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… il gusto di comunicare con efficacia!2006 www.rovatticonsulting.com
                                   (C)
Uno strumento per comunicare
          (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   2
“Visto che tutti, ai nostri giorni, usiamo il telefono,
c’è da chiedersi perché tanti di noi lo usino male, cioè
non riescano ad ottenere da un colloquio telefonico, la
conclusione che sperano.




       Forse perché considerano il telefono come un
mezzo di comunicazione che permette di dire tutto, a
chiunque e in modo qualsiasi, e non strutturano le
telefonate in funzione dello scopo che si prefiggono?”



                          (C) 2006 www.rovatticonsulting.com     3
introduzione
 Parlare di comunicazione è importante per
 lo sviluppo di una qualsiasi attività, e
 risulta fondamentale per una azienda
 erogatrice di servizi perché, è solo dalla
 soddisfazione tratta dal rapporto
 interpersonale costituito che il cliente
 riacquista il servizio, pur avendo
 alternative.

               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   4
introduzione
 Il
   telefono, possiamo dirlo tranquillamente,
  ha letteralmente sconvolto la nostra
  società aumentando all'infinito le
  possibilità di comunicazione tra le
  persone.




                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   5
introduzione
 Oramaiil telefono viene considerato
 erroneamente da molti, un mezzo di
 comunicazione e non

    uno strumento per comunicare!




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   6
introduzione


 Riflettere
           bene sulla differenza sostanziale
  e non semantica della differenza indicata




 Questo “porta”                                        Questo “fa”



                  (C) 2006 www.rovatticonsulting.com                 7
introduzione


 Questo  ci permetterà di comprendere
 perché parliamo di miglioramento della
 qualità della comunicazione telefonica
 attraverso il telefono e non di
 miglioramento dell'apparecchio telefonico.



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   8
introduzione


 Quando parliamo personalmente con un
 cliente siamo letteralmente sommersi da
 segnali non verbali che ci aiutano a capirlo
 meglio …




                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   9
introduzione

 Piega impercettibilmente le labbra quando gli proponete i vostri servizi?
 Aggrotta le ciglia? Arretra leggermente?


> Capite subito che la strada per ottenere il suo consenso è ancora lunga.


 Sopprime uno sbadiglio?
 Guarda l'orologio e picchietta sulla cassa?

> Significa che lo stiamo annoiando e che è ora di terminare l'incontro.




                             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com            10
introduzione
 Altelefono, invece abbiamo a
 disposizione un unico strumento per
 valutare il nostro interlocutore, per
 comunicare con lui e farci
 comprendere:


                                             ?
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Cosa scopriremo
   La voce
                    - vantaggi
                    - vincoli
   Tecniche di comunicazione verbale
   L’altrui percezione
   Sentirsi bene con sé stessi
                    - la nostra immagine
                    - le persone sono reali
                    - il rispetto
   La qualità del nostro lavoro
    - fare più del minimo
   Il linguaggio di una positiva comunicazione
   L’arte di soddisfare il cliente
   La comunicazione
   La comunicazione pervasiva
   Lo stile nella comunicazione
   La motivazione di una scelta
   Tecnica di comunicazione telefonica
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la voce




          (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   13
la voce

 Dovremo,  quindi, sviluppare le giuste
 tecniche di comunicazione, per far si
 che ogni nostra telefonata fatta o
 ricevuta, raggiunga un preciso
 obiettivo:
FORNIRE LA MASSIMA SODDISFAZIONE
         ALL'INTERLOCUTORE

              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   14
la voce


 Possiamoaffermare che la regola
 fondamentale per una buona
 comunicazione telefonica è:

          SAPER ASCOLTARE


              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   15
la voce

 Ascoltando  possiamo ottenere
 informazioni sul nostro interlocutore, le
 sue intenzioni, i suoi problemi, le sue
 obiezioni, sapendo che:

   PIU' IL NOSTRO INTERLOCUTORE
                  PARLA,
            PIU' SI RIVELA …
               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   16
la voce
 Oltre
     a questo, il saper ascoltare, nella
 comunicazione telefonica, ci permette di:

     CAPIRE IL MESSAGGIO EMESSO
                  per
   TROVARE LE RISPOSTE PERTINENTI


               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   17
la voce

 Persfruttare appieno le peculiarità
 dello strumento, per far propri i
 vantaggi e compensarne i vincoli, è
 necessario acquisire le opportune
 tecniche ed usarle opportunamente.




              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   18
la voce


Ricordate, soprattutto, che:

 L'ABITUDINE A TELEFONARE RISCHIA
       DI FAR PERDERE DI VISTA I
    PROBLEMI CHE L'USO COMPORTA




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   19
la voce

Nella comunicazione telefonica, il
 problema principale è :

 AMPLIFICARE
            I VANTAGGI
 COMPENSARE I VINCOLI




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   20
i vantaggi




             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   21
i vantaggi

 contatto istantaneo
 risparmio di tempo
 decisioni immediate
 contatto tra i giusti interlocutori
 instauratore rapporto interpersonale
 miglioramento del clima
 economicità indiretta

               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   22
i vincoli




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   23
i vincoli


   limitazione dei mezzi di comunicazione
   disponibilità di distorsione del messaggio
   rischi di disturbi diretti ed indiretti
   non " visualizzazione " dei segnali di meta
    comunicazione
   facilità del rifiuto
   possibilità del disimpegno negativo del
    cliente
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tecniche di comunicazione verbale




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   25
tecniche di comunicazione verbale

 Sono numerose le tecniche di
 comunicazione: i vari metodi per
 apprendere le tecniche per una migliore
 comunicazione interpersonale partono,
 però da un principio:
   TUTTI NOI POSSEDIAMO LE DOTI
           PER DIVENTARE
        OTTIMI COMUNICATORI
              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   26
tecniche di comunicazione verbale


 Comunicare   è per noi indispensabile
 perché è solo attraverso la
 comunicazione che possiamo
 metterci in relazione con la gente,
 risolvere i loro problemi
 o vedere risolti i nostri.



                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   27
tecniche di comunicazione verbale

 Inogni momento della nostra vita, sia
 professionale che personale, possiamo
 trovarci nel ruolo del trasmittente, colui
 che stimola la comunicazione o del
 ricevente, il destinatario della
 comunicazione.



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   28
laboratorio




              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   29
laboratorio

   Prendete un foglio bianco, tracciate una riga
    centrale e sulla colonna di sinistra, fate un
    elenco delle cose da migliorare nel vostro
    modo di comunicare, mentre in quello di
    destra l'elenco dei vostri pregi.

   Ripensate a come vi siete comportati negli
    ultimi casi in cui avete dovuto affrontare una
    comunicazione telefonica ...

                    (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   30
laboratorio

   Avete pensato all'intonazione della voce?
   Alla chiarezza, alla capacità di collegare le idee, del
    potere di convincere, della capacità di ascoltare, di
    essere brevi e concisi, di porre domande?
   Vi interessate veramente agli altri?
   Riuscite a sorridere?
   Avete grinta?
   Siete sinceri, naturali, sensibili?
   Avete il senso dell'opportunità?
   Siete calmi, cordiali, tolleranti?
   Sapete rispondere alle obiezioni?
                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com     31
laboratorio

 Ora,prendete il foglio con indicati i pregi
 con le cose da migliorare e considerate
 l'aspetto contrario di ogni elemento
 indicato. Sappiate che ognuno di noi ha
 dei pregi nei propri difetti e difetti nei propri
 pregi.



                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   32
laboratorio

   Ciò che intendiamo dirvi è che diventare un buon
    comunicatore non bisogna ispirarsi a modelli ideali o
    seguire le regole d'oro.

   Ciò di cui abbiamo bisogno è già in noi anche se,
    oggi, come semplice potenziale.




                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   33
laboratorio

   I soli limiti alle nostre realizzazioni di domani , sono i
    dubbi di oggi.

   Sono le nostre paure ed i nostri blocchi che ci
    impediscono di usare le facoltà che sono in noi.




                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com    34
l’altrui percezione




             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   35
l’altrui percezione

Un modo molto semplice per positivizzare
l'approccio alla comunicazione telefonica è:

         METTERSI NEI PANNI
         DELL'INTERLOCUTORE



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   36
l’altrui percezione

E cioè, se voi foste stati al loro posto, che
cosa avreste pensato di positivo della
persona interlocutrice (voi stessi)?




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   37
l’altrui percezione


 Cambiate punto di vista, considerate la
 situazione con l'ottica dell'altro, invece che
 con la vostra.




                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   38
l’altrui percezione


 Pensate a ciò che avreste potuto fare
 perché le cose si svolgessero
 diversamente.




                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   39
l’altrui percezione

 E' molto difficile accettare il fatto che gli
 altri, e lo stesso vale per noi, non ci
 percepiscano come siamo, perché la loro
 visione ed i loro sensi sono alterati dal
 filtro dei pregiudizi e dei preconcetti.




                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   40
l’altrui percezione

 Semplicemente    tutti abbiamo il
 NOSTRO PUNTO DI VISTA e sino a
 quando non impareremo a metterci al
 posto degli altri per percepire le cose
 dal LORO PUNTO DI VISTA, avremo
 grossi problemi nel comunicare.



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   41
l’altrui percezione


 Qualsiasicosa ci venga detta,
 soprattutto al telefono è sempre filtrato
 da mille cose: i problemi, i pensieri, il
 vissuto personale ed altro ancora.




                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   42
l’altrui percezione

 Quello che un qualsiasi interlocutore
 esprime non è mai il riflesso obiettivo
 di quello che facciamo, ma uno
 specchio deformante.




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   43
l’altrui percezione

 Ricordatevi,
             perciò, che qualsiasi
 argomento di comunicazione non è mai
 da considerarsi come un attacco
 personale, bensì come
                    una richiesta d'aiuto.




                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   44
l’altrui percezione

 E'importante che, comunicare,
 specialmente al telefono, non diventi
 un'attività abitudinaria o codificata, ma
 un'azione spontanea, nella quale ci
 troviamo a nostro agio, sempre e
 comunque.



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   45
l’altrui percezione



Isentimenti sono la chiave ed
 influenzano le nostre decisioni …




              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   46
l’altrui percezione

 L'impatto dei nostri sentimenti non è
 limitato alle grandi decisioni;

 i sentimenti riguardano tutto ciò che
 facciamo, e su questo sono
 determinanti.



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   47
l’altrui percezione

IL CLIENTE VUOLE ESSERE TRATTATO COME
                 UN AMICO
          E SI ASPETTA QUALITA'

     UNA COMUNICAZIONE POSITIVA
       è un SERVIZIO DI QUALITA‘

     UNA COMUNICAZIONE NEGATIVA
     ci rende ARRABBIATI E RISENTITI

              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   48
Sentirsi bene con sé stessi




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   49
Sentirsi bene con sé stessi

 Ilmodo con cui trattiamo gli altri è
  strettamente collegato al modo in cui ci
  sentiamo con noi stessi.



                                 ?
               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   50
Sentirsi bene con sé stessi

 Tutti
      noi possiamo avere, talvolta, delle
 brutte giornate.




              (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   51
Sentirsi bene con sé stessi

 Cosìcome noi siamo sensibili ai
 sentimenti delle persone che ci
 circondano, i clienti sono sensibili ai
 nostri sentimenti.




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   52
Sentirsi bene con sé stessi


 La
   più importante regola nel condurre
 una buona comunicazione è sentirsi
 bene con se stessi.

 E ciò non accade automaticamente.




             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   53
Sentirsi bene con sé stessi

 Ilprimo passo è ricordare che i nostri
  clienti raramente sono la causa dei
  nostri problemi.
 Darsi una pacca sulla spalla per il
  lavoro ben fatto. Accettare i
  complimenti dagli altri con gratitudine e
  riconoscenza


               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   54
la nostra immagine è importante
 Non  dobbiamo aver paura di sentirsi
  bene con noi stessi
 Se abbiamo dei problemi l'idea è
  ricordare che noi possiamo risolverli al
  momento giusto




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   55
la nostra immagine è importante
     "sentiti bene con te stesso
     tu sei una persona speciale"




             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   56
le persone sono reali

   Per molti di noi, una delle cose più irritanti è
    scoprire di essere trattati come un numero.

   Sfortunatamente, come consumatori/utenti
    noi siamo proprio spesso visti come un
    numero e niente di più.



                     (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   57
il rispetto
              ANCHE I CLIENTI
           HANNO DEI SENTIMENTI

 La gente ha bisogno di un qualcosa di più
 dell'efficienza:
         VUOLE ESSERE RICONOSCIUTA
               COME UN INDIVIDUO

                quindi:
     NON MOSTRATE INDIFFERENZA NEI
         CONFRONTI DEGLI ALTRI.
                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   58
la qualità del nostro lavoro




             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   59
la qualità del nostro lavoro

   La scarsa qualità deriva dalla scarsa abitudine.
   Molte persone pensano che ciò che fanno non
    sia importante.

            Perciò è necessario proporsi
                degli ALTI MODELLI.

           IL DENARO NON DEVE ESSERE
               L'UNICA MOTIVAZIONE
                    (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   60
la qualità del nostro lavoro
   Se pensando al vostro lavoro non troverete
    nient'altro di positivo oltre il denaro, farete un
    favore a voi stessi cercando qualcos'altro da
    fare.

          ESSERE INFELICI IN UN LAVORO
              NON RECA BENEFICI
                NE' A VOI STESSI
                 NE' AGLI ALTRI

                     (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   61
la qualità del nostro lavoro
     IL SEGRETO DEL SUCCESSO
   E' VEDERE IL PROPRIO LAVORO
 COME UN MODO PER DARE IL MEGLIO
     DELLE PROPRIE POSSIBILITA‘

 Naturalmente nessuno di noi si diverte
 con ogni aspetto del proprio lavoro, ma
 nella nostra mente i lati positivi devono
 superare quelli negativi.
                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   62
fare più del minimo
          E' UN NOSTRO DIRITTO
          ASPETTARCI IL MEGLIO

Quando noi riceviamo una Comunicazione
Positiva noi ci sentiamo bene.

D'altro canto, quando siamo sotto pressione,
ignorati o trattati come un numero, noi
reagiamo con forza alla Comunicazione
Negativa.
               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   63
fare più del minimo



  LE CHIAVI DEL SUCCESSO SONO:
CORTESIA, ONESTA' E BUONE MANIERE




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   64
fare più del minimo
          La qualità nel servizio è
           un’attitudine vincente.




                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   65
fare più del minimo
   Non c'è mistero: voi conoscete il vostro
    lavoro meglio di chiunque altro.




                   (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   66
fare più del minimo




 Voi
    potete facilmente pensare ai modi di
 improntare il vostro personale servizio
 con gli utenti e con i vostri collaboratori.
                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   67
fare più del minimo




Con questa attitudine voi avrete
successo in qualunque cosa farete e
in qualunque posto lavorerete.
             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   68
Il linguaggio di una positiva
comunicazione




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   69
Il linguaggio di una positiva
comunicazione



PARLARE: UN SEMPLICE MODO PER UNA
      POSITIVA COMUNICAZIONE




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   70
Il linguaggio di una positiva
comunicazione
   Prendete tempo per pensare a ciò che si vuole dire, a come volete
    dire ciò al cliente che state servendo.
   Usare un tono di voce amichevole e maniere gentili
   Usare il nome delle persone: questo perché voi state trattando con
    persone individualmente; se il vostro contatto con le persone è per
    telefono, richiedete il nome della persona all'inizio della telefonata
    e usatelo spesso durante il colloquio. Non preoccupatevi di
    esagerare; molte persone non sono mai stanche di essere
    chiamate per nome.
   Mostrate rispetto per gli altri
   Ricordate che le persone apprezzano le spiegazioni
   Siate generosi con i complimenti
   Non tralasciate di dire "Grazie" e di sorridere



                           (C) 2006 www.rovatticonsulting.com         71
Il linguaggio di una positiva
comunicazione




               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   72
Il linguaggio di una positiva
comunicazione
Ma come è la vostra immagine?



NON ESISTE UNA SECONDA OCCASIONE
    PER FARE UNA BELLA PRIMA
            IMPRESSIONE



               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   73
Il linguaggio di una positiva
comunicazione
Esercizio:
Descrivi la tua/ il tuo collega




                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   74
Il linguaggio di una positiva
comunicazione

 L'immagine   che noi offriamo è un modo
  estremamente importante di
  COMUNICARE.
 Nel nostro lavoro l'immagine individuale
  combinata con quella di tutti,
  contribuisce a creare l'immagine pubblica
  della nostra attività.

               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   75
Il linguaggio di una positiva
comunicazione
   Le immagini iniziano e finiscono con ciascuno
    di noi.
   La maggior parte di noi non può realmente
    capire come noi appariamo agli altri, ma può
    facilmente costatare gli effetti che abbiamo
    sulle altre persone
   Quando noi emaniamo calore, amicizia, onestà,
    pazienza, tatto e cortesia, sollecitudine, le altre
    persone rispondono in MODO POSITIVO a ciò
    che possono vedere.
                     (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   76
Il linguaggio di una positiva
comunicazione
LE REAZIONI SONO IMPORTANTI:
 Ponetevi dei modelli, degli standard e cercate di
  eguagliarli
 Non preoccupatevi di ciò che fanno le altre
  persone

       SEMPLICEMENTE FATE IL MEGLIO
            DI CIO' CHE POTETE

Quando voi siete APERTI e ONESTI con voi stessi
 e con gli altri, OGNUNO VI APPREZZERA'.
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Il linguaggio di una positiva
comunicazione
IDENTIFICA LA NECESSITA' DEL CLIENTE

 Diche cosa ha bisogno il cliente?
 Noi possiamo avere buone intenzioni per
  venire incontro alle necessità degli altri,
  ma non possiamo aiutare gli altri se non
  capiamo le loro reali esigenze.

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Il linguaggio di una positiva
comunicazione
Ma, come avere questa informazione ?

          CHIEDETEGLIELA!!!




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Il linguaggio di una positiva
comunicazione
FAI DOMANDE E ASCOLTA

 Faredomande è effettivamente un
  approccio caloroso.
 Bisogna però ASCOLTARE
  ATTENTAMENTE LE RISPOSTE !
 Questi sono i SOLI MODI eccellenti di
  provvedere alla Qualità del Servizio.
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L’arte di soddisfare il cliente




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L’arte di soddisfare il cliente
Gli affari di maggior successo sono quelli in
cui la maggior parte del tempo è spesa
cercando di rendere soddisfatti e contenti i
propri clienti.

     IL SUCCESSO SI COSTRUISCE
              SUI VALORI
      E SULLE INTERAZIONI UMANE

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L’arte di soddisfare il cliente
 Meglio   noi interagiamo con i clienti e i
  collaboratori e meglio noi li serviremo e
  lavoreremo con loro.
 Le persone lavorano per dare il meglio di
  loro stesse.
 Essi vogliono vincere per loro stessi e
  per gli altri
 Essi sanno che per rendere soddisfatte e
  felici le altre persone basterà provvedere
  alla Qualità del Servizio rivolto al cliente
                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   83
L’arte di soddisfare il cliente

 Noispesso sentiamo che siamo solo un "
 piccolo ingranaggio in un più grande
 meccanismo ".

Ma non è così




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L’arte di soddisfare il cliente
     IL SUCCESSO SI COSTRUISCE
       SULLE CAPACITA‘ UMANE,
        NON SULLE MACCHINE!




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L’arte di soddisfare il cliente


   Noi temiamo i giudizi negativi. Tutti abbiamo
    questa paura inconscia: temiamo le reazioni
    negative da parte degli altri.

   Ma i clienti apprezzano la Sincerità e l'Amicizia.

           In altre parole: SIATE SINCERI!

                     (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   86
la comunicazione




           (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   87
la comunicazione


COME CAPIRSI?

   Innanzi tutto PARLARE LA STESSA LINGUA.
   Dobbiamo adottare il linguaggio di chi ci ascolta.
   Se vi sono termini tecnici ed un linguaggio specialistico
    assicuriamoci che il nostro interlocutore lo capisca,
    altrimenti spieghiamoci al meglio.




                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   88
la comunicazione

   ASSICURARSI CHE L'INTERLOCUTORE CI
    SENTA, cioè che non ci siano fattori che
    disturbano la comunicazione. Dobbiamo avere
    tutta l'intenzione dell'ascoltatore.

   FARSI RIPETERE L'INFORMAZIONE. Se
    abbiamo qualche dubbio sull'avvenuta
    comprensione del messaggio, ripetiamolo in
    altra forma.

                   (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   89
la comunicazione

   Quando dobbiamo comunicare dei concetti o delle cose
    specifiche a delle persone che non sono esperte od
    addentro all'argomento, ricorriamo a delle PAROLE
    IMMAGINE O FRASI IMMAGINE, o a cose di uso
    quotidiano e perciò conosciuto da tutti.

   Lo stile astratto della comunicazione è sempre poco
    efficace.

   Questo vale a maggior ragione al telefono, dove non
    possiamo utilizzare il linguaggio del corpo.


                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   90
la comunicazione

              NON BASTA METTERE INSIEME
               PAROLE BELLE E CORRETTE

   La voce è, malleabile, quindi SI PUO' MIGLIORARE.
   Il volume di voce per esempio è un’abitudine.
   Con esercizi semplici, con la volontà e l'autocontrollo,
    si può cambiare e rendere più gradevole.
   Nella conversazione inoltre è necessario dare ritmo alla
    voce, non appiattire tutto il messaggio ma sottolineare
    con l'intonazione le parti più importanti, con il tono
    negativo ciò che poniamo come domanda ......


                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   91
la comunicazione

   Un'altra componente fondamentale affinché il nostro
    messaggio venga recepito, ed è quello che vogliamo, è
    PARLARE A VELOCITA' ACCESSIBILE.

   Se parliamo troppo lentamente, l'ascoltatore si
    stancherà ed inizierà a fare qualcos'altro, se invece
    siamo troppo veloci ciò che noi diciamo verrà recepito
    solo parzialmente, otterremo quindi lo stesso effetto: il
    nostro interlocutore penserà che non vale la pena di
    ascoltarci.



                        (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   92
la comunicazione pervasiva




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la comunicazione pervasiva

Predisposizione per la reciproca accettazione
 disponibilità
 immagine di competenza
 personalizzazione del rapporto
 accoglimento ed accettazione


Comprendere il cliente
 stimolarlo a parlare
 valutare orientamenti ed esigenze
 dimostrare di aver compreso il problema posto



                     (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   94
la comunicazione pervasiva

Indagine
 ricognizione (domande aperte)
 analisi motivazionale
 analisi transazionale


Proporre la soluzione
 informare
 dimostrare che quanto proposto soddisfa il problema
 stimolare la formulazione di obiezioni



                    (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   95
la comunicazione pervasiva

essere PREPARATI alla comunicazione in arrivo
              significa:

      DEFINIRE UN OBIETTIVO "COSA“
             comunicare a "CHI“

       GLI OBIETTIVI SPECIFICI DELLA
              COMUNICAZIONE

                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   96
lo stile nella comunicazione




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   97
lo stile nella comunicazione

ATTENZIONE:
 Alle espressioni che TRADISCONO
  INSICUREZZA
 Alle espressioni che INDEBOLISCONO
  L'IMPATTO PERSUASIVO
 Alle espressioni che fanno VACILLARE i
  vostri argomenti

               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   98
lo stile nella comunicazione

LIMITATE AL MINIMO:

   LE ESPRESSIONI NEGATIVE (effetto "eco")
   Tutte le espressioni che, avendo una forma negativa,
    provocano una negazione da parte del cliente:

         " Non crede che...? "
         " Non vuole che...? "
         " Non preferisce questo, no? "



                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   99
lo stile nella comunicazione

LE ESPRESSIONI "FILO SPINATO"



   Tutte le espressioni che INDISPONGONO il cliente:

         " Ma no! "
            " Mi lasci parlare, per favore. "
            " Lei si sbaglia "
            " Lei non ha capito "
            " Non è il caso che mi ripeta... "

                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   100
lo stile nella comunicazione
LE PAROLE "NERE“
(causano dei micro-choc)


   Tutte le parole infelici che evocano nel cliente
    immagini incresciose:

         " Guaio, disagio, rischio, truffa... "
         " Reclamo, obiezione... "
         " Non si preoccupi "
         " Non c'è problema "
                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   101
lo stile nella comunicazione

LE ESPRESSIONI DUBITATIVE
 Tutte le espressioni che fanno sorgere DUBBI
  nello spirito del cliente ed attenuano la forza
  degli argomenti:

   " forse....questa è la soluzione più adatta per lei
   " penso, credo che... sia il prodotto fatto
    apposta per lei "
   " probabilmente è una buona soluzione... "


                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   102
lo stile nella comunicazione

LE ESPRESSIONI VELLEITARIE (tolgono sicurezza)
 I tempi al FUTURO, CONDIZIONALE, CONGIUNTIVO,
  che pongono delle condizioni all'assenso del cliente:

    " dovrebbe prendere la bolla.... "
    " Se mi desse il suo codice cliente... "
    " Se mi ordinasse... "
    " Potremo studiare insieme... "
    " Sarebbe interessante per lei... "



                         (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   103
lo stile nella comunicazione

LE FRASI TAPPA-BUCHI

   Tutte le espressioni che vogliono riempire i
    VUOTI DELLA CONVERSAZIONE:

   " In altri termini... "
   " Per così dire... "
   " Diciamo così... "
   " Cioè...Cioè...cioè...”


                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   104
lo stile nella comunicazione

LE ESPRESSIONI CERIMONIOSE

    Tutte le espressioni che mettono il persuasore in stato
    di inferiorità:

   " Potrebbe essere così cortese da darmi il codice ? "
   " Mi scuso di farle perdere inutilmente del tempo... "
   " Se potesse dedicare un po’ del suo tempo prezioso al
    nostro incaricato... "


                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   105
lo stile nella comunicazione


LE ESPRESSIONI PERSONALI

   Tutte le espressioni che pongono in luce noi ed
    in ombra il cliente e che finiscono per
    stancarlo:

   " Io...me...la nostra società... "
   " Noi...le nostre procedure "
                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   106
lo stile nella comunicazione


Affinché il vostro stile sia efficacie,
 ubbidite a questi tre principi essenziali:




                 (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   107
lo stile nella comunicazione




1   - STILE AFFERMATIVO

 Crea sicurezza, da vigore al nostro
 discorso


               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   108
lo stile nella comunicazione


   2 - PARLATE AL PRESENTE

    Anticipate gli effetti della soluzione che
    proponete: il presente è il tempo dell'azione, il
    tempo della certezza. Il nostro stile deve dare al
    cliente l'impressione che stia già fruendo del
    servizio o che abbia già risolto il suo problema.


                     (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   109
lo stile nella comunicazione
3   - PARLATE AL "LEI"

 Parlate all'interlocutore dei suoi problemi
 e dei vantaggi che lui troverà nella nostra
 proposta.

 Ponetelo al centro della comunicazione


                (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   110
la motivazione di una scelta




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   111
la motivazione di una scelta

COSA SI INTENDE PER MOTIVAZIONE SI SCELTA?

   Ogni persuasione è differente dalle altre, perché ogni cliente è
    diverso da un altro cliente.
   Perciò nel comunicare non avrete successo, se non vi
    ADATTERETE a ciascun cliente.
   Questo adattamento è possibile solo se possederete una chiave
    che possa aprirvi il cuore dei clienti.
   Poiché non potete possedere una chiave per ogni cliente vi
    occorre una chiave COMUNE a tutti i vostri clienti.
   Questa chiave è costituita dall'insieme delle MOTIVAZIONI DI
    SCELTA comuni a tutti gli uomini, sia pure con certe sfumature
    individuali.



                           (C) 2006 www.rovatticonsulting.com      112
la motivazione di una scelta

              QUALI SONO LE PRINCIPALI
         MOTIVAZIONI DI SCELTA CHE SPINGONO
               IL CLIENTE AD ADERIRE
              ALLA NOSTRA PROPOSTA ?

   Acquisendo un servizio, il cliente acquista il modo di
    SODDISFARE UNO, O PIU' DEI SUOI MOTIVI DI
    ACQUISTO.
   Se un cliente reclama, lamenta L'INSODDISFAZIONE DI
    UNA O PIU' DELLE SUE MOTIVAZIONI DI SCELTA.


                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   113
la motivazione di una scelta

        “Io sono
        ciò che acquisto”




            (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   114
la motivazione di una scelta
   1.L'INEDITO
      LA NOVITA'
     LA CURIOSITA‘

E' L'ATTRATTIVA
 di ciò che è nuovo, non ancora noto
 delle esperienze, delle sensazioni nuove.
 delle novità, degli ultimi perfezionamenti
 del servizio nuovo che consente di aumentare la clientela
 del rischio che offre la possibilità di maggiori guadagni




                         (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   115
la motivazione di una scelta
   2. IL LUCRO
     L'AVIDITA'
      IL GUADAGNO

E' IL DESIDERIO
 di possedere
 del guadagno preso in senso lato
 di fare economia
 di acquistare al migliore prezzo
 di acquistare un prodotto di lunga durata,
    un articolo di uso economico
 di avere degli utili
 di sviluppare il volume d'affari
 di vedere di ritorno la clientela


                         (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   116
la motivazione di una scelta

3. LA COMODITA'
    IL CONFORTO
      IL BENESSERE

E' IL DESIDERIO
 di non stancarsi inutilmente
 di semplificare i problemi, le difficoltà
 di benessere materiale e intellettuale
 di possedere articoli di comodo impiego
 di avere comode condizioni di pagamento




                         (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   117
la motivazione di una scelta

4. L'AFFETTIVITA'
      LA SIMPATIA

E' IL DESIDERIO
 di far piacere a chi si ama
 di far felici
 di appagare i desideri delle persone care, degli amici
 di far piacere a se stessi
 di fare un regalo
 di comprare dal commerciante conosciuto, simpatico
 di acquistare da una Società conosciuta di comprare dal venditore
    amico, simpatico

                        (C) 2006 www.rovatticonsulting.com     118
la motivazione di una scelta

5. LA SICUREZZA

E' IL DESIDERIO
 di proteggersi, basato sul timore continuo
 di perdere qualcosa o qualcuno
 di non sbagliare negli acquisti
 di avere delle garanzie
 di avere sicurezza d'impiego
 di essere rassicurato
 di indirizzarsi ad un a casa sicura
 di avere dei prodotti collaudati, solidi
 di non perdere ne denaro ne clientela
 di avere una vendita assicurata


                         (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   119
la motivazione di una scelta
6. L'ORGOGLIO

E' IL DESIDERIO
 di sentirsi importante
 di elevarsi, di dominare
 di distinguersi, di superare gli altri
 di possedere l'articolo di moda, l'articolo di
   lusso che distingue l'articolo che gli altri non
   hanno
 di dare tono al proprio lavoro
 di superare i concorrenti
 di trattare gli articoli in esclusiva
 di acquistare solo articoli di "prima scelta"
                       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   120
la motivazione di una scelta
Come sfruttare le motivazioni di scelta?

ADATTATEVI A "I L C A S O" DEL VOSTRO CLIENTE
Cercate di scoprire le sue motivazioni psicologiche,
"ILCASO", e possederete la CHIAVE UNIVERSALE
            INEDITO
            LUCRO

            COMODITA'
            AFFETTIVITA'
            SICUREZZA
            ORGOGLIO
                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   121
la motivazione di una scelta


           Non vi resta che
  BASARE LA VOSTRA RISOLUZIONE
      sulle motivazioni di scelta
   che avrete scoperto nella fase di
              INDAGINE


             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   122
la motivazione di una scelta

Ma attenzione ai seguenti TRE PRINCIPI:

   Per una stessa soluzione, le motivazioni di scelta
    possono cambiare a seconda degli individui
   Le motivazioni di scelta possono mutare, nello stesso
    individuo, secondo i momenti e secondo le circostanze
   Lo stesso individuo obbedisce generalmente nello
    stesso tempo a molteplici motivazioni, con
    predominanza di alcune su altre.



                      (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   123
la motivazione di una scelta

  LA SOLUZIONE IN SE STESSA E' DI
      SECONDARIA IMPORTANZA

   NON PROPONETE IL PRODOTTO
     O LA SOLUZIONE PRATICA,
 MA L'IDEA CHE SE NE FA IL CLIENTE


             (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   124
la motivazione di una scelta

              DATE AL CLIENTE
        CIO' CHE DESIDERA RICEVERE

       I BENEFICI DI AVERVI CHIAMATO

       I VANTAGGI DELLA RISOLUZIONE

                 IL SERVIZIO

   ATTENZIONE, COMPRENSIONE e CORTESIA


               (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   125
Uno strumento per comunicare

       Grazie per l’attenzione.

       (C) 2006 www.rovatticonsulting.com   126

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La gestione del telefono

  • 1. … il gusto di comunicare con efficacia!2006 www.rovatticonsulting.com (C)
  • 2. Uno strumento per comunicare (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 2
  • 3. “Visto che tutti, ai nostri giorni, usiamo il telefono, c’è da chiedersi perché tanti di noi lo usino male, cioè non riescano ad ottenere da un colloquio telefonico, la conclusione che sperano. Forse perché considerano il telefono come un mezzo di comunicazione che permette di dire tutto, a chiunque e in modo qualsiasi, e non strutturano le telefonate in funzione dello scopo che si prefiggono?” (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 3
  • 4. introduzione  Parlare di comunicazione è importante per lo sviluppo di una qualsiasi attività, e risulta fondamentale per una azienda erogatrice di servizi perché, è solo dalla soddisfazione tratta dal rapporto interpersonale costituito che il cliente riacquista il servizio, pur avendo alternative. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 4
  • 5. introduzione  Il telefono, possiamo dirlo tranquillamente, ha letteralmente sconvolto la nostra società aumentando all'infinito le possibilità di comunicazione tra le persone. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 5
  • 6. introduzione  Oramaiil telefono viene considerato erroneamente da molti, un mezzo di comunicazione e non uno strumento per comunicare! (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 6
  • 7. introduzione  Riflettere bene sulla differenza sostanziale e non semantica della differenza indicata Questo “porta” Questo “fa” (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 7
  • 8. introduzione  Questo ci permetterà di comprendere perché parliamo di miglioramento della qualità della comunicazione telefonica attraverso il telefono e non di miglioramento dell'apparecchio telefonico. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 8
  • 9. introduzione Quando parliamo personalmente con un cliente siamo letteralmente sommersi da segnali non verbali che ci aiutano a capirlo meglio … (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 9
  • 10. introduzione  Piega impercettibilmente le labbra quando gli proponete i vostri servizi?  Aggrotta le ciglia? Arretra leggermente? > Capite subito che la strada per ottenere il suo consenso è ancora lunga.  Sopprime uno sbadiglio?  Guarda l'orologio e picchietta sulla cassa? > Significa che lo stiamo annoiando e che è ora di terminare l'incontro. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 10
  • 11. introduzione  Altelefono, invece abbiamo a disposizione un unico strumento per valutare il nostro interlocutore, per comunicare con lui e farci comprendere: ? (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 11
  • 12. Cosa scopriremo  La voce - vantaggi - vincoli  Tecniche di comunicazione verbale  L’altrui percezione  Sentirsi bene con sé stessi - la nostra immagine - le persone sono reali - il rispetto  La qualità del nostro lavoro - fare più del minimo  Il linguaggio di una positiva comunicazione  L’arte di soddisfare il cliente  La comunicazione  La comunicazione pervasiva  Lo stile nella comunicazione  La motivazione di una scelta  Tecnica di comunicazione telefonica (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 12
  • 13. la voce (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 13
  • 14. la voce  Dovremo, quindi, sviluppare le giuste tecniche di comunicazione, per far si che ogni nostra telefonata fatta o ricevuta, raggiunga un preciso obiettivo: FORNIRE LA MASSIMA SODDISFAZIONE ALL'INTERLOCUTORE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 14
  • 15. la voce  Possiamoaffermare che la regola fondamentale per una buona comunicazione telefonica è: SAPER ASCOLTARE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 15
  • 16. la voce  Ascoltando possiamo ottenere informazioni sul nostro interlocutore, le sue intenzioni, i suoi problemi, le sue obiezioni, sapendo che: PIU' IL NOSTRO INTERLOCUTORE PARLA, PIU' SI RIVELA … (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 16
  • 17. la voce  Oltre a questo, il saper ascoltare, nella comunicazione telefonica, ci permette di: CAPIRE IL MESSAGGIO EMESSO per TROVARE LE RISPOSTE PERTINENTI (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 17
  • 18. la voce  Persfruttare appieno le peculiarità dello strumento, per far propri i vantaggi e compensarne i vincoli, è necessario acquisire le opportune tecniche ed usarle opportunamente. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 18
  • 19. la voce Ricordate, soprattutto, che: L'ABITUDINE A TELEFONARE RISCHIA DI FAR PERDERE DI VISTA I PROBLEMI CHE L'USO COMPORTA (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 19
  • 20. la voce Nella comunicazione telefonica, il problema principale è :  AMPLIFICARE I VANTAGGI  COMPENSARE I VINCOLI (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 20
  • 21. i vantaggi (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 21
  • 22. i vantaggi  contatto istantaneo  risparmio di tempo  decisioni immediate  contatto tra i giusti interlocutori  instauratore rapporto interpersonale  miglioramento del clima  economicità indiretta (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 22
  • 23. i vincoli (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 23
  • 24. i vincoli  limitazione dei mezzi di comunicazione  disponibilità di distorsione del messaggio  rischi di disturbi diretti ed indiretti  non " visualizzazione " dei segnali di meta comunicazione  facilità del rifiuto  possibilità del disimpegno negativo del cliente (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 24
  • 25. tecniche di comunicazione verbale (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 25
  • 26. tecniche di comunicazione verbale  Sono numerose le tecniche di comunicazione: i vari metodi per apprendere le tecniche per una migliore comunicazione interpersonale partono, però da un principio: TUTTI NOI POSSEDIAMO LE DOTI PER DIVENTARE OTTIMI COMUNICATORI (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 26
  • 27. tecniche di comunicazione verbale  Comunicare è per noi indispensabile perché è solo attraverso la comunicazione che possiamo metterci in relazione con la gente, risolvere i loro problemi o vedere risolti i nostri. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 27
  • 28. tecniche di comunicazione verbale  Inogni momento della nostra vita, sia professionale che personale, possiamo trovarci nel ruolo del trasmittente, colui che stimola la comunicazione o del ricevente, il destinatario della comunicazione. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 28
  • 29. laboratorio (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 29
  • 30. laboratorio  Prendete un foglio bianco, tracciate una riga centrale e sulla colonna di sinistra, fate un elenco delle cose da migliorare nel vostro modo di comunicare, mentre in quello di destra l'elenco dei vostri pregi.  Ripensate a come vi siete comportati negli ultimi casi in cui avete dovuto affrontare una comunicazione telefonica ... (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 30
  • 31. laboratorio  Avete pensato all'intonazione della voce?  Alla chiarezza, alla capacità di collegare le idee, del potere di convincere, della capacità di ascoltare, di essere brevi e concisi, di porre domande?  Vi interessate veramente agli altri?  Riuscite a sorridere?  Avete grinta?  Siete sinceri, naturali, sensibili?  Avete il senso dell'opportunità?  Siete calmi, cordiali, tolleranti?  Sapete rispondere alle obiezioni? (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 31
  • 32. laboratorio  Ora,prendete il foglio con indicati i pregi con le cose da migliorare e considerate l'aspetto contrario di ogni elemento indicato. Sappiate che ognuno di noi ha dei pregi nei propri difetti e difetti nei propri pregi. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 32
  • 33. laboratorio  Ciò che intendiamo dirvi è che diventare un buon comunicatore non bisogna ispirarsi a modelli ideali o seguire le regole d'oro.  Ciò di cui abbiamo bisogno è già in noi anche se, oggi, come semplice potenziale. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 33
  • 34. laboratorio  I soli limiti alle nostre realizzazioni di domani , sono i dubbi di oggi.  Sono le nostre paure ed i nostri blocchi che ci impediscono di usare le facoltà che sono in noi. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 34
  • 35. l’altrui percezione (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 35
  • 36. l’altrui percezione Un modo molto semplice per positivizzare l'approccio alla comunicazione telefonica è: METTERSI NEI PANNI DELL'INTERLOCUTORE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 36
  • 37. l’altrui percezione E cioè, se voi foste stati al loro posto, che cosa avreste pensato di positivo della persona interlocutrice (voi stessi)? (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 37
  • 38. l’altrui percezione  Cambiate punto di vista, considerate la situazione con l'ottica dell'altro, invece che con la vostra. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 38
  • 39. l’altrui percezione  Pensate a ciò che avreste potuto fare perché le cose si svolgessero diversamente. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 39
  • 40. l’altrui percezione  E' molto difficile accettare il fatto che gli altri, e lo stesso vale per noi, non ci percepiscano come siamo, perché la loro visione ed i loro sensi sono alterati dal filtro dei pregiudizi e dei preconcetti. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 40
  • 41. l’altrui percezione  Semplicemente tutti abbiamo il NOSTRO PUNTO DI VISTA e sino a quando non impareremo a metterci al posto degli altri per percepire le cose dal LORO PUNTO DI VISTA, avremo grossi problemi nel comunicare. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 41
  • 42. l’altrui percezione  Qualsiasicosa ci venga detta, soprattutto al telefono è sempre filtrato da mille cose: i problemi, i pensieri, il vissuto personale ed altro ancora. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 42
  • 43. l’altrui percezione  Quello che un qualsiasi interlocutore esprime non è mai il riflesso obiettivo di quello che facciamo, ma uno specchio deformante. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 43
  • 44. l’altrui percezione  Ricordatevi, perciò, che qualsiasi argomento di comunicazione non è mai da considerarsi come un attacco personale, bensì come una richiesta d'aiuto. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 44
  • 45. l’altrui percezione  E'importante che, comunicare, specialmente al telefono, non diventi un'attività abitudinaria o codificata, ma un'azione spontanea, nella quale ci troviamo a nostro agio, sempre e comunque. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 45
  • 46. l’altrui percezione Isentimenti sono la chiave ed influenzano le nostre decisioni … (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 46
  • 47. l’altrui percezione  L'impatto dei nostri sentimenti non è limitato alle grandi decisioni; i sentimenti riguardano tutto ciò che facciamo, e su questo sono determinanti. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 47
  • 48. l’altrui percezione IL CLIENTE VUOLE ESSERE TRATTATO COME UN AMICO E SI ASPETTA QUALITA' UNA COMUNICAZIONE POSITIVA è un SERVIZIO DI QUALITA‘ UNA COMUNICAZIONE NEGATIVA ci rende ARRABBIATI E RISENTITI (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 48
  • 49. Sentirsi bene con sé stessi (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 49
  • 50. Sentirsi bene con sé stessi  Ilmodo con cui trattiamo gli altri è strettamente collegato al modo in cui ci sentiamo con noi stessi. ? (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 50
  • 51. Sentirsi bene con sé stessi  Tutti noi possiamo avere, talvolta, delle brutte giornate. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 51
  • 52. Sentirsi bene con sé stessi  Cosìcome noi siamo sensibili ai sentimenti delle persone che ci circondano, i clienti sono sensibili ai nostri sentimenti. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 52
  • 53. Sentirsi bene con sé stessi  La più importante regola nel condurre una buona comunicazione è sentirsi bene con se stessi. E ciò non accade automaticamente. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 53
  • 54. Sentirsi bene con sé stessi  Ilprimo passo è ricordare che i nostri clienti raramente sono la causa dei nostri problemi.  Darsi una pacca sulla spalla per il lavoro ben fatto. Accettare i complimenti dagli altri con gratitudine e riconoscenza (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 54
  • 55. la nostra immagine è importante  Non dobbiamo aver paura di sentirsi bene con noi stessi  Se abbiamo dei problemi l'idea è ricordare che noi possiamo risolverli al momento giusto (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 55
  • 56. la nostra immagine è importante "sentiti bene con te stesso tu sei una persona speciale" (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 56
  • 57. le persone sono reali  Per molti di noi, una delle cose più irritanti è scoprire di essere trattati come un numero.  Sfortunatamente, come consumatori/utenti noi siamo proprio spesso visti come un numero e niente di più. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 57
  • 58. il rispetto ANCHE I CLIENTI HANNO DEI SENTIMENTI La gente ha bisogno di un qualcosa di più dell'efficienza: VUOLE ESSERE RICONOSCIUTA COME UN INDIVIDUO quindi: NON MOSTRATE INDIFFERENZA NEI CONFRONTI DEGLI ALTRI. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 58
  • 59. la qualità del nostro lavoro (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 59
  • 60. la qualità del nostro lavoro  La scarsa qualità deriva dalla scarsa abitudine.  Molte persone pensano che ciò che fanno non sia importante. Perciò è necessario proporsi degli ALTI MODELLI. IL DENARO NON DEVE ESSERE L'UNICA MOTIVAZIONE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 60
  • 61. la qualità del nostro lavoro  Se pensando al vostro lavoro non troverete nient'altro di positivo oltre il denaro, farete un favore a voi stessi cercando qualcos'altro da fare. ESSERE INFELICI IN UN LAVORO NON RECA BENEFICI NE' A VOI STESSI NE' AGLI ALTRI (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 61
  • 62. la qualità del nostro lavoro IL SEGRETO DEL SUCCESSO E' VEDERE IL PROPRIO LAVORO COME UN MODO PER DARE IL MEGLIO DELLE PROPRIE POSSIBILITA‘  Naturalmente nessuno di noi si diverte con ogni aspetto del proprio lavoro, ma nella nostra mente i lati positivi devono superare quelli negativi. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 62
  • 63. fare più del minimo E' UN NOSTRO DIRITTO ASPETTARCI IL MEGLIO Quando noi riceviamo una Comunicazione Positiva noi ci sentiamo bene. D'altro canto, quando siamo sotto pressione, ignorati o trattati come un numero, noi reagiamo con forza alla Comunicazione Negativa. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 63
  • 64. fare più del minimo LE CHIAVI DEL SUCCESSO SONO: CORTESIA, ONESTA' E BUONE MANIERE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 64
  • 65. fare più del minimo  La qualità nel servizio è un’attitudine vincente. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 65
  • 66. fare più del minimo  Non c'è mistero: voi conoscete il vostro lavoro meglio di chiunque altro. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 66
  • 67. fare più del minimo  Voi potete facilmente pensare ai modi di improntare il vostro personale servizio con gli utenti e con i vostri collaboratori. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 67
  • 68. fare più del minimo Con questa attitudine voi avrete successo in qualunque cosa farete e in qualunque posto lavorerete. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 68
  • 69. Il linguaggio di una positiva comunicazione (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 69
  • 70. Il linguaggio di una positiva comunicazione PARLARE: UN SEMPLICE MODO PER UNA POSITIVA COMUNICAZIONE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 70
  • 71. Il linguaggio di una positiva comunicazione  Prendete tempo per pensare a ciò che si vuole dire, a come volete dire ciò al cliente che state servendo.  Usare un tono di voce amichevole e maniere gentili  Usare il nome delle persone: questo perché voi state trattando con persone individualmente; se il vostro contatto con le persone è per telefono, richiedete il nome della persona all'inizio della telefonata e usatelo spesso durante il colloquio. Non preoccupatevi di esagerare; molte persone non sono mai stanche di essere chiamate per nome.  Mostrate rispetto per gli altri  Ricordate che le persone apprezzano le spiegazioni  Siate generosi con i complimenti  Non tralasciate di dire "Grazie" e di sorridere (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 71
  • 72. Il linguaggio di una positiva comunicazione (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 72
  • 73. Il linguaggio di una positiva comunicazione Ma come è la vostra immagine? NON ESISTE UNA SECONDA OCCASIONE PER FARE UNA BELLA PRIMA IMPRESSIONE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 73
  • 74. Il linguaggio di una positiva comunicazione Esercizio: Descrivi la tua/ il tuo collega (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 74
  • 75. Il linguaggio di una positiva comunicazione  L'immagine che noi offriamo è un modo estremamente importante di COMUNICARE.  Nel nostro lavoro l'immagine individuale combinata con quella di tutti, contribuisce a creare l'immagine pubblica della nostra attività. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 75
  • 76. Il linguaggio di una positiva comunicazione  Le immagini iniziano e finiscono con ciascuno di noi.  La maggior parte di noi non può realmente capire come noi appariamo agli altri, ma può facilmente costatare gli effetti che abbiamo sulle altre persone  Quando noi emaniamo calore, amicizia, onestà, pazienza, tatto e cortesia, sollecitudine, le altre persone rispondono in MODO POSITIVO a ciò che possono vedere. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 76
  • 77. Il linguaggio di una positiva comunicazione LE REAZIONI SONO IMPORTANTI:  Ponetevi dei modelli, degli standard e cercate di eguagliarli  Non preoccupatevi di ciò che fanno le altre persone SEMPLICEMENTE FATE IL MEGLIO DI CIO' CHE POTETE Quando voi siete APERTI e ONESTI con voi stessi e con gli altri, OGNUNO VI APPREZZERA'. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 77
  • 78. Il linguaggio di una positiva comunicazione IDENTIFICA LA NECESSITA' DEL CLIENTE  Diche cosa ha bisogno il cliente?  Noi possiamo avere buone intenzioni per venire incontro alle necessità degli altri, ma non possiamo aiutare gli altri se non capiamo le loro reali esigenze. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 78
  • 79. Il linguaggio di una positiva comunicazione Ma, come avere questa informazione ? CHIEDETEGLIELA!!! (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 79
  • 80. Il linguaggio di una positiva comunicazione FAI DOMANDE E ASCOLTA  Faredomande è effettivamente un approccio caloroso.  Bisogna però ASCOLTARE ATTENTAMENTE LE RISPOSTE !  Questi sono i SOLI MODI eccellenti di provvedere alla Qualità del Servizio. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 80
  • 81. L’arte di soddisfare il cliente (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 81
  • 82. L’arte di soddisfare il cliente Gli affari di maggior successo sono quelli in cui la maggior parte del tempo è spesa cercando di rendere soddisfatti e contenti i propri clienti. IL SUCCESSO SI COSTRUISCE SUI VALORI E SULLE INTERAZIONI UMANE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 82
  • 83. L’arte di soddisfare il cliente  Meglio noi interagiamo con i clienti e i collaboratori e meglio noi li serviremo e lavoreremo con loro.  Le persone lavorano per dare il meglio di loro stesse.  Essi vogliono vincere per loro stessi e per gli altri  Essi sanno che per rendere soddisfatte e felici le altre persone basterà provvedere alla Qualità del Servizio rivolto al cliente (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 83
  • 84. L’arte di soddisfare il cliente  Noispesso sentiamo che siamo solo un " piccolo ingranaggio in un più grande meccanismo ". Ma non è così (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 84
  • 85. L’arte di soddisfare il cliente IL SUCCESSO SI COSTRUISCE SULLE CAPACITA‘ UMANE, NON SULLE MACCHINE! (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 85
  • 86. L’arte di soddisfare il cliente  Noi temiamo i giudizi negativi. Tutti abbiamo questa paura inconscia: temiamo le reazioni negative da parte degli altri.  Ma i clienti apprezzano la Sincerità e l'Amicizia. In altre parole: SIATE SINCERI! (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 86
  • 87. la comunicazione (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 87
  • 88. la comunicazione COME CAPIRSI?  Innanzi tutto PARLARE LA STESSA LINGUA.  Dobbiamo adottare il linguaggio di chi ci ascolta.  Se vi sono termini tecnici ed un linguaggio specialistico assicuriamoci che il nostro interlocutore lo capisca, altrimenti spieghiamoci al meglio. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 88
  • 89. la comunicazione  ASSICURARSI CHE L'INTERLOCUTORE CI SENTA, cioè che non ci siano fattori che disturbano la comunicazione. Dobbiamo avere tutta l'intenzione dell'ascoltatore.  FARSI RIPETERE L'INFORMAZIONE. Se abbiamo qualche dubbio sull'avvenuta comprensione del messaggio, ripetiamolo in altra forma. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 89
  • 90. la comunicazione  Quando dobbiamo comunicare dei concetti o delle cose specifiche a delle persone che non sono esperte od addentro all'argomento, ricorriamo a delle PAROLE IMMAGINE O FRASI IMMAGINE, o a cose di uso quotidiano e perciò conosciuto da tutti.  Lo stile astratto della comunicazione è sempre poco efficace.  Questo vale a maggior ragione al telefono, dove non possiamo utilizzare il linguaggio del corpo. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 90
  • 91. la comunicazione NON BASTA METTERE INSIEME PAROLE BELLE E CORRETTE  La voce è, malleabile, quindi SI PUO' MIGLIORARE.  Il volume di voce per esempio è un’abitudine.  Con esercizi semplici, con la volontà e l'autocontrollo, si può cambiare e rendere più gradevole.  Nella conversazione inoltre è necessario dare ritmo alla voce, non appiattire tutto il messaggio ma sottolineare con l'intonazione le parti più importanti, con il tono negativo ciò che poniamo come domanda ...... (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 91
  • 92. la comunicazione  Un'altra componente fondamentale affinché il nostro messaggio venga recepito, ed è quello che vogliamo, è PARLARE A VELOCITA' ACCESSIBILE.  Se parliamo troppo lentamente, l'ascoltatore si stancherà ed inizierà a fare qualcos'altro, se invece siamo troppo veloci ciò che noi diciamo verrà recepito solo parzialmente, otterremo quindi lo stesso effetto: il nostro interlocutore penserà che non vale la pena di ascoltarci. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 92
  • 93. la comunicazione pervasiva (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 93
  • 94. la comunicazione pervasiva Predisposizione per la reciproca accettazione  disponibilità  immagine di competenza  personalizzazione del rapporto  accoglimento ed accettazione Comprendere il cliente  stimolarlo a parlare  valutare orientamenti ed esigenze  dimostrare di aver compreso il problema posto (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 94
  • 95. la comunicazione pervasiva Indagine  ricognizione (domande aperte)  analisi motivazionale  analisi transazionale Proporre la soluzione  informare  dimostrare che quanto proposto soddisfa il problema  stimolare la formulazione di obiezioni (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 95
  • 96. la comunicazione pervasiva essere PREPARATI alla comunicazione in arrivo significa: DEFINIRE UN OBIETTIVO "COSA“ comunicare a "CHI“ GLI OBIETTIVI SPECIFICI DELLA COMUNICAZIONE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 96
  • 97. lo stile nella comunicazione (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 97
  • 98. lo stile nella comunicazione ATTENZIONE:  Alle espressioni che TRADISCONO INSICUREZZA  Alle espressioni che INDEBOLISCONO L'IMPATTO PERSUASIVO  Alle espressioni che fanno VACILLARE i vostri argomenti (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 98
  • 99. lo stile nella comunicazione LIMITATE AL MINIMO:  LE ESPRESSIONI NEGATIVE (effetto "eco")  Tutte le espressioni che, avendo una forma negativa, provocano una negazione da parte del cliente:  " Non crede che...? "  " Non vuole che...? "  " Non preferisce questo, no? " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 99
  • 100. lo stile nella comunicazione LE ESPRESSIONI "FILO SPINATO"  Tutte le espressioni che INDISPONGONO il cliente:  " Ma no! "  " Mi lasci parlare, per favore. "  " Lei si sbaglia "  " Lei non ha capito "  " Non è il caso che mi ripeta... " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 100
  • 101. lo stile nella comunicazione LE PAROLE "NERE“ (causano dei micro-choc)  Tutte le parole infelici che evocano nel cliente immagini incresciose:  " Guaio, disagio, rischio, truffa... "  " Reclamo, obiezione... "  " Non si preoccupi "  " Non c'è problema " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 101
  • 102. lo stile nella comunicazione LE ESPRESSIONI DUBITATIVE  Tutte le espressioni che fanno sorgere DUBBI nello spirito del cliente ed attenuano la forza degli argomenti:  " forse....questa è la soluzione più adatta per lei  " penso, credo che... sia il prodotto fatto apposta per lei "  " probabilmente è una buona soluzione... " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 102
  • 103. lo stile nella comunicazione LE ESPRESSIONI VELLEITARIE (tolgono sicurezza)  I tempi al FUTURO, CONDIZIONALE, CONGIUNTIVO, che pongono delle condizioni all'assenso del cliente:  " dovrebbe prendere la bolla.... "  " Se mi desse il suo codice cliente... "  " Se mi ordinasse... "  " Potremo studiare insieme... "  " Sarebbe interessante per lei... " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 103
  • 104. lo stile nella comunicazione LE FRASI TAPPA-BUCHI  Tutte le espressioni che vogliono riempire i VUOTI DELLA CONVERSAZIONE:  " In altri termini... "  " Per così dire... "  " Diciamo così... "  " Cioè...Cioè...cioè...” (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 104
  • 105. lo stile nella comunicazione LE ESPRESSIONI CERIMONIOSE Tutte le espressioni che mettono il persuasore in stato di inferiorità:  " Potrebbe essere così cortese da darmi il codice ? "  " Mi scuso di farle perdere inutilmente del tempo... "  " Se potesse dedicare un po’ del suo tempo prezioso al nostro incaricato... " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 105
  • 106. lo stile nella comunicazione LE ESPRESSIONI PERSONALI  Tutte le espressioni che pongono in luce noi ed in ombra il cliente e che finiscono per stancarlo:  " Io...me...la nostra società... "  " Noi...le nostre procedure " (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 106
  • 107. lo stile nella comunicazione Affinché il vostro stile sia efficacie, ubbidite a questi tre principi essenziali: (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 107
  • 108. lo stile nella comunicazione 1 - STILE AFFERMATIVO Crea sicurezza, da vigore al nostro discorso (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 108
  • 109. lo stile nella comunicazione  2 - PARLATE AL PRESENTE Anticipate gli effetti della soluzione che proponete: il presente è il tempo dell'azione, il tempo della certezza. Il nostro stile deve dare al cliente l'impressione che stia già fruendo del servizio o che abbia già risolto il suo problema. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 109
  • 110. lo stile nella comunicazione 3 - PARLATE AL "LEI" Parlate all'interlocutore dei suoi problemi e dei vantaggi che lui troverà nella nostra proposta. Ponetelo al centro della comunicazione (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 110
  • 111. la motivazione di una scelta (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 111
  • 112. la motivazione di una scelta COSA SI INTENDE PER MOTIVAZIONE SI SCELTA?  Ogni persuasione è differente dalle altre, perché ogni cliente è diverso da un altro cliente.  Perciò nel comunicare non avrete successo, se non vi ADATTERETE a ciascun cliente.  Questo adattamento è possibile solo se possederete una chiave che possa aprirvi il cuore dei clienti.  Poiché non potete possedere una chiave per ogni cliente vi occorre una chiave COMUNE a tutti i vostri clienti.  Questa chiave è costituita dall'insieme delle MOTIVAZIONI DI SCELTA comuni a tutti gli uomini, sia pure con certe sfumature individuali. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 112
  • 113. la motivazione di una scelta QUALI SONO LE PRINCIPALI MOTIVAZIONI DI SCELTA CHE SPINGONO IL CLIENTE AD ADERIRE ALLA NOSTRA PROPOSTA ?  Acquisendo un servizio, il cliente acquista il modo di SODDISFARE UNO, O PIU' DEI SUOI MOTIVI DI ACQUISTO.  Se un cliente reclama, lamenta L'INSODDISFAZIONE DI UNA O PIU' DELLE SUE MOTIVAZIONI DI SCELTA. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 113
  • 114. la motivazione di una scelta “Io sono ciò che acquisto” (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 114
  • 115. la motivazione di una scelta  1.L'INEDITO LA NOVITA' LA CURIOSITA‘ E' L'ATTRATTIVA  di ciò che è nuovo, non ancora noto  delle esperienze, delle sensazioni nuove.  delle novità, degli ultimi perfezionamenti  del servizio nuovo che consente di aumentare la clientela  del rischio che offre la possibilità di maggiori guadagni (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 115
  • 116. la motivazione di una scelta  2. IL LUCRO L'AVIDITA' IL GUADAGNO E' IL DESIDERIO  di possedere  del guadagno preso in senso lato  di fare economia  di acquistare al migliore prezzo  di acquistare un prodotto di lunga durata, un articolo di uso economico  di avere degli utili  di sviluppare il volume d'affari  di vedere di ritorno la clientela (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 116
  • 117. la motivazione di una scelta 3. LA COMODITA' IL CONFORTO IL BENESSERE E' IL DESIDERIO  di non stancarsi inutilmente  di semplificare i problemi, le difficoltà  di benessere materiale e intellettuale  di possedere articoli di comodo impiego  di avere comode condizioni di pagamento (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 117
  • 118. la motivazione di una scelta 4. L'AFFETTIVITA' LA SIMPATIA E' IL DESIDERIO  di far piacere a chi si ama  di far felici  di appagare i desideri delle persone care, degli amici  di far piacere a se stessi  di fare un regalo  di comprare dal commerciante conosciuto, simpatico  di acquistare da una Società conosciuta di comprare dal venditore amico, simpatico (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 118
  • 119. la motivazione di una scelta 5. LA SICUREZZA E' IL DESIDERIO  di proteggersi, basato sul timore continuo  di perdere qualcosa o qualcuno  di non sbagliare negli acquisti  di avere delle garanzie  di avere sicurezza d'impiego  di essere rassicurato  di indirizzarsi ad un a casa sicura  di avere dei prodotti collaudati, solidi  di non perdere ne denaro ne clientela  di avere una vendita assicurata (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 119
  • 120. la motivazione di una scelta 6. L'ORGOGLIO E' IL DESIDERIO  di sentirsi importante  di elevarsi, di dominare  di distinguersi, di superare gli altri  di possedere l'articolo di moda, l'articolo di lusso che distingue l'articolo che gli altri non hanno  di dare tono al proprio lavoro  di superare i concorrenti  di trattare gli articoli in esclusiva  di acquistare solo articoli di "prima scelta" (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 120
  • 121. la motivazione di una scelta Come sfruttare le motivazioni di scelta? ADATTATEVI A "I L C A S O" DEL VOSTRO CLIENTE Cercate di scoprire le sue motivazioni psicologiche, "ILCASO", e possederete la CHIAVE UNIVERSALE INEDITO LUCRO COMODITA' AFFETTIVITA' SICUREZZA ORGOGLIO (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 121
  • 122. la motivazione di una scelta Non vi resta che BASARE LA VOSTRA RISOLUZIONE sulle motivazioni di scelta che avrete scoperto nella fase di INDAGINE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 122
  • 123. la motivazione di una scelta Ma attenzione ai seguenti TRE PRINCIPI:  Per una stessa soluzione, le motivazioni di scelta possono cambiare a seconda degli individui  Le motivazioni di scelta possono mutare, nello stesso individuo, secondo i momenti e secondo le circostanze  Lo stesso individuo obbedisce generalmente nello stesso tempo a molteplici motivazioni, con predominanza di alcune su altre. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 123
  • 124. la motivazione di una scelta LA SOLUZIONE IN SE STESSA E' DI SECONDARIA IMPORTANZA NON PROPONETE IL PRODOTTO O LA SOLUZIONE PRATICA, MA L'IDEA CHE SE NE FA IL CLIENTE (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 124
  • 125. la motivazione di una scelta DATE AL CLIENTE CIO' CHE DESIDERA RICEVERE I BENEFICI DI AVERVI CHIAMATO I VANTAGGI DELLA RISOLUZIONE IL SERVIZIO ATTENZIONE, COMPRENSIONE e CORTESIA (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 125
  • 126. Uno strumento per comunicare Grazie per l’attenzione. (C) 2006 www.rovatticonsulting.com 126