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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
TEMPO/TEMPORAL ITÁ
Krzysztof Pomian — TEMPO/TEMPORALITÁ p ag .4
CATASTROFI p a g . 9
CICLO p ag . 1 7
EVENTO p ag. 4 7
PERIODIZZA Z IONE p a g .5 8
TEMPO/TEMPORALITÁ pag.83
ambiguità allegoria
competenra/esecuzione codice
Tempo/temporalità fonetica immagine avanguardia
grammatica metafora
Tempo/temp oralità
classico
concetto analogia e metafora lessico segno critica
esistenza argomentazione lingua significato
interpretazionc lingua/parola
filologia
simbolo
bello/brutto
fenomeno linguaggio
letteratura creatività
maniera
farma metrica espressione
semantica poetica fantastico
. prapos»afoneegiudizi<v sens%ignificato alfabeto retorica girato
=====:==~= ==diàèkàione traduzione ascolto imitazione
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lettura progetto cultura/culture
umane riproduzione/riproducibilità etnocentrismi
dicibile/indicibile j>r',;ozàlo/acrftto ISCOISO sensibilità ,
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presupposizione e allusione —: er ror e I finzioàe à spazialità
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enigma castrazione e complesso esclusione/integrazione
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censura farm aco/droga fuoco
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mostro i dentificszione e transfert folli a/delirio homo
sistemi di riferimento -.=' ricorsività ipotesi ='
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--:. == --'.:=c.« tattica/strategia popolare dèi
inconscio medic ina/medicalizzazione mano/manufatto
stabilità/instabilità matematiche . =
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nevrosi/psicosi n ormal e/anormale tecnicaalienazione
va«azione metodo -==-='"étruttura tradizioni eroi piacere salute/malattia utensile
coscienza/autocoscienza demagogiacentratoJacentratoJ '= ~= --' t j
. imm aginazione sociale
iniziazione
discriminazione sintomo/diagnosi
combinatoria magia
pace repressione demoni alimentazione
applicazioni serv%ignore terrore
grafo ateo messia
divinazione agonismo
casta animale
assioma/postulato -~ o/probabilità
""
uomo tolleranza/intolleranza chierico/laico millennio
mit%ito cerimoniale
donna cucina
continuo/discreto causa/effetto utopia chiesa persona festatortura mythos/togoa endogamia/eaogamia domesticamento
dipendenza/indipendenza abaco certezza/dubbia violenza diavolo puro/impuro feticcioorigini famiglia fame
divisibilità algoritmo ' coefciiza eresia religione gioco
incesto vegetale
dualità approssimazionc = ::=:
, CanVenzione
categorie/catg»àoizuàutzfc»àe
libertino sogno/visione lutto
insieme calcolo , fièterminsta/mdeterminato libro stregonena regalità maschile/femminile
matrimonio
razionale/algebrico/trascendente "~ „"IS,. Oum« ii ~
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Tempo/temporalità
Catastrofi, Ciclo, Evento, Periodizzazione,
Tempo/temporalità
Insieme di operazioni che coordinano vari moti e le loro direzioni, proprietà
specifiche, velocità, il tempo è concepito in parecchi modi in funzione soprattut
to dell'idea che ci si fa, da un lato, di tali operazioni e, dall'altro, della natura dei
moti che si prendono in considerazione. Infatti, le operazioni si possono rap
portare a un soggetto divino che si suppone coordini, nel momento stesso in
cui li crea, diversi moti che imprime agli esseri e alle cose, moti ai quali non per
mette di giungere a esaurimento prima dell'ora che egli solo conosce.
.In quantocreatore del tempo, un simile soggetto divino è di per sé extratemporale; gode
di un modo di essere eccezionale e superiore a quello delle creature, modo di
essere che si definisce con il termine 'eternità'. Ma le operazioni possono anche
venire rapportate a un soggetto umano, caso particolare di soggetto finito; il
tempo allora si rivela sia soggettivo, dipendente dalla coscienza individuale che
lo astrae dalle esperienze o lo scopre nel suo funzionamento ; sia trascendentale,
cioè inscritto nelle strutture costitutive del soggetto in quanto tale e precedenti
qualsiasi esperienza concepibile, di cui tali strutture sono una condizione di pos
sibilità. Nel primo caso ogni individuo si presume coordini i movimenti ed ela
bori pertanto una nozione di tempo a modo suo; l'accordo tra gli individui si
stabilisce allora sia attraverso lo scambio, sia attraverso l'apprendimento, che ne
costituisce una modalità; nel secondo caso l'accordo tra gli individui è dato in
anticipo, il che significa che partecipano tutti a priori dello stesso tempo. Vi è
ancora un altro modo di situare le operazioni che coordinano i moti: esso con
siste nell'assimilarle a interazioni tra questi stessi moti o tra i corpi in movimen
to e pertanto nel presupporle indipendenti da qualsiasi soggetto, foss'anche di
vino, come una proprietà della materia. Il tempo allora non è piu di competenza
della teologia o della filosofia; esso fa parte della fisica. D'altronde, anziché stu
diare le interazioni tra i moti in generale, si possono prendere in considerazione
solo quelle che stabiliscono relazioni tra certe classi di moti, di cambiamenti e
di variazioni: per esempio, le trasformazioni degli esseri viventi, o delle società
umane, oppure il succedersi degli stati psicosomatici, ecc. Donde la distinzione
tra parecchi tipi di +temp %emporalità+: biologici, sociali, psicologici, ecc. ; i
quali, anche quando sono concepiti come non riducibili al tempo fisico, sono a
quest'ultimo sovrapposti e sono condizionati dalla sua orientazione e dalle sue
proprietà,
Già questo dimostra che l'idea che ci si fa del tempo dipende dai moti che
si prendono in considerazione. Ma questa regola si verifica anche quando, stu
diando il tempo dal punto di vista storico, si mettono in parallelo le variazioni
dell'idea che se ne facevano i teologi, i filosofi, gli eruditi, e i mutamenti della
situazione ontologica del moto stesso. Cosi, finché si dividevano i moti in visi
bili e invisibili, il tempo, sempre invisibile, poteva essere definito soltanto in
Sistematica locale ASS Tempo/temporalità
tre modi: z) in quanto interazione dei moti visibili o, piu esattamente, in quanto esistente ai corpi in movimento, è stata rimessa in discussione quando si è
determinazione dei moti irregolari che animano i corpi del mondo sublunare, accertato che il tempo misurato da un orologio fermo è diverso, a parità di altre
mediante i moti, uniformi, dei corpi celesti; z) in quanto coordinamento dei condizioni, da quello misurato da un orologio in movimento. Ciò significa che
«moti» invisibili: ricordi, percezioni, anticipazioni, in quanto insomma cambia il tempo dei moti osservabili, il tempo della fisica, invece di essere, come si è
menti che avvengono nell'anima e che questa proietta sulle cose visibili; g) in creduto a lungo, invisibile e misurabile, deve essere concepito come solo misu
quanto interazione dei «moti» invisibili e dei moti visibili, che consiste nel su rabile. In altre parole, anziché un quadro metafisico all'interno del quale si ma
bordinare i secondi ai primi, i moti del corpo a quelli dell'anima, i moti del cielo nifestano dei fatti fisici, è esso stesso un fatto fisico, e non è altro. La scoperta
aque iquelli del Primo Motore e a Dio. Questi tre modi di concepire il tempo si sono degli oggetti che si osservano solo indirettamente, per esempio le particelle che
conservati per circa due millenni. Il punto di rottura è stata l'invenzione e iil si conoscono esclusivamente mediante le fotografie delle loro tracce nella camera
perfezionamento dell'orologio meccanico e degli strumenti d'osservazione che, di Wilson, è servita a rafforzare ancor piu quest'idea del legame indissolubile
a poco a poco, hanno permesso di scoprire e di esplorare un intero universo di tra il tempo e il moto, della dipendenza funzionale del primo in relazione al se
oggetti osservabili: stelle invisibili a occhio nudo, microbi, piu tardi cellule, ra condo, con l'introduzione di intervalli estremamente brevi e offrendo la possi
diazioni di vario tipo, ecc. Fu per soddisfare le necessità della nuova fisica che bilità di misurare durate estremamente lunghe. I dati della fisica, come pure
si occupa di quegli oggetti e dei loro moti, che si dovette definirne il tempo e, quelli della biologia, della psicologia, dell'antropologia, della storia, inducono
contemporaneamente, dargli una nuova collocazione in rapporto a quello dei oggi a concepire il tempo come un insieme di operazioni o di interazioni, che
moti visibili e invisibili. coordinano diversi moti, le loro orientazioni, le loro proprietà qualitative e le
Contrariamente a quest'ultimo, il tempo dei moti osservabili è un tempo loro velocità, o meglio come un insieme di tali insiemi, poiché tali operazioni e
quantitativo, perché il moto di riferimento è quello di un orologio fornito di un interazioni sono, lo si è appena constatato, molto varie e anche — ma questo è
quadrante numerato e pertanto in grado d'indicare la durata di ogni intervallo un punto assai controverso — non riducibili le une alle altre.
temporale che sia multiplo di un intervallo unitario. Questa scelta del moto di Da qui la necessità d'immaginare il tempo come una sovrapposizione di stra
riferimento significa considerare come unica caratteristica pertinente di tutti i ti che si possono chiamare, volendo, delle temporalità e che corrispondono alle
moti osservabili la velocità, e non l'orientazione o l'aspetto qualitativo com' era varie categorie di oggetti e ai vari tipi di moto. Ognuno di questi strati è carat
il caso trattandosi di oggetti visibili o invisibili. La riduzione del moto alla ve terizzato dalla orientazione, dalle proprietà qualitative e dalle durate che mette
locità e alle sue caratteristiche, per esempio l'uniformità o l'irregolarità delle in gioco. Ognuno, formatosi a un determinato momento dell'evoluzione o della
variazioni, o alcune variazioni dell'accelerazione, rende il moto del tutto indi storia, rende possibile un altro strato superiore, che è anche posteriore, pur su
pendente dalla natura dei mobili. Per sapere del moto tutto quanto occorre, bendo, appena questo comincia a formarsi, un effetto di retroazione. Si costruisce
basta procedere amisurazioni, senza che sianecessario conoscere le proprietà cosi un'architettura temporale che non è solo una creazione della ragione, per
degli oggetti dei quali si studia il moto. Ciò vale a fortiori per il tempo che, in ché è incorporata nelle azioni umane, nelle istituzioni sociali, negli strumenti
tal modo, si trova privo di qualsiasi collegamento con i corpi, di qualsiasi con e nelle tecniche; essa pertanto s'impone a ogni individuo come un dato su cui
tenuto, e che pertanto appare come pura possibilità di confrontare dal punto di egli può influire molto poco. Quest'architettura temporale, prodotto dell'intera
vista quantitativo le varie successioni, le varie velocità, rapportandole a una ve zione tral'uomo e l'ambiente,è insieme «soggettiva» e «oggettiva» o, piu pre
locità di riferimento, quella dell'orologio. In altri termini, il tempo ha l'aspetto cisamente, dipende dalle caratteristiche biologiche e storiche deH'uomo come
di una forma vuota, oggetto paradossale che è contemporaneamente invisibile pure da quelle proprie delle cose. Per enunciare bene la problematica del tem
e misurabile, e che si incomincia con il riconnettere ad altri oggetti invisibili: po quale oggi si pone, è necessario descrivere prima di tutto l'architettura tempo
a un soggetto divino o a un soggetto finito che si lasci concepire sia come un rale della civiltà contemporanea che contiene, modificati da apporti successi-i,
soggetto empirico sia come un soggetto trascendentale. L'importanza di questi gli strati giunti da un passato molto remoto, al fine di esplicitare l'articolazione
vari modi di concepire il soggetto dipende dal fatto che comportano, ciascuno, delle sue diverse componenti.
una risposta diversa alla domanda sui rapporti tra il tempo e l'esperienza. Ma, Stabilito questo, si può passare ai problemi che si presentano ineluttabil
quale che sia questa risposta, si tratta sempre di un tempo quantitativo, prece mente appena ci si mette a riflettere sul tempo ; in primo luogo quello della sua
dente ogni oggetto preso a sé e, appunto per questo, estendentesi all'infinito nel orientazione o della sua direzione. Si tratta di sapere se il tempo è ciclico o li
passato e nell'avvenire. Da questa nuova idea del tempo, nasce tutta una pro neare; nel caso di un approccio che sostituisca un tempo omogeneo e unico con
blematica che verte sui rapporti del tempo dei moti osservabili, quello della fi un'architettura temporale, il problema verte su ogni strato preso separatamente
sica, con il tempo dei moti visibili e quello dei mutamenti invisibili: il tempo e piu in particolare sullo strato che si presume conglobi e condizioni tutti gli
della coscienza, il tempo religioso, ecc. altri. Coordinamento di tutti i moti visibili, il tempo del mondo visibile è, con
L'assimilazione del tempo degli oggetti osservabili a una forma vuota, pre piena evidenza, una serie di cicli. La convinzione, opposta alla testimonianza
Sistematica locale 656 657 Tempo/temporalita
oculare, che il tempo sia lineare, si può spiegare solo facendo riferimento a un foss altro che per le sempre piu ampie possibilità del sistema nervoso, appare' I
essere invisibile, Dio, e ai suoi interventi nel mondo visibile, che sono gli avve pertanto come un tempo locale, mentre il tempo dei cambiamenti invisibili, il
nimenti per eccellenza. La controversia a proposito della direzione del tempo si tempo della metafisica o della religione, per quanto lo si concepisca come pro
dimostraallora non essere altro che un caso particolare della controversia che gressivo, viene a essere chiaramente invalidato, ridotto al rango di una illusione.
ha per tema i rapporti tra il visibile e l'invisibile. Essa ha quindi una portata Dal punto di vista di chi crede in un tempo del genere in quanto globale evi
filosofica generale, oltre che implicazioni per la teoria e la pratica della storia. dentemente sono i risultati della fisica che vanno messi in dubbio per salvaguar
Si può infatti giustificare l'attribuzione di un carattere ciclico alla storia solo se dare la prospettiva di un progresso dell'uomo e dell'universo. La controversia
la si subordina al determinismo naturale, identificato con il determinismo co su questo argomento, ora latente ora aperta, è tutt' altro che in via di conclu
smico ; solo una storia lineare rappresenta una espressione della libertà dell'uo sione.
mo in relazione agli astri e al mondo fisico, vale a dire al mondo visibile in ge Q ualsiasicronosofia s'interessa soprattutto all'avvenire; in questo senso es
nerale. Questa controversia tra una visione ciclica e una visione lineare della sa rassomiglia sempre alla divinazione. Le ricerche e le speculazioni sull'orien
storia, tra il determinismo e l'affermazione della libertà, tra la preminenza data tazione del tempo, locale o globale, sono subordinate al problema dell'avvenire
rispettivamente al visibile e all'invisibile, pare aver perso parte della sua viru prossimo e dell'avvenire piu remoto degli uomini e del mondo. A proposito di
lenza, trattandosi della storia considerata nel suo insieme. quest'ultimo, c'è solo una scel)a molto limitata: o l'universo subirà una dilata
Preoccupate dell'avvenire, le cronosofie vorrebbero tuttavia stabilire se tutte zione all'infinito e quindi un raffreddamento, oppure incomincerà a contrarsi e
le civiltà sono mortali, se, in altre parole, ognuna percorre un+ciclo+ che la con a riscaldarsi per tornare allo stato di palla di fuoco e quindi a esplodere di nuo
duce, da quando compare, attraverso un periodo di espansione, al declino e alla vo. In entrambi i casi la vita sparirà presto o tardi, ma la durata dei periodi di
disintegrazione finale. D'altra parte un argomento valido degli studi storici è cui tenere conto è talmente enorme che è difficile lasciarsi commuovere da que
costituito dai cicli climatici, demografici, economici, ecc., come pure dalle flut ste cupe prospettive. L'avvenire dell'uomo, anzi persino quello della nostra ci
tuazioni periodiche di diverse variabili. Il tempo preso in considerazione in que viltà, preoccupa molto di piu. Ora, noi veniamo a conoscere questo avvenire
sto caso non è il tempo dei moti visibili. I cicli studiati oggi dagli storici sono in maniera differente a seconda che il tempo sia ciclico o lineare. Infatti ogni
esaminati partendo da un'analisi dei dati statistici e sono indicati quindi dalle ciclo si divide in almeno due fasi: una ascendente e una discendente, separate
curve che si ritiene rappresentino i processi reali: il tempo preso in considera da almeno due punti singolari in cui ha luogo un'inversione di tendenza. Per
zione in questo caso è un tempo ricostruito e i cicli vi hanno sempre un carattere questa ragione, se gli argomenti soddisfacenti optano in favore di un tempo ci
locale. In compenso, a proposito del tempo osservabile si pone il problema del clico, basta, per conoscere l'avvenire, avere un'idea dell'insieme del ciclo e della
l'orientazione globale studiato dalla cosmologia. L'attuale espansione dell'uni posizione che vi si occupa; tale posizione può essere determinata risalendo nel
verso continuerà indefinitamente o avrà un limite, raggiunto il quale essa lasce passato fino al punto singolare, al fine di stabilire se si è nella fase ascendente o
rà il posto a una contrazione> Gli specialisti oggi propendono piuttosto per la discendente. Questa è certo un'indicazione puramente teorica, poiché nessuno
prima eventualità, poiché pare che la densità della materia nell'universo non sia in questo modo ha mai ottenuto previsioni valide; ma sono numerosi coloro
sufficiente a obbligarlo a contrarsi; non è escluso che progressi teorici o nuove che vi si sono cimentati e se ne trovano certamente ancora.
misurazioni inducano un giorno a cambiare opinione sull'argomento. La procedura da seguire è un'altra se si suppone che il tempo sia lineare,
A prescindere dalla cosmologia, dove il problema del tempo globale si è a meno che si pretenda di conoscerne di colpo la direzione e di sapere in che
presentato solo molto di recente, il tempo dei moti osservabili è sempre stato, punto ci si trova. Altrimenti, è la+periodizzazione+ della storia, qualunque essa
e continua aessere,definito un moto lineare. Quando veniva concepito come sia purché lineare, che dovrebbe permettere di ottenere una previsione con
una entità insieme misurabile e invisibile, ciò si spiegava con argomenti tratti buone fasi. Essa consiste nel suddividere il processo in una sequenza di stadi e
dalla teologia o dalla filosofia; solo piu tardi sono stati trovati i fondamenti della nel ricavarne la legge di successione, legge che consente di dedurre i caratteri
linearità nei dati dell'osservazione e in quelli della ricostruzione del passato par dello stadio seguente da quanto si conosce del precedente. Basta quindi deter
tendo dalle vestigia che ha lasciato. In quanto lineare, il tempo dei moti osser minare all interno di quale stadio ci si trova e la posizione che vi si occupaIl'
vabili si contrappone a quello, ciclico, dei moti visibili; esso per contro si appa prossima all inizio o alla fine dello stadio, per essere in grado di prevedere l'av11'
renta a quello dei moti invisibili, la qualcosa per molto tempo ha reso incon venire. Purtroppo i risultati non sono mai stati all'altezza delle aspettative. L'in
cepibile la loro distruzione. Questa dovette introdursi solo nel momento in cui successo delle cronosofie tanto cicliche quanto lineari, le quali fondavano i loro
fu accertato che il tempo globale della fisica non era progressivo o tendente verso pronostici sulle periodizzazioni, ha indotto, nel corso degli ultimi anni a cer
una sempre maggiore complessità, ma regressivo : esso dovrebbe giungere a una care altre tecniche di previsione. Queste tecniche si ritengono scientifiche per
situazione di equilibrio, di ugualizzazione di tutte le differenze, in una specie ché sembrano fondarsi sui dati dell'osservazione o della ricostruzione, cioè, in
di morte cosmica. Il tempo dell'evoluzione degli esseri viventi, progressivo non generale, su una documentazione statistica. I risultati noti, tranne alcuni casi
Sistematica locale 658 659 Tempo/temporalità
molto circoscritti, non inducono per nulla a ritenere tali tecniche attendibili. nel linguaggio delle funzioni analitiche. Ma la fisica è giunta assai rapidamente
L'unico modo di discernere l'avvenire consiste nel prospettarsi gli scenari alter a scoprire nel proprio campo delle soluzioni di continuità di fronte alle quali si
nativi, la previsione essendo tanto piu certa quanto piu è indeterminata. trovava disarmata, perché il linguaggio che usava non consentiva a lungo di
Le periodizzazioni tuttavia servono non solo a prevedere l'avvenire, ma an dame una descrizione adeguata e ancor meno d'inserirle in una visione d'in
che, piu semplicemente, a classificare le vestigia del passato : i fossili, i documen sieme. Restavalasperanza che un giorno sisarebbero potute eliminare, quando
ti e i monumenti, gli oggetti da collezione in generale. Esse infatti forniscono il loro carattere di discontinuità si fosse dimostrato puramente illusorio, e in
un sistema di riferimento temporale che permette non solo di collocare gli og sieme si sarebbero eliminate, o ridotte una volta per tutte ai moti continui, le
getti nell'ordine di successione, ma anche di raggrupparli in insiemi i cui ele discontinuità del mondo visibile. È noto che non è andata cosi. Anziché fare a
menti, per il fatto di appartenere tutti a una stessa epoca, e di provenire da meno degli avvenimenti, cioè in questo caso delle soluzioni di continuità, la fi
uno stesso periodo, possiedono proprietà che viceversa non possiedono gli og sica ne aveva sempre piu spesso bisogno e nei settori piu vari. Il problema dei
getti di altre provenienze. La posizione che un oggetto occupa nel tempo si tra rapporti tra il continuo e il discontinuo si pone quindi non solo perché coinvolge
duce quindi in caratteri visibili od osservabili di quell'oggetto, e la classificazio da un lato il visibile e, dall'altro, l'osservabile che ha assunto, qui come altrove,
ne di tali caratteri diventa una periodizzazione dal momento in cui s'introduce la funzione in precedenza svolta daN'invisibile. Esso si pone all'interno stesso del
l'idea di una continuità soggiacente, l'idea di qualcosa che si sviluppa, che evol mondo osservabile. È la teoria delle +catastrofi+, che ha dimostrato e fatto ca
ve o che cambia, pur conservando la propria identità. pire questo fatto strano: variazioni continue delle cause possono provocare, in
Il tempo del mondo visibile è scandito dagli avvenimenti ora ripetitivi, che determinate condizioni, variazioni discontinue degli effetti. Essa in tal modo
si ripresentano periodicamente, ora unici, e ciascuno tale da distinguersi dal consente, almeno in linea di principio, di concepire un nesso tra il tempo visi
precedente e dal successivo, manifestando in tal modo la propria individualità. bile, attraversato dalle discontinuità, dalle catastrofi, tanto nel senso comune
A rigor di termini, per uno spettatore finito qualsiasi, ogni moto ha un inizio quanto nel senso matematico del termine, e i tempi osservabili, dove si ha a che
e una fine e nessuno si attua continuamente e indefinitamente in quanto visibi fare soprattutto, ma' non esclusivamente, con il continuo. I due strati dell'ar
le, ma rimane tale solo a intervalli. Per considerare un moto visibile come uno chitettura temporale, di cui sono state qui messe in evidenza numerose diRe
e continuo, è necessario presupporre, in ogni caso, che esso abbia dei prolunga renze, si trovano cosi a essere integrati, senza tuttavia che uno sia ridotto al
menti invisibili. C'è in questo l'applicazione di una regola generale: il visibile l'altro.
è sempre a squarci, interrotto, incompleto; l'invisibile invece è un tutto e la
sua esistenza è continua. Pertanto il tempo del mondo visibile non è soltanto La stabilità di uno stato di equilibrio sembra ovvia. Una volta instaurato, e
ciili .. -."ebbe anche un tempo composto da segmenti divisi ciascuno in pa fintanto che nessun +evento+ esterno lo turba, tale stato non ha infatti «alcuna
recchi avvenimenti, separati tra loro da intervalli vuoti, nel corso dei quali, cioè, ragione» di cessare. In altre parole, una volta raggiunto l'equilibrio, in un siste
nulla avviene, come se il tempo si fermasse. Ma il tempo del mondo visibile non ma isolato, un fattore interno atto a distruggerlo è inconcepibile: se fosse in
si presenta in questo modo, perché inconsciamente e immediatamente se ne col azione, avrebbe dovuto manifestarsi se non immediatamente, almeno entro un
mano i vuoti facendo ricorso all'invisibile. Cosi pure il ricorso all'invisibile fa lasso di tempo molto breve dopo che l'equilibrio si è instaurato; non essendo
si che gli avvenimenti di cui questo tempo è colmo non ci appaiano come equi ciè accaduto, ne consegue che un simile fattore non esiste. E questo vale per
valenti; se si restasse nel visibile, dovrebbe infatti essere cosi. Perché gli avve ogni tipo di simmetria che si suppone perpetuarsi tale e quale, a meno che non
nimenti sono differenziati dal rapporto che si presume intrattengano con l'in venga turbata dall'esterno. Inversamente, un sistema in stato di rottura di sim
visibile, e alla luce di questo presupposto gli uni, comuni e ripetitivi, sono solo metria si suppone ritorni spontaneamente a uno stato di equilibrio, di simme
fatti secondari, elementi del corso abituale delle cose, mentre gli altri sono av tria, se nessuna forza esterna glielo impedisce. Per creare il mondo partendo
venimenti per eccellenza, intrusioni dell'invisibile nel visibile. Questi ultimi, ri dal caos, vale a dire partendo da uno stato di equilibrio, occorreva un intervento
conoscibili dal carattere se non miracoloso almeno insolito, sorprendente, straor divino, e un intervento divino era anche necessario affinché il mondo, una volta
dinario, e quindi tali da non lasciarsi integrare nella routine del visibile, consen creato, non si disintegrasse. Certo nella fisica contemporanea si parla molto della
tono d'introdurre nel tempo del mondo visibile una divisione in periodi, im «rottura spontanea di simmetria». Ma sono parole vuote, poiché nessuno sa in
ponendovi, con questo mezzo, una linearità che, altrimenti, gli sarebbe assoluta che cosa consistano tali rotture; si pongono come postulati per spiegare certi
mente estranea. fenomeni, come si sarebbe posto il postulato del libero arbitrio dell'asino di
Al contrario del tempo dei moti visibili, quello dei moti osservabili si pre Buridano se avesse mangiato una delle balle di fieno tra cui si presumeva non
senta subito come un moto continuo, e in misura tale che si è tentato in tutti i potesse scegliere.
modi di ridurre le discontinuità osservabili, di eliminare dal mondo osservabile Simmetria, equilibrio, reciprocità, reversibilità sono dunque cose intelligi
tutti gli avvenimenti a vantaggio dei soli cambiamenti che è possibile descrivere bili per eccellenza. Sono ovvie. Sono evidenti. Soddisfano lo spirito, gli per
Sistematica locale 66o 66I Tempo/temporalità
mettono di riposare. Perché una dissimmetria sia intelligibile occorre quindi tuttavia scartare l'esigenza di comprenderlo, la ricerca delle simmetrie, degli
ricondurla a una simmetria e all'azione di una forza atta a distruggerla e a man equilibri, delle reversibilità. Resta da definire quali sono le soluzioni ai problemi
tenere, anzi ad accentuare, il divario dallo stato iniziale. Ma allora essa stessa che presenta la coesistenza del tempo e dell'intelligibilità, ben sapendo che sa
costituisce problema, nella misura in cui è portatrice di una dissimmetria che ranno sempre provvisorie e che, in fin dei conti, da questo incontro chi uscirà
non si lascia piu ridurre a qualcosa d'intelligibile. Per questa ragione il ricono vincitoreè la forza del tempo. [K. p.].
scere la realtà del tempo, almeno se si ammette che il tempo globale è lineare,
è una sfida alla nostra fede nell'intelligibilità del mondo. Ecco infatti una dis
simmetria in movimento, un allontanamento sempre maggiore dal punto di ori
gine a cui si suppone non possa seguire un ritorno a quest'ultimo. Un concetto Bergson, H.-L.
del genere si può accettare se si è obbligati e costretti. Molto piu soddisfacente r889 Es sai sur les données immediates de la conscience,Alcan, Paris ; ora in tEuvres,Presses
Universitaires de France, Paris s 97o, pp. t -r 57 (trad. it. parziale Signorelli, Roma
per lo spirito sarebbe certo l'idea di un universo, e quindi di un tempo, statico, '957).
estendentesi indefinitamente e sempre uguale ai due lati di qualsiasi punto scel r907 L' E v olution créatrice,Alcan, Paris; ora iPid., pp. 487-8o9 (trad. it. parziale Laterza, Bari
to arbitrariamente ; oggi si crede che questa idea sia sostenibile solo a costo di l 949).
paradossi ancora piu difficili da accettare che la linearità del tempo. Piu soddi
Davies, P. C. W.
1974 The Physics of Time Asymmetry, University of California Press, Berkeley Cal.
sfacente per lo spirito sarebbe anche l'idea di un tempo globale ciclico, di una Fraisse, P.
espansione seguita da una contrazione, a sua volta seguita da un'altra espansio r967 Ps ychologie du temps,Presses Universitaires de France, Paris.
ne, e cosi via all'infinito. Infatti, in questo caso, sarebbe possibile capire il mec Grossin, W.
canismo sovratemporale responsabile delle oscillazioni dell'universo, e quindi r974 Le temps de la vie quotidienne, Mouton, Paris - La Haye.
innalzarsi, con l'immaginazione, al di sopra del tempo, dominarlo grazie alla Heidegger, M.
capacità di spostarsi all'interno di esso con il pensiero nelle due direzioni. La 1927 Sein und Zeit,Niemeyer, Halle (trad. it. Utet, Torino t969).
linearità del tempo globale è, di per sé, un fatto che si deve pure ammettere, Husserl, E.
poiché si dice che non vi sia altra soluzione. Ma è un fatto incomprensibile per
r9z8 Zu r P hanomenologie des inneren Zeitbetousstseins,Niemeyer, Halle (trad. it. Angeli, Mi
lano t98r).
definizione. Kant, I.
Questa problematica dei rapporti tra tempo e intelligibilità, tra artificiosità r787 Kr i t ik der reinen Vernunft, Hartknoch, Riga r787s (trad. it. Utet, Torino r967).
e ragione, si ritrova anche ad altri livelli della riflessione sul tempo. Si presenta Kartaschoff, P.
appena si affronta la questione dell'origine del tempo, cioè dell'incomprensibile r978 Pr e quency and Time. Monographs in Physical Measurement,Academic Presa, London
rottura spontanea della simmetria nella palla di fuoco da cui si presume sia
New York — San Francisco.
derivato il nostro universo. D'altra parte, il desiderio di conoscere il futuro, che
Mehlberg, H.
t98o Tim e, Causality and theQuantum Theory, in Boston Studies in the Philosophy of Science,
induce a compiere ricerche storiche, a praticare prospezioni in molteplici forme voi. XIX, Reidel, Dordrecht-Boston.
e a elaborarespeculazioni cronosofiche,nasce anche dalbisogno profondo dello Ornstein, R. E.
spirito di rendere intelligibile il tempo innalzandosi con il pensiero al di sopra 1969 On the Essperience of Time, Penguin Books, Harmondsworth.
di esso e in tal modo a dominarlo, sia pure in maniera illusoria. Per quanto vi si Piaget, J.
accompagni la convinzione che gli autori hanno scoperto la legge che regola la s946 Le développement de la notion de temps chez l'enfant, Presses Universitaires de France,
Paris l973 .
successione degli stadi o il fine ultimo a cui tende la storia dell'uomo o del mon Reichenbach, H.
.do, le periodizzazioni procedono proprio da questa ricerca di un punto di vista rqz8 Ph ilosophieder Raum-Zeit-Lehre,De Gruyter, Berlin-Leipzig (trad. it. Feltrinelli, Mi
sovrastante il tempo nella sua concezione lineare. La periodizzazione consente lano s977).
di collocarsi con il pensiero all'esterno del tempo, di descriverlo come se fos 1956 Th eDirection of Time, University of California Press, Berkeley - Los Angeles.
se giunto al termine e lo si percorresse di nuovo, attribuendogli cosi una il Winfree, A. T.
lusoria reversibilità. Insomma, si ritrova sempre la problematica dei rapporti
1979 The Geometry of Biological Time, Springer, New York —Heidelberg - Berlin.
tra l'intelligibilità e il tempo dietro a concetti come quello di +evento+ o quello
di +catastrofi+, poiché il continuo appartiene alla sfera dell'intelligibile mentre
le discontinuità possono esservi collegate solo se vengono ricondotte a dinami
che continue che le provocano.
A lungo si è sperato di poter fare a meno del tempo, di dimostrarne il carat
tere puramente illusorio. Oggi è noto che ciò non è possibile. Ma non si può
p88
Catastrofiid
Fino a poco tempo fa, gli uomini di scienza hanno ammesso, quasi fosse una
verità assiomatica, che le cause le cui azioni variano in modo continuo possono
provocare unicamente variazioni continue degli effetti. Certo, sin dalla seconda
metà delxix secolo siconoscevano eccezioni a questa regola, ma erano conside
rate marginali. Raramente esplicitato, l'assioma in questione, che si può de6nire
come assioma di conservazione della continuità, era preso in considerazione so
prattutto da parte di coloro che ne vedevano le difficoltà o lo contestavano per
ragioni d'ordine filosofico".I primi stino ben rappresentati da Georges Cuvier:
tutta una serie di osservazioni lo portò a concludere che la crosta terrestre aveva
subito nel passato trasformazioni molto profonde, cui si accompagnava, ogni
volta, la scomparsa di specie viventi. Queste «rivoluzioni della superficie del
globo» avevano, secondo Cuvier, un carattereviolento e improvviso; erano
rotture di continuità, catastro6 (la parola stessa appare a piu riprese nella sua
opera). Quali potevano esserne le cause> Cuvier esaminò successivamente quat
tro fattori che alterano attualmente la superficie dei continenti — le piogge ed i
disgeli, le acque correnti, il mare, i vulcani — e mostrò che essi non bastano a
provocare gli effetti osservati in quanto la loro eccessiva lentezza renderebbe im
possibile la spiegazione di catastro6 improvvise. È da precisare che per Cuvier
questa lentezza è del tutto relativa; altrove egli insiste sulla rapidità dei muta
menti che si sono verificati nel corso della storia. È vero, tuttavia, che i fattori
che agiscono attualmente sulla superficie del globo sono lenti rispetto alle cata
strofi che si sono prodotte, invece, quasi istantaneamente. Ora, Cuvier constata
che nessuna «causa lenta» può aver provocato effetti istantanei e questo princi
pio, affermato senza neppure tentar di dimostrarlo, svolge nel suo pensiero un
ruolo assolutamente capitale. In realtà, si tratta solo di una formulazione parti
colare dell'assioma di conservazione della continuità. Le «cause lente» sono sem
plicemente quelle le cui azioni variano in modo continuo, e per questa ragione
Cuvier ritiene che non possano provocare catastrofi. Ma queste ultime sono, se
condo Cuvier, debitamente constatate attraverso una molteplicità di osservazioni.
Ne consegue, in virtu di una semplice legge logica, che le cause che ne sono re
sponsabili devono avere a loro volta un carattere discontinuo. Tuttavia, eviden
temente, Cuvier non riesce a concepire simili «cause improvvise», per cui non
ne parlaaffatto,etutta la suateoriageologica resta come sospesanel vuoto.
Le diflicoltà per Cuvier derivano in particolare dal fatto che egli ammette si
multaneamente l'assioma di conservazione della continuità e la constatazione
empirica, o pretesa tale, della presenza delle catastrofi in natura. Essendo le due
cose difficilmente conciliabili, occorreva o negare la realtà delle «rivoluzioni della
superficie del globo» o sbarazzarsi dell'assioma. Ma la seconda soluzione era
inaccettabile per gli uomini di scienza, per i quali — e questo ormai dal xvtt seco
lo — la sola spiegazione vera dei fenomeni era quella che li integrava in questo o
quel modello quantitativo, cioè in un sistema d'equazioni che de6nisse l'evo
Catastrofi 79o 79t Catastrofi
luzione di certi parametri in funzione di altri ; fra questi ultimi un posto privile diminuzione)diquesta o quella grandezza, senza che ne sia apparentemente in
giato spettava al tempo. Il potere esplicativo di un modello del genere dipende, taccata l'identità dell'essere che muta, de6nita in quanto permanenza delle sue
in primo luogo, dal carattere e dalla capacità di risoluzione degli strumenti di proprietà non-misurabili, delle sue «qualità». Se ci si attiene a quest'apparenza,
misura di cui si dispone ; per fare un esempio banale, la termodinamica era im il mutamento qualitativo, che è una rottura di continuità, un «salto», sembra non
possibile senza l'invenzione ed il perfezionamento del termometro. Ma il potere essere affatto legato alla variazione quantitativa. Ma, secondo Hegel, questo le
esplicativo di un modello quantitativo dipende anche dalla ricchezza del lin game esiste. «L'acqua, col cambiare temperatura, non diventa semplicemente
guaggio matematico, dalla sua capacità di descrivere le diverse funzioni. Tutte meno calda, ma passa attraverso agli stati solido, vaporoso e liquido. Questi di
le relazioni che il linguaggio matematico non sa indicare, e per le quali non ha versistatinon sorgono a poco apoco, ma ilsemplice progresso graduale delmu
formule, sono inconcepibili nel quadro di un modello quantitativo e devono tamento di temperatura viene anzi interrotto e arrestato ad un tratto da questi
quindi, necessariamente, esser lasciate da parte. Questo non vuoi dire che ci si punti, e il subentrare di un altro stato è un salto. Ogni nascita ed ogni morte,
disinteressi di esse : se ne parla nel linguaggio corrente, che permette di render invece di essere un continuato "a poco a poco" sono anzi un troncarsi dell' "a
conto dei risultati, delle osservazioni e delle esperienze ; ma questo è considerato poco a poco" e il salto dal mutamento quantitativo nel mutamento qualitativo»
solo un espediente, e l'ideale è di riuscire ad avere solo modelli quantitativi. Non Pbid., p. ctg]. Questa è anche la posizione di Marx [r867] che, studiando la
dobbiamo entrare qui nel merito delle varie giusti6cazioni della preminenza che trasformazione del valore in capitale, osserva: «Qui, come nelle scienze natu
vien loro accordata. Quel che interessa è che, una volta ammessa questa premi rali, si rivela la validità della legge scoperta da Hegel nella sua Logica, che
nenza, diventava inevitabile, visto lo stato del linguaggio matematico fino agli mutamenti puramente quantitativi si risolvono a un certo punto in differenze
ultimissimi anni, tener per vero l'assioma di conservazione della continuità. In qualitative» (trad. it. p. g76). Engels riprenderà le stesse idee nell'Anti-Duhring
effetti, «niente mette un matematico piu a disagio di una discontinuità, perché [r878, trad. it. p. tr8 ].
ogni modello quantitativo utilizzabile si fonda sull'impiego di funzioni analiti Sappiamo oggi che l'intuizione di Hegel era giusta. Infatti, generalmente
che, dunque continue» [Thom r97z, p. zg]. Ne consegue che, se si considera parlando, non è vero che le cause le cui azioni variano in modo continuo possano
che l'insieme di fenomeni può essere spiegato, in linea di principio, nel quadro provocare unicamente variazioni continue negli effetti. Ciò detto, va aggiunto
di un modello quantitativo (o di modelli quantitativi ), bisogna ammettere che subito che si trattava di un'intuizione scientificamente sterile e che Marx aveva
tutte le interazioni tra i fenomeni si lasciano rappresentare con funzioni analiti torto ad affibbiarle il nome di « legge». In realtà è una legge ben strana quella che
che, cioè che le discontinuità che si osservano sono solo apparenti. In altri ter si limita a constatare che «mutamenti puramente quantitativi si risolvono a un
mini, la tesi secondo la quale le cause le cui azioni variano in modo continuo non certo punto in differenze qualitative». Qual è questo «certo punto» al quale «mu
possono provocare che variazioni continue degli effetti va eretta a regola di va tamenti puramente quantitativi» devono giungere per risolversi «in differenze
lidità universale. qualitative»> O, in altri termini, quali sono le condizioni necessarie e sufficienti
I filosofi non erano sottoposti a simili obblighi, ed è appunto nei testi di alcu perché lecause che agiscono inmodo continuo possano provocare l'apparizione
ni di loro che si possono meglio vedere le conseguenze cui conduceva il ri6uto di discontinuità > Né in Hegel né in Marx né in Engels si trova risposta a tale do
dell'assioma di conservazione della continuità. Si prenda l'esempio di Hegel manda, e questo fa si che il legame fra le cause e gli effetti, fra la «quantità» e la
[r83 t] : «In quanto lo svolgersi di una qualità è nella interrotta continuità della «qualità» resti per loro, e per i loro lettori, completamente opaco. Che lo si chia
quantità, i rapporti approssimantisi ad un punto qualificante, considerati quan mi «salto» o in un altro modo, non si è per questo andati piu avanti. Inoltre, sia
titativamente, differiscono solo per il piu ed il meno. Da questo lato il mutamen Hegel sia Engels procedono per esemplificazione. Quando cercano di ricavarne
to avviene apoco a poco. Ma l'avvenirea poco a poco riguarda semplicemente una regola generale, arrivano solo a formule vaghe, puramente verbali, che non
il lato estrinseco del mutamento stesso, non il suo qualitativo ; il rapporto quan permettono di capire meglio ciò di cui si parla, ed ancor meno di prevedere al
titativo precedente, che è in6nitamente vicino al susseguente, è pur tuttavia un cunché, aparte quel che sisapeva già.Del resto,per quel che concerne piu par
altro esserci qualitativo. Dal lato qualitativo, perciò, il procedere puramente ticolarmente Hegel, ri6utando l'assioma di conservazione della continuità, egli
quantitativo dell'a poco a poco, che non è in se stesso un limite, resta assoluta era costretto a negare la capacità del linguaggio matematico di descrivere l'insie
mente interrotto ; in quanto la nuova qualità che si affaccia, considerata sotto il me dei fenomeni. Infatti, Hegel privilegia le rotture di continuità, i «salti», sui
suo rispetto puramente quantitativo, è, a fronte di quella che sparisce, una quali quali il linguaggio matematico della sua epoca non ha presa. Secondo lui la va
tà diversa indeterminatamente, una qualità indifferente, il passaggio è un salto; riazione quantitativa scivola, per cosi dire, sull'esterno dell'essere; solo il pas
le due qualità sono poste come completamente estrinseche l'una all'altra» (trad. saggio da una qualità ad un'altra ha un signi6cato ontologico. Conclusione: il
it. p. 4xr ). linguaggio comune è il solo capace di render conto del reale nella sua totalità.
Il «quantitativo» è, per Hegel, sinonimo del continuo parametrizzato. La va Sebbene Hegel indicasse contemporaneamente in modo estremamente perti
riazione che è dell'ordine dell'«a poco a poco» consiste in una crescita (o una nente, come si vedrà, i limiti del linguaggio matematico — di un certo linguaggio
Catastrofi 79z 793 Catastrofi
matematico, quello del suo secolo e di una buona parte del nostro — egli non ave studiare due tipi di situazioni. La prima è quella di oggetti che restano immutati
va da proporre agli uomini di scienza altro che un programma molto piu vicino per un lungo periodo e poi subiscono brusche modificazioni. La seconda — e piu
alla tradizione di Aristotele che a quella di Galileo. Niente di strano allora se non importante — è quella che riguarda i sistemi complessi, quando mettono in gioco
ha avuto la minima influenza sull'evoluzione della ricerca scientifica. Lo stesso un gran numero di variabili che non si possono raggruppare in un piccolo nume
vale per il materialismo dialettico che si richiama ad Engels:malgrado le loro ro diclassio che, se questo raggruppamento è possibile,non possono essere ri
pretese di scientificità, i rappresentanti di questa corrente si trovavano sistema dotte a inedie all'interno di ciascuna di queste classi [Sussman i975]. Il primo ad
ticamente in conflitto con la scienza. La teoria della relatività, la meccanica essersi interessato alle Situazioni di questo secondo tipo sembra sia stato Max
quantistica, la genetica mendeliana hanno incontrato, dal canto loro, una resi well. L'i i febbraio i876 egli pronunziò nel club che frequentava a Cambridge
stenza tanto feroce quanto vana; e la lista avrebbe potuto essere piu lunga. una conferenzache ancor oggi non sipuò leggere senza stupore, atalpunto certi
Dal punto di vista degli uomini di scienza, l'assioma di conservazione della passaggi restano attuali malgrado il secolo — e che secolo! — che è trascorso da
continuità era intoccabile: essi erano dunque obbligati a trattare le rotture di allora. Ma il titolo della conferenza è li per richiamare il clima intellettuale del
continuità come se fossero solo apparenti, a ridurle a variazioni continue. Cosi, l'epoca: « Il progresso della scienza fisica tende ad avvantaggiare l'opinione della
per tornare all'esempio della geologia, Lyell [i830-33] mostrò che le trasforma necessità (o determinismo) rispetto a quella della contingenza degli eventi e della
zionidellacrosta terrestrenon erano affatto catastrofiche.Egli non le attribuisce a libertà della volontà?» Presentando la sua risposta a questa domanda, Maxwell è
sconvolgimenti misteriosi, concentrati in periodi di tempo molto brevi, come fa indotto a porre il problema della storia e quello della previsione. Si tratta di sa
ceva Cuvier, bensi all'azione lenta delle sedimentazioni, delle oscillazioni di tem pere se, a partire dallo stato presente, noto, di un oggetto (oggi si direbbe piut
peratura, del vento e dell'acqua, cioè a mutamenti infinitamente piccoli che pro tosto: di un sistema reale), si possono dedurre, da una parte, gli stati passati
vocano effetti spettacolari solo perché si sommano continuamente nel corso di dell'oggetto stesso e, dall'altra, i suoi stati futuri. Nell'astronomia, i due proble
milioni di anni. Cosi facendo, Lyell introduce nella geologia un nuovo approccio. mi sono solubili. Ma nella teoria del calore, per esempio, si può dedurre il futuro
Per spiegare le discontinuità visibili a occhio nudo, egli invoca cambiamenti im dal presente, mentre una deduzione dal passato è impossibile. E si possono con
percettibili ma che si producono in modo continuo. Nello stesso tempo, modi cepire casi in cui il passato, ma non il futuro, avrebbe potuto esser dedotto dal
fica la scala del tempo che subisce una dilatazione e accoglie un grandissimo nu presente. Il problema che, nel linguaggio di Maxwell, è enunziato come quello
mero di tali cambiamenti la cui integrazione porta a trasformazioni visibili. Cer della possibilità di dedurre lo stato futuro di un oggetto a partire dal suo stato
to, Lyell descriveva i fenomeni geologici nel linguaggio comune; tuttavia, il suo presente, è precisamente quello della possibilità di utilizzare un sistema d'equa
modo di procedere era simile a quello di un fisico che adopera un modello quan zioni differenziali ordinarie per descrivere l'evoluzione di un sistema reale. In
titativo. Nei due casi, infatti, si sostituisce ad una discontinuità visibile o macro fatti, un sistema d'equazioni difFerenziali ordinarie ha una soluzione che, a par
scopica un processo microscopico e continuo, procedendo simultaneamente ad tire da uno stato iniziale, determina una, ed una sola, traiettoria del sistema reale
una dilatazione del tempo. La discontinuità si rivela cosi soltanto apparente, pro descritto da queste equazioni. Si ha dunque a che fare col problema del determi
- dotta non dalle cose stesse ma dal nostro modo di percepirle. Ciò permette di nismo: lo stato iniziale di un sistema determina in modo univoco la successione
utilizzare il linguaggio matematico disponibile, quello del calcolo differenziale dei suoi stati futuri? E si ha a che fare anche col problema della presenza delle di
ed integrale, ma obbliga anche ad accrescere costantemente il potere di risolu scontinuità nei sistemi reali stessi : è chiaro che„ogni volta che una piccola va
zione degli strumenti di osservazione e di misura per essere in grado di scendere riazione delle condizioni iniziali provoca una grande variazione delle condi
sempre dipiu nel mondo microscopico e per avere deiparametri che possano zioni finali, si verifica una indeterminazione pratica di quest'ultima ad opera
essere introdotti nei modelli quantitativi. È grazie ad un approccio del genere della prima. Ne consegue che l'evoluzione di un sistema reale in cui appare
che la fisica del xix secolo aveva risolto la maggior parte dei problemi cui si era una tale discontinuità non può esser descritta attraverso un sistema d'equa
trovata di fronte. L'idea stessa che ci potessero essere in natura discontinuità zioni differenziali ordinarie.
irriducibili a cambiamenti microscopici e continui, era considerata da molti Il problema che Maxwell affronta a questo punto del suo discorso è il seguen
scienziati e filosofi come contraria allo spirito della scienza. Basterà ricordare in te : quali sono le condizioni alle quali deve soddisfare un sistema reale perché il
proposito le battaglie accanite intorno alla teoria atomica della materia e le reti suo futuro possa essere dedotto dal suo presente> Questo problema è formulato
cenze dello stesso Max Planck nei confronti della teoria dei quanti, che pure era in modo negativo: quali sono le condizioni che rendono impossibile una tale de
opera sua. duzione? Ecco la risposta: «Si può fare molta luce su alcuni di questi problemi
Si è già accennato ai limiti del linguaggio matematico usato nel xix e per la prendendo in considerazione la stabilità e l'instabilità. Quando lo stato delle cose
maggior parte del xx secolo. Un sistema d'equazioni differenziali ordinarie che è tale che una variazione infinitamente piccola dello stato presente altererà sol
serve a descrivere l'evoluzione di queste o quelle variabili in funzione del tempo tanto di una quantità infinitamente piccola lo stato ad un momento futuro del
è, infatti, difficilmente utilizzabile, o addirittura chiaramente inutilizzabile, per tempo, la condizione del sistema, che sia in riposo o in movimento, è detta sta
Catastrofi 794 795 Catastrofi
bile ; ma quando una variazione infinitamente piccola nello stato presente può plessità e piu si ha a che fare con sistemi la cui evoluzione futura è imprevedibile
causare una differenza finita nello stato del sistema in un tempo finito, la condi ad un osservatore umano ; si ha a che fare, in altri termini, con una indetermi
zione del sistema è detta instabile. È evidente che l'esistenza di condizioni insta nazione pratica
bili rende impossibile la previsione di eventi futuri, se la nostra conoscenza del Sarebbe superfluo specificare le diflerenze fra la critica dell'assioma di con
lo stato presente è solo approssimata e non accurata» [Maxwell x876, ed. t88z servazione della continuità fatta da Hegel o da Engels e quella che Maxwell pre
p 44o] senta nella conferenza che si è appena riassunta e commentata. Vale tuttavia la
Come si vede, il problema di Maxwell è proprio quello che né Hegel né En pena di sottolineare il fatto che la critica dei primi non conduce ad alcuna sco
gels si erano mai posto. Egli vi risponde precisando che se le condizioni di un perta, poiché, se si ammette una volta per tutte che le variazioni quantitative
sistema reale sono instabili, la previsione dei suoi stati futuri è possibile solo a producono mutamenti qualitativi, il ruolo della scienza si riduce a fornire esempi
coluiche possiede una conoscenza esaustiva del suo stato presente. Una taleco a sostegno di questa tesi. La critica di Maxwell sfocia invece su un invito a pri
noscenza è accessibile all'uomo? O, per riprendere i termini di Maxv eli, è vero vilegiare lo studio delle singolarità e delle instabilità, trascurate a vantaggio delle
sempre e dovunque l'assioma secondo il quale «da antecedenti simili seguono continuità e delle stabilità, e conduce dunque a postulare un nuovo orientamen
conseguenze simili »? In altri termini, l'assioma di conservazione della continuità, to della ricerca. È vero che quest'invito non fu ascoltato — eccezion fatta per
che ne è un caso particolare, si applica a tutti i sistemi reali? La risposta di Max qualche autore che non ebbe grande influenza —, sebbene la conferenza di
well non è netta. È affermativa, per quel che riguarda i casi in cui «il corso degli Maxwell fosse stata pubblicata nel t88z. Solo oggi vi si ritrovano delle idee a
avvenimenti è stabile», cioè dove un piccolo errore nei dati iniziali produce solo cui, nel frattempo, si è arrivati per tutta un'altra strada. Questo lungo periodo
un piccolo errore nel risultato; è cosi, per esempio, nello studio del sistema so di latenza si spiega col fatto che il linguaggio matematico è restato, per tutto
lare. È negativa, al contrario, quando si ha a che fare con «altre classi di fenome questo tempo, incapace di padroneggiare le discontinuità. Ora, checché ne dica
ni che sono piu complessi, ed in cui possono presentarsi casi d'instabilità, il nu no i positivisti vecchi e nuovi, il linguaggio matematico non è semplicemente
mero di questi casi aumentando, in modo estremamente rapido, coli'aumentare un comodo strumento di notazione che permette, inoltre, di effettuare calcoli
del numero delle variabili... In un elemento a rifrazione doppia ci sono due raggi e di ottenere cosi previsioni quantitative: il ruolo della matematica nella ricerca
rifrangenti, ma è vero di ciascuno di essi che cause simili producono effetti simili. scientifica è molto piu importante e diversificato. In primo luogo, gli scienziati
Ma se la direzione del raggio all'interno di un cristallo biassiale è quasi, ma non cedono inconsciamente alla tendenza a ritagliare, per cosi dire, il reale a misura
esattamente, coincidente coli'asse radiale del cristallo, un piccolo cambiamento del linguaggio che è a loro disposizione ; ad attribuire al reale le proprietà che lo
di direzione produrrà un grande cambiamento nella direzione del raggio emer rendono suscettibile di descrizione mediante tale linguaggio. Il determinismo di
gente. Naturalmente, questo deriva da una singolarità nelle proprietà dell'asse I aplaceè un buon esempio di un procedimento del genere: esso non fa che ca
radiale, e ci sono solo due assi radiali fra il numero infinito delle direzioni possi ratterizzare l'universo in modo da poterne descrivere l'evoluzione mediante un
bili delle linee nel cristallo ; ma bisogna attendersi che in fenomeni di maggiore sistema d'equazioni differenziali ordinarie. Un altro esempio dello stesso proce
complessità ci sarà un numero molto piu grande di singolarità, in prossimità dimento è fornito dall'assioma di conservazione della continuità, che trasforma
delle quali l'assioma su cause simili che producono eRetti simili cessa di essere in una tesi assegnata ai processi reali l'incapacità del linguaggio matematico, ad
vero» [ibid., pp. 442-43]. un certo momento della sua storia, di cogliere il„legame fra le cause le cui azioni
Il concetto del determinismo combattuto da Maxwell è quello di Laplace variano in modo continuo e gli effetti discontinui. In breve, la situazione del lin
per cui un demone che conoscesse gli stati iniziali di tutte ]e particelle di cui è guaggio matematico si ripercuote sull'ontologia implicita della scienza e di con
composto l'universo e tutte le forze che vi agiscono, sarebbe capace di dedurne seguenza sul contenuto delle dottrine filosofiche che si sforzano di verbalizzare
la successione completa degli stati futuri. La critica di Maxwell oppone a ciò due e convalidare tale ontologia. D'altra parte, «non c'è quasi alcun dubbio che
obiezioni: innanzitutto, quella che il soggetto della conoscenza non può essere solo la matematica è capace di "teorizzare", di dirigere lo sperimentatore verso
assimilato ad un Dio; poi quella che la presenza di singolarità in certi sistemi le "buone" domande» [Thom t975, p. 79]. Teorizzare, cioè integrare la mol
reali rende impossibile la previsione univoca degli stati futuri di tali sistemi, poi teplicità di dati sperimentali in un insieme coerente. Dirigere verso le «buo
ché, nelle vicinanze di punti singolari, « influenze la cui grandezza fisica è troppo ne» domande, cioèverso quelle risposte che rendono problematica una coerenza
piccola per essere presa in conto da un essere finito, possono produrre risultati già stabilita ed obbligano quindi a cercarne una nuova. Certo l'osservazione e
della piu grande importanza» [ibid., p. 443]. E questo perché in prossimità di l esperienza offrono talvolta dati che non rispondono ad alcuna domanda posta
singolarità appaiono discontinuità fra le cause e gli effetti, cessando cause simili all'inizio, che sono del tutto inattesi e di fronte ai quali il linguaggio matematico
di provocare effetti simili. Si giunge cosi alla fine ad un'immagine del mondo in resta impotente. Ma tali dati ricevono uno status di eccezioni o di curiosità ; sono
cui il determinismo di Laplace si applica, tutt' al piu, a qualche sistema poco respinti al margine o neutralizzati, fin quando non si giunge ad integrarli in una
complesso, ma non all'universo nel suo insieme. Piu si sale sulla scala della com teoria che è necessariamente formulata in un linguaggio matematico, foss'anche
Catastrofi 796 797 Catastrofi
rudimentale. La situazione del linguaggio matematico si ripercuote dunque non fogenesi come capaci di fornire un paradigma generale di tutta l'evoluzione : «Lo
solo sull'ontologia implicita della scienza — qui si aveva soprattutto presente la spettacolo dell'universo è un movimento incessante di nascita, di sviluppo, di
fisica — ma anche sull'insieme di domande col quale affronta la realtà. distruzione di forme. L'oggetto di ogni scienza è di prevedere quest'evoluzione
È difficile presentare non foss'altro che una visione superficiale dell'evolu di forme e, se possibile, spiegarla» [Thom r97z, p. i7]. Ma questa parola 'spie
zione del linguaggio matematico, che, nel corso degli ultimi cent' anni, era giunta gare' ha, nel linguaggio di Thom, un significato particolare; non vuoi dire solo
ad introdurvi tutt' un insieme di nozioni che permettono di pensare le disconti 'inserire in un modello quantitativo', ma anche, o soprattutto, 'rendere intelli
nuità, senza che sia necessario far ricorso alle metafore imprecise, se non ingan gibile, offrire delle rappresentazioni qualitative soddisfacenti'. La parola 'qua
nevoli, del linguaggio comune. Basterà dire che un'evoluzione che andava in litativo' a sua volta deve essere epurata da tutta la sua aura hegeliana o aristoteli
questo senso è cominciata verso la metà del secolo scorso, che i settori della ma ca. «Bisogna infatti convincersj di un fatto : in seguito ai progressi recenti della
tematica che vi hanno contribuito piu degli altri sono stati la topologia e la dina Topologia e dell'Analisi Differenziale, l'accesso ad un pensiero qualitativo rigo
mica qualitativa, e che un ruolo molto importante vi è stato svolto in particolare roso è ormai possibile ; sappiamo (in teoria) definire una forma, epossiamo deter
da Bernard Riemann e da Henri Poincaré. Tuttavia, è solo nel corso degli anni minare se due funzioni hanno, o no, lo stesso tipo topologico, la stessa forma»
'5o e '6o che René Thom ha elaborato la teoria detta delle catastrofi, formulando [ibid., p. zz]. È questo che permette di porre il problema della stabilità, che si è
il teorema che porta il suo nome e che stabilisce un legame intelligibile fra le cau già incontrato in Maxwell, come problema matematico. È nota la definizione
se le cui azioni variano in modo continuo e gli effetti discontinui [cfr. Bruter della stabilità strutturale di una funzione : a partire di qui, è chiaro che una fun
I974, pp. z3i sgg.]. Sulle origini di questa teoria, esposta nel modo piu comple zione non è strutturalmente stabile, quando una piccola perturbazione è suffi
to, anche se molto difficile, nel libro di Thom Stabilité structurelle et morpho ciente per cambiarne il tipo topologico, la forma. Quando una piccola perturba
génèse[i97z],l'autorestessocosisispiegain un articoloprecedente :«Lateoriache zione trasforma il tipo topologico di una funzione, appare una nuova forma di
propongo proviene dalla congiunzione di due fonti: da una parte, le mie stesse questa; si produce dunque una soluzione di continuità, una catastrofe. Ma — e
ricerche in Topologia ed in Analisi Differenziale sul problema detto della stabi questo è un risultato apparentemente paradossale sul quale si ritornerà — le ca
lità strutturale: data una forma geometricamente definita dal grafico di una fun tastrofi stesse hanno forme che a loro volta sono strutturalmente stabili. C'è
zione F(x) per esempio, ci si propone di sapere se questa funzione è struttural appena bisogno di dire che tutti i termini qui introdotti, compreso 'piccola per
mente stabile, cioè, se, perturbando la funzione F abbastanza poco, la funzione turbazione', hanno, nel linguaggio matematico, un senso rigorosamente definito.
perturbata G = F+sF ha ancora la stessa forma(topologica) della funzione ini Le poche osservazioniche sisono fattee quelleche sifaranno inseguito non pre
ziale F. D'altra parte, la lettura dei trattati di Embriologia, ed in particolare dei tendono certo di raggiungere questo rigore. Il loro scopo per il momento era solo
libri di C. H. Waddington, le cui idee di "chréode" e di "paesaggio epigene di mostrare come la teoria delle catastrofi di Thom si ponga al punto di confiuen
tico" mi son sembrate adattarsi molto bene allo schema astratto che avevo in za di due correnti analizzate in precedenza: la tradizione aristotelico-hegeliana
contrato nella mia teoria della stabilità strutturale delle funzioni ed applicazioni e la tradizione maxwelliana.
differenziabili. Ciò vuoi dire che la teoria presenta un grande carattere di astra Il lettore interessato troverà una presentazione accessibile della teoria delle
zione e di generalità, ed il suo campo di applicazione va ampiamente al di là catastrofi in una delle numerose opere ad essa dedicate [oltre alle opere già citate
dell'Embriologia, o anche della Biologia» [Thom i965, ed. 1974 p. 253]. cfr.Stewart i975 e Zeeman i976 ]. L'importante per noi è di renderci conto, in
Il ruolo dell'embriologia che Thom mette cosi in evidenza è interessante per modo inevitabilmente approssimativo, di come, utilizzando un modello qualita
piu di un aspetto. I processi morfogenetici studiati da questa disciplina sono, in tivo, Thom stabilisca un legame fra le cause le cui azioni variano in modo con
fatti, fra i piu ribelli al linguaggio matematico tradizionale, perché cosparsi di tinuo e gli effetti discontinui. Ci si servirà a tal fine di un esempio tratto da Zee
discontinuità di cui non ci si riesce a sbarazzare, usando l'approccio descritto in man, e si parlerà ormai non di 'cause' ma di 'variabili di controllo', non di 'ef
precedenza. Nello stesso tempo erano proprio i processi di questo tipo che, in fetti' ma di 'variabili di stato'. Supponiamo dunque che la collera e la paura di
quanto fornivano un paradigma generale di ogni sviluppo e di ogni evoluzione, un cane possano essere misurate e che quel che interessa sia la variazione pro
erano fatti valere dall'aristotelismo al quale la scienza moderna opponeva la sua babile dell'aggressività del cane in funzione di queste due variabili di controllo.
convinzione che un tale paradigma deve esser cercato nel movimento di un pun Se solo la collera cresce, anche l'aggressività cresce, finché non si trasforma in un
to materiale (o di una nube di punti materiali ). Anche coloro che hanno criticato attacco. Se cresce solo la paura, l'aggressività diminuisce, finché non si traduce
questo presupposto della scienza moderna hanno messo l'accento, con ragione, in una fuga. Se non ci sono né collera né paura, il cane resta in uno stato neutro.
sul suo carattere riduzionista; è in particolare il caso di Hegel che, nei passaggi Ma cosa succede quando la collera e la paura crescono simultaneamente> II
citati, mostra come l'approccio scientifico tradizionale sia incapace di render con comportamento del cane diventa imprevedibile: è altrettanto probabile che at
to della comparsa e scomparsa delle forme, della loro nascita e della loro morte. tacchi e che fugga. La figura i mostra allora che la distribuzione di probabilità
Anche Thom si pone dalla parte di coloro che considerano i processi di mor cambia di forma: invece di un solo vertice ne ha due divisi da un avvallamento.
Catastrofi 79fi 799 Catastrofi
Caso r
(r) Attacco
Attacco
(4) Neutralità
Caso z
Grafo
Fuga
Caso 3
(4)
Neutralità (z) Fuga O r izzontale
Comportamento
Caso 4 x = Collera >e
y = Paura
Co'~
Fuga Ne u tralità Att acco
Figura r. Figura z.
Forme della distribuzione di probabilità del comportamento di un cane in funzione Rappresentazione delle variazioni dell'aggressività del cane mediante la catastrofe
di due variabili di controllo (collera e paura). a cuspide.
Disponiamo i valori della collera e della paura su due assi verticali, rispetti il movimento di un punto sulla superficie che si trova nella figura z, detta la
vamente x e y. I valori d'aggressività li disponiamo sull'asse orizzontale z, essen Cuspide, vediamo che è la struttura di questa superficie che determina tutti i
do inteso che z = o significa un comportamento neutro. «Possiamo ora tracciare movimenti possibili del punto rappresentativo e, fra questi, il passaggio brusco
il grafico tridimensionále di z come funzione di x e y. Al di sopra di ciascun pun da un comportamento d'attacco a quello di fuga o viceversa. È appunto questa
to (x, y) del piano orizzontale, segnamo quel punto z che rappresenta il compor superficie (o un'equazione corrispondente) che costituisce, nel nostro esempio,
tamento piu probabile (preso dalla corrispondente distribuzione di probabilità). il modello qualitativo grazie al quale si opera lp congiunzione fra una disconti
Risulta, dal teorema di Thom, che dobbiamo ottenere una superficie simile alla nuità osservabile e la variazione continua delle variabili di controllo. È ancor essa
catastrofe a cuspide, come è illustrata nella figura z. Per esempio, nel Caso r, (o un'equazione corrispondente) che caratterizza il tipo di topologia della cata
dove c'è solo la collera, otteniamo un unico punto segnato (i) sul grafico, che strofe, la sua forma. Questa superficie è un'immagine grafica della variabile di
indica l'attacco. Lo stesso vale per i Casi z e g. Tuttavia, nell'interessante Caso 4 stato come funzione di due variabili di controllo. Nel nostro esempio, avevamo
otteniamo due punti segnati (4) sul grafico, che indicano i due vertici della distri a che fare solo con una variabile di stato, ma uno dei risultati notevoli del teore
buzione di probabilità. Inoltre, c'è un altro punto (4)' fra questi due che indica ma di Thom è che qualunque sia il numero delle variabili di stato (in altri ter
il comportamento neutro meno probabile.La ragione per includere i punti meno mini: qualunque sia il numero di dimensioni dello spazio degli stati ), ogni volta
probabili come i punti piu probabili sul grafico è che ciò dà al grafo una superfi che abbiamo due variabili di controllo (in altri termini: ogni volta che lo spazio
cie completamente liscia. Questo risultato è notevole, ed è una delle conseguenze di controllo ha solo due dimensioni ), seuna catastrofe appare, avrà lastessafor
del teorema di Thom, Perciò è importante ricordare quando si usa la catastrofe ma: quella della Cuspide. Generalmente parlando, tramite certe condizioni ma
a cuspide che il tratto intermedio della superficie (ovvero il tratto di sotto del tematiche che non è certo che si verifichino automaticamente, il teorema di
la sporgenza superiore) rappresenta sempre il comportamento meno probabi Thom stabilisce che i tipi topologici delle catastrofi, le loro forme, dipendono
le» [Zeeman r97i ]. dal numero di dimensioni dello spazio di controllo e, quando questo numero è
Se ora ci rappresentiamo le variazioni dell'aggressività del cane attraverso uguale o piu grande di g, dal numero di dimensioni dello spazio degli stati.
Catastrofi 8oo 8oi Catastrofi
Tuttavia, per le dimensioni dello spazio di controllo uguali a 3 o a 4 (le dimen Elaborando un linguaggio matematico che permette di offrire modelli quali
sioni maggiori non interessano, sebbene siano studiate dai matematici ), il tipo tativi delle catastrofi — ed in certi casi privilegiati a quanto pare anche modelli
topologico della catastrofe resta lo stesso per tutte le dimensioni dello spazio quantitativi; ma questo punto è oggetto di una viva controversia [cfr. da una
degli stati uguali o piu grandi di z. Poiché le catastrofi che appaiono nelle di parte Zeeman tgpza e b, rgy4; Isnard e Zeeman rilp6; dall'altra Bari Kola
mensioni inferiori dello spazio di controllo sono presenti anche nelle sue di ta xg77] —, la teoria di Thom risponde all'invito di Maxwell, e realizza il suo de
mensioni superiori, ci sono solo sette catastrofi che possono presentarsi in uno siderio di vedere il determinismo di Laplace sostituito da un'altra forma di de
spazio di controllo a 4 dimensioni, equivalenti allo spazio-tempo usuale; esse terminismo. Certo, nel caso dei fenomeni quantistici, il determinismo di La
sono chiamate catastrofi elementari (cfr. tabella i ). place è fallito cinquant' anni fa, ma si supponeva ancora governasse il mondo
Si vede che il concetto di soluzione di continuità o di catastrofe perde ormai macroscopico. La teoria Alle catastrofi conduce a rimettere in causa il suo
il carattere vago che ne rendeva cosi difficile l'utilizzazione. Il teorema di Thom monopolio anche in questo campo. In effetti, dovunque appaiono nel corso del
classifica tutte le catastrofi elementari possibili in uno spazio-tempo a 4 dimen tempo discontinuità nella rappresentazione matematica di un processo reale, il
sioni sulla base dei loro tipi topologici (per questa ragione, è chiamato anche teo modello di Laplace cessa di essere applicabile perché lo stato iniziale del pro
rema di classificazione). Siconstata, d'altraparte,che leforme dellecatastrofiso cesso non definisce in modo univoco la successione dei suoi stati futuri. In
no strutturalmente stabili, sebbene le funzioni stesse non lo siano in prossimità altri termini, là dove appare una discontinuità, il processo diventa indetermi
di alcuni punti che ne costituiscono le singolarità; nell'esempio del cane, è evi nato, se si concepisce il determinismo nello stesso modo in cui lo concepiva
dentemente il caso del punto (4), in prossimità del quale una piccola perturba Laplace. Evidentemente, si può sostenere che il processo non è indetermi
zione è sufficiente per produrre un passaggio brusco dall'attacco alla fuga o nato ma che, pur essendo determinato, è strutturalmente instabile. Questa è
viceversa. Risulta infine, e non è il risultato meno sorprendente della teoria di tuttavia, secondo Thom, una distinzione puramente verbale: «Nessun crite
Thom, che «si può creare una teoria della morfogenesiin abstracto,puramente rio sperimentale permetterà di distinguere un fenomeno strutturalmente in
geometrica, indipendente dal sostrato delleforme e della natura delle forze che le stabile e determinato da un fenomeno fondamentalmente indeterminato. Per
creano» [Thom I972, p. 24]. ciò, quando si svuota il problema del determinismo della sua dimensione filoso
fica, esso si riduce sul piano fenomenologico all'affermazione seguente, difficil
mente contestabile: ci sonofenomeni piu o meno determinati; il carattere piu o
Tabella i.
meno determinato di un processo si esprime essenzialmente attraverso la con
Tavola delle catastrofi elementari. (Da Zeeman ig76).
tinuità piu o meno liscia (differenziabile) dell'evoluzione di questo processo in
funzione delle condizioni iniziali». Se si accetta quest'affermazione, si è natu
Dimensioni
ralmente portati ad ammettere anche il postulato seguente: «Postulato (EL).
di con- di comPor Il carattere piu o meno determinato di un processo è determinato dallo stato locale
Catastrofe trotto tam ento Funzione Derivata prima
di questoprocesso.Per ogni processo che soddisfi a(EL), si è cosi portati a distin
guere due tipi di regioni; le regioni in cui il processo è ben determinato e strut
Piega
turalmente stabile e le zone d'instabilità o d'ipdeterminazione» [Thom i(gz,
I 4
I
Cuspide — x — ax —bx x — a — bxS p. tgz]. Ma allora il mondo macroscopico cessa di esser retto dal determinismo
2 di Laplace ed il problema del carattere determinato o indeterminato, struttu
Coda I I I
ralmente stabile, o strutturalmente instabile, dei processi studiati deve ricevere2
— x — ax —bx — — CX x — a — bx —cx
di rondine z una risposta tratta non da una professione di fede, filosofica o altro, ma da una
ricerca concreta che identifichi, per riprendere un'espressione di Thom, « le iso
Farfalla — x' — ax ——bx' — —cx'— —Ch'
I I ~ s ~ I
xs a — bx —ex' dxs le di determinismo» nell'oceano delle indeterminazioni.6 z
E non è tutto: rimettendo in questione il determinismo di Laplace, Thom
gx~+ a+ cy riapre anche il dossier del problema dei rapporti fra la scienza e l'esperienza
Iperbolico 3 2 @~+y'+ ax+ by+ cxy
gy'+ b+ ex quotidiana, e di conseguenza quello dei rapporti fra il linguaggio scientifico ed
V
il linguaggio comune, All'approccio, tradizionale da tre secoli, che considera il
sx' — y'+ a+ ~cx
Ellittico x' — xy'~ax babyycx'ycy' mondo dell'esperienza quotidiana come il campo dell'apparenza e che porta a
S5 — zxy + b+ zcy
E ridurre le discontinuità osservabili a processi microscopici e continui, egli op
O zxy+ a+ ac' pone la sua convinzione che le discontinuità osservabili sono reali. Invece di
Parabolico x'y +y'+ ax+ by + cx'+ dy' x'+ 4y' P b+ zdy sforzarsi di eliminarle, bisogna partire «dall'esame macroscopico della morfoge
Catastrofi 8oz 8o8 Catastrofi
nesi di un processo, dallo studio locale o globale delle sue singolarità» e sforzarsi Lyell, Ch.
z830-33 Principles of Geology, being an attempt to explain the former changes of the earth's
di risalire «alla dinamica che lo genera» [ibid,, p. zg]. In altri termini, è tutto il surface, by reference to causes nou in operation, Murray, London.
problema dei rapporti fra il microscopico ed il macroscopico che viene posto, Marx, K.
dal momento che la teoria delle catastrofi, contrariamente a quelle che domina z867 Das Kapital, libro I, Meissner, Hamburg (trad. it. Einaudi, Torino z975).
no in fisica o in biologia, privilegia il macroscopico, il che sfocia nell'idea di un Maxwell, J. C.
nuovo orientamento della ricerca: «In fondo la scelta dei fenomeni considerati z876 Do es the Progress of Physical Science tend to give any advantage to the Opinion of Necessity
(or Determinism) over that of Contingency of Events and the Freedom of the Willl, in
scientificamente interessanti è probabilmente molto arbitraria. La fisica attuale L. Campbell e W. Garnett, The Life of games Clark Maxwell, uith a selectionfsom his
costruisce macchine enormi per mettere in evidenza situazioni la cui durata di cotrespondence and occasionai writings and a sketch of his contributions to science,Macmil
vita non va al di là di lo ' secondi ; non si ha probabilmente torto a volere, at lan, London z88z.
traverso l'uso di tutti i mezzi tecnici disponibili, far l'inventario di tutti i feno Stewart, I.
z975 The Seven Elementary Catastrophes, in «New Scientist », zo novembre, pp. 447-54.
meni accessibili all'esperienza. Ci si può nondimeno porre legittimamenteuna Sussman, H. J.
domanda: una grande quantità di fenomeni familiari (al punto che non attirano z975 Catastrophe Theory, in «Synthèse», XXXI, pp. z29-70.
piu l'attenzione!) sono tuttavia difficili da teorizzare; per esempio, le lucertole Thom, R.
su un vecchio muro, la forma di una nube, la caduta di una foglia morta, la schiu z965 Un e théorie dynamique de la morphogénèse,in C. H. Waddington (a cura di), Towards a
ma di un boccale di birra... Chissà se una riflessione matematica un po' piu Theoretical Biology, I, University of Edinburgh Press, Edinburgh; ora in R. Tho m,
Modèles mathématiques de la morphogénèse, Union générale d'éditions, Paris z974, pp.
spinta su questo genere di piccoli fenomeni non si rivelerebbe, in fin dei conti, z5z-88.
piu utile alla scienza>» [ibid., p. z6]. z972 St abslité structurelle et morphogénèse. Essai d'une théorie générale des modèles,Benjamin,
Questi pochi esempi sono sufficienti per capire l'interesse suscitato dalla teo Reading Mass
z975 Les Mathematiques et l intelligible, in «Dialectica», XXIX, p. 79.
ria delle catastrofi e dall'insieme dell'opera di René Thom, ed anche per capire
Zeeman, E. C.
le resistenze che incontra. Attualmente si assiste ad un dibattito di cui è impossi z97z Th e Geometry of Catastrophe, in «Times Lizersry Supplement», zo dicembre.
bile prevedere l'esito. La teoria delle catastrofi, sviluppata e perfezionata, diven z97za Digerential Equations for the Heartbeat and Netve Impulse, in C. H. Waddington (a
terà un nuovo linguaggio di validità universale, il nuovo linguaggio della scien cura di), Towards a Theoret(cal Biology, IV, University Edinbutgh Press, Edinbutgh,
pp. 8-67.
za? Il linguaggio tradizionale riuscirà ad assimilarla ed a contenerla in limiti ben z972b cl Catastrophe Machine, ibid., pp. 276-82.
definiti, assegnandole il posto di un sottolinguaggio particolare? I due linguaggi z974 On the Unstable Behaviour of Stock Exchange, in «Journal of Mathematical Economica»,
coesisteranno, l'uno a fianco all'altro, uniti da un rapporto di complementarietà, I, PP. 39-49.
come la teoria corpuscolare e la teoria ondulatoria della luce? Ogni risposta a z976 Ca tastrophe Theory,in «Scientific American», CCXXXIV, n. 4, pp. 65-83 (trad. it. in
«Le Scienze», XVII, n. 96, pp. z6-z9).
queste domande sarebbe prematura. Lasola certezza che sipossa avere è che
sono poste e che nei prossimi anni saranno al centro di dibattiti all'interno della
scienza e della filosofia. [K. p.].
Il problema posto dalle catastrofi è quello dei rapporti di causa/efFetto e piu pre
cisamente dei rapporti tra cause le cui azioni variano in maniera continua ed eRetti discon
tinui (cfr. continuo/discreto). Fino a tempi recenti la scienza moderna affermava
Bari Kolata, G. che le cause che variano in modo continuo non possono provocare effetti discontinui, e
z977 Catastrophe Theory: The Emperos Has No Clothes, in «Science», CXCVI, n. 4 z87, questo era uno dei fondamenti della nozione classica di determinismo (cfr. determina
pp. z87, 35o-5z. to/indeterminato). Contro questa nozione, alcuni filosofi difendevano l'idea che mu
Bruter, P, tamenti quantitativi possono provocare trasformazioni qualitative (cfr. qualità/quan
z974 Topologie et perception, voi. I. Bases philosophiques et mathématiques,Doin et Maloine,
Paris. tità). Tuttavia, il determinismo classico è stato messo in crisi non dalla filosofia ma dalla
fisica e dalle matematiche: in vicinanza di una singolarità, un processo(una funzio
Engels, F.
z878 He rrn Eug. Duhring's Umwalzung der Wissenschaft. Philosophie. Politische tZkonomie. nej cessa di essere stabile e appaiono allora delle catastrofi, delle discontinuità, benché le
Soaialismus, Genossenschafts-Buchdruckerei, Leipzig (trad. it. Editori Riuniti, Roma cause agiscano in modo continuo (cfr. stabilità /instabilità).
z968»).
Hegel, G. W. F.
[z83zl Wissenschaftder Logik, libro I, Duncker und Humblot, Berlin z84z (trad. it. La terza
Bari z974s).
Isnard, C. A., e Zeeman, E. C.
z976 So me models from catastrophe theory in the social sciences,in L. Colline (a cura di),
The Use of Models in the Baciai Sciences, Tavistock Prese, London.
Ciclo
La diversità dei calendari è enorme. Alcuni si riferiscono ai movimenti della
Luna, altri a quelli del Sole, mentre altri ancora cercano di combinare i due si
stemi di riferimento a prezzo di adattamenti e d'intercalazioni. L'anno, il mese,
il giorno sono definiti in modi diversi. Per esempio, negli antichi calendari greci,
la nuova data diurna cominciava, in generale, la sera, al tramonto; presso gli
Egiziani, cominciava il mattino, al sorgere del Sole; quanto ai Romani, cambia
vano data a mezzanotte. L'anno, per alcuni, è il periodo inaugurato da una data
arbitraria, come il nostro x gennaio ; per altri, al contrario, il suo inizio coincide
con un fenomeno astronomico : il solstizio d'inverno o il solstizio d'estate ; e non
sono le sole soluzioni note. Accade anche che una società faccia uso simultanea
mente di due definizioni diverse dell'anno, pur raccordandole l'una all'altra:
l'anno sacro dei Maya era composto di z6o giorni, mentre l'anno civile ne aveva
365 ; il primo non era diviso in mesi, il secondo ne comprendeva rg, di cui r8 di
20 giorni ciascuno ed un mese finale di 5 giorni. Ciò ricordato, è tanto piu in
teressante constatare che l'idea o l'immagine del tempo che si esprime nei diversi
calendari è dovunque la stessa: è un tempo che ha un movimento circolare. Gli
stessi nomi dei giorni ritornano settimana dopo settimana o mese dopo mese;
gli stessi nomi dei mesi si ripetono d'anno in anno. Ed è un'idea o immagine del
tempo del tutto identica che materializzano i diversi strumenti fatti per frazio
nare il giorno in unità piu piccole: meridiane, clessidre, orologi, ecc. Nei due
casi, il conto delle unità in cui si divide il tempo giunge ad un massimo e rico
mincia: dopo z3 ore, 59 minuti, 59 secondi, ci si ritrova all'ora zero del giorno
successivo ; dopo 365(o 366) giorni d'un anno, ci si ritrova al primo giorno d'un
anno nuovo. Insomma, nei due casi, ogni unità è un intervallo fra due ripetizioni
di uno stesso fenomeno, naturale o artificiale ; cosi il giorno, per esempio, è un in
tervallo 0 fra due albe o due tramonti, o fra due momenti in cui le lancette d'un
orologio indicano 0 ore, 0 minuti, 0 secondi. Se si conviene di definire il ciclo
come un intervallo fra due ripetizioni d'uno stesso fenomeno, si può dire che il
tempo della cronometria — del calendario e dell'orologio (o degli strumenti che
lo precedono) — è un tempo ciclico.
Ma il tempo ciclico non è il solo. Coesiste, infatti, nella maggior parte delle
società con un tempo della cronologia che è invece lineare, o almeno parzialmen
te lineare. E sono le insufFicienze dei calendari, non appena si ha a che fare con
lunghi periodi, che.'.:onducono ad una linearizzazione del tempo. Infatti i calen
dari, nella loro maggioranza, permettono d'attribuire ad ogni avvenimento una
coordinata temporale che l'individualizza solo nel quadro di un anno. Al contra
rio, non permettono di farlo con l'anno, perché esso è l'unità piu grande che co
noscono. Esistono eccezioni a questa regola : per esempio, alcuni calendari meso
americani, derivati da quello dei Maya, che utilizzava un ciclo di 5z anni civili,
ciascuno dei quali cominciava con un giorno diverso dell'anno sacro ; gli Aztechi
davano a questi periodi il nome di xiuhmolpilli 'il girotondo completo degli anni'.
37
Ciclo II42 II43 Ciclo
Ma questo non facevache spostare ilproblema ed i Maya ne erano coscienti, tempo della cronometria e della cronologia. Ma cercando di risolvere l'enigma
poiché hanno creato un sistema cronologico molto sofisticato. D'altronde, nella del futuro piu lontano, la cronosofia cambia d'oggetto : si sforza ormai di caratte
maggior parte delle società, i calendari non implicavano, a quanto pare, un si rizzare il tempo cosmico, di definire la traiettoria che percorrono insieme tutti
stema di riferimento rispetto al quale ogni anno avrebbe potuto essere collocato gli esseri; s'identifica allora con una cosmologia.
in modo univoco. Due avvenimenti accaduti lo stesso giorno dello stesso mese, Che si tratti del tempo breve o medio, o del tempo cosmico, la topologia che
ma nel corso di anni diversi, restano in tal caso indistinguibili se gli anni a loro gli si attribuisce dipende dai rapporti che si stabiliscono fra il passato, il presente
volta non si distinguono l'uno dall'altro. Le soluzioni date a questo problema ed il futuro, e soprattutto da quelli fra il passato e il futuro lontani. Se si suppone
variano a seconda delle società e delle epoche. Uno dei mezzi usati consisteva che il futuro lontano sia identico al passato lontano, ne costituisca una ripetizio
nell'individuare ogni anno dandogli il nome dell'avvenimento piu importante ne, essendo entrambi ritenuti diversi dal presente, si ha a che fare con un tempo
che era accaduto nel corso di esso. Si otteneva lo stesso effetto quando si davano ciclico: dopo un intervallo molto lungo ritorneranno gli stessi fenomeni, il che
agli anni i nomi degli arconti (Atene) o dei consoli (Roma). Ma, pur eliminando porta naturalmente ad ammettere un numero indefinito di simili ritorni. Ma
una fonte di confusione, l'attribuzione ad ogni anno d'un nome proprio non per questi fenomeni del passato ritorneranno tutti? E saranno sotto tutti gli aspetti
metteva di situarli gli uni rispetto agli altri senza una consultazione dell'intera tali quali furono? La risposta a queste domande è importante. Se è positiva èa, e
lista. Quando si dice che un avvenimento era accaduto durante il consolato di veramente un tempo che gira a vuoto, poiché ogni fenomeno si ripete quando
Marco Fabio Dorsuo e di Servio Sulpicio Camerino Rufo, ed un altro durante viene la sua ora e niente di realmente nuovo può apparire. Se è negativa, i feno
il consolato di Caio Servilio Tucca e di Lucio Cecilio Metello Denter, non si sa meni si dividono in due classi : gli uni ritornano periodicamente, mentre gli altri
nemmeno quale dei due è anteriore. È solo l'elaborazione di un quadro crono appaiono solo una volta per poi svanire per sempre. Tutto dipende allora dalla
logico basato su una numerazione che permette di determinare, col solo nome definizione dei rapporti fra queste due classi e dal modo in cui si caratterizza la
dell'anno, il posto che questo occupa nella serie. Per creare un tal quadro, si maniera d'esserenel tempo che è proprio alla seconda. Un'altra domanda che si
possono raggruppare gli anni in cicli pluriannuali, aventi ciascuno un numero. pone all'interno della visione ciclica del tempo, riguarda il posto che si dà al pre
Per esempio, in Grecia, si usava, fra altri, il ciclo delle Olimpiadi : ogni anno ave sente nel quadro del ciclo e di conseguenza la posizione del presente di fronte al
va il suo numero all'interno di un ciclo di quattro anni e questo a sua volta era passato ed al futuro prossimi. Infatti ogni ciclo comporta due fasi: una ascen
numerato. Lo si poteva dunque identificare senza ambiguità, e quindi identifi dente e l'altra discendente. Quando si colloca il presente nella prima, il futuro
care l'anno. Cosi si diceva che un'eclisse solare era avvenuta nell'anno iii della prossimo è oggetto d'una speranza, mentre il passato è concepito non come ciò
CXVII Olimpiade. Ma, nel mondo antico, il piu delle volte si ricorreva, sembra, che fornisce degli esempi da seguire, ma come un periodo trascorso ; è considera
al procedimento seguente: gli anni erano considerati parti di ere le cui date ini to da un punto di vista superiore. Le cose stanno molto diversamente quando si
ziali corrispondevano ad avvenimenti particolarmente importanti: la creazione crede di vivere in una fase discendente : allora si proiettano nel futuro le proprie
del mondo, la fondazione della città, l'ascesa al trono di una dinastia o d'un re, angosce e ci si volge verso il passato, al fine di imitarlo nella misura del possibile.
una battaglia vittoriosa; a partire da questa data iniziale si faceva il computo de Una stessa visione ciclica del tempo permette dunque di giustificare compor
gli anni. La loro successione diventava cosi lineare : le ripetizioni ne erano escluse tamenti opposti in ambiti tanto diversi come la politica, l'arte o la conoscenza.
e ad ogni anno corrispondeva un numero intero, tanto piu grande quanto piu Se il passato, il presente ed il futuro (compresi il passato ed il futuro lontani)
era lontano dall'origine [cfr. Morley ig58; Nilsson Igzo; Samuel Irlpz]. sono supposti identici, il tempo si trova in uno stato stazionario. Non c'è una
I calendari e gli strumenti cronometrici permettono di attribuire agli avveni direzione precisa:che sivada verso ilpassato o verso ilfuturo siresta sempre
menti delle coordinate temporali, e di conseguenza di misurare le distanze che nell identico. Anche le nozioni di passato e di futuro non hanno alcun senso la11>'d
li separano, esprimendo ciascuna di esse come un multiplo di un ciclo scelto co l oro distinzione è abolita : il tempo stazionario è anche un tempo simmetrico. Ac
me unità di base. Il loro ambito proprio è un tempo breve che può essere assimi cade tuttavia che il tempo sia concepito solo come parzialmente stazionario. È
lato al presente. I sistemi cronologici che abbracciano periodi relativamente lun questo il caso quando si mettono da un lato il passato ed il presente, che si sup
ghi, riferendo tutte le date ad un punto iniziale, si volgono verso il passato : il pas
pongono sottoposti ad un tempo ciclico, per contrapporli ad un futuro, prossimo
sato lontano, spesso il tempo delle origini. Tuttavia, gli uni e gli altri non pongo o lontano: tale è il tempo che s'incontra nelle credenze millenaristiche secon
no nemmeno, non avendo alcun mezzo per farlo, il problema del futuro, del futuro do le quali il mondo gira a vuoto nell'attesa di un cataclisma che lo farà passare
prossimo nel tempo e del futuro lontano che è quello del mondo e degli uomini. in uno stato di riposo definitivo. Il tempo parzialmente stazionario appare anche
Le ricerche che si occupano di ciò si possono chiamare «cronosofia». Utilizzan quando si contrappongono il presente ed il futuro, considerati stazionari, da una
do le tecniche di divinazione, costruendo piani o formulando pronostici, la cro parte, e il passato, concepito come una successione di cicli, dall' altra: è il tempo
nosofia suppone che a breve o medio termine il futuro sia già inscritto nel pre interno delle utopie in cui, dopo l'atto fondatore che introduce una rottura fra
sente, che sia leggibile a partire da questo. Cosi facendo, resta nel medesimo l antico ed il nuovo, nessun cambiamento è piu possibile.t
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Tempo_temporalitá - Enciclopedia Einaudi [1982]

  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] TEMPO/TEMPORAL ITÁ Krzysztof Pomian — TEMPO/TEMPORALITÁ p ag .4 CATASTROFI p a g . 9 CICLO p ag . 1 7 EVENTO p ag. 4 7 PERIODIZZA Z IONE p a g .5 8 TEMPO/TEMPORALITÁ pag.83
  • 2. ambiguità allegoria competenra/esecuzione codice Tempo/temporalità fonetica immagine avanguardia grammatica metafora Tempo/temp oralità classico concetto analogia e metafora lessico segno critica esistenza argomentazione lingua significato interpretazionc lingua/parola filologia simbolo bello/brutto fenomeno linguaggio letteratura creatività maniera farma metrica espressione semantica poetica fantastico . prapos»afoneegiudizi<v sens%ignificato alfabeto retorica girato =====:==~= ==diàèkàione traduzione ascolto imitazione firtàbtixione . . . -' = -'--=' universali/particolari gesto immaginazione anthropos lettura progetto cultura/culture umane riproduzione/riproducibilità etnocentrismi dicibile/indicibile j>r',;ozàlo/acrftto ISCOISO sensibilità , . natura/cultura enunciazione camumcaztone parola presupposizione e allusione —: er ror e I finzioàe à spazialità rit~ referente - - " ' . . =".—.. i n formazione =-=: ==-artigianato giochi etica induzione statistica g àccu turazione filasofiajfilosofie - : "':-=,; —:=.= ,— :=.=:===.= - ;;b„,l,„, I C.~ltà probabilità '='.-==:::=~o j m oderna tema/mothro l'" .: - ; .: . : =- : .. :.-.=- "==-. =-.-. : > : c' Ct rappresentazione statistica .= = . l . . Catsshufic= - :: ; '::. .= .=. calendariorazionale/irrazionaleteoria/pratica selvaggioJbarbaro/jnvilitsato 'J uguaglianza , escatologia l* .Svcn'to armenia periodi«Salone ==-".' ==:=':—:~esctetnor ti caos/cosmo = .. valori melodia disegno/progetto -. - . . .u; .f <fiqà curve e superfici infinito Q vero(falso '>";ff[ ' i t Ing / P o . 'g "' jr jj/rj" f abbigliamento visione geametr a e t poli già sc ocosiIIO/ c ocos o j fA,' f' 5W~;,~i canto invariante mondo g alchimia " fifjfjjffj, aj/iliè»fl 'i; ", cotpo h6' ' +<=, Wessuàfftk j ". ' „.. ' ; , j„,',,'.,1hfanz/a, / coltivazionc danza Q vaapi/àa, osservazione amore cabala collez~ .=" . maschera desiderio ««tiffà/tnoràà "C1tà/ rt " r ~ industria rurale materialideduzione/prova elementi documento/mbnutnoufir.'='= . . ~ moda equivalenza == esoterico/essoterico credenze ornamento eros prodotti difierenziale == '. formalizzazione = — ~~ fr o ntiera ,';jr dialetto isteriascena funzioni ~m logica tornai/IestallÀv-.- -~ ~ m ~m n e rrà pulsione angoscia/colpa cura/normalizzazione enigma castrazione e complesso esclusione/integrazione infinitesimàle= == passibilirà/necessità anali si/sintesi =-= fiaba soma/psiche censura farm aco/droga fuoco 1oèàfo/g»abu»w:== referenzajverità antici pazione cannibalismo sonno/sogno mostro i dentificszione e transfert folli a/delirio homo sistemi di riferimento -.=' ricorsività ipotesi =' ..=misura .. . ',. = . --:. == --'.:=c.« tattica/strategia popolare dèi inconscio medic ina/medicalizzazione mano/manufatto stabilità/instabilità matematiche . = ==- ..modello proverbi divino nevrosi/psicosi n ormal e/anormale tecnicaalienazione va«azione metodo -==-='"étruttura tradizioni eroi piacere salute/malattia utensile coscienza/autocoscienza demagogiacentratoJacentratoJ '= ~= --' t j . imm aginazione sociale iniziazione discriminazione sintomo/diagnosi combinatoria magia pace repressione demoni alimentazione applicazioni serv%ignore terrore grafo ateo messia divinazione agonismo casta animale assioma/postulato -~ o/probabilità "" uomo tolleranza/intolleranza chierico/laico millennio mit%ito cerimoniale donna cucina continuo/discreto causa/effetto utopia chiesa persona festatortura mythos/togoa endogamia/eaogamia domesticamento dipendenza/indipendenza abaco certezza/dubbia violenza diavolo puro/impuro feticcioorigini famiglia fame divisibilità algoritmo ' coefciiza eresia religione gioco incesto vegetale dualità approssimazionc = ::=: , CanVenzione categorie/catg»àoizuàutzfc»àe libertino sogno/visione lutto insieme calcolo , fièterminsta/mdeterminato libro stregonena regalità maschile/femminile matrimonio razionale/algebrico/trascendente "~ „"IS,. Oum« ii ~ . , entpiáa/eaperienza peccato rito simmetna zero sv~ :-' esperimento "":.' g ' aa/discipline parentelasacro/profano caccia/raccolta totem strutture matematiche santità borghesi/barghaàisf dono trasformazioni naturali /categorie," aitjt .',i ' , . " - ' 'i i"jt fibeità/rteceszttà; buroCtszitt, "' ':."". t,.' f economia uomo/donna eccedente Olàstlk, ' ' " . ' " ':-,' :„".." formazione economico-sociale pastodzia Cantàdinl, ' 'r ~' ::.:.,- l a voro primitiva consenso/dissenso ideologia. : ':. i,'",I ' modo di produzione reciprocità/ridistribuzione egemonia/dittatura alasse . o " .I.f': :,' p rop rietà rc intellettuali piuletariata " ';"gj riprodurionc " j', ' i ftiteltigenàààrtfficbdà<Sordine/disordfnèha libertà '„~»Soluzione' ." transizione abbondanza/scarsità maggioranza/minoranza bisogna partiti consumo apprendimento politica ammmistra«onc ààcomulaàione imposta uj ijl autoregolazione/equilibrazione comunità ' - ' ' , ; . '„Capitale lusso confimo '-':,i :-,"i, ' ':" Crisi aro e argento consuetudine cosntumone . élite ' , . ' , f ' distribuzione pesi c misure controllo socisie innst%cqumito diritto democrazia/dittatura gergo , " ' " = fsbbricà produzione/distribuzione tloilam4é -"-" = — .— == -= - "-= ' ' emozione/motivazione istinto giustlzlà uorma gtlippo ... getàlona ricchezza mente operazioni patto marginalità : - : , — , . »mperijdismo scambioistituzioni percezione responsabilità potere opinione ' . " . . . , itnprejta spreco quoziente intellettuale potere/autorità povertà : : : - ' " , "tnercàto pubblico/privatò propaganda . .-.:,' . " -: .* .. marce società civile adattamento tuoi%tatua ,'t: " ' ' . . moneta abitazione stato socializzsrione , : "."-",=-. Qiatiifiaàsiona evoluzione immunitià acqua società ,~ '.: - = : . " : profittn mutazione/selezione individualità biologica ambiente plasma spazio sociale — - ': .' ' ,' . . . ' ' reàdita polimarfismo=. ..=«~ ; r iti j ro s io n e integrazione città ,—,:.:..=, .:"', =',,::-'-:„',: „;:„' galario specie invecchiamento clima orgànismo ecumene = ~ omjgfuzvalore regolazione insediamento catalisi «~ a(o fisléo sviluppo e morfogenesi migrazione ,' èlttà/campa»j@",io., macromolecale paesaggio metabolismo popolazione omeostasi regione eredità organico/inorganico risorse spazio econàmièi osmosi gene suolo sviluppo/aottoàa»1ùppy.. . vita genotipo/fenotipo terra razza territorio sangue villaggio
  • 3. Tempo/temporalità 302 3cf3 Tempo/temporalità df Cl O V O Qdf Q O O Vcù + N P a! M O C! ccl Cf Cf Odl V N4 df cd Cl O VON al O QNaf g CO O O Q O O .E 4 al b0 E O al V . cd b0O + VEA O M g VOQO QOOO V G v ' 4 N lg ONal N cd al al '4 + b0 ™ O Q M E E ccl + Cf J O Oal 'vVv O g O V Occl Cf cf E V N O g Q O val al cf O O Q O Cf O Q O Q Cf Vat cd al O O O V O V O Cf O O O al O o N M Cù CI v g Q OCf Cf o cù cn Oln 00 00 b0 b0 E E catastrofi 3 3 4 z 4 • 6 5 2 4 3ciclo S 8 3 5 7 4 3 2 4 5 4 S 4 4 S 2 3 3 2 3 3 4 4. evento 4 2 2 2 4 4 5 4 6 6 5 2 2 5 3 3 3 6 6 4 S 4 5 2 S 5 7periodizzazione 3 3 tempo/temporalità S 2 7 7 3 5 6 4 3 S 6 7 4 5 2 4 t 2 2 4 6 8 5 2 4 4 4 4 5 6 7 3 6 7 cù 2 4N E al ù0 't5 alN I E ~N 4 Q O OQ O Q O O O ID Q O + bd O + + dl Cl df al Q cd O al al Cf O aj E ccl ON Cf O 'tl O al O V af OCf 'CP N Q M O Q al cd 4 2 2 cd Q al Vcd N Q E g O Ob0 O O "OO4Q Ob0 o E al cf I tb afO cd I O n ECf Cl O b 0 00 Q Q cù E O cd Q 4 I I ccl O CJ V I cdV CI V O O O E Qa cf , al O 4f Q V I V O O g O N + Cf O Cf + V catastrofi 2 4 2 2 2 4 2 4 4 4 S 4 S 3 4 2 2 ciclo 3 2 5 5 4 5 5 5 2 2 5 43 3 4 2 S 4 3 4 7 3 4 2 5 S 6 Sevento S 4 6 6 4 4 5 4 8 2 5 5 z 6 6 periodizzazione 4 5 9 4 S 3 2 66 4 3 4 5 5 5 4 3 3 3 3 6 tempo/temporalità 4 4 7 3 4 7 4 3 7 6 3 4 3 7 S 6 6 6 6 8 6 z 6 4 7 6 4 5 cd Cl OOc E OONal evento NN O Q O V Q E O K O O al v O V periodizzazione catastrofi tempo/temporallta 7 7 ciclo /43 4 ciclo periodizzazione evento S 4 catastrofi tempo/ temporalità
  • 4. 6)z Tempo/temporalità Catastrofi, Ciclo, Evento, Periodizzazione, Tempo/temporalità Insieme di operazioni che coordinano vari moti e le loro direzioni, proprietà specifiche, velocità, il tempo è concepito in parecchi modi in funzione soprattut to dell'idea che ci si fa, da un lato, di tali operazioni e, dall'altro, della natura dei moti che si prendono in considerazione. Infatti, le operazioni si possono rap portare a un soggetto divino che si suppone coordini, nel momento stesso in cui li crea, diversi moti che imprime agli esseri e alle cose, moti ai quali non per mette di giungere a esaurimento prima dell'ora che egli solo conosce. .In quantocreatore del tempo, un simile soggetto divino è di per sé extratemporale; gode di un modo di essere eccezionale e superiore a quello delle creature, modo di essere che si definisce con il termine 'eternità'. Ma le operazioni possono anche venire rapportate a un soggetto umano, caso particolare di soggetto finito; il tempo allora si rivela sia soggettivo, dipendente dalla coscienza individuale che lo astrae dalle esperienze o lo scopre nel suo funzionamento ; sia trascendentale, cioè inscritto nelle strutture costitutive del soggetto in quanto tale e precedenti qualsiasi esperienza concepibile, di cui tali strutture sono una condizione di pos sibilità. Nel primo caso ogni individuo si presume coordini i movimenti ed ela bori pertanto una nozione di tempo a modo suo; l'accordo tra gli individui si stabilisce allora sia attraverso lo scambio, sia attraverso l'apprendimento, che ne costituisce una modalità; nel secondo caso l'accordo tra gli individui è dato in anticipo, il che significa che partecipano tutti a priori dello stesso tempo. Vi è ancora un altro modo di situare le operazioni che coordinano i moti: esso con siste nell'assimilarle a interazioni tra questi stessi moti o tra i corpi in movimen to e pertanto nel presupporle indipendenti da qualsiasi soggetto, foss'anche di vino, come una proprietà della materia. Il tempo allora non è piu di competenza della teologia o della filosofia; esso fa parte della fisica. D'altronde, anziché stu diare le interazioni tra i moti in generale, si possono prendere in considerazione solo quelle che stabiliscono relazioni tra certe classi di moti, di cambiamenti e di variazioni: per esempio, le trasformazioni degli esseri viventi, o delle società umane, oppure il succedersi degli stati psicosomatici, ecc. Donde la distinzione tra parecchi tipi di +temp %emporalità+: biologici, sociali, psicologici, ecc. ; i quali, anche quando sono concepiti come non riducibili al tempo fisico, sono a quest'ultimo sovrapposti e sono condizionati dalla sua orientazione e dalle sue proprietà, Già questo dimostra che l'idea che ci si fa del tempo dipende dai moti che si prendono in considerazione. Ma questa regola si verifica anche quando, stu diando il tempo dal punto di vista storico, si mettono in parallelo le variazioni dell'idea che se ne facevano i teologi, i filosofi, gli eruditi, e i mutamenti della situazione ontologica del moto stesso. Cosi, finché si dividevano i moti in visi bili e invisibili, il tempo, sempre invisibile, poteva essere definito soltanto in
  • 5. Sistematica locale ASS Tempo/temporalità tre modi: z) in quanto interazione dei moti visibili o, piu esattamente, in quanto esistente ai corpi in movimento, è stata rimessa in discussione quando si è determinazione dei moti irregolari che animano i corpi del mondo sublunare, accertato che il tempo misurato da un orologio fermo è diverso, a parità di altre mediante i moti, uniformi, dei corpi celesti; z) in quanto coordinamento dei condizioni, da quello misurato da un orologio in movimento. Ciò significa che «moti» invisibili: ricordi, percezioni, anticipazioni, in quanto insomma cambia il tempo dei moti osservabili, il tempo della fisica, invece di essere, come si è menti che avvengono nell'anima e che questa proietta sulle cose visibili; g) in creduto a lungo, invisibile e misurabile, deve essere concepito come solo misu quanto interazione dei «moti» invisibili e dei moti visibili, che consiste nel su rabile. In altre parole, anziché un quadro metafisico all'interno del quale si ma bordinare i secondi ai primi, i moti del corpo a quelli dell'anima, i moti del cielo nifestano dei fatti fisici, è esso stesso un fatto fisico, e non è altro. La scoperta aque iquelli del Primo Motore e a Dio. Questi tre modi di concepire il tempo si sono degli oggetti che si osservano solo indirettamente, per esempio le particelle che conservati per circa due millenni. Il punto di rottura è stata l'invenzione e iil si conoscono esclusivamente mediante le fotografie delle loro tracce nella camera perfezionamento dell'orologio meccanico e degli strumenti d'osservazione che, di Wilson, è servita a rafforzare ancor piu quest'idea del legame indissolubile a poco a poco, hanno permesso di scoprire e di esplorare un intero universo di tra il tempo e il moto, della dipendenza funzionale del primo in relazione al se oggetti osservabili: stelle invisibili a occhio nudo, microbi, piu tardi cellule, ra condo, con l'introduzione di intervalli estremamente brevi e offrendo la possi diazioni di vario tipo, ecc. Fu per soddisfare le necessità della nuova fisica che bilità di misurare durate estremamente lunghe. I dati della fisica, come pure si occupa di quegli oggetti e dei loro moti, che si dovette definirne il tempo e, quelli della biologia, della psicologia, dell'antropologia, della storia, inducono contemporaneamente, dargli una nuova collocazione in rapporto a quello dei oggi a concepire il tempo come un insieme di operazioni o di interazioni, che moti visibili e invisibili. coordinano diversi moti, le loro orientazioni, le loro proprietà qualitative e le Contrariamente a quest'ultimo, il tempo dei moti osservabili è un tempo loro velocità, o meglio come un insieme di tali insiemi, poiché tali operazioni e quantitativo, perché il moto di riferimento è quello di un orologio fornito di un interazioni sono, lo si è appena constatato, molto varie e anche — ma questo è quadrante numerato e pertanto in grado d'indicare la durata di ogni intervallo un punto assai controverso — non riducibili le une alle altre. temporale che sia multiplo di un intervallo unitario. Questa scelta del moto di Da qui la necessità d'immaginare il tempo come una sovrapposizione di stra riferimento significa considerare come unica caratteristica pertinente di tutti i ti che si possono chiamare, volendo, delle temporalità e che corrispondono alle moti osservabili la velocità, e non l'orientazione o l'aspetto qualitativo com' era varie categorie di oggetti e ai vari tipi di moto. Ognuno di questi strati è carat il caso trattandosi di oggetti visibili o invisibili. La riduzione del moto alla ve terizzato dalla orientazione, dalle proprietà qualitative e dalle durate che mette locità e alle sue caratteristiche, per esempio l'uniformità o l'irregolarità delle in gioco. Ognuno, formatosi a un determinato momento dell'evoluzione o della variazioni, o alcune variazioni dell'accelerazione, rende il moto del tutto indi storia, rende possibile un altro strato superiore, che è anche posteriore, pur su pendente dalla natura dei mobili. Per sapere del moto tutto quanto occorre, bendo, appena questo comincia a formarsi, un effetto di retroazione. Si costruisce basta procedere amisurazioni, senza che sianecessario conoscere le proprietà cosi un'architettura temporale che non è solo una creazione della ragione, per degli oggetti dei quali si studia il moto. Ciò vale a fortiori per il tempo che, in ché è incorporata nelle azioni umane, nelle istituzioni sociali, negli strumenti tal modo, si trova privo di qualsiasi collegamento con i corpi, di qualsiasi con e nelle tecniche; essa pertanto s'impone a ogni individuo come un dato su cui tenuto, e che pertanto appare come pura possibilità di confrontare dal punto di egli può influire molto poco. Quest'architettura temporale, prodotto dell'intera vista quantitativo le varie successioni, le varie velocità, rapportandole a una ve zione tral'uomo e l'ambiente,è insieme «soggettiva» e «oggettiva» o, piu pre locità di riferimento, quella dell'orologio. In altri termini, il tempo ha l'aspetto cisamente, dipende dalle caratteristiche biologiche e storiche deH'uomo come di una forma vuota, oggetto paradossale che è contemporaneamente invisibile pure da quelle proprie delle cose. Per enunciare bene la problematica del tem e misurabile, e che si incomincia con il riconnettere ad altri oggetti invisibili: po quale oggi si pone, è necessario descrivere prima di tutto l'architettura tempo a un soggetto divino o a un soggetto finito che si lasci concepire sia come un rale della civiltà contemporanea che contiene, modificati da apporti successi-i, soggetto empirico sia come un soggetto trascendentale. L'importanza di questi gli strati giunti da un passato molto remoto, al fine di esplicitare l'articolazione vari modi di concepire il soggetto dipende dal fatto che comportano, ciascuno, delle sue diverse componenti. una risposta diversa alla domanda sui rapporti tra il tempo e l'esperienza. Ma, Stabilito questo, si può passare ai problemi che si presentano ineluttabil quale che sia questa risposta, si tratta sempre di un tempo quantitativo, prece mente appena ci si mette a riflettere sul tempo ; in primo luogo quello della sua dente ogni oggetto preso a sé e, appunto per questo, estendentesi all'infinito nel orientazione o della sua direzione. Si tratta di sapere se il tempo è ciclico o li passato e nell'avvenire. Da questa nuova idea del tempo, nasce tutta una pro neare; nel caso di un approccio che sostituisca un tempo omogeneo e unico con blematica che verte sui rapporti del tempo dei moti osservabili, quello della fi un'architettura temporale, il problema verte su ogni strato preso separatamente sica, con il tempo dei moti visibili e quello dei mutamenti invisibili: il tempo e piu in particolare sullo strato che si presume conglobi e condizioni tutti gli della coscienza, il tempo religioso, ecc. altri. Coordinamento di tutti i moti visibili, il tempo del mondo visibile è, con L'assimilazione del tempo degli oggetti osservabili a una forma vuota, pre piena evidenza, una serie di cicli. La convinzione, opposta alla testimonianza
  • 6. Sistematica locale 656 657 Tempo/temporalita oculare, che il tempo sia lineare, si può spiegare solo facendo riferimento a un foss altro che per le sempre piu ampie possibilità del sistema nervoso, appare' I essere invisibile, Dio, e ai suoi interventi nel mondo visibile, che sono gli avve pertanto come un tempo locale, mentre il tempo dei cambiamenti invisibili, il nimenti per eccellenza. La controversia a proposito della direzione del tempo si tempo della metafisica o della religione, per quanto lo si concepisca come pro dimostraallora non essere altro che un caso particolare della controversia che gressivo, viene a essere chiaramente invalidato, ridotto al rango di una illusione. ha per tema i rapporti tra il visibile e l'invisibile. Essa ha quindi una portata Dal punto di vista di chi crede in un tempo del genere in quanto globale evi filosofica generale, oltre che implicazioni per la teoria e la pratica della storia. dentemente sono i risultati della fisica che vanno messi in dubbio per salvaguar Si può infatti giustificare l'attribuzione di un carattere ciclico alla storia solo se dare la prospettiva di un progresso dell'uomo e dell'universo. La controversia la si subordina al determinismo naturale, identificato con il determinismo co su questo argomento, ora latente ora aperta, è tutt' altro che in via di conclu smico ; solo una storia lineare rappresenta una espressione della libertà dell'uo sione. mo in relazione agli astri e al mondo fisico, vale a dire al mondo visibile in ge Q ualsiasicronosofia s'interessa soprattutto all'avvenire; in questo senso es nerale. Questa controversia tra una visione ciclica e una visione lineare della sa rassomiglia sempre alla divinazione. Le ricerche e le speculazioni sull'orien storia, tra il determinismo e l'affermazione della libertà, tra la preminenza data tazione del tempo, locale o globale, sono subordinate al problema dell'avvenire rispettivamente al visibile e all'invisibile, pare aver perso parte della sua viru prossimo e dell'avvenire piu remoto degli uomini e del mondo. A proposito di lenza, trattandosi della storia considerata nel suo insieme. quest'ultimo, c'è solo una scel)a molto limitata: o l'universo subirà una dilata Preoccupate dell'avvenire, le cronosofie vorrebbero tuttavia stabilire se tutte zione all'infinito e quindi un raffreddamento, oppure incomincerà a contrarsi e le civiltà sono mortali, se, in altre parole, ognuna percorre un+ciclo+ che la con a riscaldarsi per tornare allo stato di palla di fuoco e quindi a esplodere di nuo duce, da quando compare, attraverso un periodo di espansione, al declino e alla vo. In entrambi i casi la vita sparirà presto o tardi, ma la durata dei periodi di disintegrazione finale. D'altra parte un argomento valido degli studi storici è cui tenere conto è talmente enorme che è difficile lasciarsi commuovere da que costituito dai cicli climatici, demografici, economici, ecc., come pure dalle flut ste cupe prospettive. L'avvenire dell'uomo, anzi persino quello della nostra ci tuazioni periodiche di diverse variabili. Il tempo preso in considerazione in que viltà, preoccupa molto di piu. Ora, noi veniamo a conoscere questo avvenire sto caso non è il tempo dei moti visibili. I cicli studiati oggi dagli storici sono in maniera differente a seconda che il tempo sia ciclico o lineare. Infatti ogni esaminati partendo da un'analisi dei dati statistici e sono indicati quindi dalle ciclo si divide in almeno due fasi: una ascendente e una discendente, separate curve che si ritiene rappresentino i processi reali: il tempo preso in considera da almeno due punti singolari in cui ha luogo un'inversione di tendenza. Per zione in questo caso è un tempo ricostruito e i cicli vi hanno sempre un carattere questa ragione, se gli argomenti soddisfacenti optano in favore di un tempo ci locale. In compenso, a proposito del tempo osservabile si pone il problema del clico, basta, per conoscere l'avvenire, avere un'idea dell'insieme del ciclo e della l'orientazione globale studiato dalla cosmologia. L'attuale espansione dell'uni posizione che vi si occupa; tale posizione può essere determinata risalendo nel verso continuerà indefinitamente o avrà un limite, raggiunto il quale essa lasce passato fino al punto singolare, al fine di stabilire se si è nella fase ascendente o rà il posto a una contrazione> Gli specialisti oggi propendono piuttosto per la discendente. Questa è certo un'indicazione puramente teorica, poiché nessuno prima eventualità, poiché pare che la densità della materia nell'universo non sia in questo modo ha mai ottenuto previsioni valide; ma sono numerosi coloro sufficiente a obbligarlo a contrarsi; non è escluso che progressi teorici o nuove che vi si sono cimentati e se ne trovano certamente ancora. misurazioni inducano un giorno a cambiare opinione sull'argomento. La procedura da seguire è un'altra se si suppone che il tempo sia lineare, A prescindere dalla cosmologia, dove il problema del tempo globale si è a meno che si pretenda di conoscerne di colpo la direzione e di sapere in che presentato solo molto di recente, il tempo dei moti osservabili è sempre stato, punto ci si trova. Altrimenti, è la+periodizzazione+ della storia, qualunque essa e continua aessere,definito un moto lineare. Quando veniva concepito come sia purché lineare, che dovrebbe permettere di ottenere una previsione con una entità insieme misurabile e invisibile, ciò si spiegava con argomenti tratti buone fasi. Essa consiste nel suddividere il processo in una sequenza di stadi e dalla teologia o dalla filosofia; solo piu tardi sono stati trovati i fondamenti della nel ricavarne la legge di successione, legge che consente di dedurre i caratteri linearità nei dati dell'osservazione e in quelli della ricostruzione del passato par dello stadio seguente da quanto si conosce del precedente. Basta quindi deter tendo dalle vestigia che ha lasciato. In quanto lineare, il tempo dei moti osser minare all interno di quale stadio ci si trova e la posizione che vi si occupaIl' vabili si contrappone a quello, ciclico, dei moti visibili; esso per contro si appa prossima all inizio o alla fine dello stadio, per essere in grado di prevedere l'av11' renta a quello dei moti invisibili, la qualcosa per molto tempo ha reso incon venire. Purtroppo i risultati non sono mai stati all'altezza delle aspettative. L'in cepibile la loro distruzione. Questa dovette introdursi solo nel momento in cui successo delle cronosofie tanto cicliche quanto lineari, le quali fondavano i loro fu accertato che il tempo globale della fisica non era progressivo o tendente verso pronostici sulle periodizzazioni, ha indotto, nel corso degli ultimi anni a cer una sempre maggiore complessità, ma regressivo : esso dovrebbe giungere a una care altre tecniche di previsione. Queste tecniche si ritengono scientifiche per situazione di equilibrio, di ugualizzazione di tutte le differenze, in una specie ché sembrano fondarsi sui dati dell'osservazione o della ricostruzione, cioè, in di morte cosmica. Il tempo dell'evoluzione degli esseri viventi, progressivo non generale, su una documentazione statistica. I risultati noti, tranne alcuni casi
  • 7. Sistematica locale 658 659 Tempo/temporalità molto circoscritti, non inducono per nulla a ritenere tali tecniche attendibili. nel linguaggio delle funzioni analitiche. Ma la fisica è giunta assai rapidamente L'unico modo di discernere l'avvenire consiste nel prospettarsi gli scenari alter a scoprire nel proprio campo delle soluzioni di continuità di fronte alle quali si nativi, la previsione essendo tanto piu certa quanto piu è indeterminata. trovava disarmata, perché il linguaggio che usava non consentiva a lungo di Le periodizzazioni tuttavia servono non solo a prevedere l'avvenire, ma an dame una descrizione adeguata e ancor meno d'inserirle in una visione d'in che, piu semplicemente, a classificare le vestigia del passato : i fossili, i documen sieme. Restavalasperanza che un giorno sisarebbero potute eliminare, quando ti e i monumenti, gli oggetti da collezione in generale. Esse infatti forniscono il loro carattere di discontinuità si fosse dimostrato puramente illusorio, e in un sistema di riferimento temporale che permette non solo di collocare gli og sieme si sarebbero eliminate, o ridotte una volta per tutte ai moti continui, le getti nell'ordine di successione, ma anche di raggrupparli in insiemi i cui ele discontinuità del mondo visibile. È noto che non è andata cosi. Anziché fare a menti, per il fatto di appartenere tutti a una stessa epoca, e di provenire da meno degli avvenimenti, cioè in questo caso delle soluzioni di continuità, la fi uno stesso periodo, possiedono proprietà che viceversa non possiedono gli og sica ne aveva sempre piu spesso bisogno e nei settori piu vari. Il problema dei getti di altre provenienze. La posizione che un oggetto occupa nel tempo si tra rapporti tra il continuo e il discontinuo si pone quindi non solo perché coinvolge duce quindi in caratteri visibili od osservabili di quell'oggetto, e la classificazio da un lato il visibile e, dall'altro, l'osservabile che ha assunto, qui come altrove, ne di tali caratteri diventa una periodizzazione dal momento in cui s'introduce la funzione in precedenza svolta daN'invisibile. Esso si pone all'interno stesso del l'idea di una continuità soggiacente, l'idea di qualcosa che si sviluppa, che evol mondo osservabile. È la teoria delle +catastrofi+, che ha dimostrato e fatto ca ve o che cambia, pur conservando la propria identità. pire questo fatto strano: variazioni continue delle cause possono provocare, in Il tempo del mondo visibile è scandito dagli avvenimenti ora ripetitivi, che determinate condizioni, variazioni discontinue degli effetti. Essa in tal modo si ripresentano periodicamente, ora unici, e ciascuno tale da distinguersi dal consente, almeno in linea di principio, di concepire un nesso tra il tempo visi precedente e dal successivo, manifestando in tal modo la propria individualità. bile, attraversato dalle discontinuità, dalle catastrofi, tanto nel senso comune A rigor di termini, per uno spettatore finito qualsiasi, ogni moto ha un inizio quanto nel senso matematico del termine, e i tempi osservabili, dove si ha a che e una fine e nessuno si attua continuamente e indefinitamente in quanto visibi fare soprattutto, ma' non esclusivamente, con il continuo. I due strati dell'ar le, ma rimane tale solo a intervalli. Per considerare un moto visibile come uno chitettura temporale, di cui sono state qui messe in evidenza numerose diRe e continuo, è necessario presupporre, in ogni caso, che esso abbia dei prolunga renze, si trovano cosi a essere integrati, senza tuttavia che uno sia ridotto al menti invisibili. C'è in questo l'applicazione di una regola generale: il visibile l'altro. è sempre a squarci, interrotto, incompleto; l'invisibile invece è un tutto e la sua esistenza è continua. Pertanto il tempo del mondo visibile non è soltanto La stabilità di uno stato di equilibrio sembra ovvia. Una volta instaurato, e ciili .. -."ebbe anche un tempo composto da segmenti divisi ciascuno in pa fintanto che nessun +evento+ esterno lo turba, tale stato non ha infatti «alcuna recchi avvenimenti, separati tra loro da intervalli vuoti, nel corso dei quali, cioè, ragione» di cessare. In altre parole, una volta raggiunto l'equilibrio, in un siste nulla avviene, come se il tempo si fermasse. Ma il tempo del mondo visibile non ma isolato, un fattore interno atto a distruggerlo è inconcepibile: se fosse in si presenta in questo modo, perché inconsciamente e immediatamente se ne col azione, avrebbe dovuto manifestarsi se non immediatamente, almeno entro un mano i vuoti facendo ricorso all'invisibile. Cosi pure il ricorso all'invisibile fa lasso di tempo molto breve dopo che l'equilibrio si è instaurato; non essendo si che gli avvenimenti di cui questo tempo è colmo non ci appaiano come equi ciè accaduto, ne consegue che un simile fattore non esiste. E questo vale per valenti; se si restasse nel visibile, dovrebbe infatti essere cosi. Perché gli avve ogni tipo di simmetria che si suppone perpetuarsi tale e quale, a meno che non nimenti sono differenziati dal rapporto che si presume intrattengano con l'in venga turbata dall'esterno. Inversamente, un sistema in stato di rottura di sim visibile, e alla luce di questo presupposto gli uni, comuni e ripetitivi, sono solo metria si suppone ritorni spontaneamente a uno stato di equilibrio, di simme fatti secondari, elementi del corso abituale delle cose, mentre gli altri sono av tria, se nessuna forza esterna glielo impedisce. Per creare il mondo partendo venimenti per eccellenza, intrusioni dell'invisibile nel visibile. Questi ultimi, ri dal caos, vale a dire partendo da uno stato di equilibrio, occorreva un intervento conoscibili dal carattere se non miracoloso almeno insolito, sorprendente, straor divino, e un intervento divino era anche necessario affinché il mondo, una volta dinario, e quindi tali da non lasciarsi integrare nella routine del visibile, consen creato, non si disintegrasse. Certo nella fisica contemporanea si parla molto della tono d'introdurre nel tempo del mondo visibile una divisione in periodi, im «rottura spontanea di simmetria». Ma sono parole vuote, poiché nessuno sa in ponendovi, con questo mezzo, una linearità che, altrimenti, gli sarebbe assoluta che cosa consistano tali rotture; si pongono come postulati per spiegare certi mente estranea. fenomeni, come si sarebbe posto il postulato del libero arbitrio dell'asino di Al contrario del tempo dei moti visibili, quello dei moti osservabili si pre Buridano se avesse mangiato una delle balle di fieno tra cui si presumeva non senta subito come un moto continuo, e in misura tale che si è tentato in tutti i potesse scegliere. modi di ridurre le discontinuità osservabili, di eliminare dal mondo osservabile Simmetria, equilibrio, reciprocità, reversibilità sono dunque cose intelligi tutti gli avvenimenti a vantaggio dei soli cambiamenti che è possibile descrivere bili per eccellenza. Sono ovvie. Sono evidenti. Soddisfano lo spirito, gli per
  • 8. Sistematica locale 66o 66I Tempo/temporalità mettono di riposare. Perché una dissimmetria sia intelligibile occorre quindi tuttavia scartare l'esigenza di comprenderlo, la ricerca delle simmetrie, degli ricondurla a una simmetria e all'azione di una forza atta a distruggerla e a man equilibri, delle reversibilità. Resta da definire quali sono le soluzioni ai problemi tenere, anzi ad accentuare, il divario dallo stato iniziale. Ma allora essa stessa che presenta la coesistenza del tempo e dell'intelligibilità, ben sapendo che sa costituisce problema, nella misura in cui è portatrice di una dissimmetria che ranno sempre provvisorie e che, in fin dei conti, da questo incontro chi uscirà non si lascia piu ridurre a qualcosa d'intelligibile. Per questa ragione il ricono vincitoreè la forza del tempo. [K. p.]. scere la realtà del tempo, almeno se si ammette che il tempo globale è lineare, è una sfida alla nostra fede nell'intelligibilità del mondo. Ecco infatti una dis simmetria in movimento, un allontanamento sempre maggiore dal punto di ori gine a cui si suppone non possa seguire un ritorno a quest'ultimo. Un concetto Bergson, H.-L. del genere si può accettare se si è obbligati e costretti. Molto piu soddisfacente r889 Es sai sur les données immediates de la conscience,Alcan, Paris ; ora in tEuvres,Presses Universitaires de France, Paris s 97o, pp. t -r 57 (trad. it. parziale Signorelli, Roma per lo spirito sarebbe certo l'idea di un universo, e quindi di un tempo, statico, '957). estendentesi indefinitamente e sempre uguale ai due lati di qualsiasi punto scel r907 L' E v olution créatrice,Alcan, Paris; ora iPid., pp. 487-8o9 (trad. it. parziale Laterza, Bari to arbitrariamente ; oggi si crede che questa idea sia sostenibile solo a costo di l 949). paradossi ancora piu difficili da accettare che la linearità del tempo. Piu soddi Davies, P. C. W. 1974 The Physics of Time Asymmetry, University of California Press, Berkeley Cal. sfacente per lo spirito sarebbe anche l'idea di un tempo globale ciclico, di una Fraisse, P. espansione seguita da una contrazione, a sua volta seguita da un'altra espansio r967 Ps ychologie du temps,Presses Universitaires de France, Paris. ne, e cosi via all'infinito. Infatti, in questo caso, sarebbe possibile capire il mec Grossin, W. canismo sovratemporale responsabile delle oscillazioni dell'universo, e quindi r974 Le temps de la vie quotidienne, Mouton, Paris - La Haye. innalzarsi, con l'immaginazione, al di sopra del tempo, dominarlo grazie alla Heidegger, M. capacità di spostarsi all'interno di esso con il pensiero nelle due direzioni. La 1927 Sein und Zeit,Niemeyer, Halle (trad. it. Utet, Torino t969). linearità del tempo globale è, di per sé, un fatto che si deve pure ammettere, Husserl, E. poiché si dice che non vi sia altra soluzione. Ma è un fatto incomprensibile per r9z8 Zu r P hanomenologie des inneren Zeitbetousstseins,Niemeyer, Halle (trad. it. Angeli, Mi lano t98r). definizione. Kant, I. Questa problematica dei rapporti tra tempo e intelligibilità, tra artificiosità r787 Kr i t ik der reinen Vernunft, Hartknoch, Riga r787s (trad. it. Utet, Torino r967). e ragione, si ritrova anche ad altri livelli della riflessione sul tempo. Si presenta Kartaschoff, P. appena si affronta la questione dell'origine del tempo, cioè dell'incomprensibile r978 Pr e quency and Time. Monographs in Physical Measurement,Academic Presa, London rottura spontanea della simmetria nella palla di fuoco da cui si presume sia New York — San Francisco. derivato il nostro universo. D'altra parte, il desiderio di conoscere il futuro, che Mehlberg, H. t98o Tim e, Causality and theQuantum Theory, in Boston Studies in the Philosophy of Science, induce a compiere ricerche storiche, a praticare prospezioni in molteplici forme voi. XIX, Reidel, Dordrecht-Boston. e a elaborarespeculazioni cronosofiche,nasce anche dalbisogno profondo dello Ornstein, R. E. spirito di rendere intelligibile il tempo innalzandosi con il pensiero al di sopra 1969 On the Essperience of Time, Penguin Books, Harmondsworth. di esso e in tal modo a dominarlo, sia pure in maniera illusoria. Per quanto vi si Piaget, J. accompagni la convinzione che gli autori hanno scoperto la legge che regola la s946 Le développement de la notion de temps chez l'enfant, Presses Universitaires de France, Paris l973 . successione degli stadi o il fine ultimo a cui tende la storia dell'uomo o del mon Reichenbach, H. .do, le periodizzazioni procedono proprio da questa ricerca di un punto di vista rqz8 Ph ilosophieder Raum-Zeit-Lehre,De Gruyter, Berlin-Leipzig (trad. it. Feltrinelli, Mi sovrastante il tempo nella sua concezione lineare. La periodizzazione consente lano s977). di collocarsi con il pensiero all'esterno del tempo, di descriverlo come se fos 1956 Th eDirection of Time, University of California Press, Berkeley - Los Angeles. se giunto al termine e lo si percorresse di nuovo, attribuendogli cosi una il Winfree, A. T. lusoria reversibilità. Insomma, si ritrova sempre la problematica dei rapporti 1979 The Geometry of Biological Time, Springer, New York —Heidelberg - Berlin. tra l'intelligibilità e il tempo dietro a concetti come quello di +evento+ o quello di +catastrofi+, poiché il continuo appartiene alla sfera dell'intelligibile mentre le discontinuità possono esservi collegate solo se vengono ricondotte a dinami che continue che le provocano. A lungo si è sperato di poter fare a meno del tempo, di dimostrarne il carat tere puramente illusorio. Oggi è noto che ciò non è possibile. Ma non si può
  • 9. p88 Catastrofiid Fino a poco tempo fa, gli uomini di scienza hanno ammesso, quasi fosse una verità assiomatica, che le cause le cui azioni variano in modo continuo possono provocare unicamente variazioni continue degli effetti. Certo, sin dalla seconda metà delxix secolo siconoscevano eccezioni a questa regola, ma erano conside rate marginali. Raramente esplicitato, l'assioma in questione, che si può de6nire come assioma di conservazione della continuità, era preso in considerazione so prattutto da parte di coloro che ne vedevano le difficoltà o lo contestavano per ragioni d'ordine filosofico".I primi stino ben rappresentati da Georges Cuvier: tutta una serie di osservazioni lo portò a concludere che la crosta terrestre aveva subito nel passato trasformazioni molto profonde, cui si accompagnava, ogni volta, la scomparsa di specie viventi. Queste «rivoluzioni della superficie del globo» avevano, secondo Cuvier, un carattereviolento e improvviso; erano rotture di continuità, catastro6 (la parola stessa appare a piu riprese nella sua opera). Quali potevano esserne le cause> Cuvier esaminò successivamente quat tro fattori che alterano attualmente la superficie dei continenti — le piogge ed i disgeli, le acque correnti, il mare, i vulcani — e mostrò che essi non bastano a provocare gli effetti osservati in quanto la loro eccessiva lentezza renderebbe im possibile la spiegazione di catastro6 improvvise. È da precisare che per Cuvier questa lentezza è del tutto relativa; altrove egli insiste sulla rapidità dei muta menti che si sono verificati nel corso della storia. È vero, tuttavia, che i fattori che agiscono attualmente sulla superficie del globo sono lenti rispetto alle cata strofi che si sono prodotte, invece, quasi istantaneamente. Ora, Cuvier constata che nessuna «causa lenta» può aver provocato effetti istantanei e questo princi pio, affermato senza neppure tentar di dimostrarlo, svolge nel suo pensiero un ruolo assolutamente capitale. In realtà, si tratta solo di una formulazione parti colare dell'assioma di conservazione della continuità. Le «cause lente» sono sem plicemente quelle le cui azioni variano in modo continuo, e per questa ragione Cuvier ritiene che non possano provocare catastrofi. Ma queste ultime sono, se condo Cuvier, debitamente constatate attraverso una molteplicità di osservazioni. Ne consegue, in virtu di una semplice legge logica, che le cause che ne sono re sponsabili devono avere a loro volta un carattere discontinuo. Tuttavia, eviden temente, Cuvier non riesce a concepire simili «cause improvvise», per cui non ne parlaaffatto,etutta la suateoriageologica resta come sospesanel vuoto. Le diflicoltà per Cuvier derivano in particolare dal fatto che egli ammette si multaneamente l'assioma di conservazione della continuità e la constatazione empirica, o pretesa tale, della presenza delle catastrofi in natura. Essendo le due cose difficilmente conciliabili, occorreva o negare la realtà delle «rivoluzioni della superficie del globo» o sbarazzarsi dell'assioma. Ma la seconda soluzione era inaccettabile per gli uomini di scienza, per i quali — e questo ormai dal xvtt seco lo — la sola spiegazione vera dei fenomeni era quella che li integrava in questo o quel modello quantitativo, cioè in un sistema d'equazioni che de6nisse l'evo
  • 10. Catastrofi 79o 79t Catastrofi luzione di certi parametri in funzione di altri ; fra questi ultimi un posto privile diminuzione)diquesta o quella grandezza, senza che ne sia apparentemente in giato spettava al tempo. Il potere esplicativo di un modello del genere dipende, taccata l'identità dell'essere che muta, de6nita in quanto permanenza delle sue in primo luogo, dal carattere e dalla capacità di risoluzione degli strumenti di proprietà non-misurabili, delle sue «qualità». Se ci si attiene a quest'apparenza, misura di cui si dispone ; per fare un esempio banale, la termodinamica era im il mutamento qualitativo, che è una rottura di continuità, un «salto», sembra non possibile senza l'invenzione ed il perfezionamento del termometro. Ma il potere essere affatto legato alla variazione quantitativa. Ma, secondo Hegel, questo le esplicativo di un modello quantitativo dipende anche dalla ricchezza del lin game esiste. «L'acqua, col cambiare temperatura, non diventa semplicemente guaggio matematico, dalla sua capacità di descrivere le diverse funzioni. Tutte meno calda, ma passa attraverso agli stati solido, vaporoso e liquido. Questi di le relazioni che il linguaggio matematico non sa indicare, e per le quali non ha versistatinon sorgono a poco apoco, ma ilsemplice progresso graduale delmu formule, sono inconcepibili nel quadro di un modello quantitativo e devono tamento di temperatura viene anzi interrotto e arrestato ad un tratto da questi quindi, necessariamente, esser lasciate da parte. Questo non vuoi dire che ci si punti, e il subentrare di un altro stato è un salto. Ogni nascita ed ogni morte, disinteressi di esse : se ne parla nel linguaggio corrente, che permette di render invece di essere un continuato "a poco a poco" sono anzi un troncarsi dell' "a conto dei risultati, delle osservazioni e delle esperienze ; ma questo è considerato poco a poco" e il salto dal mutamento quantitativo nel mutamento qualitativo» solo un espediente, e l'ideale è di riuscire ad avere solo modelli quantitativi. Non Pbid., p. ctg]. Questa è anche la posizione di Marx [r867] che, studiando la dobbiamo entrare qui nel merito delle varie giusti6cazioni della preminenza che trasformazione del valore in capitale, osserva: «Qui, come nelle scienze natu vien loro accordata. Quel che interessa è che, una volta ammessa questa premi rali, si rivela la validità della legge scoperta da Hegel nella sua Logica, che nenza, diventava inevitabile, visto lo stato del linguaggio matematico fino agli mutamenti puramente quantitativi si risolvono a un certo punto in differenze ultimissimi anni, tener per vero l'assioma di conservazione della continuità. In qualitative» (trad. it. p. g76). Engels riprenderà le stesse idee nell'Anti-Duhring effetti, «niente mette un matematico piu a disagio di una discontinuità, perché [r878, trad. it. p. tr8 ]. ogni modello quantitativo utilizzabile si fonda sull'impiego di funzioni analiti Sappiamo oggi che l'intuizione di Hegel era giusta. Infatti, generalmente che, dunque continue» [Thom r97z, p. zg]. Ne consegue che, se si considera parlando, non è vero che le cause le cui azioni variano in modo continuo possano che l'insieme di fenomeni può essere spiegato, in linea di principio, nel quadro provocare unicamente variazioni continue negli effetti. Ciò detto, va aggiunto di un modello quantitativo (o di modelli quantitativi ), bisogna ammettere che subito che si trattava di un'intuizione scientificamente sterile e che Marx aveva tutte le interazioni tra i fenomeni si lasciano rappresentare con funzioni analiti torto ad affibbiarle il nome di « legge». In realtà è una legge ben strana quella che che, cioè che le discontinuità che si osservano sono solo apparenti. In altri ter si limita a constatare che «mutamenti puramente quantitativi si risolvono a un mini, la tesi secondo la quale le cause le cui azioni variano in modo continuo non certo punto in differenze qualitative». Qual è questo «certo punto» al quale «mu possono provocare che variazioni continue degli effetti va eretta a regola di va tamenti puramente quantitativi» devono giungere per risolversi «in differenze lidità universale. qualitative»> O, in altri termini, quali sono le condizioni necessarie e sufficienti I filosofi non erano sottoposti a simili obblighi, ed è appunto nei testi di alcu perché lecause che agiscono inmodo continuo possano provocare l'apparizione ni di loro che si possono meglio vedere le conseguenze cui conduceva il ri6uto di discontinuità > Né in Hegel né in Marx né in Engels si trova risposta a tale do dell'assioma di conservazione della continuità. Si prenda l'esempio di Hegel manda, e questo fa si che il legame fra le cause e gli effetti, fra la «quantità» e la [r83 t] : «In quanto lo svolgersi di una qualità è nella interrotta continuità della «qualità» resti per loro, e per i loro lettori, completamente opaco. Che lo si chia quantità, i rapporti approssimantisi ad un punto qualificante, considerati quan mi «salto» o in un altro modo, non si è per questo andati piu avanti. Inoltre, sia titativamente, differiscono solo per il piu ed il meno. Da questo lato il mutamen Hegel sia Engels procedono per esemplificazione. Quando cercano di ricavarne to avviene apoco a poco. Ma l'avvenirea poco a poco riguarda semplicemente una regola generale, arrivano solo a formule vaghe, puramente verbali, che non il lato estrinseco del mutamento stesso, non il suo qualitativo ; il rapporto quan permettono di capire meglio ciò di cui si parla, ed ancor meno di prevedere al titativo precedente, che è in6nitamente vicino al susseguente, è pur tuttavia un cunché, aparte quel che sisapeva già.Del resto,per quel che concerne piu par altro esserci qualitativo. Dal lato qualitativo, perciò, il procedere puramente ticolarmente Hegel, ri6utando l'assioma di conservazione della continuità, egli quantitativo dell'a poco a poco, che non è in se stesso un limite, resta assoluta era costretto a negare la capacità del linguaggio matematico di descrivere l'insie mente interrotto ; in quanto la nuova qualità che si affaccia, considerata sotto il me dei fenomeni. Infatti, Hegel privilegia le rotture di continuità, i «salti», sui suo rispetto puramente quantitativo, è, a fronte di quella che sparisce, una quali quali il linguaggio matematico della sua epoca non ha presa. Secondo lui la va tà diversa indeterminatamente, una qualità indifferente, il passaggio è un salto; riazione quantitativa scivola, per cosi dire, sull'esterno dell'essere; solo il pas le due qualità sono poste come completamente estrinseche l'una all'altra» (trad. saggio da una qualità ad un'altra ha un signi6cato ontologico. Conclusione: il it. p. 4xr ). linguaggio comune è il solo capace di render conto del reale nella sua totalità. Il «quantitativo» è, per Hegel, sinonimo del continuo parametrizzato. La va Sebbene Hegel indicasse contemporaneamente in modo estremamente perti riazione che è dell'ordine dell'«a poco a poco» consiste in una crescita (o una nente, come si vedrà, i limiti del linguaggio matematico — di un certo linguaggio
  • 11. Catastrofi 79z 793 Catastrofi matematico, quello del suo secolo e di una buona parte del nostro — egli non ave studiare due tipi di situazioni. La prima è quella di oggetti che restano immutati va da proporre agli uomini di scienza altro che un programma molto piu vicino per un lungo periodo e poi subiscono brusche modificazioni. La seconda — e piu alla tradizione di Aristotele che a quella di Galileo. Niente di strano allora se non importante — è quella che riguarda i sistemi complessi, quando mettono in gioco ha avuto la minima influenza sull'evoluzione della ricerca scientifica. Lo stesso un gran numero di variabili che non si possono raggruppare in un piccolo nume vale per il materialismo dialettico che si richiama ad Engels:malgrado le loro ro diclassio che, se questo raggruppamento è possibile,non possono essere ri pretese di scientificità, i rappresentanti di questa corrente si trovavano sistema dotte a inedie all'interno di ciascuna di queste classi [Sussman i975]. Il primo ad ticamente in conflitto con la scienza. La teoria della relatività, la meccanica essersi interessato alle Situazioni di questo secondo tipo sembra sia stato Max quantistica, la genetica mendeliana hanno incontrato, dal canto loro, una resi well. L'i i febbraio i876 egli pronunziò nel club che frequentava a Cambridge stenza tanto feroce quanto vana; e la lista avrebbe potuto essere piu lunga. una conferenzache ancor oggi non sipuò leggere senza stupore, atalpunto certi Dal punto di vista degli uomini di scienza, l'assioma di conservazione della passaggi restano attuali malgrado il secolo — e che secolo! — che è trascorso da continuità era intoccabile: essi erano dunque obbligati a trattare le rotture di allora. Ma il titolo della conferenza è li per richiamare il clima intellettuale del continuità come se fossero solo apparenti, a ridurle a variazioni continue. Cosi, l'epoca: « Il progresso della scienza fisica tende ad avvantaggiare l'opinione della per tornare all'esempio della geologia, Lyell [i830-33] mostrò che le trasforma necessità (o determinismo) rispetto a quella della contingenza degli eventi e della zionidellacrosta terrestrenon erano affatto catastrofiche.Egli non le attribuisce a libertà della volontà?» Presentando la sua risposta a questa domanda, Maxwell è sconvolgimenti misteriosi, concentrati in periodi di tempo molto brevi, come fa indotto a porre il problema della storia e quello della previsione. Si tratta di sa ceva Cuvier, bensi all'azione lenta delle sedimentazioni, delle oscillazioni di tem pere se, a partire dallo stato presente, noto, di un oggetto (oggi si direbbe piut peratura, del vento e dell'acqua, cioè a mutamenti infinitamente piccoli che pro tosto: di un sistema reale), si possono dedurre, da una parte, gli stati passati vocano effetti spettacolari solo perché si sommano continuamente nel corso di dell'oggetto stesso e, dall'altra, i suoi stati futuri. Nell'astronomia, i due proble milioni di anni. Cosi facendo, Lyell introduce nella geologia un nuovo approccio. mi sono solubili. Ma nella teoria del calore, per esempio, si può dedurre il futuro Per spiegare le discontinuità visibili a occhio nudo, egli invoca cambiamenti im dal presente, mentre una deduzione dal passato è impossibile. E si possono con percettibili ma che si producono in modo continuo. Nello stesso tempo, modi cepire casi in cui il passato, ma non il futuro, avrebbe potuto esser dedotto dal fica la scala del tempo che subisce una dilatazione e accoglie un grandissimo nu presente. Il problema che, nel linguaggio di Maxwell, è enunziato come quello mero di tali cambiamenti la cui integrazione porta a trasformazioni visibili. Cer della possibilità di dedurre lo stato futuro di un oggetto a partire dal suo stato to, Lyell descriveva i fenomeni geologici nel linguaggio comune; tuttavia, il suo presente, è precisamente quello della possibilità di utilizzare un sistema d'equa modo di procedere era simile a quello di un fisico che adopera un modello quan zioni differenziali ordinarie per descrivere l'evoluzione di un sistema reale. In titativo. Nei due casi, infatti, si sostituisce ad una discontinuità visibile o macro fatti, un sistema d'equazioni difFerenziali ordinarie ha una soluzione che, a par scopica un processo microscopico e continuo, procedendo simultaneamente ad tire da uno stato iniziale, determina una, ed una sola, traiettoria del sistema reale una dilatazione del tempo. La discontinuità si rivela cosi soltanto apparente, pro descritto da queste equazioni. Si ha dunque a che fare col problema del determi - dotta non dalle cose stesse ma dal nostro modo di percepirle. Ciò permette di nismo: lo stato iniziale di un sistema determina in modo univoco la successione utilizzare il linguaggio matematico disponibile, quello del calcolo differenziale dei suoi stati futuri? E si ha a che fare anche col problema della presenza delle di ed integrale, ma obbliga anche ad accrescere costantemente il potere di risolu scontinuità nei sistemi reali stessi : è chiaro che„ogni volta che una piccola va zione degli strumenti di osservazione e di misura per essere in grado di scendere riazione delle condizioni iniziali provoca una grande variazione delle condi sempre dipiu nel mondo microscopico e per avere deiparametri che possano zioni finali, si verifica una indeterminazione pratica di quest'ultima ad opera essere introdotti nei modelli quantitativi. È grazie ad un approccio del genere della prima. Ne consegue che l'evoluzione di un sistema reale in cui appare che la fisica del xix secolo aveva risolto la maggior parte dei problemi cui si era una tale discontinuità non può esser descritta attraverso un sistema d'equa trovata di fronte. L'idea stessa che ci potessero essere in natura discontinuità zioni differenziali ordinarie. irriducibili a cambiamenti microscopici e continui, era considerata da molti Il problema che Maxwell affronta a questo punto del suo discorso è il seguen scienziati e filosofi come contraria allo spirito della scienza. Basterà ricordare in te : quali sono le condizioni alle quali deve soddisfare un sistema reale perché il proposito le battaglie accanite intorno alla teoria atomica della materia e le reti suo futuro possa essere dedotto dal suo presente> Questo problema è formulato cenze dello stesso Max Planck nei confronti della teoria dei quanti, che pure era in modo negativo: quali sono le condizioni che rendono impossibile una tale de opera sua. duzione? Ecco la risposta: «Si può fare molta luce su alcuni di questi problemi Si è già accennato ai limiti del linguaggio matematico usato nel xix e per la prendendo in considerazione la stabilità e l'instabilità. Quando lo stato delle cose maggior parte del xx secolo. Un sistema d'equazioni differenziali ordinarie che è tale che una variazione infinitamente piccola dello stato presente altererà sol serve a descrivere l'evoluzione di queste o quelle variabili in funzione del tempo tanto di una quantità infinitamente piccola lo stato ad un momento futuro del è, infatti, difficilmente utilizzabile, o addirittura chiaramente inutilizzabile, per tempo, la condizione del sistema, che sia in riposo o in movimento, è detta sta
  • 12. Catastrofi 794 795 Catastrofi bile ; ma quando una variazione infinitamente piccola nello stato presente può plessità e piu si ha a che fare con sistemi la cui evoluzione futura è imprevedibile causare una differenza finita nello stato del sistema in un tempo finito, la condi ad un osservatore umano ; si ha a che fare, in altri termini, con una indetermi zione del sistema è detta instabile. È evidente che l'esistenza di condizioni insta nazione pratica bili rende impossibile la previsione di eventi futuri, se la nostra conoscenza del Sarebbe superfluo specificare le diflerenze fra la critica dell'assioma di con lo stato presente è solo approssimata e non accurata» [Maxwell x876, ed. t88z servazione della continuità fatta da Hegel o da Engels e quella che Maxwell pre p 44o] senta nella conferenza che si è appena riassunta e commentata. Vale tuttavia la Come si vede, il problema di Maxwell è proprio quello che né Hegel né En pena di sottolineare il fatto che la critica dei primi non conduce ad alcuna sco gels si erano mai posto. Egli vi risponde precisando che se le condizioni di un perta, poiché, se si ammette una volta per tutte che le variazioni quantitative sistema reale sono instabili, la previsione dei suoi stati futuri è possibile solo a producono mutamenti qualitativi, il ruolo della scienza si riduce a fornire esempi coluiche possiede una conoscenza esaustiva del suo stato presente. Una taleco a sostegno di questa tesi. La critica di Maxwell sfocia invece su un invito a pri noscenza è accessibile all'uomo? O, per riprendere i termini di Maxv eli, è vero vilegiare lo studio delle singolarità e delle instabilità, trascurate a vantaggio delle sempre e dovunque l'assioma secondo il quale «da antecedenti simili seguono continuità e delle stabilità, e conduce dunque a postulare un nuovo orientamen conseguenze simili »? In altri termini, l'assioma di conservazione della continuità, to della ricerca. È vero che quest'invito non fu ascoltato — eccezion fatta per che ne è un caso particolare, si applica a tutti i sistemi reali? La risposta di Max qualche autore che non ebbe grande influenza —, sebbene la conferenza di well non è netta. È affermativa, per quel che riguarda i casi in cui «il corso degli Maxwell fosse stata pubblicata nel t88z. Solo oggi vi si ritrovano delle idee a avvenimenti è stabile», cioè dove un piccolo errore nei dati iniziali produce solo cui, nel frattempo, si è arrivati per tutta un'altra strada. Questo lungo periodo un piccolo errore nel risultato; è cosi, per esempio, nello studio del sistema so di latenza si spiega col fatto che il linguaggio matematico è restato, per tutto lare. È negativa, al contrario, quando si ha a che fare con «altre classi di fenome questo tempo, incapace di padroneggiare le discontinuità. Ora, checché ne dica ni che sono piu complessi, ed in cui possono presentarsi casi d'instabilità, il nu no i positivisti vecchi e nuovi, il linguaggio matematico non è semplicemente mero di questi casi aumentando, in modo estremamente rapido, coli'aumentare un comodo strumento di notazione che permette, inoltre, di effettuare calcoli del numero delle variabili... In un elemento a rifrazione doppia ci sono due raggi e di ottenere cosi previsioni quantitative: il ruolo della matematica nella ricerca rifrangenti, ma è vero di ciascuno di essi che cause simili producono effetti simili. scientifica è molto piu importante e diversificato. In primo luogo, gli scienziati Ma se la direzione del raggio all'interno di un cristallo biassiale è quasi, ma non cedono inconsciamente alla tendenza a ritagliare, per cosi dire, il reale a misura esattamente, coincidente coli'asse radiale del cristallo, un piccolo cambiamento del linguaggio che è a loro disposizione ; ad attribuire al reale le proprietà che lo di direzione produrrà un grande cambiamento nella direzione del raggio emer rendono suscettibile di descrizione mediante tale linguaggio. Il determinismo di gente. Naturalmente, questo deriva da una singolarità nelle proprietà dell'asse I aplaceè un buon esempio di un procedimento del genere: esso non fa che ca radiale, e ci sono solo due assi radiali fra il numero infinito delle direzioni possi ratterizzare l'universo in modo da poterne descrivere l'evoluzione mediante un bili delle linee nel cristallo ; ma bisogna attendersi che in fenomeni di maggiore sistema d'equazioni differenziali ordinarie. Un altro esempio dello stesso proce complessità ci sarà un numero molto piu grande di singolarità, in prossimità dimento è fornito dall'assioma di conservazione della continuità, che trasforma delle quali l'assioma su cause simili che producono eRetti simili cessa di essere in una tesi assegnata ai processi reali l'incapacità del linguaggio matematico, ad vero» [ibid., pp. 442-43]. un certo momento della sua storia, di cogliere il„legame fra le cause le cui azioni Il concetto del determinismo combattuto da Maxwell è quello di Laplace variano in modo continuo e gli effetti discontinui. In breve, la situazione del lin per cui un demone che conoscesse gli stati iniziali di tutte ]e particelle di cui è guaggio matematico si ripercuote sull'ontologia implicita della scienza e di con composto l'universo e tutte le forze che vi agiscono, sarebbe capace di dedurne seguenza sul contenuto delle dottrine filosofiche che si sforzano di verbalizzare la successione completa degli stati futuri. La critica di Maxwell oppone a ciò due e convalidare tale ontologia. D'altra parte, «non c'è quasi alcun dubbio che obiezioni: innanzitutto, quella che il soggetto della conoscenza non può essere solo la matematica è capace di "teorizzare", di dirigere lo sperimentatore verso assimilato ad un Dio; poi quella che la presenza di singolarità in certi sistemi le "buone" domande» [Thom t975, p. 79]. Teorizzare, cioè integrare la mol reali rende impossibile la previsione univoca degli stati futuri di tali sistemi, poi teplicità di dati sperimentali in un insieme coerente. Dirigere verso le «buo ché, nelle vicinanze di punti singolari, « influenze la cui grandezza fisica è troppo ne» domande, cioèverso quelle risposte che rendono problematica una coerenza piccola per essere presa in conto da un essere finito, possono produrre risultati già stabilita ed obbligano quindi a cercarne una nuova. Certo l'osservazione e della piu grande importanza» [ibid., p. 443]. E questo perché in prossimità di l esperienza offrono talvolta dati che non rispondono ad alcuna domanda posta singolarità appaiono discontinuità fra le cause e gli effetti, cessando cause simili all'inizio, che sono del tutto inattesi e di fronte ai quali il linguaggio matematico di provocare effetti simili. Si giunge cosi alla fine ad un'immagine del mondo in resta impotente. Ma tali dati ricevono uno status di eccezioni o di curiosità ; sono cui il determinismo di Laplace si applica, tutt' al piu, a qualche sistema poco respinti al margine o neutralizzati, fin quando non si giunge ad integrarli in una complesso, ma non all'universo nel suo insieme. Piu si sale sulla scala della com teoria che è necessariamente formulata in un linguaggio matematico, foss'anche
  • 13. Catastrofi 796 797 Catastrofi rudimentale. La situazione del linguaggio matematico si ripercuote dunque non fogenesi come capaci di fornire un paradigma generale di tutta l'evoluzione : «Lo solo sull'ontologia implicita della scienza — qui si aveva soprattutto presente la spettacolo dell'universo è un movimento incessante di nascita, di sviluppo, di fisica — ma anche sull'insieme di domande col quale affronta la realtà. distruzione di forme. L'oggetto di ogni scienza è di prevedere quest'evoluzione È difficile presentare non foss'altro che una visione superficiale dell'evolu di forme e, se possibile, spiegarla» [Thom r97z, p. i7]. Ma questa parola 'spie zione del linguaggio matematico, che, nel corso degli ultimi cent' anni, era giunta gare' ha, nel linguaggio di Thom, un significato particolare; non vuoi dire solo ad introdurvi tutt' un insieme di nozioni che permettono di pensare le disconti 'inserire in un modello quantitativo', ma anche, o soprattutto, 'rendere intelli nuità, senza che sia necessario far ricorso alle metafore imprecise, se non ingan gibile, offrire delle rappresentazioni qualitative soddisfacenti'. La parola 'qua nevoli, del linguaggio comune. Basterà dire che un'evoluzione che andava in litativo' a sua volta deve essere epurata da tutta la sua aura hegeliana o aristoteli questo senso è cominciata verso la metà del secolo scorso, che i settori della ma ca. «Bisogna infatti convincersj di un fatto : in seguito ai progressi recenti della tematica che vi hanno contribuito piu degli altri sono stati la topologia e la dina Topologia e dell'Analisi Differenziale, l'accesso ad un pensiero qualitativo rigo mica qualitativa, e che un ruolo molto importante vi è stato svolto in particolare roso è ormai possibile ; sappiamo (in teoria) definire una forma, epossiamo deter da Bernard Riemann e da Henri Poincaré. Tuttavia, è solo nel corso degli anni minare se due funzioni hanno, o no, lo stesso tipo topologico, la stessa forma» '5o e '6o che René Thom ha elaborato la teoria detta delle catastrofi, formulando [ibid., p. zz]. È questo che permette di porre il problema della stabilità, che si è il teorema che porta il suo nome e che stabilisce un legame intelligibile fra le cau già incontrato in Maxwell, come problema matematico. È nota la definizione se le cui azioni variano in modo continuo e gli effetti discontinui [cfr. Bruter della stabilità strutturale di una funzione : a partire di qui, è chiaro che una fun I974, pp. z3i sgg.]. Sulle origini di questa teoria, esposta nel modo piu comple zione non è strutturalmente stabile, quando una piccola perturbazione è suffi to, anche se molto difficile, nel libro di Thom Stabilité structurelle et morpho ciente per cambiarne il tipo topologico, la forma. Quando una piccola perturba génèse[i97z],l'autorestessocosisispiegain un articoloprecedente :«Lateoriache zione trasforma il tipo topologico di una funzione, appare una nuova forma di propongo proviene dalla congiunzione di due fonti: da una parte, le mie stesse questa; si produce dunque una soluzione di continuità, una catastrofe. Ma — e ricerche in Topologia ed in Analisi Differenziale sul problema detto della stabi questo è un risultato apparentemente paradossale sul quale si ritornerà — le ca lità strutturale: data una forma geometricamente definita dal grafico di una fun tastrofi stesse hanno forme che a loro volta sono strutturalmente stabili. C'è zione F(x) per esempio, ci si propone di sapere se questa funzione è struttural appena bisogno di dire che tutti i termini qui introdotti, compreso 'piccola per mente stabile, cioè, se, perturbando la funzione F abbastanza poco, la funzione turbazione', hanno, nel linguaggio matematico, un senso rigorosamente definito. perturbata G = F+sF ha ancora la stessa forma(topologica) della funzione ini Le poche osservazioniche sisono fattee quelleche sifaranno inseguito non pre ziale F. D'altra parte, la lettura dei trattati di Embriologia, ed in particolare dei tendono certo di raggiungere questo rigore. Il loro scopo per il momento era solo libri di C. H. Waddington, le cui idee di "chréode" e di "paesaggio epigene di mostrare come la teoria delle catastrofi di Thom si ponga al punto di confiuen tico" mi son sembrate adattarsi molto bene allo schema astratto che avevo in za di due correnti analizzate in precedenza: la tradizione aristotelico-hegeliana contrato nella mia teoria della stabilità strutturale delle funzioni ed applicazioni e la tradizione maxwelliana. differenziabili. Ciò vuoi dire che la teoria presenta un grande carattere di astra Il lettore interessato troverà una presentazione accessibile della teoria delle zione e di generalità, ed il suo campo di applicazione va ampiamente al di là catastrofi in una delle numerose opere ad essa dedicate [oltre alle opere già citate dell'Embriologia, o anche della Biologia» [Thom i965, ed. 1974 p. 253]. cfr.Stewart i975 e Zeeman i976 ]. L'importante per noi è di renderci conto, in Il ruolo dell'embriologia che Thom mette cosi in evidenza è interessante per modo inevitabilmente approssimativo, di come, utilizzando un modello qualita piu di un aspetto. I processi morfogenetici studiati da questa disciplina sono, in tivo, Thom stabilisca un legame fra le cause le cui azioni variano in modo con fatti, fra i piu ribelli al linguaggio matematico tradizionale, perché cosparsi di tinuo e gli effetti discontinui. Ci si servirà a tal fine di un esempio tratto da Zee discontinuità di cui non ci si riesce a sbarazzare, usando l'approccio descritto in man, e si parlerà ormai non di 'cause' ma di 'variabili di controllo', non di 'ef precedenza. Nello stesso tempo erano proprio i processi di questo tipo che, in fetti' ma di 'variabili di stato'. Supponiamo dunque che la collera e la paura di quanto fornivano un paradigma generale di ogni sviluppo e di ogni evoluzione, un cane possano essere misurate e che quel che interessa sia la variazione pro erano fatti valere dall'aristotelismo al quale la scienza moderna opponeva la sua babile dell'aggressività del cane in funzione di queste due variabili di controllo. convinzione che un tale paradigma deve esser cercato nel movimento di un pun Se solo la collera cresce, anche l'aggressività cresce, finché non si trasforma in un to materiale (o di una nube di punti materiali ). Anche coloro che hanno criticato attacco. Se cresce solo la paura, l'aggressività diminuisce, finché non si traduce questo presupposto della scienza moderna hanno messo l'accento, con ragione, in una fuga. Se non ci sono né collera né paura, il cane resta in uno stato neutro. sul suo carattere riduzionista; è in particolare il caso di Hegel che, nei passaggi Ma cosa succede quando la collera e la paura crescono simultaneamente> II citati, mostra come l'approccio scientifico tradizionale sia incapace di render con comportamento del cane diventa imprevedibile: è altrettanto probabile che at to della comparsa e scomparsa delle forme, della loro nascita e della loro morte. tacchi e che fugga. La figura i mostra allora che la distribuzione di probabilità Anche Thom si pone dalla parte di coloro che considerano i processi di mor cambia di forma: invece di un solo vertice ne ha due divisi da un avvallamento.
  • 14. Catastrofi 79fi 799 Catastrofi Caso r (r) Attacco Attacco (4) Neutralità Caso z Grafo Fuga Caso 3 (4) Neutralità (z) Fuga O r izzontale Comportamento Caso 4 x = Collera >e y = Paura Co'~ Fuga Ne u tralità Att acco Figura r. Figura z. Forme della distribuzione di probabilità del comportamento di un cane in funzione Rappresentazione delle variazioni dell'aggressività del cane mediante la catastrofe di due variabili di controllo (collera e paura). a cuspide. Disponiamo i valori della collera e della paura su due assi verticali, rispetti il movimento di un punto sulla superficie che si trova nella figura z, detta la vamente x e y. I valori d'aggressività li disponiamo sull'asse orizzontale z, essen Cuspide, vediamo che è la struttura di questa superficie che determina tutti i do inteso che z = o significa un comportamento neutro. «Possiamo ora tracciare movimenti possibili del punto rappresentativo e, fra questi, il passaggio brusco il grafico tridimensionále di z come funzione di x e y. Al di sopra di ciascun pun da un comportamento d'attacco a quello di fuga o viceversa. È appunto questa to (x, y) del piano orizzontale, segnamo quel punto z che rappresenta il compor superficie (o un'equazione corrispondente) che costituisce, nel nostro esempio, tamento piu probabile (preso dalla corrispondente distribuzione di probabilità). il modello qualitativo grazie al quale si opera lp congiunzione fra una disconti Risulta, dal teorema di Thom, che dobbiamo ottenere una superficie simile alla nuità osservabile e la variazione continua delle variabili di controllo. È ancor essa catastrofe a cuspide, come è illustrata nella figura z. Per esempio, nel Caso r, (o un'equazione corrispondente) che caratterizza il tipo di topologia della cata dove c'è solo la collera, otteniamo un unico punto segnato (i) sul grafico, che strofe, la sua forma. Questa superficie è un'immagine grafica della variabile di indica l'attacco. Lo stesso vale per i Casi z e g. Tuttavia, nell'interessante Caso 4 stato come funzione di due variabili di controllo. Nel nostro esempio, avevamo otteniamo due punti segnati (4) sul grafico, che indicano i due vertici della distri a che fare solo con una variabile di stato, ma uno dei risultati notevoli del teore buzione di probabilità. Inoltre, c'è un altro punto (4)' fra questi due che indica ma di Thom è che qualunque sia il numero delle variabili di stato (in altri ter il comportamento neutro meno probabile.La ragione per includere i punti meno mini: qualunque sia il numero di dimensioni dello spazio degli stati ), ogni volta probabili come i punti piu probabili sul grafico è che ciò dà al grafo una superfi che abbiamo due variabili di controllo (in altri termini: ogni volta che lo spazio cie completamente liscia. Questo risultato è notevole, ed è una delle conseguenze di controllo ha solo due dimensioni ), seuna catastrofe appare, avrà lastessafor del teorema di Thom, Perciò è importante ricordare quando si usa la catastrofe ma: quella della Cuspide. Generalmente parlando, tramite certe condizioni ma a cuspide che il tratto intermedio della superficie (ovvero il tratto di sotto del tematiche che non è certo che si verifichino automaticamente, il teorema di la sporgenza superiore) rappresenta sempre il comportamento meno probabi Thom stabilisce che i tipi topologici delle catastrofi, le loro forme, dipendono le» [Zeeman r97i ]. dal numero di dimensioni dello spazio di controllo e, quando questo numero è Se ora ci rappresentiamo le variazioni dell'aggressività del cane attraverso uguale o piu grande di g, dal numero di dimensioni dello spazio degli stati.
  • 15. Catastrofi 8oo 8oi Catastrofi Tuttavia, per le dimensioni dello spazio di controllo uguali a 3 o a 4 (le dimen Elaborando un linguaggio matematico che permette di offrire modelli quali sioni maggiori non interessano, sebbene siano studiate dai matematici ), il tipo tativi delle catastrofi — ed in certi casi privilegiati a quanto pare anche modelli topologico della catastrofe resta lo stesso per tutte le dimensioni dello spazio quantitativi; ma questo punto è oggetto di una viva controversia [cfr. da una degli stati uguali o piu grandi di z. Poiché le catastrofi che appaiono nelle di parte Zeeman tgpza e b, rgy4; Isnard e Zeeman rilp6; dall'altra Bari Kola mensioni inferiori dello spazio di controllo sono presenti anche nelle sue di ta xg77] —, la teoria di Thom risponde all'invito di Maxwell, e realizza il suo de mensioni superiori, ci sono solo sette catastrofi che possono presentarsi in uno siderio di vedere il determinismo di Laplace sostituito da un'altra forma di de spazio di controllo a 4 dimensioni, equivalenti allo spazio-tempo usuale; esse terminismo. Certo, nel caso dei fenomeni quantistici, il determinismo di La sono chiamate catastrofi elementari (cfr. tabella i ). place è fallito cinquant' anni fa, ma si supponeva ancora governasse il mondo Si vede che il concetto di soluzione di continuità o di catastrofe perde ormai macroscopico. La teoria Alle catastrofi conduce a rimettere in causa il suo il carattere vago che ne rendeva cosi difficile l'utilizzazione. Il teorema di Thom monopolio anche in questo campo. In effetti, dovunque appaiono nel corso del classifica tutte le catastrofi elementari possibili in uno spazio-tempo a 4 dimen tempo discontinuità nella rappresentazione matematica di un processo reale, il sioni sulla base dei loro tipi topologici (per questa ragione, è chiamato anche teo modello di Laplace cessa di essere applicabile perché lo stato iniziale del pro rema di classificazione). Siconstata, d'altraparte,che leforme dellecatastrofiso cesso non definisce in modo univoco la successione dei suoi stati futuri. In no strutturalmente stabili, sebbene le funzioni stesse non lo siano in prossimità altri termini, là dove appare una discontinuità, il processo diventa indetermi di alcuni punti che ne costituiscono le singolarità; nell'esempio del cane, è evi nato, se si concepisce il determinismo nello stesso modo in cui lo concepiva dentemente il caso del punto (4), in prossimità del quale una piccola perturba Laplace. Evidentemente, si può sostenere che il processo non è indetermi zione è sufficiente per produrre un passaggio brusco dall'attacco alla fuga o nato ma che, pur essendo determinato, è strutturalmente instabile. Questa è viceversa. Risulta infine, e non è il risultato meno sorprendente della teoria di tuttavia, secondo Thom, una distinzione puramente verbale: «Nessun crite Thom, che «si può creare una teoria della morfogenesiin abstracto,puramente rio sperimentale permetterà di distinguere un fenomeno strutturalmente in geometrica, indipendente dal sostrato delleforme e della natura delle forze che le stabile e determinato da un fenomeno fondamentalmente indeterminato. Per creano» [Thom I972, p. 24]. ciò, quando si svuota il problema del determinismo della sua dimensione filoso fica, esso si riduce sul piano fenomenologico all'affermazione seguente, difficil mente contestabile: ci sonofenomeni piu o meno determinati; il carattere piu o Tabella i. meno determinato di un processo si esprime essenzialmente attraverso la con Tavola delle catastrofi elementari. (Da Zeeman ig76). tinuità piu o meno liscia (differenziabile) dell'evoluzione di questo processo in funzione delle condizioni iniziali». Se si accetta quest'affermazione, si è natu Dimensioni ralmente portati ad ammettere anche il postulato seguente: «Postulato (EL). di con- di comPor Il carattere piu o meno determinato di un processo è determinato dallo stato locale Catastrofe trotto tam ento Funzione Derivata prima di questoprocesso.Per ogni processo che soddisfi a(EL), si è cosi portati a distin guere due tipi di regioni; le regioni in cui il processo è ben determinato e strut Piega turalmente stabile e le zone d'instabilità o d'ipdeterminazione» [Thom i(gz, I 4 I Cuspide — x — ax —bx x — a — bxS p. tgz]. Ma allora il mondo macroscopico cessa di esser retto dal determinismo 2 di Laplace ed il problema del carattere determinato o indeterminato, struttu Coda I I I ralmente stabile, o strutturalmente instabile, dei processi studiati deve ricevere2 — x — ax —bx — — CX x — a — bx —cx di rondine z una risposta tratta non da una professione di fede, filosofica o altro, ma da una ricerca concreta che identifichi, per riprendere un'espressione di Thom, « le iso Farfalla — x' — ax ——bx' — —cx'— —Ch' I I ~ s ~ I xs a — bx —ex' dxs le di determinismo» nell'oceano delle indeterminazioni.6 z E non è tutto: rimettendo in questione il determinismo di Laplace, Thom gx~+ a+ cy riapre anche il dossier del problema dei rapporti fra la scienza e l'esperienza Iperbolico 3 2 @~+y'+ ax+ by+ cxy gy'+ b+ ex quotidiana, e di conseguenza quello dei rapporti fra il linguaggio scientifico ed V il linguaggio comune, All'approccio, tradizionale da tre secoli, che considera il sx' — y'+ a+ ~cx Ellittico x' — xy'~ax babyycx'ycy' mondo dell'esperienza quotidiana come il campo dell'apparenza e che porta a S5 — zxy + b+ zcy E ridurre le discontinuità osservabili a processi microscopici e continui, egli op O zxy+ a+ ac' pone la sua convinzione che le discontinuità osservabili sono reali. Invece di Parabolico x'y +y'+ ax+ by + cx'+ dy' x'+ 4y' P b+ zdy sforzarsi di eliminarle, bisogna partire «dall'esame macroscopico della morfoge
  • 16. Catastrofi 8oz 8o8 Catastrofi nesi di un processo, dallo studio locale o globale delle sue singolarità» e sforzarsi Lyell, Ch. z830-33 Principles of Geology, being an attempt to explain the former changes of the earth's di risalire «alla dinamica che lo genera» [ibid,, p. zg]. In altri termini, è tutto il surface, by reference to causes nou in operation, Murray, London. problema dei rapporti fra il microscopico ed il macroscopico che viene posto, Marx, K. dal momento che la teoria delle catastrofi, contrariamente a quelle che domina z867 Das Kapital, libro I, Meissner, Hamburg (trad. it. Einaudi, Torino z975). no in fisica o in biologia, privilegia il macroscopico, il che sfocia nell'idea di un Maxwell, J. C. nuovo orientamento della ricerca: «In fondo la scelta dei fenomeni considerati z876 Do es the Progress of Physical Science tend to give any advantage to the Opinion of Necessity (or Determinism) over that of Contingency of Events and the Freedom of the Willl, in scientificamente interessanti è probabilmente molto arbitraria. La fisica attuale L. Campbell e W. Garnett, The Life of games Clark Maxwell, uith a selectionfsom his costruisce macchine enormi per mettere in evidenza situazioni la cui durata di cotrespondence and occasionai writings and a sketch of his contributions to science,Macmil vita non va al di là di lo ' secondi ; non si ha probabilmente torto a volere, at lan, London z88z. traverso l'uso di tutti i mezzi tecnici disponibili, far l'inventario di tutti i feno Stewart, I. z975 The Seven Elementary Catastrophes, in «New Scientist », zo novembre, pp. 447-54. meni accessibili all'esperienza. Ci si può nondimeno porre legittimamenteuna Sussman, H. J. domanda: una grande quantità di fenomeni familiari (al punto che non attirano z975 Catastrophe Theory, in «Synthèse», XXXI, pp. z29-70. piu l'attenzione!) sono tuttavia difficili da teorizzare; per esempio, le lucertole Thom, R. su un vecchio muro, la forma di una nube, la caduta di una foglia morta, la schiu z965 Un e théorie dynamique de la morphogénèse,in C. H. Waddington (a cura di), Towards a ma di un boccale di birra... Chissà se una riflessione matematica un po' piu Theoretical Biology, I, University of Edinburgh Press, Edinburgh; ora in R. Tho m, Modèles mathématiques de la morphogénèse, Union générale d'éditions, Paris z974, pp. spinta su questo genere di piccoli fenomeni non si rivelerebbe, in fin dei conti, z5z-88. piu utile alla scienza>» [ibid., p. z6]. z972 St abslité structurelle et morphogénèse. Essai d'une théorie générale des modèles,Benjamin, Questi pochi esempi sono sufficienti per capire l'interesse suscitato dalla teo Reading Mass z975 Les Mathematiques et l intelligible, in «Dialectica», XXIX, p. 79. ria delle catastrofi e dall'insieme dell'opera di René Thom, ed anche per capire Zeeman, E. C. le resistenze che incontra. Attualmente si assiste ad un dibattito di cui è impossi z97z Th e Geometry of Catastrophe, in «Times Lizersry Supplement», zo dicembre. bile prevedere l'esito. La teoria delle catastrofi, sviluppata e perfezionata, diven z97za Digerential Equations for the Heartbeat and Netve Impulse, in C. H. Waddington (a terà un nuovo linguaggio di validità universale, il nuovo linguaggio della scien cura di), Towards a Theoret(cal Biology, IV, University Edinbutgh Press, Edinbutgh, pp. 8-67. za? Il linguaggio tradizionale riuscirà ad assimilarla ed a contenerla in limiti ben z972b cl Catastrophe Machine, ibid., pp. 276-82. definiti, assegnandole il posto di un sottolinguaggio particolare? I due linguaggi z974 On the Unstable Behaviour of Stock Exchange, in «Journal of Mathematical Economica», coesisteranno, l'uno a fianco all'altro, uniti da un rapporto di complementarietà, I, PP. 39-49. come la teoria corpuscolare e la teoria ondulatoria della luce? Ogni risposta a z976 Ca tastrophe Theory,in «Scientific American», CCXXXIV, n. 4, pp. 65-83 (trad. it. in «Le Scienze», XVII, n. 96, pp. z6-z9). queste domande sarebbe prematura. Lasola certezza che sipossa avere è che sono poste e che nei prossimi anni saranno al centro di dibattiti all'interno della scienza e della filosofia. [K. p.]. Il problema posto dalle catastrofi è quello dei rapporti di causa/efFetto e piu pre cisamente dei rapporti tra cause le cui azioni variano in maniera continua ed eRetti discon tinui (cfr. continuo/discreto). Fino a tempi recenti la scienza moderna affermava Bari Kolata, G. che le cause che variano in modo continuo non possono provocare effetti discontinui, e z977 Catastrophe Theory: The Emperos Has No Clothes, in «Science», CXCVI, n. 4 z87, questo era uno dei fondamenti della nozione classica di determinismo (cfr. determina pp. z87, 35o-5z. to/indeterminato). Contro questa nozione, alcuni filosofi difendevano l'idea che mu Bruter, P, tamenti quantitativi possono provocare trasformazioni qualitative (cfr. qualità/quan z974 Topologie et perception, voi. I. Bases philosophiques et mathématiques,Doin et Maloine, Paris. tità). Tuttavia, il determinismo classico è stato messo in crisi non dalla filosofia ma dalla fisica e dalle matematiche: in vicinanza di una singolarità, un processo(una funzio Engels, F. z878 He rrn Eug. Duhring's Umwalzung der Wissenschaft. Philosophie. Politische tZkonomie. nej cessa di essere stabile e appaiono allora delle catastrofi, delle discontinuità, benché le Soaialismus, Genossenschafts-Buchdruckerei, Leipzig (trad. it. Editori Riuniti, Roma cause agiscano in modo continuo (cfr. stabilità /instabilità). z968»). Hegel, G. W. F. [z83zl Wissenschaftder Logik, libro I, Duncker und Humblot, Berlin z84z (trad. it. La terza Bari z974s). Isnard, C. A., e Zeeman, E. C. z976 So me models from catastrophe theory in the social sciences,in L. Colline (a cura di), The Use of Models in the Baciai Sciences, Tavistock Prese, London.
  • 17. Ciclo La diversità dei calendari è enorme. Alcuni si riferiscono ai movimenti della Luna, altri a quelli del Sole, mentre altri ancora cercano di combinare i due si stemi di riferimento a prezzo di adattamenti e d'intercalazioni. L'anno, il mese, il giorno sono definiti in modi diversi. Per esempio, negli antichi calendari greci, la nuova data diurna cominciava, in generale, la sera, al tramonto; presso gli Egiziani, cominciava il mattino, al sorgere del Sole; quanto ai Romani, cambia vano data a mezzanotte. L'anno, per alcuni, è il periodo inaugurato da una data arbitraria, come il nostro x gennaio ; per altri, al contrario, il suo inizio coincide con un fenomeno astronomico : il solstizio d'inverno o il solstizio d'estate ; e non sono le sole soluzioni note. Accade anche che una società faccia uso simultanea mente di due definizioni diverse dell'anno, pur raccordandole l'una all'altra: l'anno sacro dei Maya era composto di z6o giorni, mentre l'anno civile ne aveva 365 ; il primo non era diviso in mesi, il secondo ne comprendeva rg, di cui r8 di 20 giorni ciascuno ed un mese finale di 5 giorni. Ciò ricordato, è tanto piu in teressante constatare che l'idea o l'immagine del tempo che si esprime nei diversi calendari è dovunque la stessa: è un tempo che ha un movimento circolare. Gli stessi nomi dei giorni ritornano settimana dopo settimana o mese dopo mese; gli stessi nomi dei mesi si ripetono d'anno in anno. Ed è un'idea o immagine del tempo del tutto identica che materializzano i diversi strumenti fatti per frazio nare il giorno in unità piu piccole: meridiane, clessidre, orologi, ecc. Nei due casi, il conto delle unità in cui si divide il tempo giunge ad un massimo e rico mincia: dopo z3 ore, 59 minuti, 59 secondi, ci si ritrova all'ora zero del giorno successivo ; dopo 365(o 366) giorni d'un anno, ci si ritrova al primo giorno d'un anno nuovo. Insomma, nei due casi, ogni unità è un intervallo fra due ripetizioni di uno stesso fenomeno, naturale o artificiale ; cosi il giorno, per esempio, è un in tervallo 0 fra due albe o due tramonti, o fra due momenti in cui le lancette d'un orologio indicano 0 ore, 0 minuti, 0 secondi. Se si conviene di definire il ciclo come un intervallo fra due ripetizioni d'uno stesso fenomeno, si può dire che il tempo della cronometria — del calendario e dell'orologio (o degli strumenti che lo precedono) — è un tempo ciclico. Ma il tempo ciclico non è il solo. Coesiste, infatti, nella maggior parte delle società con un tempo della cronologia che è invece lineare, o almeno parzialmen te lineare. E sono le insufFicienze dei calendari, non appena si ha a che fare con lunghi periodi, che.'.:onducono ad una linearizzazione del tempo. Infatti i calen dari, nella loro maggioranza, permettono d'attribuire ad ogni avvenimento una coordinata temporale che l'individualizza solo nel quadro di un anno. Al contra rio, non permettono di farlo con l'anno, perché esso è l'unità piu grande che co noscono. Esistono eccezioni a questa regola : per esempio, alcuni calendari meso americani, derivati da quello dei Maya, che utilizzava un ciclo di 5z anni civili, ciascuno dei quali cominciava con un giorno diverso dell'anno sacro ; gli Aztechi davano a questi periodi il nome di xiuhmolpilli 'il girotondo completo degli anni'. 37
  • 18. Ciclo II42 II43 Ciclo Ma questo non facevache spostare ilproblema ed i Maya ne erano coscienti, tempo della cronometria e della cronologia. Ma cercando di risolvere l'enigma poiché hanno creato un sistema cronologico molto sofisticato. D'altronde, nella del futuro piu lontano, la cronosofia cambia d'oggetto : si sforza ormai di caratte maggior parte delle società, i calendari non implicavano, a quanto pare, un si rizzare il tempo cosmico, di definire la traiettoria che percorrono insieme tutti stema di riferimento rispetto al quale ogni anno avrebbe potuto essere collocato gli esseri; s'identifica allora con una cosmologia. in modo univoco. Due avvenimenti accaduti lo stesso giorno dello stesso mese, Che si tratti del tempo breve o medio, o del tempo cosmico, la topologia che ma nel corso di anni diversi, restano in tal caso indistinguibili se gli anni a loro gli si attribuisce dipende dai rapporti che si stabiliscono fra il passato, il presente volta non si distinguono l'uno dall'altro. Le soluzioni date a questo problema ed il futuro, e soprattutto da quelli fra il passato e il futuro lontani. Se si suppone variano a seconda delle società e delle epoche. Uno dei mezzi usati consisteva che il futuro lontano sia identico al passato lontano, ne costituisca una ripetizio nell'individuare ogni anno dandogli il nome dell'avvenimento piu importante ne, essendo entrambi ritenuti diversi dal presente, si ha a che fare con un tempo che era accaduto nel corso di esso. Si otteneva lo stesso effetto quando si davano ciclico: dopo un intervallo molto lungo ritorneranno gli stessi fenomeni, il che agli anni i nomi degli arconti (Atene) o dei consoli (Roma). Ma, pur eliminando porta naturalmente ad ammettere un numero indefinito di simili ritorni. Ma una fonte di confusione, l'attribuzione ad ogni anno d'un nome proprio non per questi fenomeni del passato ritorneranno tutti? E saranno sotto tutti gli aspetti metteva di situarli gli uni rispetto agli altri senza una consultazione dell'intera tali quali furono? La risposta a queste domande è importante. Se è positiva èa, e lista. Quando si dice che un avvenimento era accaduto durante il consolato di veramente un tempo che gira a vuoto, poiché ogni fenomeno si ripete quando Marco Fabio Dorsuo e di Servio Sulpicio Camerino Rufo, ed un altro durante viene la sua ora e niente di realmente nuovo può apparire. Se è negativa, i feno il consolato di Caio Servilio Tucca e di Lucio Cecilio Metello Denter, non si sa meni si dividono in due classi : gli uni ritornano periodicamente, mentre gli altri nemmeno quale dei due è anteriore. È solo l'elaborazione di un quadro crono appaiono solo una volta per poi svanire per sempre. Tutto dipende allora dalla logico basato su una numerazione che permette di determinare, col solo nome definizione dei rapporti fra queste due classi e dal modo in cui si caratterizza la dell'anno, il posto che questo occupa nella serie. Per creare un tal quadro, si maniera d'esserenel tempo che è proprio alla seconda. Un'altra domanda che si possono raggruppare gli anni in cicli pluriannuali, aventi ciascuno un numero. pone all'interno della visione ciclica del tempo, riguarda il posto che si dà al pre Per esempio, in Grecia, si usava, fra altri, il ciclo delle Olimpiadi : ogni anno ave sente nel quadro del ciclo e di conseguenza la posizione del presente di fronte al va il suo numero all'interno di un ciclo di quattro anni e questo a sua volta era passato ed al futuro prossimi. Infatti ogni ciclo comporta due fasi: una ascen numerato. Lo si poteva dunque identificare senza ambiguità, e quindi identifi dente e l'altra discendente. Quando si colloca il presente nella prima, il futuro care l'anno. Cosi si diceva che un'eclisse solare era avvenuta nell'anno iii della prossimo è oggetto d'una speranza, mentre il passato è concepito non come ciò CXVII Olimpiade. Ma, nel mondo antico, il piu delle volte si ricorreva, sembra, che fornisce degli esempi da seguire, ma come un periodo trascorso ; è considera al procedimento seguente: gli anni erano considerati parti di ere le cui date ini to da un punto di vista superiore. Le cose stanno molto diversamente quando si ziali corrispondevano ad avvenimenti particolarmente importanti: la creazione crede di vivere in una fase discendente : allora si proiettano nel futuro le proprie del mondo, la fondazione della città, l'ascesa al trono di una dinastia o d'un re, angosce e ci si volge verso il passato, al fine di imitarlo nella misura del possibile. una battaglia vittoriosa; a partire da questa data iniziale si faceva il computo de Una stessa visione ciclica del tempo permette dunque di giustificare compor gli anni. La loro successione diventava cosi lineare : le ripetizioni ne erano escluse tamenti opposti in ambiti tanto diversi come la politica, l'arte o la conoscenza. e ad ogni anno corrispondeva un numero intero, tanto piu grande quanto piu Se il passato, il presente ed il futuro (compresi il passato ed il futuro lontani) era lontano dall'origine [cfr. Morley ig58; Nilsson Igzo; Samuel Irlpz]. sono supposti identici, il tempo si trova in uno stato stazionario. Non c'è una I calendari e gli strumenti cronometrici permettono di attribuire agli avveni direzione precisa:che sivada verso ilpassato o verso ilfuturo siresta sempre menti delle coordinate temporali, e di conseguenza di misurare le distanze che nell identico. Anche le nozioni di passato e di futuro non hanno alcun senso la11>'d li separano, esprimendo ciascuna di esse come un multiplo di un ciclo scelto co l oro distinzione è abolita : il tempo stazionario è anche un tempo simmetrico. Ac me unità di base. Il loro ambito proprio è un tempo breve che può essere assimi cade tuttavia che il tempo sia concepito solo come parzialmente stazionario. È lato al presente. I sistemi cronologici che abbracciano periodi relativamente lun questo il caso quando si mettono da un lato il passato ed il presente, che si sup ghi, riferendo tutte le date ad un punto iniziale, si volgono verso il passato : il pas pongono sottoposti ad un tempo ciclico, per contrapporli ad un futuro, prossimo sato lontano, spesso il tempo delle origini. Tuttavia, gli uni e gli altri non pongo o lontano: tale è il tempo che s'incontra nelle credenze millenaristiche secon no nemmeno, non avendo alcun mezzo per farlo, il problema del futuro, del futuro do le quali il mondo gira a vuoto nell'attesa di un cataclisma che lo farà passare prossimo nel tempo e del futuro lontano che è quello del mondo e degli uomini. in uno stato di riposo definitivo. Il tempo parzialmente stazionario appare anche Le ricerche che si occupano di ciò si possono chiamare «cronosofia». Utilizzan quando si contrappongono il presente ed il futuro, considerati stazionari, da una do le tecniche di divinazione, costruendo piani o formulando pronostici, la cro parte, e il passato, concepito come una successione di cicli, dall' altra: è il tempo nosofia suppone che a breve o medio termine il futuro sia già inscritto nel pre interno delle utopie in cui, dopo l'atto fondatore che introduce una rottura fra sente, che sia leggibile a partire da questo. Cosi facendo, resta nel medesimo l antico ed il nuovo, nessun cambiamento è piu possibile.t