2016 Fundamentals of urban planning. Move from fact to law to solve social an...
02 canevari urbanistica-ws2014
1. 3 marzo 2014 - 02
2014 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza
in urbanistica
Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience
in Planning
Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti,
Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani
2. LAUREA MAGISTRALE DELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA E SOCIETÀ
Laboratorio organizzato da Luca Marescotti
3. Cover
2014 Workshop
Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e
la resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate
Technologies for Sustainability and Resilience in Planning
urbanistica e protezione ambientale per la
sostenibilità delle trasformazioni territoriali
Annapaola Canevari
2014
3 marzo 2014
5. D.P.R. N. 616 24 LUGLIO 1977
Titolo V - ASSETTO ED
UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Capo II - URBANISTICA
Art. 80. URBANISTICA
Le funzioni amministrative relative alla
materia urbanistica concernono la
disciplina dell'uso del territorio
comprensiva di tutti gli aspetti
conoscitivi,
normativi
gestionali
riguardanti le operazioni di
salvaguardia
trasformazione del suolo
nonché
la protezione dell'ambiente.
8. Our Common Future
(Rapporto Bruntland), 1987
“l'umanità dovrà impegnarsi per
rendere lo sviluppo sostenibile
# assicurando il soddisfacimento
dei bisogni della generazione
presente
# senza compromettere
la possibilità delle generazioni
future di realizzare i propri”
9. World Conservation Union,
Programma delle Nazioni Unite per
l‛Ambiente,
World Wildlife Fund for Nature,1991
Lo sviluppo sostenibile è un
miglioramento delle condizioni
di vita delle comunità umane
che
rispetta i limiti delle
capacità di carico
(carrying capacity)
degli ecosistemi
10. Capacità di carico degli
ecosistemi
capacità naturale di un
ecosistema di produrre
stabilmente le risorse
necessarie alle specie viventi,
senza rischi per la
sopravvivenza.
11. Immaginiamo di racchiudere una città sotto una
cupola emisferica di vetro trasparente, che lasciasse
entrare la luce ma impedisse alle cose materiali di
qualunque genere di entrare e uscire.
Simmons C., Wackernagel M.,
Manuale delle impronte Ecologiche,
Edizioni Ambiente, Milano 2002
r
Perché i cittadini di questa città possano
continuare a vivere, la cupola dovrebbe
coprire una quantità di terreno (composto
di zone agricole, foreste, fiumi ed altri
ecosistemi) contenente le risorse necessarie
per produrre energia, alimenti ed altri beni
nonché per assorbire i rifiuti e l’inquinamento
prodotto
12. La quantità di superficie coperta dalla
cupola corrisponde alla “impronta
ecologica”della comunità che vive sotto
di essa.
Se i cittadini che vivono sotto la cupola
consumano molte risorse (ad esempio
mangiando molto di più del necessario o
consumando molto carburante) l’impronta
ecologica di ognuno di essi aumenta
notevolmente.
Consideriamo la carrying capacity non
come il massimo di popolazione, bensì
come il massimo "carico" che l'umanità
può imporre stabilmente all'ecosfera,
senza correre rischi.
13. Un metodo per calcolare la capacità di carico
è quello del calcolo della
IMPRONTA ECOLOGICA
14. Come i nostri piedi lasciano un’orma sul terreno
così
i nostri stili di vita lasciano un’impronta
sulla terra
in quanto ne consumano le risorse.
Che cos’è un’impronta ecologica?
"strumento" di misurazione dell’impatto
delle attività antropiche
(comprese quelle urbanistiche)
di una città o di un paese, sugli ecosistemi
locali, regionali e mondiali
Analizzando le "impronte" che lasciamo sulla
Terra possiamo studiare i modi per
trasformare da negativi a positivi questi
impatti.
15. L’ Impronta Ecologica riguarda
il
cibo,
la mobilità,
l'energia consumata,
il tipo di casa in cui viviamo,
cioè tutto il nostro stile di vita.
l’impronta ecologica si concentra sulle
dimensioni dei nostri “piedi”, cioè quanto il
nostro stile di vita "pesa" sulle risorse
prodotte dalla terra.
La questione, quindi, non riguarda soltanto il
- numero di persone,
ma soprattutto
- il tipo di popolazione, i consumi e le
tecnologie utilizzate.
16. confronto fra le impronte ecologiche nazionali
medie di alcune Nazioni 2008
STATI UNITI
9,6 ettari pro capite
AUSTRALIA
9,4 ettari pro capite
ITALIA
4,8 ettari pro capite
GERMANIA
4,2 ettari pro capite
FRANCIA
4,9 ettari pro capite
SVEZIA
5,1 ettari pro capite
CILE
2,3 ettari pro capite
EGITTO
1,4 ettari pro capite
THAILANDIA
1,9 ettari pro capite
ETIOPIA
0,7 ettari pro capite
BANGLADESH
0,6 ettari pro capite
CINA
1,4 ettari pro capite
INDIA
1,0 ettari pro capite
17. Pagina 1 di 1
http://4.bp.blogspot.com/-tqVXH9QeLwo/Tk5XdT7uT7I/AAAAAAAAADA/kqizLL... 07/03/2013
18. L’impronta ecologica
Fonte: WWF Living Planet Report 2006
http://assets.panda.org/downloads/living_planet_report.pdf
Prof.ssa Valentina Dessì
86
20. Costituzione della Repubblica Italiana
7 dicembre 1947
Legge costituzionale 18 ottobre 2001,n.3
Modifiche al titolo V della parte seconda della
Costituzione
Art. 1.
L'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal
seguente:
art. 114
La repubblica si riparte in Regioni, Province e
Comuni
art. 114
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province,
dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
Art. 4.
L'articolo 118 della Costituzione è sostituito dal
seguente:
art. 118
Spettano alla Regione le funzioni
amministrative....
Art. 118
Le funzioni amministrative sono attribuite ai
Comuni…. sulla base dei principi di
• sussidiarietà,
• differenziazione
• adeguatezza.
22. La sostenibilità dello sviluppo è
un obiettivo che va localizzato
poiché
• la capacità di carico
• le potenzialità
di ogni contesto locale
sono elementi caratteristici e
specifici
25. LEGGE REGIONALE (Lombardia)51/75
Disciplina urbanistica del territorio regionale
e misure di salvaguardia per la tutela del
patrimonio naturale e paesistico
TITOLO V
MISURE DI SALVAGUARDIA PER LA TUTELA
DEL PATRIMONIO NATURALE-PAESAGGISTICO
articolo 39 - Sponde dei laghi e dei fiumi
sono vietate:
1. ogni nuova edificazione
2. l' esecuzione di opere di urbanizzazione,
per una fascia di profondità dal limite del demanio, di:
mt. 50 per fiumi e canali nei territori
compresi nelle Comunità montane;
mt. 100 per i laghi, nonchè per i fiumi e
canali nei restanti territori.
articolo 40 - Zone a vincolo idrogeologico
sono vietate nuove costruzioni ed opere di
urbanizzazione
articolo 41 - Boschi, cave e torbiere
vietata l' apertura di nuove cave e torbiere
i tagli dei boschi devono essere autorizzati
26. Legge 8 agosto 1985, n. 431 (Galasso)
Conversione in legge con modificazioni del dl 312/85,
disposizioni urgenti per la tutela delle zone
di particolare interesse ambientale.
Art. 1.
Sono sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi della
legge 29-6-1939, n. 1497:
i territori costieri … profondità di 300 m.
i territori contermini ai laghi … profondità di 300 m.
i fiumi, i torrenti ed i corsi d'acqua …. 150 metri
le montagne ( 1.600 m. s.l.m. per la catena alpina e
1.200 m.s.l.m. per la catena appenninica )
i ghiacciai e i circhi glaciali;
i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i
territori di protezione esterna dei parchi;
i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché
percorsi o danneggiati dal fuoco
le aree assegnate alle università agrarie
le zone umide
i vulcani
le zone di interesse archeologico.
27. Il vincolo di cui al precedente comma non si applica
Art. 1-bis.
… le regioni sottopongono a specifica normativa d'uso
e di valorizzazione ambientale il relativo territorio
mediante la redazione di piani paesistici o
di piani urbanistico-territoriali con specifica
considerazione dei valori paesistici ed ambientali
Art. 1-quinquies
Le aree e i beni individuati sono inclusi tra quelli in cui è
vietata ogni modificazione dell'assetto del territorio
nonché ogni opera edilizia
Art. 1-sexies
per la violazione delle disposizioni di cui al presente
decreto con la sentenza di condanna viene ordinato il
ripristino dello stato originario dei luoghi a spese del
condannato.
28. LEGGE N. 183/89
NORME PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO
E FUNZIONALE DELLA DIFESA DEL SUOLO
art. 1 – finalità della legge
…assicurare la difesa del suolo,
il risanamento delle acque,
la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per
gli usi di razionale sviluppo economico e sociale,
la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi.
Piani di bacino
29. LEGGE N. 183/89 - 493/93
NORME PER IL RIASSETTO ORGANIZZATIVO
E FUNZIONALE DELLA DIFESA DEL SUOLO
art. 17 – valore finalità e contenuti del Piano di Bacino
6 -ter I piani di bacino possono essere redatti e approvati
anche per sottobacini o stralci relativi a settori funzionali
Piani assetto idrogeologico PAI
31. ATTUAZIONE DIRETTIVA QUADRO SULLE ACQUE
2000/60/CE
Recepimento della direttiva in Italia
La direttiva 2000/60/CE è stata recepita in Italia nel 2006, (dgls n.152).
il territorio nazionale è ripartito in
8 distretti idrografici
* utilizzo idrico e prevenzione
delle alluvioni
prevede per ogni distretto la redazione di un piano di gestione*, di
competenza delle Autorità di distretto idrografico.
http://www.direttivaacque.minambiente.it/recepimento_MAPPA.html
34. Legge regione Lombardia n.12/5005
per il governo del territorio
Pianificazione comunale (art. 6)
Il PGT definisce l’assetto dell’intero territorio comunale
è articolato in tre "atti":
• il documento di piano
- di tipo strategico
• il piano dei servizi
- carattere prescrittivo e vincolante
• il piano delle regole
- carattere vincolante
35. Valutazione ambientale dei piani (art. 4)
1. Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed
assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente, la
Regione e gli enti locali, …., provvedono alla valutazione
ambientale degli effetti derivanti dall’attuazione di piani
e programmi.
2. Sono sottoposti alla valutazione ..il piano territoriale
regionale, i piani territoriali regionali d’area e i piani
territoriali di coordinamento provinciali, il documento di
piano di cui all’articolo 8, nonché le varianti agli stessi.
La valutazione ambientale di cui al presente articolo è
effettuata durante la fase preparatoria del piano o del
programma ed anteriormente alla sua adozione o all’avvio
della relativa procedura di approvazione
36. Documento di Piano (art. 8)
Il documento di piano definisce
# il quadro conoscitivo del territorio comunale
individuando:
- i grandi sistemi territoriali
- il sistema della mobilità
- le aree a rischio o vulnerabili
- i beni di interesse paesistico o storico-monumentale
# l'assetto geologico, idrogeologico e sismico
37. Piano delle regole (art. 10)
1. Il piano delle regole:
a
b
...
...
c individua le aree e gli edifici a rischio di compromissione
o degrado e a rischio di incidente rilevante
d contiene in ordine alla componente geologica,
idrogeologica e sismica, quanto previsto dall'art 57
§ recepimento e verifica di coerenza con PTCP e Piano di Bacino
§ individuazione delle aree a pericolosità e vulnerabilità geologica
idrogeologica e sismica
§ norme e prescrizioni a cui le medesime aree sono assoggettate
38. La componente geologica, idrogeologica e
sismica nel Documento di piano
del Piano di governo del territorio
ex art. 8 della Lr. 12/2005
39. La funzione della componente geologica nella pianificazione urbanistica
L.r. 24 novembre 1997, n.41
L.r. 11 marzo 2005, n.12
Verifica di compatibilità fra le previsioni urbanistiche e le
condizioni geologiche del territorio
Elemento di valutazione per individuare (a monte della pianificazione):
- gli obiettivi di sviluppo
- gli obiettivi di conservazione
- le condizioni di sostenibilità ambientale
FASE DI ANALISI
• Caratterizzazione geologica e geomorfologica;
• Caratterizzazione idrografica (acque
superficiali);
• Caratterizzazione idrogeologica (acque
sotterranee);
• Caratterizzazione dei suoli;
• Vulnerabilità dell’acquifero superficiale;
• Caratterizzazione sismica.
FASE DI VALUTAZIONE
Individuazione delle componenti di
vulnerabilità e criticità del territorio
FASE PROPOSITIVA
Propensione del territorio a subire modifiche di
destinazione d’uso e individuazione delle azioni
atte a minimizzare il rischio
42. Province
Comuni
delle
Province
Comuni che hanno
adottato dal 2006 al
30.09.2010 il PGT
Percentuale dei Comuni
che hanno adottato dal
2006 al 30.09.2010 il
PGT
BERGAMO
244
99
15%
BRESCIA
206
111
17%
COMO
162
55
8%
CREMONA
115
82
13%
LECCO
90
30
5%
LODI
61
28
4%
MANTOVA
70
36
6%
MILANO
134
54
8%
MONZA
BRIANZA
55
28
4%
PAVIA
190
71
11%
SONDRIO
78
15
2%
VARESE
141
49
7%
1546
658
100%
Relazione 2010
Province
Osservatorio Permanente della Programmazione Territoriale
Totale
Comuni
Comuni che hanno
adottato dal 2006 al
30.09.2010 il PGT
Valore percentuale sul
totale dei Comuni della
Provincia
2013
BERGAMO
244
99
166
40%
68%
BRESCIA
206
111
162
54%
79%
COMO
162
55
84
34%
53%
CREMONA
115
82
102
71%
89%
LECCO
90
30
58
33%
64%
LODI
61
28
40
46%
66%
MANTOVA
70
36
54
51%
77%
MILANO
134
54
97
40%
72%
MONZA
BRIANZA
55
28
42
51%
76%
PAVIA
190
71
138
37%
73%
SONDRIO
78
15
38
19%
49%
VARESE
141
49
80
35%
57%
TOTALE
1546
658
1061
43%
69%
56
43. Figura 9.27: Stato di attuazione del Progetto CARG (Carta
Geologica d’Italia alla scala 1:50.000 (marzo 2013)52 fonte ISP A
Le risorse assegnate al Progetto CARG non sono state costanti. Solo
due sono stati i finanziamenti più consistenti, nel 1989 e nel 1999. Dal
1999 non sono state emanate norme che prevedevano nuovi
finanziamenti per il proseguimento del Progetto. Alla luce di quanto
sopra illustrato, si configura pertanto la necessità per i prossimi anni di
un nuovo intervento normativo, con la necessaria copertura finanziaria,
per avviare una seconda fase del Progetto in modo da realizzare i
restanti fogli a copertura dell’intero territorio nazionale e la loro
informatizzazione. Sarebbe inoltre necessario dare seguito alla
produzione, oltre che della carta geologica di base, anche di cartografia
geotematica, che fornisce ulteriori informazioni di carattere
morfologico, idrogeologico, gravimetrico, di stabilità dei versanti
quindi essenziale soprattutto per la conoscenza delle condizioni
generali di rischio e di vulnerabilità del territorio. La sua realizzazione
dovrà in ogni caso seguire quella della carta geologica a pari scala, che
ne costituisce il presupposto fondamentale.
52
Fonte: ISPRA
374
45. ECOSISTEMA RISCHIO 2011
Monitoraggio sulle attività
delle amministrazioni comunali
per la mitigazione del rischio idrogeologico
Indagine legata a “Operazione Fiumi 2011”
campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione sulla mitigazione
del rischio idrogeologico realizzata da Legambiente con la collaborazione del
Dipartimento della Protezione Civile
Dicembre 2011
46. ECOSISTEMA RISCHIO 2013
Monitoraggio sulle attività
delle amministrazioni comunali
per la mitigazione del rischio idrogeologico
Indagine legata alla X edizione di “Operazione Fiumi 2013”
campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione sulla mitigazione del
rischio idrogeologico realizzata da Legambiente con la collaborazione del
Dipartimento della Protezione Civile
Febbraio 2014
47. LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI ITALIANI - 2011
Lavoro svolto
Percentuale
comuni
Positivo
29%
Negativo
71%
Classe di
merito
Ottimo
Buono
Sufficiente
Scarso
Insufficiente
Fonte: Legambiente
Numero Percentuale
comuni comuni
0
119
268
536
393
0%
9%
20%
41%
30%
LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO
IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI ITALIANI - 2013
Lavoro svolto
Percentuale
comuni
Positivo
49%
Negativo
51%
Fonte: Legambiente
Classe di
merito
Ottimo
Buono
Sufficiente
Scarso
Insufficiente
Numero Percentuale
comuni comuni
7
311
346
472
218
1%
23%
26%
35%
16%
48. di frane e alluvioni e non sono state avviate sufficienti attività mirate alla mitigazione del rischio, né dal
punto di vista della manutenzione del territorio, né nell’organizzazione di un efficiente sistema comunale di
protezione civile.
LE MAGLIE NERE ASSEGNATE AI COMUNI
PER LA MANCATA ATTIVITA’ CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
San Pietro di
Carità
Varsi
RC
PR
San Giuseppe
NA
Vesuviano
Fonte: Legambiente
Voto
Esercitazioni
Informazione
Struttura h24
Presidi Territoriali
Allertamento Regionale
Piano Emergenza
Aggiornato
Monitoraggio
Allertamento e Pianificazione
Recepimento PAI
Delocalizzazioni
Messa in sicurezza
Gestione del
territorio
Manutenzione
Ultimi 10 anni
Strutture sensibili
Abitazioni - Quartieri
Industrie
Provincia
Comune
Urbanizzazione sul
territorio
0,75
0,5
0
Legenda
Presenza industrie in area a rischio
idrogeologico
Presenza case in area a rischio idrogeologico
Case
Presenza quartieri in area a rischio
idrogeologico
Presenza strutture sensibili, turistiche o
commerciali in area a rischio
Manutenzione ordinaria sponde e opere difesa
idraulica
Opere di messa in sicurezza
Monitoraggio
Piano d’emergenza comunale aggiornato ultimi
due anni
Recepimento sistema allertamento regionale
Presidi territoriali
Struttura h24
Attività di informazione e sensibilizzazione alla
popolazione
Delocalizzazione case e/o fabbricati industriali Esercitazioni
da aree a rischio
Recepimento del PAI
Le problematiche connesse al rischio idrogeologico non coinvolgono solo i piccoli e medi comuni, ma
anche le grandi città e le metropoli. Tra i capoluoghi di regione e delle due province autonome sono 14
quelli che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, grandi centri che certamente
devono gestire un territorio molto più ampio rispetto alle piccole città, quindi con maggiori problemi rispetto
ai piccoli comuni, ma che possono d’altro canto anche disporre di maggiori risorse.
Tra i capoluoghi intervistati la città prima classificata è Bolzano, che ottiene un 8 in pagella. La città di
Bolzano conferma il risultato positivo ottenuto anche nella precedente edizione della nostra indagine, dovuto
12
49. La somma matematica del punteggio ottenuto rispondendo, positivamente o negativamente, ai quesiti di
ogni area tematica fornisce il punteggio finale del comune interessato dall’iniziativa compreso tra 0 e 10.
Nella graduatoria finale vengono così create cinque categorie di merito:
La classifica completa
I PRIMI 10 CLASSIFICATI
Calenzano
FI
Agnana Calabra
RC
Monastero
Bormida
Castelveccana
AT
Figline Valdarno
FI
Gruaro
VE
Quinzano
d'Oglio
Bruino
BS
Calci
PI
Capodimonte
VT
Cinto
Caomaggiore
Forgaria nel
Friuli
Montefalco
VE
Peveragno
CN
Roccabianca
PR
Serra De'Conti
AN
Caldarola
MC
Castel Viscardo
TR
Cervignano
D'Adda
Courmayeur
LO
VA
TO
UD
PG
AO
Gestione del
territorio
Voto
Esercitazioni
Informazione
Struttura h24
Presidi Territoriali
Allertamento Regionale
Piano Emergenza
Aggiornato
Monitoraggio
Allertamento e Pianificazione
Recepimento PAI
Manutenzione
Ultimi 10 anni
Strutture sensibili
Abitazioni - Quartieri
Industrie
Provincia
Comune
Urbanizzazione sul
territorio
Delocalizzazioni
7.
Comuni che svolgono un insufficiente lavoro di mitigazione del rischio
Comuni che svolgono uno scarso lavoro di mitigazione del rischio
Comuni che svolgono un sufficiente lavoro di mitigazione del rischio
Comuni che svolgono un buon lavoro di mitigazione del rischio
Comuni che svolgono un ottimo lavoro di mitigazione del rischio
Messa in sicurezza
Da 0 a 3,75
Da 4 a 5,75
Da 6 a 6,75
da 7 a 8,75
da 9 a 10
9,75
9,5
9,25
9
9
9
9
8,75
8,75
8,75
8,75
8,75
8,75
8,75
8,75
8,75
8,5
8,5
8,5
8,5
41
51. Sei milioni di italiani abitano in territori
ad alto rischio idrogeologico
Studio del Consiglio Nazionale dei Geologi: dal 1944 il dissesto è costato 213
miliardi di euro
14/10/2010 - Sei milioni di italiani abitano in territori ad alto rischio idrogeologico, tre milioni in aree ad
alto rischio sismico e 22 milioni in zone a rischio medio; dal 1944 al 2009 il costo del dissesto
idrogeologico e dei terremoti è stato di 213 miliardi di euro.
La repubblica - 2010
54. Statistiche nazionali ed elaborazione dati
In Figura 3.4 è riportato l’indice di franosità su base provinci ale. Le province con più elevato
indice di franosità sono Sondrio, Lecco, Chieti, Pesaro e Urbino e Ancona.
Figura 3.4 Indice di franosità su base provinciale.
Progetto I.F.F.I. - Rapporto frane 2007
35
56. Statistiche nazionali ed elaborazione dati
40000
35000
30000
39070
25000
20000
15000
10000
14188
5000
693
IZ
ZA
O
VI
E
B
A
N
R
R
U
D
E
FE
R
A
ST
R
D
R
A
TO
ST
U
A
TO
1754
E
0
a)
c)
b)
d)
Figura 3.35 a) Istogramma degli elementi a rischio; b) Distribu zione dei punti di criticità nei c entri abitati, c) lungo la re te
autostradale e d) ferroviaria.
Progetto I.F.F.I. - Rapporto frane 2007
59
62. PRINCIPI BASE
Le risorse necessarie all’uomo
non sono illimitate
Le nostre attività hanno un
effetto sull'ambiente
oggi
ma hanno anche implicazioni
nel futuro.
63.
64. 1966
Chi crede che una
crescita esponenziale
possa durare all’infinito è …
65. 1966
Chi crede che una
crescita esponenziale
possa durare all’infinito è …
…un pazzo
66. 1966
Chi crede che una
crescita esponenziale
possa durare all’infinito è …
…un pazzo
oppure
…un economista
Kenneth Boulding (economista)
67. 1966
Chi crede che una crescita
esponenziale possa continuare
all’infinito in un mondo finito è
un pazzo
oppure
un economista.
Kenneth Boulding (economista statunitense)
2007
La Repubblica – sabato 10 novembre 2007
79. ISTAT CENSIMENTO ABITAZIONI 1991, 2001, 2011
DATI NAZIONALI
Totale
Non occupate
%
1991
24.802.884
19.509.362
5.293.522
21
2001
27.291.993
21.653.288
5.638.705
21
2011
ITALIA
Occupate
28.863.604
23.998.381
4.865.223
17
Non occupate
%
DATI COMUNALI 2011
Totale
Occupate
APRICA (SO)
4.004
673
3.331
83
PINZOLO (TN)
6.685
1.227
5.458
82
35.653
7.919
27.734
78
8.170
2.392
5.778
71
24.711
6.661
18.050
73
1.635
332
1.303
80
COMACCHIO (FE)
ROSOLINA (RO)
CASTEL VOLTURNO (CE)
ALFEDENA (AQ)
80. leftlt .
...
-
•
Affondati .dal mattone
a notizia dell'inchiesta del 24 febbraio scorso dal Guanlian, storico quotidiano dei laburisti inglesi, suJJa dimensione quantitativa degli alloggi non utilizzati in Europa non è stata ripresa dalla carta stampata come avrebbe meritato. Colpa forse del contemporaneo appuntamento per la fiducia al governo Renzi, il fatto è stato
per lo più relegato nelle pagine on line dei maggiori quotidiani, ma non ha guadagnato evidenza
suJJe edizioni astampa
Eppure la notizia meritava grande attenzione. Afferma il Guanlian che nell'intera Europa, Gran
Bretagna compresa, esistono oltre 11 milioni di
case non utilizzate, in parte conseguenza della
crisi iniziata nel 2007 ma anche frutto delle politiche urbanistiche ed economiche poste in essere da molti Paesi in sintonia con gli Stati Uniti.
Quelli che presentano il numero maggiore di alloggi vuoti sono la Spagna e J'Italia La prima ha
3 milioni e 400mila alloggi vuoti mentre il nostro
L
esi che più degli altri hanno fondato le loro momentanee fortune suJJa mono cultura del mattone, e cioè Spagna e Italia, sono quelli che, insieme
alla Grecia e al Portogallo, soffrono di più gli ef~
fetti r~cessivi della crisi economica e finanziaria
innescata dai mutui immobiliari statunitensi. Gli
altri Paesi della ricca Europa che hanno saputo
indirizzare gli investimenti anche in altri settori
produttivi godono oggi di maggiori possibilità di
uscita dalla recessione. La Germania ha un milione e 800mila alloggi vuoti, mentre la Grari Bretagnane ha "appena" 700mila Come è noto, l'indu~
stria tedesca si sta affermando a livello mondiale
mentre il sistema finanziario londinese ha un ruolo fondamentale nello scacchiere internazionale.
I:Italia ostaggio della rendita immobiliare speculativa annaspa nella crisi. Scontiamo oggi i nodi
non risolti dei decenni passati: aver puntato tutto
suJJ'effimera crescita dei valori immobiliari è stato un tragico errore e oggi ne paghiamo le conse-
Paese arriva a circa 2 milioni, quasi quanti ne ha
guenze con un'economia renna e anche con una
la Francia che ha però una popolazione superiore a quella dell'Italia Si comprende meglio allora il motivo del prudente silenzio che è stato riservato alla damorosa notizia.Proprio i due Pa-
diminuzione dei prezzi delle abitazioni nell'Italia
minore. Ci vorrebbe da parte del nuovo governo
il coraggio per invertire la rotta e cancellare per
sempre 1a dissennata crescita urbana
LarendH:a
immobiluare
ha blocciato
l'economia
81. CENSIMENTO POPOLAZIONE E ABITAZIONI 2001 -2011
ABITANTI
207
FAMIGLIE
98
ABITAZIONI TOTALI
ABITAZIONI OCCUPATE
ABITAZIONI NON OCCUPATE
1.568
98
1.470
94 %