Annapaola Canevari
Urbanistica e protezione ambientale per la sostenibilità delle trasformazioni ambientali.
Urban planning and environmental protection for the sustainability of environmental change.
1. 2015 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza
in urbanistica
Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience
in Planning
Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti,
Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani
2. Cover
2014
2015 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e
la resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate
Technologies for Sustainability and Resilience in Planning
urbanistica e protezione ambientale per la
sostenibilità delle trasformazioni territoriali
Annapaola Canevari
2 marzo 2015
4. D.P.R. N. 616 24 LUGLIO 1977
Titolo V - ASSETTO ED
UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Capo II - URBANISTICA
Art. 80. URBANISTICA
Le funzioni amministrative relative alla
materia urbanistica concernono la
disciplina dell'uso del territorio
comprensiva di tutti gli aspetti
conoscitivi,
normativi
gestionali
riguardanti le operazioni di
salvaguardia
trasformazione del suolo
nonché
la protezione dell'ambiente.
7. Our Common Future
(Rapporto Bruntland), 1987
“l'umanità dovrà impegnarsi per
rendere lo sviluppo sostenibile
# assicurando il soddisfacimento
dei bisogni della generazione
presente
# senza compromettere
la possibilità delle generazioni
future di realizzare i propri”
8. World Conservation Union,
Programma delle Nazioni Unite per
l‛Ambiente,
World Wildlife Fund for Nature,1991
Lo sviluppo sostenibile è un
miglioramento delle condizioni
di vita delle comunità umane
che
rispetta i limiti delle
capacità di carico
(carrying capacity)
degli ecosistemi
9. Capacità di carico degli
ecosistemi
capacità naturale di un
ecosistema di produrre
stabilmente le risorse
necessarie alle specie viventi,
senza rischi per la
sopravvivenza.
10. r
Immaginiamo di racchiudere una città sotto una
cupola emisferica di vetro trasparente, che lasciasse
entrare la luce ma impedisse alle cose materiali di
qualunque genere di entrare e uscire.
Perché i cittadini di questa città possano
continuare a vivere, la cupola dovrebbe
coprire una quantità di terreno (composto
di zone agricole, foreste, fiumi ed altri
ecosistemi) contenente le risorse necessarie
per produrre energia, alimenti ed altri beni
nonché per assorbire i rifiuti e l’inquinamento
prodotto
Simmons C., Wackernagel M.,
Manuale delle impronte Ecologiche,
Edizioni Ambiente, Milano 2002
11. La quantità di superficie coperta dalla
cupola corrisponde alla “impronta
ecologica”della comunità che vive sotto
di essa.
Se i cittadini che vivono sotto la cupola
consumano molte risorse (ad esempio
mangiando molto di più del necessario o
consumando molto carburante) l’impronta
ecologica di ognuno di essi aumenta
notevolmente.
Consideriamo la carrying capacity non
come il massimo di popolazione, bensì
come il massimo "carico" che l'umanità
può imporre stabilmente all'ecosfera,
senza correre rischi.
13. Come i nostri piedi lasciano un’orma sul terreno
così
i nostri stili di vita lasciano un’impronta
sulla terra
in quanto ne consumano le risorse.
Che cos’è un’impronta ecologica?
"strumento" di misurazione dell’impatto
delle attività antropiche
(comprese quelle urbanistiche)
di una città o di un paese, sugli ecosistemi
locali, regionali e mondiali
Analizzando le "impronte" che lasciamo sulla
Terra possiamo studiare i modi per
trasformare da negativi a positivi questi
impatti.
14. L’ Impronta Ecologica riguarda
il cibo,
la mobilità,
l'energia consumata,
il tipo di casa in cui viviamo,
cioè tutto il nostro stile di vita.
l’impronta ecologica si concentra sulle
dimensioni dei nostri “piedi”, cioè quanto il
nostro stile di vita "pesa" sulle risorse
prodotte dalla terra.
La questione, quindi, non riguarda soltanto il
- numero di persone,
ma soprattutto
- il tipo di popolazione, i consumi e le
tecnologie utilizzate.
15. Secondo la commissione mondiale dell’ambiente
ogni uomo ha a disposizione solo 1,78 ettari pro
capite. erano 2,7 nel 2005
1,78 ha
valore di riferimento per mettere a confronto
le impronte ecologiche delle varie popolazioni.
alcune popolazioni possono avere maggiori
necessità,
di conseguenza
perché non ci sia il degrado ecologico
altre devono consumare meno della media a loro
disposizione
16. confronto fra le impronte ecologiche nazionali
medie di alcune Nazioni 2008
STATI UNITI 9,6 ettari pro capite
AUSTRALIA 9,4 ettari pro capite
ITALIA 4,8 ettari pro capite
GERMANIA 4,2 ettari pro capite
FRANCIA 4,9 ettari pro capite
SVEZIA 5,1 ettari pro capite
CILE 2,3 ettari pro capite
EGITTO 1,4 ettari pro capite
THAILANDIA 1,9 ettari pro capite
ETIOPIA 0,7 ettari pro capite
BANGLADESH 0,6 ettari pro capite
CINA 1,4 ettari pro capite
INDIA 1,0 ettari pro capite
17. Pagina 1 di 1
07/03/2013http://4.bp.blogspot.com/-tqVXH9QeLwo/Tk5XdT7uT7I/AAAAAAAAADA/kqizLL...
18. 86
Fonte: WWF Living Planet Report 2006
http://assets.panda.org/downloads/living_planet_report.pdf
L’impronta ecologica
20.
Costituzione della Repubblica Italiana
7 dicembre 1947
Art. 1.
art. 114 art. 114
Art. 4.
art. 118 Art. 118
• sussidiarietà,
• differenziazione
• adeguatezza.
Spettano alla Regione le funzioni
amministrative....
Modifiche al titolo V della parte seconda della
Costituzione
Legge costituzionale 18 ottobre 2001,n.3
L'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal
seguente:
L'articolo 118 della Costituzione è sostituito dal
seguente:
La repubblica si riparte in Regioni, Province e
Comuni
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province,
dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
Le funzioni amministrative sono attribuite ai
Comuni…. sulla base dei principi di
22. La sostenibilità dello sviluppo è
un obiettivo che va localizzato
poiché
•la capacità di carico
•le potenzialità
di ogni contesto locale
sono elementi caratteristici e
specifici
25. Legge 1497/1939
“Protezione delle bellezze naturali”
sono soggette alla presente legge a causa del loro notevole
interesse pubblico:
• le bellezze panoramiche considerate come quadri
naturali, e così pure i punti di vista o di belvedere
accessibili al pubblico, dai quali si goda lo
spettacolo di quelle bellezze
prevista la possibilità di
“disporre un piano territoriale paesistico, da redigersi
secondo le norme dettate dal regolamento ..... al fine di
impedire che le aree di quelle località siano utilizzate in
modo pregiudizievole alle bellezze panoramiche”
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA
ITALIANA
27 dicembre 1947
PRINCIPI FONDAMENTALI
art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione.
26. TITOLO V
MISURE DI SALVAGUARDIA PER LA TUTELA
DEL PATRIMONIO NATURALE-PAESAGGISTICO
articolo 39 - Sponde dei laghi e dei fiumi
sono vietate:
1. ogni nuova edificazione
2. l' esecuzione di opere di urbanizzazione,
per una fascia di profondità dal limite del demanio, di:
mt. 50 per fiumi e canali nei territori
compresi nelle Comunità montane;
mt. 100 per i laghi, nonchè per i fiumi e
canali nei restanti territori.
articolo 40 - Zone a vincolo idrogeologico
sono vietate nuove costruzioni ed opere di
urbanizzazione
articolo 41 - Boschi, cave e torbiere
vietata l' apertura di nuove cave e torbiere
i tagli dei boschi devono essere autorizzati
LEGGE REGIONALE (Lombardia)51/75
Disciplina urbanistica del territorio regionale
e misure di salvaguardia per la tutela del
patrimonio naturale e paesistico
27. Legge 8 agosto 1985, n. 431 (Galasso)
Conversione in legge con modificazioni del dl 312/85,
disposizioni urgenti per la tutela delle zone
di particolare interesse ambientale.
Art. 1.
Sono sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi della
legge 29-6-1939, n. 1497:
i territori costieri … profondità di 300 m.
i territori contermini ai laghi … profondità di 300 m.
i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua …. 150 metri
le montagne ( 1.600 m. s.l.m. per la catena alpina e
1.200 m.s.l.m. per la catena appenninica )
i ghiacciai e i circhi glaciali;
i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i
territori di protezione esterna dei parchi;
i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché
percorsi o danneggiati dal fuoco
le aree assegnate alle università agrarie
le zone umide
i vulcani
le zone di interesse archeologico.
28. Il vincolo di cui al precedente comma non si applica
Art. 1-bis.
… le regioni sottopongono a specifica normativa d'uso
e di valorizzazione ambientale il relativo territorio
mediante la redazione di piani paesistici o
di piani urbanistico-territoriali con specifica
considerazione dei valori paesistici ed ambientali
Art. 1-quinquies
Le aree e i beni individuati sono inclusi tra quelli in cui è
vietata ogni modificazione dell'assetto del territorio
nonché ogni opera edilizia
Art. 1-sexies
per la violazione delle disposizioni di cui al presente
decreto con la sentenza di condanna viene ordinato il
ripristino dello stato originario dei luoghi a spese del
condannato.
29. LEGGE N. 183/89
NORME PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO
E FUNZIONALE DELLA DIFESA DEL SUOLO
art. 1 – finalità della legge
…assicurare la difesa del suolo,
il risanamento delle acque,
la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per
gli usi di razionale sviluppo economico e sociale,
la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi.
Piani di bacino
30. LEGGE N. 183/89 - 493/93
NORME PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO
E FUNZIONALE DELLA DIFESA DEL SUOLO
art. 17 – valore finalità e contenuti del Piano di Bacino
6 -ter I piani di bacino possono essere redatti e approvati
anche per sottobacini o stralci relativi a settori funzionali
Piani assetto idrogeologico PAI
32. ATTUAZIONE DIRETTIVA QUADRO SULLE ACQUE
2000/60/CE
Recepimento della direttiva in Italia
La direttiva 2000/60/CE è stata recepita in Italia nel 2006, (dgls n.152).
il territorio nazionale è ripartito in
8 distretti idrografici
prevede per ogni distretto la redazione di un piano di gestione*, di
competenza delle Autorità di distretto idrografico.
http://www.direttivaacque.minambiente.it/recepimento_MAPPA.html
* utilizzo idrico e prevenzione
delle alluvioni
35. Il PGT definisce l’assetto dell’intero territorio comunale
è articolato in tre "atti":
• il documento di piano
- di tipo strategico
• il piano dei servizi
- carattere prescrittivo e vincolante
• il piano delle regole
- carattere vincolante
Pianificazione comunale (art. 6)
Legge regione Lombardia n.12/5005
per il governo del territorio
36. Valutazione ambientale dei piani (art. 4)
1. Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed
assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, la
Regione e gli enti locali, …., provvedono alla valutazione
ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione di piani
e programmi.
2. Sono sottoposti alla valutazione ..il piano territoriale
regionale, i piani territoriali regionali d’area e i piani
territoriali di coordinamento provinciali, il documento di
piano di cui all’articolo 8, nonché le varianti agli stessi.
La valutazione ambientale di cui al presente articolo è
effettuata durante la fase preparatoria del piano o del
programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio
della relativa procedura di approvazione
37. Documento di Piano (art. 8)
Il documento di piano definisce
# il quadro conoscitivo del territorio comunale
individuando:
- i grandi sistemi territoriali
- il sistema della mobilità
- le aree a rischio o vulnerabili
- i beni di interesse paesistico o storico-monumentale
# l'assetto geologico, idrogeologico e sismico
38. Piano delle regole (art. 10)
1. Il piano delle regole:
a ...
b ...
c individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione
o degrado e a rischio di incidente rilevante
d contiene in ordine alla componente geologica,
idrogeologica e sismica, quanto previsto dall'art 57
§ recepimento e verifica di coerenza con PTCP e Piano di Bacino
§ individuazione delle aree a pericolosità e vulnerabilità geologica
idrogeologica e sismica
§ norme e prescrizioni a cui le medesime aree sono assoggettate
39. La componente geologica, idrogeologica e
sismica nel Documento di piano
del Piano di governo del territorio
ex art. 8 della Lr. 12/2005
40. La funzione della componente geologica nella pianificazione urbanistica
• Caratterizzazione geologica e geomorfologica;
• Caratterizzazione idrografica (acque
superficiali);
• Caratterizzazione idrogeologica (acque
sotterranee);
• Caratterizzazione dei suoli;
• Vulnerabilità dell’acquifero superficiale;
• Caratterizzazione sismica.
L.r. 24 novembre 1997, n.41
Verifica di compatibilità fra le previsioni urbanistiche e le
condizioni geologiche del territorio
L.r. 11 marzo 2005, n.12 Elemento di valutazione per individuare (a monte della pianificazione):
- gli obiettivi di sviluppo
- gli obiettivi di conservazione
- le condizioni di sostenibilità ambientale
FASE DI ANALISI
FASE DI VALUTAZIONE
FASE PROPOSITIVA
Individuazione delle componenti di
vulnerabilità e criticità del territorio
Propensione del territorio a subire modifiche di
destinazione d’uso e individuazione delle azioni
atte a minimizzare il rischio
41. http://www
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Annua
ambientali e
Pubblicazio
ISPRA
Stato dell'Am
47/2014
ISBN: 978-8
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dizione-2013
orso del 2013, orgaanizzate per settori produttivi, condizioni
45. Relazione 2010 Osservatorio Permanente della Programmazione Territoriale
56
Province
Comuni
delle
Province
Comuni che hanno
adottato dal 2006 al
30.09.2010 il PGT
Percentuale dei Comuni
che hanno adottato dal
2006 al 30.09.2010 il
PGT
BERGAMO 244 99 15%
BRESCIA 206 111 17%
COMO 162 55 8%
CREMONA 115 82 13%
LECCO 90 30 5%
LODI 61 28 4%
MANTOVA 70 36 6%
MILANO 134 54 8%
MONZA
BRIANZA
55 28 4%
PAVIA 190 71 11%
SONDRIO 78 15 2%
VARESE 141 49 7%
1546 658 100%
Province
Totale
Comuni
Comuni che hanno
adottato dal 2006 al
30.09.2010 il PGT
Valore percentuale sul
totale dei Comuni della
Provincia
BERGAMO 244 99 166 40% 68%
BRESCIA 206 111 162 54% 79%
COMO 162 55 84 34% 53%
CREMONA 115 82 102 71% 89%
LECCO 90 30 58 33% 64%
LODI 61 28 40 46% 66%
MANTOVA 70 36 54 51% 77%
MILANO 134 54 97 40% 72%
MONZA
BRIANZA
55 28 42 51% 76%
PAVIA 190 71 138 37% 73%
SONDRIO 78 15 38 19% 49%
VARESE 141 49 80 35% 57%
TOTALE 1546 658 1061 43% 69%
2013
46. 34 Annuario dei dati ambientali
Fonte: ISPRA
Figura 18.1b: Distribuzione gografica dei piani completi e vigenti con eventuale processo VAS
47. 374
Figura 9.27: Stato di attuazione del Progetto CARG (Carta
Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 (marzo 2013)52
fonte ISP A
Le risorse assegnate al Progetto CARG non sono state costanti. Solo
due sono stati i finanziamenti più consistenti, nel 1989 e nel 1999. Dal
1999 non sono state emanate norme che prevedevano nuovi
finanziamenti per il proseguimento del Progetto. Alla luce di quanto
sopra illustrato, si configura pertanto la necessità per i prossimi anni di
un nuovo intervento normativo, con la necessaria copertura finanziaria,
per avviare una seconda fase del Progetto in modo da realizzare i
restanti fogli a copertura dell’intero territorio nazionale e la loro
informatizzazione. Sarebbe inoltre necessario dare seguito alla
produzione, oltre che della carta geologica di base, anche di cartografia
geotematica, che fornisce ulteriori informazioni di carattere
morfologico, idrogeologico, gravimetrico, di stabilità dei versanti
quindi essenziale soprattutto per la conoscenza delle condizioni
generali di rischio e di vulnerabilità del territorio. La sua realizzazione
dovrà in ogni caso seguire quella della carta geologica a pari scala, che
ne costituisce il presupposto fondamentale.
52
Fonte: ISPRA
49. ECOSISTEMA RISCHIO 2011
Monitoraggio sulle attività
delle amministrazioni comunali
per la mitigazione del rischio idrogeologico
Indagine legata a “Operazione Fiumi 2011”
campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione sulla mitigazione
del rischio idrogeologico realizzata da Legambiente con la collaborazione del
Dipartimento della Protezione Civile
Dicembre 2011
50. ECOSISTEMA RISCHIO 2013
Monitoraggio sulle attività
delle amministrazioni comunali
per la mitigazione del rischio idrogeologico
Indagine legata alla X edizione di “Operazione Fiumi 2013”
campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione sulla mitigazione del
rischio idrogeologico realizzata da Legambiente con la collaborazione del
Dipartimento della Protezione Civile
Febbraio 2014
51. Lavoro svolto
Classe di
merito
Numero
comuni
Percentuale
comuni
Ottimo 0 0%
Buono 119 9%
Sufficiente 268 20%
Scarso 536 41%
Insufficiente 393 30%
Fonte: Legambiente
Lavoro svolto
Classe di
merito
Numero
comuni
Percentuale
comuni
Ottimo 7 1%
Buono 311 23%
Sufficiente 346 26%
Scarso 472 35%
Insufficiente 218 16%
Fonte: Legambiente
LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI ITALIANI - 2013
LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI ITALIANI - 2011
Percentuale
comuni
Positivo 29%
Negativo 71%
Positivo
Negativo
49%
51%
Percentuale
comuni
52. 12
di frane e alluvioni e non sono state avviate sufficienti attività mirate alla mitigazione del rischio, né dal
punto di vista della manutenzione del territorio, né nell’organizzazione di un efficiente sistema comunale di
protezione civile.
LE MAGLIE NERE ASSEGNATE AI COMUNI
PER LA MANCATA ATTIVITA’ CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Comune
Provincia
Urbanizzazione sul
territorio
Gestione del
territorio
Allertamento e Pianificazione
Voto
Industrie
Abitazioni-Quartieri
Strutturesensibili
Ultimi10anni
Manutenzione
Messainsicurezza
Delocalizzazioni
RecepimentoPAI
Monitoraggio
PianoEmergenza
Aggiornato
AllertamentoRegionale
PresidiTerritoriali
Strutturah24
Informazione
Esercitazioni
San Pietro di
Carità
RC
0,75
Legenda
Presenza industrie in area a rischio
idrogeologico
Monitoraggio
Presenza case in area a rischio idrogeologico
Case Piano d’emergenza comunale aggiornato ultimi
due anni
Presenza quartieri in area a rischio
idrogeologico Recepimento sistema allertamento regionale
Presenza strutture sensibili, turistiche o
commerciali in area a rischio
Presidi territoriali
Manutenzione ordinaria sponde e opere difesa
idraulica
Struttura h24
Opere di messa in sicurezza
Attività di informazione e sensibilizzazione alla
popolazione
Delocalizzazione case e/o fabbricati industriali
da aree a rischio Esercitazioni
Recepimento del PAI
ai piccoli comuni, ma che possono d’altro canto anche disporre di maggiori risorse.
Tra i capoluoghi intervistati la città prima classificata è Bolzano, che ottiene un 8 in pagella. La città di
Bolzano conferma il risultato positivo ottenuto anche nella precedente edizione della nostra indagine, dovuto
53. 41
La somma matematica del punteggio ottenuto rispondendo, positivamente o negativamente, ai quesiti di
ogni area tematica fornisce il punteggio finale del comune interessato dall’iniziativa compreso tra 0 e 10.
Nella graduatoria finale vengono così create cinque categorie di merito:
Da 0 a 3,75 Comuni che svolgono un insufficiente lavoro di mitigazione del rischio
Da 4 a 5,75 Comuni che svolgono uno scarso lavoro di mitigazione del rischio
Da 6 a 6,75 Comuni che svolgono un sufficiente lavoro di mitigazione del rischio
da 7 a 8,75 Comuni che svolgono un buon lavoro di mitigazione del rischio
da 9 a 10 Comuni che svolgono un ottimo lavoro di mitigazione del rischio
7. La classifica completa
Comune
Provincia
Urbanizzazione sul
territorio
Gestione del
territorio
Allertamento e Pianificazione
Voto
Industrie
Abitazioni-Quartieri
Strutturesensibili
Ultimi10anni
Manutenzione
Messainsicurezza
Delocalizzazioni
RecepimentoPAI
Monitoraggio
PianoEmergenza
Aggiornato
AllertamentoRegionale
PresidiTerritoriali
Strutturah24
Informazione
Esercitazioni
Calenzano FI
9,75
Agnana Calabra RC
9,5
Monastero
Bormida
AT
9,25
Castelveccana VA
9
Figline Valdarno FI
9
Gruaro VE
9
Quinzano
d'Oglio
BS
9
Bruino TO
8,75
Calci PI
8,75
Capodimonte VT
8,75
Forgaria nel
Friuli
UD
8,75
Montefalco PG
8,75
Peveragno CN
8,75
Roccabianca PR
8,75
Serra De'Conti AN
8,75
Caldarola MC
8,5
Castel Viscardo TR
8,5
Cervignano
D'Adda
LO
8,5
Courmayeur AO
8,5
I PRIMI 10 CLASSIFICATI
55. Sei milioni di italiani abitano in territori
ad alto rischio idrogeologico
Studio del Consiglio Nazionale dei Geologi: dal 1944 il dissesto è costato 213
miliardi di euro
14/10/2010 - Sei milioni di italiani abitano in territori ad alto rischio idrogeologico, tre milioni in aree ad
alto rischio sismico e 22 milioni in zone a rischio medio; dal 1944 al 2009 il costo del dissesto
idrogeologico e dei terremoti è stato di 213 miliardi di euro.
La repubblica - 2010
58. Statistiche nazionali ed elaborazione dati
35
In Figura 3.4 è riportato l’indice di franosità su base provinci ale. Le province con più elevato
indice di franosità sono Sondrio, Lecco, Chieti, Pesaro e Urbino e Ancona.
Figura 3.4 Indice di franosità su base provinciale. Progetto I.F.F.I. - Rapporto frane 2007
60. Statistiche nazionali ed elaborazione dati
59
693
39070
1754
14188
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
A
U
TO
STR
A
D
E
STR
A
D
E
FER
R
O
VIEU
R
B
A
N
IZZA
TO
Figura 3.35 a) Istogramma degli elementi a rischio; b) Distribuzione dei punti di criticità nei centri abitati, c) lungo la rete
autostradale e d) ferroviaria.
a) b)
c) d)
Progetto I.F.F.I. - Rapporto frane 2007
66. PRINCIPI BASE
Le risorse necessarie all’uomo
non sono illimitate
Le nostre attività hanno un
effetto sull'ambiente
oggi
ma hanno anche implicazioni
nel futuro.
67.
68. 1966
Chi crede che una
crescita esponenziale
possa durare all’infinito è …
69. 1966
Chi crede che una
crescita esponenziale
possa durare all’infinito è …
…un pazzo
70. 1966
Chi crede che una
crescita esponenziale
possa durare all’infinito è …
…un pazzo
oppure
…un economista
Kenneth Boulding (economista)
71. 1966
Chi crede che una crescita
esponenziale possa continuare
all’infinito in un mondo finito è
un pazzo
oppure
un economista.
2007
La Repubblica – sabato 10 novembre 2007
72. Lom
gran
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Una co
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82. Indice
Perché questo libro pag. 5
Informazione e democrazia pag. 9
Paolo Maddalena
Fuori dalla Costituzione pag. 13
Giovanni Losavio
Una legge illegale pag. 19
Massimo Bray
Sblocca-regole pag. 23
Edoardo Salzano
Il cemento: un vizio di famiglia pag. 29
Paolo Berdini
Mani sulla città pag. 35
Vezio De Lucia
Bagnoli negata pag. 39
Salvatore Settis
Silenzio-assenso pag. 45
Tomaso Montanari
Svendi-Italia pag. 53
Luca Martinelli
Il diavolo nel comma: la Orte-Mestre pag. 59
Anna Donati
Blocca-città pag. 64
Maria Pia Guermandi
I predatori del territorio perduto pag. 69
Pietro Dommarco
Come raschiare il fondo del barile pag. 77
Domenico Finiguerra
Sblocca-inceneritori pag. 83
Anna Maria Bianchi
Carne da mattone pag. 89
Antonello Caporale
Sblocca-corruzione pag. 93
Carlo Petrini
Un’altra idea di sviluppo pag. 97
Gli autori pag. 106
89. Totale Occupate Non occupate %
ITALIA 1991 24.802.884 19.509.362 5.293.522 21
2001 27.291.993 21.653.288 5.638.705 21
2011 28.863.604 23.998.381 4.865.223 17
Totale Occupate Non occupate %
APRICA (SO) 4.004 673 3.331 83
PINZOLO (TN) 6.685 1.227 5.458 82
COMACCHIO (FE) 35.653 7.919 27.734 78
ROSOLINA (RO) 8.170 2.392 5.778 71
CASTEL VOLTURNO (CE) 24.711 6.661 18.050 73
ALFEDENA (AQ) 1.635 332 1.303 80
DATI COMUNALI 2011
ISTAT CENSIMENTO ABITAZIONI 1991, 2001, 2011
DATI NAZIONALI
90. leftlt . ... - •
Affondati .dal mattone
L a notizia dell'inchiesta del 24 febbraio scor-
so dal Guanlian, storico quotidiano dei la-
buristi inglesi, suJJa dimensione quantitativa de-
gli alloggi non utilizzati in Europa non è stata ri-
presa dalla cartastampata come avrebbe merita-
to. Colpaforse del contemporaneo appuntamen-
to per la fiducia al governo Renzi, il fatto è stato
per lo più relegato nelle pagine on line dei mag-
giori quotidiani, ma non haguadagnato evidenza
suJJe edizioniastampa
Eppure lanotiziameritavagrande attenzione. Af-
ferma il Guanlian che nell'intera Europa, Gran
Bretagna compresa, esistono oltre 11 milioni di
case non utilizzate, in parte conseguenza della
crisi iniziata nel 2007 ma anche frutto delle po-
litiche urbanistiche ed economiche poste in es-
sere da molti Paesi in sintonia con gli Stati Uniti.
Quelli che presentano il numero maggiore di al-
loggi vuoti sono la Spagna e J'Italia La prima ha
3 milioni e 400mila alloggi vuoti mentre il nostro
Paese arriva a circa 2 milioni, quasi quanti ne ha
la Francia che ha però una popolazione superio-
re a quella dell'Italia Si comprende meglio allo-
ra il motivo del prudente silenzio che è stato ri-
servato alla damorosa notizia.Proprio i due Pa-
esi che più degli altri hanno fondato le loro mo-
mentanee fortune suJJa mono cultura del matto-
ne, e cioè Spagnae Italia, sono quelli che, insieme
alla Grecia e al Portogallo, soffrono di più gli ef~
fetti r~cessivi della crisi economica e finanziaria
innescata dai mutui immobiliari statunitensi. Gli
altri Paesi della ricca Europa che hanno saputo
indirizzare gli investimenti anche in altri settori
produttivi godono oggi di maggiori possibilità di
uscitadalla recessione. LaGermaniaha un milio-
ne e 800mila alloggi vuoti, mentre la Grari Breta-
gnane ha"appena" 700mila Come è noto, l'indu~
stria tedescasistaaffermando a livello mondiale
mentreil sistemafinanziario londinesehaun ruo-
lo fondamentale nello scacchiere internazionale.
I:Italia ostaggio della rendita immobiliare specu-
lativa annaspa nella crisi. Scontiamo oggi i nodi
non risolti dei decenni passati: averpuntato tutto
suJJ'effimera crescitadei valori immobiliari è sta-
to un tragico errore e oggi ne paghiamo le conse-
guenze con un'economia renna e anche con una
diminuzione dei prezzi delle abitazioni nell'Italia
minore. Ci vorrebbe da parte del nuovo governo
il coraggio per invertire la rotta e cancellare per
sempre 1adissennatacrescitaurbana
LarendH:a
immobiluare
ha blocciato
l'economia
2014
91. CENSIMENTO POPOLAZIONE E ABITAZIONI 2001 -2011
ABITANTI 207
FAMIGLIE 98
ABITAZIONI TOTALI 1.568
ABITAZIONI OCCUPATE 98
ABITAZIONI NON OCCUPATE 1.470
94 %