Il primo colloquio clinico ha caratteristiche sue proprie che lo differenziano in maniera tipica da tutti gli altri momenti del percorso psicologico. Più che concentrare l’attenzione sul contenuto, il professionista dovrà essere in grado di orientarsi verso la persona, impegnata in un grande sforzo di comprensione del sé e delle proprie dinamiche interne.
Uno dei fattori che determinerà il futuro impegno del cliente/paziente nel processo di auto esplorazione e che lo porterà a scegliere consapevolmente di intraprendere un percorso psicologico è l’esperienza emozionale che potrà vivere durante il primo incontro.
In tal senso, conoscere le caratteristiche, le peculiarità e poter riflettere, anche attraverso uno strumento, sulle diverse fasi e azioni cliniche che è importante rispettare, permetterà al professionista di strutturare in maniera efficace e funzionale la propria modalità di conduzione del primo colloquio clinico.
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...Obiettivo Psicologia Srl
Il primo colloquio clinico ha caratteristiche sue proprie che lo differenziano in maniera tipica da tutti gli altri momenti del percorso psicologico. Più che concentrare l’attenzione sul contenuto, il professionista dovrà essere in grado di orientarsi verso la persona, impegnata in un grande sforzo di comprensione del sé e delle proprie dinamiche interne.
Uno dei fattori che determinerà il futuro impegno del cliente/paziente nel processo di auto esplorazione e che lo porterà a scegliere consapevolmente di intraprendere un percorso psicologico è l’esperienza emozionale che potrà vivere durante il primo incontro.
In tal senso, conoscere le caratteristiche, le peculiarità e poter riflettere, anche attraverso uno strumento, sulle diverse fasi e azioni cliniche che è importante rispettare, permetterà al professionista di strutturare in maniera efficace e funzionale la propria modalità di conduzione del primo colloquio clinico.
La mediazione come strumento di composizione dei conflitti anche in ambito in...Giuseppe Briganti
Il conflitto. La mediazione e il diritto. Mediazione civile e commerciale. Mediazione familiare. Mediazione problem solving e trasformativa. Professione mediatore. Cosa fa il mediatore? Mediazione interculturale anche per la composizione dei conflitti. Diritto interculturale. Discriminazioni e orientamento sessuale. Discriminazioni in ambito universitario. La/Il Consigliera/e di fiducia.
La psiche o mente, può essere intesa come un insieme di funzioni; un
complesso di comportamenti integrati.
Poiché tali funzioni possano esistere, sono necessarie le strutture, e quindi il
rapporto mente-corpo si può intendere come un rapporto tra strutture e funzioni
integrate.
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...Obiettivo Psicologia Srl
Il primo colloquio clinico ha caratteristiche sue proprie che lo differenziano in maniera tipica da tutti gli altri momenti del percorso psicologico. Più che concentrare l’attenzione sul contenuto, il professionista dovrà essere in grado di orientarsi verso la persona, impegnata in un grande sforzo di comprensione del sé e delle proprie dinamiche interne.
Uno dei fattori che determinerà il futuro impegno del cliente/paziente nel processo di auto esplorazione e che lo porterà a scegliere consapevolmente di intraprendere un percorso psicologico è l’esperienza emozionale che potrà vivere durante il primo incontro.
In tal senso, conoscere le caratteristiche, le peculiarità e poter riflettere, anche attraverso uno strumento, sulle diverse fasi e azioni cliniche che è importante rispettare, permetterà al professionista di strutturare in maniera efficace e funzionale la propria modalità di conduzione del primo colloquio clinico.
La mediazione come strumento di composizione dei conflitti anche in ambito in...Giuseppe Briganti
Il conflitto. La mediazione e il diritto. Mediazione civile e commerciale. Mediazione familiare. Mediazione problem solving e trasformativa. Professione mediatore. Cosa fa il mediatore? Mediazione interculturale anche per la composizione dei conflitti. Diritto interculturale. Discriminazioni e orientamento sessuale. Discriminazioni in ambito universitario. La/Il Consigliera/e di fiducia.
La psiche o mente, può essere intesa come un insieme di funzioni; un
complesso di comportamenti integrati.
Poiché tali funzioni possano esistere, sono necessarie le strutture, e quindi il
rapporto mente-corpo si può intendere come un rapporto tra strutture e funzioni
integrate.
presentazione nell' ambito del modulo di psicologia generale della formazione per psicoterapeuti organizzata dalla Scuola Romana di Terapia Familiare di Crotone
Lo psicologo nel trattamento del gioco d’azzardo patologicoSonia Bertinat
Il gioco d’azzardo patologico: perché dipendenza?
Il gioco d’azzardo patologico è un fenomeno in forte crescita che sta interessando sempre più persone visto anche l’esponenziale aumento delle possibilità di gioco. Conoscere non solo la patologia ma tutto il contesto nel quale il fenomeno si manifesta è quanto mai importante.
Quali sono le caratteristiche personologiche e i processi mentali tipici di un giocatore? In cosa consiste il trattamento psicologico e quello multidisciplinare? Quali sono i servizi presenti sul territorio e quale il ruolo dello Psicologo?
La presentazione affronta l'argomento del trattamento del trauma, partendo dalle modalità di risposta psicofisiologiche, per arrivare ad una ipotesi di intervento.
Si conclude con l'invito ad una Lecture open su "Il trauma e il corpo" il 27 Marzo 2014, a Genova, Centro studi di psicoterapia, Via Frugoni 15/2
presentazione nell' ambito del modulo di psicologia generale della formazione per psicoterapeuti organizzata dalla Scuola Romana di Terapia Familiare di Crotone
Lo psicologo nel trattamento del gioco d’azzardo patologicoSonia Bertinat
Il gioco d’azzardo patologico: perché dipendenza?
Il gioco d’azzardo patologico è un fenomeno in forte crescita che sta interessando sempre più persone visto anche l’esponenziale aumento delle possibilità di gioco. Conoscere non solo la patologia ma tutto il contesto nel quale il fenomeno si manifesta è quanto mai importante.
Quali sono le caratteristiche personologiche e i processi mentali tipici di un giocatore? In cosa consiste il trattamento psicologico e quello multidisciplinare? Quali sono i servizi presenti sul territorio e quale il ruolo dello Psicologo?
La presentazione affronta l'argomento del trattamento del trauma, partendo dalle modalità di risposta psicofisiologiche, per arrivare ad una ipotesi di intervento.
Si conclude con l'invito ad una Lecture open su "Il trauma e il corpo" il 27 Marzo 2014, a Genova, Centro studi di psicoterapia, Via Frugoni 15/2
Trasforma la tua laurea in una professione: Scuola di Counseling PsicologicoObiettivo Psicologia Srl
In questo webinar GRATUITO, la Dott.ssa Sara Eba Di Vaio e il Dott. Edoardo Ercoli daranno alcune indicazioni sugli aspetti che caratterizzano il Counseling Psicologico e presenteranno gli obiettivi formativi della Scuola Biennale di Counseling Psicologico di Obiettivo Psicologia, con riferimento alla metodologia didattica che verrà usata.
Su http://www.psicologialavoro.it. Molti giovani psicologi scelgono di specializzarsi in Psicologia Scolastica e provano a inserirsi nelle scuole proponendo uno Sportello d’Ascolto. Tuttavia, non sempre sono chiare le procedure per strutturare un progetto di questo tipo, proporlo alle scuole e gestirlo.
Succede quindi che i progetti non vengano approvati, che non vengano finanziati o talvolta vengono attivati, ma non incontrano la cooperazione di docenti e studenti. Ecco alcune indicazioni basilari per ottimizzare il processo di progettazione, presentazione e gestione di uno Sportello d’Ascolto, trasformandolo in opportunità di sviluppo professionale
Il Gioco d’Azzardo fa parte delle cosiddette Nuove dipendenze (New Addiction). Di questa categoria fanno parte tutte le dipendenze che non necessitano della presenza di una sostanza stupefacente, bensì di un comportamento; oltre al gioco d’azzardo altri esempi di Nuove Dipendenze sono quelle da sesso, da internet, dal lavoro, da nuove tecnologie.
Il gioco d’azzardo, in particolare, negli ultimi anni ha attirato un interesse massiccio sia da parte della popolazione generale sia da parte degli esperti della salute e del benessere. Questo sia per un vero e proprio boom dell’ offerta e della possibilità di gioco che sta caratterizzando il nostro paese, sia per le ripercussioni che questo incremento improvviso di sale giochi, giochi online, slot, bingo, gratta e vinci e lotterie sta avendo sulla salute e sulla stabilità emotiva e psicologica delle persone.
In tutto questo dove si colloca lo psicologo clinico? Che ruolo potrebbe svolgere nella prevenzione o nella cura del gioco d’azzardo? Che tipo di interventi può proporre e come può spendere la propria professionalità in questo campo?
A queste domande prova a rispondere questo webinar introduttivo sul gioco d’azzardo e il ruolo dello psicologo clinico. Offrendo un quadro generale sugli aspetti fondamentali del fenomeno e provando a stimolare in modo concreto gli psicologi interessati a esercitare in questo specifico ambito lavorativo.
Obiettivi
Informare sulle caratteristiche principali del gioco d’azzardo;
Informare sulle possibilità dello psicologo clinico nell’area dei problemi del gioco d’azzardo;
Fornire strumenti clinici utili allo psicologo clinico per approcciarsi a questo fenomeno
La gestione del malato di Alzheimer a domicilio: strumenti pratici per lo psi...Obiettivo Psicologia Srl
La Psicologia dell’Invecchiamento è la disciplina che si occupa delle problematiche di tipo psicologico e neuropsicologico dell’anziano nel corso del processo di invecchiamento.
Sempre più spesso lo psicologo che lavora con gli anziani si trova a contatto con persone affette da demenza, quasi sempre di tipo Alzheimer e con familiari e/o operatori, che necessitano di un aiuto nella gestione dei disturbi comportamentali e dei deficit cognitivi delle persone che assistono. Progettare interventi nel tentativo di ridurre l’impatto che questi disturbi hanno sul quotidiano del malato e di chi se ne occupa significa, innanzitutto, riconoscere fisiologia e patologia della malattia di Alzheimer e saperne sfruttare i vari aspetti a vantaggio del mantenimento delle abilità della persona.
Il metodo Gentlecare, ideato da Moyra Jones, si basa su tre punti fermi, persone, programmi e spazio, che contraddistinguono l’esistenza del malato di Alzheimer. Agire su questi tre punti in maniera consapevole significa migliorare di molto la qualità della vita del paziente e di chi lo assiste. Insegnare alle persone come comunicare, cosa dire, come programmare le giornate e in che maniera adattare l’ambiente fisico e psicologico attorno alla persona malata significa fornire una protesi ben più robusta di un deambulatore o di un sollevatore meccanico. A partire da una buona checklist, infatti, è possibile, al domicilio e nelle strutture per anziani, fornire consulenze adeguate sulla costituzione degli ambienti, la disposizione dei mobili, la scelta dei colori e delle suppellettili più utili e protesiche per la persona affetta da demenza.
Obiettivi
Prima sessione (30 novembre):
- Fornire una definizione di invecchiamento fisiologico e di deterioramento cognitivo per imparare a riconoscerli
- Fornire una definizione di demenza e descrivere la malattia di Alzheimer nelle sue componenti morfologiche, fenomenologiche ed eziologiche
- Fornire una panoramica sulle principali metodologie diagnostiche ad alta definizione, i biomarcatori, i fattori di rischio e le terapie farmacologiche attualmente in uso.
Psicologia del comportamento alimentare: il colloquio motivazionale nel suppo...Obiettivo Psicologia Srl
Le problematiche legate al peso corporeo sono una forma di malessere molto diffuso nella società attuale, a causa del grande valore attribuito al corpo e alla “perfezione fisica”. Lo Psicologo che lavora nel Counseling Psicologico su tematiche Alimentari si trova molto spesso a confrontarsi con la scarsa motivazione del cliente e con l’alto rischio di abbandono del percorso.
Il Colloquio motivazionale può essere uno strumento molto utile nella valigetta degli strumenti di uno psicologo, per supportare il cliente nel raggiungimento del suo obiettivo e nell’acquisizione di un sano comportamento alimentare.
OBIETTIVI
Fornire informazioni rispetto al lavoro dello psicologo con persone che portano difficoltà alimentari
Formare lo psicologo alle caratteristiche chiave del Colloquio Motivazionale ed al suo uso in un percorso di supporto al benessere alimentare
Fornire strumenti pratici per inquadrare la motivazione del cliente e capire come sostenerlo al meglio
Domande frequenti sui DSA. Chi può fare la diagnosi? Per quanto tempo è valida? Qual è la differenza tra DSA e BES? Cosa fare dopo la diagnosi? Entro quanto tempo va fatto il PDP? Il PDP vale anche per gli esami? È possibile registrare le lezioni in classe? Sono previsti strumenti compensativi e dispensativi per l'esame della patente di guida? Sono previsti aiuti economici per i DSA? Che cos'è l'indennità di frequenza? I DSA hanno diritto al sostegno? Queste e altre risposte alle domande più frequenti che ci vengono rivolte
Tecniche di comunicazione efficace: saper comunicare in modo adeguato ci consente di migliorare le relazioni interpersonali e di ottenere risultati di successo.
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...Luisa Ghianda
Una relazione efficace dal punto di vista terapeutico è quella in cui il paziente si sente compreso, seguito con attenzione, è quella in cui sperimenta fiducia, rispetto ed impegno. Identificando e legittimando le esigenze emotive del paziente, comprendendone il punto di vista, dedicando tempo all’ascolto e al dialogo, aiutandolo ad investire energia nella crisi, il paziente si sentirà accolto nella sua interezza, ovvero nella sua dimensione fisica e psicologica.
L’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Psicologo rappresenta una tappa importante della carriera di chi ha deciso di svolgere questa professione: è l’ultimo scoglio da superare per poter finalmente essere psicologi e il primo passo verso la propria realizzazione professionale.
In che cosa consiste?
L’EDS si articola nelle seguenti prove:
Prima Prova: stesura di un elaborato scritto inerente diverse aree della psicologia
Seconda prova: svolgimento di un progetto
Terza Prova: prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso
Quarta Prova: prova orale sugli argomenti delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
SECONDA PROVA
La seconda prova dell’EDS consiste nello svolgimento di un progetto in ambito psicologico e nelle sue varie branche. La capacità di intervenire con una progettazione complessa è richiesta allo Psicologo dall’art. 1 della Legge per L’Ordinamento Professionale n.56 del 18 febbraio 1989:
"La professione dello psicologo comprende l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abiitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, gruppo e società e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito".
Il Decision Making è quel delicato e basilare processo attraverso cui un individuo o un gruppo di individui arriva a prendere una decisione scegliendo di intraprendere una specifica azione tra diverse possibilità o opzioni.
Obiettivo del DM è quello di aiutare il decisore a selezionare l’alternativa o le alternative più adeguata/e alla situazione.
Attraverso gli strumenti e le tecniche di DM il decisore viene coinvolto attivamente nel processo di scelta analizzando la situazione e vagliando le diverse opzioni usando filtri e punti di osservazione diversi con l’obiettivo di ampliare e sviluppare la propria consapevolezza.
Quando dobbiamo prendere una decisione spesso ci si deve confrontare con l’incertezza – vale a dire il rischio – che rappresenta uno degli impedimenti principali a una buona decisione.
Avere a propria disposizione strumenti specifici che aiutino a sviluppare la consapevolezza in merito alle decisioni da prendere può essere di grande aiuto e supporto in tutte quelle situazioni in cui l’ago della bilancia decisionale sembra essere perfettamente in equilibrio rendendo la decisione complessa.
Apprendere l’uso delle tecniche di Decision Making oltre ad essere di grande utilità nella sfera prettamente individuale, è anche facilmente spendibile nella sfera professionale, rappresentando uno strumento facilmente applicabile al lavoro dello psicologo sia in ambito clinico, consulenziale che in quello scolastico e organizzativo.
Scopo della PNL è darvi le metodologie perché si attui in voi un processo di crescita delle vostre possibilità, per porvi in maniera nuova e più efficace nelle sfide di ogni giorno.
Il counselling come strumento di promozione della salutevalenviolan
Articolo di Valentina Pontello su Toscana Medica (rivista dell'Ordine dei Medici di Firenze) dell'aprile 2014.
Una breve introduzione sull'approccio centrato sulla persona di Carl Rogers
Il corso si focalizza sui seguenti argomenti:
1. Il colloquio clinico di consultazione e il processo diagnostico. 2. Dalla domanda di trattamento al trattamento della domanda. 3. La riformulazione della domanda attraverso l’alleanza diagnostica e la restituzione al/ai paziente/i. 4. Dalla diagnosi alla pianificazione del trattamento. 5. Alleanza terapeutica e “clinica-sotto-transfert”. 6. Ragionamento clinico e variabilità del setting. 7. Progetto terapeutico individuale, di coppia, familiare e/o istituzionale. 8. La costruzione di un intervento singolo o in parallelo, di un progetto terapeutico individuale, di gruppo, familiare o integrato. 9. La ricerca qualitativa sui percorsi terapeutici.
Per migliorare il benessere degli operatori sanitari, e conseguentemente l’efficienza lavorativa, bisogna imparare innanzitutto a “comunicare bene”. Principi di comunicazione assertiva.
L’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Psicologo rappresenta una tappa importante della carriera di chi ha deciso di svolgere questa professione: è l’ultimo scoglio da superare per poter finalmente essere psicologi e il primo passo verso la propria realizzazione professionale.
In che cosa consiste?
L’EDS si articola nelle seguenti prove:
Prima Prova: stesura di un elaborato scritto inerente diverse aree della psicologia. Si richiede al candidato di saper elaborare aspetti teorici e applicativi avanzati della psicologia; progettazione di interventi complessi su casi individuali, in ambito sociale o di grandi organizzazioni, con riferimento alle problematiche della valutazione e dello sviluppo delle potenzialità personali.
Seconda prova: stesura di una progettazione di interventi complessi con riferimento alle problematiche della valutazione dello sviluppo delle potenzialità dei gruppi, della prevenzione del disagio psicologico, dell'assistenza e del sostegno psicologico, della riabilitazione e della promozione della salute psicologica;
Terza Prova: prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso relativo ad un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse.
Quarta Prova: prova orale sugli argomenti delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
TERZA PROVA
Per chi ha una laurea specialistica/magistrale l’esame di stato prevede una terza prova scritta applicativa concernente la discussione di un caso relativo a un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse. Questa prova richiede quindi di rispondere a domande di carattere clinico basandosi sulle informazioni anamnesiche e sintomatologiche proposte dalla traccia. Essa richiede al candidato di individuare i sintomi significativi e le possibilità di trattamento
Il colloquio psicologico in ambito sessuologico: un metodo d’indagine - Parte 2Obiettivo Psicologia Srl
Oltre 16 milioni di italiani soffrono di problematiche sessuologiche: disfunzione erettile, eiaculazione precoce e calo del desiderio per gli uomini, anorgasmia, vaginismo e calo del desiderio per le donne. In linea con tutto ciò le richieste di consulenze su tematiche sessuologhe sono cresciute, negli ultimi 5 anni, del 15%.
Ma la sessuologia, in Italia, è ancora lontana dall’avere un’identità ben definita: limitrofa alla medicina, ma certamente anche alla psicologia, troppo spesso “banalizzata” anche dai mezzi di comunicazione, fatica a conquistare uno spazio specifico nella formazione accademica. Ricaduta di ciò è che molti psicologi e psicoterapeuti che lavorano per definizione per migliorare la salute dei propri pazienti, non sono adeguatamente formati ad intercettare problematiche di natura sessuale e di conseguenza porre in essere interventi di consulenza e/o terapia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità guarda alla salute sessuale come ad una importantissima componente della salute psichica e fisica e auspica interventi di sostegno mirati a promuovere comportamenti responsabili e soddisfacenti che possano incidere positivamente sulla qualità di vita.
Obiettivo generale del webinar è informare gli psicologi e gli psicoterapeuti che non hanno una formazione specifica in ambito sessuologico, rispetto agli strumenti utili per poter indagare la sessualità dei propri pazienti all’interno di un abituale protocollo anamnestico, indipendentemente dalle tematiche portate dal paziente in terapia. Inserire anche l’approfondimento su tematiche sessuologiche vuol dire prestare attenzione a tutti gli elementi utili per promuovere la salute del proprio paziente.
In quest’ottica gli psicologi e gli psicoterapeuti saranno stimolati ad acquisire elementi utili per poter condurre una “consulenza sessuologia di primo livello” utile per pianificare eventuali interventi specifici.
Lo psicologo che opera in ambiti come quello dell’infanzia e dell’adolescenza si trova spesso di fronte a genitori che vivono difficoltà nell’area del sonno dei propri figli. Il sonno dei bambini è considerato un tema “caldo”, già nel periodo prenatale. La persona che si prepara a diventare genitore inizia a chiedersi come sarà il sonno del proprio figlio e a sperare “che dorma”. Successivamente, specie durante i primi tre anni di vita, accade frequentemente di incontrare genitori che lamentano difficoltà nella gestione del sonno dei propri figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie problematiche che interferiscono con il benessere dell’intera famiglia.
In questi due webinar verrà affrontato il tema del sonno in età evolutiva con un taglio teorico-pratico, utile per tutti gli psicologi che, lavorando con i genitori, hanno voglia di acquisire strumenti validi per la valutazione e l’intervento in quest’area. In tal senso verrà proposto anche un caso pratico di valutazione e intervento.
Lo psicologo che opera in ambiti come quello dell’infanzia e dell’adolescenza si trova spesso di fronte a genitori che vivono difficoltà nell’area del sonno dei propri figli. Il sonno dei bambini è considerato un tema “caldo”, già nel periodo prenatale. La persona che si prepara a diventare genitore inizia a chiedersi come sarà il sonno del proprio figlio e a sperare “che dorma”. Successivamente, specie durante i primi tre anni di vita, accade frequentemente di incontrare genitori che lamentano difficoltà nella gestione del sonno dei propri figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie problematiche che interferiscono con il benessere dell’intera famiglia.
In questi due webinar verrà affrontato il tema del sonno in età evolutiva con un taglio teorico-pratico, utile per tutti gli psicologi che, lavorando con i genitori, hanno voglia di acquisire strumenti validi per la valutazione e l’intervento in quest’area. In tal senso verrà proposto anche un caso pratico di valutazione e intervento.
La Dott.ssa Napoli fornirà alcune indicazioni sulla funzione dei Fiori di Bach nel percorso terapeutico e su come possono permettere di velocizzare il benessere percepito dalla persona in breve tempo e contribuire all’ elaborazione terapeutica.
La Dott.ssa Napoli fornirà alcune indicazioni sulla funzione dei Fiori di Bach nel percorso terapeutico e su come possono permettere di velocizzare il benessere percepito dalla persona in breve tempo e contribuire all’ elaborazione terapeutica.
Preparazione al concorso per Dirigente Psicologo nelle ASL: bandi, prove e ar...Obiettivo Psicologia Srl
I Concorsi Pubblici per Dirigente Psicologo nel SSN rappresentano un possibilità lavorativa importante per gli psicologi-psicoterapeuti tuttavia, richiedono un’attenzione sistematica all’uscita dei bandi di concorso ed una preparazione molto vasta ed impegnativa che comprende la maggior parte degli ambiti applicativi e teorici della psicologia.
Per partecipare ad un concorso è importante avere un’idea di come prepararsi, dei tempi necessari ad uno studio attento ed articolato e di cosa studiare poiché, la normativa vigente non prevede che debba essere comunicato un programma di riferimento.
Le problematiche legate al peso corporeo sono una forma di malessere molto diffuso nella società attuale, a causa del grande valore attribuito al corpo e alla “perfezione fisica”.
Lo Psicologo, attraverso un percorso di Counseling Psicologico applicato a situazioni specifiche che non implicano la presenza di disturbi mentali, è in grado di sostenere l’individuo nel comprendere la base del suo malessere e ristabilire un adeguato rapporto con il corpo e con il cibo.
Per lavorare al meglio risulta fondamentale svolgere un adeguato assessment iniziale. Cogliere da subito i bisogni della persona che abbiamo di fronte e strutturare il percorso migliore sono sicuramente la modalità più efficace per aiutare il nostro cliente e proporgli la strada più adatta a lui.
L’analisi funzionale e il modello di Glasser: due strumenti per la gestione d...Obiettivo Psicologia Srl
Lo Psicologo che opera in ambito educativo si trova spesso di fronte alle richieste di genitori, insegnanti, dirigenti, formatori ed educatori che necessitano di un aiuto nella gestione di comportamenti ostili e aggressivi di bambini e ragazzi. Tali comportamenti costituiscono una fonte di fatica e di frustrazione per chi si trova a doverli gestire. Ridurre questi comportamenti e aiutare il bambino/ragazzo ad acquisire un atteggiamento più adeguato al contesto è possibile, ma occorrono interventi mirati alle loro cause reali.
L’Analisi Funzionale rappresenta un’operazione che consente di valutare in che cosa consiste, come è nato e come si mantiene un determinato comportamento. È caratterizzata da un insieme di procedure e strumenti per raccogliere dati e informazioni necessarie a costruire una prima ipotesi sulla natura del comportamento presentato, a partire dalla quale strutturare e sviluppare un piano d’intervento.
Le forme che un comportamento aggressivo può assumere sono varie e diverse. Al di là delle manifestazioni silenti e nascoste, o scoperte e palesi, che il malessere può assumere, educatori, genitori e psicologi si trovano di fronte a bambini/ragazzi che non si adattano alla routine del contesto, manifestando un comportamento aggressivo, ostile, sgarbato, scontroso o poco comunicativo; richiedono all’educatore molto più tempo, energia e pazienza della maggior parte dei loro coetanei; sembrano resistenti e irriconoscenti per qualunque aiuto si offra loro. L’analisi funzionale costituisce un valido strumento di assessment del comportamento aggressivo.
Ma cosa fare una volta definito e valutato il comportamento? Esistono numerose strategie indirizzate alla modificazione del comportamento problematico e diverse tecniche che si propongono di risocializzare le credenze e gli atteggiamenti dei ragazzi.
Analisi funzionale e modello di Glasser: due strumenti per gestire i comporta...Obiettivo Psicologia Srl
Lo Psicologo che opera in ambito educativo si trova spesso di fronte alle richieste di genitori, insegnanti, dirigenti, formatori ed educatori che necessitano di un aiuto nella gestione di comportamenti ostili e aggressivi di bambini e ragazzi. Tali comportamenti costituiscono una fonte di fatica e di frustrazione per chi si trova a doverli gestire. Ridurre questi comportamenti e aiutare il bambino/ragazzo ad acquisire un atteggiamento più adeguato al contesto è possibile, ma occorrono interventi mirati alle loro cause reali.
L’Analisi Funzionale rappresenta un’operazione che consente di valutare in che cosa consiste, come è nato e come si mantiene un determinato comportamento. È caratterizzata da un insieme di procedure e strumenti per raccogliere dati e informazioni necessarie a costruire una prima ipotesi sulla natura del comportamento presentato, a partire dalla quale strutturare e sviluppare un piano d’intervento.
Le forme che un comportamento aggressivo può assumere sono varie e diverse. Al di là delle manifestazioni silenti e nascoste, o scoperte e palesi, che il malessere può assumere, educatori, genitori e psicologi si trovano di fronte a bambini/ragazzi che non si adattano alla routine del contesto, manifestando un comportamento aggressivo, ostile, sgarbato, scontroso o poco comunicativo; richiedono all’ educatore molto più tempo, energia e pazienza della maggior parte dei loro coetanei; sembrano resistenti e irriconoscenti per qualunque aiuto si offra loro. L’analisi funzionale costituisce un valido strumento di assessment del comportamento aggressivo.
Ma cosa fare una volta definito e valutato il comportamento? Esistono numerose strategie indirizzate alla modificazione del comportamento problematico e diverse tecniche che si propongono di risocializzare le credenze e gli atteggiamenti dei ragazzi.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
La dott.ssa Pirola presenterà le principali caratteristiche del comportamento alimentare di bambini e adolescenti, delle condotte alimentari “corrette” e disfunzionali dalla primissima infanzia, passando attraverso lo svezzamento, l’età scolare sino all’ adolescenza
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambin...Obiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
Il colloquio psicologico in ambito sessuologico: un metodo d’indagine. Parte 1Obiettivo Psicologia Srl
Oltre 16 milioni di italiani soffrono di problematiche sessuologiche: disfunzione erettile, eiaculazione precoce e calo del desiderio per gli uomini, anorgasmia, vaginismo e calo del desiderio per le donne. In linea con tutto ciò le richieste di consulenze su tematiche sessuologhe sono cresciute, negli ultimi 5 anni, del 15%.
Ma la sessuologia, in Italia, è ancora lontana dall’avere un’identità ben definita: limitrofa alla medicina, ma certamente anche alla psicologia, troppo spesso “banalizzata” anche dai mezzi di comunicazione, fatica a conquistare uno spazio specifico nella formazione accademica. Ricaduta di ciò è che molti psicologi e psicoterapeuti che lavorano per definizione per migliorare la salute dei propri pazienti, non sono adeguatamente formati ad intercettare problematiche di natura sessuale e di conseguenza porre in essere interventi di consulenza e/o terapia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità guarda alla salute sessuale come ad una importantissima componente della salute psichica e fisica e auspica interventi di sostegno mirati a promuovere comportamenti responsabili e soddisfacenti che possano incidere positivamente sulla qualità di vita.
Obiettivo generale del webinar è informare gli psicologi e gli psicoterapeuti che non hanno una formazione specifica in ambito sessuologico, rispetto agli strumenti utili per poter indagare la sessualità dei propri pazienti all’interno di un abituale protocollo anamnestico, indipendentemente dalle tematiche portate dal paziente in terapia. Inserire anche l’approfondimento su tematiche sessuologiche vuol dire prestare attenzione a tutti gli elementi utili per promuovere la salute del proprio paziente.
In quest’ottica gli psicologi e gli psicoterapeuti saranno stimolati ad acquisire elementi utili per poter condurre una “consulenza sessuologia di primo livello” utile per pianificare eventuali interventi specifici.
La Psicologia dell’Alimentazione: aree di intervento e competenze professiona...Obiettivo Psicologia Srl
L'impostazione scientifica e didattica del webinar proposto vuole, pertanto, avere un triplice scopo:
- Fornire una buona conoscenza della psicologia scientifica attuale nel settore dell’ alimentazione;
- Presentare le principali aree di intervento degli psicologi nel campo dell’alimentazione;
- Fornire una conoscenza delle caratteristiche principali dell’interazione fra figure professionali diverse, approfondendo sia le potenzialità, sia i possibili fattori di rischio, favorendo la possibilità dei partecipanti di costruire delle proficue reti professionali interdisciplinari.
La Psicologia dell’Alimentazione: aree di intervento e competenze professionaliObiettivo Psicologia Srl
In Italia, esattamente come accade per la sessuologia, non esistono scuole di formazione riconosciute.
Nonostante ciò la domanda da parte della popolazione è presente e la figura dello psicologo/psicoterapeuta è, da sempre, prevista nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
Inoltre, il professionista psicologo è richiesto nel protocollo di intervento per la chirurgia dell’obesità sia negli aspetti valutativi (idoneità all’intervento) sia come funzione di supporto per la dieta e per le problematiche connesse ai rapidi cambiamenti corporei conseguenti alla perdita di peso.
A quanto detto dobbiamo aggiungere gli altri settori di intervento della psicologia in campo alimentare:
- Tutti i casi in cui le persone devono aderire ad una dieta specifica a lungo termine e modificare “stabilmente” il comportamento alimentare (diabetici, celiaci, obesi non adatti alla chirurgia bariatrica);
- Tutte quelle richieste di consulenza per l’alimentazione del bambino (fobie del cibo, mangiare troppo, mangiare troppo poco, non riuscire a mangiare frutta e verdura);
- Tutte quelle situazioni nelle quali l’alimentazione è condizionata da esperienze emotive (emotional eating);
- Tutti i contesti di campagne di prevenzione ed educazione alimentare nelle quali, la psicologia, deve dare il suo contributo;
- Tutte quelle situazioni di “ossessione” nei confronti del cibo (es. ortoressia).
Nella trattazione di questi ambiti, particolare attenzione sarà data:
All’alimentazione: interazioni possibili con dietologo, nutrizionista, chirurgo bariatrico, gastroenterologo, diabetologo, medico di medicina generale, al pediatra, all’operatore sportivo;
Ai disturbi della percezione corporea: interazioni possibili con psichiatra, chirurgo plastico, chirurgo estetico.
Il comportamento alimentare dei bambini: un metodo di intervento. 2^ parteObiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, o comunque a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto dei loro figli con il cibo.
Di obesità infantile si è parlato anche nell’ultima Riunione informale dei ministri della salute dell’Unione europea a La Valletta (Malta), il 19 e 20 marzo 2017.
Durante questo incontro i Ministri della Salute hanno sottolineato come l’obesità sia un problema di portata epidemica sempre più diffuso in Europa, ribadendo la necessità di una maggiore collaborazione tra Stati che includa il coinvolgimento di tutti i settori della società.
Non possiamo in quanto psicologi, categoria che lavora sul comportamento umano, esimerci dall’affrontare e trattare questa tematica di basilare importanza per il futuro di tutti. Ecco perché è necessario formarsi ed informarsi su una questione così pregnante.
Ovviamente la cura dell’alimentazione dei bambini è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò fondamentale che noi psicologi lavoriamo con i genitori e con le istituzioni per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade frequentemente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante, ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti sani). C'è poi sicuramente tutta la questione della fame emotiva dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
In questi due webinar verrà affrontato il tema del rapporto con il cibo in età evolutiva.
Grazie ad un taglio prettamente teorico-pratico, tutti gli psicologi che lavorano con i genitori, avranno la possibilità di acquisire strumenti validi per la valutazione e l’intervento in quest’area così delicata.
Il comportamento alimentare dei bambini: un metodo di intervento. 1^ parteObiettivo Psicologia Srl
Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, o comunque a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto dei loro figli con il cibo.
Di obesità infantile si è parlato anche nell’ultima Riunione informale dei ministri della salute dell’Unione europea a La Valletta (Malta), il 19 e 20 marzo 2017.
Durante questo incontro i Ministri della Salute hanno sottolineato come l’obesità sia un problema di portata epidemica sempre più diffuso in Europa, ribadendo la necessità di una maggiore collaborazione tra Stati che includa il coinvolgimento di tutti i settori della società.
Non possiamo in quanto psicologi, categoria che lavora sul comportamento umano, esimerci dall’affrontare e trattare questa tematica di basilare importanza per il futuro di tutti. Ecco perché è necessario formarsi ed informarsi su una questione così pregnante.
Ovviamente la cura dell’alimentazione dei bambini è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò fondamentale che noi psicologi lavoriamo con i genitori e con le istituzioni per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade frequentemente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante, ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti sani). C'è poi sicuramente tutta la questione della fame emotiva dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): caratteristiche e strategie d’aiutoObiettivo Psicologia Srl
Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia ovvero: Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Sono termini ormai molto usati, forse anche abusati. Ma cosa sono davvero? Come capire se un bambino potrebbe effettivamente avere una di queste difficoltà? E cosa fare?
Genitori, Psicologi, Insegnanti ed altri professionisti si trovano spesso a dover affrontare queste problematiche con un crescente bisogno di formazione e informazione. Ci si chiede quale sia l'età per la diagnosi, quali i campanelli d'allarme e le eventuali azioni preventive, quali le indicazioni per la corretta stesura di un piano didattico personalizzato che tenga conto di tutte le difficoltà presenti.
In questo webinar affronteremo le principali caratteristiche di questi disturbi, cercando di capirne gli elementi distintivi, i campanelli d'allarme e le strategie di aiuto possibili in particolare nello svolgimento dei compiti e delle attività di studio
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): caratteristiche e strategie d’aiutoObiettivo Psicologia Srl
Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia ovvero: Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Sono termini ormai molto usati, forse anche abusati. Ma cosa sono davvero? Come capire se un bambino potrebbe effettivamente avere una di queste difficoltà? E cosa fare?
Genitori, Psicologi, Insegnanti ed altri professionisti si trovano spesso a dover affrontare queste problematiche con un crescente bisogno di formazione e informazione. Ci si chiede quale sia l'età per la diagnosi, quali i campanelli d'allarme e le eventuali azioni preventive, quali le indicazioni per la corretta stesura di un piano didattico personalizzato che tenga conto di tutte le difficoltà presenti.
In questo webinar affronteremo le principali caratteristiche di questi disturbi, cercando di capirne gli elementi distintivi, i campanelli d'allarme e le strategie di aiuto possibili in particolare nello svolgimento dei compiti e delle attività di studio
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): caratteristiche e strategie d’aiutoObiettivo Psicologia Srl
Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia ovvero: Disturbi Specifici dell'Apprendimento. Sono termini ormai molto usati, forse anche abusati. Ma cosa sono davvero? Come capire se un bambino potrebbe effettivamente avere una di queste difficoltà? E cosa fare?
Genitori, Psicologi, Insegnanti ed altri professionisti si trovano spesso a dover affrontare queste problematiche con un crescente bisogno di formazione e informazione. Ci si chiede quale sia l'età per la diagnosi, quali i campanelli d'allarme e le eventuali azioni preventive, quali le indicazioni per la corretta stesura di un piano didattico personalizzato che tenga conto di tutte le difficoltà presenti.
In questo webinar affronteremo le principali caratteristiche di questi disturbi, cercando di capirne gli elementi distintivi, i campanelli d'allarme e le strategie di aiuto possibili in particolare nello svolgimento dei compiti e delle attività di studio
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): caratteristiche e strategie d’aiuto
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del contratto. Prima Parte
1. Primo colloquio clinico:
dall’accoglienza alla
definizione del contratto
Docente: Sara Eba Di Vaio
saraeba.divaio@gmail.com
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
2. Un colloquio si definisce psicologico quando l’interesse
degli interlocutori non è orientato al contenuto ma
alla persona che ne è coinvolta.
Si tratta di un caso particolare di comunicazione
interpersonale:
1.È una comunicazione complessa: gli scambi utilizzano
il linguaggio verbale e i segni non verbali e paraverbali
(mimica, tono, postura).
2.È un’intercomunicazione a senso unico: lo psicologo
compie uno sforzo di comprensione dell’altro e tale
sforzo non è reciproco (il cliente/paziente compie uno
sforzo di comprensione e chiarificazione su se stesso)
3.È una situazione con componenti proprie.
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
3. Molte variabili concorrono a determinare il clima che
si verrà a creare tra lo psicologo e il cliente/paziente.
Il primo colloquio ha
un’importanza particolare.
Il suo buon esito decide sia la
possibilità di dare inizio al
percorso clinico sia
l’andamento dello stesso
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
4. Alice: "Quale via dovrei prendere?".
Gatto: "Dipende da dove vuoi andare".
Alice: "Poco importa dove".
Gatto: "Allora poco importa quale via
prendere".
Avere una direzione chiara aiuta a
raggiungere la propria meta
Importante chiedersi quale obiettivo voglio
raggiungere con il primo colloquio
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
5. Quale obiettivo voglio
raggiungere incontrando
per la prima volta un
cliente/paziente?
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
6. L’obiettivo che dovremmo
darci nel primo colloquio è che
il cliente/paziente (laddove
dotato di motivazioni
intrinseca al percorso e
portatore di tematiche
congruenti con la nostra
formazione) decida di
intraprendere il percorso
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
7. Curiosando sul web si legge…
Ha come finalità l’esame del problema e
non semplicemente l’ascolto e/o stabilire
una relazione collaborativa con il paziente
1)Stabilire i Prerequisiti Materiali
del lavoro psicologico
2) Valutare la possibilità che il
paziente si affidi al lavoro dello
Psicologo
3) Analizzare tre aree fondamentali
di indagine:
•le motivazioni della richiesta di
consultazione e i problemi che
l’hanno determinata
•la descrizione di sè come persona
(interessi, vita lavorativa)
•i rapporti con le persone
“significative” della propria vita
Un primo colloquio ha generalmente un
livello di strutturazione basso che possa
consentire al clinico di raccogliere quegli
elementi che provengono dalle parole del
paziente, dall’osservazione del suo
comportamento non-verbale (sguardo,
espressione del volto, gestualità, postura,
timbro della voce, orientamento del
corpo, distanza corporea) e dal proprio
vissuto emotivo
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
8. “Lo strumento che utilizziamo per
comprendere – nella maniera più
precisa possibile - come è fatta la
mente del paziente. Questo è
l’unico scopo del colloquio. La
raccolta dell’anamnesi e della
storia ha, nel primo colloquio, una
posizione di secondaria
importanza.” Se ci sarà un seguito
nella storia comune tra paziente e
terapeuta allora a poco a poco
conosceremo anche il racconto
della sua storia in modo
abbastanza dettagliato (Semi,
1985).
Gli Autori dicono …
“È indifferente con che materiale si
inizia il trattamento, se con la
bibliografia del paziente, la storia
della sua malattia o i suoi ricordi
d’infanzia. In ogni caso bisogna
cominciare in modo da lasciar
parlare il paziente e rimettere al
suo arbitrio la scelta del punto di
partenza.” (Freud, 1913)
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
9. Indipendentemente da tutto è molto importante che durante
il primo colloquio il cliente/paziente viva un’ ESPERIENZA
EMOZIONALE POSITIVA, ovvero possa sperimentare sensazioni
di:
Rispetto – Accettazione - Calore
L’esperienza emozionale che il cliente
percepisce durante il primo incontro è uno
dei fattori che determinerà il suo futuro
impegno nel processo di autoesplorazione
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
10. Rispetto, Accettazione, Calore …
Come fare?
Considerare la
STRUTTURA DI RIFERIMENTO INTERNA del
cliente/paziente
ovvero
Le esperienze individuali del cliente/paziente, le
circostanze in cui si trova e il suo mondo.
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
11. Di fronte ad ogni situazione nuova
abbiamo, più o meno
consapevolmente, ansie e resistenze
mescolate ad interesse e curiosità
Già prima del primo incontro sia il cliente/paziente che lo
psicologo producono delle fantasie (FANTASIE RELAZIONALI
PRIMARIE) collegate all’incontro stesso che vanno tenute in
considerazione
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
12. Il cliente/paziente può formarsi delle fantasie d'attesa secondo modelli
precostituiti derivanti da esperienze o da conoscenze pregresse:
modello medico: io le dico i miei disturbi e tocca a lei curarmi
modello scolastico: sono qui perché lei m'insegni a comportarmi nel
modo giusto
modello religioso sono qui e devo confessarle tutto
modello magico: aspetto che lei mi faccia guarire
modello poliziesco: devo scoprire il trauma causale
Oltre a fantasie d’attesa rispetto alla persona dello psicologo (e
del cliente/paziente) vi possono essere delle aspettative
rispetto all’andamento del colloquio, a cose da fare, a processi
da seguire.
È compito dello psicologo chiarificare rispetto all’obiettivo del
colloquio stesso , esplicitando le modalità di conduzione.
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
13. Il cliente/paziente può credere che:
l’intervento preveda una risposta/soluzione da parte dello psicologo
il colloquio con lo psicologo consista in una sorta di intervista
lo psicologo si avvalga di prescrizioni che possano fornire nell’immediato
una soluzione soddisfacente
Sottolineare che:
È il cliente/paziente, nel processo di interazione con lo
psicologo, a trovare dentro se stesso le risposte auspicate e la
soluzione al suo problema
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
14. Il colloquio va condotto e il compito della
conduzione spetta allo psicologo.
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
15. Sin dal primo contatto
(che spesso avviene
tramite telefono) lo
psicologo dovrà
“gestire” l’interazione
non lasciando nulla al
caso.
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
16. La telefonata è il primo momento di
interazione con il cliente:
chi telefona?
che modalità usa?
E' importante avere una scheda di
contatto telefonico in cui annotare:
cosa chiedere
cosa comunicare
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
17. Quali Informazioni ?
dati anagrafici: nominativo, età
orario: fissare un appuntamento preciso è già un modo di comunicare
interesse
luogo: fornire eventuali indicazioni per raggiungere la sede
durata: definire il tempo, permette anche al cliente di programmare la
propria giornata
costo: il cliente deve poter valutare se è una spesa che può sostenere
recapito telefonico: per poter eventualmente disdire
modalità di disdetta: quando, come …
invio
motivo della consultazione
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
18. …Sondare i motivi che portano il cliente/paziente a
chiedere un incontro?
Pro:
Consente allo psicologo di predisporsi mentalmente ad affrontare una
data tematica abbassa il livello di ansia
Aiuta il cliente/paziente ad iniziare a definire la sua situazione
problematica
Contro
Il cliente/paziente può dilungarsi nella spiegazione e tramutare la
telefonata in un colloquio
Formarsi un’idea preconcetta sulla situazione del cliente/paziente
Seguire un copione senza porre attenzione al cliente/paziente
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
19. Griglia di riferimento per condurre il primo colloquio
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
Fase Compito dello psicologo Cosa osservo?
Accoglienza Accoglienza, saluti,
convenevoli…
Iniziare a costruire un
rapporto di fiducia
Iniziale raccolta di dati
Come viene fatta l’accoglienza?
Quanto dura?
Come reagisce il cliente?
Di cosa avrebbe bisogno?
Esplorazione Facilitare l’autoapertura e il
dialogo
Come viene data la parola al cliente?
Viene utilizzata una “domanda di apertura”?
Di cosa parla il cliente?
Del problema
Di sé in generale
Del suo personale contesto di vita
Altro
Nel vivo del
colloquio
Lavorare in termini di
obiettivo.
Vengono definiti gli obiettivi che il cliente si
prefigge scegliendo il percorso di counseling
psicologico?
Quali?
Chiusura Riassumere
Chiarire i dettagli
gestionali e pratici
Porre le basi per la
creazione di un contratto
Chiudere l’incontro
Come viene gestita la fase di chiusura?
Quanto tempo le viene dedicato?
Vengono passate delle regole?
Come si congedano?
22. Fase 1: Accoglienza
Dal latino Colligere ovvero, “raccogliere presso di sé; ricevere con
dimostrazione di affetto”.
Lo psicologo deve creare un clima in cui sia lui stesso, sia il proprio
interlocutore possano sentirsi a proprio agio.
Nella fase di Accoglienza lo psicologo deve assolvere a molti
importanti compiti:
incontrare la persona
salutarla
introdurla ad un ambiente che non conosce
permetterle di accomodarsi, di ambientarsi, di familiarizzare con
l’immagine dello psicologo,
di normalizzare le forti emozioni che sente
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
23. Fase 1: Iniziare a costruire un
rapporto di fiducia
È più semplice per un cliente/paziente discutere
questioni delicate, intime, in un contesto
permeato di calore e accettazione.
Sentire che l’altro si preoccupa di noi e ci
valorizza dà un senso di fiducia immediato, rende
più probabile che il cliente/paziente acquisti
fiducia in sé e nella propria capacità di
fronteggiare i problemi.
La FIDUCIA da parte del cliente/paziente va conquistata (si deve basare su
prove certe altrimenti si tratta della pericolosa condizione dell’Affidamento).
È, dunque, normale che il processo di apertura sia graduale e corrisponda a
specifiche azioni da parte dello psicologo
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
24. Fase 1: Iniziale raccolta di dati
Già in questa fase è possibile ricevere
delle informazioni da parte del
cliente/paziente che vanno
prontamente annotate.
In questa fase la raccolta dei dati deve
emergere dal colloquio “apparentemente”
informale e non da subito strutturato.
Importante ricordare che il primo colloquio
NON corrisponde al Colloquio Anamnestico
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
26. In questa fase lo Psicologo DEVE dare la parola al
cliente/paziente.
Fase 2: Esplorazione
Può essere presente un disagio nell’aprirsi all’altro che va
tenuto in considerazione.
Aprire me stesso all’altro significa conoscermi, abbassare le
mie difese e dunque espormi, diventare vulnerabile.
La risposta migliore che possiamo offrire è una
profonda accettazione incondizionata, interesse
e comprensione empatica
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
27. È possibile utilizzare le cosiddette “domande di
apertura”, domande aperte che incoraggiano
l’altro a parlare liberamente e segnalano che lo
psicologo è lì per ascoltare.
Fase 2: Esplorazione
Quali possono essere domande di
apertura???
Alcune persone hanno bisogno di domande per:
sentirsi incoraggiati
per poter dare informazioni
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
28. La parola al cliente...
Le “aperture”:
1.Raccontare la propria storia: molto spesso è
presentata come una premessa : “Se permette vorrei
prima dirle alcune cose di me…”
2.Presentare la situazione problematica
2.Presentare il proprio ambiente: parlare del lavoro,
della famiglia
Fase 2: Esplorazione
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it
29. Fase 2: Esplorazione
La confessione (May)
Questa è la fase in cui il cliente/paziente viene incoraggiato ad
ESPLORARE e CHIARIFICARE (Egan) i propri problemi
Chi parla è il cliente/paziente ma lo psicologo deve orientare la
confessione in direzione del problema
In questa fase lo psicologo utilizza le tecniche base dell’ascolto:
-parafrasi
-riassunto
-riflettere i sentimenti del cliente
-domande aperte
www.obiettivopsicologia.it
Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
www.opsonline.it
www.scuoladicounselingpsicologico.it