2. Psicologia: diverse prospettive
nasce tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900
Il padre della psicologia è ritenuto W. Wundt
Non ha seguito un percorso di crescita
lineare, ma più correnti di pensiero hanno dato
il loro contributo
Metodo sperimentale vs metodo empirico
4. Freud e lo sviluppo psicosessuale del bambino
Freud sostiene le strutture psichiche si formano durante lo
sviluppo psicosessuale del bambino concepito secondo
un'evoluzione stadiale a partire dai primissimi giorni di vita:
ogni stadio, ad eccezione del periodo di latenza è per Freud
centrato su una particolare zona erogena, ossia un'area del
corpo che, una volta stimolata, produce tensioni sessuali che
devono essere scaricate (Freud, 1989). A partire già dal primo
stadio il bambino costruisce i primi abbozzi che andranno a
strutturare la propria personalità.
5. stadio orale ( 0 – 1 anni):
Le esperienze orali sono per il bambino appena nato il prototipo
dell'esperienza del dolore e del piacere. Il piacere è attivato dal
soddisfacimento delle pulsioni orali: la suzione, la masticazione, il mangiare
donano al bambino una gratificazione sessuale, “alleviando eccitazioni poco
confortevoli” (Miller, 1993): l'energia libidica è pertanto investita nella zona
erogena orale. Il piccolo ha poi a che fare con il dolore derivante dalla
frustrazione e dall'angoscia, in quanto le pulsioni se non appagate
divengono spiacevoli e aumentano d'intensità: in queste situazioni il
bambino può allucinare l'oggetto desiderato oppure sostituirlo (ad esempio
può sostituire il senso, succhiando il dito) ottenendo tuttavia un
soddisfacimento soltanto parziale.
6. Naturalmente il soddisfacimento pulsionale non è sempre
immediatamente possibile, in quanto esistono esigenze di
igiene oppure di tempo che lo impediscono, è così che “i
genitori insegnano ai bambini come soddisfare le proprie
pulsioni in modo che siano accettabili per la società”
(Miller, 1993), sono questi pertanto che mediano le richieste
culturali della propria società ed educano i bambini a
rispettarle: questa è la prima forma di conflitto che il bambino
si trova a vivere e a dover superare..
7. stadio anale (1 -3 anni circa):
verso la fine dello stadio orale il bambino ha quindi già sviluppato un'
abbozzo della sua personalità, che consistono in atteggiamenti verso se
stesso e le altre persone e costruzione di strategie per ottenere gratificazioni
dall'ambiente circostante che impone dei limiti.
A questo punto i suoi interessi si spostano verso la zona anale e i bisogni del
bambino evolvono e iniziano così nuovi conflitti con il mondo esterno. I
genitori, in questa fase, iniziano ad esigere che la pulsione alla defecazione e
alla minzione, si trasformi da “pulsione involontaria” a “pulsione volontaria”
e dunque “ritardata”: il bambino deve imparare a tenersi pulito e il suo
desiderio di gratificazione viene alleviato. Il bambino trova così dei modi per
risolvere questo nuovo conflitto influenzato dall'atteggiamento più o meno
severo dei genitori. Attività ed eventi che hanno a che fare con la zona
anale servono come prototipi per una grande varietà di comportamenti
futuri
8. stadio fallico (3 – 5 anni):
in questa fase i bambini cominciano a rendersi conto
delle differenze sessuali tra uomini e donne e quindi
dal possesso del pene dei maschi e della sua assenza
nelle femmine; la zona erogena è la zona genitale.
L'eccitazione sessuale in questo periodo è rivolta non
soltanto alla propria area genitale da parte del
bambino, ma anche verso il genitore di sesso opposto:
questa situazione è detta “complesso di edipo”.
(Freud, 1991).
9. Il bambino prova desiderio sessuale per la propria
madre e non vuole condividerla con il padre; questo
genera in lui l'idea che egli voglia vendicarsi
castrandolo.
Per risolvere questo conflitto particolarmente intenso
il bambino rimuove sia il desiderio sessuale per la
madre, sia l'ostilità per il padre: sviluppa però un
intenso legame emotivo con lui e vi si identifica: ciò fa
in modo che il bambino si sforza a diventare come il
padre e lo interiorizza a livello di
credenze, valori, interessi e atteggiamenti.
10. Da qui nasce “Super-io”, dall'introiezione dei
comportamenti appropriati al proprio sesso e alla
socializzazione; il bambino ottiene un maggiore
controllo di sé e si adegua al senso morale dei propri
genitori. Questa soluzione risulta soddisfacente per
l'Io che riduce fortemente l'angoscia e per l'Es che
può parzialmente possedere la madre attraverso
l'identificazione (vicariante) con il padre.
11. Periodo di latenza (da 5 anni fino alla pubertà):
dopo essere passato attraverso i tre stadi il bambino incontra
un periodo di relativa calma in cui le pulsioni sessuali e le
fantasie dei primi anni vengono appunto rimosse e rivolgono la
loro attenzione alle attività scolastiche e sociali e ai bambini
dello stesso sesso. In questo periodo vengono acquisite nuove
capacità cognitive e assimilati in misura più ampia i valori della
propria cultura. L'energia sessuale continua a scorrere ma è
incanalata negli interessi sociali e nella costruzione di
meccanismi di difesa contro la sessualità: in questo modo l'Io e
il Super-io continuano a svilupparsi
12. stadio genitale (adolescenza):
con l'arrivo della pubertà gli impulsi sessuali riemergono; essi si
fondono con quelli precedenti già sperimentati (le zone
erogene infatti, pur cambiando rispetto all'interesse del
bambino in crescita, non vengono mai lasciate, ma subordinate
alla nuova zona erogena), tuttavia sono adesso orientati verso i
coetanei di sesso opposto. La meta è ora una sessualità adulta e
matura, orientata alla riproduzione; è più altruistico e viene
rivolto minore interesse all'autosoddisfacimento rispetto agli
stadi precedenti. Nonostante gli inevitabili conflitti che la vita
porta con sé, a questo stadio la maggior parte delle persona
raggiunge una relativa stabilità nel tempo.
13. Io
E’ definito come “l'organizzazione coordinata dei processi
mentali in una persona”; a questa struttura viene
riconosciuta, così come anche al Super-io, una parte inconscia e
una conscia, cui fanno capo rispettivamente la censura onirica e
la rimozione da una parte e la percezione ed il controllo
motorio dall'altra. Il linguaggio viene considerato come una
funzione dell'Io in cui i contenuti inconsci divengono pre-consci
attraverso le parole (Ellenberger 1996).
14. Es
E’ la sede del materiale del rimosso e delle
pulsioni, a cui sono ora aggiunti i anche
fantasie e sentimenti inconsci, in
particolare i sentimenti di colpa.
15. Super-io
Si forma in larghissima parte dall'introiezione
della figura paterna come risoluzione del
complesso edipico. Il Super-io è l'istanza
vigilante, giudicante e punitiva di una
individuo, è anche la fonte dei sentimenti
sociali e religiosi dell'umanità (Ellenberger
1996).
16. Ruolo dell’Io
mediatore tra l'Es, che è completamente
amorale e il Super-io che può essere iper-
morale e dunque crudele quanto l'Es. L'Io si
sforza quindi di essere morale dovendo
dominare contemporaneamente l'angoscia
causata dalla realtà, l'angoscia pulsionale per le
pressioni dell'Es e l'angoscia per il senso di
colpa conseguente alle pressioni del Super-io.
18. Struttura Nevrotica
Io: ben strutturato
Esame di realtà: buono
Meccanismo di difesa principale: rimozione
Super-Io: strutturato/rigido
Angoscia di castrazione
19. Struttura Psicotica
Domina il principio del piacere, del tutto e subito; il soggetto non è in grado
di procrastinare.
L madre dello psicotico non è in grado di riconoscere il bambino come altro
da sé.
E’ una madre tossica, che intrude, che svuota; il bambino serve a nutrire un
narcisismo fragile. La madre antepone quello che pensa sia il bisogno del
bambino a quello di cui davvero ha bisogno il bambino.
Non esiste la legge del padre, è presente il problema delle origini.
Angoscia di frammentazione
L’io non è riuscito a costituirsi e dunque non vi è neanche il super-io ed
esame di realtà
20. Struttura Borderline
Io: strutturato ma debole
Esame di realtà conservato
Meccanismi di difesa principali:
scissione, identificazione
proiettiva, idealizzazione
Super-io: abbozzato
Angoscia di abbandono
22. Un meccanismo di difesa entra in azione al di fuori
della sfera della coscienza di fronte a una situazione
che genera eccessiva angoscia.
l'Io ricorre a varie strategie per fronteggiare l'estrema
portata ansiosa dell'evento, con lo scopo preminente
di escludere dalla coscienza ciò che è ritenuto
inaccettabile e pericoloso.
Raramente i meccanismi di difesa intervengono
separatamente: nella maggior parte dei casi sono
combinati per fronteggiare l'evento o l'effetto sotto
più profili.
23. Negazione
Nel livello nevrotico quello che viene negato è solo
l'affetto, mentre il rapporto con la realtà è di norma
mantenuto.
Il diniego, presente solitamente nelle psicosi, viene utilizzato
quando il pericolo potenziale per il mantenimento della
struttura psichica è estremo.
Ovviamente, l'uso massiccio della negazione produce
conseguenze negative nei confronti della possibilità di
risoluzione di un problema sul piano di realtà; per cui questo
meccanismo è in genere disadattativo e disfunzionale. È
disadattivo perché non permette la risoluzione di un
problema, invece è disfunzionale in quanto provoca un danno
all'individuo.
24. Scissione
Separazione delle qualità contraddittorie
dell‘oggetto (buone e cattive), e di
sentimenti ad esso relativi, spesso vissuti
come non integrabili
25. Idealizzazione
Costruzione di caratteristiche (del Sé o dell‘oggetto)
onnipotenti e non rispondenti alla realtà oggettiva.
È il meccanismo di difesa attraverso il quale si proietta su una
persona una "perfezione" che non c'è.
Abbiamo un'idealizzazione primaria, usata nell'infanzia quando
il bambino ha un'altissima considerazione nei confronti dei
propri genitori. Si può trovare anche
nell'innamoramento, specialmente quando ci si innamora di
qualcuno che al momento ci sembra perfetto.
26. Razionalizzazione
Tentativo di "giustificare", attraverso
comportamenti, ragionamenti ed argomenti un
fatto o processo relazionale che il soggetto ha
trovato angoscioso. In altre parole, la
razionalizzazione consiste nel costruire
attribuzioni, ipotesi o ragioni esplicative "di
comodo", per poter contenere e gestire
l'angoscia.
27. Intellettualizzazione
Controllo razionale delle pulsioni al fine di evitare una
compromissione nei confronti di qualità affettive inaccettabili, o
che generano difficoltà nella loro gestione.
Usata anche nell‘adolescenza per fronteggiare la ricca richiesta
pulsionale tipica di questa età, spesso causa di sofferenza. Si
tratta di un tipo particolare di razionalizzazione, in cui non solo
si producono "spiegazioni apparentemente logiche", ma tali
spiegazioni vengono direttamente fondate o riferite a dati
teorici, scientifici, culturali di una certa astrazione. Si manifesta
anche con l'utilizzazione di temi o argomenti colti o
culturalmente condivisi per nascondere l'angoscia.
28. Formazione Reattiva:
sostituzione di un desiderio inaccettabile con un suo opposto
(spesso un comportamento). Può incidere anche sulla
costruzione della personalità del carattere; tanto che un
eccesso di formazione reattiva può facilitare la costituzione di
un cosiddetto "falso Sé".
29. Rimozione
Allontanamento ("orizzontale") degli effetti pulsionali dell'esperienza
(traumatica o più generalmente inaccettabile) dalla sfera della coscienza. La
rimozione sembra uno dei meccanismi di difesa più arcaici ed universali.
Consiste nell'inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza
che il soggetto ha vissuto come acutamente angosciante o traumatizzante.
Un'esperienza si dice traumatizzante quando soddisfa le seguenti
caratteristiche:
Quando accade all'improvviso
Quando produce uno spavento acutissimo
Quando fa sì che il soggetto diventi impotente ed incapace di controllare
situazioni.
30. Proiezione
Attribuzione dei propri sentimenti e affetti
non accettati all'esterno, su un altro
oggetto o sull'intero ambiente. Opera di
frequente assieme alla scissione delle
proprie qualità ritenute "buone" e
"cattive", ed in cui vengono proiettate
all'esterno le ultime.
31. Identificazione
Auto-attribuzione ed "assunzione" di
caratteristiche e qualità proprie dell'oggetto
stimato e amato. È fondamentale nello sviluppo
del bambino, che "copierà" caratteristiche dei
genitori e di altre persone significative nel corso
della sua crescita.
(meccanismo legato al processo evolutivo della
persona)
32. Identificazione Proiettiva
E’ una forma di proiezione ma nella proiezione semplice si rimane distante
dai contenuti proiettati
Nell’IP l’oggetto comincia ad essere trasformato nella proiezione stessa.
Ci sono quindi due fasi:
degli aspetti di sé vengono disconosciuti e attribuiti ad altri
il bersaglio della proiezione comincia ad essere trasformato nella proiezione
stessa
G. Gabbard: Psichiatria Psicodinamica, R. Cortina Editore, 2004
33. Introiezione
Processo di assimilazione e "assorbimento" dell'oggetto o di
sue qualità, che vengono riconosciute come proprie. Le
caratteristiche introiettate dell'oggetto diventano indistinguibili
(a livello rappresentativo) dal Sé. Non si tratta di una
"copiatura", ma di un vero e proprio "assorbimento" della
rappresentazione dell'oggetto e delle sue qualità nella propria
struttura psichica. Meccanismo essenziale nello sviluppo
infantile, che consente al bambino di assimilare le figure
significative, come i genitori, e di mantenere internamente e
"ricorrere" alle loro qualità anche in assenza di esse.
(meccanismo legato al processo evolutivo della persona)
34. Spostamento
Investimento di sentimenti inaccettabili su un
oggetto "sostitutivo", che assume il ruolo di
oggetto manifesto, o apparente, ed è in stretto
rapporto simbolico con l'oggetto reale o la
rappresentazione mentale che causa
l'attivazione di questa difesa. Interviene spesso
nella genesi delle fobie, per cui si 'sposta' il
sentimento inaccettabile sull'oggetto detto
'fobigeno'.
35. Sublimazione: soddisfazione della pulsione mediante il
cambiamento dello scopo o dell'oggetto in direzione più
accettata culturalmente (per esempio: aspirazioni artistiche al
posto delle pulsioni sessuali).
Repressione: È quel meccanismo di difesa che consiste nella
decisione consapevole di "reprimere" la rappresentazione
interna di un'esperienza angosciosa dal campo della coscienza.
Annullamento Retroattivo: compiere un'azione al fine di
annullarne "magicamente" una precedente. Ad esempio:
compulsione a lavarsi necessaria per annullare un atto ritenuto
come "sporco" svolto in precedenza, reale o meno che sia. È un
tipico meccanismo di difesa della nevrosi ossessiva.