere in mentali connaturate all'uomo / agli uomini, e fino a che punto essa sia invece il
dividuale sia come essere sociale — appare infatti come il prodotto del modo di prodotto di condizioni storico-politiche e ideologiche, appare evidente che la se
verso in cui gli uomini, in un'epoca o in un'altra, hanno cercato di produrre un
conda parte della questione non può essere affatto elusa. Anzi, una corretta va
sapere di se stessi e degli altri attraverso una griglia concettuale dipendente lutazione dell'intera storia del pensiero antropologico non può prescindere dalla
da quella che era la loro cultura in quel preciso momento. Questa osservazione
considerazione del clima intellettuale in cui le teorie generali sull'uomo e sulla
può sembrare banale, ma è bene ricordare che il concetto attuale di uomo è un
societàvengono prodotte.
prodotto recente. Quando tale concetto non esisteva, i confini dell'umano si ar
Il funzionalismo classico — quello cioè dell'antropologia sociale britannica del
restavano, di solito, ai confini del geograficamente noto. Non sembrerà allora
periodo compreso tra le due guerre — esemplifica abbastanza bene questa dupli
strano che uomini come Erodoto, Ibn Battuta o Marco Polo — solo per citarne
ce natura, «scientifica» e «ideologica» nello stesso tempo, delle teorie antropo
alcuni —, uomini non certo sprovvisti di ciò che oggi verrebbe chiamato «un
logiche, siano esse tali in senso lato o appartenenti alla tradizione accademica
acuto spirito d'osservazione», abbiano potuto favoleggiare di amazzoni e di can
di questa disciplina. Il funzionalismo può infatti essere considerato come un at
nibali dalla testa di cane non appena non erano piu in grado di «vedere» di
teggiamento teorico in linea con le teorie organicistiche di lontana derivazione
rettamente ma dovevano affiidarsi al «sentito dire». Ciò che mancava loro, si
hobbesiana: esso è un tentativo di comprendere le società attraverso lo studio
potrebbe dire oggi, ponendo la coppia+natura/cultura+, era la capacità d'infe
delle forme delle istituzioni sociali e delle regole che, appunto, ne determinano
rire, una capacità di cui certo non erano privi «per natura» bensi «per cultura».
il funzionamento. È però anche vero che la forte idiosincrasia mostrata dai fun
Ma si trattava appunto della «cultura» di un mondo spazialmente «limitato».
zionalisti verso qualunque considerazione dell'evento come fattore di cambia
Potrebbe tuttavia trattarsi di una caratteristica propria dell'uomo quella che
mento, e verso ogni tipo di prospettiva storica, ha fatto di questo atteggiamento
consiste nel produrre continuamente immagini di esseri e di mondi a lui estra
teorico l'oggetto di violenti attacchi da parte degli antropologi d'ispirazione mar
nei. La fantascienza, come genere letterario, ma anche come immaginario «so
xista. Ma d altra parte non si deve dimenticare che questa stessa reazione è giun
Sistematica locale
Anthropos
ta nel momento in cui si apriva il periodo della decolonizzazione e molti antro «scienza naturale della società», per usare un'espressione di Radcliffe-Brown il
pologi, soprattutto marxisti, si ponevano il problema di conoscere quali erano i
meccanismi grazie ai quali le società tradizionali mutavano la loro struttura in
quale concepiva l'idea di elaborare una tipologia delle relazioni strutturali in
un contesto caratterizzato dall'integrazione o articolazione di logiche sociali ri
terne alle società etnografiche e di compararle), deve ammettere che non può
esistere «legge» o «regola» sociologica che non sia anche simbolizzata a livello
produttive diverse, ma comunque «funzionali» alla riproduzione del modo di
produzione capitalistico,
mentale. In altre parole egli dovrà porsi il problema di rintracciare gli «univer
sali psicologici» dell'uomo che sottostanno, o «corrispondono», al piano del
l'azione. Questo problema tuttavia non rappresenta altro che una variante di
«8cienza sociale»come scienza naturale.
quello che consiste nel definire l'unità psichica dell'uomo, unità che invece la
pratica scientifica, ma anche gli +etnocentrismi+ discriminatori tra un «noi» e
D'altra parte funzionalismo e marxismo non sono molto lontani l'uno dal
gli «altri », frammentano in società, culture, «razze», come tante molteplici enti
tà discrete o come tanti sistemi «chiusi».
l'altro allorché entrambi considerano la società come il prodotto di «leggi» so
vraindividuali. Ma anche questa considerazione non è certo esente dai «pro
blemi» che da Vico in poi (tanto per stabilire una genealogia «moderna») hanno 6. L a (< natura umana».
impegnato piu di una mente filosofica, per giungere fino allo stesso Marx. Tra
questi «problemi », quello che forse li riassume tutti quanti insieme è il proble
ma di sapere fino a che punto il processo di sviluppo storico sia determinato da
Gli antropologi considerano oggi l'uomo come una specie unica (Homo sa
piens sapiens) sulla base della constatazione del fatto che tutte le «varietà» di esso
forze che si sottraggono al controllo dei singoli e quale spazio di manovra ab
biano per contro gli uomini — che sono in grado di comprendere razionalmente
s'incrociano le une con le altre. Dal punto di vista dell'atteggiamento che carat
terizza oggi la reale pratica scientifica, il riconoscimento dell'unità dell'uomo ri
tali forze — per poter cambiare il corso della storia attraverso una serie di atti veste tuttavia piu il carattere di una petitio principii — dettata da istanze di ordine
volontari e coscienti. Si tratta insomma del problema del «determinismo socia
le» il quale rinvia dopotutto all'altro «problema», quello di sapere se c come
«morale» — che non di un principio regolativo della ricerca. Gli antropologi in
i processi di tipo storico e sociale possono essere considerati come analoghi ai
fatti hanno — e per la verità è difficile immaginare come possa essere il contrario
processi «veramente naturali» presi in considerazione dalle scienze fisico-chimi
— la tendenza a distinguere, a segmentare, a creare tassonomie per giungere alle
che, il problema insomma di sapere se sia possibile oppure no pervenire a for
quali essi si servono di dati empirici che considerano come assoluti (differenze
mulare i principi di una «scienza naturale della società».
somatiche, linguistiche, politiche, religiose, ecc.), salvo poi appunto negare loro
a posteriori tale assolutezza allorché si tratta di riaffermare, contro la strumen
Il modo di affrontare il problema dipende, abbastanza paradossalmente per
ché si tratta di una scelta niente affatto «scientifica» ma soggettiva, da come
talizzazione politica e ideologica delle «differenze», l'unità della specie. Non è
l'antropologo considera se stesso, se si considera cioè un «filosofo» che discute
forse fuori luogo sostenere che si è qui ancora una volta in presenza di quell'at
della «natura umana» cercando di esplicitarne le caratteristiche fondamentali, o
tività segmentante del pensiero umano (tanto «scientifico» quanto «selvaggio»)
piuttosto uno scienziato che agisce — ocrede di agire — come il fisico o il chimico
che è in aperto contrasto con l'unità sensoriale del mondo. Da quest'ultimo pun
che conducono esperimenti controllabili di laboratorio.
to di vista l'uomo non pare distinguersi dagli altri animali superiori, il cui ap
Di solito questi diversi atteggiamenti dell'antropologo — peraltro quasi mai
parato sensorialefunziona, per quanto è dato sapere,in maniera pressoché ana
distinguibili in modo chiaro e assoluto — corrispondono a un interesse preva
loga. Ci si può allora chiedere che cosa distingue l'uomo in quanto specie unica
dagli altri animali, e la risposta piu ovvia consisterà certamente nell'affermare
lente circa il modo in cui gli esseri umani «si rappresentano» il mondo (sociale,
culturale e naturale) che li circonda e che essi investono di «senso», nel primo
che la differenza risiede nel possesso del linguaggio il quale è una «caratteristica
specifica dell'uomo», che anzi esso è una componente essenziale della «natura
caso; mentre nel secondo caso l'antropologo s'impegnerà, nella veste di «scien
ziato sociale», nella ricerca delle «leggi sociali» che determinano'il comporta
umana». Ma benché si possa sostenere in via generale che tutti gli uomini pos
mento degli uomini, e si sentirà di conseguenza sollecitato ad interessarsi piu
siedono la facoltà geneticamente trasmessa di acquisire un linguaggio, è anche
vero che un linguaggio può essere acquisito solo all'interno di una società e in
dell'aspetto materiale e infrastrutturale che non di quello mentale di esso.
Tuttavia è ormai assodato che tutte le azioni umane implicano sia un livello
un contesto culturale. Ci si ritrova cosi di fronte al problema di sapere che cosa,
di simbolizzazione nella mente di chi le compie, sia un aspetto di reazione agli
nell'uomo, è «naturale» e che cosa non lo è, anche se di fatto si è portati a soste
nere che il linguaggio (o la cultura) è una caratteristica della «natura umana».stimoli provenienti da un ambiente «esterno». A questo punto l'antropologo
che si vuole «scienziato sociale» e che come tale vuole farsi sostenitore dell'idea
Ossia ci si trova in presenza di un «problema» che da sempre ha sollecitato l'at
di una «scienza sociale» concepita sul modello della «scienza naturale» (di una
tenzione degli uomini, quello della +natura/cultura+, del passaggio dalla natura
alla cultura.
Sistematica locale IO
Anthropos
questo aspetto dell'attività simbolica e dimostrò come l'opposizione vivente/
Dalla natura alla cultura e dalla cultura alla natura: l'immagine del mon
non-vivente rivesta, nonostante la sua universalità, un significato di volta in vol
ta socialmente diverso a seconda del sistema culturale (simbolico e classificato
do e della società. rio) all'interno del quale essa viene formulata.
L'idea di un passaggio dalla natura alla cultura parte dal presupposto che
L'etnografia ha anche mostrato, d'altra parte, che è proprio dell'uomo inter
natura e cultura siano due entità distinte. Tuttavia ogni defi nizion dell'uomo
pretare la natura sul modello della propria organizzazione sociale o culturale ma
(+anthropos+) in quanto essere dotato di cultura parte dal presupposto che la
anche, come si è detto prima, che esiste la tendenza inversa, quella che consiste
cultura (o il linguaggio) sia una caratteristica «naturale» dell'uomo, che l'uo
nel considerarela propria cultura (o la propria organizzazione sociale) sul mo
dello della natura.
mo sia cioè un essere dotato di caratteristiche mentali tali da essere «predispo
sto» (biologicamente) all'acquisizione della cultura come comportamento sociale
Le analogie che l'uomo stabilisce tra i due termini di ciò che pure egli conce
(appreso, secondo la nota definizione di Tylor). Da questo punto di vista que
pisce come un'opposizione, l'opposizione +natura/cultura+, sembrerebbe essere
st'ultima affermazione pare risolvere il problema chc aveva impegnato la ri
una conferma del fatto che piu che discontinuità tra questi due termini esiste
flessione di quei 6losofi che, a partire dalla 6ne del xvII secolo, si erano posti il
continuità, una continuità che tuttavia gli uomini si ostinano a voler rendere
problema di separare un uomo «naturale» da un uomo «culturale», consideran
discontinua ad ogni costo. I «riti di passaggio» di cui Van Gennep forni per la
do la cultura (cioè il linguaggio e le abitudini sociali in genere) come una specie
prima volta una classificazione e una teoria compiute, sono proprio un esempio,
di «sovrapposizione» agli attributi «naturali » dell'uomo. Questa prospettiva sfo
universalmente riscontrabile, tanto del fatto che gli uomini si servono di mo
ciava però nel paradosso che consisteva nel dover ammcttcrc che nell'uomo «na
delli naturali per la costruzione di modelli culturali, quanto del procedimento
inverso, che consiste appunto nel produrre rappresentazioni della natura mo
turale» — privo cioè di linguaggio — vi era un elemento — l'inventiva umana
fondato su di un'attività razionale astratta esistente indipendentemente dal lin
dellate sulla cultura o sulla società. La percezione del tempo che i riti di pas
saggio implicano nel loro svolgimento si fonda su di un'analogia tra le fasi del
guaggio e purtuttavia responsabile del progresso della specie. Oggi questo ar
gomento non pare essere molto convincente. Tuttavia ci si dovrebbe domandare
rito e le fasi, o i tempi, della natura: l'iniziato passa attraverso tre stadi che ne
se sia un argomento molto piu convincente il sostenere che la possibilità di ac
sanciscono rispettivamente la «morte» rispetto alla vecchia condizione, la na
quisire e di far uso di strumenti culturali come il linguaggio è da considerarsi
scita a una nuova «6gura» sociale e un intervallo tra queste due fasi iniziale
e 6nale durante il quale l'iniziando-iniziato vive una condizione a temporale e
una caratteristica «biologica» dell'uomo.
Ciò nonostante la prospettiva secondo la quale la cultura. dovrebbe essere
a-sociale. Tuttavia, il tempo stesso che è alla base tanto dei processi naturali
considerata dopotutto una caratteristica «naturale» dell'uomo sembra, malgra
quanto dei processi culturali, è un'entità continua. Nei riti di passaggio esso
viene segmentato in quanto non è piu tempo naturale, bensi tempo culturale che
do la sfumatura paradossale che tale affermazione riveste perfino sullo stesso deve scandire il passaggio di un individuo da uno stato (culturale ma pensato
piano della sua semplice formulazione linguistica, la piu accettabile.
Per la verità parecchi comportamenti culturali dell'uomo contribuiscono a
come naturale) all'altro. Questo atteggiamento nei riguardi del tempo, tanto
produrre un'immagine della natura e della cultura come di due identità diffiI
naturale quanto culturale, ripropone ancora una volta l'attitudine dell'uomo a
cilmente separabili. Si pensi ad esempio al modo in cui gli uomini di diverse
segmentare lo spazio sociale della propria esperienza, nel caso specifico a tener
società simbolizzano la natura o, all'opposto, al modo in cui gli uomini si rap
separate natura e cultura che invece a livello della sua esperienza sono stretta
mente connesse in un continuum emozionale e sensoriale.
presentano la loro cultura o la loro società particolari. Ci si accorgerà che ora Questo lavoro segmentante del pensiero umano riproduce ovunque, e con
l'uno ora l'altro dei due termini — 'natura' e 'cultura' — serve per rappresenta
modalità differenti che possono essere correttamente comprese solo all'inter
re quello che gli uomini considerano il suo opposto. La tendenza comune a tutte
le società che consiste nel concepire il mondo naturale attraverso una serie di
no di quelle costellazioni significanti che sono i sistemi di classificazione, la di
opposizioni dicotomiche (maschio/femmina, grande/piccolo, caldo(freddo, al
cotomia +natura/cultura+; e nondimeno cerca di gettare un ponte tra l'una e
1>
to/basso, vivente/non-vivente, e cosi via in pratica all'in6nito) fa si riferimento
laltraproprio in virtu dello scarto che esso sembra avvertire tra la propria in
alla natura; ma è anche vero che questa serie di opposizioni dicotomiche coglie,
cessante attività di parcellizzazione dell'esperienza e il flusso dell'esperienza.
della natura, delle qualità astratte e non delle semplici «cose». Questo fatto si
Nel momento in cui il pensiero getta questo ponte, ossia si rappresenta il proble
ma di spiegare il passaggio dalla natura alla cultura, esso «esorcizza» il ritorno
gnifica che se anche nella natura esistono delle differenze di qualità, sono pur
sempre gli uomini a decidere, sulla base di parametri culturali di volta in volta
dell'unità, del continuum, che pure l'esperienza gli ripropone ma che esso giu
diversi, quando qualche «cosa» o qualche situazione vada considerata come piu
dica tuttavia incompatibile col fondamento stesso della sua attività: segmentare
rispondente a uno dei due termini che formano l'opposizione. Nel suo studio
concettualmente per poterriconoscere.
l
tuttavia sia la cultura sia la natura sono due entità concettuali definite in
sulla rappresentazione collettiva della morte, Robert Hertz colse perfettamente
Sistematica locale i2 t3 Anthropos
modo impreciso, come le disquisizioni su uomo «naturale» e uomo «culturale» A questo punto però la «scienza dell'uomo» che viene prodotta dai compor
sembrano, dopotutto, aver dimostrato. E tuttavia quegli antropologi (Lévi tamentisti sembra escludere proprio l'elemento che caratterizza l'antropologia
Strauss) per i quali il passaggio dalla natura alla cultura resta il dato di parten come tale: la dimensione della soggettività, intesa tanto come produzione di
za della loro riflessione, quando trattano un tema come quello costituito dallo senso da parte di coloro che vengono «studiati » dagli antropologi, quanto come
studio dei rapporti di parentela considerano questi ultimi come un dato pura «coinvolgimento partecipante» di questi ultimi al senso prodotto dalla cultura
mente culturale, senza tener conto degli aspetti naturali (biologici) ai quali esso che essi studiano.
inevitabilmente rinvia. E infatti nella concezione della relazione di alleanza co In verità il problema di costruire una scienza oggettiva della società o del
me «data in partenza» e contrapposta alla non-alleanza (l'incesto) viene pensata comportamento sociale umano è, in linea generale, un falso problema. Piu volte
la differenza fra cultura e natura, differenza che tuttavia pare scomparire di nuo nel corso di queste pagine si è avuto modo di sottolineare la stretta relazione che
vo quando per spiegare le trasformazioni dei sistemi terminologici e delle regole intercorre tra la produzione delle idee relative all'uomo e alla società e il conte
di parentela viene postulata un'«attività dello spirito umano» come motore della sto ideologico e culturale (tanto «scientifico» quanto «popolare») nel quale esse
trasformazione, ossia un meccanismo naturale preposto alla formazione di entità vengono formulate. Ora, neanche l'idea di una scienza «naturale» della società
culturali quali sono appunto, secondo questi antropologi, i sistemi di parentela. sembra sottrarsi a questa regola generale, dal momento che essa proietta sul pro
cedimento «primo» della ricerca antropologica (« l'osservazione partecipante»)
un modello di procedura che è tipico delle «scienze esatte». L'incredibile para
8. U omini, animalie produzione di senso. dosso a cui si giungerebbe se si finisse per adottare la prospettiva dei comporta
mentisti sarebbe quello di eliminare dalla «scienza della società» proprio i conte
Una domanda che le ricerche compiute in settori diversi dall'antropologia e nuti significanti dell'esperienza umana, quelli che si producono e si articolano
della riflessione squisitamente «filosofica» sull'uomo (+anthropos+) sembrano attraversol'esercizio del pensiero simbolico creatore disenso.
oggi proporre è la seguente: la distinzione»natura/cultura»,posto che corri
sponda a qualcosa di empiricamente accertabile, è applicabile alla sola sfera del
l'umano o è piuttosto una distinzione estensibile a forme di vita molto «distanti» 9. A che serz e l'antropologia F
dall'uomo nella scala dell'evoluzione biologica>Il fenomeno dell'imprinting mes
so in evidenza dagli etologi sembra ad esempio rimetterein discussione, almeno Per quanto ancora oggi gli studiosi dell'uomo (+anthropos+) siano divisi al
in un certo senso, la teoria della cultura come caratteristica della sola specie l'incirca sugli stessi problemi relativi alla conoscenza di una «natura umana»
Homo, sempre che per cultura s'intenda, con Tylor, l'insieme degli atteggiamen che dividevano i filosofi dei secoli passati (fatto che dimostra quanto poco sia
ti e delle abitudini mentali «socialmente appresi ». D'altra parte non bisogna di realistico pensare a una «scienza dell'uomo» modellata sulle procedure di una
menticare che le teorie behavioriste sono quelle che da questo punto di vista, «scienza della natura»), essi sono forse d' accordo ormai su di un punto : che lo
proprio per la particolare impostazione che esse dànno al problema, possono studio delle «altre società» e delle «altre culture» non solo ha modificato in ma
vedere una continuità pressoché assoluta tra le modalità di apprendimento di al niera radicale il modo di guardare a noi stessi, alla «nostra» cultura e alla «no
cune specie animali e quelle tipiche dell'uomo «culturale». Gli etologi e i socio stra» società, ma ha inoltre reso impossibile la formulazione di proposizioni uni
biologi, i quali ritengono che il comportamento degli animali sia il frutto di una versalmente valide per «tutte» le società e le culture umane. L'ampliarsi delle
programmazione ottenuta per via selettiva a livello genetico, pensano in defini conoscenze relative a popolazioni profondamente diverse trà loro ha significato
tiva la stessa cosa degli esseri umani, anche se sono disposti ad aminettere che il la possibilità di ri-situare l'uomo «occidentale» in un contesto assai differente da
comportamento umano «è piu complesso» di quello animale. Questa maggiore quello che era stato prodotto agli esordi della riflessione filosofica o «scientifica»
complessità del comportamento (sociale) umano è però per essi piu di natura sull'uomo. Anche se con le loro ricerche sul campo e i loro studi particolareggiati
quantitativa che qualitativa. Ciò dipende dal fatto che i comportamentisti por gli antropologi non hanno progredito di molto sulla via della conoscenza di una
tano alle estreme conseguenze ciò che i funzionalisti avevano prospettato, e cioè «natura umana», essi hanno peraltro contribuito a dissolvere, almeno in parte,
la possibilità di dar vita a una «scienza naturale della società» (del comporta il pregiudizio etnocentrico derivante, se non altro negli ambienti scientifici, dalla
mcnt<> sociale) che adotti gli stessi criteri di oggettività delle scienze della na proiezione sugli «altri» dei postulati logici e comportamentali dell'uomo occi
t t>r;t (fisica e chimica) attraverso la formulazione di ipotesi che per essere valide dentale.
<lev<>no essere falsificabili. Di qui l'assoluto iperoggettivismo dei comportamen Ma qui non si tratta soltanto della «scoperta» del «relativismo cultura
tisti <>ttenuto attraverso il rifiuto di qualsiasi teoria sociologica che tenga conto le». Paradossalmente, infatti, la dissoluzione del pregiudizio etnocentrico è an
<li un;i dimensione «soggettiva», tanto come caratteristica dell'osservatore quan data di pari passo, almeno negli ambienti scientifici, con il processo di dissolu
t<> c<»»e caratteristica dell'osservato. zione della stessa immagine dell'uomo come entità dotata di una sua «natura».
Sistematica locale r4
Nata forse essa stessa come il prodotto di un atteggiamento mentale che mirava
ad oggettivare un mondo esterno rispetto ad un «io» pensante, l'antropologia,
questa «scienza umana», ha vaniftcato ogni tentativo di produrre proposizioni
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59' Anthropos
Anthropos scoperte di Mendel circa la trasmissione di singoli caratteri da genitori gene
ticamente distinti, e dai lavori molto piu recenti di Crick e Watson e loro suc
cessori sulla base chimica della trasmissione genetica, Ia struttura del codice
genetico, e i meccanismi della mutazione genetica. L'importanza che il pro
t. Con cezionidella natura umana. cesso adattativo ha assunto nella nuova biologia trova un suo complemento
nello sviluppo di tutta una nuova scienza, l'etologia, volta all'osservazione me
t.r. Introduzione: l'ecologia della mente. ticolosa e precisa del comportamento degli animali nel loro ambiente naturale.
Uno dei risultati di queste indagini etologiche è stato il riconoscere che tut
Scrivendo nel t964, il marxista francese Lucien Maison dichiarava senza ti gli ambienti animali sono instabili. Ogni specie animale si adatta continua
mezzi termini che «è un'idea ormai acquisita che l'uomo non ha una natura». mente al suo ambiente ma l'ambiente stesso è un complesso di innumerevoli
Benché i membri della specie Homo abbiano «proprietà» biologiche comuni, organismi tutti in un costante processo di mutuo adattamento. L'universo del
esse non si trovano «nelPordine nel quale appunto l'umanità si fa riconoscere». la natura in evoluzione è quindi in uno stato di flusso continuo. L'uomo stes
«II naturale nell'uomo è ciò che gli viene dall'eredità genetica, il culturale ciò so è uno dei principali elementi di questo flusso evolutivo e lo sviluppo dell'uo
che gli viene dal retaggio ambientale». La formulazione semplicistica di Mai mo, sviluppo sociale quanto biologico e demografico, è anch' esso soggetto alle
son, con la sua ispirazione ideologica, è in linea con la recente ortodossia antro costrizioni imposte dal resto del sistema evolutivo.
pologica ma è insostenibile empiricamente. La sintesi delle «qualità specifica Vi sono invero alcuni biologi che sostengono che a lungo andare l'antropo
mente umane» dell'uomo è argomento di controversia, ma è indubbio che la logia dovrà necessariamente essere assimilata ad un campo di studio molto piu
peculiarità piu significativa dell'uomo sta nel fatto che egli possiede il linguag vasto e comprensivo, la sociobiologia [cfr. Wilson i975].
gio, mentre gli altri animali ne sono sprovvisti. Ma questo fa parte della natu È importante apprezzare la relativa novità di questo punto di vista generale.
ra umana. Che un particolare individuo parli un particolare linguaggio in un La possibilità dell'instabilità delle specie fu sollevata da Buffon e altri verso la
modo particolare è forse dovuto al suo «retaggio ambientale», ma la capacità fine del xvtn secolo e fu proposta in termini assai espliciti, in riferimento all'uo
stessa di apprendere a parlare è una «qualità umana» specifica «dovuta all'e mo, da Prichard [ i8ig ] e da Lamarck [ i8o9];ma fu solamente dopo la pubbli
redità genetica» [Maison i964, trad. it. pp. 9-II ]. cazione delle trattazioni gemelle di Darwin e Wallace [t858] — ciascuna delle
La credenza secondo cui l'uomo è, in un certo senso, un essere dualistico in quali proponeva una teoria della mutazione delle specie collegata alla selezione
cui mente e corpo,cultura e natura possono essere considerati come separati naturale — che il mondo del sapere iniziò a considerare seriamente l'idea di
piuttosto che interdipendenti, ha una lunga storia. Scopo essenziale di questo evoluzione biologica. E ancora vent' anni dopo c'erano degli scienziati di chiara
articolo è di considerare lo status di un siffatto pensiero dualistico nel conte fama pronti ad affermare in modo categorico che le specie biologiche sono del
sto dell'antropologia degli ultimi decenni del xx secolo, nell'ambito di quella le entità fisse che, a parte minime modificazioni dovute all'influsso climatico
che siè autoproclamata la scienza dell'uomo. Ma per prima cosa occorre pas locale, sono state come sono adesso «fin dall'inizio».
sare in rassegna un'ampia area della storia delle idee, in parte per permettere Invero, il riconoscimento del fatto che meccanismi adattativi autoregolan
al lettore di capire meglio ciò che sta dietro al concetto di «scienza dell'uomo», tisi, che combinano la retroazione omeostatica con gli sbalzi mutazionali, so
e in parte per illustrare la serie proteiforme di metamorfosi subita dalla diade no essenziali in tutti i processi biologici, incluso il funzionamento del cervel
cultura/natura prima di pervenire alla sua attuale fase evanescente. lo umano, data solamente dal t94o circa. L'invenzione del termine gergale 'ci
' Il tiro alla fune intellettuale fra il bisogno di riconoscere che l'uomo è un bernetica' [Wiener t948] forni la prima chiara indicazione di come questa va
animale che vive in stretta associazione e interdipendenza con altri animali e sta generalizzazione stesse per ottenere il consenso generale nell'ambito della
l'introspettiva autocoscienza del cogito ergo sum di Cartesio, che di continuo comunità scientifica.
fa presente ad ogni singolo individuo umano il suo essere diverso e separato Nella moderna concezione adattativa dell'evoluzione tutte le cose viventi
dal mondo dell'esperienza esterna, investe direttamente l'intero dibattito. Pri modificano l'ambiente in cui esistono, anche se chiaramente alcune specie bio
ma di passare alla storia, consideriamo dunque alcuni aspetti contemporanei logiche sono piu attivamente distruttive e costruttive di altre e se, altrettanto
del problema. chiaramente, le modificazioni apportate dall'azione umana, intenzionali o me
Nelle loro dichiarazioni pubbliche, i biologi contemporanei dànno spesso no, sono incomparabilmente piu drastiche di quelle risultanti da qualsiasi altro
l'impressione che i processi dell'evoluzione siano ormai interamente compre comportamento animale. Su pressoché l'intera superficie del globo, lo spazio
si. La chiave magica che ha reso possibile tale comprensione è fornita dal ter in cui vivono uomo e animali è oggi opera dell'uomo, esso ha cioè la forma che
mine 'adattamento' che, in questo contesto, rappresenta una combinazione di ha a causa dell'azione umana nel passato remoto o recente.
principi desunti dalla nozione di selezione naturale di Charles Darwin, dalle I 'interazione dell'uomo col suo ambiente differisce da quella di altri ani
Anthropos 59z 593 Anthropos
mali sotto un altro aspetto fondamentale, in quanto è per la maggior parte go la nostra percezione del mondo è la risultante dei messaggi ricevuti tramite
vernata dalla scelta o dall'intenzione. 'Scelta' e 'intenzione' sono due concetti tutti i nostri sensi simultaneamente — vista, udito, olfatto, tatto, e cosf via — mo
ingannevoli e spesso usati impropriamente, ma il punto rilevante è il seguente: dificati dalle nostre precedenti aspettative circa il «significato» di tali messag
Noam Chomsky ha sottolineato l'unicità del carattere generativo del linguaggio gi. Ma quando «pensiamo» e, piu in particolare, quando esprimiamo i nostri
umano, in virtu del quale possiamo servirci di un insieme limitato di regole pensieri intraprendendo azioni che impongono modificazioni all'ambiente, sem
grammaticali e di un lessico limitato per produrre un inventario illimitato di plifichiamo drasticamente il flusso della nostra esperienza diretta. Per prima
espressioni significative. Sembra che si possa continuare a creare illimitata cosa, segmentiamo le nostre percezioni sicché «vediamo» il mondo esterno co
mente espressioni del tutto nuove. Lo stesso principio è valido per il modo in me fatto di cose separate; poi, classifichiamo queste cose in categorie, impo
cui l'uomo impone modifiche artificiali al suo ambiente: egli non è vincolato nendo cosf un ordine artificiale, ampiamente arbitrario, e segmentato all'uni
da ciòche è accaduto in precedenza; può produrre,e difatto produce di con verso caotico dell'esperienza sensoriale immediata.
tinuo, nuove combinazioni degli elementi dell'esperienza tecnologica ed esteti Probabilmente ogni varietà di creatura vivente ha un suo modo speciale di
ca del passato per realizzare nuovi tipi di costruzione materiale che alterano compiere questa operazione; ogni organismo, dal livello molecolare in su, de
il suo ambiente in nuovi modi. Nessun altro animale sembra possedere abilità v'essere capace di «riconoscere» quelle parti dell'ambiente che offrono i mezzi
intenzionali, innovatrici e creative di questo genere. di sopravvivenza e di distinguerle da quelle che sono irrilevanti od ostili. Nel
Questa differenza fra l'uomo e gli altri animali si rispecchia anche nel modo caso dell'uomo, però, al livello dell'azione umana individuale, è chiaro che il
in cui gli esseri umani impongono modificazioni al loro ambiente, quale rispo linguaggio è lo strumento principale attraverso il quale si realizza questo ordi
sta alle rappresentazioni generate dai sensi nei meccanismi motori dell'organi namento dell'ambiente.
smo. Il modo in cui agiamo sul nostro ambiente dipende, fra l'altro, da come A parte la capacità di linguaggio, gli esseri umani possiedono in vario grado
lo percepiamo e dacome ce ne rappresentiamo l'organizzazione.Ma le caratte tutte le capacità sensoriali degli altri primati superiori, ma queste generano
ristiche peculiari della coscienza umana, che di nuovo sono connesse con la rappresentazioni mentali di tutt' altro genere. Nel respirare, per esempio, rac
nostra capacità di linguaggio, ci permettono di distinguere concetto da percetto, cogliamo di continuo impressioni dell'atmosfera generale attraverso il nostro
cosi dapoter «pensare ad» oggettiche non possiamo vedere né udire né sentire senso dell'olfatto, e ciò accade si sia consci del fenomeno o no. Ma la rappresen
e addirittura creare un'infinità di entità metafisiche che sembrano generate in tazione che ne risulta non è nettamente segmentata o ordinata in sequenza co
modo del tutto indipendente da qualsiasi stimolo sensoriale proveniente dal me avviene con le parole e le frasi di una lingua.
mondo esterno. I'filosofi restano di fronte all'enigma di stabilire fino a che punto la conce
Non abbiamo ragione di supporre che qualsiasi altra animale «pensi» in zione del mondo esterno generata ad un livello conscio nel cervello umano,
questo modo; invero,è ancora oggetto di controversia sapere sino a che punto quale risultato dell'interazione retroattiva totale fra messaggi sensoriali, cate
il pensiero «astratto» sia caratteristico di tutto il genere umano o solamente di gorizzazione linguistica, e la struttura di tipo linguistico, a frase, del pensiero
alcuni uomini in certe circostanze storiche particolari, ma è senz'altro evidente «privato» possa essere un modello valido di ciò che realmente esiste all'esterno ;
che tutto il pensiero umano condivide almeno alcune delle caratteristiche pe di stabilire anzi quale significato si possa assegnare al concetto di «modello va
culiari del linguaggio umano. Il linguaggio parlato è lineare e segmentato. Si lido». Ma non affronteremo qui questo argomento.
può dire una sola cosa alla volta, e il continuo flusso di parole veicola il senso Il punto fondamentale è che una combinazione di prove desunte dall'osser
come una successione di elementi discriminati quali suoni, parole, locuzioni, vazione contemporanea dei bambini, dall'etnografia comparata, e dalla storia
frasi. In gran parte ciò vale anche per il pensiero, ma non bisogna insistere della religione e della filosofia comparate, suggerisce chiaramente che il pro
troppo sull'analogia col linguaggio. Se Chomsky e quanti ne condividono il cesso complessivo tramite il quale di solito segmentiamo e classifichiamo le co
pensiero hanno ragione, un aspetto essenziale del discorso umano significativo se del mondo esterno elericonosciamo come appartenenti a entità specifiche,
è la sua struttura ricorsiva, ma il pensiero umano non è limitato in questo mo deriva da una persuasione introspettiva del fatto che «io» può essere distinto
do. Le associazioni del simbolismo non sono ordinate rigorosamente secondo da «mio corpo», illusione strettamente connessa con la credenza universale che
le regole della grammatica. Il pensiero inoltre non è strettamente lineare; un «noi» (la gente come noi) possiamo essere distinti da «loro» (gente che in un
musicista può pensare ad armonie generate simultaneamente come pure a me certo senso è come noi nella forma, ma non nella sua intima essenza).
lodie generate in sequenza. Parimenti, se consideriamo una carta a due di Le trasformazioni dialettiche che il concetto di uomo ha subito nel corso
mensioni, possiamo afferrare simultaneamente il significato di ambedue le della storia del pensiero occidentale, rispecchiano le incoerenze che una sif
dimensioni, sebbene la nostra capacità di pensiero pluridimensionale sia stret fatta segmentazione artificiale dell'esperienza necessariamente implica. Ma il
tamente limitata. problema centrale perdurante dell'uomo non è solo «Chi sono?»; è «Chi sia
Forse è questo il punto cruciale. L'ambiente esterno è altamente complesso ; mol» Evidentemente siamo uomini, ma in che senso lo siamo>
Anthropos 594 595 Anthropos
gia organica, anche se in realtà gli organismi reali non sono mai chiusi in questo
i.z. Modelli di sistema chiuso e aperto. senso. Gli unici tipi di sistemi completamente chiusi sono quelli termodinamici
isolati, tipo orologio, che cessano di funzionare quando la riserva di energia in
Prima di passare in rassegna qualche aspetto di questo particolare filone terna è esaurita. Questi vanno contrapposti ai sistemi autoregolantisi i quali
nella storia delle idee, sarà forse utile dire qualcosa in termini molto generali possono mantenere la loro vitalità attingendo a provviste di energia esterne al
a proposito dei principi fondamentali della dialettica filosofica, che sono alla sistema in quanto tale. Gli organismi reali appartengono a quest'ultima classe.
base dell'intero dibattito. Essi hanno la peculiarità di poter elaborare l'informazione proveniente dall'e
Dalla fine del xvi secolo ai giorni nostri, idee concernenti la natura dell'uo sterno in modo da realizzare con successo la ricerca del cibo adatto. Possono
mo come individuo e idee concernenti la natura dell'uomo in società, hanno allora sopravvivere come sistemi, tramite l'ingestione di cibo e l'escrezione dei
avuto la tendenza a svilupparsi indipendentemente, benché le due linee di ar rifiuti nell'ambiente, dove sarà rielaborato da altri organismi. Benché ci sia un
gomentazione abbiano spesso usato le stesse metafore, e siano a volte confluite incremento complessivo dell'entropia dell'universo, ogni singolo organismo è,
sino al punto in cui le caratteristiche culturali appartenenti alla sfera dell'uomo in tal modo, in grado di mantenersi in uno stato stabile. Tuttavia, lo stato sta
in società si sono interamente confuse con le caratteristiche fisiche dell'uomo co bile di un siffatto sistema è di tipo del tutto diverso dal semplice equilibrio
me individuo. Durante tutto questo periodo si è verificata una eliminazione omeostatico postulato dal modello funzionalista. Per cominciare, i confini dei
graduale delle concezioni soprannaturalistiche e vitalistiche ma, fino a poco sistemi organici sono solamente delle illusioni convenzionali che dipendono
tempo fa, ciò è stato solitamente ottenuto attraverso una svalutazione del ruolo dal nostro modo di percezione e di descrizione. A rigor di termini, le superfici
della «mente» e l'affermazione dell'autosufficienza della «materia» (rispetti esterne delle radici e delle foglie di una pianta non sono affatto confini, ma
vamente larescogitans elaresextensa di Descartes ). I modelli usati erano mate membrane permeabili attraverso le quali la pianta in questione realizza uno
rialistici piuttosto che matematico-razionalistici. Nel Leviathan di H obbes scambio di energia coli'ambiente esterno.
)i65i ], lo Stato è concepito come un uomo meccanico ingrandito, in cui il In altre parole, gli organismi reali sono sistemi aperti; la loro condizione
ruolo della divinità è ridotto a quello di Primo Motore. Modelli simili, che globale in qualsiasi momento è il risultato dell'interazione dinamica di una gran
mostrano il corpo umano stesso come un giocattolo meccanico, in cui la forza de varietà di variabili, tanto all'interno quanto all'esterno del sistema. I confini
motrice è l'anima, si riscontrano anche nella letteratura dell'antichità classica. di sistemi aperti, di cui gli organismi sono degli esempi, in questo stesso senso
Tuttavia anche il Primo Motore metafisico fu in definitiva eliminato: l'homme derivano dal carattere convenzionale della descrizione; non corrispondono a di
machinedi La Mettrie [ ip48] è un automa autosufficiente. scontinuità basilari « in natura». Le società umane reali sono sistemi aperti sen
Per tutti i due secoli successivi, semplici modelli meccanici di questo tipo za confini [Bertalanffy i968].
fornirono la base di tutto il pensiero « funzionalistico» e «comportamentistico» Mentre la teoria generale dei sistemi è stata discussa per molti anni in que
in biologia, in sociologia e in psicologia. L'unità di studio — secondo il caso, il sto modo altamente programmatico, essa non ha sin qui portato alla costruzione
singolo animale o la società isolata — fu trattata come un sistema chiuso, orga di modelli di azione umana che siano di grande utilità pratica. D'altro canto, la
nizzato internamente come un pezzo di orologeria, fatto però in modo tale da cibernetica, la teoria generale dei sistemi autoregolantisi, che ha applicazione
poter rispondere, in modo meccanico, a stimoli provenienti dal mondo esterno. pratica nella progettazione e nel funzionamento dei calcolatori elettronici, e ap
Si supponeva che tutte le parti componenti il sistema (gli organi del corpo, plicazione astratta nella teoria dei giochi, rappresenta una sorta di luogo inter
le istituzioni sociali ) fossero connesse tra loro e interdipendenti, come gli in mediario fra la semplicità meccanica della teoria dei sistemi chiusi e la schiac
granaggi di un orologio. La «funzione» di ogni elemento era la parte che esso ciante complessità della teoria dei sistemi aperti.
svolgeva nella omeostasi interna ed esterna del sistema nel suo complesso. Al Le operazioni di un sistema chiuso si possono sempre analizzare come deri
cuni autori hanno scritto come se una dimostrazione della natura di una siffatta vanti dalla causalità lineare: A causa B, B causa C, C causa D e cosi via. I siste
interdipendenza fosse l'unico scopo dell'analisi. Nelle versioni piu estreme del mi autoregolantisi considerati nella teoria cibernetica fanno uso della retroazio
pensiero comportamentistico, una delle quali è oggi rappresentata dall'opera di ne e di algoritmi ripetitivi; il processo risultante, per usare l'espressione di
Skinner, il pregiudizio antivitalistico è stato spinto al punto di considerare co Bertalanffy, dipende dalla «causalità circolare». A rigor di termini, siffatti siste
me pura superstizione qualsiasi suggeriinento circa la possibile esistenza di mi sono ancora chiusi; un calcolatore elettronico non può iniziare una strate
sistemi capaci di dar luogo a decisioni razionali che siano indipendenti da rispo gia per la ricerca di cibo diversa da quella incorporata nel suo meccanismo da
ste provocate. chi l'ha progettato. Tuttavia, i calcolatori elettronici hanno certe caratteristiche
Per quel che riguarda le metafore usate da grandi funzionalisti come Durk in comune con i sistemi aperti. Un calcolatore elettronico, se fornito di nuove
heim e Radcliffe-Brown, modelli di sistema chiuso di questo tipo, se applicati informazioni, può modificare il suo stato interno stabile e le sue escrezioni (il
alla società umana, sono generalmente considerati come dipendenti dall'analo print-out) al fine di tener conto delle nuove condizioni. In ciò è del tutto diver
Anthropos 59fi 597 Anthropos
so da unsempliceautoma, comandato da un regolatore.Invero, come latecnolo Con l'avvento della tradizione scritta e la separazione degli interessi secolari
gia dei calcolatori elettronici sta facendosi sempre piu sofisticata, sta diventan dalla religione, questo corpus mondiale di storia mitica è diventato una miniera
do sempre piu difficile specificare i confini fra i processi auto-organizzati degli alla quale hanno attinto molti e svariati tipi di letteratura specializzata. Ma non
organismi naturali e i processi etero-organizzati delle macchine fatte dall'uomo. solo gli artisti hanno ricapitolato, a fini propri, gli elementi favolosi della tradizio
Il lettore dovrebbe tener presente questa discussione astratta delle varietà ne primitiva, gli scrittori seri, i dotti fornitori della cosiddetta conoscenza fat
della teoria del xx secolo nel considerare le sezioni che seguono. I teorici del tuale, hanno fatto esattamente lo stesso. I materiali che ci sono pervenuti dal
l'uomo in società hanno ripetutamente invocato modelli meccanici e organici mondo classico della Grecia e di Roma, dalla Cina medievale, dall'Arabia e dal
per illustrare le loro argomentazioni. In generale non hanno valutato le difficol l'Europa rinascimentale, offrono molti esempi di questo processo. Fin quando
tà inerenti alla costruzione di tali modelli e ciò spiega, in parte, la debolezza storici viaggiatori quali Erodoto e Plinio il Vecchio, Chau Ju-kwa e Ibn Battuta,
delle loro teorie. Odorico da Pordenone e Marco Polo,e i loro connazionali contemporanei e
Ma torniamo ora alla storia delle idee. successivi, scrivono da osservatori e testimoni oculari, la maggior parte di ciò
che riferiscono è chiaramente del tutto fattuale e autentica. Ma appena passano
I.3. Concezioni prerinascimentali dell'uomo. al sentito dire, cadono immediatamente nel puro fantastico, e la materia di cui
son fatte le loro fantasie è tratta direttamente dalla mitologia. Cosi Marco Polo
Tutte le società umane, grandi o piccole, semplici o complesse, hanno la lo ci assicura che le isole Andaman erano abitate da cannibali dalla testa di cane e
ro storia tradizionale. Vere o false, o semplicemente in parte vere, in parte fal le amazzoni, che riferisce vivere in un'isola vicino a Socotra, riappaiono sotto
se, siffatte storie operano come miti di origine, come mappe dell'esistenza uma identiche vesti nella relazione di Colombo sul suo secondo viaggio alle Indie
na; spiegano all'iniziato o al nuovo membro della società i «nostri» inizi e come occidentali, ma questa volta abitano la Martinica. Cannibali dalla testa di cane
siamo arrivati al punto al quale ci troviamo oggi. Una storia mitica del genere appaiono ovunque. Il resoconto di un testimone oculare fornisce particolari
dà un fondamento cosmologico al tempo e allo spazio dell'esperienza comune raccapriccianti sulla combinazione di depravazione sessuale e dietetica attribui
ma, inoltre, contrapponendo diverse possibilità, offre una base logica per il com ta agli invasori mongoli dell'Ungheria nel rzyo, e sembra che in Cappadocia
plesso di regole e convenzioni che caratterizzano il «nostro» particolare modo questi si siano talvolta convertiti al cristianesimo, poiché in quella parte del
di fare le cose. mondo san Cristoforo è spesso raffigurato con una testa di cane!
In alcuni casi ciò implica un'intera gerarchia di discriminazioni: noi e gli I Greci, gli Arabi e i Cinesi svilupparono un corpo di i nformazionivastoe,
altri, amici e nemici, vicini riconosciuti ed estranei non-riconosciuti, uomini ed nel complesso, notevolmente accurato, circa la geografia e l'etnografia del «mon
animali, uomini e dèi, animali «reali » e mostri, e cosi via. Nella Bibbia, l'Antico do conosciuto». La vastità di queste conoscenze era notevole ma non illimitata.
Testamento, col suo procedere da un giardino dell'Eden del tutto immaginario C'era sempre la possibilità che, al di là dei limiti del conosciuto, ci fossero altri
ad un regno di Persia autenticamente storico, passando per un Egitto e una luoghi abitati da mostri innaturali e favolosi, gli iperborei, le amazzoni, i cino
terra di Canaan geograficamente molto confuse, è il prototipo di una specie di cefali, gli antropofagi e cosi via. Di conseguenza, in epoca classica e medievale
saga delle origini che si può ritrovare in ogni parte del mondo presso tutti i tipi non sembrava esservicontraddizione fra descrizione basata sull'osservazione
di popoli. Non c'è una netta distinzione tra il plausibile e il fantastico. L'am accurata della realtà empirica, e la credenza durevole in una terra di favola, abi
biente topografico è di grande importanza per la storia, ma non è disposto rigo tata da mostri innaturali. Ma una volta che gli Europei ebbero concepito il di
rosamente secondo gli schemi della geografia e della zoologia empirica. segno di raggiungere il favoleggiato Oriente viaggiando verso occidente, gli
In sifFatte cosmologie, il concetto di uomo emerge solo indirettamente. «Ci» esploratoripoterono ragionevolmente sperare che ben presto avrebbero cono
vengono riconosciuti genitori primari, un primo padre e una prima madre; che sciuto l'intera superficie del globo. E cosi avvenne.
erano mortali come noi, che procreavano come noi, che, come noi, erano diver Ciò non ha frustrato l'immaginazione umana, poiché il mondo di mostri fa
si dagli altri animali e dagli altri «esseri», reali o immaginari. Qualunque cosa volosi è stato semplicemente trasferito nello spazio cosmico : la fantascienza ha
«noi » siamo, questo è l'uomo ; e per converso qualunque cosa «noi » non siamo, sostituito la mitologia tradizionale con le sue creazioni fantastiche. Ma il pro
questo è ciò che sono gli altri. Di solito le lingue dei popoli primitivi non con cesso mediante il quale si verificò questa trasformazione fu lungo. In questo
tengono nessuna parola per uomo, tranne il nome tribale col quale i vari popoli contesto, le prime reazioni degli Europei alla realtà degli abitatori indigeni. delle
identificano se stessi. Ed è ugualmente caratteristico della storia mitica tradi Americhe è di grande interesse, poiché qui esperienza e fantasia vennero a tro
zionale il fatto che il mondo reale dell'esperienza sia interamente circondato da varsifaccia a faccia.
un altro mondo immaginario abitato da dèi sovrumani da un lato e da mostri
subumani e innaturali dall'altro : uomini dalla testa di cane, sirene, uomini con
la coda, amazzoni, cannibali, giganti... (cfr. tavv. 7-8).
Anthropos 598 599 Anthropos
importanza per il successivo sviluppo delle idee antropologiche relative all'uni
r.4. Colombo e dopo. tà e alla diversità del genere umano.
I cannibali di Montaigne erano reali e non immaginari. Egli aveva ottenuto
Si dà il caso che la sequenza delle reazioni personali di Colombo possa es le sue informazioni dall'accurato interrogatorio di un «uomo semplice e rozzo»,
sere ricostruita nei particolari a partire da documenti contemporanei. Egli notò vissuto per piu di dieci anni nell'insediamento ugonotto costituitosi intorno al
dapprima che i Caribi erano comuni esseri umani e non mostri ; poi, dopo aver z5go nelle vicinanze della moderna Rio de Janeiro in Brasile. L'etnografia è
commentato la loro affabilità e generosità, quasi immediatamente pensò alla fa di una scrupolosa precisione, ma il proposito di Montaigne è piu filosofico
cilità con cui avrebbero potuto essere ridotti in schiavitu. Tuttavia in brevissi che informativo. La sua tesi centrale è che la caratteristica piu significativa dei
mo tempo la fantasia si riaffermò e troviamo Colombo e i suoi che raccontano costumi indiani da lui descritti è che sono diversi dai nostri. Quanto alla loro
storie di altre isole, ancora inesplorate, abitate da uomini con la coda, cannibali barbarie, è tutta una questione di opinioni; e infatti egli sostiene che la proce
e amazzoni. dura legale corrente nell'Europa del tempo, la quale «sotto il pretesto della pie
Presso gli Europei sedentari, la fantasia rimase dominante per quasi un se tà religiosa», permetteva a «vicini e concittadini... di lacerare con supplizi e
colo. Tutte le prime illustrazioni a stampa degli Indiani d'America si concen martiri un corpo ancora sensibile, [di] farlo arrostire a poco a poco, [di] farlo
travano in modo ossessivo sui macabri dettagli del loro cannibalismo ritenuto mordere e dilaniare dai cani e dai porci» [Montaigne I579, trad. it. I, p. 278],
generale (le illustrazioni si basavano su resoconti degli Indiani delle coste del era una forma di barbarie piu orribile di qualsiasi cosa da lui descritta a propo
Brasile centrale. Il termine 'cannibale', come il nome Calibano in The Tempest sito della tribu brasiliana. Altrove egli osserva: «Sembra infatti che noi non ab
di Shakespeare, deriva da carribales,il nome usato da Colombo per i Caribi. biamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l'esempio e l'idea
Sembra improbabile che Colombo si sia imbattuto in qualche Indiano d'Ame delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. Ivi è sempre la perfetta religio
rica che mangiasse carne umana). Sin dall'inizio i rapaci invasori europei trat ne, il perfetto governo, l'uso perfetto e compiuto di ogni cosa. Essi sono selvag
tarono gli indigeni americani come creature meno che umane, ma proprio que gi allo stesso modo che noi chiamiamo selvatici i frutti che la natura ha prodotto
sto ne legittimava la riduzione in schiavitu, lo sfruttamento e lo sterminio. Sono da sé nel suo naturale sviluppo... e sono ancora molto vicini alla loro sempli
degni di nota i criteri in base ai quali questa sotto-umanità era definita. I tre cità originaria. Li governano sempre le leggi naturali, non ancora troppo imba
prigionieri messi in mostra nel r5oz da Sebastiano Caboto furono descritti co stardite dalle nostre» [ibid., pp. 272-73].
me «vestiti di pelli di animali, mangiatori di carne cruda, e parlanti una lingua Ecco qui, in embrione, il concetto del Buon Selvaggio. Due secoli piu tar
inintelligibile». Di simili «oggetti» messi in mostra in Francia nel t5o6, si disse di, questa nozione si affermò nella sua pienezza fra i piu romantici imitatori di
che erano «di colore fuligginoso, neri di capelli, dotati di linguaggio ma non di Rousseau; è una nozione che «conserva tutt' oggi una vitalità sorprendente in
religione» [Hodgen z964, p. xtz ]. Cosi i parametri essenziali per determinare certa antropologia radicale» [cfr. Diamond t974, pp. t68-7I ].
i limiti dell'umano erano allora, come adesso, l'apparenza fisica, soprattutto il L'idea che gli orrori della civilizzazione rappresentino una decadenza da
colore, l'intelligenza cosf come si manifesta nell'uso della lingua, e la religione. una età dell'oro posta all'insegna della virtu naturale, in cui l'uomo ancestrale
L'intera problematica dell'essenza umana o non-umana degli Indiani d'A viveva in un paradiso intatto, è una caratteristica quasi universale dei miti di
merica fu formalmente ma inconcludentemente discussa in un certo numero di origine, di cui la storia dell'espulsione di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden
dissertazioni all'Università di Salamanca nel x55o-5x. Juan Ginés de Sepulve è un tipico esempio. Ma nel saggio di Montaigne c'era un nuovo elemento, e
da giustificò l'asservimento degli Indiani in base al fatto che essi sarebbero sta cioè il suggerimento secondo cui il paradiso terrestre potrebbe essere un luogo
ti. gli schiavi naturali descritti nel libro I della Politica di Aristotele. L'atteggia reale tuttora esistente. I selvaggi, la cui bontà naturale era paragonata vantag
mento opposto fu assunto dal frate domenicano Bartolomé de Las Casas il qua giosamente alla nostra, non erano abitanti immaginari di un altro mondo ma
le ammetteva si la fragilità e l'inferiorità intellettuale degli Indiani, ma sostene esseri del tutto reali, sui quali Montaigne aveva ricevuto informazioni autenti
va che la loro stessa mancanza di capacità intellettuali e di abilità manuali ne che da un testimone oculare attendibile.
faceva a maggior ragione dei figli di Dio ; il che implica un tipo diverso di sotto Almeno potenzialmente, il concetto di uomo risultava cosi notevolmente
umanità. Non molto tempo dopo, l'intrinseca inferiorità intellettuale degli In ampliato, e sembra che fu proprio in quei tempi, nell'Europa del tardo xvt se
diani d'America veniva formalmente proclamata in un decreto papale. colo, che alcuni pensatori cominciarono a porsi seriamente il problema della
natura morale del genere umano nel suo complesso, contro il vecchio concetto
t.5. Montaigne. piu ristretto della natura morale di «noi stessi», il popolo eletto da Dio, schie
rato contro gli «altri», i barbari, che erano soltanto mezzi uomini, mostri inna
Il famoso saggio di Montaigne Des cannibales, scritto attorno al I579, adot turali, bestie.
ta una posizione distinta da quella di Sepulveda o di Las Casas. È di grande
Anthropos 6oo 6oi Anthropos
conversione dei pagani e l'istituzione della schiavitu domestica si sviluppavano
i.6. Selvaggi e civilizzati : una specie o molte > a fianco a fianco. La maledizione di Cam [Genesi, g, zz-zg] poteva essere usata
come scusa per giustificare la schiavitu dei negri africani, ma ciò non li faceva
Certo, non si può mai dire che idee grandiose di questo genere siano del membri di una specie del tutto diversa, e comunque gli Indiani d'America non
tutto nuove. Nei vari trattati di Aristotele sulla fisiologia comparata e la classi erano nemmeno neri!
ficazione degli animali, c'è una costante presunzione dell'unicità della specie In pratica ci fu un continuo accrescersi del pregiudizio razziale per parec
umana. A parte l'affermazione che i nani di solito non sono intelligenti, l'auto chi secoli. Tacitamente, se non esplicitamente, la Chiesa giunse a riconoscere
re non fa alcun commento sulle differenze morfologiche tra tipi fisici umani. che l'umanità dei cristiani dipendeva dal colore della pelle. Se, in seguito a un
Ma l'unità del genere umano cui si fa cenno sembra dovuta a indifferenza. Ari patto politico tra i Portoghesi e il re del Congo, il primo vescovo negro africano
stotele non mostra alcun interesse per i selvaggi. Nella Politica l'esistenza del fu ordinato'attorno al iy5o, nessun altronegro africano diventò vescovo 6no al
la città-stato è data per scontata; si presume che tutti gli individui che non fan xx secolo inoltrato! La regola generale sembra esser stata quella per cui i neo
no parte di uno stato siano dei vagabondi senza legge. Non viene discussa l'e 6ti cristiani dalla pelle scura potevano ricevere una formazione teologica 6no
voluzione del sistema della città-stato, né la possibilità che ci possano essere al livello del prete di parrocchia, ma non erano accettati come membri a pieno
altre forme valide di società umana al di fuori della forma di tipo statale. All'in diritto degli ordini religiosi missionari, quali i Gesuiti e i Domenicani. Ma se i
terno dello stato, la iroh<q, tutti gli abitanti sono considerati uomini, nel senso convertiti al cristianesimo rimanevano essenzialmente inferiori, li si poteva ef
che non sono mostri ; ma non si presume che, per il fatto di essere uomini, essi fettivamente considerare uomini >
siano tutti uguali. Al contrario, alcuni uomini sono schiavi naturali, altri gover Il problema fu dibattuto anche nel quadro del contrasto fra i filosofi, in
nanti. teressati a una definizione astratta dell'uomo sul piano delle idee, e i biologi
Aristotele e gli ateniesi suoi contemporanei erano perfettamente consci del naturalisti, preoccupati di de6nire l'uomo come specie zoologica. I primi erano
fatto che alcuni barbari erano del tutto diversi da loro nelle apparenze, Le illu inclini a presentare i loro argomenti entro l'ambito di una storia sociale che po
strazioni particolareggiate dei vasi dipinti e degli oggetti in metallo sbalzato di stulava la sostanziale unità dell'uomo pur nella differenza delle società umane;
mostrano che i Greci di questo periodo avevano grande familiarità con le ca i secondi, interessati soprattutto alla classificazione, erano inclini a distinguere
ratteristiche fisiche dei negri africani. Inoltre, dato che, nelle raffigurazioni di le varietà del genere umano nello stesso modo in cui erano soliti distinguere le
satiri, questi hanno spesso tratti negroidi, sembra probabile che i negri fossero varietà di uccelli, piante e insetti. Il pregiudizio popolare si schierava con i na
in un certo senso ritenuti mostruosi. Ma non è dimostrato che i Greci si fosse turalisti piuttosto che con i filosofi. Per tutto il xvii secolo gli umanisti filosofi
ro mai seriamente interessati a problemi di classificazione etnica. alla Montaigne rimasero in minoranza; per l'uomo comune, Calibano di Shake
Nell'Europa occidentale del xvi secolo la situazione era invece del tutto di speare, bestia piuttosto che essere umano, era lo stereotipo dei selvaggi africa
versa. Le dimensioni del mondo conosciuto si erano improvvisamente dilatate; ni appena scoperti.
le esplorazioni oltremare e gli insediamenti coloniali avevano aperto prospetti Oggi, negli anni '7o, è diventata una questione di opportunità politica per
ve difavolose ricchezze. L'esistenza dei barbari non poteva piu essere data per personaggi pubblici di ogni genere, professori di antropologia compresi, sacri
scontata: essi dovevano essere collocati nel quadro che l'uomo comune si face ficare al dogma dell'unità psichica e dell'identità di specie del genere umano.
va della geografia mondiale. In questo contesto s'impose un interrogativo del Ogni discussione sulla rilevanza o irrilevanza delle variazioni razziali nell'uomo
tutto nuovo; quali sono precisamente i limiti della specie umana> è attualmente condotta a partire da! presupposto che tutti gli uomini apparten
Il dibattito fu condotto su due fronti. Sul piano religioso, benché la mag gono ad un'unica specie biologica: Homo sapiens sapiens.
gior parte degli uomini colti fosse incline a credere che gli Europei come loro, In passato, però, l'identità di specie del genere umano è stata oggetto di ac
bianchi di pelle e ben coperti, dovessero necessariamente appartenere a una cese controversie. Una versione della dottrina alternativa della poligenesi, se
specie del tutto diversa da quella dei nudi selvaggi dalla pelle scura descritti condo cui le razze umane rappresentano specie distinte, dalle origini storiche
dai viaggiatori etnogra6, c'era il fatto imbarazzante che la Genesi afferma che completamente distinte e dagli attributi psicologici del tutto diversi, fu esposta
l'intera umanità discende dai figli di Noè, e qualunque cosa abbiano detto o da Paracelso già nel igzo [cfr. Slotkin xg65]. Tra il r 85o e il i8yo la poligene
pensato in privato gli studiosi del xvi, xvii e xvni secolo, pochi fra di loro erano si costitui in realtà l'ortodossia dominante negli ambienti scientifici d'Europa
pronti ad uscire allo scoperto e a pubblicare opinioni in contrasto con le Sacre e d'America, e malgrado il suo attuale discredito, talune versioni di questa teoria
Scritture. Anche i propagandisti della Chiesa militante si trovarono in diflicol trovano tuttora un velato appoggio accademico. Per ovvie ragioni essa esercita
tà: nel medioevo un Papa aveva decretato che i cristiani non dovevano ridurre una speciale attrattiva per tutti coloro che, per motivi politici od emotivi,
in schiavitu altri cristiani, benché potessero ridurre in schiavitu gli infedeli ; ma sentono il bisogno di giusti6care istituzioni quali la schiavitu e la dominazione
ora, nei territori d'oltremare degli imperi coloniali portoghesi e spagnoli, la coloniale. Analogamente, i piu recenti e attivi sostenitori della monogenesi,la
Anthropos 6oz 6o3 Anthropos
tesi cioè secondo la quale tutti gli uomini sono membri di un'unica specie, sono poraneamente alla diffusione della stampa in Europa, e per tutto il xvt secolo
spesso convinti assertori di dottrine politiche di uguaglianza sociale. la miglior comprensione europea della geografia e della etnografia mondiale
Questa confusione di scienza e sensibilità è deplorevole. I problemi genui coincise con un enorme incremento dell'alfabetizzazione, accompagnato a sua
namente scientifici sono molto piu complessi di quanto i dottrinari dei due cam volta da un rinnovato e intenso studio della Bibbia nelle lingue volgari. Questo
pi siano pronti ad ammettere. Ma la confusione stessa non è affatto una novità : nuovo sapere creò molti problemi. Come si potevano adattare le scoperte degli
il pregiudizio religioso e l'oscurantismo scientifico sono stati strettamente asso esploratori ai dogmi temporali e geogra6ci della Genesi >Se la cronologia della
ciati lungo tutta la storia di questo dibattito, e ciò riguarda direttamente il no Bibbia è esatta, come hanno fatto gli Indiani d'America a giungere dove sono,
stro tema. nel breve intervallo trascorso dal Diluvio? E ancora : come si poteva render com
Anche quando le discriminazioni degli zoologi si fondarono su una classi6 patibile la storia del mondo antico, cosi com' era conservata nei documenti tra
cazione sistematica piuttosto che sulla fantasia, i criteri usati per distinguere mandatici dall'antichità, con la storia del genere umano ispirata da Dio, e quindi
l'uomo dal non-uomo rimasero molto incerti. Fra gli uomini di cultura orto incontestabile, cosi com'è esposta nel Pentateuco?
dossi, l'assioma biblico secondo cui le specie sono entità fisse stabilite da Dio Il dibattito su questi problemi si prolungò per piu secoli e le soluzioni pro
al momento della creazione si precisò nella dottrina della pienezza o della Gran poste furono molto varie, ma tutte implicavano in fondo che solo i cristiani
de Catena dell'Essere, secondo la quale Dio, come artista creatore, avrebbe europei civilizzati sono da considerarsi veri uomini, in senso proprio, tutti gli
necessariamente creato tutte le creature possibili in tutti i mondi possibili, e altri «uomini» essendo di volta in volta animali subumani, mostri, uomini de
le creature che noi oggi conosciamo sulla terra altro non sono che una parte generati, anime dannate, o il prodotto di una creazione separata.
di quelle esistenti nell'universo. Per quanto riguarda questo mondo dell'espe Per esempio, nelr655, ilcalvinista francese Isaac de laPeyrère espose la
rienza comune, tutte le creature viventi, incluse forse alcune ora estinte, posso sua eresia preadamitica secondo cui c'erano state due creazioni separate. Solo
no essere sistemate in una gerarchia ininterrotta, dall'inferiore al superiore, gli ebrei discendevano da Adamo e solo gli ebrei erano stati contaminati dal
culminante con l'uomo, come afferma la Genesi. peccato originale quale conseguenza della disobbedienza di Eva. Il Diluvio era
Se però la varietà complessiva delle creature è cosi grande e cosi piccola la stato limitato al Medio Oriente. Il resto del genere umano, gli Indiani d'Ame
differenza tra un'ipotetica specie creata e un'altra, dov'è il confine tra l'uomo e rica compresi, apparteneva a un ceppo del tutto anteriore e separato, i cui mem
il non-uomo? Che tipo di creatura si trova immediatamente al di sotto dell'uo bri sono per loro natura immersi nella selvatichezza primitiva, tranne i cristia
mo nellacatena gerarchica? ni che sono stati redenti da Cristo e che potenzialmente fanno parte degli Eletti
Nel z677 William Petty, scienziato e studioso inglese di spicco, dichiarava di Dio.
che (<dell'uomo stesso paiono esservi specie numerose, per non menzionare i C'erano altri modi di pervenire a una conclusione per molti versi simile, ma
Giganti e i Pigmei o quella sorta di uomini minuscoli quasi privi di linguaggio una caratteristica comune delle diverse argomentazioni era che i «gentili» non
e che si nutrono essenzialmente di pesce» [ed. t9z7, pp. 30-3t ], termini non compresi nella Bibbia e i «selvaggi» erano associati come una specie di residuo
molto diversi da quelli usati nel xrv secolo da John Mandeville nella sua imma storico dei «primi uomini». Cosi Vico si limita esplicitamente alla storia dei
ginaria ricerca di «diversità di genti e forme diverse di uomo e di bestie». Alla «gentili », che comprende i Greci, i Romani e gli Indiani d'America, in modo da
6ne del xvn secolo un altro scienziato inglese, l'anatomista Edward Tyson, evitare qualsiasi sfida diretta all'Antico Testamento; viceversa la famosa etno
basando la sua dimostrazione sulla dissezione di un orangutan, asseri autorevol gra6a degli Indiani Irochesi, scritta dal gesuita padre Lafitau all'inizio del xvni
mente che i Pigmei rappresentano «un anello di congiunzione fra la scimmia e secolo [r7zg], si diffonde in paralleli fra i costumi degli Indiani d'America e
l'uomo» [Tyson r699 e cfr. tav. z3 ], affermazione piu tardi adottata da Lin quelli dei Greci e dei Romani. In un certo senso la dottrina della Caduta era
neo [1735] e da Rousseau [I755]. stata capovolta; l'ottimistica teoria di un progresso evolutivo stava per soppian
tare quella pessimistica della degenerazione universale, ma il beneficio di siffat
to progresso era riservato ai cristiani europei dalla pelle bianca.
r.7. Antropologia biblica.
Argomentazioni di questo tipo, che confondevano il «genere inferiore d'uo i.8, Il concetto di uomo naturale.
mo» con il «genere superiore di scimmia», non erano solo esercizi di discri
minazione scientifica sempre piu raffinata; essi facevano parte integrante di La logica di questo capovolgimento merita attenzione. La storia mitica tra
un dibattito allora in corso, il cui scopo primario era di realizzare una sintesi dizionale si era limitata ad affermare l'opposizione tra la nostra esistenza mor
fra la dottrina teologica della Caduta e i fatti della geografia umana, scoperti tale, legata al tempo di questo mondo imperfetto, e l'immortale perfezione
di recente. atemporale del Paradiso. Questo Mondo e l'Altro Mondo coesistono. Ma le sto
La scoperta delle Americhe e dell'Africa meridionale era avvenuta contem rie mitiche hanno per necessità una struttura lineare in cui una cosa accade do
Anthropos 6o4 6og Anthropos
po un'altra: il Paradiso atemporale sta sempre all'inizio e l'hic et nunc legato al ge, conducendo nel «continuo timore e pericolo di morte violenta» una vita «so
tempo sta sempre alla fine, benché in certi casi, come nel cristianesimo, ci sia litaria, misera, sgradevole, brutale e breve» (trad. it. p. rzo ).
la visione di un futuro escatologico in cui il genere umano redento farà di nuo Vico e Rousseau non fecero altro che riportare la rappresentazione biblica
vo ritorno all'inizio. In uno schema mentale del genere, i processi della storia un passo indietro, a un mondo preadamita, non razionale, di pace e di innocen
sono necessariamente visti come un declino che segue un'età dell'oro. za. Lo stato di paura continua, che Hobbes attribuiva all'uomo naturale fuori
La secolarizzazione dell'argomento, che iniziò con Democrito (fine del v della società, per Vico era caratteristica dell'emergere dell'uomo civilizzato nel
secolo a. C.) ed è caratteristica di tutti gli epicurei (dalla fine del tv secolo a. C. la società, e in effetti fu alle origini di gran parte della cultura umana.
in poi) converti la degenerazione in evoluzione. In Lucrezio (t secolo a. C.), la Nel frattempo, la scarsa opinione che Hobbes aveva dell'uomo naturale in
creazione è un processo spontaneo piu che il risultato dell'intervento divino. quanto individuo fu modificata da John Locke, il quale mise l'accento sul fatto
La società umana si sviluppa per stadi secondo una logica semplicistica: alla che, se l'uomo fuori della società è un essere amorale, la distinzione stessa fra
raccolta segue la caccia, alla caccia l'agricoltura. C'è una progressione dalla comportamento morale e amorale dipende dalle convenzioni sociali.
promiscuità sessuale alla coabitazione in coppia, al raggruppamento di piu fa Locke [r694] sosteneva la sua tesi concernente la relatività morale, citando
miglie in villaggi stabili. All'anarchia senza legge e alla guerra di tutti contro tutta una serie di orrifiche storie etnografiche completamente inventate come :
tutti, fa seguito la vita organizzata sotto costituzioni statali, invenzione razio «È cosa ordinaria presso i Mingreliani, che fanno professione di Cristianesimo,
nale di saggi legislatori. Vari schemi di tipo sorprendentemente analogo riappa seppellire vivi i propri fanciulli, senza alcuno scrupolo. Altrove, i padri mangia
iono nelle opere degli evoluzionisti del xvnr e del xtx secolo (Condorcet, Mc no i propri fanciulli. I Caraibi avevano l'abitudine di castrarli, per ingrassarli e
Lennan, Morgan). mangiarli » (trad. it. libro I, p. 7o).
Gli argomenti di Zenone (fine del Iv secolo a. C.) e dei suoi successori rap La Grande Catena dell'Essere è qui divenuta questione di diversità morale
presentano un'altra alternativa al mito dell'età dell'oro. piuttosto che di specie biologica, ma è del tutto chiaro da che parte Locke
L'uomo, in quanto parte di una natura divinamente ordinata, è soggetto a avrebbe voluto collocarsi. È la sua cultura che rappresenta la rispettabilità mo
leggi naturali universalmente valide, ma queste vanno distinte dalle leggi fatte rale ; gli altri, amorali, sono percepiti come cannibali mostruosi che divorano i
dall'uomo per la società, valide solo localmente. Ne consegue che l'uomo reale, propri figli. L'etica sottintesa è quella della mitologia popolare tradizionale da
come lo si trova nelle società reali, è una creatura composita che possiede attri cui abbiamo preso le mosse.
buti culturali sovrimposti ad attributi naturali. Il fatto che la dottrina della relatività culturale, oggi di moda, e che le gene
Versioni di quest'ultimo tema, anch' esso evoluzionistico ma in un senso razioni successive hanno ripreso da Locke, incorpori il presupposto tradiziona
piuttosto diverso, riappaiono verso la metà del xviii secolo nelle filosofie di Vi le, secondo cui l'opposizione noi/altri equivale a quella umano/mostro, dovreb
co, Rousseau e di Lord Monboddo, dove risulta capovolta la dottrina cristiana be servire da monito; ma il dilemma è piu sottile.
ortodossa della redenzione ciclica. Al posto della caduta dalla Grazia cui fa se Dal z65o in poi, in reazione a Hobbes, molti autori tentarono in modi diver
guito un ritorno al Paradiso, abbiamo una concezione per cui gli inizi del lin si di trasformare la tesi biblica secondo cui la civiltà è il risultato dello scadi
guaggio e dei rapporti sociali sono invenzioni umane che segnano l'emergere mento da uno stato di Grazia originario nel postulato secondo cui la presente
dell'uomo da uno stato di bestialità ma, a causa della fragilità umana, il dise condizione dell'uomo in società sarebbe il frutto di costrizioni sociali o condi
gno dellastoria ciriporta verso una nuova barbarie. zionamenti culturali imposti ad uno stato preumano di animalità, in cui l'«uo
In tutte queste speculazioni circa una progressiva perfettibilità o decadenza mo» esisteva come individuo solitario al di fuori di qualsiasi umanità naturale.
della società è implicito che l'uomo nella civiltà dovrebbe essere considerato Ma se la dottrina lockiana dell'assenza di idee morali innate è portata a questi
provvisto di attributi (cultura) aggiunti a quelli della sua natura animale. Di estremi, allora quell'animale del tutto immaginario che è l'uomo naturale di
conseguenza, i teorici in questione furono condotti a postulare uno stato origi venta una creatura del tutto arbitraria, che consente ogni sorta di manipolazio
nale in cui un ipotetico uomo naturale preumano esisteva, senza società e senza ne politica.
linguaggio, vivente allo stato selvatico in una sorta di foresta edenica. Che questa idea piaccia o faccia orrore, dipende da chi siamo. La lettura
La tesi sottintesa, cioè che l'unità dell'uomo è naturale mentre la diversità che Gramsci [ed. ttlpg, p. r874] fa di Marx, secondo cui «non si può parlare di
dell'uomo in società è culturale, è diventata oggi articolo di fede per i marxisti "natura" come di alcunché di fisso, immutabile e oggettivo» in quanto «la ".na
ed è seguita anche dalla maggior parte degli antropologi. Questa dottrina ha tura" dell'uomo è l'insieme dei rapporti sociali che determina una coscienza sto
radici remote nella concezione stoica di una universale fratellanza dell'uomo, ricamente definita», è in linea con questo stile di pensiero ; e cosi pure la prece
nel contesto di una cosmopoli universale, ma il suo riemergere tra la fine del dente predizione di Rousseau, straordinaria ma sconvolgente, che a causa del
xvIt e l'inizio del xvItt secolo rispondeva alla formula di Hobbes [r65z], secon l'avarizia individuale bisognerà che gli uomini vengano «costretti ad essere
do cui in origine l'uomo, come Caino, si era aggirato ramingo per terre selvag liberi ».
Anthropos 6o6 6op Anthropos
Due punti in particolare sono qui rilevanti. Primo, i grandi filosofi sociali esistente, cosicché, nei limiti in cui i singoli esseri umani sono in grado di deci
del xvIn secolo, Vico, Rousseau ed altri, i cui nomi sono oggi cosi spesso invo frare l'ordinamento dell'universo e modificarlo, sono essi stessi divini.
cati quali precursori di Marx, in quanto misero l'accento sul fatto che la storia L'opinione secondo cui il fine specifico degli studiosi della società umana do
umana è opera dell'uomo e non il risultato del ripetuto intervento divino, non vrebbe essere quello di sviluppare una «scienza sociale» analoga alla «scienza
erano atei ma deisti che esageravano enormemente le capacità della Ragione fisica» dell'epoca di Newton, implica proprio questo tipo di deificazione dei po
Divina, cosi com'è racchiusa nelle menti umane. Secondo, la distinzione artifi teri della ragione umana. Auguste Comte, spesso considerato il padre fondato
ciale tra cultura e natura, d'immensa importanza nella storia dell'antropologia re del pensiero sociologico moderno, si è anzi spinto al punto di fondare una
del xx secolo, da un certo punto di vista è una logica derivazione dal relativismo chiesa positivista nel cui credo la «ragione» svolgeva esplicitamente la parte di
morale di Locke, ma per un altro aspetto è una trasformazione dell'opposizione solito assegnata alla «divinità».
cartesiana fra mente cosciente e materia inconsapevole. I limiti di quest'ultima È interessantenotare come la fisica moderna sia riuscita a sottrarsialle sue
diade valgono anche per la prima. origini dualistiche, facendo a meno della materia morta piuttosto che della men
te vivente. Secondo Bertalan8y, la fisica moderna ha distrutto il concetto di
materia solo per modo di dire ; le componenti ultime della realtà fisica non sono
I.9. Dualismo ingenuo.
piu piccoli corpi, ma entità dinamiche di cui si può dire soltanto che è possibi
Una qualche forma di dualismo filosofico sembra quasi un universale uma le descrivere alcuni aspetti del loro comportamento mediante leggi matemati
no. Per lo piu esso prende una forma vitalistica, in quanto un'essenza metafisi che. Analogamente, gli antropologi contemporanei si stanno gradualmente ren
ca, la «vita», tortuosamente identificata con la personalità individuale, è consi dendo conto del fatto che il loro oggetto non consta tanto di cose e di esseri uma
derata come la forma attivante che conferisce la capacità di crescita e di movi ni, quanto di rapporti in interazione dinamica. Prima di pervenire a questa sco
mento alla materia altrimenti «morta». perta, però, gli antropologi, come i fisici, andarono in cerca di tutta una serie di
Per quanto ne sappiamo, l'uomo è l'unico animale consapevole del fenome modelli meccanicistici.
no della morte e della sua inevitabilità. Nonostante le ipotesi di Freud circa un
istinto di morte (8ávxwoq), sembra chiaro che la nostra preoccupazione umana r.ro. Rousseau e Buffon.
per la prospettiva di una morte incombente si basi sulla conoscenza cultural
mente acquisita che deriva dal modo in cui usiamo il linguaggio per distingue La trasformazione dell'uomo, creatura speciale quasi divina, in uomo ani
re due stati opposti dello stesso corpo animale, vivo o morto. Le conseguenze male - macchina mondana, e da qui in uomo, complesso di idee relazionali so
sociali di questa semplice discriminazione sono incalcolabili. Ogni azione reli cialmente generate, fu il risultato del convergere nella storia delle idee di svi
giosa e ogni ideologia rappresentano un tentativo di negare, o almeno di quali luppi paralleli ma distinti. A questo riguardo Rousseau e il naturalista Buffon,
ficare, la prospettiva secondo cui la morte di un essere umano rappresenta la suo contemporaneo, rappresentano posizioni antitetiche. Rousseau s'interessa
sua estinzione finale e completa. all'uomo in società; Buifon si occupa da naturalista dell'uomo considerato co
La logica del dualismo vitalistico è superficialmente molto semplice. Se ciò me specie zoologica nelle sue varietà.
che un istante fa era vivo, adesso è morto, allora qualcosa dev'essersi «diparti Rousseau segui Linneo nel considerare almeno alcune specie di grandi scim
to» dal corpo morto. Questo qualcosa è la sua «vita», «anima», «spirito», «per mie alla stregua di «uomini selvatici», poiché la sua teoria di stile lamarckiano
sonalità»,«spettro» o altro.Ne consegue che quest'anima dipartita deve ora della perfettibilità esigeva che il linguaggio umano fosse un'invenzione dell'uo
trovarsi altrove. Se non si è immediatamente reincarnata in questo mondo in mo. Ciò implicava l'esistenza di «uomini » prima che esistessero uomini parlanti
qualche altra forma, come sostiene la dottrina buddista della trasmigrazione e lasciava aperta la possibilità che ci fossero ancora degli «uomini» che avevano
delle anime, allora essa deve continuare la sua esistenza in qualche altro mondo, dimenticato o mai acquisito l'arte della parola. Tuttavia, riguardo alla classi
la Terra dei Morti. Se la Terra dei Morti è dimora permanente piuttosto che ficazione,Rousseau fu per temperamento un raggruppatore piu che un separa
temporanea delle anime dipartite, essa possiede la caratteristica che i suoi abi tore. Egli riteneva gli uomini tutti uguali nella loro essenza zoologica, e fu que
tanti sono immortali. È facile allora attribuire ai morti immortali proprio quel sta credenza che forni le basi della sua dottrina politica radicale, secondo cui
le qualità di onnipotenza di cui i mortali impotenti sembrano privi, Gli antena in una società giusta tutti gli individui sarebbero stati ugualmente liberi ed
ti morti sono trasformati in divinità e si sviluppa un culto religioso come mezzo uguali,
per riportare nel mondo reale dell'umanità sofferente la potenza di Dio Padre. Buffon, d'altro canto, sembra aver ritenuto che in natura la Grande Catena
Nel xvn e xvnt secolo, un'importante corrente della filosofia europea occi dell'Essere sia un continuum assoluto di individui e che la nostra inclinazione
dentale fini col trasformare il Dio Padre, onnisciente e onnipotente regolatore umana a distinguere specie separate sia convenzionale: «I generi, gli ordini e le
del destino umano e inumano, nella Ragione Divina, l'ordinamento del mondo classi esistono solo nella nostra immaginazione». Il continuum è una gerarchia
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  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] ANTHROPOS Ugo Fabietti — ANTHROPOS pag.4 Edmund Leach — ANTHROPOSp ag.1 0 CULTURA/CULTURE p ag.5 6 E TNOCENTRISMI p a g . 7 3 NATURA/CULTURA p ag.8 2
  • 2. Anthropos Anthropos Q Q Oa OQl àlccl O O O Q c«lIù N MN MM g + .cà F Q Q Q Oàl cà Qàl O g Q 4 • Q O g v V V QOON O O QON b0 àl càQ Il M Q V . Cà + b0 Q 4 +1 'j M Q àl '4 N ccl àl àl QV + acà E Q o V O O, àl V +Q O O g 4 O cà Il cà Q 4 Q V 8 O O O Q Q Fcà àà à! V V V V V V V V V V V ID O O O M Q OObtt b!t OM I ù Iù Q b0 btt o F F anthropos 4 3 cultura /culture 7 3 7 4 5 S 6 6 5 6 8 8 etnocentrismi 6 4 4 g 5 5 3 7 3 4 I 5 6 5 6 8 7 4 5 natura /cultura S ' 4 4 3 4 5 • 6 3 5 5 7 4 7 5 2 4 3 6 4 4 ' 5 3 5 6 6 4 Q ù-t dN àlM O O O Q 4 O O O O + .«à G Q cà O, O cà Q àl O v Q O cà Q k Q F àt ààIl AV O cà Q Od V cà Q Q àl Cà ~ N Iù Q O ò 8 N E oàt 8 IO Q E Q cà 2 O cà OO O MN Q a cà .cà àl Q cà Q EbO I O O O o E àl àl O O O E P. 8 O àl O O g cà Q Q v 4 O O o a o a a E àl O O M + O, M M M 8 8 + 'g anthropos 5 cultura/culture 3 7 6 7 7 5 6 • 7 7 8 6 8 7 4 8 6 7 3 4 5 4 6 6 6 8 S 6 etnocentrismi 3 4 3 3 natura /cultura 3 3 3 3 4 8S S 6 5 5 5 z 6 6 6 6 3 3 6 5 3 4 4 6 67 5 5 Q àl cultura/ V M culturecà V V Q a ocà k O Q 4 g k V u A O + P g Q V cà Q natura/ etnocentrismi natura /cultura 4 cultura cultura/culture 6 • 6 anthropos 3 g etnocentrismi
  • 3. ambiguità allegoria competenza/esecumone codice fonetica immagine avanguardia grammatica metafora Anthropos classico concetto analogia e metafora lessico segno critica esistenza argomentazione lingua significato filologia essere interpretazione lingua/parola simbolo bello/brutto letteratura creatività fenomeno linguaggio maniera formaastratto/concreto metrica espressione poetica fantastico dialettica idea semantica / alfttbeto retorica identità/differenza proposizionee giudizio sens%ignificato / guato ascolto imitazione mediazione traduzione / gesto immaginazione anthropoa opposizione/contraddizione universali/particolari I lettura I I progetto cultura/culture qualità/quantità atti linguistici luogo comune riproduzione/riproducibilità etnorentrismi totalità dicibil%ndicibile orale/scritto I discorso sensibihtà natura/cukura una/moltidecisione enunciazione comunicazione parola I. finzione spazialita arti distribuzione statistica presupposizione e allusione errore ritmo generi artigianato dato informazione scrittura / giochi referente narrazionc/narratività artista etica voce acculturazione induzione statistica stile attribuzione probabilità filosofia/filosofie tema/motivo civiltà oggetto ragione antico/moderno futuro rappresentazione statistica tosto razionai%rrazionale catastrofi calendario produzione artistica selvaggio/barbaro/civotfizgato . teoria/pratica soggetto/oggetto ciclo decadenza armonia coloreuguaglianza evento escatologia escrementi melodia caos/cosmo valori periodizzazione età mitiche disegno/progetto fertilità ritmica/metrica visione curve e superfici infinito vero/falsa tempojtemporalità genesi abbigliamento nascita educazione scala geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà passato/presente canto sensi generazioni suono/rumore invariante mondo alchimia progress%eazione corpo sessualità infanzia coltivazione natura storia tonale/atonale danza vecchiaia morte oàtltura materiale astrologia atlante amore osservazione maschera industria rurale cabala collezione desiderio vita/morte deduzione/prova reale moda materiali elementi documento/monumento / eros equivalenza unità armi credenze ornamento prodotti esoterico/essoterico fossile isteria clinica/ difierenziale formalizzazione frontiera dialetto scclla memoria funzioni I enigma I pulsione angoscia/colpa cura/normalizzazione logica rovina/restauro guerra I fiaba I soma/psiche castrazione c complesso esclusion%ntegrazione infinitesimale possibilità/necessità analisi/sintesi imperi censura I cannibalismo sonn%ogno farmaco/droga fuoco locale/globale referenza/verità anticipazione funzione nazione mostro I identificazionc c transfert follia/delirio homo sistemi di riferimento ricorsività ipotesi misura tattica/strategia popolare I dèi inconscio medicina/medicalizzazione mano/manufatto stabilità/instabilità matematiche modello proverbi / divino tecnica alienazione nevrosi/psicosi normale/anormale variazione metodo struttura tradizioni / eroi utensile teoria/modello coscienza/autocoscienzacentrato/acentrato demagogia piacere iniziazione salute/malattia / combinatoria immaginazione sociale discriminazione sintomo/diagnosi magia / demoni grafo pace repressione alimentazione ateo messia applicazioni agonismo labirinto servo/signore I divi nazioneterrore millennio casta animale chierico/laico cerimonialeassioma/postulato caso/probabilità uomo tolleranza/intolleranza mit%ito donna . cucina continuo/discreto rete chiesa persona I festa causa/efietto utopia tortura domesticamento diavolo puro/impuro t mythoa/logos / feticcio endogamia/ssogamia dipendenza/indipendenzs abaco certezza/dubbio violenza origini fame eresia religione famiglia divisibilità algoritmo giococoerenza libertino sogno/visione lutto incesto vegetale dualità approssimazione convenzione libro ' maschile/femminile insieme calcolo categorie/categorizzazione stregoneria ' determinat%ndeterminato regalità conoscenza matrimonio razionale/algebrico/trascendente l'ito numero peccatoempiria/esperienza coppie filosofiche parentela simmetria zero sacro/profano esperimento caccia/raccolta disciplina(discipline santità borghesi/borghesia tote strutture matematiche legge dono enciclopedia burocrazia economia uomo/donna trasformazioni naturali / categorie libertà/necessità eccedente mnovazione/scoperta classi formazione economico-sociale meta/laica pastorizia controllo/retroazione insegnamento contadini lavoro naturale/artifimale primitivo energia invenzione consenso/dissenso ideologia modo di produzione operatività egemonia/dittatura reciprocità/ridistribuzione masse analogico/digitale equilibri%quihbrio rappresentazione proprietà paradigma intellettuali automa interazione ricerca proletariato riprodumone previsione e possibilità libertà rivoluzione transizione intelligenza artiifiiciale ordine/disordine sistematica e classificazione abbondanza/scataità riduzione maggioranza/minoranza macchina organizzazione bisogno ripetizione partiti programma semplic%omplesso consumo amenza politica simulazione sistema apprendimento amministrazione accumulazione imposta spiegazione l lussostrumento soglia autoregolazione/equihbrazione comunità capitale rverificabilità/falsificabilità r vincolo / conflitto ciisi oro c argento comportamento cognizione consuetudine I coatlt uslollC distnbuzione pesi c misure e condizionamento induzione/deduzione I élite II controllo sociale I innato/acquisito diritto I democrazia/dittatura fabbricagergo produzione/distribuzione astronomia t nonna t gestione ricchezza emozione/motivazione istinto giustizia gruppo cosmologie istituzioni 'i patto imperialismo scambio atomo e molecola mente operazioni Dtere ~l marginalità gravitazione responsabdità impresa spreco luce conservazione/invarianza percezione opinione quoziente intellettuale potere/autorità mercato materia entropia merce fisica pubbùco/pdvato propaganda spazio-tempo atmosfera cellula / ruo1%tatus moneta litosfera forza/campo adattamento abitazione shstodifferenziamenio r soci alizzazione pianificazione moto oceani evoluzione immumtà acqua società profitto particellapianeti mutazione/selezione ambiente spazio sociale rendita soie plasma individualità biologica polimorfismo città integrazione salario clima universo propagazione spcclc invecchiamento utilità quanti ecumene valore/plusvalore relatività organismo insediamento agricoltura reversibilità/irreversibilità regolazione catalisi migrazione città/campagna stato fisico sviluppo e morfogenesi coloniemacromolecole paesaggio commerciometabolismo popolazione industriaomeostasi regione eredità risorseorganico/inorganico spazio economico osmosi gene suolo sviluppo/sottosviluppo vita genotipo/fenotipo terra razza territorio sangue villaggio
  • 4. Anthropos Anthropos, Cultura/culture, Etnocentrismi, Natura/cultura z. Il pensiero segmentante. Il pensiero umano, come il linguaggio, possiede le caratteristiche della linea rità e della segmentazione. La simultaneità delle sensazioni che provengono dal l'esterno attraverso i sensi viene segmentata dal pensiero in una serie disconti nua di rappresentazioni corrispondenti ad oggetti differenti, in modo tale che al Russo continuo d'immagini e di sensazioni si sostituisce la rappresentazione di un mondo ordinato secondo categorie distinte, cosi che laddove esisteva un'uni tà sensoriale si sostituisce una discontinuità concettuale. Ora ci si deve doman dare se la stessa immagine che l'uomo produce di sé non sia essa stessa il frutto, remoto fin che si vuole, di questo tipo di operazione che sembra sempre ripro porre un'immagine del genere umano intelligibile solo a condizione di sotto porla ad una continua frammentazione, laddove invece, molto probabilmente, esiste una continuità assoluta. Uomo biologico (homo) e uomo culturale (+anthro pos+) ;noi e gli altri; naturale, soprannaturale, innaturale; una cultura, tante cul ture : +cultura/culture+, una società, tante società. Queste non sono che una va rietà minima delle infinite parcellizzazioni concettuali relative a se stesso che l'uomo continua a riprodurre, forse dal momento stesso in cui egli ha acquisito, nel corso dell'evoluzione, quel complesso di facoltà mentali che lo rendono un essere unitario dal punto di vista genetico. Queste parcellizzazioni concettuali hanno subito, e continuano tuttora a su bire, metamorfosi sostanziali, le quali possono essere ricollegate al particolare contesto ideologico, politico e scientifico, in breve, storico e culturale, che ha contrassegnato, e contrassegna attualmente, ogni atto riflessivo (consapevole o no) dell'uomo su se stesso. h probabile che, come dimostrano osservazioni compiute in ambiti diffe renti, il processo classificatorio dell'esperienza in categorie concettuali distinte derivi dal fatto che gli uomini hanno la prerogativa di poter pensare un sé co sciente — un « io» — come distinto da un'entità materiale separata — il «mio cor po» — un genere di operazione, questa, che nella storia della cultura occidentale è stata sistematicamente ed esplicitamente sviluppata da Descartes in poi, dove res cogitans e res extensa si oppongono come due entità non comunicanti. Il primato della materia. Nella tradizione dell'antropologia occidentale la separazione tra mente e materia è venuta a svolgere un ruolo epistemologico centrale, dove però, abba stanza paradossalmente se si pensa all'importanza del pensiero religioso anche
  • 5. Sistematica locale Anthropos nell<Europa dell'età moderna, si è assistito a una svalutazione della res cogitans ciale», sembra proprio confermare il fatto che quanto piu gli uomini ampliano cartesiana a tutto vantaggio della materia. I modelli sociologici, ma anche quelli l orizzonte delle proprie conoscenze tanto piu tendono a spostare «le frontie psicologici, prodotti a partire dagl'inizi del xvn secolo sono infatti tutti costruiti re dell'ignoto». Le vicissitudini del «cannibale» nella letteratura antropologica sulla metafora della macchina o dell'organismo vivente. Fino a qualche decen sembrano del resto provare che neppure gli ambienti scientifici si sottraggono a nio fa, ma in una certa misura anche oggi, la tendenza prevalente ncl campo della questa tendenza. A livello non scientifico, popolare, l'incontro con civiltà «di sociologia e dell'antropologia è stata quella di costruire modelli di società di tipo verse»(in questo caso l'incontro della «nostra» con le «altre») ha provocato rea omeostatico. Questi modelli implicano una concezione dcllc società concrete zioni analoghe. Anche in questo caso però il modo in cui di volta in volta gli come organismi autosufficienti, autoregolantisi, i quali possono s<issistcre senza «altri» sono stati visti e percepiti era correlato allo spazio politico e ideologico alcuno scambio con l'ambiente esterno (le altre società). Ora invece c proprio entro il quale si muoveva l'osservatore. L'altalena a cui Colombo sottopone la vero il contrario, e cioè che le società concrete sono «sistemi aperti» di cui è propria capacità immaginativa, oscillante di volta in volta tra una raffigurazione praticamente impossibile, se non a condizione d'introdurr« l'artificio, delimi mostruosa e un'immagine «umana» dei Caribi e delle popolazioni che egli in tare i confini precisi. Il funzionalismo può allora apparire propri<> come il pro contra nel corso delle sue scoperte, è, da questo punto di vista, assai indicativa. dotto culturale (scientifico) dell'incontro tra una concezione parccllizzata e par Come altrettanto indicativa al riguardo è l'immagine del «primitivo» prodotta cellizzante di un continuum concreto (tutti i sistemi sociali), la tendenza a pro molto tempo dopo dall'antropologia vittoriana, che, pur considerando il «pri durre modelli sulla base dell'analogia con l'organismo viventc (bi<)logico) e una mitivo» un «essere umano», riteneva tuttavia che fosse dotato di facoltà mentali concezione della natura anch' essa ordinata secondo sequenze discrete. poco sviluppate e che fosse quindi necessario, per la sua salvezza spirituale o Sarebbe tuttavia fuori luogo concludere che una teoria sifk<tta «lci sistemi per la sua emancipazione dalla schiavitu impostagli dalla natura (a seconda che sociali sia solo il prodotto dell'incontro di istanze mentali, qual è appunto la ten il punto di vista fosse quello del missionario o dell'antropologo illuminato e pro denza a immettere la discontinuità nella continuità, con la tendenza chc consi gressista), indicargli la giusta via da seguire. ste nel privilegiare uno dei termini dell'esperienza trascendentale (il «mio cor po»), istanze di cui peraltro s'ignora fino a che punto siano caratteristiche della «natura umana». 4. «Scienza»/« ideologia». Per tornare dunque al problema di sapere fino a che punto una particolare 3. <<Noi » e gli «altri ». teoria dell'uomo in società (o della società tout court) —nel caso specifico la teo ria funzionalistica — sia il prodotto di una particolare aggregazione di istanze L'intera storia della rifiessione dell'uomo su se stesso — sia come essere in mentali connaturate all'uomo / agli uomini, e fino a che punto essa sia invece il dividuale sia come essere sociale — appare infatti come il prodotto del modo di prodotto di condizioni storico-politiche e ideologiche, appare evidente che la se verso in cui gli uomini, in un'epoca o in un'altra, hanno cercato di produrre un conda parte della questione non può essere affatto elusa. Anzi, una corretta va sapere di se stessi e degli altri attraverso una griglia concettuale dipendente lutazione dell'intera storia del pensiero antropologico non può prescindere dalla da quella che era la loro cultura in quel preciso momento. Questa osservazione considerazione del clima intellettuale in cui le teorie generali sull'uomo e sulla può sembrare banale, ma è bene ricordare che il concetto attuale di uomo è un societàvengono prodotte. prodotto recente. Quando tale concetto non esisteva, i confini dell'umano si ar Il funzionalismo classico — quello cioè dell'antropologia sociale britannica del restavano, di solito, ai confini del geograficamente noto. Non sembrerà allora periodo compreso tra le due guerre — esemplifica abbastanza bene questa dupli strano che uomini come Erodoto, Ibn Battuta o Marco Polo — solo per citarne ce natura, «scientifica» e «ideologica» nello stesso tempo, delle teorie antropo alcuni —, uomini non certo sprovvisti di ciò che oggi verrebbe chiamato «un logiche, siano esse tali in senso lato o appartenenti alla tradizione accademica acuto spirito d'osservazione», abbiano potuto favoleggiare di amazzoni e di can di questa disciplina. Il funzionalismo può infatti essere considerato come un at nibali dalla testa di cane non appena non erano piu in grado di «vedere» di teggiamento teorico in linea con le teorie organicistiche di lontana derivazione rettamente ma dovevano affiidarsi al «sentito dire». Ciò che mancava loro, si hobbesiana: esso è un tentativo di comprendere le società attraverso lo studio potrebbe dire oggi, ponendo la coppia+natura/cultura+, era la capacità d'infe delle forme delle istituzioni sociali e delle regole che, appunto, ne determinano rire, una capacità di cui certo non erano privi «per natura» bensi «per cultura». il funzionamento. È però anche vero che la forte idiosincrasia mostrata dai fun Ma si trattava appunto della «cultura» di un mondo spazialmente «limitato». zionalisti verso qualunque considerazione dell'evento come fattore di cambia Potrebbe tuttavia trattarsi di una caratteristica propria dell'uomo quella che mento, e verso ogni tipo di prospettiva storica, ha fatto di questo atteggiamento consiste nel produrre continuamente immagini di esseri e di mondi a lui estra teorico l'oggetto di violenti attacchi da parte degli antropologi d'ispirazione mar nei. La fantascienza, come genere letterario, ma anche come immaginario «so xista. Ma d altra parte non si deve dimenticare che questa stessa reazione è giun
  • 6. Sistematica locale Anthropos ta nel momento in cui si apriva il periodo della decolonizzazione e molti antro «scienza naturale della società», per usare un'espressione di Radcliffe-Brown il pologi, soprattutto marxisti, si ponevano il problema di conoscere quali erano i meccanismi grazie ai quali le società tradizionali mutavano la loro struttura in quale concepiva l'idea di elaborare una tipologia delle relazioni strutturali in un contesto caratterizzato dall'integrazione o articolazione di logiche sociali ri terne alle società etnografiche e di compararle), deve ammettere che non può esistere «legge» o «regola» sociologica che non sia anche simbolizzata a livello produttive diverse, ma comunque «funzionali» alla riproduzione del modo di produzione capitalistico, mentale. In altre parole egli dovrà porsi il problema di rintracciare gli «univer sali psicologici» dell'uomo che sottostanno, o «corrispondono», al piano del l'azione. Questo problema tuttavia non rappresenta altro che una variante di «8cienza sociale»come scienza naturale. quello che consiste nel definire l'unità psichica dell'uomo, unità che invece la pratica scientifica, ma anche gli +etnocentrismi+ discriminatori tra un «noi» e D'altra parte funzionalismo e marxismo non sono molto lontani l'uno dal gli «altri », frammentano in società, culture, «razze», come tante molteplici enti tà discrete o come tanti sistemi «chiusi». l'altro allorché entrambi considerano la società come il prodotto di «leggi» so vraindividuali. Ma anche questa considerazione non è certo esente dai «pro blemi» che da Vico in poi (tanto per stabilire una genealogia «moderna») hanno 6. L a (< natura umana». impegnato piu di una mente filosofica, per giungere fino allo stesso Marx. Tra questi «problemi », quello che forse li riassume tutti quanti insieme è il proble ma di sapere fino a che punto il processo di sviluppo storico sia determinato da Gli antropologi considerano oggi l'uomo come una specie unica (Homo sa piens sapiens) sulla base della constatazione del fatto che tutte le «varietà» di esso forze che si sottraggono al controllo dei singoli e quale spazio di manovra ab biano per contro gli uomini — che sono in grado di comprendere razionalmente s'incrociano le une con le altre. Dal punto di vista dell'atteggiamento che carat terizza oggi la reale pratica scientifica, il riconoscimento dell'unità dell'uomo ri tali forze — per poter cambiare il corso della storia attraverso una serie di atti veste tuttavia piu il carattere di una petitio principii — dettata da istanze di ordine volontari e coscienti. Si tratta insomma del problema del «determinismo socia le» il quale rinvia dopotutto all'altro «problema», quello di sapere se c come «morale» — che non di un principio regolativo della ricerca. Gli antropologi in i processi di tipo storico e sociale possono essere considerati come analoghi ai fatti hanno — e per la verità è difficile immaginare come possa essere il contrario processi «veramente naturali» presi in considerazione dalle scienze fisico-chimi — la tendenza a distinguere, a segmentare, a creare tassonomie per giungere alle che, il problema insomma di sapere se sia possibile oppure no pervenire a for quali essi si servono di dati empirici che considerano come assoluti (differenze mulare i principi di una «scienza naturale della società». somatiche, linguistiche, politiche, religiose, ecc.), salvo poi appunto negare loro a posteriori tale assolutezza allorché si tratta di riaffermare, contro la strumen Il modo di affrontare il problema dipende, abbastanza paradossalmente per ché si tratta di una scelta niente affatto «scientifica» ma soggettiva, da come talizzazione politica e ideologica delle «differenze», l'unità della specie. Non è l'antropologo considera se stesso, se si considera cioè un «filosofo» che discute forse fuori luogo sostenere che si è qui ancora una volta in presenza di quell'at della «natura umana» cercando di esplicitarne le caratteristiche fondamentali, o tività segmentante del pensiero umano (tanto «scientifico» quanto «selvaggio») piuttosto uno scienziato che agisce — ocrede di agire — come il fisico o il chimico che è in aperto contrasto con l'unità sensoriale del mondo. Da quest'ultimo pun che conducono esperimenti controllabili di laboratorio. to di vista l'uomo non pare distinguersi dagli altri animali superiori, il cui ap Di solito questi diversi atteggiamenti dell'antropologo — peraltro quasi mai parato sensorialefunziona, per quanto è dato sapere,in maniera pressoché ana distinguibili in modo chiaro e assoluto — corrispondono a un interesse preva loga. Ci si può allora chiedere che cosa distingue l'uomo in quanto specie unica dagli altri animali, e la risposta piu ovvia consisterà certamente nell'affermare lente circa il modo in cui gli esseri umani «si rappresentano» il mondo (sociale, culturale e naturale) che li circonda e che essi investono di «senso», nel primo che la differenza risiede nel possesso del linguaggio il quale è una «caratteristica specifica dell'uomo», che anzi esso è una componente essenziale della «natura caso; mentre nel secondo caso l'antropologo s'impegnerà, nella veste di «scien ziato sociale», nella ricerca delle «leggi sociali» che determinano'il comporta umana». Ma benché si possa sostenere in via generale che tutti gli uomini pos mento degli uomini, e si sentirà di conseguenza sollecitato ad interessarsi piu siedono la facoltà geneticamente trasmessa di acquisire un linguaggio, è anche vero che un linguaggio può essere acquisito solo all'interno di una società e in dell'aspetto materiale e infrastrutturale che non di quello mentale di esso. Tuttavia è ormai assodato che tutte le azioni umane implicano sia un livello un contesto culturale. Ci si ritrova cosi di fronte al problema di sapere che cosa, di simbolizzazione nella mente di chi le compie, sia un aspetto di reazione agli nell'uomo, è «naturale» e che cosa non lo è, anche se di fatto si è portati a soste nere che il linguaggio (o la cultura) è una caratteristica della «natura umana».stimoli provenienti da un ambiente «esterno». A questo punto l'antropologo che si vuole «scienziato sociale» e che come tale vuole farsi sostenitore dell'idea Ossia ci si trova in presenza di un «problema» che da sempre ha sollecitato l'at di una «scienza sociale» concepita sul modello della «scienza naturale» (di una tenzione degli uomini, quello della +natura/cultura+, del passaggio dalla natura alla cultura.
  • 7. Sistematica locale IO Anthropos questo aspetto dell'attività simbolica e dimostrò come l'opposizione vivente/ Dalla natura alla cultura e dalla cultura alla natura: l'immagine del mon non-vivente rivesta, nonostante la sua universalità, un significato di volta in vol ta socialmente diverso a seconda del sistema culturale (simbolico e classificato do e della società. rio) all'interno del quale essa viene formulata. L'idea di un passaggio dalla natura alla cultura parte dal presupposto che L'etnografia ha anche mostrato, d'altra parte, che è proprio dell'uomo inter natura e cultura siano due entità distinte. Tuttavia ogni defi nizion dell'uomo pretare la natura sul modello della propria organizzazione sociale o culturale ma (+anthropos+) in quanto essere dotato di cultura parte dal presupposto che la anche, come si è detto prima, che esiste la tendenza inversa, quella che consiste cultura (o il linguaggio) sia una caratteristica «naturale» dell'uomo, che l'uo nel considerarela propria cultura (o la propria organizzazione sociale) sul mo dello della natura. mo sia cioè un essere dotato di caratteristiche mentali tali da essere «predispo sto» (biologicamente) all'acquisizione della cultura come comportamento sociale Le analogie che l'uomo stabilisce tra i due termini di ciò che pure egli conce (appreso, secondo la nota definizione di Tylor). Da questo punto di vista que pisce come un'opposizione, l'opposizione +natura/cultura+, sembrerebbe essere st'ultima affermazione pare risolvere il problema chc aveva impegnato la ri una conferma del fatto che piu che discontinuità tra questi due termini esiste flessione di quei 6losofi che, a partire dalla 6ne del xvII secolo, si erano posti il continuità, una continuità che tuttavia gli uomini si ostinano a voler rendere problema di separare un uomo «naturale» da un uomo «culturale», consideran discontinua ad ogni costo. I «riti di passaggio» di cui Van Gennep forni per la do la cultura (cioè il linguaggio e le abitudini sociali in genere) come una specie prima volta una classificazione e una teoria compiute, sono proprio un esempio, di «sovrapposizione» agli attributi «naturali » dell'uomo. Questa prospettiva sfo universalmente riscontrabile, tanto del fatto che gli uomini si servono di mo ciava però nel paradosso che consisteva nel dover ammcttcrc che nell'uomo «na delli naturali per la costruzione di modelli culturali, quanto del procedimento inverso, che consiste appunto nel produrre rappresentazioni della natura mo turale» — privo cioè di linguaggio — vi era un elemento — l'inventiva umana fondato su di un'attività razionale astratta esistente indipendentemente dal lin dellate sulla cultura o sulla società. La percezione del tempo che i riti di pas saggio implicano nel loro svolgimento si fonda su di un'analogia tra le fasi del guaggio e purtuttavia responsabile del progresso della specie. Oggi questo ar gomento non pare essere molto convincente. Tuttavia ci si dovrebbe domandare rito e le fasi, o i tempi, della natura: l'iniziato passa attraverso tre stadi che ne se sia un argomento molto piu convincente il sostenere che la possibilità di ac sanciscono rispettivamente la «morte» rispetto alla vecchia condizione, la na quisire e di far uso di strumenti culturali come il linguaggio è da considerarsi scita a una nuova «6gura» sociale e un intervallo tra queste due fasi iniziale e 6nale durante il quale l'iniziando-iniziato vive una condizione a temporale e una caratteristica «biologica» dell'uomo. Ciò nonostante la prospettiva secondo la quale la cultura. dovrebbe essere a-sociale. Tuttavia, il tempo stesso che è alla base tanto dei processi naturali considerata dopotutto una caratteristica «naturale» dell'uomo sembra, malgra quanto dei processi culturali, è un'entità continua. Nei riti di passaggio esso viene segmentato in quanto non è piu tempo naturale, bensi tempo culturale che do la sfumatura paradossale che tale affermazione riveste perfino sullo stesso deve scandire il passaggio di un individuo da uno stato (culturale ma pensato piano della sua semplice formulazione linguistica, la piu accettabile. Per la verità parecchi comportamenti culturali dell'uomo contribuiscono a come naturale) all'altro. Questo atteggiamento nei riguardi del tempo, tanto produrre un'immagine della natura e della cultura come di due identità diffiI naturale quanto culturale, ripropone ancora una volta l'attitudine dell'uomo a cilmente separabili. Si pensi ad esempio al modo in cui gli uomini di diverse segmentare lo spazio sociale della propria esperienza, nel caso specifico a tener società simbolizzano la natura o, all'opposto, al modo in cui gli uomini si rap separate natura e cultura che invece a livello della sua esperienza sono stretta mente connesse in un continuum emozionale e sensoriale. presentano la loro cultura o la loro società particolari. Ci si accorgerà che ora Questo lavoro segmentante del pensiero umano riproduce ovunque, e con l'uno ora l'altro dei due termini — 'natura' e 'cultura' — serve per rappresenta modalità differenti che possono essere correttamente comprese solo all'inter re quello che gli uomini considerano il suo opposto. La tendenza comune a tutte le società che consiste nel concepire il mondo naturale attraverso una serie di no di quelle costellazioni significanti che sono i sistemi di classificazione, la di opposizioni dicotomiche (maschio/femmina, grande/piccolo, caldo(freddo, al cotomia +natura/cultura+; e nondimeno cerca di gettare un ponte tra l'una e 1> to/basso, vivente/non-vivente, e cosi via in pratica all'in6nito) fa si riferimento laltraproprio in virtu dello scarto che esso sembra avvertire tra la propria in alla natura; ma è anche vero che questa serie di opposizioni dicotomiche coglie, cessante attività di parcellizzazione dell'esperienza e il flusso dell'esperienza. della natura, delle qualità astratte e non delle semplici «cose». Questo fatto si Nel momento in cui il pensiero getta questo ponte, ossia si rappresenta il proble ma di spiegare il passaggio dalla natura alla cultura, esso «esorcizza» il ritorno gnifica che se anche nella natura esistono delle differenze di qualità, sono pur sempre gli uomini a decidere, sulla base di parametri culturali di volta in volta dell'unità, del continuum, che pure l'esperienza gli ripropone ma che esso giu diversi, quando qualche «cosa» o qualche situazione vada considerata come piu dica tuttavia incompatibile col fondamento stesso della sua attività: segmentare rispondente a uno dei due termini che formano l'opposizione. Nel suo studio concettualmente per poterriconoscere. l tuttavia sia la cultura sia la natura sono due entità concettuali definite in sulla rappresentazione collettiva della morte, Robert Hertz colse perfettamente
  • 8. Sistematica locale i2 t3 Anthropos modo impreciso, come le disquisizioni su uomo «naturale» e uomo «culturale» A questo punto però la «scienza dell'uomo» che viene prodotta dai compor sembrano, dopotutto, aver dimostrato. E tuttavia quegli antropologi (Lévi tamentisti sembra escludere proprio l'elemento che caratterizza l'antropologia Strauss) per i quali il passaggio dalla natura alla cultura resta il dato di parten come tale: la dimensione della soggettività, intesa tanto come produzione di za della loro riflessione, quando trattano un tema come quello costituito dallo senso da parte di coloro che vengono «studiati » dagli antropologi, quanto come studio dei rapporti di parentela considerano questi ultimi come un dato pura «coinvolgimento partecipante» di questi ultimi al senso prodotto dalla cultura mente culturale, senza tener conto degli aspetti naturali (biologici) ai quali esso che essi studiano. inevitabilmente rinvia. E infatti nella concezione della relazione di alleanza co In verità il problema di costruire una scienza oggettiva della società o del me «data in partenza» e contrapposta alla non-alleanza (l'incesto) viene pensata comportamento sociale umano è, in linea generale, un falso problema. Piu volte la differenza fra cultura e natura, differenza che tuttavia pare scomparire di nuo nel corso di queste pagine si è avuto modo di sottolineare la stretta relazione che vo quando per spiegare le trasformazioni dei sistemi terminologici e delle regole intercorre tra la produzione delle idee relative all'uomo e alla società e il conte di parentela viene postulata un'«attività dello spirito umano» come motore della sto ideologico e culturale (tanto «scientifico» quanto «popolare») nel quale esse trasformazione, ossia un meccanismo naturale preposto alla formazione di entità vengono formulate. Ora, neanche l'idea di una scienza «naturale» della società culturali quali sono appunto, secondo questi antropologi, i sistemi di parentela. sembra sottrarsi a questa regola generale, dal momento che essa proietta sul pro cedimento «primo» della ricerca antropologica (« l'osservazione partecipante») un modello di procedura che è tipico delle «scienze esatte». L'incredibile para 8. U omini, animalie produzione di senso. dosso a cui si giungerebbe se si finisse per adottare la prospettiva dei comporta mentisti sarebbe quello di eliminare dalla «scienza della società» proprio i conte Una domanda che le ricerche compiute in settori diversi dall'antropologia e nuti significanti dell'esperienza umana, quelli che si producono e si articolano della riflessione squisitamente «filosofica» sull'uomo (+anthropos+) sembrano attraversol'esercizio del pensiero simbolico creatore disenso. oggi proporre è la seguente: la distinzione»natura/cultura»,posto che corri sponda a qualcosa di empiricamente accertabile, è applicabile alla sola sfera del l'umano o è piuttosto una distinzione estensibile a forme di vita molto «distanti» 9. A che serz e l'antropologia F dall'uomo nella scala dell'evoluzione biologica>Il fenomeno dell'imprinting mes so in evidenza dagli etologi sembra ad esempio rimetterein discussione, almeno Per quanto ancora oggi gli studiosi dell'uomo (+anthropos+) siano divisi al in un certo senso, la teoria della cultura come caratteristica della sola specie l'incirca sugli stessi problemi relativi alla conoscenza di una «natura umana» Homo, sempre che per cultura s'intenda, con Tylor, l'insieme degli atteggiamen che dividevano i filosofi dei secoli passati (fatto che dimostra quanto poco sia ti e delle abitudini mentali «socialmente appresi ». D'altra parte non bisogna di realistico pensare a una «scienza dell'uomo» modellata sulle procedure di una menticare che le teorie behavioriste sono quelle che da questo punto di vista, «scienza della natura»), essi sono forse d' accordo ormai su di un punto : che lo proprio per la particolare impostazione che esse dànno al problema, possono studio delle «altre società» e delle «altre culture» non solo ha modificato in ma vedere una continuità pressoché assoluta tra le modalità di apprendimento di al niera radicale il modo di guardare a noi stessi, alla «nostra» cultura e alla «no cune specie animali e quelle tipiche dell'uomo «culturale». Gli etologi e i socio stra» società, ma ha inoltre reso impossibile la formulazione di proposizioni uni biologi, i quali ritengono che il comportamento degli animali sia il frutto di una versalmente valide per «tutte» le società e le culture umane. L'ampliarsi delle programmazione ottenuta per via selettiva a livello genetico, pensano in defini conoscenze relative a popolazioni profondamente diverse trà loro ha significato tiva la stessa cosa degli esseri umani, anche se sono disposti ad aminettere che il la possibilità di ri-situare l'uomo «occidentale» in un contesto assai differente da comportamento umano «è piu complesso» di quello animale. Questa maggiore quello che era stato prodotto agli esordi della riflessione filosofica o «scientifica» complessità del comportamento (sociale) umano è però per essi piu di natura sull'uomo. Anche se con le loro ricerche sul campo e i loro studi particolareggiati quantitativa che qualitativa. Ciò dipende dal fatto che i comportamentisti por gli antropologi non hanno progredito di molto sulla via della conoscenza di una tano alle estreme conseguenze ciò che i funzionalisti avevano prospettato, e cioè «natura umana», essi hanno peraltro contribuito a dissolvere, almeno in parte, la possibilità di dar vita a una «scienza naturale della società» (del comporta il pregiudizio etnocentrico derivante, se non altro negli ambienti scientifici, dalla mcnt<> sociale) che adotti gli stessi criteri di oggettività delle scienze della na proiezione sugli «altri» dei postulati logici e comportamentali dell'uomo occi t t>r;t (fisica e chimica) attraverso la formulazione di ipotesi che per essere valide dentale. <lev<>no essere falsificabili. Di qui l'assoluto iperoggettivismo dei comportamen Ma qui non si tratta soltanto della «scoperta» del «relativismo cultura tisti <>ttenuto attraverso il rifiuto di qualsiasi teoria sociologica che tenga conto le». Paradossalmente, infatti, la dissoluzione del pregiudizio etnocentrico è an <li un;i dimensione «soggettiva», tanto come caratteristica dell'osservatore quan data di pari passo, almeno negli ambienti scientifici, con il processo di dissolu t<> c<»»e caratteristica dell'osservato. zione della stessa immagine dell'uomo come entità dotata di una sua «natura».
  • 9. Sistematica locale r4 Nata forse essa stessa come il prodotto di un atteggiamento mentale che mirava ad oggettivare un mondo esterno rispetto ad un «io» pensante, l'antropologia, questa «scienza umana», ha vaniftcato ogni tentativo di produrre proposizioni valide attorno all'uomo «in generale». [Il.F.]. Bateson, G. 1972 St eps to an Ecology of Mind,Chandler, New York (trad. it. Adelphi, Milano ig77). Cassirer, E. tg44 An Essay on Man ; an Introduction to the Philosophy of Human Culture, Yale University Presa, New Haven Conn. - Oxford University Presa, London (trad. it. Armando, Roma t97z ). Chomsky, N. 1957 Syntactic Structures, Mouton, The Hague - Paris (trad. it. Laterza, Bari tg74 ). Foucault, M. tg66 Le s mots etics choses, Gallimard, Paris (trad. it. Rizzoli, Milano tg68 ). Hertz, R. [rgo5-sgo6] Con tribution àunoétude sur la représentation collective de la mort, in «L'Année sociologique», X (i907), pp. 48-i37 (trad. it. in Sulla rappresentazione collettiva della morte, Savelli, Roma rg78, pp. 37-tz8 ). Leroi-Gourhan, A. 1964-65 Le geste et la parole,z voli., Michel, Paris (trad. it. Einaudi, Torino rg78 ). Lévi-Strauss, C. t949 Les structures élomentaires de la parenté, Presses Universitaires de France, Paris (trad. it. Feltrinelli, Milano rg6g). 1962 La Pensée Sauvage,Plon, Paris (trad. it. Il Saggiatore, Milano 1970 ). RadcliBe-Brown, A. R. tg57 A Natural Science of Society, Free Presa, Glencoe III. Van Gennep, A. I909 Les Rites de passage, Nourry, Paris (trad. it. Boringhieri, Torino ig8t). White, L. A. I949 The Science of Culture. A. Study of Man and Civilization, Farrar, Straus and Young, New York (trad. it. Sansoni, Firenze tg6g ). Wilson, E. O. rg78 On Human Nature,Harvard University Presa, Cambridge Mass. (trad. it. Zanichelli, Bologna ig8o).
  • 10. 59' Anthropos Anthropos scoperte di Mendel circa la trasmissione di singoli caratteri da genitori gene ticamente distinti, e dai lavori molto piu recenti di Crick e Watson e loro suc cessori sulla base chimica della trasmissione genetica, Ia struttura del codice genetico, e i meccanismi della mutazione genetica. L'importanza che il pro t. Con cezionidella natura umana. cesso adattativo ha assunto nella nuova biologia trova un suo complemento nello sviluppo di tutta una nuova scienza, l'etologia, volta all'osservazione me t.r. Introduzione: l'ecologia della mente. ticolosa e precisa del comportamento degli animali nel loro ambiente naturale. Uno dei risultati di queste indagini etologiche è stato il riconoscere che tut Scrivendo nel t964, il marxista francese Lucien Maison dichiarava senza ti gli ambienti animali sono instabili. Ogni specie animale si adatta continua mezzi termini che «è un'idea ormai acquisita che l'uomo non ha una natura». mente al suo ambiente ma l'ambiente stesso è un complesso di innumerevoli Benché i membri della specie Homo abbiano «proprietà» biologiche comuni, organismi tutti in un costante processo di mutuo adattamento. L'universo del esse non si trovano «nelPordine nel quale appunto l'umanità si fa riconoscere». la natura in evoluzione è quindi in uno stato di flusso continuo. L'uomo stes «II naturale nell'uomo è ciò che gli viene dall'eredità genetica, il culturale ciò so è uno dei principali elementi di questo flusso evolutivo e lo sviluppo dell'uo che gli viene dal retaggio ambientale». La formulazione semplicistica di Mai mo, sviluppo sociale quanto biologico e demografico, è anch' esso soggetto alle son, con la sua ispirazione ideologica, è in linea con la recente ortodossia antro costrizioni imposte dal resto del sistema evolutivo. pologica ma è insostenibile empiricamente. La sintesi delle «qualità specifica Vi sono invero alcuni biologi che sostengono che a lungo andare l'antropo mente umane» dell'uomo è argomento di controversia, ma è indubbio che la logia dovrà necessariamente essere assimilata ad un campo di studio molto piu peculiarità piu significativa dell'uomo sta nel fatto che egli possiede il linguag vasto e comprensivo, la sociobiologia [cfr. Wilson i975]. gio, mentre gli altri animali ne sono sprovvisti. Ma questo fa parte della natu È importante apprezzare la relativa novità di questo punto di vista generale. ra umana. Che un particolare individuo parli un particolare linguaggio in un La possibilità dell'instabilità delle specie fu sollevata da Buffon e altri verso la modo particolare è forse dovuto al suo «retaggio ambientale», ma la capacità fine del xvtn secolo e fu proposta in termini assai espliciti, in riferimento all'uo stessa di apprendere a parlare è una «qualità umana» specifica «dovuta all'e mo, da Prichard [ i8ig ] e da Lamarck [ i8o9];ma fu solamente dopo la pubbli redità genetica» [Maison i964, trad. it. pp. 9-II ]. cazione delle trattazioni gemelle di Darwin e Wallace [t858] — ciascuna delle La credenza secondo cui l'uomo è, in un certo senso, un essere dualistico in quali proponeva una teoria della mutazione delle specie collegata alla selezione cui mente e corpo,cultura e natura possono essere considerati come separati naturale — che il mondo del sapere iniziò a considerare seriamente l'idea di piuttosto che interdipendenti, ha una lunga storia. Scopo essenziale di questo evoluzione biologica. E ancora vent' anni dopo c'erano degli scienziati di chiara articolo è di considerare lo status di un siffatto pensiero dualistico nel conte fama pronti ad affermare in modo categorico che le specie biologiche sono del sto dell'antropologia degli ultimi decenni del xx secolo, nell'ambito di quella le entità fisse che, a parte minime modificazioni dovute all'influsso climatico che siè autoproclamata la scienza dell'uomo. Ma per prima cosa occorre pas locale, sono state come sono adesso «fin dall'inizio». sare in rassegna un'ampia area della storia delle idee, in parte per permettere Invero, il riconoscimento del fatto che meccanismi adattativi autoregolan al lettore di capire meglio ciò che sta dietro al concetto di «scienza dell'uomo», tisi, che combinano la retroazione omeostatica con gli sbalzi mutazionali, so e in parte per illustrare la serie proteiforme di metamorfosi subita dalla diade no essenziali in tutti i processi biologici, incluso il funzionamento del cervel cultura/natura prima di pervenire alla sua attuale fase evanescente. lo umano, data solamente dal t94o circa. L'invenzione del termine gergale 'ci ' Il tiro alla fune intellettuale fra il bisogno di riconoscere che l'uomo è un bernetica' [Wiener t948] forni la prima chiara indicazione di come questa va animale che vive in stretta associazione e interdipendenza con altri animali e sta generalizzazione stesse per ottenere il consenso generale nell'ambito della l'introspettiva autocoscienza del cogito ergo sum di Cartesio, che di continuo comunità scientifica. fa presente ad ogni singolo individuo umano il suo essere diverso e separato Nella moderna concezione adattativa dell'evoluzione tutte le cose viventi dal mondo dell'esperienza esterna, investe direttamente l'intero dibattito. Pri modificano l'ambiente in cui esistono, anche se chiaramente alcune specie bio ma di passare alla storia, consideriamo dunque alcuni aspetti contemporanei logiche sono piu attivamente distruttive e costruttive di altre e se, altrettanto del problema. chiaramente, le modificazioni apportate dall'azione umana, intenzionali o me Nelle loro dichiarazioni pubbliche, i biologi contemporanei dànno spesso no, sono incomparabilmente piu drastiche di quelle risultanti da qualsiasi altro l'impressione che i processi dell'evoluzione siano ormai interamente compre comportamento animale. Su pressoché l'intera superficie del globo, lo spazio si. La chiave magica che ha reso possibile tale comprensione è fornita dal ter in cui vivono uomo e animali è oggi opera dell'uomo, esso ha cioè la forma che mine 'adattamento' che, in questo contesto, rappresenta una combinazione di ha a causa dell'azione umana nel passato remoto o recente. principi desunti dalla nozione di selezione naturale di Charles Darwin, dalle I 'interazione dell'uomo col suo ambiente differisce da quella di altri ani
  • 11. Anthropos 59z 593 Anthropos mali sotto un altro aspetto fondamentale, in quanto è per la maggior parte go la nostra percezione del mondo è la risultante dei messaggi ricevuti tramite vernata dalla scelta o dall'intenzione. 'Scelta' e 'intenzione' sono due concetti tutti i nostri sensi simultaneamente — vista, udito, olfatto, tatto, e cosf via — mo ingannevoli e spesso usati impropriamente, ma il punto rilevante è il seguente: dificati dalle nostre precedenti aspettative circa il «significato» di tali messag Noam Chomsky ha sottolineato l'unicità del carattere generativo del linguaggio gi. Ma quando «pensiamo» e, piu in particolare, quando esprimiamo i nostri umano, in virtu del quale possiamo servirci di un insieme limitato di regole pensieri intraprendendo azioni che impongono modificazioni all'ambiente, sem grammaticali e di un lessico limitato per produrre un inventario illimitato di plifichiamo drasticamente il flusso della nostra esperienza diretta. Per prima espressioni significative. Sembra che si possa continuare a creare illimitata cosa, segmentiamo le nostre percezioni sicché «vediamo» il mondo esterno co mente espressioni del tutto nuove. Lo stesso principio è valido per il modo in me fatto di cose separate; poi, classifichiamo queste cose in categorie, impo cui l'uomo impone modifiche artificiali al suo ambiente: egli non è vincolato nendo cosf un ordine artificiale, ampiamente arbitrario, e segmentato all'uni da ciòche è accaduto in precedenza; può produrre,e difatto produce di con verso caotico dell'esperienza sensoriale immediata. tinuo, nuove combinazioni degli elementi dell'esperienza tecnologica ed esteti Probabilmente ogni varietà di creatura vivente ha un suo modo speciale di ca del passato per realizzare nuovi tipi di costruzione materiale che alterano compiere questa operazione; ogni organismo, dal livello molecolare in su, de il suo ambiente in nuovi modi. Nessun altro animale sembra possedere abilità v'essere capace di «riconoscere» quelle parti dell'ambiente che offrono i mezzi intenzionali, innovatrici e creative di questo genere. di sopravvivenza e di distinguerle da quelle che sono irrilevanti od ostili. Nel Questa differenza fra l'uomo e gli altri animali si rispecchia anche nel modo caso dell'uomo, però, al livello dell'azione umana individuale, è chiaro che il in cui gli esseri umani impongono modificazioni al loro ambiente, quale rispo linguaggio è lo strumento principale attraverso il quale si realizza questo ordi sta alle rappresentazioni generate dai sensi nei meccanismi motori dell'organi namento dell'ambiente. smo. Il modo in cui agiamo sul nostro ambiente dipende, fra l'altro, da come A parte la capacità di linguaggio, gli esseri umani possiedono in vario grado lo percepiamo e dacome ce ne rappresentiamo l'organizzazione.Ma le caratte tutte le capacità sensoriali degli altri primati superiori, ma queste generano ristiche peculiari della coscienza umana, che di nuovo sono connesse con la rappresentazioni mentali di tutt' altro genere. Nel respirare, per esempio, rac nostra capacità di linguaggio, ci permettono di distinguere concetto da percetto, cogliamo di continuo impressioni dell'atmosfera generale attraverso il nostro cosi dapoter «pensare ad» oggettiche non possiamo vedere né udire né sentire senso dell'olfatto, e ciò accade si sia consci del fenomeno o no. Ma la rappresen e addirittura creare un'infinità di entità metafisiche che sembrano generate in tazione che ne risulta non è nettamente segmentata o ordinata in sequenza co modo del tutto indipendente da qualsiasi stimolo sensoriale proveniente dal me avviene con le parole e le frasi di una lingua. mondo esterno. I'filosofi restano di fronte all'enigma di stabilire fino a che punto la conce Non abbiamo ragione di supporre che qualsiasi altra animale «pensi» in zione del mondo esterno generata ad un livello conscio nel cervello umano, questo modo; invero,è ancora oggetto di controversia sapere sino a che punto quale risultato dell'interazione retroattiva totale fra messaggi sensoriali, cate il pensiero «astratto» sia caratteristico di tutto il genere umano o solamente di gorizzazione linguistica, e la struttura di tipo linguistico, a frase, del pensiero alcuni uomini in certe circostanze storiche particolari, ma è senz'altro evidente «privato» possa essere un modello valido di ciò che realmente esiste all'esterno ; che tutto il pensiero umano condivide almeno alcune delle caratteristiche pe di stabilire anzi quale significato si possa assegnare al concetto di «modello va culiari del linguaggio umano. Il linguaggio parlato è lineare e segmentato. Si lido». Ma non affronteremo qui questo argomento. può dire una sola cosa alla volta, e il continuo flusso di parole veicola il senso Il punto fondamentale è che una combinazione di prove desunte dall'osser come una successione di elementi discriminati quali suoni, parole, locuzioni, vazione contemporanea dei bambini, dall'etnografia comparata, e dalla storia frasi. In gran parte ciò vale anche per il pensiero, ma non bisogna insistere della religione e della filosofia comparate, suggerisce chiaramente che il pro troppo sull'analogia col linguaggio. Se Chomsky e quanti ne condividono il cesso complessivo tramite il quale di solito segmentiamo e classifichiamo le co pensiero hanno ragione, un aspetto essenziale del discorso umano significativo se del mondo esterno elericonosciamo come appartenenti a entità specifiche, è la sua struttura ricorsiva, ma il pensiero umano non è limitato in questo mo deriva da una persuasione introspettiva del fatto che «io» può essere distinto do. Le associazioni del simbolismo non sono ordinate rigorosamente secondo da «mio corpo», illusione strettamente connessa con la credenza universale che le regole della grammatica. Il pensiero inoltre non è strettamente lineare; un «noi» (la gente come noi) possiamo essere distinti da «loro» (gente che in un musicista può pensare ad armonie generate simultaneamente come pure a me certo senso è come noi nella forma, ma non nella sua intima essenza). lodie generate in sequenza. Parimenti, se consideriamo una carta a due di Le trasformazioni dialettiche che il concetto di uomo ha subito nel corso mensioni, possiamo afferrare simultaneamente il significato di ambedue le della storia del pensiero occidentale, rispecchiano le incoerenze che una sif dimensioni, sebbene la nostra capacità di pensiero pluridimensionale sia stret fatta segmentazione artificiale dell'esperienza necessariamente implica. Ma il tamente limitata. problema centrale perdurante dell'uomo non è solo «Chi sono?»; è «Chi sia Forse è questo il punto cruciale. L'ambiente esterno è altamente complesso ; mol» Evidentemente siamo uomini, ma in che senso lo siamo>
  • 12. Anthropos 594 595 Anthropos gia organica, anche se in realtà gli organismi reali non sono mai chiusi in questo i.z. Modelli di sistema chiuso e aperto. senso. Gli unici tipi di sistemi completamente chiusi sono quelli termodinamici isolati, tipo orologio, che cessano di funzionare quando la riserva di energia in Prima di passare in rassegna qualche aspetto di questo particolare filone terna è esaurita. Questi vanno contrapposti ai sistemi autoregolantisi i quali nella storia delle idee, sarà forse utile dire qualcosa in termini molto generali possono mantenere la loro vitalità attingendo a provviste di energia esterne al a proposito dei principi fondamentali della dialettica filosofica, che sono alla sistema in quanto tale. Gli organismi reali appartengono a quest'ultima classe. base dell'intero dibattito. Essi hanno la peculiarità di poter elaborare l'informazione proveniente dall'e Dalla fine del xvi secolo ai giorni nostri, idee concernenti la natura dell'uo sterno in modo da realizzare con successo la ricerca del cibo adatto. Possono mo come individuo e idee concernenti la natura dell'uomo in società, hanno allora sopravvivere come sistemi, tramite l'ingestione di cibo e l'escrezione dei avuto la tendenza a svilupparsi indipendentemente, benché le due linee di ar rifiuti nell'ambiente, dove sarà rielaborato da altri organismi. Benché ci sia un gomentazione abbiano spesso usato le stesse metafore, e siano a volte confluite incremento complessivo dell'entropia dell'universo, ogni singolo organismo è, sino al punto in cui le caratteristiche culturali appartenenti alla sfera dell'uomo in tal modo, in grado di mantenersi in uno stato stabile. Tuttavia, lo stato sta in società si sono interamente confuse con le caratteristiche fisiche dell'uomo co bile di un siffatto sistema è di tipo del tutto diverso dal semplice equilibrio me individuo. Durante tutto questo periodo si è verificata una eliminazione omeostatico postulato dal modello funzionalista. Per cominciare, i confini dei graduale delle concezioni soprannaturalistiche e vitalistiche ma, fino a poco sistemi organici sono solamente delle illusioni convenzionali che dipendono tempo fa, ciò è stato solitamente ottenuto attraverso una svalutazione del ruolo dal nostro modo di percezione e di descrizione. A rigor di termini, le superfici della «mente» e l'affermazione dell'autosufficienza della «materia» (rispetti esterne delle radici e delle foglie di una pianta non sono affatto confini, ma vamente larescogitans elaresextensa di Descartes ). I modelli usati erano mate membrane permeabili attraverso le quali la pianta in questione realizza uno rialistici piuttosto che matematico-razionalistici. Nel Leviathan di H obbes scambio di energia coli'ambiente esterno. )i65i ], lo Stato è concepito come un uomo meccanico ingrandito, in cui il In altre parole, gli organismi reali sono sistemi aperti; la loro condizione ruolo della divinità è ridotto a quello di Primo Motore. Modelli simili, che globale in qualsiasi momento è il risultato dell'interazione dinamica di una gran mostrano il corpo umano stesso come un giocattolo meccanico, in cui la forza de varietà di variabili, tanto all'interno quanto all'esterno del sistema. I confini motrice è l'anima, si riscontrano anche nella letteratura dell'antichità classica. di sistemi aperti, di cui gli organismi sono degli esempi, in questo stesso senso Tuttavia anche il Primo Motore metafisico fu in definitiva eliminato: l'homme derivano dal carattere convenzionale della descrizione; non corrispondono a di machinedi La Mettrie [ ip48] è un automa autosufficiente. scontinuità basilari « in natura». Le società umane reali sono sistemi aperti sen Per tutti i due secoli successivi, semplici modelli meccanici di questo tipo za confini [Bertalanffy i968]. fornirono la base di tutto il pensiero « funzionalistico» e «comportamentistico» Mentre la teoria generale dei sistemi è stata discussa per molti anni in que in biologia, in sociologia e in psicologia. L'unità di studio — secondo il caso, il sto modo altamente programmatico, essa non ha sin qui portato alla costruzione singolo animale o la società isolata — fu trattata come un sistema chiuso, orga di modelli di azione umana che siano di grande utilità pratica. D'altro canto, la nizzato internamente come un pezzo di orologeria, fatto però in modo tale da cibernetica, la teoria generale dei sistemi autoregolantisi, che ha applicazione poter rispondere, in modo meccanico, a stimoli provenienti dal mondo esterno. pratica nella progettazione e nel funzionamento dei calcolatori elettronici, e ap Si supponeva che tutte le parti componenti il sistema (gli organi del corpo, plicazione astratta nella teoria dei giochi, rappresenta una sorta di luogo inter le istituzioni sociali ) fossero connesse tra loro e interdipendenti, come gli in mediario fra la semplicità meccanica della teoria dei sistemi chiusi e la schiac granaggi di un orologio. La «funzione» di ogni elemento era la parte che esso ciante complessità della teoria dei sistemi aperti. svolgeva nella omeostasi interna ed esterna del sistema nel suo complesso. Al Le operazioni di un sistema chiuso si possono sempre analizzare come deri cuni autori hanno scritto come se una dimostrazione della natura di una siffatta vanti dalla causalità lineare: A causa B, B causa C, C causa D e cosi via. I siste interdipendenza fosse l'unico scopo dell'analisi. Nelle versioni piu estreme del mi autoregolantisi considerati nella teoria cibernetica fanno uso della retroazio pensiero comportamentistico, una delle quali è oggi rappresentata dall'opera di ne e di algoritmi ripetitivi; il processo risultante, per usare l'espressione di Skinner, il pregiudizio antivitalistico è stato spinto al punto di considerare co Bertalanffy, dipende dalla «causalità circolare». A rigor di termini, siffatti siste me pura superstizione qualsiasi suggeriinento circa la possibile esistenza di mi sono ancora chiusi; un calcolatore elettronico non può iniziare una strate sistemi capaci di dar luogo a decisioni razionali che siano indipendenti da rispo gia per la ricerca di cibo diversa da quella incorporata nel suo meccanismo da ste provocate. chi l'ha progettato. Tuttavia, i calcolatori elettronici hanno certe caratteristiche Per quel che riguarda le metafore usate da grandi funzionalisti come Durk in comune con i sistemi aperti. Un calcolatore elettronico, se fornito di nuove heim e Radcliffe-Brown, modelli di sistema chiuso di questo tipo, se applicati informazioni, può modificare il suo stato interno stabile e le sue escrezioni (il alla società umana, sono generalmente considerati come dipendenti dall'analo print-out) al fine di tener conto delle nuove condizioni. In ciò è del tutto diver
  • 13. Anthropos 59fi 597 Anthropos so da unsempliceautoma, comandato da un regolatore.Invero, come latecnolo Con l'avvento della tradizione scritta e la separazione degli interessi secolari gia dei calcolatori elettronici sta facendosi sempre piu sofisticata, sta diventan dalla religione, questo corpus mondiale di storia mitica è diventato una miniera do sempre piu difficile specificare i confini fra i processi auto-organizzati degli alla quale hanno attinto molti e svariati tipi di letteratura specializzata. Ma non organismi naturali e i processi etero-organizzati delle macchine fatte dall'uomo. solo gli artisti hanno ricapitolato, a fini propri, gli elementi favolosi della tradizio Il lettore dovrebbe tener presente questa discussione astratta delle varietà ne primitiva, gli scrittori seri, i dotti fornitori della cosiddetta conoscenza fat della teoria del xx secolo nel considerare le sezioni che seguono. I teorici del tuale, hanno fatto esattamente lo stesso. I materiali che ci sono pervenuti dal l'uomo in società hanno ripetutamente invocato modelli meccanici e organici mondo classico della Grecia e di Roma, dalla Cina medievale, dall'Arabia e dal per illustrare le loro argomentazioni. In generale non hanno valutato le difficol l'Europa rinascimentale, offrono molti esempi di questo processo. Fin quando tà inerenti alla costruzione di tali modelli e ciò spiega, in parte, la debolezza storici viaggiatori quali Erodoto e Plinio il Vecchio, Chau Ju-kwa e Ibn Battuta, delle loro teorie. Odorico da Pordenone e Marco Polo,e i loro connazionali contemporanei e Ma torniamo ora alla storia delle idee. successivi, scrivono da osservatori e testimoni oculari, la maggior parte di ciò che riferiscono è chiaramente del tutto fattuale e autentica. Ma appena passano I.3. Concezioni prerinascimentali dell'uomo. al sentito dire, cadono immediatamente nel puro fantastico, e la materia di cui son fatte le loro fantasie è tratta direttamente dalla mitologia. Cosi Marco Polo Tutte le società umane, grandi o piccole, semplici o complesse, hanno la lo ci assicura che le isole Andaman erano abitate da cannibali dalla testa di cane e ro storia tradizionale. Vere o false, o semplicemente in parte vere, in parte fal le amazzoni, che riferisce vivere in un'isola vicino a Socotra, riappaiono sotto se, siffatte storie operano come miti di origine, come mappe dell'esistenza uma identiche vesti nella relazione di Colombo sul suo secondo viaggio alle Indie na; spiegano all'iniziato o al nuovo membro della società i «nostri» inizi e come occidentali, ma questa volta abitano la Martinica. Cannibali dalla testa di cane siamo arrivati al punto al quale ci troviamo oggi. Una storia mitica del genere appaiono ovunque. Il resoconto di un testimone oculare fornisce particolari dà un fondamento cosmologico al tempo e allo spazio dell'esperienza comune raccapriccianti sulla combinazione di depravazione sessuale e dietetica attribui ma, inoltre, contrapponendo diverse possibilità, offre una base logica per il com ta agli invasori mongoli dell'Ungheria nel rzyo, e sembra che in Cappadocia plesso di regole e convenzioni che caratterizzano il «nostro» particolare modo questi si siano talvolta convertiti al cristianesimo, poiché in quella parte del di fare le cose. mondo san Cristoforo è spesso raffigurato con una testa di cane! In alcuni casi ciò implica un'intera gerarchia di discriminazioni: noi e gli I Greci, gli Arabi e i Cinesi svilupparono un corpo di i nformazionivastoe, altri, amici e nemici, vicini riconosciuti ed estranei non-riconosciuti, uomini ed nel complesso, notevolmente accurato, circa la geografia e l'etnografia del «mon animali, uomini e dèi, animali «reali » e mostri, e cosi via. Nella Bibbia, l'Antico do conosciuto». La vastità di queste conoscenze era notevole ma non illimitata. Testamento, col suo procedere da un giardino dell'Eden del tutto immaginario C'era sempre la possibilità che, al di là dei limiti del conosciuto, ci fossero altri ad un regno di Persia autenticamente storico, passando per un Egitto e una luoghi abitati da mostri innaturali e favolosi, gli iperborei, le amazzoni, i cino terra di Canaan geograficamente molto confuse, è il prototipo di una specie di cefali, gli antropofagi e cosi via. Di conseguenza, in epoca classica e medievale saga delle origini che si può ritrovare in ogni parte del mondo presso tutti i tipi non sembrava esservicontraddizione fra descrizione basata sull'osservazione di popoli. Non c'è una netta distinzione tra il plausibile e il fantastico. L'am accurata della realtà empirica, e la credenza durevole in una terra di favola, abi biente topografico è di grande importanza per la storia, ma non è disposto rigo tata da mostri innaturali. Ma una volta che gli Europei ebbero concepito il di rosamente secondo gli schemi della geografia e della zoologia empirica. segno di raggiungere il favoleggiato Oriente viaggiando verso occidente, gli In sifFatte cosmologie, il concetto di uomo emerge solo indirettamente. «Ci» esploratoripoterono ragionevolmente sperare che ben presto avrebbero cono vengono riconosciuti genitori primari, un primo padre e una prima madre; che sciuto l'intera superficie del globo. E cosi avvenne. erano mortali come noi, che procreavano come noi, che, come noi, erano diver Ciò non ha frustrato l'immaginazione umana, poiché il mondo di mostri fa si dagli altri animali e dagli altri «esseri», reali o immaginari. Qualunque cosa volosi è stato semplicemente trasferito nello spazio cosmico : la fantascienza ha «noi » siamo, questo è l'uomo ; e per converso qualunque cosa «noi » non siamo, sostituito la mitologia tradizionale con le sue creazioni fantastiche. Ma il pro questo è ciò che sono gli altri. Di solito le lingue dei popoli primitivi non con cesso mediante il quale si verificò questa trasformazione fu lungo. In questo tengono nessuna parola per uomo, tranne il nome tribale col quale i vari popoli contesto, le prime reazioni degli Europei alla realtà degli abitatori indigeni. delle identificano se stessi. Ed è ugualmente caratteristico della storia mitica tradi Americhe è di grande interesse, poiché qui esperienza e fantasia vennero a tro zionale il fatto che il mondo reale dell'esperienza sia interamente circondato da varsifaccia a faccia. un altro mondo immaginario abitato da dèi sovrumani da un lato e da mostri subumani e innaturali dall'altro : uomini dalla testa di cane, sirene, uomini con la coda, amazzoni, cannibali, giganti... (cfr. tavv. 7-8).
  • 14. Anthropos 598 599 Anthropos importanza per il successivo sviluppo delle idee antropologiche relative all'uni r.4. Colombo e dopo. tà e alla diversità del genere umano. I cannibali di Montaigne erano reali e non immaginari. Egli aveva ottenuto Si dà il caso che la sequenza delle reazioni personali di Colombo possa es le sue informazioni dall'accurato interrogatorio di un «uomo semplice e rozzo», sere ricostruita nei particolari a partire da documenti contemporanei. Egli notò vissuto per piu di dieci anni nell'insediamento ugonotto costituitosi intorno al dapprima che i Caribi erano comuni esseri umani e non mostri ; poi, dopo aver z5go nelle vicinanze della moderna Rio de Janeiro in Brasile. L'etnografia è commentato la loro affabilità e generosità, quasi immediatamente pensò alla fa di una scrupolosa precisione, ma il proposito di Montaigne è piu filosofico cilità con cui avrebbero potuto essere ridotti in schiavitu. Tuttavia in brevissi che informativo. La sua tesi centrale è che la caratteristica piu significativa dei mo tempo la fantasia si riaffermò e troviamo Colombo e i suoi che raccontano costumi indiani da lui descritti è che sono diversi dai nostri. Quanto alla loro storie di altre isole, ancora inesplorate, abitate da uomini con la coda, cannibali barbarie, è tutta una questione di opinioni; e infatti egli sostiene che la proce e amazzoni. dura legale corrente nell'Europa del tempo, la quale «sotto il pretesto della pie Presso gli Europei sedentari, la fantasia rimase dominante per quasi un se tà religiosa», permetteva a «vicini e concittadini... di lacerare con supplizi e colo. Tutte le prime illustrazioni a stampa degli Indiani d'America si concen martiri un corpo ancora sensibile, [di] farlo arrostire a poco a poco, [di] farlo travano in modo ossessivo sui macabri dettagli del loro cannibalismo ritenuto mordere e dilaniare dai cani e dai porci» [Montaigne I579, trad. it. I, p. 278], generale (le illustrazioni si basavano su resoconti degli Indiani delle coste del era una forma di barbarie piu orribile di qualsiasi cosa da lui descritta a propo Brasile centrale. Il termine 'cannibale', come il nome Calibano in The Tempest sito della tribu brasiliana. Altrove egli osserva: «Sembra infatti che noi non ab di Shakespeare, deriva da carribales,il nome usato da Colombo per i Caribi. biamo altro punto di riferimento per la verità e la ragione che l'esempio e l'idea Sembra improbabile che Colombo si sia imbattuto in qualche Indiano d'Ame delle opinioni e degli usi del paese in cui siamo. Ivi è sempre la perfetta religio rica che mangiasse carne umana). Sin dall'inizio i rapaci invasori europei trat ne, il perfetto governo, l'uso perfetto e compiuto di ogni cosa. Essi sono selvag tarono gli indigeni americani come creature meno che umane, ma proprio que gi allo stesso modo che noi chiamiamo selvatici i frutti che la natura ha prodotto sto ne legittimava la riduzione in schiavitu, lo sfruttamento e lo sterminio. Sono da sé nel suo naturale sviluppo... e sono ancora molto vicini alla loro sempli degni di nota i criteri in base ai quali questa sotto-umanità era definita. I tre cità originaria. Li governano sempre le leggi naturali, non ancora troppo imba prigionieri messi in mostra nel r5oz da Sebastiano Caboto furono descritti co stardite dalle nostre» [ibid., pp. 272-73]. me «vestiti di pelli di animali, mangiatori di carne cruda, e parlanti una lingua Ecco qui, in embrione, il concetto del Buon Selvaggio. Due secoli piu tar inintelligibile». Di simili «oggetti» messi in mostra in Francia nel t5o6, si disse di, questa nozione si affermò nella sua pienezza fra i piu romantici imitatori di che erano «di colore fuligginoso, neri di capelli, dotati di linguaggio ma non di Rousseau; è una nozione che «conserva tutt' oggi una vitalità sorprendente in religione» [Hodgen z964, p. xtz ]. Cosi i parametri essenziali per determinare certa antropologia radicale» [cfr. Diamond t974, pp. t68-7I ]. i limiti dell'umano erano allora, come adesso, l'apparenza fisica, soprattutto il L'idea che gli orrori della civilizzazione rappresentino una decadenza da colore, l'intelligenza cosf come si manifesta nell'uso della lingua, e la religione. una età dell'oro posta all'insegna della virtu naturale, in cui l'uomo ancestrale L'intera problematica dell'essenza umana o non-umana degli Indiani d'A viveva in un paradiso intatto, è una caratteristica quasi universale dei miti di merica fu formalmente ma inconcludentemente discussa in un certo numero di origine, di cui la storia dell'espulsione di Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden dissertazioni all'Università di Salamanca nel x55o-5x. Juan Ginés de Sepulve è un tipico esempio. Ma nel saggio di Montaigne c'era un nuovo elemento, e da giustificò l'asservimento degli Indiani in base al fatto che essi sarebbero sta cioè il suggerimento secondo cui il paradiso terrestre potrebbe essere un luogo ti. gli schiavi naturali descritti nel libro I della Politica di Aristotele. L'atteggia reale tuttora esistente. I selvaggi, la cui bontà naturale era paragonata vantag mento opposto fu assunto dal frate domenicano Bartolomé de Las Casas il qua giosamente alla nostra, non erano abitanti immaginari di un altro mondo ma le ammetteva si la fragilità e l'inferiorità intellettuale degli Indiani, ma sostene esseri del tutto reali, sui quali Montaigne aveva ricevuto informazioni autenti va che la loro stessa mancanza di capacità intellettuali e di abilità manuali ne che da un testimone oculare attendibile. faceva a maggior ragione dei figli di Dio ; il che implica un tipo diverso di sotto Almeno potenzialmente, il concetto di uomo risultava cosi notevolmente umanità. Non molto tempo dopo, l'intrinseca inferiorità intellettuale degli In ampliato, e sembra che fu proprio in quei tempi, nell'Europa del tardo xvt se diani d'America veniva formalmente proclamata in un decreto papale. colo, che alcuni pensatori cominciarono a porsi seriamente il problema della natura morale del genere umano nel suo complesso, contro il vecchio concetto t.5. Montaigne. piu ristretto della natura morale di «noi stessi», il popolo eletto da Dio, schie rato contro gli «altri», i barbari, che erano soltanto mezzi uomini, mostri inna Il famoso saggio di Montaigne Des cannibales, scritto attorno al I579, adot turali, bestie. ta una posizione distinta da quella di Sepulveda o di Las Casas. È di grande
  • 15. Anthropos 6oo 6oi Anthropos conversione dei pagani e l'istituzione della schiavitu domestica si sviluppavano i.6. Selvaggi e civilizzati : una specie o molte > a fianco a fianco. La maledizione di Cam [Genesi, g, zz-zg] poteva essere usata come scusa per giustificare la schiavitu dei negri africani, ma ciò non li faceva Certo, non si può mai dire che idee grandiose di questo genere siano del membri di una specie del tutto diversa, e comunque gli Indiani d'America non tutto nuove. Nei vari trattati di Aristotele sulla fisiologia comparata e la classi erano nemmeno neri! ficazione degli animali, c'è una costante presunzione dell'unicità della specie In pratica ci fu un continuo accrescersi del pregiudizio razziale per parec umana. A parte l'affermazione che i nani di solito non sono intelligenti, l'auto chi secoli. Tacitamente, se non esplicitamente, la Chiesa giunse a riconoscere re non fa alcun commento sulle differenze morfologiche tra tipi fisici umani. che l'umanità dei cristiani dipendeva dal colore della pelle. Se, in seguito a un Ma l'unità del genere umano cui si fa cenno sembra dovuta a indifferenza. Ari patto politico tra i Portoghesi e il re del Congo, il primo vescovo negro africano stotele non mostra alcun interesse per i selvaggi. Nella Politica l'esistenza del fu ordinato'attorno al iy5o, nessun altronegro africano diventò vescovo 6no al la città-stato è data per scontata; si presume che tutti gli individui che non fan xx secolo inoltrato! La regola generale sembra esser stata quella per cui i neo no parte di uno stato siano dei vagabondi senza legge. Non viene discussa l'e 6ti cristiani dalla pelle scura potevano ricevere una formazione teologica 6no voluzione del sistema della città-stato, né la possibilità che ci possano essere al livello del prete di parrocchia, ma non erano accettati come membri a pieno altre forme valide di società umana al di fuori della forma di tipo statale. All'in diritto degli ordini religiosi missionari, quali i Gesuiti e i Domenicani. Ma se i terno dello stato, la iroh<q, tutti gli abitanti sono considerati uomini, nel senso convertiti al cristianesimo rimanevano essenzialmente inferiori, li si poteva ef che non sono mostri ; ma non si presume che, per il fatto di essere uomini, essi fettivamente considerare uomini > siano tutti uguali. Al contrario, alcuni uomini sono schiavi naturali, altri gover Il problema fu dibattuto anche nel quadro del contrasto fra i filosofi, in nanti. teressati a una definizione astratta dell'uomo sul piano delle idee, e i biologi Aristotele e gli ateniesi suoi contemporanei erano perfettamente consci del naturalisti, preoccupati di de6nire l'uomo come specie zoologica. I primi erano fatto che alcuni barbari erano del tutto diversi da loro nelle apparenze, Le illu inclini a presentare i loro argomenti entro l'ambito di una storia sociale che po strazioni particolareggiate dei vasi dipinti e degli oggetti in metallo sbalzato di stulava la sostanziale unità dell'uomo pur nella differenza delle società umane; mostrano che i Greci di questo periodo avevano grande familiarità con le ca i secondi, interessati soprattutto alla classificazione, erano inclini a distinguere ratteristiche fisiche dei negri africani. Inoltre, dato che, nelle raffigurazioni di le varietà del genere umano nello stesso modo in cui erano soliti distinguere le satiri, questi hanno spesso tratti negroidi, sembra probabile che i negri fossero varietà di uccelli, piante e insetti. Il pregiudizio popolare si schierava con i na in un certo senso ritenuti mostruosi. Ma non è dimostrato che i Greci si fosse turalisti piuttosto che con i filosofi. Per tutto il xvii secolo gli umanisti filosofi ro mai seriamente interessati a problemi di classificazione etnica. alla Montaigne rimasero in minoranza; per l'uomo comune, Calibano di Shake Nell'Europa occidentale del xvi secolo la situazione era invece del tutto di speare, bestia piuttosto che essere umano, era lo stereotipo dei selvaggi africa versa. Le dimensioni del mondo conosciuto si erano improvvisamente dilatate; ni appena scoperti. le esplorazioni oltremare e gli insediamenti coloniali avevano aperto prospetti Oggi, negli anni '7o, è diventata una questione di opportunità politica per ve difavolose ricchezze. L'esistenza dei barbari non poteva piu essere data per personaggi pubblici di ogni genere, professori di antropologia compresi, sacri scontata: essi dovevano essere collocati nel quadro che l'uomo comune si face ficare al dogma dell'unità psichica e dell'identità di specie del genere umano. va della geografia mondiale. In questo contesto s'impose un interrogativo del Ogni discussione sulla rilevanza o irrilevanza delle variazioni razziali nell'uomo tutto nuovo; quali sono precisamente i limiti della specie umana> è attualmente condotta a partire da! presupposto che tutti gli uomini apparten Il dibattito fu condotto su due fronti. Sul piano religioso, benché la mag gono ad un'unica specie biologica: Homo sapiens sapiens. gior parte degli uomini colti fosse incline a credere che gli Europei come loro, In passato, però, l'identità di specie del genere umano è stata oggetto di ac bianchi di pelle e ben coperti, dovessero necessariamente appartenere a una cese controversie. Una versione della dottrina alternativa della poligenesi, se specie del tutto diversa da quella dei nudi selvaggi dalla pelle scura descritti condo cui le razze umane rappresentano specie distinte, dalle origini storiche dai viaggiatori etnogra6, c'era il fatto imbarazzante che la Genesi afferma che completamente distinte e dagli attributi psicologici del tutto diversi, fu esposta l'intera umanità discende dai figli di Noè, e qualunque cosa abbiano detto o da Paracelso già nel igzo [cfr. Slotkin xg65]. Tra il r 85o e il i8yo la poligene pensato in privato gli studiosi del xvi, xvii e xvni secolo, pochi fra di loro erano si costitui in realtà l'ortodossia dominante negli ambienti scientifici d'Europa pronti ad uscire allo scoperto e a pubblicare opinioni in contrasto con le Sacre e d'America, e malgrado il suo attuale discredito, talune versioni di questa teoria Scritture. Anche i propagandisti della Chiesa militante si trovarono in diflicol trovano tuttora un velato appoggio accademico. Per ovvie ragioni essa esercita tà: nel medioevo un Papa aveva decretato che i cristiani non dovevano ridurre una speciale attrattiva per tutti coloro che, per motivi politici od emotivi, in schiavitu altri cristiani, benché potessero ridurre in schiavitu gli infedeli ; ma sentono il bisogno di giusti6care istituzioni quali la schiavitu e la dominazione ora, nei territori d'oltremare degli imperi coloniali portoghesi e spagnoli, la coloniale. Analogamente, i piu recenti e attivi sostenitori della monogenesi,la
  • 16. Anthropos 6oz 6o3 Anthropos tesi cioè secondo la quale tutti gli uomini sono membri di un'unica specie, sono poraneamente alla diffusione della stampa in Europa, e per tutto il xvt secolo spesso convinti assertori di dottrine politiche di uguaglianza sociale. la miglior comprensione europea della geografia e della etnografia mondiale Questa confusione di scienza e sensibilità è deplorevole. I problemi genui coincise con un enorme incremento dell'alfabetizzazione, accompagnato a sua namente scientifici sono molto piu complessi di quanto i dottrinari dei due cam volta da un rinnovato e intenso studio della Bibbia nelle lingue volgari. Questo pi siano pronti ad ammettere. Ma la confusione stessa non è affatto una novità : nuovo sapere creò molti problemi. Come si potevano adattare le scoperte degli il pregiudizio religioso e l'oscurantismo scientifico sono stati strettamente asso esploratori ai dogmi temporali e geogra6ci della Genesi >Se la cronologia della ciati lungo tutta la storia di questo dibattito, e ciò riguarda direttamente il no Bibbia è esatta, come hanno fatto gli Indiani d'America a giungere dove sono, stro tema. nel breve intervallo trascorso dal Diluvio? E ancora : come si poteva render com Anche quando le discriminazioni degli zoologi si fondarono su una classi6 patibile la storia del mondo antico, cosi com' era conservata nei documenti tra cazione sistematica piuttosto che sulla fantasia, i criteri usati per distinguere mandatici dall'antichità, con la storia del genere umano ispirata da Dio, e quindi l'uomo dal non-uomo rimasero molto incerti. Fra gli uomini di cultura orto incontestabile, cosi com'è esposta nel Pentateuco? dossi, l'assioma biblico secondo cui le specie sono entità fisse stabilite da Dio Il dibattito su questi problemi si prolungò per piu secoli e le soluzioni pro al momento della creazione si precisò nella dottrina della pienezza o della Gran poste furono molto varie, ma tutte implicavano in fondo che solo i cristiani de Catena dell'Essere, secondo la quale Dio, come artista creatore, avrebbe europei civilizzati sono da considerarsi veri uomini, in senso proprio, tutti gli necessariamente creato tutte le creature possibili in tutti i mondi possibili, e altri «uomini» essendo di volta in volta animali subumani, mostri, uomini de le creature che noi oggi conosciamo sulla terra altro non sono che una parte generati, anime dannate, o il prodotto di una creazione separata. di quelle esistenti nell'universo. Per quanto riguarda questo mondo dell'espe Per esempio, nelr655, ilcalvinista francese Isaac de laPeyrère espose la rienza comune, tutte le creature viventi, incluse forse alcune ora estinte, posso sua eresia preadamitica secondo cui c'erano state due creazioni separate. Solo no essere sistemate in una gerarchia ininterrotta, dall'inferiore al superiore, gli ebrei discendevano da Adamo e solo gli ebrei erano stati contaminati dal culminante con l'uomo, come afferma la Genesi. peccato originale quale conseguenza della disobbedienza di Eva. Il Diluvio era Se però la varietà complessiva delle creature è cosi grande e cosi piccola la stato limitato al Medio Oriente. Il resto del genere umano, gli Indiani d'Ame differenza tra un'ipotetica specie creata e un'altra, dov'è il confine tra l'uomo e rica compresi, apparteneva a un ceppo del tutto anteriore e separato, i cui mem il non-uomo? Che tipo di creatura si trova immediatamente al di sotto dell'uo bri sono per loro natura immersi nella selvatichezza primitiva, tranne i cristia mo nellacatena gerarchica? ni che sono stati redenti da Cristo e che potenzialmente fanno parte degli Eletti Nel z677 William Petty, scienziato e studioso inglese di spicco, dichiarava di Dio. che (<dell'uomo stesso paiono esservi specie numerose, per non menzionare i C'erano altri modi di pervenire a una conclusione per molti versi simile, ma Giganti e i Pigmei o quella sorta di uomini minuscoli quasi privi di linguaggio una caratteristica comune delle diverse argomentazioni era che i «gentili» non e che si nutrono essenzialmente di pesce» [ed. t9z7, pp. 30-3t ], termini non compresi nella Bibbia e i «selvaggi» erano associati come una specie di residuo molto diversi da quelli usati nel xrv secolo da John Mandeville nella sua imma storico dei «primi uomini». Cosi Vico si limita esplicitamente alla storia dei ginaria ricerca di «diversità di genti e forme diverse di uomo e di bestie». Alla «gentili », che comprende i Greci, i Romani e gli Indiani d'America, in modo da 6ne del xvn secolo un altro scienziato inglese, l'anatomista Edward Tyson, evitare qualsiasi sfida diretta all'Antico Testamento; viceversa la famosa etno basando la sua dimostrazione sulla dissezione di un orangutan, asseri autorevol gra6a degli Indiani Irochesi, scritta dal gesuita padre Lafitau all'inizio del xvni mente che i Pigmei rappresentano «un anello di congiunzione fra la scimmia e secolo [r7zg], si diffonde in paralleli fra i costumi degli Indiani d'America e l'uomo» [Tyson r699 e cfr. tav. z3 ], affermazione piu tardi adottata da Lin quelli dei Greci e dei Romani. In un certo senso la dottrina della Caduta era neo [1735] e da Rousseau [I755]. stata capovolta; l'ottimistica teoria di un progresso evolutivo stava per soppian tare quella pessimistica della degenerazione universale, ma il beneficio di siffat to progresso era riservato ai cristiani europei dalla pelle bianca. r.7. Antropologia biblica. Argomentazioni di questo tipo, che confondevano il «genere inferiore d'uo i.8, Il concetto di uomo naturale. mo» con il «genere superiore di scimmia», non erano solo esercizi di discri minazione scientifica sempre piu raffinata; essi facevano parte integrante di La logica di questo capovolgimento merita attenzione. La storia mitica tra un dibattito allora in corso, il cui scopo primario era di realizzare una sintesi dizionale si era limitata ad affermare l'opposizione tra la nostra esistenza mor fra la dottrina teologica della Caduta e i fatti della geografia umana, scoperti tale, legata al tempo di questo mondo imperfetto, e l'immortale perfezione di recente. atemporale del Paradiso. Questo Mondo e l'Altro Mondo coesistono. Ma le sto La scoperta delle Americhe e dell'Africa meridionale era avvenuta contem rie mitiche hanno per necessità una struttura lineare in cui una cosa accade do
  • 17. Anthropos 6o4 6og Anthropos po un'altra: il Paradiso atemporale sta sempre all'inizio e l'hic et nunc legato al ge, conducendo nel «continuo timore e pericolo di morte violenta» una vita «so tempo sta sempre alla fine, benché in certi casi, come nel cristianesimo, ci sia litaria, misera, sgradevole, brutale e breve» (trad. it. p. rzo ). la visione di un futuro escatologico in cui il genere umano redento farà di nuo Vico e Rousseau non fecero altro che riportare la rappresentazione biblica vo ritorno all'inizio. In uno schema mentale del genere, i processi della storia un passo indietro, a un mondo preadamita, non razionale, di pace e di innocen sono necessariamente visti come un declino che segue un'età dell'oro. za. Lo stato di paura continua, che Hobbes attribuiva all'uomo naturale fuori La secolarizzazione dell'argomento, che iniziò con Democrito (fine del v della società, per Vico era caratteristica dell'emergere dell'uomo civilizzato nel secolo a. C.) ed è caratteristica di tutti gli epicurei (dalla fine del tv secolo a. C. la società, e in effetti fu alle origini di gran parte della cultura umana. in poi) converti la degenerazione in evoluzione. In Lucrezio (t secolo a. C.), la Nel frattempo, la scarsa opinione che Hobbes aveva dell'uomo naturale in creazione è un processo spontaneo piu che il risultato dell'intervento divino. quanto individuo fu modificata da John Locke, il quale mise l'accento sul fatto La società umana si sviluppa per stadi secondo una logica semplicistica: alla che, se l'uomo fuori della società è un essere amorale, la distinzione stessa fra raccolta segue la caccia, alla caccia l'agricoltura. C'è una progressione dalla comportamento morale e amorale dipende dalle convenzioni sociali. promiscuità sessuale alla coabitazione in coppia, al raggruppamento di piu fa Locke [r694] sosteneva la sua tesi concernente la relatività morale, citando miglie in villaggi stabili. All'anarchia senza legge e alla guerra di tutti contro tutta una serie di orrifiche storie etnografiche completamente inventate come : tutti, fa seguito la vita organizzata sotto costituzioni statali, invenzione razio «È cosa ordinaria presso i Mingreliani, che fanno professione di Cristianesimo, nale di saggi legislatori. Vari schemi di tipo sorprendentemente analogo riappa seppellire vivi i propri fanciulli, senza alcuno scrupolo. Altrove, i padri mangia iono nelle opere degli evoluzionisti del xvnr e del xtx secolo (Condorcet, Mc no i propri fanciulli. I Caraibi avevano l'abitudine di castrarli, per ingrassarli e Lennan, Morgan). mangiarli » (trad. it. libro I, p. 7o). Gli argomenti di Zenone (fine del Iv secolo a. C.) e dei suoi successori rap La Grande Catena dell'Essere è qui divenuta questione di diversità morale presentano un'altra alternativa al mito dell'età dell'oro. piuttosto che di specie biologica, ma è del tutto chiaro da che parte Locke L'uomo, in quanto parte di una natura divinamente ordinata, è soggetto a avrebbe voluto collocarsi. È la sua cultura che rappresenta la rispettabilità mo leggi naturali universalmente valide, ma queste vanno distinte dalle leggi fatte rale ; gli altri, amorali, sono percepiti come cannibali mostruosi che divorano i dall'uomo per la società, valide solo localmente. Ne consegue che l'uomo reale, propri figli. L'etica sottintesa è quella della mitologia popolare tradizionale da come lo si trova nelle società reali, è una creatura composita che possiede attri cui abbiamo preso le mosse. buti culturali sovrimposti ad attributi naturali. Il fatto che la dottrina della relatività culturale, oggi di moda, e che le gene Versioni di quest'ultimo tema, anch' esso evoluzionistico ma in un senso razioni successive hanno ripreso da Locke, incorpori il presupposto tradiziona piuttosto diverso, riappaiono verso la metà del xviii secolo nelle filosofie di Vi le, secondo cui l'opposizione noi/altri equivale a quella umano/mostro, dovreb co, Rousseau e di Lord Monboddo, dove risulta capovolta la dottrina cristiana be servire da monito; ma il dilemma è piu sottile. ortodossa della redenzione ciclica. Al posto della caduta dalla Grazia cui fa se Dal z65o in poi, in reazione a Hobbes, molti autori tentarono in modi diver guito un ritorno al Paradiso, abbiamo una concezione per cui gli inizi del lin si di trasformare la tesi biblica secondo cui la civiltà è il risultato dello scadi guaggio e dei rapporti sociali sono invenzioni umane che segnano l'emergere mento da uno stato di Grazia originario nel postulato secondo cui la presente dell'uomo da uno stato di bestialità ma, a causa della fragilità umana, il dise condizione dell'uomo in società sarebbe il frutto di costrizioni sociali o condi gno dellastoria ciriporta verso una nuova barbarie. zionamenti culturali imposti ad uno stato preumano di animalità, in cui l'«uo In tutte queste speculazioni circa una progressiva perfettibilità o decadenza mo» esisteva come individuo solitario al di fuori di qualsiasi umanità naturale. della società è implicito che l'uomo nella civiltà dovrebbe essere considerato Ma se la dottrina lockiana dell'assenza di idee morali innate è portata a questi provvisto di attributi (cultura) aggiunti a quelli della sua natura animale. Di estremi, allora quell'animale del tutto immaginario che è l'uomo naturale di conseguenza, i teorici in questione furono condotti a postulare uno stato origi venta una creatura del tutto arbitraria, che consente ogni sorta di manipolazio nale in cui un ipotetico uomo naturale preumano esisteva, senza società e senza ne politica. linguaggio, vivente allo stato selvatico in una sorta di foresta edenica. Che questa idea piaccia o faccia orrore, dipende da chi siamo. La lettura La tesi sottintesa, cioè che l'unità dell'uomo è naturale mentre la diversità che Gramsci [ed. ttlpg, p. r874] fa di Marx, secondo cui «non si può parlare di dell'uomo in società è culturale, è diventata oggi articolo di fede per i marxisti "natura" come di alcunché di fisso, immutabile e oggettivo» in quanto «la ".na ed è seguita anche dalla maggior parte degli antropologi. Questa dottrina ha tura" dell'uomo è l'insieme dei rapporti sociali che determina una coscienza sto radici remote nella concezione stoica di una universale fratellanza dell'uomo, ricamente definita», è in linea con questo stile di pensiero ; e cosi pure la prece nel contesto di una cosmopoli universale, ma il suo riemergere tra la fine del dente predizione di Rousseau, straordinaria ma sconvolgente, che a causa del xvIt e l'inizio del xvItt secolo rispondeva alla formula di Hobbes [r65z], secon l'avarizia individuale bisognerà che gli uomini vengano «costretti ad essere do cui in origine l'uomo, come Caino, si era aggirato ramingo per terre selvag liberi ».
  • 18. Anthropos 6o6 6op Anthropos Due punti in particolare sono qui rilevanti. Primo, i grandi filosofi sociali esistente, cosicché, nei limiti in cui i singoli esseri umani sono in grado di deci del xvIn secolo, Vico, Rousseau ed altri, i cui nomi sono oggi cosi spesso invo frare l'ordinamento dell'universo e modificarlo, sono essi stessi divini. cati quali precursori di Marx, in quanto misero l'accento sul fatto che la storia L'opinione secondo cui il fine specifico degli studiosi della società umana do umana è opera dell'uomo e non il risultato del ripetuto intervento divino, non vrebbe essere quello di sviluppare una «scienza sociale» analoga alla «scienza erano atei ma deisti che esageravano enormemente le capacità della Ragione fisica» dell'epoca di Newton, implica proprio questo tipo di deificazione dei po Divina, cosi com'è racchiusa nelle menti umane. Secondo, la distinzione artifi teri della ragione umana. Auguste Comte, spesso considerato il padre fondato ciale tra cultura e natura, d'immensa importanza nella storia dell'antropologia re del pensiero sociologico moderno, si è anzi spinto al punto di fondare una del xx secolo, da un certo punto di vista è una logica derivazione dal relativismo chiesa positivista nel cui credo la «ragione» svolgeva esplicitamente la parte di morale di Locke, ma per un altro aspetto è una trasformazione dell'opposizione solito assegnata alla «divinità». cartesiana fra mente cosciente e materia inconsapevole. I limiti di quest'ultima È interessantenotare come la fisica moderna sia riuscita a sottrarsialle sue diade valgono anche per la prima. origini dualistiche, facendo a meno della materia morta piuttosto che della men te vivente. Secondo Bertalan8y, la fisica moderna ha distrutto il concetto di materia solo per modo di dire ; le componenti ultime della realtà fisica non sono I.9. Dualismo ingenuo. piu piccoli corpi, ma entità dinamiche di cui si può dire soltanto che è possibi Una qualche forma di dualismo filosofico sembra quasi un universale uma le descrivere alcuni aspetti del loro comportamento mediante leggi matemati no. Per lo piu esso prende una forma vitalistica, in quanto un'essenza metafisi che. Analogamente, gli antropologi contemporanei si stanno gradualmente ren ca, la «vita», tortuosamente identificata con la personalità individuale, è consi dendo conto del fatto che il loro oggetto non consta tanto di cose e di esseri uma derata come la forma attivante che conferisce la capacità di crescita e di movi ni, quanto di rapporti in interazione dinamica. Prima di pervenire a questa sco mento alla materia altrimenti «morta». perta, però, gli antropologi, come i fisici, andarono in cerca di tutta una serie di Per quanto ne sappiamo, l'uomo è l'unico animale consapevole del fenome modelli meccanicistici. no della morte e della sua inevitabilità. Nonostante le ipotesi di Freud circa un istinto di morte (8ávxwoq), sembra chiaro che la nostra preoccupazione umana r.ro. Rousseau e Buffon. per la prospettiva di una morte incombente si basi sulla conoscenza cultural mente acquisita che deriva dal modo in cui usiamo il linguaggio per distingue La trasformazione dell'uomo, creatura speciale quasi divina, in uomo ani re due stati opposti dello stesso corpo animale, vivo o morto. Le conseguenze male - macchina mondana, e da qui in uomo, complesso di idee relazionali so sociali di questa semplice discriminazione sono incalcolabili. Ogni azione reli cialmente generate, fu il risultato del convergere nella storia delle idee di svi giosa e ogni ideologia rappresentano un tentativo di negare, o almeno di quali luppi paralleli ma distinti. A questo riguardo Rousseau e il naturalista Buffon, ficare, la prospettiva secondo cui la morte di un essere umano rappresenta la suo contemporaneo, rappresentano posizioni antitetiche. Rousseau s'interessa sua estinzione finale e completa. all'uomo in società; Buifon si occupa da naturalista dell'uomo considerato co La logica del dualismo vitalistico è superficialmente molto semplice. Se ciò me specie zoologica nelle sue varietà. che un istante fa era vivo, adesso è morto, allora qualcosa dev'essersi «diparti Rousseau segui Linneo nel considerare almeno alcune specie di grandi scim to» dal corpo morto. Questo qualcosa è la sua «vita», «anima», «spirito», «per mie alla stregua di «uomini selvatici», poiché la sua teoria di stile lamarckiano sonalità»,«spettro» o altro.Ne consegue che quest'anima dipartita deve ora della perfettibilità esigeva che il linguaggio umano fosse un'invenzione dell'uo trovarsi altrove. Se non si è immediatamente reincarnata in questo mondo in mo. Ciò implicava l'esistenza di «uomini » prima che esistessero uomini parlanti qualche altra forma, come sostiene la dottrina buddista della trasmigrazione e lasciava aperta la possibilità che ci fossero ancora degli «uomini» che avevano delle anime, allora essa deve continuare la sua esistenza in qualche altro mondo, dimenticato o mai acquisito l'arte della parola. Tuttavia, riguardo alla classi la Terra dei Morti. Se la Terra dei Morti è dimora permanente piuttosto che ficazione,Rousseau fu per temperamento un raggruppatore piu che un separa temporanea delle anime dipartite, essa possiede la caratteristica che i suoi abi tore. Egli riteneva gli uomini tutti uguali nella loro essenza zoologica, e fu que tanti sono immortali. È facile allora attribuire ai morti immortali proprio quel sta credenza che forni le basi della sua dottrina politica radicale, secondo cui le qualità di onnipotenza di cui i mortali impotenti sembrano privi, Gli antena in una società giusta tutti gli individui sarebbero stati ugualmente liberi ed ti morti sono trasformati in divinità e si sviluppa un culto religioso come mezzo uguali, per riportare nel mondo reale dell'umanità sofferente la potenza di Dio Padre. Buffon, d'altro canto, sembra aver ritenuto che in natura la Grande Catena Nel xvn e xvnt secolo, un'importante corrente della filosofia europea occi dell'Essere sia un continuum assoluto di individui e che la nostra inclinazione dentale fini col trasformare il Dio Padre, onnisciente e onnipotente regolatore umana a distinguere specie separate sia convenzionale: «I generi, gli ordini e le del destino umano e inumano, nella Ragione Divina, l'ordinamento del mondo classi esistono solo nella nostra immaginazione». Il continuum è una gerarchia