Una riflessione sulla gestione del conflitto, nata durante un corso di gestione e tecniche di vendita. Attuale, vista la conflittualità oggi in atto. Aggiornata a Gennaio 2017
presentazione nell' ambito del Master in counselling socio-educativo organizzato dall' Associazione Argo in partnership con L' Ifrep di Roma e l' Ateneo Salesiano di Roma
Laboratorio realizzato con il contributo dell'Iniziativa Laboratori dal Basso, azione della Regione Puglia cofinanziata dalla UE attraverso il PO FSE 2007-2013
Finanziato da ARTI Puglia, il corso gratuito “Lavorare in gruppo? Un’impresa! Un'impresa!: Conflitti, comunicazione e cooperazione per l'impresa sostenible” mira a fornire le competenze per migliorare l’efficienza del lavoro di gruppo e garantire la sostenibilità di un progetto imprenditoriale nel lungo periodo.
A promuoverlo l'Associazione VulcanicaMente , già attiva a livello locale ed europeo.
Il secondo di 5 moduli "Litigare bene tra colleghi: gestire i conflitti nei gruppi di lavoro" ha visto la partecipazione del trainer Graziano Tullio, esperto in team building e comunicazione efficace, e Paolo Ragusa, vice direttore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti di Piacenza
www.vulcanicamente.it
Imparare le strutture base della comunicazione efficace e dell'ascolto attivo per capire e conoscere meglio se stessi e gli altri.
• Principi base della comunicazione:
• Modello di Jakobson
• Assiomi della comunicazione
• Imparare a capire e a conoscere se stessi e gli interlocutori per facilitare la comunicazione:
• Riconoscere i principali sistemi rappresentazionali (VAKog) con cui le persone percepiscono il mondo esterno
• La comunicazione paraverbale: saper gestire la respirazione, il tono, il ritmo, il volume, le pause
• La comunicazione non verbale: la postura che favorisce la
comunicazione
• La lettura dei segnali oculari d'accesso (LEM)
• Il rapport e le modalità che facilitano una buona comunicazione:
• Il ricalco, la calibrazione e la guida
Lavoro di gruppo e gruppi di lavoro: strategie di efficacia e gestione dei co...GAL Sole Grano Terra
Le slide di Carlo Duò sul lavoro di gruppo e i gruppi di lavoro (strategie di efficacia e gestione dei conflitti), presentate il 27/11/2014 a Villaputzu e il 28/11/2014 a San Basilio in occasione del seminario interattivo organizzato dal GAL SGT - Sole Grano Terra.
Una riflessione sulla gestione del conflitto, nata durante un corso di gestione e tecniche di vendita. Attuale, vista la conflittualità oggi in atto. Aggiornata a Gennaio 2017
presentazione nell' ambito del Master in counselling socio-educativo organizzato dall' Associazione Argo in partnership con L' Ifrep di Roma e l' Ateneo Salesiano di Roma
Laboratorio realizzato con il contributo dell'Iniziativa Laboratori dal Basso, azione della Regione Puglia cofinanziata dalla UE attraverso il PO FSE 2007-2013
Finanziato da ARTI Puglia, il corso gratuito “Lavorare in gruppo? Un’impresa! Un'impresa!: Conflitti, comunicazione e cooperazione per l'impresa sostenible” mira a fornire le competenze per migliorare l’efficienza del lavoro di gruppo e garantire la sostenibilità di un progetto imprenditoriale nel lungo periodo.
A promuoverlo l'Associazione VulcanicaMente , già attiva a livello locale ed europeo.
Il secondo di 5 moduli "Litigare bene tra colleghi: gestire i conflitti nei gruppi di lavoro" ha visto la partecipazione del trainer Graziano Tullio, esperto in team building e comunicazione efficace, e Paolo Ragusa, vice direttore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti di Piacenza
www.vulcanicamente.it
Imparare le strutture base della comunicazione efficace e dell'ascolto attivo per capire e conoscere meglio se stessi e gli altri.
• Principi base della comunicazione:
• Modello di Jakobson
• Assiomi della comunicazione
• Imparare a capire e a conoscere se stessi e gli interlocutori per facilitare la comunicazione:
• Riconoscere i principali sistemi rappresentazionali (VAKog) con cui le persone percepiscono il mondo esterno
• La comunicazione paraverbale: saper gestire la respirazione, il tono, il ritmo, il volume, le pause
• La comunicazione non verbale: la postura che favorisce la
comunicazione
• La lettura dei segnali oculari d'accesso (LEM)
• Il rapport e le modalità che facilitano una buona comunicazione:
• Il ricalco, la calibrazione e la guida
Lavoro di gruppo e gruppi di lavoro: strategie di efficacia e gestione dei co...GAL Sole Grano Terra
Le slide di Carlo Duò sul lavoro di gruppo e i gruppi di lavoro (strategie di efficacia e gestione dei conflitti), presentate il 27/11/2014 a Villaputzu e il 28/11/2014 a San Basilio in occasione del seminario interattivo organizzato dal GAL SGT - Sole Grano Terra.
Comunicazione efficace: principi e tecniche di basePLS Coaching
Come possiamo comunicare più efficacemente? I presupposti di base per capire, essere capiti e ottenere cosa desideriamo attraverso la comunicazione. Dall'ascolto alla spontaneità: 5 elementi chiave per diventare comunicatori migliori.
Tecniche di comunicazione efficace: saper comunicare in modo adeguato ci consente di migliorare le relazioni interpersonali e di ottenere risultati di successo.
Il Corso tende a descrivere, soprattutto dal punto di vista della NEGOZIAZIONE, quale tipo di attività e relative doti comunicative-gestionali sono richieste a colui che si occupa di reclami e rapporti con la clientela non particolarmente soddisfatta
Comunicazione efficace: principi e tecniche di basePLS Coaching
Come possiamo comunicare più efficacemente? I presupposti di base per capire, essere capiti e ottenere cosa desideriamo attraverso la comunicazione. Dall'ascolto alla spontaneità: 5 elementi chiave per diventare comunicatori migliori.
Tecniche di comunicazione efficace: saper comunicare in modo adeguato ci consente di migliorare le relazioni interpersonali e di ottenere risultati di successo.
Il Corso tende a descrivere, soprattutto dal punto di vista della NEGOZIAZIONE, quale tipo di attività e relative doti comunicative-gestionali sono richieste a colui che si occupa di reclami e rapporti con la clientela non particolarmente soddisfatta
Insegnare a progettare il proprio apprendimento con il coding - Lezione 2Michele Maffucci
Predisposizione di esempi pratici e applicabili in classe volti al miglioramento delle competenze logico-matematiche e delle capacità organizzative degli allievi mediante l’uso di software di programmazione con forte grado di interattività, opensource e gratuiti. Si mostrerà come il “Creative Computing” possa agevolare lo sviluppo del pensiero strutturato (computational thinking) assieme al pensiero creativo mediante la programmazione.
Nella seconda lezione vengono mostrati ulteriori esempi per l'utilizzo del coding a scuola ed inoltre modalità e applicativi web utili per lo sviluppo di progetti didattici e non solo.
Si investe tempo e denaro nello sviluppo di nuove tecnologie e nel tentativo di rendere sempre più facilmente fruibili, dimenticando che questi sono strumenti per comunicare.
Ma a che serve comunicare, se nessuno sa ascoltare?
Investiamo risorse per migliorare la nostra capacità di ascolto, l'altro lato della comunicazione, altrimenti ci ritroveremo in una società futura di grandi comunicatori, ma di pessimi ascoltatori.
La comunicazione fa parte di una serie d'incontri con i genitori della Scuola Materna ed Elementare parificata "Santa Maria di Lourdes" di Roma. Incontri nati dal desiderio di rinforzare il processo psicoeducativo/didattico sulla base comune di valori formativi con cui lavorare in squadra: scuola-professionisti-famiglia
Annalisa Minutillo - L’importanza di una comunicazione efficace | Rinascita D...Stefano Saladino
Siamo efficaci nella comunicazione quando raggiungiamo i nostri obiettivi. La comunicazione non è solo un modo di parlare piuttosto è uno strumento per entrare in contatto con gli altri e arrivare dove ci interessa. Come? Stabilendo relazioni autentiche e di contenuto. Quando? In tutti gli ambiti della vita. Perché? Perché è ora di portare a spasso se stessi e non il personaggio che interpretiamo. Come sarebbe se mi mostrassi per quello che sono? A questa domanda rispondo con un’altra domanda: non sei stufo/a di nasconderti dietro un’immagine.
Body accessing cues gesture eye-moviments language patterns modelAnna Carderi
Per individuare il sistema rappresentazionale che la persona usa per entrare in contatto con il mondo e per prendere informazioni dal mondo possiamo utilizzare il modello
Body Accessing-cues Ggesture Eeye-moviments Language patterns.
2. L’ascolto attivo “We have two ears but only one mouth. Some people suggest that’s because we should spend twice as much time listening as opposed to talking. Others suggest it’s because listening is twice as hard” – Author Unknown
3. Sapere ascoltare “Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo.” Karl Menninger When you talk, you repeat what you already know; when you listen, you often learn something” Jared Sparks
4. I principi dell’ascolto attivo Sospendi i giudizi di valore Mettiti dal punto di vista dell’altro Ascolta senza interrompere Innesca empatia Verifica la comprensione del contenuto, della relazione e del contesto
5. Secondo Michail Bachtin Ascolto attivo Ascolto passivo Nell’ascolto passivo il modo di inquadrare gli eventi è fondamentalmente lo stesso dall’inizio alla fine. Tutto ciò che a noi pare trascurabile, ma non all’interlocutore, viene scartato. L’ascolto passivo riduce ogni problema a problema semplice e si dimostra adeguata quando gli interlocutori danno per scontate le stesse premesse implicite L’ascolto attivo è un gioco aperto. La dimensione dell’ascolto è polifonica. Preme per riuscire a creare un’interazione di reciprocità fra coscienze dotate di pari significato e di pari diritto. Ascolto attivo non significa «andare d’accordo». Senza tensione non c’è ascolto attivo, quando manca la tensione, l’ascolto attivo la crea.
6. Secondo Marianella Sclavi… Le sette regole dell’arte di ascoltare Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali, se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé. Arte di ascoltare e mondi possibili – Bruno Mondadori
7. Passi di danza del buon ascoltatore Come nel valzer si insegnano i passi «un,due,tre», anche qui si può iniziare in questo modo, purché si tenga conto che, come nel valzer, è il ritmo e lo stile che contano. Primo passo: un buon ascoltatore è uno allenato a non limitarsi a vedere e a sentire quel che ci si aspetta di vedere e sentire; è uno che si è contro-allenato a non sentirsi rassicurato in controllo quando riconosce e incasella facilmente quel che vede e sente. Secondo passo : è uno che accetta di buon grado di essere smentito, sorpreso, spiazzato, di sentirsi goffo e lento e sa gestire tutto questo come delle virtù. Terzo passo: è un esploratore di mondi possibili, sempre un po’ straniero anche a casa propria. Come diceva Sherlock Holmes: «non si tratta di vedere o sentire cose diverse, si tratta di guardarle e ascoltarle in modo diverso». Questo modo diverso di ascoltare e guardare consiste nella capacità di accogliere quei dettagli che si presentano come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti in quanto preludono a possibili bisociazioni. Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili – Bruno Mondadori
8. Ssst…silenzio! “Ascoltare veramente significa lasciar cadere più possibile tutti i vostri meccanismi difensivi, almeno per la durata dell'ascolto. Ascoltare significa essere pronti essere presenti a ciò che udite senza cercare di controllarlo. Ascoltare è essere radicalmente ricettivi a ciò che accade. Perché ciò accada dovete essere franchi con gli stessi. Dovete essere consapevoli e accettanti dei vostri preconcetti, desideri e illusioni, cosicché possiate udire ciò che viene detto e quello che è. Poiché il vero ascolto richiede che voi facciate così, per questo motivo ascoltare è pericoloso. Vi potrebbe fare udire cose che non vi piacciono, farvele prendere in considerazione e quindi farvi pensare a qualcosa che non avevato mai pensato prima e forse non avete mai voluto percepire. E ciò può far succedere qualcosa dentro di voi che non è mai successo prima. È questo il rischio di ascoltare ed è questo il motivo per cui è automatico per noi il non voler ascoltare. Tuttavia ascoltare, benché pericoloso, è una necessità. Se volete rimanere aperti alla vita e al cambiamento dovete ascoltare. Ascoltare veramente è accordare rispetto. Senza rispetto nessuna relazione umana può funzionare normalmente” Tratto da “Il silenzio tra due onde” di Corrado Pensa