Un viaggio interiore dal pubblico al privato alla ricerca di nuovi valori.

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CARTOLINE DALLA FUGA
… e ora dove andrò?

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vivevamo in una città che sembrava immersa nel verde
almeno così credevamo

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ma quelle città erano come brulicanti formicai

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una vicina all’altra in mezzo al deserto

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e la natura era sostituita da macchine mosse da una volontà inumana

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silenziose pulsavano velocemente

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orribili draghi bloccavano ogni uscita

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come potevamo noi cantare?
il cuore era una matassa di fili d’orrore
collegati insieme
e tutti alla macchina centrale

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non ci si poteva fidare di nessuno, troppi squali intorno a noi

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Comunità divise, frammentate, collanti sociali troppe volte male usati,
ora si erano esauriti, sostituiti da egoismi e narcisismi

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vecchie campane suonavano stonate come inutili campanellini
eravamo attratti dai
colori riflessi

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dimmi: chi mai potrebbe aiutarci?
uno o nessuno!
rispose ghignando beffardo,
arricciando la proboscide

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e le montagne si sgretolavano sotto i nostri piedi

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se solo fossimo riusciti a riportare i colori

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ascolta: nessuno ti aiuterà. ASCOLTA!
STAI IN SILENZIO...
… non senti altre voci?

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Che cosa ne era dei nostri compagni?
siamo malridotti, vecchi arnesi inutili

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anche lui, che era il più saggio di tutti noi!
cavallo pazzo, che mai ti è successo?

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nessun mago avrebbe mai potuto riassemblarci
ogni rotella un tempo aveva un suo posto, ma per fare che cosa?

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se qualcuno ascoltasse le nostre storie, potremmo rivivere,
…. se solo potessimo ricordare

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riunirci attorno a un focolare
un tempo fuori non era così, certo non erano rose e fiori, ma

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non riusciamo più a muoverci
avanti, racconta di noi, quando ancora sognavamo

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ogni rigagnolo diventava un fiume
ogni strada un nastro di fango

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la bigoncia era trainata dai buoi e se pioveva il fango arrivava sotto la
loro pancia … avanti passo dopo passo, ruote o pattini
e le ceste sulle spalle … e pigiare a piedi nudi ...e ballare e
cantare fino a cadere esausti

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c’erano anche prati fioriti, eravamo giovani,
ascoltavamo incantati il canto degli uccelli
Ora non vedo colori, non sento profumi né canti

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la gabbia in cui siete chiusi è dentro di voi
smontare la serratura è solo una questione di destrezza e logica

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avrà pure una fine questo tunnel

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mi sento agitato, ma perché?

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dissipare la nebbia che è dentro di voi
fuori il sole splende ancora

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troveremo qualcuno che sappia indicarci la via?
gentile signora, dall’alto vede la mia
strada?

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al primo tulipano bianco giri a
destra
poi, dopo quello rosso,
sempre verso est
dove sorge il sole

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e poi …
sotto le stelle non ci si può perdere
Il profumo vi guiderà ai prati fioriti

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ma prima
il sole sorgerà ancora
il cielo si schiarirà

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ci vedrai danzare
vieni con noi
su vieni

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Luca Piero Marescotti 2018. Licenza Creative Commons
Cartoline dalla fuga …. e ora dove andrò? è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere
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CC BY-NC-ND
Testo e immagini di Luca Piero Marescotti
“e come potevano noi cantare?“ è tratto dal primo verso di Alle fronde dei salici di Salvatore Quasimodo.
Si ringrazia la Tenuta Luigi Meda per le immagini di p. 23 tratte dalla pagina Il progetto e la storia nel loro sito del
http://www.tenutaluigimeda.it/index.php/il-progetto-la-storia/