SlideShare a Scribd company logo
1 of 48
LA RELAZIONE CON IL
PAZIENTE AFFETTO DA
DISAGIO PSICHICO
Senigallia 29 giugno 2012
Dr Stefano Marconcini
Responsabile assistenza infermieristica
I significati di base
Persona: un’unità psico
- fisica –sociale
Salute = benessere psicofisico
e sociale(un concetto che
muta e che ha mille significati)
Ammalato = soggetto in una
condizione di svantaggio
Tre assi
• organico (il corpo ….)
• cognitivo (la mente …)
• relazionale (il rapporto con il mondo …)
La relazione d’aiuto
• con l’ascolto
• con l’osservazione
• con un intervento
efficace
• con rispetto
• con cura
DEFINIZIONE DI RELAZIONE
D’AIUTO
RAPPORTO ASIMMETRICO TRA UN
SOGGETTO CHE PER MATURITA’,
SALUTE, CONOSCENZA E’ IN
CONDIZIONI DI OFFRIRE E GESTIRE
UN AIUTO E METTE QUESTA SUA
COMPETENZA AL SERVIZIO DI UN
ALTRO, PORTATORE DI BISOGNI PER
IMMATURITA’, DEFICIT,MALATTIA,
IGNORANZA…..
“L’infermiere e il suo paziente”, AA.VV., CEA, Mi
RELAZIONE D’AIUTO
NEL MOMENTO IN CUI IL PAZIENTE SI RIVOLGE
ALL’OPERATORE SANITARIO PER CHIEDERE
AIUTO, IL PROFESSIONISTA SI TROVA IN UNA
VERA E PROPRIA POSIZIONE DI
COUNSELLING E DEVE AVERE LA CAPACITA’
DI CAPIRE LA NATURA DELLE DIFFICOLTA’ DEL
PAZIENTE
L’infermiere e il suo paziente”, AA.VV., CEA, Mi
RELAZIONE D’AIUTO
• Il rapporto operatore sanitario/
paziente rientra nell’ambito delle
relazioni professionali che usano come
strumento privilegiato il sé.
• Il sistema operatore sanitario/paziente
è caratterizzato da un’altra peculiarità,
quella di non costituire una coppia
paritaria, bensì una “coppia bipolare”.
RELAZIONE D’AIUTO
La relazione terapeutica è legata ad un
processo interpersonale che si verifica
tra operatore e paziente; è un rapporto
centrato sull’obiettivo che è diretto al
migliore interesse e risultato per
l’utente.
RNAO (Register Nurses Association Ontario, 2002)
RELAZIONE DI AIUTO
Rapporto centrato sui problemi di salute
del paziente e caratterizzato
dall’impegno dell’operatore di aiutare
l’utente.
Teso ad operare cambiamenti ritenuti
necessari, implica uno scambio
interpersonale reciproco;
Attuato attraverso la comunicazione.
CLIMA PER UNA RELAZIONE D’AIUTO:
• Sospensione del giudizio.
• Rispetto.
• Assenza di manipolazione.
• Valore alla unicità e alle potenzialità
personali
• Riconoscimento dei nuclei creativi e positivi.
• Reciprocità.
• Curiosità dell’operatore.
• Autenticità dell’operatore.
• Centralità della relazione.
LE CAPACITÀ RELAZIONALI
Le capacità di gestire l’incontro con l’altro in tutto il suo
divenire e di gestire la fatica (o la sofferenza) emotiva
che lo accompagna. Specificatamente si tratta delle
capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di
saper entrare in contatto con l’utente, comprenderne le
richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di
capire razionalmente, quanto di sentire; questo è il senso
dell’espressione “essere in contatto”: con l’interlocutore e
con se stessi.
Capacità relazionale è dunque la capacità di gestire la
complessità interpersonale.
Tratto da: Blandino G. (1996) Le capacità relazionali.
Prospettive
psicodinamiche, Utet, Torino.
La relazione con il paziente affetto
da disagio psichico
• Uno dei maggiori problemi per il personale
che ha rapporti con persone sofferenti è la
«distanza emotiva » da mantenere con il
paziente. Fino a che punto è utile, ai fini
assistenziali, per l'infermiere e per il paziente,
che ci sia un coinvolgimento ed una
partecipazione emotiva ai problemi del
malato?
La relazione con il paziente affetto
da disagio psichico
• Quando un individuo ritiene di aver bisogno di
aiuto per una malattia, richiede una
prestazione sanitaria: per questo si reca al
Pronto Soccorso o ad un servizio sanitario, in
rapporto all'urgenza e alla natura del
problema.
La relazione con il paziente affetto
da disagio psichico
• La relazione sarà diversa se la persona si
rivolge ad un medico, ad un infermiere o ad
un'assistente sociale, ma il rapporto resterà
comunque tra una persona sofferente
bisognosa di aiuto e un'altra che per capacità
tecniche e personali è tenuta a prestare il
soccorso, sia questo la medicazione di una
ferita cutanea o la sedazione per uno stato
d'ansia.
La relazione con il paziente affetto
da disagio psichico
• In un primo momento è indispensabile una
fase di avvicinamento e di identificazione con
il paziente: mentre questo riferisce il proprio
problema o manifesta dei sintomi, l'operatore
cerca di capirne la natura, la gravità, le
caratteristiche.
La relazione con il paziente affetto
da disagio psichico
• Per effettuare una valutazione di questo tipo è
necessario che l'operatore si lasci coinvolgere
nei problemi dell'altro, con un atteggiamento
di disponibilità e uno sforzo di comprensione;
egli deve cercare dì far diventare in qualche
misura suoi i problemi dell'altro. Questo
processo costituisce l'empatia, definita come
la capacità di identificarsi con l'altro e di
vivere la sua situazione.
La relazione con il paziente affetto
da disagio psichico
• Ci sono individui dotati in maggior misura di
tale capacità; per questi sarà ovviamente più
facile instaurare il rapporto con gli altri, ma è
opportuno che ogni operatore cerchi di
sviluppare tale capacità, conservando il
proprio peculiare modo di mettersi in
rapporto con gli altri.
Sviluppo della relazione
operatore-paziente
A. Sviluppo dell'auto-consapevolezza della comunicazione
• sviluppare la consapevolezza dei propri modi della comunicazione
verbale e non verbale;
• riconoscere i valori ed i costumi culturali in rapporto al
comportamento personale e degli altri;
• identificare i propri modi di adattamento alle situazioni stressanti;
• sviluppare la capacità di esaminare il proprio comportamento, in
particolare nelle relazioni con il paziente;
• riconoscere i propri sbagli e i propri limiti;
• avere consapevolezza dei propri sentimenti, positivi e negativi,
verso i pazienti;
• ricordare che la comunicazione può essere influenzata dal
contesto in cui avviene, dalla cultura del paziente, dallo stato
d'animo, dalla malattia
Sviluppo della relazione
operatore-paziente
B. Sviluppo di un rapporto terapeutico
• dimostrare di accettare con cordialità il paziente, pur manifestando
disapprovazione per i comportamenti inappropriati quando necessario;
• dimostare preoccupazione, interesse e comprensione per le difficoltà del
paziente;
• sviluppare la sensibilità per i bisogni del paziente e la capacità di comprensione
del modo di comunicarli;
• evitare comportamenti di contrasto con il paziente se non sono necessari;
• favorire l'espressione dei sentimenti, delle paure, delle critiche;
• dare al paziente informazioni complete e corrette sul regolamento del reparto
ospedaliero o del servizio;
• evitare risposte generiche, ambigue o prive di significato;
• non fare promesse che non possono essere mantenute;
• conquistare la fiducia del paziente con un atteggiamento cordiale, spontaneo,
veritiero;
• dimostrare competenza ed efficienza;
• evitare di dare giudizi moralistici sul comportamento del paziente.
Sviluppo della relazione
operatore-paziente
Le due tabelle precedentemente riportate
schematizzano alcuni punti per lo sviluppo di
una relazione operatore-paziente che abbia
caratteristiche terapeutiche: la prima parte
riguarda lo sviluppo della consapevolezza dei
propri modi di comunicare con il paziente, la
seconda riporta alcuni aspetti relazionali da
considerare per valorizzare le potenzialità
terapeutiche della relazione
Sviluppo della relazione
operatore-paziente
• La fase di avvicinamento è indispensabile
molte volte per capire il problema clinico, che
deve essere inserito nella storia personale del
paziente al di là di facili schematismi. Tuttavia
questa fase deve lasciare il posto ad una
posizione più distaccata, in cui si possa
considerare le cose in modo oggettivo,
superando le particolarità individuali e
mettendo in atto gli interventi diagnostici e
terapeutici necessari.
Sviluppo della relazione
operatore-paziente
• Non è utile ad esempio condividere
completamente le paure del malato, perché
non sempre queste sono giustificate dai dati
oggettivi; inoltre, il protrarsi
dell'identificazione con soggetti che
sperimentano un'intensa angoscia può avere
un effetto paralizzante per l'assistenza,
riducendo le capacità tecniche, l'attenzione e
la concentrazione.
Il concetto di ruolo nella relazione
• Il rapporto con il malato può generare ansia e
paura nell’operatore. Avvengono infatti delle
modificazioni nel comportamento e nel
rapporto con il malato, che tendono a ridurre
l'ansia della relazione: in una parola
l'operatore assume un ruolo.
Il concetto di ruolo nella relazione
• Con questo si vuol intendere che il soggetto si
mette in una posizione in cui sia chiaro,
stabilito e condiviso (cioè atteso dagli altri) ciò
che si deve e non si deve fare, quali siano i
compiti, i doveri e i diritti che competono ad
ognuno; stabilisce cioè i confini di
competenza, e il comportamento che gli altri
si aspettano dall'operatore.
Il concetto di ruolo nella relazione
• Questo processo ha aspetti largamente
positivi, sia sul piano assistenziale che
personale, in quanto definisce i compiti di
ciascuno e riduce l'ansia del rapporto con il
malato: l'infermiere sa cosa questi si aspetta
da lui, e di fronte a richieste particolari (ad
esempio un rapporto più diretto) è legittimato
a rifiutare senza venir meno ai propri compiti
assistenziali.
Il concetto di ruolo nella relazione
• Quando si è realizzata la fase iniziale di
avvicinamento e identificazione e quando si è
stabilito un contatto empatico, assumere un
ruolo determinato ha una funzione positiva, in
quanto ha un significato rassicurante per
l'infermiere e per il paziente, che vede una
persona efficiente e competente occuparsi di
lui.
Il concetto di ruolo nella relazione
• Il limite è rappresentato da una assunzione
del ruolo troppo rigida, senza capacità di
autocritica e di flessibilità in rapporto alle
situazioni particolari; o anche dal prevalere, in
modo disarmonico, di uno degli atteggiamenti
(distacco, negazione, proiezione all'esterno)
derivanti dai meccanismi di difesa più
frequentemente utilizzati nella costituzione
del ruolo.
I meccanismi di difesa adottati nel
ruolo
• Il distacco: compare normalmente nel rapporto con
il malato, talvolta può essere esasperato in modo
estremo, al punto che l’operatore sanitario
cercherà di controllare costantemente e
completamente i propri sentimenti, evitando di
farsi coinvolgere, anche in modo modesto, nel
rapporto con il malato. E’ tuttavia importante saper
valutare, la situazione in cui è necessario un
maggior contatto con il paziente : si pensi ad
esempio ad una manifestazione di un momento di
sconforto del paziente, la rassicurazione del quale
comporta a volte l’impiego di pochi minuti.
I meccanismi di difesa adottati nel
ruolo
• Un altro atteggiamento frequente è la negazione,
cioè il rifiuto di riconoscere una parte della realtà;
da parte dell‘operatore si evidenzia nella
minimizzazione del quadro clinico o nella
proposizione di una visione ottimistica del disturbo
lamentato dal paziente. Un altro aspetto della
negazione può essere considerato attribuire, da
parte dell'infermiere, scarsa importanza al rapporto
con il malato. Si cerca così di evitare di stabilire un
rapporto personale con il paziente, perché questo
espone a successive delusioni.
I meccanismi di difesa adottati nel
ruolo
• Un altro atteggiamento di difesa dall'ansia del
rapporto con il paziente è la proiezione, cioè
attribuire ad altre persone intenzioni o
atteggiamenti che in realtà sono nostri, e di cui
neghiamo la presenza in noi stessi. In questo modo,
le difficoltà di rapporto con i pazienti vengono
proiettate all'esterno, la responsabilità delle
deficienze del servizio vengono imputate ad altri, ai
superiori, al medico o alla caposala, comunque al di
fuori del rapporto dell‘operatore con il malato.
• UN MODELLO EFFICACE PER LA
RELAZIONE CON IL PAZIENTE
AFFETTO DA DIPENDENZA
PATOLOGICA E DISAGIO PSICHICO:
CONCETTI DI BASE DEL NURSING
PSICODINAMICO DI HILDEGARDE
PEPLAU
HILDEGARDE PEPLAU
• Meglio l’Infermiere conosce se stesso e
maggiormente sarà in grado di capire i vari tipi
di relazione che si creano tra lui e chi assiste.
• La Peplau sviluppò un modello
infermieristico definito il NURSING
PSICODINAMICO, che consiste nella
comprensione del proprio
comportamento per aiutare gli altri ad
individuare le proprie difficoltà ed
applicare i principi delle relazioni umane
ai problemi che sorgono durante
l’esperienza.
• Per elaborare la sua teoria utilizzò conoscenze
tratte dalla scienza comportamentale e dal
modello psicologico, consentendo
all’operatore di iniziare a discostarsi
dall’orientamento verso la malattia, per
indirizzarsi verso un panorama in cui il
significato psicologico di eventi, sentimenti e
comportamenti diventa oggetto dell’assistenza.
• La Peplau nella sua teoria spiega le
caratteristiche delle varie fasi della relazione
operatore-paziente:
1.Unicità della persona – reazioni diverse
2.Salute – crescita; Malattia – approfondimento
3.Ambiente
4.Nursing – strumento educativo + promozione
della salute + sviluppo della personalità del
paziente + maturazione della personalità
dell’infermiere.
• La Peplau distingue 4 fasi del rapporto operatore-
paziente:
• 1) ORIENTAMENTO
Questa fase è influenzata dalla reciproca
disponibilità di dare e ricevere aiuto; insieme si
deve lavorare per identificare, chiarire e definire
il problema esistente.
• Tale interazione diminuisce ansia e tensione ed è
influenzata da cultura, religione, educazione…
• 2) IDENTIFICAZIONE
• L’obiettivo è il riesame di sensazioni e
sentimenti
• La risposta del paziente può essere di triplice
natura:
• partecipare ed essere interdipendente
• essere autonomo ed indipendente
• essere passivo e dipendente
• 3) UTILIZZAZIONE
• Il paziente trae vantaggio dal rapporto
terapeutico, il quale deve essere mantenuto,
privilegiando gli atteggiamenti di
accettazione, comprensione e fiducia.
• L’operatore deve creare un’atmosfera
psicologicamente terapeutica, nella quale
poter identificare e analizzare pensieri,
sentimenti e comportamenti.
• RISOLUZIONE
• E’ la fase in cui il rapporto terapeutico tra
infermiere e paziente si conclude, e il paziente
si libera dall’identificazione con l’infermiere.
• La malattia viene integrata come esperienza di
vita.
• Durante le sovracitate fasi l’operatore assume diversi
ruoli:
• Estraneo: due estranei s’incontrano, cioè l’infermiere
e il paziente.
• Insegnante: chi trasmette conoscenze in rapporto ad
un bisogno o un interesse.
• Esperto: colui che fornisce una specifica
informazione che aiuta a comprendere una nuova
situazione.
• Leader: chi porta avanti il processo di
raggiungimento degli scopi attraverso
l’interazione (spesso i pazienti si identificano
con gli infermieri e si aspettano che essi
dirigano la situazione).
• Sostituto: le figure di sostituto prendono
forma nella mente del paziente, quando egli è
in una situazione che riattiva sensazioni
generate in precedenza (es. figura materna).
Consulente: colui che mediante determinate
abilità o azioni aiuta un’altra persona a
riconoscere, affrontare, accettare e risolvere i
problemi che impediscono la possibilità di
vivere felicemente.
• Possiamo quindi dedurre che l’operatore
sanitario è colui che è deputato ad aiutare il
paziente ad uscire dal disagio; la Peplau
attribuisce all’infermiere il ruolo di
educatore, per mezzo di una relazione
interpersonale efficace.
• Se vogliamo migliorare dobbiamo imparare a
metterci in discussione, a modellare il percorso
terapeutico secondo un concetto di salute
olistico. Altrimenti difficilmente il paziente trarrà
dei vantaggi dall’interreazione
operatore/paziente.
• Nella cura dei pazienti con dipendenza da
sostanze, l’obbiettivo non è quello di distruggere
la personalità dell’individuo, ma è quella di
cercare di modellarla verso un vivere sano da un
punto di vista biologico, sociale e psicologico.
• La dipendenza deve essere integrata
come un’esperienza di vita. L’Infermiere
deve diventare un esempio positivo. Con
il modello della Peplau viene esaltato il
ruolo dell’operatore nel processo
riabilitativo, dove anche l’operatore ne
trae dei vantaggi dall’interreazione
determinando una crescita
professionale.
Conclusioni
PREGHIERA di Kirk Kilgour
Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché
gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello
che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!

More Related Content

What's hot

Prima lezione corso oss slide stampa 2011
Prima lezione corso oss  slide stampa 2011Prima lezione corso oss  slide stampa 2011
Prima lezione corso oss slide stampa 2011Helga Sanna
 
Servizi socio sanitari
Servizi socio sanitariServizi socio sanitari
Servizi socio sanitariRita Lo Iacono
 
stage-disabilita.ppt
stage-disabilita.pptstage-disabilita.ppt
stage-disabilita.pptfacc8
 
Dispensa de carli mg3 ud2 14 15
Dispensa de carli mg3 ud2 14 15Dispensa de carli mg3 ud2 14 15
Dispensa de carli mg3 ud2 14 15RosaDelDeserto
 
Emozioni 1
Emozioni 1Emozioni 1
Emozioni 1imartini
 
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famiglia
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famigliaIl supporto psicologico al paziente ed alla sua famiglia
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famigliaASMaD
 
LA SINDROME DA BURN-OUT
LA SINDROME DA BURN-OUTLA SINDROME DA BURN-OUT
LA SINDROME DA BURN-OUTDrughe .it
 
121 microsoft power point - ascolto attivo
121 microsoft power point - ascolto attivo121 microsoft power point - ascolto attivo
121 microsoft power point - ascolto attivoimartini
 
Comunicazione interpersonale e gestione del conflitto
Comunicazione interpersonale e gestione del conflittoComunicazione interpersonale e gestione del conflitto
Comunicazione interpersonale e gestione del conflittoMorena Luppi
 
Il paziente psichiatrico grave/difficile.vignette cliniche
Il paziente psichiatrico grave/difficile.vignette clinicheIl paziente psichiatrico grave/difficile.vignette cliniche
Il paziente psichiatrico grave/difficile.vignette clinicheValeria Pozzoni
 

What's hot (20)

Competenze OSS
Competenze OSSCompetenze OSS
Competenze OSS
 
Elementi di psicologia
Elementi di psicologiaElementi di psicologia
Elementi di psicologia
 
Prima lezione corso oss slide stampa 2011
Prima lezione corso oss  slide stampa 2011Prima lezione corso oss  slide stampa 2011
Prima lezione corso oss slide stampa 2011
 
Servizi socio sanitari
Servizi socio sanitariServizi socio sanitari
Servizi socio sanitari
 
stage-disabilita.ppt
stage-disabilita.pptstage-disabilita.ppt
stage-disabilita.ppt
 
Salute mentale
Salute mentaleSalute mentale
Salute mentale
 
Stili comunicativi
Stili comunicativiStili comunicativi
Stili comunicativi
 
Comunicazione Assertiva
Comunicazione AssertivaComunicazione Assertiva
Comunicazione Assertiva
 
Dispensa de carli mg3 ud2 14 15
Dispensa de carli mg3 ud2 14 15Dispensa de carli mg3 ud2 14 15
Dispensa de carli mg3 ud2 14 15
 
COME GESTIRE LE EMOZIONI
COME GESTIRE LE EMOZIONICOME GESTIRE LE EMOZIONI
COME GESTIRE LE EMOZIONI
 
Emozioni 1
Emozioni 1Emozioni 1
Emozioni 1
 
L'ascolto attivo
L'ascolto attivoL'ascolto attivo
L'ascolto attivo
 
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famiglia
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famigliaIl supporto psicologico al paziente ed alla sua famiglia
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famiglia
 
OSS II - Prima lezione
OSS II - Prima lezioneOSS II - Prima lezione
OSS II - Prima lezione
 
LA SINDROME DA BURN-OUT
LA SINDROME DA BURN-OUTLA SINDROME DA BURN-OUT
LA SINDROME DA BURN-OUT
 
07 burnout
07 burnout07 burnout
07 burnout
 
121 microsoft power point - ascolto attivo
121 microsoft power point - ascolto attivo121 microsoft power point - ascolto attivo
121 microsoft power point - ascolto attivo
 
L’ascolto attivo.
L’ascolto attivo.L’ascolto attivo.
L’ascolto attivo.
 
Comunicazione interpersonale e gestione del conflitto
Comunicazione interpersonale e gestione del conflittoComunicazione interpersonale e gestione del conflitto
Comunicazione interpersonale e gestione del conflitto
 
Il paziente psichiatrico grave/difficile.vignette cliniche
Il paziente psichiatrico grave/difficile.vignette clinicheIl paziente psichiatrico grave/difficile.vignette cliniche
Il paziente psichiatrico grave/difficile.vignette cliniche
 

Viewers also liked

Formazione iniziale e oss
Formazione iniziale e ossFormazione iniziale e oss
Formazione iniziale e ossUneba
 
La comunicazione e la relazione di aiuto 1
La comunicazione e la relazione di aiuto 1La comunicazione e la relazione di aiuto 1
La comunicazione e la relazione di aiuto 1Letizia Espanoli
 
Ruoloe limiti nella relazione con il paziente
Ruoloe limiti nella relazione con il pazienteRuoloe limiti nella relazione con il paziente
Ruoloe limiti nella relazione con il pazientemacudani71
 
La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...
La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...
La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...Francesco Polito
 
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15RosaDelDeserto
 
IL VOLONTARIATO a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi
IL VOLONTARIATO  a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi IL VOLONTARIATO  a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi
IL VOLONTARIATO a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi Noemi Colangeli
 
Operatore Socio Sanitario
Operatore Socio SanitarioOperatore Socio Sanitario
Operatore Socio SanitarioGruppo Viabelli
 
Operatore Socio Sanitario Specializzato
Operatore Socio Sanitario SpecializzatoOperatore Socio Sanitario Specializzato
Operatore Socio Sanitario SpecializzatoGruppo Viabelli
 
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienza
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienzaIO VOLO - Slide corso volontari con esperienza
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienzapiccolorifugio
 
Il Ruolo Del Volontario ppt
Il Ruolo Del Volontario pptIl Ruolo Del Volontario ppt
Il Ruolo Del Volontario pptAliante
 
La logisitca del Software OSS
La logisitca del Software OSSLa logisitca del Software OSS
La logisitca del Software OSSStefano La Gona
 
Disturbi psichiatrici in HCV
Disturbi psichiatrici in HCVDisturbi psichiatrici in HCV
Disturbi psichiatrici in HCVFabrizio Starace
 

Viewers also liked (20)

OSS 2 - quarta lezione I
OSS 2 - quarta lezione IOSS 2 - quarta lezione I
OSS 2 - quarta lezione I
 
Ripasso Generale
Ripasso GeneraleRipasso Generale
Ripasso Generale
 
OSS II - Seconda lezione
OSS II - Seconda lezioneOSS II - Seconda lezione
OSS II - Seconda lezione
 
Formazione iniziale e oss
Formazione iniziale e ossFormazione iniziale e oss
Formazione iniziale e oss
 
OSS II — Terza lezione II
OSS II — Terza lezione IIOSS II — Terza lezione II
OSS II — Terza lezione II
 
La persona al centro
La persona al centroLa persona al centro
La persona al centro
 
OSS — ottava lezione
OSS — ottava lezioneOSS — ottava lezione
OSS — ottava lezione
 
La comunicazione e la relazione di aiuto 1
La comunicazione e la relazione di aiuto 1La comunicazione e la relazione di aiuto 1
La comunicazione e la relazione di aiuto 1
 
Ruoloe limiti nella relazione con il paziente
Ruoloe limiti nella relazione con il pazienteRuoloe limiti nella relazione con il paziente
Ruoloe limiti nella relazione con il paziente
 
La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...
La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...
La posizione di garanzia dello psichiatra nella gestione del paziente psichia...
 
OSS 2010 — Nascita OSS
OSS 2010 — Nascita OSSOSS 2010 — Nascita OSS
OSS 2010 — Nascita OSS
 
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
 
IL VOLONTARIATO a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi
IL VOLONTARIATO  a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi IL VOLONTARIATO  a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi
IL VOLONTARIATO a cura di Gabriella Privitera e Nike Varazi
 
Operatore Socio Sanitario
Operatore Socio SanitarioOperatore Socio Sanitario
Operatore Socio Sanitario
 
OSS II - V lezione III
OSS II - V lezione IIIOSS II - V lezione III
OSS II - V lezione III
 
Operatore Socio Sanitario Specializzato
Operatore Socio Sanitario SpecializzatoOperatore Socio Sanitario Specializzato
Operatore Socio Sanitario Specializzato
 
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienza
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienzaIO VOLO - Slide corso volontari con esperienza
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienza
 
Il Ruolo Del Volontario ppt
Il Ruolo Del Volontario pptIl Ruolo Del Volontario ppt
Il Ruolo Del Volontario ppt
 
La logisitca del Software OSS
La logisitca del Software OSSLa logisitca del Software OSS
La logisitca del Software OSS
 
Disturbi psichiatrici in HCV
Disturbi psichiatrici in HCVDisturbi psichiatrici in HCV
Disturbi psichiatrici in HCV
 

Similar to La relazione con il paziente con disagio psichico

Counselling
CounsellingCounselling
CounsellingDario
 
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’Oncologia
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’OncologiaNarrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’Oncologia
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’OncologiaISTUD Business School
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogersimartini
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogersimartini
 
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...Luisa Ghianda
 
Il counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della saluteIl counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della salutevalenviolan
 
Competenze trasversali nella gestione del rischio
Competenze trasversali nella gestione del rischioCompetenze trasversali nella gestione del rischio
Competenze trasversali nella gestione del rischioLuoghi di Prevenzione
 
Accoglimento del cliente
Accoglimento del clienteAccoglimento del cliente
Accoglimento del clienteptesone
 
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...Obiettivo Psicologia Srl
 
Management clinico: l’approccio al singolo caso come universo unico
Management clinico: l’approccio al singolo caso come universo unicoManagement clinico: l’approccio al singolo caso come universo unico
Management clinico: l’approccio al singolo caso come universo unicoFOR-U
 
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppoLa cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppoRaffaele Barone
 
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni BertanzaLorenzo Capello
 
Indagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaIndagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaValentina Albertini
 
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIA
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIAFORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIA
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIALuisa Ghianda
 
Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)
Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)
Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)csermeg
 

Similar to La relazione con il paziente con disagio psichico (20)

Counselling
CounsellingCounselling
Counselling
 
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’Oncologia
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’OncologiaNarrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’Oncologia
Narrazioni del personale infermieristico senior dedicato all’Oncologia
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogers
 
2 dispense-rogers
2 dispense-rogers2 dispense-rogers
2 dispense-rogers
 
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...
Auto-consapevolezza nella comunicazione in odontoiatria. La metodologia anali...
 
Il counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della saluteIl counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della salute
 
Competenze trasversali nella gestione del rischio
Competenze trasversali nella gestione del rischioCompetenze trasversali nella gestione del rischio
Competenze trasversali nella gestione del rischio
 
Accoglimento del cliente
Accoglimento del clienteAccoglimento del cliente
Accoglimento del cliente
 
Counseling nella crisi
Counseling nella crisi Counseling nella crisi
Counseling nella crisi
 
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...
Webinar | Primo colloquio clinico: dall’accoglienza alla definizione del cont...
 
Management clinico: l’approccio al singolo caso come universo unico
Management clinico: l’approccio al singolo caso come universo unicoManagement clinico: l’approccio al singolo caso come universo unico
Management clinico: l’approccio al singolo caso come universo unico
 
Lavoro asl b
Lavoro asl b Lavoro asl b
Lavoro asl b
 
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppoLa cultura e la pratica degli interventi di gruppo
La cultura e la pratica degli interventi di gruppo
 
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
1° Convegno di Olismologia - Intervento del Dr. Giovanni Bertanza
 
Indagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indirettaIndagine sulla supervisione indiretta
Indagine sulla supervisione indiretta
 
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIA
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIAFORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIA
FORMAZIONE PER LA CULTURA D’IMPRESA IN ODONTOIATRIA
 
Francesco Agustoni
Francesco AgustoniFrancesco Agustoni
Francesco Agustoni
 
Le prescizioni in terapia strategica evoluta
Le prescizioni in terapia strategica evolutaLe prescizioni in terapia strategica evoluta
Le prescizioni in terapia strategica evoluta
 
Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)
Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)
Qualità percepita e soddisfazione del paziente (Giampaolo Collecchia)
 
Famiglia Lavoro
Famiglia LavoroFamiglia Lavoro
Famiglia Lavoro
 

La relazione con il paziente con disagio psichico

  • 1. LA RELAZIONE CON IL PAZIENTE AFFETTO DA DISAGIO PSICHICO Senigallia 29 giugno 2012 Dr Stefano Marconcini Responsabile assistenza infermieristica
  • 2. I significati di base Persona: un’unità psico - fisica –sociale Salute = benessere psicofisico e sociale(un concetto che muta e che ha mille significati) Ammalato = soggetto in una condizione di svantaggio
  • 3. Tre assi • organico (il corpo ….) • cognitivo (la mente …) • relazionale (il rapporto con il mondo …)
  • 4. La relazione d’aiuto • con l’ascolto • con l’osservazione • con un intervento efficace • con rispetto • con cura
  • 5. DEFINIZIONE DI RELAZIONE D’AIUTO RAPPORTO ASIMMETRICO TRA UN SOGGETTO CHE PER MATURITA’, SALUTE, CONOSCENZA E’ IN CONDIZIONI DI OFFRIRE E GESTIRE UN AIUTO E METTE QUESTA SUA COMPETENZA AL SERVIZIO DI UN ALTRO, PORTATORE DI BISOGNI PER IMMATURITA’, DEFICIT,MALATTIA, IGNORANZA….. “L’infermiere e il suo paziente”, AA.VV., CEA, Mi
  • 6. RELAZIONE D’AIUTO NEL MOMENTO IN CUI IL PAZIENTE SI RIVOLGE ALL’OPERATORE SANITARIO PER CHIEDERE AIUTO, IL PROFESSIONISTA SI TROVA IN UNA VERA E PROPRIA POSIZIONE DI COUNSELLING E DEVE AVERE LA CAPACITA’ DI CAPIRE LA NATURA DELLE DIFFICOLTA’ DEL PAZIENTE L’infermiere e il suo paziente”, AA.VV., CEA, Mi
  • 7. RELAZIONE D’AIUTO • Il rapporto operatore sanitario/ paziente rientra nell’ambito delle relazioni professionali che usano come strumento privilegiato il sé. • Il sistema operatore sanitario/paziente è caratterizzato da un’altra peculiarità, quella di non costituire una coppia paritaria, bensì una “coppia bipolare”.
  • 8. RELAZIONE D’AIUTO La relazione terapeutica è legata ad un processo interpersonale che si verifica tra operatore e paziente; è un rapporto centrato sull’obiettivo che è diretto al migliore interesse e risultato per l’utente. RNAO (Register Nurses Association Ontario, 2002)
  • 9. RELAZIONE DI AIUTO Rapporto centrato sui problemi di salute del paziente e caratterizzato dall’impegno dell’operatore di aiutare l’utente. Teso ad operare cambiamenti ritenuti necessari, implica uno scambio interpersonale reciproco; Attuato attraverso la comunicazione.
  • 10. CLIMA PER UNA RELAZIONE D’AIUTO: • Sospensione del giudizio. • Rispetto. • Assenza di manipolazione. • Valore alla unicità e alle potenzialità personali • Riconoscimento dei nuclei creativi e positivi. • Reciprocità. • Curiosità dell’operatore. • Autenticità dell’operatore. • Centralità della relazione.
  • 11. LE CAPACITÀ RELAZIONALI Le capacità di gestire l’incontro con l’altro in tutto il suo divenire e di gestire la fatica (o la sofferenza) emotiva che lo accompagna. Specificatamente si tratta delle capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di saper entrare in contatto con l’utente, comprenderne le richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di capire razionalmente, quanto di sentire; questo è il senso dell’espressione “essere in contatto”: con l’interlocutore e con se stessi. Capacità relazionale è dunque la capacità di gestire la complessità interpersonale. Tratto da: Blandino G. (1996) Le capacità relazionali. Prospettive psicodinamiche, Utet, Torino.
  • 12. La relazione con il paziente affetto da disagio psichico • Uno dei maggiori problemi per il personale che ha rapporti con persone sofferenti è la «distanza emotiva » da mantenere con il paziente. Fino a che punto è utile, ai fini assistenziali, per l'infermiere e per il paziente, che ci sia un coinvolgimento ed una partecipazione emotiva ai problemi del malato?
  • 13. La relazione con il paziente affetto da disagio psichico • Quando un individuo ritiene di aver bisogno di aiuto per una malattia, richiede una prestazione sanitaria: per questo si reca al Pronto Soccorso o ad un servizio sanitario, in rapporto all'urgenza e alla natura del problema.
  • 14. La relazione con il paziente affetto da disagio psichico • La relazione sarà diversa se la persona si rivolge ad un medico, ad un infermiere o ad un'assistente sociale, ma il rapporto resterà comunque tra una persona sofferente bisognosa di aiuto e un'altra che per capacità tecniche e personali è tenuta a prestare il soccorso, sia questo la medicazione di una ferita cutanea o la sedazione per uno stato d'ansia.
  • 15. La relazione con il paziente affetto da disagio psichico • In un primo momento è indispensabile una fase di avvicinamento e di identificazione con il paziente: mentre questo riferisce il proprio problema o manifesta dei sintomi, l'operatore cerca di capirne la natura, la gravità, le caratteristiche.
  • 16. La relazione con il paziente affetto da disagio psichico • Per effettuare una valutazione di questo tipo è necessario che l'operatore si lasci coinvolgere nei problemi dell'altro, con un atteggiamento di disponibilità e uno sforzo di comprensione; egli deve cercare dì far diventare in qualche misura suoi i problemi dell'altro. Questo processo costituisce l'empatia, definita come la capacità di identificarsi con l'altro e di vivere la sua situazione.
  • 17. La relazione con il paziente affetto da disagio psichico • Ci sono individui dotati in maggior misura di tale capacità; per questi sarà ovviamente più facile instaurare il rapporto con gli altri, ma è opportuno che ogni operatore cerchi di sviluppare tale capacità, conservando il proprio peculiare modo di mettersi in rapporto con gli altri.
  • 18. Sviluppo della relazione operatore-paziente A. Sviluppo dell'auto-consapevolezza della comunicazione • sviluppare la consapevolezza dei propri modi della comunicazione verbale e non verbale; • riconoscere i valori ed i costumi culturali in rapporto al comportamento personale e degli altri; • identificare i propri modi di adattamento alle situazioni stressanti; • sviluppare la capacità di esaminare il proprio comportamento, in particolare nelle relazioni con il paziente; • riconoscere i propri sbagli e i propri limiti; • avere consapevolezza dei propri sentimenti, positivi e negativi, verso i pazienti; • ricordare che la comunicazione può essere influenzata dal contesto in cui avviene, dalla cultura del paziente, dallo stato d'animo, dalla malattia
  • 19. Sviluppo della relazione operatore-paziente B. Sviluppo di un rapporto terapeutico • dimostrare di accettare con cordialità il paziente, pur manifestando disapprovazione per i comportamenti inappropriati quando necessario; • dimostare preoccupazione, interesse e comprensione per le difficoltà del paziente; • sviluppare la sensibilità per i bisogni del paziente e la capacità di comprensione del modo di comunicarli; • evitare comportamenti di contrasto con il paziente se non sono necessari; • favorire l'espressione dei sentimenti, delle paure, delle critiche; • dare al paziente informazioni complete e corrette sul regolamento del reparto ospedaliero o del servizio; • evitare risposte generiche, ambigue o prive di significato; • non fare promesse che non possono essere mantenute; • conquistare la fiducia del paziente con un atteggiamento cordiale, spontaneo, veritiero; • dimostrare competenza ed efficienza; • evitare di dare giudizi moralistici sul comportamento del paziente.
  • 20. Sviluppo della relazione operatore-paziente Le due tabelle precedentemente riportate schematizzano alcuni punti per lo sviluppo di una relazione operatore-paziente che abbia caratteristiche terapeutiche: la prima parte riguarda lo sviluppo della consapevolezza dei propri modi di comunicare con il paziente, la seconda riporta alcuni aspetti relazionali da considerare per valorizzare le potenzialità terapeutiche della relazione
  • 21. Sviluppo della relazione operatore-paziente • La fase di avvicinamento è indispensabile molte volte per capire il problema clinico, che deve essere inserito nella storia personale del paziente al di là di facili schematismi. Tuttavia questa fase deve lasciare il posto ad una posizione più distaccata, in cui si possa considerare le cose in modo oggettivo, superando le particolarità individuali e mettendo in atto gli interventi diagnostici e terapeutici necessari.
  • 22. Sviluppo della relazione operatore-paziente • Non è utile ad esempio condividere completamente le paure del malato, perché non sempre queste sono giustificate dai dati oggettivi; inoltre, il protrarsi dell'identificazione con soggetti che sperimentano un'intensa angoscia può avere un effetto paralizzante per l'assistenza, riducendo le capacità tecniche, l'attenzione e la concentrazione.
  • 23. Il concetto di ruolo nella relazione • Il rapporto con il malato può generare ansia e paura nell’operatore. Avvengono infatti delle modificazioni nel comportamento e nel rapporto con il malato, che tendono a ridurre l'ansia della relazione: in una parola l'operatore assume un ruolo.
  • 24. Il concetto di ruolo nella relazione • Con questo si vuol intendere che il soggetto si mette in una posizione in cui sia chiaro, stabilito e condiviso (cioè atteso dagli altri) ciò che si deve e non si deve fare, quali siano i compiti, i doveri e i diritti che competono ad ognuno; stabilisce cioè i confini di competenza, e il comportamento che gli altri si aspettano dall'operatore.
  • 25. Il concetto di ruolo nella relazione • Questo processo ha aspetti largamente positivi, sia sul piano assistenziale che personale, in quanto definisce i compiti di ciascuno e riduce l'ansia del rapporto con il malato: l'infermiere sa cosa questi si aspetta da lui, e di fronte a richieste particolari (ad esempio un rapporto più diretto) è legittimato a rifiutare senza venir meno ai propri compiti assistenziali.
  • 26. Il concetto di ruolo nella relazione • Quando si è realizzata la fase iniziale di avvicinamento e identificazione e quando si è stabilito un contatto empatico, assumere un ruolo determinato ha una funzione positiva, in quanto ha un significato rassicurante per l'infermiere e per il paziente, che vede una persona efficiente e competente occuparsi di lui.
  • 27. Il concetto di ruolo nella relazione • Il limite è rappresentato da una assunzione del ruolo troppo rigida, senza capacità di autocritica e di flessibilità in rapporto alle situazioni particolari; o anche dal prevalere, in modo disarmonico, di uno degli atteggiamenti (distacco, negazione, proiezione all'esterno) derivanti dai meccanismi di difesa più frequentemente utilizzati nella costituzione del ruolo.
  • 28. I meccanismi di difesa adottati nel ruolo • Il distacco: compare normalmente nel rapporto con il malato, talvolta può essere esasperato in modo estremo, al punto che l’operatore sanitario cercherà di controllare costantemente e completamente i propri sentimenti, evitando di farsi coinvolgere, anche in modo modesto, nel rapporto con il malato. E’ tuttavia importante saper valutare, la situazione in cui è necessario un maggior contatto con il paziente : si pensi ad esempio ad una manifestazione di un momento di sconforto del paziente, la rassicurazione del quale comporta a volte l’impiego di pochi minuti.
  • 29. I meccanismi di difesa adottati nel ruolo • Un altro atteggiamento frequente è la negazione, cioè il rifiuto di riconoscere una parte della realtà; da parte dell‘operatore si evidenzia nella minimizzazione del quadro clinico o nella proposizione di una visione ottimistica del disturbo lamentato dal paziente. Un altro aspetto della negazione può essere considerato attribuire, da parte dell'infermiere, scarsa importanza al rapporto con il malato. Si cerca così di evitare di stabilire un rapporto personale con il paziente, perché questo espone a successive delusioni.
  • 30. I meccanismi di difesa adottati nel ruolo • Un altro atteggiamento di difesa dall'ansia del rapporto con il paziente è la proiezione, cioè attribuire ad altre persone intenzioni o atteggiamenti che in realtà sono nostri, e di cui neghiamo la presenza in noi stessi. In questo modo, le difficoltà di rapporto con i pazienti vengono proiettate all'esterno, la responsabilità delle deficienze del servizio vengono imputate ad altri, ai superiori, al medico o alla caposala, comunque al di fuori del rapporto dell‘operatore con il malato.
  • 31. • UN MODELLO EFFICACE PER LA RELAZIONE CON IL PAZIENTE AFFETTO DA DIPENDENZA PATOLOGICA E DISAGIO PSICHICO: CONCETTI DI BASE DEL NURSING PSICODINAMICO DI HILDEGARDE PEPLAU
  • 32. HILDEGARDE PEPLAU • Meglio l’Infermiere conosce se stesso e maggiormente sarà in grado di capire i vari tipi di relazione che si creano tra lui e chi assiste.
  • 33. • La Peplau sviluppò un modello infermieristico definito il NURSING PSICODINAMICO, che consiste nella comprensione del proprio comportamento per aiutare gli altri ad individuare le proprie difficoltà ed applicare i principi delle relazioni umane ai problemi che sorgono durante l’esperienza.
  • 34. • Per elaborare la sua teoria utilizzò conoscenze tratte dalla scienza comportamentale e dal modello psicologico, consentendo all’operatore di iniziare a discostarsi dall’orientamento verso la malattia, per indirizzarsi verso un panorama in cui il significato psicologico di eventi, sentimenti e comportamenti diventa oggetto dell’assistenza.
  • 35. • La Peplau nella sua teoria spiega le caratteristiche delle varie fasi della relazione operatore-paziente: 1.Unicità della persona – reazioni diverse 2.Salute – crescita; Malattia – approfondimento 3.Ambiente 4.Nursing – strumento educativo + promozione della salute + sviluppo della personalità del paziente + maturazione della personalità dell’infermiere.
  • 36. • La Peplau distingue 4 fasi del rapporto operatore- paziente: • 1) ORIENTAMENTO Questa fase è influenzata dalla reciproca disponibilità di dare e ricevere aiuto; insieme si deve lavorare per identificare, chiarire e definire il problema esistente. • Tale interazione diminuisce ansia e tensione ed è influenzata da cultura, religione, educazione…
  • 37. • 2) IDENTIFICAZIONE • L’obiettivo è il riesame di sensazioni e sentimenti • La risposta del paziente può essere di triplice natura: • partecipare ed essere interdipendente • essere autonomo ed indipendente • essere passivo e dipendente
  • 38. • 3) UTILIZZAZIONE • Il paziente trae vantaggio dal rapporto terapeutico, il quale deve essere mantenuto, privilegiando gli atteggiamenti di accettazione, comprensione e fiducia. • L’operatore deve creare un’atmosfera psicologicamente terapeutica, nella quale poter identificare e analizzare pensieri, sentimenti e comportamenti.
  • 39. • RISOLUZIONE • E’ la fase in cui il rapporto terapeutico tra infermiere e paziente si conclude, e il paziente si libera dall’identificazione con l’infermiere. • La malattia viene integrata come esperienza di vita.
  • 40. • Durante le sovracitate fasi l’operatore assume diversi ruoli: • Estraneo: due estranei s’incontrano, cioè l’infermiere e il paziente. • Insegnante: chi trasmette conoscenze in rapporto ad un bisogno o un interesse. • Esperto: colui che fornisce una specifica informazione che aiuta a comprendere una nuova situazione.
  • 41. • Leader: chi porta avanti il processo di raggiungimento degli scopi attraverso l’interazione (spesso i pazienti si identificano con gli infermieri e si aspettano che essi dirigano la situazione). • Sostituto: le figure di sostituto prendono forma nella mente del paziente, quando egli è in una situazione che riattiva sensazioni generate in precedenza (es. figura materna).
  • 42. Consulente: colui che mediante determinate abilità o azioni aiuta un’altra persona a riconoscere, affrontare, accettare e risolvere i problemi che impediscono la possibilità di vivere felicemente.
  • 43. • Possiamo quindi dedurre che l’operatore sanitario è colui che è deputato ad aiutare il paziente ad uscire dal disagio; la Peplau attribuisce all’infermiere il ruolo di educatore, per mezzo di una relazione interpersonale efficace.
  • 44. • Se vogliamo migliorare dobbiamo imparare a metterci in discussione, a modellare il percorso terapeutico secondo un concetto di salute olistico. Altrimenti difficilmente il paziente trarrà dei vantaggi dall’interreazione operatore/paziente. • Nella cura dei pazienti con dipendenza da sostanze, l’obbiettivo non è quello di distruggere la personalità dell’individuo, ma è quella di cercare di modellarla verso un vivere sano da un punto di vista biologico, sociale e psicologico.
  • 45. • La dipendenza deve essere integrata come un’esperienza di vita. L’Infermiere deve diventare un esempio positivo. Con il modello della Peplau viene esaltato il ruolo dell’operatore nel processo riabilitativo, dove anche l’operatore ne trae dei vantaggi dall’interreazione determinando una crescita professionale.
  • 46. Conclusioni PREGHIERA di Kirk Kilgour Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà. Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese: Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
  • 47. Gli domandai la ricchezza per possedere tutto: mi ha fatto povero per non essere egoista. Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me: Egli mi ha dato l'umiliazione perché io avessi bisogno di loro. Domandai a Dio tutto per godere la vita: mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto. Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
  • 48. ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà. Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che ho io!