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La malattia, tra mente e corpo
Appunti per un percorso di integrazione
Mario D’Andreta
La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 1/47
Integrazione mente - corpo
Passaggio da normalità a patologia
Modello psicofisiologico integrato di Ruggieri
La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 2/47
Indice
1. Malattie organiche e funzionali
2. Somatizzazione
3. Integrazione mente-corpo
4. Stimoli
5. Istinti, energia e pulsioni
6. Motivazione
7. Emozioni, affetti e sentimenti
8. Attività bioelettrica del sistema nervoso
9. Attivazione, arousal e omeostasi
10. Riflessi condizionati, vegetativi, viscero-somatici e somato-viscerali
11. Comportamenti integrati
12. Processi cognitivi e comportamentali
13. Sistema funzionale di Anochin
14. Modello psicofisiologico integrato di Ruggieri
15. Immagine corporea
16. Modello di Alexander
17. Protomentale di Bion
18. Inibizione e patologia
19. Fissazione e cronicizzazione delle emozioni
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Malattie organiche e funzionali
definizioni
Le malattie organiche dipenderebbero dalla lesione di un organo (ben documentabile sul piano anatomo-
patologico) che determina secondariamente un’alterazione della funzione. Le cause riconosciute di tali
malattie vanno dagli agenti fisici e chimici (radiazioni, traumi, azione di sostanze tossiche, etc.) agli
agenti batterici e virali, secondo lo schema:
agente batterico (o fisiologico o chimico)
Lesione dell’organo o dell’apparato
Impedimento alla corretta funzione dell’organo
La causa delle cosiddette malattie funzionali, invece, sarebbe individuabile in un disturbo nella
regolazione (da parte del sistema nervoso) della funzione di quel determinato organo o apparato,
secondo lo schema:
Cattiva regolazione del sistema nervoso
Disfunzione dell’organo
lesione
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Somatizzazione
definizioni
La somatizzazione viene per lo più considerata come un processo per cui un contenuto psichico, in particolari
circostanze assume per cosi dire sembianze fisiche, manifestandosi sotto forma di una patologia biologica.
Secondo la distinzione tra malattie organiche e funzionali, quindi le somatizzazioni rientrerebbero nelle malattie
Funzionali.
In alcuni casi quindi la medicina accetta l’idea che alcuni fenomeni morbosi possano derivare da fenomeni
psichici, seppure con la difficoltà di individuarne e trattare le cause.
Da qui la necessità di differenziare tra psichico e fisico, per chiarire come lo “psichico”, si faccia “somatico”,
liberando il campo da due “tentazioni”:
quella di rendere tutto psichico (come nelle parole di Groddeck, secondo il quale l’inconscio sarebbe
capace di produrre malattie come la sifilide, la flebite etc.)
e sul versante biologico, la tendenza a cercare di annullare la differenza tra psichico e fisico, facendo
coincidere lo psichico con il sistema nervoso.
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Fisico e Psichico
definizioni
La separazione tra psichico e fisico ricalca la distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa, tra
la cosa pensante e la materia, che esprime una confusione tra struttura e funzione (l’affermazione
cartesiana:” io sono un essere pensante, quindi io sono il pensiero”), che si traduce nella confusione,
diffusa in ambito biologico e fisiologico, da cui nasce l’identificazione tra cervello e pensiero
(annullandone la differenza, quale struttura e funzione).
Separazione tra psichico e fisico
Res cogitans e res extensa (sostanza pensante e sostanza materia)
Confusione tra Struttura e funzione
Cartesio: ” io sono un essere pensante, quindi io sono il pensiero”
in ambito biologico e fisiologico: “il cervello è il pensiero”
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Fisico e Psichico
livelli di organizzazione anatomo-funzionali
L’organismo può essere considerato come un insieme di funzioni che si sviluppano sulla base di
determinate strutture. Nello stesso organismo coesistono diversi livelli di organizzazione anatomo-
funzionale
L’organismo come integrazione funzionale di più sistemi
cellulare
tissutale
d’organo
sistemico
intersistemico (sistema nervoso)
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L’interazioni tra elementi di uno stesso livello crea una nuova struttura di livello superiore,caratterizzata
da una nuova specializzazione funzionale.
Fisico e Psichico
psiche
La psiche o mente, può essere intesa come un insieme di funzioni; un
complesso di comportamenti integrati.
Poiché tali funzioni possano esistere, sono necessarie le strutture, e quindi il
rapporto mente-corpo si può intendere come un rapporto tra strutture e funzioni
integrate.
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Stimolo
definizioni
Modificazione interna o esterna al soggetto, che, agendo su determinate strutture, è in grado di
provocare delle risposte
Differenze tra punti di vista specialistici:
Stimoli fisici e psichici
Stimoli fisici: stimoli semplici che agiscono isolatamente rispetto al contesto, su strutture
elementari, circoscritti spazio-temporalmente e ben definiti quantitativamente e qualitativamente
(per es. uno spillo che tocca la cute, stimoli elettrici, meccanici, elettromagnetici, etc., )
Stimoli psichici: stimoli complessi che agiscono su strutte integrate, configurazioni, gestalt,
collocate nel contesto ambientale; situazioni-stimolo (per es. stimoli verbali).
In realtà di tratta di distinzione a volte artificiose, in quanto stimoli fisici possono provocare delle
risposte psicologiche e viceversa,stimoli psicologici possono provocare risposte somatiche (es. una
carezza, che induce sensazioni tattili, fisiche, ma anche affettive, psicologiche, ed uno stimolo verbale,
che può provocare reazioni somatiche, come il rossore in caso di un rimprovero)
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Stimoli
psichico e somatico
Somatico e psichico, non come realtà diverse, ma come diversi livelli di integrazione che sono presenti
tanto sul versante delle funzioni che degli stimoli. In realtà la maggioranza degli stimoli agisce
contemporaneamente su diverse unità funzionali a diversi livelli di integrazione.
La difficoltà della comprensione del reciproco rapporto è dovuta ad una non chiarezza e a una
artificiosa distinzione tra psichico e fisico.
Confusione tra:
Struttura e funzione (si tende a chiamare fisico la struttura e psichico la funzione)
Livelli di organizzazione funzionale (si tende a chiamare psichico il livello di organizzazione
superiore e fisico il livello più basso)
Stimoli e trasformazioni dell’organismo (si tende a chiamare psichico il complesso dei processi
che originano dall’organizzazione di stimoli di tipo superiore (per es. linguistici) e fisici stimoli tattili
o termici.
Talvolta viene definito psichico la componente soggettiva dei processi emozionali e cognitivi.
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Istinti
definizioni
Abbandonando gli stimoli esterni – le variazioni dell’ambiente in cui si colloca l’organismo – ed entrando nello
spazio tra stimolo e risposta, compaiono una serie di stimoli interni, che possono essere risposte a stimoli
esogeni, e a loro volta, talvolta, costituiscono stimoli per eventi interni, ossia quelli che nella tradizione
psicoanalitica sono definiti istinti.
In tale ambito essi hanno un particolare significato ai fini dell’insorgenza di manifestazioni patologiche
Freud nei “tre saggi sulla sessualità” (1905), scriveva: “per istinto si intende provvisoriamente una sorgente
continua di stimoli proveniente dall’interno del corpo che distinguiamo dallo stimolo provocato da singole
eccitazioni che provengono dall’esterno.
Successivamente Bowlby (1979), si domanda a quale entità vada applicato il sostantivo di istinto, visto che
diversi studiosi lo hanno applicato di volta in volta al comportamento, al sistema comportamentale, alle
condizioni causali che attivano un sistema comportamentale, al risultato prevedibile o alla funzione a cui esso
adempie: ad un estremo èusato in riferimento ad azioni a schema relativamente fisso che si manifestano alla
fine di una lunga sequenza di comportamento istintivo, dall’altro, il termine è usato in riferimento più ampio a
forze considerate come fattori causali che portano a stati generali come la morte o la vita (eros e thanatos).
Per definire queste forze è stato spesso utilizzato anche il termine energia (con un significato molto differente
per biologi e psicologi).
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Energia
definizioni
In fisiologia il termine energia indica l’energia legata ai processi chimici dell’organismo (considerati come
l’unica sorgente energetica di tutte le reazioni biologiche).
In psicologia Freud parla di energia psichica, con differenti accezioni nel corso dell’evoluzione della sua
teoria:
Nella prima fase intende per energia l’affetto, il carico d’affetto
Nella seconda fase indica la pulsione istintuale, ad indicare stimoli endogeni che il sistema nervoso
riceve dall’elemento somatico stesso. Il comportamento pulsionale sarebbe una risposta
dell’organismo tendente a ristabilire l’equilibrio alterato dagli stimoli, secondo lo schema seguente:
1. Stimoli
2. Innalzamento dell’eccitazione interna (per Freud, livello energetico)
3. Modificazioni psichiche e somatiche
4. Scarica motoria che ha la funzione di ridurre il livello di eccitazione (energia) riportando
l’organismo alle condizioni di prestimolo (quindi con una funzione omeostatica)
L’eccitazione interna è posta in relazione all’esperienza soggettiva di piacere e di dispiacere che
l’accompagna, che deriverebbero dalle oscillazioni dell’eccitazione interna: il crescere oltre un certo livello
dell’eccitazione provocherebbe una sensazione di dispiacere, mentre il ridursi dell’eccitazione provocherebbe
una sensazione di piacere.
Secondo Freud: “Il lavoro dell’apparato psichico mira a tenere bassa la quantità di eccitamento e tutto ciò che
ha la proprietà di aumentare tale quantità di eccitamento deve essere avvertito come contrario al buon
funzionamento dell’apparato e cioè come spiacevole”.
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Pulsioni
definizione
La pulsione indica, in psicoanalisi, l'eccitazione di tipo somatico che promuove i processi psichici.
Nel descrivere le pulsioni, Freud esamina un complesso processo comportamentale dal suo momento
genetico a quello fenomenologico.
In ogni pulsioni si distinguono diversi elementi:
Spinta
Costituisce l’elemento motore, la somma di forze che la compongono, la misura delle operazioni richieste
Fonte
la zona corporea dove ha luogo il processo somatico che la pulsione rappresenta nello psichico
Meta
Soddisfacimento che consiste nella soppressione dello stato di stimolazione determinato dalla spinta
Oggetto
Elemento attraverso il quale la pulsione può raggiungere la sua meta
Tutti questi elementi hanno sia una componente psichica che somatica, che secondo il modello
psicofisiologico di Ruggieri sono costituite da modificazioni corporee e vissuti soggettivi, dove lo psichico
rappresenta una percezione soggettiva di alcune modifiche somatiche, che possono essere di natura
muscolare o essere legate a modificazioni neurovegetative e viscerali.
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Motivazione
definizione
Nella psicologia contemporanea i concetti di libido, energia e pulsione, sono stati sostituiti dai concetti di
motivazione, eccitazione, arousal.
La motivazione è l'espressione dei motivi che hanno indotto un individuo a una determinata azione. Essa
svolge fondamentalmente due funzioni: attiva e orienta specifici comportamenti. Nel primo caso si fa
riferimento alla componente energetica di attivazione del costrutto di motivazione. Nel secondo caso si
far riferimento alla componente direzionale di orientamento.
La motivazione può essere definita dal punto di vista psicologico, l'insieme dei fattori dinamici aventi una
data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta.
E' possibile fare una prima distinzione tra motivazioni biologiche, innate, che fanno riferimento a elementi
fisiologici, ed elementi motivazionali di tipo psicologico-cognitivo, il cui dispiegamento è avvenuto durante
l'esperienza. Il meccanismo motivazionale è costituito dal continuo interagire di questi due elementi.
Un'altra distinzione fondamentale avviene attraverso il concetto di motivazione intrinseca, o motivo, non
sempre o pienamente consapevole alla coscienza del soggetto, e motivazione estrinseca, quella che il
soggetto dichiara verbalmente.
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Emozioni, Affetti e Sentimenti
definizioni
Il termine emozione è applicato ad eventi molto differenti (Hinde, 1972):
categorie di input (stimoli emotigeni)
esperienze soggettive
particolari condizioni corporee
una fase di un processo fisiologico
una risposta
Nella sua radice etimologica c’è un’idea di movimento, l’andare in una direzione.
Reich interpreta l’etimologia ex-movere come portar fuori, sottolineando la componente espressiva del fenomeno.
Per Bowbly (1979) Le emozioni costituiscono dei complessi pattern comportamentali come rabbia, gioia, in cui il
sentimento è accompagnato all’azione. Invece l’affetto indicherebbe una vasta gamma di esperienze vissute, come il
sentirsi a proprio agio, a disagio, tristi, innamorati, e sarebbe caratterizzato da una marcata presenza di sentimento. La
sua etimologia rimanda a esser preso da, colpito da un determinato oggetto stimolo.
In generale nella letteratura sul tema si può individuare un certo accordo nel valutare il sentimento come una modalità
percettiva che valuta le sensazioni di piacevolezza-spiacevolezza che accompagnano le diverse forme di esperienze.
Per emozioni Ruggeri fa riferimento a:
Comportamenti direttamente osservabili sia come manifestazioni espressive dell’individuo (somatico e viscerale),
che come attività manipolativa, miranti a modificare la relazione dell’individuo con l’ambiente
Il sentimento soggettivo che si accompagna a queste manifestazioni
Ci sarebbero quindi due piani: uno soggettivo (delle modifiche somatiche e viscerali e del sentimento) ed uno relazionale
(dell’azione che modifica il rapporto con l’ambiente/contesto, attraverso specifichi pattern comportamentali, attacco, fuga,
ricerca del cibo, comportamento sessuale.Quindi l’emozione costituirebbe un regolatore del rapporto con l’ambiente,
attraverso l’azione.
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Emozioni, Affetti e sentimenti
teorie classiche sulle emozioni
James-lange: emozione come processo di valutazione di un complesso di modificazioni corporee, quindi i
cambiamenti indurrebbero le emozioni
Lazarous-Schachter: emozioni come processo di interpretazione cognitiva delle modificazioni somatiche,
quindi sarebbe l’etichettamento cognitivo a dare il senso del vissuto emozionale
Izard-Tomkins: emozione come interpretazione delle modificazioni mimiche del volto prodotte in risposta a
particolari stimoli.
Le espressioni facciali universali delle emozioni
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Le emozioni rappresentano innanzitutto un
comportamento di risposta in rapporto a
determinati stimoli e quindi si distingue
nettamente dalla motivazione, ma a sua
volta, per il complesso di sensazioni
positive o negative che produce, un
importante ruolo motivazionale (Ruggieri
1988).
Attività bioelettrica del sistema nervoso
definizioni
La trasmissione degli stimoli avviene attraverso i recettori sensoriali, che trasformano le variazioni dell’ambiente (gli
stimoli), in attività bioelettrica (potenziale d’azione, impulso nervoso), secondo il seguente schema:
Stimolo (che agisce sulla prima cellula) impulso bioelettrico (nella cellula trasmettitrice) mediatore chimico impulso bioelettrico
La trasmissione delle informazioni avviene quindi esclusivamente attraverso impulsi della stessa ampiezza, che segnalano
l’intensità tramite la frequenza di scarica.
“Il sistema nervoso centrale ha la funzione di decodificare gli stimoli ed i messaggi provenienti dall’ambiente e di
programmare ed elaborare risposte. Tali risposte si realizzano attraverso la stimolazione sia di muscoli (lisci e striati) che di
ghiandole, che a loro volta producono elementi funzionali che si combinano tra loro a formare figure comportamentali
integrate (Ruggieri ’88).
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Attivazione - Arousal
definizione
Come le singole cellule possono presentare variazioni di attività espressa da differenze frequenze di scarica, il sistema
nervoso nel suo insieme può presentare diversi livelli di eccitazione (arousal).
Secondo Duffy (1972), “la descrizione di un comportamento in un dato momento richiede la considerazione di due
aspetti fondamentali:
La direzione del comportamento (approach o evitamento) in rapporto a persone, oggetti, idee o altri aspetti
dell’ambiente,
L’attivazione (activation o arousal) o intensità.
Con il termine arousal si indica in psicofisiologia l’intensità dell’attivazione
fisiologica e comportamentale dell’organismo, caratterizzata dai seguenti aspetti:
aumento della vigilanza e dell’attenzione (attivazione del sistema nervoso centrale)
i muscoli si preparano allo sforzo (attivazione del sistema muscolo-scheletrico)
cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo (sistema vegetativo simpatico)
In questa attività risulta implicata la formazione reticolare
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Attivazione - Arousal
sistemi specifico e aspecifico di elaborazione dello stimolo
Stati psicofisiologici quali l’eccitazione, il rilassamento, il sonno sono prodotti da sistemi relativamente indipendenti da
quelli che portano l’informazione sensoriale specifica. Nel sistema nervoso centrale esistono cellule nervose che
modulano il livello di eccitazione e di inibizione delle cellule della corteccia celebrale preposte all’analisi ed alla sintesi
dell’informazione sensoriale (Ruggieri ’88).
Qualsiasi stimolo, quali stimolazioni sensoriali elementari (tattili, ottiche, acustiche), o complesse (messaggi cognitivi),
agisce contemporaneamente su sistema specifico preposto al suo riconoscimento, che sul sistema di attivazione
aspecifico, che facilita o inibisce il riconoscimento stesso.
Secondo la legge di Yerkes Dodson la qualità della prestazione cresce man mano che cresce il livello di attenzione, fino
ad un determinato livello critico, oltre il quale, se l’attenzione continua a crescere, la qualità della prestazione tende
progressivamente a peggiorare. Il livello medio di attenzione consente la migliore prestazione.
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Attivazione e Omeostasi
concetti generali
Alcuni parametri biologici, come la temperatura, il pH, il tasso di zucchero nel sangue, la pressione arteriosa devono
essere relativamente stabili, cioè non superare un certo range di oscillazioni. A tal scopo esistono dei sistemi che
neutralizzano l’azione degli stimoli dell’ambiente attraverso meccanismi ormonali e/o attraverso comportamenti integrati
per il mantenimento dell’omeostasi. Questa regolazione avviene per lo più attraverso meccanismi di feedback (l’attività
di una sorgente di stimolazione è regolata retroattivamente dagli effetti della stimolazione stessa).
L’arousal ha una relazione con l’omeostasi. Essa infatti ha una funzione di facilitazione della risposta fornita dai sistemi
specifici, legata all’abbassamento di soglia di eccitabilità delle cellule nervose dei diversi sistemi specifici. Le cellule che
analizzano l’informazione sensoriale sono più facilmente attivate per l’azione del sistema di arousal, cosi come più
facilmente attivate sono le strutture nervose che producono risposte motorie. Questo modello vale a tutti i livelli
dell’attività umana che regolano i rapporti con l’ambiente.
“La realizzazione del programma comportamentale costituisce, agendo retroattivamente, il segnale di stop della stessa
attività nervosa delle aree in esso coinvolte, quindi un segnale riequilibratore dell’omeostasi”.
Quello che differenzia la regolazione a feedback del sistema ormonale o del sistema circolatorio da quella dei
comportamenti integrati è essenzialmente il fatto che in questi ultimi l’attivazione del sistema di arousal si accomagna
a sensazioni soggettive di piacere-dispiacere.
L’arousal costituisce un’espressione neurologica dell’alterazione omeostatica provocata dagli stimoli, che ne amplifica
le potenzialità disomeostatiche, abbassando le soglie di eccitabilità delle cellule corticali e di diversi sistemi di risposta
comportamentale e creando una condizione di alterato equilibrio interno che induce una risposta riequilibrativa sia
cognitiva che comportamentale (Ruggieri ’88).
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Dai riflessi ai comportamenti integrati
sviluppo della complessità
Rapporto tra sviluppo della complessità dai riflessi ai comportamenti complessi e sviluppo “filogenetico”
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Intense
sensazioni
emozionali
soggettive quali
fame, sete,
paura, rabbia
etc.
Sensazioni
soggettive
Attività di autoconservazione:
soddisfacimento delle necessità
metaboliche e riproduttiove
(comportamenti oro-alimentari, attività
sessulai, comportamenti parentali) e di
proteggere l’integraità dell’individuo
(attività di evitamento, attacco, fuga)
Respiratorie, circolatorie, alimentari,
posturali, sessuali
Funzioni
discriminative, integrate e
adattative
Strutture più
complesse
Neoencefaliche
Riflessi, figure
comportamentali complesse
istintive preformate, emergenti
in risposta a complesse
configurazioni-stimolo e figure
comportamentali di nuova
formazione
Mesencefalo e
formazione reticolare,
tetto, tegmento,
ipotalamo
Paleoencefaliche,
diencefaliche e
limbiche
Riflessi“strutture più
elementari”
Midollo spinale e
bulbo
Spinomidollari
Attività prevalenteCentriStrutture del
sistema nervoso
Salendo dalle strutture spinomidollari al neoencefalo crescono i gradi di libertà delle risposte, per cui si
riduce la stereotipia e la rigidità del riflesso e compare la componente soggettiva emotiva con una
crescita progressiva di consapevolezza e di coscienza. Le pulsioni ed i comportamenti istintivi
(paura attacco fuga fame comportamento sessuale, etc.) sono funzioni modulate dal
paleoencefalo: schemi comportamentali predeterminati geneticamente, relativamente fissi
che si differenziano dall’atto riflesso elementare per la complessità delle risposte
che interessano l’organismo nel suo insieme, diversa organizzazione temporale della risposta
(programma articolato nel tempo) .Tali schemi presentano un ampia variabilità per l’organizzazione
spazio-temporale dell’attività motoria. La reazione istintiva è messa in atto da configurazioni di
stimoli aventi particolare significato (Componente soggettiva emozionale).
Adattamento da: Ruggieri, 1988
Pacemaker del comportamento
definizione
I centri ipotalamici possono essere considerati delle aree generatrici dei diversi comportamenti istintivi (pulsionali nel senso di
Freud), che a loro volta sono sotto il controllo inibitorio e stimolante dei centri encefalici. Ogni comportamento pulsionale va
inquadrato nell’ambito di rapporti ottimali di eccitazione e inibizione entro rapporti gerarchicamente organizzati di più centri
nervosi.
Questi centri encefalici (specie l’ipotalamo) sono punti di partenza di vie neurali, che raggiungoendo la periferia producono
comportamenti integrati, ma anche punti di arrivo di altrettante stimolazioni a partenza dalla periferia, che agiscono sia attraverso
vie nervose che umorali.
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Le sensazioni soggettive di piacere e/o dispiacere hanno un ruolo
fondamentale, quali condizioni psicofisiologiche intermendie nella
sequenza stimolo–risposta, che agiscono come potenti stimoli.
Questi centri come sintetizzatori di stimoli e produttori di risposte
comportamentali integrate (e cosi ci ricolleghiamo agli elementi
costituenti le pulsioni di Freud, individuati nell’attività circolare di
centro e periferia nervosa.
Per esempio il comportamento aggressivo che compare in risposta
a stimoli minacciosi esterni o interni, è ulteriormente facilitato dalla
sensazione soggettiva dell’esperienza di rabbia che precede
l’attacco. Quindi in questi comportamenti istintivi la condizione di
eccitazione arousal aspecifica si accompagna a sensazioni
emozionali che hanno la funzione di abbassare le soglie di
eccitabilità delle aree preposte all’organizzazione delle risposte
motorie.
Dai riflessi ai comportamenti integrati
concetti base
Il riflesso costituisce l’elemento base dell’attività del sistema nervoso centrale.
Nella scala biologica si passa da schemi comportamentali rigidi, di cui la struttura riflessa è l’unico elemento
costitutivo, a schemi comportamentali complessi (risultato per lo più dell’interazione di più riflessi) in cui crescono
progressivamente i gradi di libertà sia sul versante dello stimolo che su quello della risposta, per arrivare ai
comportamenti cosiddetti superiori (volontari, etc.)
Riflesso:
Un’unità funzionale del sistema nervoso che mette in connessione l’attività dei recettori, che raccolgono e trasducono
gli stimoli dell’ambiente esterno (input), con l’attività degli effettori che costituiscono la base anatomica per la
produzione della risposta (output) agli strimoli stessi.
L’attività riflessa è funzione dell’arco riflesso: recettore sensoriale, cellula nervosa recettrice, cellula effettrice e un
effettore (di solito un muscolo o un ormone). Individua un tipo di rapporto abbastanza rigido organismo-ambiente,
senza alternative nelle risposte agli stimoli che raggiungono i livelli soglia (regolazione della vita vegetativa: cuore,
Digestione, etc.)
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Dai riflessi ai comportamenti integrati
riflessi condizionati
Segnano il passaggio da un processo rigidamente determinato, in cui lo stimolo cui l’organismo risponde è prefissato
geneticamente, ad un processo di nuova acquisizione, legato all’esperienza individuale in cui l’individuo risponde a
stimoli che normalmente non elicitano risposte riflesse.
Es. uno stimolo alimentare, come la carne, che rappresenta uno stimolo incondizionato, posto nel cavo orale
dell’animale, provoca una reazione riflessa della secrezione salivare, se lo stimolo incondizionato è preceduto da uno
stimolo sonoro (condizionato) dopo un certo numero di ripetizioni, la sola somministrazione dello stimolo sonoro sarà in
grado di provocare anche in assenza di cibo, la rispota motoria.il suono ha acquisito il ruolo di segnale del cibo.
A livello spiniomidollare e troncoencefalico centro dell’arco, a livello corticale si trovano icentri che analizzano gli stimoli
e controllano le risposte.
Tipi di riflessi, per livello di complessità (aumento del range di stimoli, numero delle vie afferenti, moltiplicazione dei
centri, e delle vie efferenti): monosinaptici, polisinaptici, semplici e complessi. Questi ultimi possono avere un centro (di
solito in corrispondenza delle aree paleoencefaliche) che collega una via afferente con piu vie efferenti (più archi
diastaltici) o viceversa più vie afferenti confluiscono su un’unica via efferente, o situazione in cui ai centri affluiscono più
vie afferenti e da cui partono più efferenze che riguardano differenti distretti corporei.
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Dai riflessi ai comportamenti integrati
riflessi vegetativi
Riflessi indispensabili per l’assunzione di materiali necessari per la sopravvivenza (riflessi inspiratori e digestivi)
Riflessi indispensabili per l’eliminazione dei metaboliti (minzione, defecazione e espiratori)
Archi diastaltici con recettori o effettori localizzati in corrispondenza di un viscere (es: tensiocettori posti nella parete
dello stomaco sono stimolati dalla pressione esercitata dal contenuto dello stomaco sulla parete stessa. Le fibre
efferenti terminano in corrispondenza della muscolatura liscia dello stomaco e provocano la risposta di contrazione
delle pareti gastriche).
Sistema nervoso autonomo
Simpatico e parasimpatico
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Ognuno costituito da una serie di archi
diastaltici con centri localizzati, per il
simpatico in corrispondenza del
midollo spinale toracico e lombare, e
per il parasimpatico in corrispondenza
del tronco encefalico e del midollo
sacrale. Questi due sistemi hanno su
uno stesso organo effettore effetti
opposti.
Dai riflessi ai comportamenti integrati
riflessi viscero – somatici e somato - viscerali
Alcuni archi riflessi hanno un recettore in corrispondenza di un viscere ed effettori in corrispondenza
della muscolatura somatica e viceversa. In questo caso la stimolazione cutanea può provocare delle
risposte Viscerali. Alcune ricerche hanno documentato che le risposte pressorie sono in rapporto al
tipo di fibra nervosa cutanea stimolata ed alla frequenza di stimolazione (Johansson, 1962).
Allo stesso modo sono documentati in medicina, riflessi di tipo opposto, riflessi viscero-somatici, a
partenza dagli organi interni, come: le contratture muscolari somatiche che compaiono durante le
coliche renali o epatiche ed il dolore riferito nelle ischemie cardiache.
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Dai riflessi ai comportamenti integrati
riflessi di orientamento, difesa e termoregolazione
L’attività di singoli archi dialstatici può entrare a far parte di risposte globali che si riferiscono a più organi e distretti
contemporaneamente, perché aree superiori operano successive integrazioni (sintesi di diverse afferenze provenienti
da diverse parti del sistema nervoso centrale ed alla coordinazione delle risposte che interessano contemporaneamente
le vie efferenti di diversi archi diastaltici vegetativi).
Ad es: informazioni dalle vie respiratorie concorrono insieme a quelle circolatorie a produrre risposte integrate che si
riferiscono ad entrambi i sistemi.
Tra i riflessi elementari ed i comportamenti istintivi si collocano alcuni riflessi che hanno un alto significato adattativo e
che si riferiscono a tutto l’organismo (secondo Sokolov, 1963):
Riflesso di orientamento (in risposta a stimoli avente carattere di novità o che presentano variazioni di intensità o di
intensità particolarmente bassa): deviazione e rotazione del capo verso la sorgente di stimolo, decelerazione
cardiaca, desincronizzazione EEG, vasocostrizione digitalica, vasodilatazione cefalica e variazione della conduttività
cutanea (con componenti quindi sia vscerali che somatiche); con un altissimo grado di attivazione arousal, legato al
senso adattativo di questa risposta.
Riflesso di difesa (e/o evitamento): in risposta a stimoli dolorifici o troppo intensi. La risposta è caratterizzata da
tachicardia, aumento della frequenza respiratoria, ridotta resistenza cutanea e vasocostrizioni sia cefalica che
digitalica (viscerale) e allontanamento dalla sorgente dello stimolo (comportamentale). Si è verificata la presenza di
tale risposta anche in rapporto a parole stimolo come violenza, aggressività e stupro (Ruggieri, Borsò, Sabatini,
1981), dimostrando quindi la presenza di risposte vegetative a rappresentazioni di eventi o situazioni stimolo di
carattere psicologico.
Riflesso di termoregolazione, dove a stimoli termici si risponde con vasodilatazione digitalica e cefalica e riduzione
della frequenza cardiaca
Questi riflessi rappresentano un’integrazione di risposte viscerali (vegetative) e somatiche (muscolari e di relazione)
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Dai riflessi ai comportamenti integrati
processi cognitivi e comportamentali
L’ulteriore passaggio dai riflessi ai comportamenti istintivi è dovuto all’aumento del numero delle unità riflesse
costitutive, poiché man mano che si sale nella struttura del sistema nervoso centrale, compaiono aree funzionali
caratterizzate da un aumento del numero delle afferenze (convergenza di informazioni e ampliamento dei piani dei
livelli di risposta (riflessi, comportamenti istintivi, processi superiori es: cognitivi etc.)
I comportamenti integrati più complessi non sono altro che ulteriori aggiunte funzionali che si collocano sul percorso
dello stimolo dal suo ingresso alla produzione della risposta (Ruggieri 1988). Per certi versi c’è un’analisi più complessa
dello stimolo e delle sue caratteristiche, prima della messa in atto di risposte comportamentali.
Uno stimolo in entrata che richiede l’analisi da parte della corteccia cerebrale provoca a livello della sostanza reticolare
una attivazione che comporta un aumento dell’eccitazione (frequenza di scarica innalzata) ed una sua diffusione
(aumento del numero delle cellule interessate). In queste risposte che rientrano nell’ambito dei processi cognitivi si
produce un rallentamento della frequenza cardiaca. A questo livello avviene anche una prima valutazione della
componente soggettiva-emozionale aspecifica che lo stimolo porta con sé.
La programmazione di comportamenti integrati parte dalla corteccia cerebrale che è sede di attività cosiddetta
volontaria.
I comportamenti cognitivi più complessi rappresentano quindi delle modulazioni di riflessi integrati.
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Sistema funzionale
concetti generali
La relazione tra stimoli e risposte si fa sempre più complessa man mano che si va verso livelli superiori. Si produce una convergenza di stimoli
su una stessa struttura che elabora risposte che interessano contemporaneamente diversi distretti e presentano un ampio sviluppo temporale.
Ci sarebbe quindi un’identità strutturale tra riflessi e comportamenti per cui le differenze starebbero nel numero delle afferenze e delle efferenze
da integrare ed elaborare, ma ci sono anche differenze qualitative tra i due ordini di fenomeni.
Queste valutazioni possono essere sviluppate con riferimento al modello del sistema funzionale di Anochin (1975) secondo cui:
I comportamenti non sono eventi casuali ma il risultato di un processo che inizia con la sintesi delle afferenze sensoriali (secondo un
modello di analisi della figura e sintesi delle informazioni dello sfondo)
Raggiunto un certo livello critico dell’eccitazione si ha una presa di decisione
Ad essa seguono tre fasi: la programmazione della risposta, la realizzazione del programma, e la verifica della corretta esecuzione del
programma (manipolazione dell’ambiente e attesa degli effetti, che costituiscono a loro volta delle afferenze di ritorno alle strutture centrali
per la verifica degli effetti dell’azione); la discordanza tra aspettative e risultati provocherebbe una reazione biologica negativa che
avrebbe il significato di stop e di inibizione del comportamento programmato.
Anochin definisce il sistema funzionale come un insieme di determinate manifestazioni fisiologiche connesse con una determinata funzione
(atti di respirazione, deglutizione, locomotori etc). Ogni sistema che costituisce un sistema chiuso, agisce grazie ad un costante legame con gli
organi periferici ed in particolare con la costante afferenza proveniente da questi organi. ogni sistema funzionale dispone di un determinato
complesso di segnalazioni afferenti che indirizza e corregge l’adempimento di questa funzione. I singoli impulsi possono partire dagli organi più
diversi e lontani gli uni dagli altri, ma nonstante la loro diversa origine gli impulsi si uniscono nel sistema nervoso centrale grazie alle fini
regolazioni temporali degli stessi. (1975)
Si può quindi immaginare l’organismo come un insieme di sistemi funzionali che possono essere innati o acquisiti nel corso dell’esperienza
individuale. In teoria infatti in questo schema potrebbero rientrare anche schemi di riferimento psicologico, come i modelli culturali e i valori (uno
schema psicologico, come quelli biologici, sceglie in partenza gli stimoli di sua pertinenza e modula le risposte in rapporto ad esse). Il sistema
funzionale ha quindi anche la funzione di contribuire a mantenere i livelli di arousal, evitando di attivare reazioni di “orientamento” per ogni
stimolo (Ruggieri 1988).
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Modelli funzionali neurofisiologici
approach, immobilizzazione, attacco-fuga
Secondo il modello di Gray (1972) i comportamenti di risposta istintivo-emozionali possono essere ricondotti a tre tipi:
Approach: tendenze di avvicinamento ad uno stimolo (comportmanto oro-alimentare, sessuale etc), caratterizzati
da una fase appetitiva e una consumatoria (la prima dotata di più gradi di libertà, la seconda più rigida nella sua
sequenza). Le strutture anatomiche coinvolte sarebbero: i nuclei laterali dell’ipotalamo, il fascicolo proencefalico
mediale, la corteccia frontale e i nuclei del setto e l’amigdala dorso-mediale.
Immobilizzazione: inibizione comportamentale
chje comparirebbe in risposta a segnali di
punizione o di ricompensa attesa non ottenuta,
con il coinvolgimento dell’ippocampo, dell’area
settale e della corteccia frotno-orbitale, l’area
limbica ed il nucleo caudato.
Attacco-fuga, distinta in due fasi di allerta e di
attacco o fuga e mediato dall’amigdala e
dall’ipotalamo mediale.
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Modelli funzionali neurofisiologici
motivazione ed emozioni
In questa prospettiva possiamo considerare la motivazione come una forma particolare di sistema funzionale (che
sintetizza stimoli, formula un programma e lo mette in atto, verificandone l’esecuzione), quindi tra motivazioni
biologiche e sociale resta solo una differenza di tipo di sistema funzionale implicato, e nella sua maggiore o minore
complessità progettuale.
Anche le emozioni possono essere considerate come il prodotto di sistemi funzionali che talvolta entrano a far parte dei
sistemi funzionali delle motivazioni e si collocano sul piano delle risposte, caratterizzate da una forte componente
soggettiva, che deriva da un modo particolare di organizzare le sensazioni corporee (oltre alle modificazioni corporee,
vegetative e somatiche). Le afferenze a recettori del piacere-dolore provengono oltre che dal sistema nervoso centrale
(immagini, rappresentazioni etc), anche dal sistema nervoso periferico, che conduce informazioni provenienti da più
parti del corpo (somatico e vegetativo); informazioni che costituiscono la base del sentire emozionale (Ruggieri ’88)
Le emozioni hanno un doppio ruolo di segnale interno intrasoggettivo dello stato psicofisologico personale e di segnale
relazionale avente significato di comunicazione interpersonale.
Nella maggior parte dei casi le emozioni rappresentano la fase appetitiva (che precede quella consumatoria) di
comportamenti istintivi e di risposte riflesse complesse, es: rabbia e attacco (Ruggieri ’88).
Come abbiamo visto il tipo di risposta dipende dal tipo e complessità dello stimolo e a sua volta si articola in livelli
sempre più complessi, entro i quali è possibile incorrere in una sorta di vero e proprio conflitto tra risposte concorrenti
(attacco-fuga), che producono un ulteriore innalzamento del livello di arousal-attivazione con sensazioni soggettive
intense che può esitare in veri e propri stati di ansia, in tutte le sue gradazioni, fino all’angoscia (quale blocco nella fase
appetitiva di comportamenti istintivi che non riescono a raggiungere la fase consumatoria).
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L’inibizione
livelli e forme
Possiamo distinguere tra diversi livelli di inibizione:
Inibizione a livello dei processi superiori (cognitivi, emozionali),
Inibizione a livello dei processi biologici più semplici (inibizione di riflessi)
Inibizione cellulare (neuronale)
Inibizione comportamentale
L’inibizione comportamentale può essere espressione di inibizione cellulare particolarmente estesa o di un conflitto tra due
eccitazioni/programmi comportamentali; può riferirsi a processi che interessano tutto l’organismo o a singoli frammenti di pattern
comportamentali, o a singoli atti riflessi.
L’inibizione di processi globali può intervenire sul livello di eccitazione aspecifica del soggetto (attivazione-arousal) o su
specifici schemi comportamentali globali (es: inibizione del comportamento alimentare)
Inibizione tonica di lunga durata
Inibizione fasica, temporanea
Nell’inibizione tonica i meccanismi inibitori possono agire su comportamenti già messi in atto o impedendo preventivamente lo
sviluppo di nuovi comportamenti, attraverso:
Meccanismi centrali (encefalici)
Meccanismi periferici (che agiscono come riduttori dell’eccitazione centrale o inibiscono specifiche risposte comportamentali)
Il sistema muscolare interviene sia a modulare tonicamente i livelli di eccitazione centrale aspecifica che ad inibire risposte
vegetative (riflessi somato-viscerali)
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L’inibizione
meccanismi inibitori
Inibizione cellulare
A livello sinaptico ci può essere un processo inibitorio che impedisce il passaggio dell’eccitazione da una cellula all’altra
nel suo percorso lungo il sistema nervoso centrale, bloccando i comportamenti (forma più elementare di inibizione).
L’innalzamento della soglia di eccitabilità delle cellule stimolabili può agire sia all’interno dei circuiti nervosi che a livello
dei recettori sensoriali che mediano il rapporto dell’organismo con l’ambiente (per cui la persona può “non sentire” o
non “vedere uno stimolo)
Commutazione
In altri casi l’organismo può inibire un comportamento producendo un comportamento alternativo (es: la muscolatura
impegnata a produrre un comportamento di immobilità). L’inibizione potrebbe anche comparire per un conflitto tra due
diverse eccitazioni
Riduzione dell’eccitamento
Questa terza situazione si iscrive nel quadro della bilancia vegetativa tra ergotropismo (condizione di consumo
energetico che appare in diversi contesti come l’ansia e la rabbia, caratterizzata da una prevalenza dell’attività del
sistema simpatico, da un alto tono muscolare, da una tendenza alla desincronizzazione dell’attività elettrica corticale,
segno di disequilibrio omeostatico) e trofotropismo (condizione di recupero energetico, che compare in diversi contesti
quali il sonno, la veglia rilassata). Si possono cioè avere situazioni in cui una condizione trofotropa inibisce una
condizione di arousal-attivazione e viceversa attività eccitatorie inibiscono attività di tipo trofotropo.
Riflessi inibitori
L’inibizione può passare attraverso una via afferente adrenergica su cui confluiscono diversi tipi di stimolazione di tipo
riflesso e a partenza encefalica.
Ad esempio, l’inibizione dell’attività gastrica può partire sia dallo stesso sistema digerente (aree reflessogene situate a
valle dello stomaco), che aree encefaliche in cui si programma una reazione generale di difesa. Le vie reflessogene
possono avere anche punti di partenza esterni al sistema digerente (Furness e Costa, ’74, “ la stimolazione di vie
afferenti somatiche o autonomiche modificano i movimenti intestinali”)
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L’inibizione
meccanismi centrali e periferici
Ruolo inibitorio della periferia somatica
Le informazioni a partenza dalla periferia del corpo e specificamente dalla cute e dal sistema muscolare, svolgono una
funzione inibitoria tonica e quindi modulano attraverso vie centripete il livello di arousal centrale, innalzandone la soglia
per impedire che possibili stimoli esterni o interni alterino l’omeostasi.
Modello di Pavlov (1973) sul rapporto eccitazione-inibizione in rapporto agli stimoli e alla loro intensità:
Stimoli di bassa intensità determinerebbero un’eccitazione corticale che tende a diffondersi a tutta la corteccia
cerebrale (secondo Sokolov sarebbe qui implicata la sostanza reticolare)
Stimoli di media intensità produrrebbero un’eccitazione circondata da un’area di inibizione (secondo Sokolov
sarebbe implicata qui il talamo)
Per stimoli più intensi comparirebbe di nuovo un’eccitazione diffusa
Stimoli troppo intensi provocherebbero una inibizione
Quindi un alto livello di eccitazione ha un effetto inibitorio e tali eccitazioni possono partire anche dalla periferia del corpo.
Reazione biologica negativa
La reazione biologica negativa di Anochin svolge un ruolo inibitorio attraverso un’intensa reazione eccitatoria alternativa,
che avrebbe lo scopo di inibire processi eccitatori elevati presenti nell’organismo in un determinato momento. La periferia
del corpo acquista la capacità di produrre segnali di stop per il sistema nervoso centrale. In altre parole la fine dell’atto
non produrrebbe l’eccitazione degli organi effettori ma di meccanismi particolari che inibiscono il movimento – eccitazione
(Anochin,’75).
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L’inibizione
attività muscolare e inibizione
Contratture e inibizione
In base alle esperienze cliniche della scuola Reichiana possiamo considerare anche la contrattura muscolare (in
rapporto alla contrazione isometrica cronica) quale ulteriore meccanismo fisiologico di tipo inibitorio.
La contrattura infatti può rappresentare una risposta riequilibrante che abbassa il livello di arousal-attivazione proprio di
una tensione isometrica che si protrae nel tempo, rappresentando un segnale di stop retroattivo per i centri nervosi da
cui partono i comandi per la contrazione.
La contrattura potrebbe comparire sia negli stessi muscoli impiegati nella realizzazione del comportamento, che nei
muscoli antagonisti che fanno parte di schemi motori antagonisti.
A tale proposito Reich evidenziava come tali contratture presenti in alcuni suoi pazienti, costituissero una sorta di
corazza ed erano legate ai meccanismi di difesa in atto nel soggetto, rispetto alle funzioni dei distretti che costituivano
le usuali vie di scarico dell’eccitazione libidica (muscoli del distretto oro-alimentare e sessuale)
La contrattura inibisce un processo emozionale istintivo (composto di una fase appetitiva e consumatoria) e
quindi sia il comportamento programmato che la sua componente soggettiva di piacere-dispiacere.
Questo costituisce un esempio di somatizzazione
Non si tratta però di eventi psichici che diventano somatici, ma di eventi somatici che inibiscono il manifestarsi di
processi psichici integrati, del corporeo che non si riesce ad elaborare a livello mentale.
Qualsiasi punto del sistema funzionale si può inibire: la sintesi afferente, la programmazione comportamentale e
l’esecuzione del programma. Si può inibire l’arousal e/o attivazione con o senza inibizione delle componenti emozionali
soggettive e sentimentali. Quindi l’inibizione può o spegnere l’eccitazione o bloccarla in un punto della catena di eventi
che dal recettore porta fino ai centri nervosi e da questi agli effettori per poi ritornare ai centri (Ruggieri, 1988).
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Dallo stimolo al vissuto esperienziale
il modello della riproduzione imitativa di Ruggieri
Lo stimolo è analizzato dal sistema nervoso centrale secondo due diverse modalità:
Denotativa: riconoscimento delle proprietà strutturali dello stimolo (es stimolo visivo: lunghezza d’onda, intensità,
luminanza, etc.)
Connotativa: riconoscimento delle proprietà emotigene dello stimolo
Dalla sintesi centrale dell’informazione si passerebbe ad una fase di riproiezione dell’eccitazione alla periferia
recettoriale del corpo e quindi allo stimolo stesso. Quindi uno stimolo che entra nell’organismo, per essere riconosciuto
e analizzato cognitivamente, si trasforma in vissuto esperienziale, che costituisce il supporto della componente
semantico-connotativa. Lo stimolo si trasforma cosi in una specifica esperienza corporea (Ruggieri, ’88)
Es: vissuto di freddo o caldo associato ai colori, con implicazione nel processo di decodifica, di diversi sistemi
funzionali, visivo e termoregolatorio.
Attraverso ulteriori ricerche (Ruggieri et al., 1986) si è documentato che anche nella decodificazione di pattern mimico-
espressivi il soggetto riproduce, anche se in modo appena evidenziabile, lo stesso schema mimico da decodificare. Si
tratterebbe dunque di un processo di riproduzione imitativa presente nella decodificazione (Ruggieri, ’88)
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L’immagine corporea
il modello di Ruggieri
Il processo ipotizzato per la decodificazione dei segnali esterni è estensibile anche al processo tonico della costruzione
dell’immagine corporea. La rappresentazione unitaria del corpo operata dal sistema nervoso centrale (aree di
associazione del lobo parietale) non va intesa come la presenza di un’immagine fissa e statica, né come uno schema
preformato e rigido, ma come un processo in continuo divenire. Il sistema di costruzione dello schema corporeo può
essere considerato come una variante del sistema funzionale in cui si sintetizzano ed integrano tutte le informazioni:
somestetiche, visive, acustiche, gustative, olfattive, viscerali, etc. Si producono cosi degli schemi centrali che
determinano a loro volta dei cambiamenti tonici alla periferia del corpo (es: la regolazione del tono muscolare). La
periferia del corpo, modificata, a sua volta, contribuisce a ristrutturare l’immagine corporea in base alle sue reafferenze
di ritorno, secondo un’attività circolare che lega il centro alla periferia (periferia-centro-periferia-centro). L’unificazione
continua del flusso delle informazioni dalla periferia produce una rappresentazione del corpo unitaria, apparentemente
stabile, legata alle continue modificazioni periferiche del corpo (Ruggieri, 1988).
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In questo processo di sintesi dell’informazione tocnica proveniente dal corpo sono
coinvolti i tre sistemi fisiologici impegnati nel processo di decodificazione sensoriale:
1. modale specifico
2. attivazione-arousal
3. piacere-dolore
Quest’ultimo processo servirebbe a mantenere insieme il sistema delle afferenze
Corporee. Quindi la costruzione dell’immagine corporea è di natura sensorial-
percettiva ed emozional-affettivo.
L’inibizione
la conversione isterica e l’equivalente d’angoscia di Freud nel modello di Ruggieri
Secondo il modello di Ruggieri Il punto di partenza del processo di conversione sarebbero gli stimoli (per eccesso o
carenza) che determinano un aumento di eccitazione proprio delle risposte di carattere pulsionale. Tali risposte sono
caratterizzate da una fase appetitiva in cui cresce il livello di arousal ed una consumatoria in cui tale eccitazione
decresce. Quando il passaggio tra la prima e la seconda fase è impedito dalla presenza di processi inibitori, la
ipereccitazione centrale dovuta ad una elevata attività neurocellulare, eccita (stimola) altre aree nervose vicinorie
(commutazione). In tal modo si cerca di creare nuovi legami tra processo pulsionale parzialmente avviato ed altri
schemi di risposta percettivi e/o motori. In tal modo si tenta di ridurre, anche se non sempre con successo, la
ipereccitazione disomeostatica.
Considerando che il processo percettivo-sensoriale (secondo Pribram), si svolge in due tempi con un doppio percorso
centripeto, dalla periferia recettoriale ai centri nervosi e centrifugo, dal centro alla periferia in cui si ha una riproiezione
sui recettori, è possibile che una modificazione neuronale possa agire sia sulla prima fase, modificando l’azione dei
Recettori, dando luogo a rappresentazioni centrali alterate, sia sulla seconda, in cui si altera la riproiezione sugli
stimoli.
L’equivalente d’angoscia (sintomi somatici come aumento di frequenza del respiro, tremori, sudorazioni diffuse, diarree,
vertigini, che si accompagnano o spesso sostituiscono l’attacco d’angoscia) può essere considerato uno schema di
risposta alternativo completo o incompleto (reazione biologica negativa di Anochin, immobilizzazione, ansia-allarme,
etc.); è possibile anche che l’organismo inibisca soltanto una delle due componenti della sequenza eccitatoria
(oggettive-somatiche e soggettive-emozionali/cognitive), ed in tal modo essere presenti solo le componenti
organiche o somatiche (la cosiddetta somatizzazione). In tal caso l’equivalente di angoscia sarebbe un pattern di
risposta inibito in alcune sue parti.
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L’inibizione
il modello di Alexander
Alexander ha evidenziato due condizioni psicofisiche di iperattività da cui si svilupperebbero patologie cosiddette
psicosomatiche nell’ambito del sistema digerente e cardio-circolatorio, legate alle aree dell’oralità e dell’aggressività.
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Nel primo caso, l’adulto “orale” richiederebbe di essere nutrito, con un bisogno
continuo ed inappagato che comporterebbe una iperattivazione cronica del
sistema digerente, che si manifesta attraverso ipersecrezione ghiandolare e
ipercontrattilità delle pareti gastriche. La percezione della propria dipendenza
infantile produrrebbe dei sensi di colpa che spingono il soggetto verso
atteggiamenti aggressivi che a loro volta provocherebbero un’iperattività del
sistema digerente, da cui scaturirebbe la patologia (ulcera gastrica)
Nel secondo caso, il soggetto che manifesta gli impulsi aggressivi, si troverebbe
in un ambiente che ne impedisce ogni manifestazione. Il comportamento
aggressivo determina un’iperattivazione del sistema neuro-endocrino (ipotalamo,
ipofisi, surrene) e la sua inibizione esterna, a sua volta determinerebbe un
ulteriore innalzamento dell’attività del sistema circolatorio, determinando la
comparsa di patologie come l’ipertensione arteriosa. Anche in questo caso, come
nell’equivalente d’angoscia si avrebbe una scissione tra le componenti somatiche
vegetative (che risultano l’unica fenomenologia evidente) e la consapevolezza
soggettiva dell’aggressività (sia dello stimolo che del vissuto associato).
L’inibizione
livelli di applicazione
Nella sequenza di eventi che va dallo stimolo alla risposta, l’inibizione può applicarsi a diversi livelli:
1. Agli stimoli sensoriali
2. Alle afferenze sensoriali (lungo le vie afferenti) ed alla loro sintesi
3. Ai programmi formulati dai pacemaker centrali (centri nervosi regolatori e programmatori dell’attività)
4. All’esecuzione dei programmi (alle funzioni somatiche che ne consentono l’esecuzione)
5. Agli effetti finali dovuti alla realizzazione del programma
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L’inibizione
il protomentale di Bion
Secondo Bion (1972, 1973), le attività elementari e basilari, presenti anche nella vita uterina, sono legate ad originarie
attività biologiche integrate, come ad esempio nella dimensione trattenere-espellere, intesa come più generale modo di
funzionamento della mente. Questa processualità, da lui definita protomentale, rappresenta l’aspetto mentale
delle attività originariamente biologiche.
Per recuperarne l’aspetto corporeo integrato, possiamo rileggere il termine mentale come “complesso di funzioni
integrate che interessano tutto il corpo nel suo insieme e come processo fiosiologico che si accompagna ad un vissuto
soggettivo particolarmente intenso” (Ruggieri ’88).
I meccanismi inibitori possono modificare gli stili protomentali nell’individuo adulto, mentre stili protomentali
particolarmente rigidi e sterotipati, possono interferire – attraverso un’inibizione da conflitto – con l’acquisizione di nuovi
schemi adattativi comportamentali.
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L’inibizione
alterazione della bilancia eccitazione-inibizione, ergotrofotropismo-stress
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Secondo il modello psicofisiologico integrato di Ruggieri, la patologia psicosomatica può ricondursi ad uno spostamento
della bilancia eccitazione-inibizione in una delle due direzioni.
L’inibizione agirebbe alterando alcuni schemi comportamentali, quali i comportamenti istintivi (oroalimentare, sessuale e
aggressivo) - di cui le emozioni possono costituite la fase appetitiva - i riflessi integrati (orientamento e difesa) e gli schemi
riflessi (che possono comparire nell’ambito di comportamenti istintivi, come il disgusto nel comportamento oroalimentare.
Ogni individuo ha un suo proprio livello di eccitazione tonica, determinato dalla propria storia biologica e culturale, quale
equilibrio tra processi di ergo e trofotropismo.
La dimensione eccitazioni-inibizione ha un andamento circolare, in quanto livelli particolarmente elevati di eccitazione
mettono in moto proporzionali reazioni di tipo inibitorio, quindi condizioni di alta inibizione possono mascherare un alto
livello di eccitazione.
Ad un estremo dell’eccitazione possiamo collocare i comportamenti di ansia e le risposte stress. Al polo dell’inibizione il
quadro è più vario, poiché di volta in volta possono essere inibite o le componenti comportamentali o quelle soggettive
Emozionali (a loro volta legate alle variazioni somatiche).
Le risposte stress, dovute ad agenti sia fisici che psichici, possono articolarsi secondo la seguente sequenza:
1. Fase di shock (inibizione) dominata da un quadro di trofotropismo (es:calo pressione arteriosa)
2. Ipereccitaizione ergotropica con interessamento sia degli ormoni ipofisari (es: ACTH, Somatotropo) che della
corteccia surrenalica, come controbilanciamento della fase iniziale di frofotropismo.
3. controshock, rimbalzo eccitatorio, che nel caso di stress continui, tende a protrarsi nel tempo (fase di resistenza)
4. Stato inibitorio diffuso (fase di esaurimento) caratterizzato da una prevalenza trofotropa o meglio da una inibizione
del sistema ergotropo.
L’inibizione
inibizione di comportamenti pulsionali e patologia psicosomatica
L’inibizione crea una situazione paradossale in cui una continua eccitazione afferente (provocata dagli
stimoli) produce un’attività effettrice massima, che blocca l’evoluzione del processo ma non è in grado
di manipolare gli stimoli. Questi ultimi, continuando ad agire, generando un processo inibitorio
cronico.
L’inibizione può agire sia sulle componenti oggettive (somatiche e viscerali) che sulle componenti
soggettive dei processi psicofisici (piacere-dolore). In tal senso attraverso l’analisi dei vissuti
soggettivi di piacere-dolore nei soggetti con patologia psicosomatica è possibile ricavare delle
informazioni utili sulla specificità dei processi inibitori in atto (Ruggieri, 1988)
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La patologia tra psiche e corpo
alterazione eccitatoria-inibitoria
La realizzazione dei sistemi funzionali dei comportamenti istintivi-emozionali ed appresi implica una precisa regolazione
di processi di eccitazione-inibizione sia fasica, che tonica (regolando a riposo le soglie di eccitabilità delle cellule
nervose e definendo lo stile di risposta a stimoli fasici che possono intervenire).
L’alterazione dell’attività di alcuni sistemi funzionali può dipendere da:
Carenza dell’inibizione, che normalmente controbilancia i processi di eccitazione (patologia da carenza di
modulatori inibitori centrali e periferici)
Eccesso di inibizione che altera i sistemi funzionali attraverso la fissazione di un comportamento parzialmente
inibito (cronicizzazione) e la frammentazione del pattern comportamentale
Nel primo caso la mancanza di schemi funzionali appresi, non determinando una gerarchizzazione tra gruppi cellulari,
può dar ruolo a risposte disorganizzate in risposta agli stimoli (es: oscillazioni troppo ampie dei livelli di arousal, che
possono tradursi in ansia libera ed angoscia, o reazioni automatiche di tipo inibitorio come reazione a condizioni di
ipereccitazione da mancanza di schemi centrali ). Un esempio di patologia prodotta da questo tipo di processi può
essere l’obesita con i relativi comportamenti bulimici.
Nel caso in cui prevale l’inibizione, questa può alterare le normali funzioni sia a livello centrale che periferico (attraverso
concrete modificazioni d’organo e tissutali che interessano le componenti muscolari, vascolari e metaboliche). Inoltre
l’alterazione della bilancia eccitazione-inibizione può cronicizzarsi e diventare un atteggiamento stabile del soggetto.
Chiaramente questa mancanza di schemi si iscrive entro la storia biologica e culturale-relazionale del soggetto
In tal senso, ad esempio, una fissazione alla fase orale (secondo la classica organizzazione freudiana dello sviluppo
secondo le fasi: orale, anale e genitale), potrebbe essere attribuita alla mancanza di adeguate esperienze di tipo
Sensomotorio, in grado di produrre adeguati segnali di stop retroattivi.
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La patologia tra psiche e corpo
cronicizzazione e fissazione delle emozioni
Normalmente uno stimolo evoca un programma di risposta che si realizza alla periferia del corpo attraverso il sistema
neurovegetativo e della muscolatura somatica (determinando un’inibizione dell’eccitazione centrale attraverso una
modificazione della relazione con lo stimolo e la produzione di segnali retroattivi di stop).
Nel caso di cronicizzazione delle emozioni si determina una situazione paradossale in cui gli stimoli continuano ad agire
evocando continuamente delle risposte che il soggetto cerca contemporaneamente di inibire (ad es: la messa in atto di
risposte aggressive in risposte a stimoli minacciosi e la contemporanea inibizione degli stessi), bloccando la sequenza
in un punto della sua evoluzione o attraverso messa in atto di schemi motori contrapposti o contratture muscolari.
Un’emozione cronicamente fissata crea interferenze nella statica e nell’organizzazione dell’equilibrio, producendo
caratteristiche deviazioni degli atteggiamenti posturali del corpo (sia nel corpo nel suo insieme che nei singoli distretti)
modificando per esempio i rapporti reciproci testa-collo, collo-tronco, tronco-arti, etc.
Questo tipo di processo fornisce anche una spiegazione, in chiave psico-corporea, dell’ampia tematica del conflitto.
“Gli atteggiamenti corporei di un individuo adulto, sono espressione non solo dello sviluppo somatico legato al sistema
di crescita (genetico-ereditari, ormonali, etc.), ma anche della specifica storia individuale del soggetto; delle proprie
tematiche intra-psichice, che rappresentano la forma concreta assunta dai rapporti di eccitazione-inibizione” (Ruggieri,
1988).
La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 45/47
La patologia tra psiche e corpo
frammentazione di pattern comportamentali
Attraverso le diverse forme di inibizione si possono anche avere delle deformazioni dello schema di risposta
emozionale, che rendono irriconoscibile la risposta emozionale, staccando i nessi che legano il complesso degli stimoli
alla risposta (situazione che rientra in quello che viene comunemente definito somatizzazione).
La frammentazione del pattern può prodursi anche attraverso l’inibizione di uno solo dei due sistemi muscolare-
somatico e viscerale, coinvolti nella risposta.
Se per esempio il sistema muscolare è fissato nella contrattura, il sistema neurovegetativo può continuare ad inviare i
suoi impulsi agli effettori periferici.
La componente soggettiva delle emozioni legata alle reafferenze di ritorno può cosi scomparire (Ruggieri, ’88)
Passaggio dalla normalità alla patologia
Situazione stimolo esterne o interne
Risposte emozionali su cui intervengono i meccanismi di inibizione
fissazione della risposta emozionale in un punto della sequenza e frammentazione del pattern comportamentale
che inibisce anche la consapevolezza soggettiva della presenza di una risposta emozionale cronica in atto
Modificazione dei normali processi fisiologici che preludono all’insorgenza di patologia
La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 46/47
La patologia tra psiche e corpo
contesto di sviluppo della patologia
“La patologia nasce sempre in un contesto favorente, sia psicologico che biologico, in cui
di volta in volta svolgono un ruolo determinante stimoli detonatori psicologici e/o biologici.
Secondo il modello di Anochin, il processo di risposta che abbiamo definito malattia
compare dopo una sintesi afferente di numerosi stimoli con peso differente: talvolta lo
stimolo determinante può essere costituito da batteri, in altri casi da sostanze tossiche, in
altri ancora da stimoli psicologici. Comunque nell’insorgenza di una malattia non c’è
quasi mai un meccanismo unico” (Ruggieri, ’88)
La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 47/47

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  • 2. Integrazione mente - corpo Passaggio da normalità a patologia Modello psicofisiologico integrato di Ruggieri La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 2/47
  • 3. Indice 1. Malattie organiche e funzionali 2. Somatizzazione 3. Integrazione mente-corpo 4. Stimoli 5. Istinti, energia e pulsioni 6. Motivazione 7. Emozioni, affetti e sentimenti 8. Attività bioelettrica del sistema nervoso 9. Attivazione, arousal e omeostasi 10. Riflessi condizionati, vegetativi, viscero-somatici e somato-viscerali 11. Comportamenti integrati 12. Processi cognitivi e comportamentali 13. Sistema funzionale di Anochin 14. Modello psicofisiologico integrato di Ruggieri 15. Immagine corporea 16. Modello di Alexander 17. Protomentale di Bion 18. Inibizione e patologia 19. Fissazione e cronicizzazione delle emozioni La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 3/47
  • 4. Malattie organiche e funzionali definizioni Le malattie organiche dipenderebbero dalla lesione di un organo (ben documentabile sul piano anatomo- patologico) che determina secondariamente un’alterazione della funzione. Le cause riconosciute di tali malattie vanno dagli agenti fisici e chimici (radiazioni, traumi, azione di sostanze tossiche, etc.) agli agenti batterici e virali, secondo lo schema: agente batterico (o fisiologico o chimico) Lesione dell’organo o dell’apparato Impedimento alla corretta funzione dell’organo La causa delle cosiddette malattie funzionali, invece, sarebbe individuabile in un disturbo nella regolazione (da parte del sistema nervoso) della funzione di quel determinato organo o apparato, secondo lo schema: Cattiva regolazione del sistema nervoso Disfunzione dell’organo lesione La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 4/47
  • 5. Somatizzazione definizioni La somatizzazione viene per lo più considerata come un processo per cui un contenuto psichico, in particolari circostanze assume per cosi dire sembianze fisiche, manifestandosi sotto forma di una patologia biologica. Secondo la distinzione tra malattie organiche e funzionali, quindi le somatizzazioni rientrerebbero nelle malattie Funzionali. In alcuni casi quindi la medicina accetta l’idea che alcuni fenomeni morbosi possano derivare da fenomeni psichici, seppure con la difficoltà di individuarne e trattare le cause. Da qui la necessità di differenziare tra psichico e fisico, per chiarire come lo “psichico”, si faccia “somatico”, liberando il campo da due “tentazioni”: quella di rendere tutto psichico (come nelle parole di Groddeck, secondo il quale l’inconscio sarebbe capace di produrre malattie come la sifilide, la flebite etc.) e sul versante biologico, la tendenza a cercare di annullare la differenza tra psichico e fisico, facendo coincidere lo psichico con il sistema nervoso. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 5/47
  • 6. Fisico e Psichico definizioni La separazione tra psichico e fisico ricalca la distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa, tra la cosa pensante e la materia, che esprime una confusione tra struttura e funzione (l’affermazione cartesiana:” io sono un essere pensante, quindi io sono il pensiero”), che si traduce nella confusione, diffusa in ambito biologico e fisiologico, da cui nasce l’identificazione tra cervello e pensiero (annullandone la differenza, quale struttura e funzione). Separazione tra psichico e fisico Res cogitans e res extensa (sostanza pensante e sostanza materia) Confusione tra Struttura e funzione Cartesio: ” io sono un essere pensante, quindi io sono il pensiero” in ambito biologico e fisiologico: “il cervello è il pensiero” La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 6/47
  • 7. Fisico e Psichico livelli di organizzazione anatomo-funzionali L’organismo può essere considerato come un insieme di funzioni che si sviluppano sulla base di determinate strutture. Nello stesso organismo coesistono diversi livelli di organizzazione anatomo- funzionale L’organismo come integrazione funzionale di più sistemi cellulare tissutale d’organo sistemico intersistemico (sistema nervoso) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 7/47 L’interazioni tra elementi di uno stesso livello crea una nuova struttura di livello superiore,caratterizzata da una nuova specializzazione funzionale.
  • 8. Fisico e Psichico psiche La psiche o mente, può essere intesa come un insieme di funzioni; un complesso di comportamenti integrati. Poiché tali funzioni possano esistere, sono necessarie le strutture, e quindi il rapporto mente-corpo si può intendere come un rapporto tra strutture e funzioni integrate. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 8/47
  • 9. Stimolo definizioni Modificazione interna o esterna al soggetto, che, agendo su determinate strutture, è in grado di provocare delle risposte Differenze tra punti di vista specialistici: Stimoli fisici e psichici Stimoli fisici: stimoli semplici che agiscono isolatamente rispetto al contesto, su strutture elementari, circoscritti spazio-temporalmente e ben definiti quantitativamente e qualitativamente (per es. uno spillo che tocca la cute, stimoli elettrici, meccanici, elettromagnetici, etc., ) Stimoli psichici: stimoli complessi che agiscono su strutte integrate, configurazioni, gestalt, collocate nel contesto ambientale; situazioni-stimolo (per es. stimoli verbali). In realtà di tratta di distinzione a volte artificiose, in quanto stimoli fisici possono provocare delle risposte psicologiche e viceversa,stimoli psicologici possono provocare risposte somatiche (es. una carezza, che induce sensazioni tattili, fisiche, ma anche affettive, psicologiche, ed uno stimolo verbale, che può provocare reazioni somatiche, come il rossore in caso di un rimprovero) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 9/47
  • 10. Stimoli psichico e somatico Somatico e psichico, non come realtà diverse, ma come diversi livelli di integrazione che sono presenti tanto sul versante delle funzioni che degli stimoli. In realtà la maggioranza degli stimoli agisce contemporaneamente su diverse unità funzionali a diversi livelli di integrazione. La difficoltà della comprensione del reciproco rapporto è dovuta ad una non chiarezza e a una artificiosa distinzione tra psichico e fisico. Confusione tra: Struttura e funzione (si tende a chiamare fisico la struttura e psichico la funzione) Livelli di organizzazione funzionale (si tende a chiamare psichico il livello di organizzazione superiore e fisico il livello più basso) Stimoli e trasformazioni dell’organismo (si tende a chiamare psichico il complesso dei processi che originano dall’organizzazione di stimoli di tipo superiore (per es. linguistici) e fisici stimoli tattili o termici. Talvolta viene definito psichico la componente soggettiva dei processi emozionali e cognitivi. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 10/47
  • 11. Istinti definizioni Abbandonando gli stimoli esterni – le variazioni dell’ambiente in cui si colloca l’organismo – ed entrando nello spazio tra stimolo e risposta, compaiono una serie di stimoli interni, che possono essere risposte a stimoli esogeni, e a loro volta, talvolta, costituiscono stimoli per eventi interni, ossia quelli che nella tradizione psicoanalitica sono definiti istinti. In tale ambito essi hanno un particolare significato ai fini dell’insorgenza di manifestazioni patologiche Freud nei “tre saggi sulla sessualità” (1905), scriveva: “per istinto si intende provvisoriamente una sorgente continua di stimoli proveniente dall’interno del corpo che distinguiamo dallo stimolo provocato da singole eccitazioni che provengono dall’esterno. Successivamente Bowlby (1979), si domanda a quale entità vada applicato il sostantivo di istinto, visto che diversi studiosi lo hanno applicato di volta in volta al comportamento, al sistema comportamentale, alle condizioni causali che attivano un sistema comportamentale, al risultato prevedibile o alla funzione a cui esso adempie: ad un estremo èusato in riferimento ad azioni a schema relativamente fisso che si manifestano alla fine di una lunga sequenza di comportamento istintivo, dall’altro, il termine è usato in riferimento più ampio a forze considerate come fattori causali che portano a stati generali come la morte o la vita (eros e thanatos). Per definire queste forze è stato spesso utilizzato anche il termine energia (con un significato molto differente per biologi e psicologi). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 11/47
  • 12. Energia definizioni In fisiologia il termine energia indica l’energia legata ai processi chimici dell’organismo (considerati come l’unica sorgente energetica di tutte le reazioni biologiche). In psicologia Freud parla di energia psichica, con differenti accezioni nel corso dell’evoluzione della sua teoria: Nella prima fase intende per energia l’affetto, il carico d’affetto Nella seconda fase indica la pulsione istintuale, ad indicare stimoli endogeni che il sistema nervoso riceve dall’elemento somatico stesso. Il comportamento pulsionale sarebbe una risposta dell’organismo tendente a ristabilire l’equilibrio alterato dagli stimoli, secondo lo schema seguente: 1. Stimoli 2. Innalzamento dell’eccitazione interna (per Freud, livello energetico) 3. Modificazioni psichiche e somatiche 4. Scarica motoria che ha la funzione di ridurre il livello di eccitazione (energia) riportando l’organismo alle condizioni di prestimolo (quindi con una funzione omeostatica) L’eccitazione interna è posta in relazione all’esperienza soggettiva di piacere e di dispiacere che l’accompagna, che deriverebbero dalle oscillazioni dell’eccitazione interna: il crescere oltre un certo livello dell’eccitazione provocherebbe una sensazione di dispiacere, mentre il ridursi dell’eccitazione provocherebbe una sensazione di piacere. Secondo Freud: “Il lavoro dell’apparato psichico mira a tenere bassa la quantità di eccitamento e tutto ciò che ha la proprietà di aumentare tale quantità di eccitamento deve essere avvertito come contrario al buon funzionamento dell’apparato e cioè come spiacevole”. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 12/47
  • 13. Pulsioni definizione La pulsione indica, in psicoanalisi, l'eccitazione di tipo somatico che promuove i processi psichici. Nel descrivere le pulsioni, Freud esamina un complesso processo comportamentale dal suo momento genetico a quello fenomenologico. In ogni pulsioni si distinguono diversi elementi: Spinta Costituisce l’elemento motore, la somma di forze che la compongono, la misura delle operazioni richieste Fonte la zona corporea dove ha luogo il processo somatico che la pulsione rappresenta nello psichico Meta Soddisfacimento che consiste nella soppressione dello stato di stimolazione determinato dalla spinta Oggetto Elemento attraverso il quale la pulsione può raggiungere la sua meta Tutti questi elementi hanno sia una componente psichica che somatica, che secondo il modello psicofisiologico di Ruggieri sono costituite da modificazioni corporee e vissuti soggettivi, dove lo psichico rappresenta una percezione soggettiva di alcune modifiche somatiche, che possono essere di natura muscolare o essere legate a modificazioni neurovegetative e viscerali. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 13/47
  • 14. Motivazione definizione Nella psicologia contemporanea i concetti di libido, energia e pulsione, sono stati sostituiti dai concetti di motivazione, eccitazione, arousal. La motivazione è l'espressione dei motivi che hanno indotto un individuo a una determinata azione. Essa svolge fondamentalmente due funzioni: attiva e orienta specifici comportamenti. Nel primo caso si fa riferimento alla componente energetica di attivazione del costrutto di motivazione. Nel secondo caso si far riferimento alla componente direzionale di orientamento. La motivazione può essere definita dal punto di vista psicologico, l'insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un individuo verso una data meta. E' possibile fare una prima distinzione tra motivazioni biologiche, innate, che fanno riferimento a elementi fisiologici, ed elementi motivazionali di tipo psicologico-cognitivo, il cui dispiegamento è avvenuto durante l'esperienza. Il meccanismo motivazionale è costituito dal continuo interagire di questi due elementi. Un'altra distinzione fondamentale avviene attraverso il concetto di motivazione intrinseca, o motivo, non sempre o pienamente consapevole alla coscienza del soggetto, e motivazione estrinseca, quella che il soggetto dichiara verbalmente. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 14/47
  • 15. Emozioni, Affetti e Sentimenti definizioni Il termine emozione è applicato ad eventi molto differenti (Hinde, 1972): categorie di input (stimoli emotigeni) esperienze soggettive particolari condizioni corporee una fase di un processo fisiologico una risposta Nella sua radice etimologica c’è un’idea di movimento, l’andare in una direzione. Reich interpreta l’etimologia ex-movere come portar fuori, sottolineando la componente espressiva del fenomeno. Per Bowbly (1979) Le emozioni costituiscono dei complessi pattern comportamentali come rabbia, gioia, in cui il sentimento è accompagnato all’azione. Invece l’affetto indicherebbe una vasta gamma di esperienze vissute, come il sentirsi a proprio agio, a disagio, tristi, innamorati, e sarebbe caratterizzato da una marcata presenza di sentimento. La sua etimologia rimanda a esser preso da, colpito da un determinato oggetto stimolo. In generale nella letteratura sul tema si può individuare un certo accordo nel valutare il sentimento come una modalità percettiva che valuta le sensazioni di piacevolezza-spiacevolezza che accompagnano le diverse forme di esperienze. Per emozioni Ruggeri fa riferimento a: Comportamenti direttamente osservabili sia come manifestazioni espressive dell’individuo (somatico e viscerale), che come attività manipolativa, miranti a modificare la relazione dell’individuo con l’ambiente Il sentimento soggettivo che si accompagna a queste manifestazioni Ci sarebbero quindi due piani: uno soggettivo (delle modifiche somatiche e viscerali e del sentimento) ed uno relazionale (dell’azione che modifica il rapporto con l’ambiente/contesto, attraverso specifichi pattern comportamentali, attacco, fuga, ricerca del cibo, comportamento sessuale.Quindi l’emozione costituirebbe un regolatore del rapporto con l’ambiente, attraverso l’azione. La malattia tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 15/47
  • 16. Emozioni, Affetti e sentimenti teorie classiche sulle emozioni James-lange: emozione come processo di valutazione di un complesso di modificazioni corporee, quindi i cambiamenti indurrebbero le emozioni Lazarous-Schachter: emozioni come processo di interpretazione cognitiva delle modificazioni somatiche, quindi sarebbe l’etichettamento cognitivo a dare il senso del vissuto emozionale Izard-Tomkins: emozione come interpretazione delle modificazioni mimiche del volto prodotte in risposta a particolari stimoli. Le espressioni facciali universali delle emozioni La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 16/47 Le emozioni rappresentano innanzitutto un comportamento di risposta in rapporto a determinati stimoli e quindi si distingue nettamente dalla motivazione, ma a sua volta, per il complesso di sensazioni positive o negative che produce, un importante ruolo motivazionale (Ruggieri 1988).
  • 17. Attività bioelettrica del sistema nervoso definizioni La trasmissione degli stimoli avviene attraverso i recettori sensoriali, che trasformano le variazioni dell’ambiente (gli stimoli), in attività bioelettrica (potenziale d’azione, impulso nervoso), secondo il seguente schema: Stimolo (che agisce sulla prima cellula) impulso bioelettrico (nella cellula trasmettitrice) mediatore chimico impulso bioelettrico La trasmissione delle informazioni avviene quindi esclusivamente attraverso impulsi della stessa ampiezza, che segnalano l’intensità tramite la frequenza di scarica. “Il sistema nervoso centrale ha la funzione di decodificare gli stimoli ed i messaggi provenienti dall’ambiente e di programmare ed elaborare risposte. Tali risposte si realizzano attraverso la stimolazione sia di muscoli (lisci e striati) che di ghiandole, che a loro volta producono elementi funzionali che si combinano tra loro a formare figure comportamentali integrate (Ruggieri ’88). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 17/47
  • 18. Attivazione - Arousal definizione Come le singole cellule possono presentare variazioni di attività espressa da differenze frequenze di scarica, il sistema nervoso nel suo insieme può presentare diversi livelli di eccitazione (arousal). Secondo Duffy (1972), “la descrizione di un comportamento in un dato momento richiede la considerazione di due aspetti fondamentali: La direzione del comportamento (approach o evitamento) in rapporto a persone, oggetti, idee o altri aspetti dell’ambiente, L’attivazione (activation o arousal) o intensità. Con il termine arousal si indica in psicofisiologia l’intensità dell’attivazione fisiologica e comportamentale dell’organismo, caratterizzata dai seguenti aspetti: aumento della vigilanza e dell’attenzione (attivazione del sistema nervoso centrale) i muscoli si preparano allo sforzo (attivazione del sistema muscolo-scheletrico) cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo (sistema vegetativo simpatico) In questa attività risulta implicata la formazione reticolare La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 18/47
  • 19. Attivazione - Arousal sistemi specifico e aspecifico di elaborazione dello stimolo Stati psicofisiologici quali l’eccitazione, il rilassamento, il sonno sono prodotti da sistemi relativamente indipendenti da quelli che portano l’informazione sensoriale specifica. Nel sistema nervoso centrale esistono cellule nervose che modulano il livello di eccitazione e di inibizione delle cellule della corteccia celebrale preposte all’analisi ed alla sintesi dell’informazione sensoriale (Ruggieri ’88). Qualsiasi stimolo, quali stimolazioni sensoriali elementari (tattili, ottiche, acustiche), o complesse (messaggi cognitivi), agisce contemporaneamente su sistema specifico preposto al suo riconoscimento, che sul sistema di attivazione aspecifico, che facilita o inibisce il riconoscimento stesso. Secondo la legge di Yerkes Dodson la qualità della prestazione cresce man mano che cresce il livello di attenzione, fino ad un determinato livello critico, oltre il quale, se l’attenzione continua a crescere, la qualità della prestazione tende progressivamente a peggiorare. Il livello medio di attenzione consente la migliore prestazione. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 19/47
  • 20. Attivazione e Omeostasi concetti generali Alcuni parametri biologici, come la temperatura, il pH, il tasso di zucchero nel sangue, la pressione arteriosa devono essere relativamente stabili, cioè non superare un certo range di oscillazioni. A tal scopo esistono dei sistemi che neutralizzano l’azione degli stimoli dell’ambiente attraverso meccanismi ormonali e/o attraverso comportamenti integrati per il mantenimento dell’omeostasi. Questa regolazione avviene per lo più attraverso meccanismi di feedback (l’attività di una sorgente di stimolazione è regolata retroattivamente dagli effetti della stimolazione stessa). L’arousal ha una relazione con l’omeostasi. Essa infatti ha una funzione di facilitazione della risposta fornita dai sistemi specifici, legata all’abbassamento di soglia di eccitabilità delle cellule nervose dei diversi sistemi specifici. Le cellule che analizzano l’informazione sensoriale sono più facilmente attivate per l’azione del sistema di arousal, cosi come più facilmente attivate sono le strutture nervose che producono risposte motorie. Questo modello vale a tutti i livelli dell’attività umana che regolano i rapporti con l’ambiente. “La realizzazione del programma comportamentale costituisce, agendo retroattivamente, il segnale di stop della stessa attività nervosa delle aree in esso coinvolte, quindi un segnale riequilibratore dell’omeostasi”. Quello che differenzia la regolazione a feedback del sistema ormonale o del sistema circolatorio da quella dei comportamenti integrati è essenzialmente il fatto che in questi ultimi l’attivazione del sistema di arousal si accomagna a sensazioni soggettive di piacere-dispiacere. L’arousal costituisce un’espressione neurologica dell’alterazione omeostatica provocata dagli stimoli, che ne amplifica le potenzialità disomeostatiche, abbassando le soglie di eccitabilità delle cellule corticali e di diversi sistemi di risposta comportamentale e creando una condizione di alterato equilibrio interno che induce una risposta riequilibrativa sia cognitiva che comportamentale (Ruggieri ’88). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 20/47
  • 21. Dai riflessi ai comportamenti integrati sviluppo della complessità Rapporto tra sviluppo della complessità dai riflessi ai comportamenti complessi e sviluppo “filogenetico” La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 21/47 Intense sensazioni emozionali soggettive quali fame, sete, paura, rabbia etc. Sensazioni soggettive Attività di autoconservazione: soddisfacimento delle necessità metaboliche e riproduttiove (comportamenti oro-alimentari, attività sessulai, comportamenti parentali) e di proteggere l’integraità dell’individuo (attività di evitamento, attacco, fuga) Respiratorie, circolatorie, alimentari, posturali, sessuali Funzioni discriminative, integrate e adattative Strutture più complesse Neoencefaliche Riflessi, figure comportamentali complesse istintive preformate, emergenti in risposta a complesse configurazioni-stimolo e figure comportamentali di nuova formazione Mesencefalo e formazione reticolare, tetto, tegmento, ipotalamo Paleoencefaliche, diencefaliche e limbiche Riflessi“strutture più elementari” Midollo spinale e bulbo Spinomidollari Attività prevalenteCentriStrutture del sistema nervoso Salendo dalle strutture spinomidollari al neoencefalo crescono i gradi di libertà delle risposte, per cui si riduce la stereotipia e la rigidità del riflesso e compare la componente soggettiva emotiva con una crescita progressiva di consapevolezza e di coscienza. Le pulsioni ed i comportamenti istintivi (paura attacco fuga fame comportamento sessuale, etc.) sono funzioni modulate dal paleoencefalo: schemi comportamentali predeterminati geneticamente, relativamente fissi che si differenziano dall’atto riflesso elementare per la complessità delle risposte che interessano l’organismo nel suo insieme, diversa organizzazione temporale della risposta (programma articolato nel tempo) .Tali schemi presentano un ampia variabilità per l’organizzazione spazio-temporale dell’attività motoria. La reazione istintiva è messa in atto da configurazioni di stimoli aventi particolare significato (Componente soggettiva emozionale). Adattamento da: Ruggieri, 1988
  • 22. Pacemaker del comportamento definizione I centri ipotalamici possono essere considerati delle aree generatrici dei diversi comportamenti istintivi (pulsionali nel senso di Freud), che a loro volta sono sotto il controllo inibitorio e stimolante dei centri encefalici. Ogni comportamento pulsionale va inquadrato nell’ambito di rapporti ottimali di eccitazione e inibizione entro rapporti gerarchicamente organizzati di più centri nervosi. Questi centri encefalici (specie l’ipotalamo) sono punti di partenza di vie neurali, che raggiungoendo la periferia producono comportamenti integrati, ma anche punti di arrivo di altrettante stimolazioni a partenza dalla periferia, che agiscono sia attraverso vie nervose che umorali. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 22/47 Le sensazioni soggettive di piacere e/o dispiacere hanno un ruolo fondamentale, quali condizioni psicofisiologiche intermendie nella sequenza stimolo–risposta, che agiscono come potenti stimoli. Questi centri come sintetizzatori di stimoli e produttori di risposte comportamentali integrate (e cosi ci ricolleghiamo agli elementi costituenti le pulsioni di Freud, individuati nell’attività circolare di centro e periferia nervosa. Per esempio il comportamento aggressivo che compare in risposta a stimoli minacciosi esterni o interni, è ulteriormente facilitato dalla sensazione soggettiva dell’esperienza di rabbia che precede l’attacco. Quindi in questi comportamenti istintivi la condizione di eccitazione arousal aspecifica si accompagna a sensazioni emozionali che hanno la funzione di abbassare le soglie di eccitabilità delle aree preposte all’organizzazione delle risposte motorie.
  • 23. Dai riflessi ai comportamenti integrati concetti base Il riflesso costituisce l’elemento base dell’attività del sistema nervoso centrale. Nella scala biologica si passa da schemi comportamentali rigidi, di cui la struttura riflessa è l’unico elemento costitutivo, a schemi comportamentali complessi (risultato per lo più dell’interazione di più riflessi) in cui crescono progressivamente i gradi di libertà sia sul versante dello stimolo che su quello della risposta, per arrivare ai comportamenti cosiddetti superiori (volontari, etc.) Riflesso: Un’unità funzionale del sistema nervoso che mette in connessione l’attività dei recettori, che raccolgono e trasducono gli stimoli dell’ambiente esterno (input), con l’attività degli effettori che costituiscono la base anatomica per la produzione della risposta (output) agli strimoli stessi. L’attività riflessa è funzione dell’arco riflesso: recettore sensoriale, cellula nervosa recettrice, cellula effettrice e un effettore (di solito un muscolo o un ormone). Individua un tipo di rapporto abbastanza rigido organismo-ambiente, senza alternative nelle risposte agli stimoli che raggiungono i livelli soglia (regolazione della vita vegetativa: cuore, Digestione, etc.) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 23/47
  • 24. Dai riflessi ai comportamenti integrati riflessi condizionati Segnano il passaggio da un processo rigidamente determinato, in cui lo stimolo cui l’organismo risponde è prefissato geneticamente, ad un processo di nuova acquisizione, legato all’esperienza individuale in cui l’individuo risponde a stimoli che normalmente non elicitano risposte riflesse. Es. uno stimolo alimentare, come la carne, che rappresenta uno stimolo incondizionato, posto nel cavo orale dell’animale, provoca una reazione riflessa della secrezione salivare, se lo stimolo incondizionato è preceduto da uno stimolo sonoro (condizionato) dopo un certo numero di ripetizioni, la sola somministrazione dello stimolo sonoro sarà in grado di provocare anche in assenza di cibo, la rispota motoria.il suono ha acquisito il ruolo di segnale del cibo. A livello spiniomidollare e troncoencefalico centro dell’arco, a livello corticale si trovano icentri che analizzano gli stimoli e controllano le risposte. Tipi di riflessi, per livello di complessità (aumento del range di stimoli, numero delle vie afferenti, moltiplicazione dei centri, e delle vie efferenti): monosinaptici, polisinaptici, semplici e complessi. Questi ultimi possono avere un centro (di solito in corrispondenza delle aree paleoencefaliche) che collega una via afferente con piu vie efferenti (più archi diastaltici) o viceversa più vie afferenti confluiscono su un’unica via efferente, o situazione in cui ai centri affluiscono più vie afferenti e da cui partono più efferenze che riguardano differenti distretti corporei. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 24/47
  • 25. Dai riflessi ai comportamenti integrati riflessi vegetativi Riflessi indispensabili per l’assunzione di materiali necessari per la sopravvivenza (riflessi inspiratori e digestivi) Riflessi indispensabili per l’eliminazione dei metaboliti (minzione, defecazione e espiratori) Archi diastaltici con recettori o effettori localizzati in corrispondenza di un viscere (es: tensiocettori posti nella parete dello stomaco sono stimolati dalla pressione esercitata dal contenuto dello stomaco sulla parete stessa. Le fibre efferenti terminano in corrispondenza della muscolatura liscia dello stomaco e provocano la risposta di contrazione delle pareti gastriche). Sistema nervoso autonomo Simpatico e parasimpatico La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 25/47 Ognuno costituito da una serie di archi diastaltici con centri localizzati, per il simpatico in corrispondenza del midollo spinale toracico e lombare, e per il parasimpatico in corrispondenza del tronco encefalico e del midollo sacrale. Questi due sistemi hanno su uno stesso organo effettore effetti opposti.
  • 26. Dai riflessi ai comportamenti integrati riflessi viscero – somatici e somato - viscerali Alcuni archi riflessi hanno un recettore in corrispondenza di un viscere ed effettori in corrispondenza della muscolatura somatica e viceversa. In questo caso la stimolazione cutanea può provocare delle risposte Viscerali. Alcune ricerche hanno documentato che le risposte pressorie sono in rapporto al tipo di fibra nervosa cutanea stimolata ed alla frequenza di stimolazione (Johansson, 1962). Allo stesso modo sono documentati in medicina, riflessi di tipo opposto, riflessi viscero-somatici, a partenza dagli organi interni, come: le contratture muscolari somatiche che compaiono durante le coliche renali o epatiche ed il dolore riferito nelle ischemie cardiache. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 26/47
  • 27. Dai riflessi ai comportamenti integrati riflessi di orientamento, difesa e termoregolazione L’attività di singoli archi dialstatici può entrare a far parte di risposte globali che si riferiscono a più organi e distretti contemporaneamente, perché aree superiori operano successive integrazioni (sintesi di diverse afferenze provenienti da diverse parti del sistema nervoso centrale ed alla coordinazione delle risposte che interessano contemporaneamente le vie efferenti di diversi archi diastaltici vegetativi). Ad es: informazioni dalle vie respiratorie concorrono insieme a quelle circolatorie a produrre risposte integrate che si riferiscono ad entrambi i sistemi. Tra i riflessi elementari ed i comportamenti istintivi si collocano alcuni riflessi che hanno un alto significato adattativo e che si riferiscono a tutto l’organismo (secondo Sokolov, 1963): Riflesso di orientamento (in risposta a stimoli avente carattere di novità o che presentano variazioni di intensità o di intensità particolarmente bassa): deviazione e rotazione del capo verso la sorgente di stimolo, decelerazione cardiaca, desincronizzazione EEG, vasocostrizione digitalica, vasodilatazione cefalica e variazione della conduttività cutanea (con componenti quindi sia vscerali che somatiche); con un altissimo grado di attivazione arousal, legato al senso adattativo di questa risposta. Riflesso di difesa (e/o evitamento): in risposta a stimoli dolorifici o troppo intensi. La risposta è caratterizzata da tachicardia, aumento della frequenza respiratoria, ridotta resistenza cutanea e vasocostrizioni sia cefalica che digitalica (viscerale) e allontanamento dalla sorgente dello stimolo (comportamentale). Si è verificata la presenza di tale risposta anche in rapporto a parole stimolo come violenza, aggressività e stupro (Ruggieri, Borsò, Sabatini, 1981), dimostrando quindi la presenza di risposte vegetative a rappresentazioni di eventi o situazioni stimolo di carattere psicologico. Riflesso di termoregolazione, dove a stimoli termici si risponde con vasodilatazione digitalica e cefalica e riduzione della frequenza cardiaca Questi riflessi rappresentano un’integrazione di risposte viscerali (vegetative) e somatiche (muscolari e di relazione) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 27/47
  • 28. Dai riflessi ai comportamenti integrati processi cognitivi e comportamentali L’ulteriore passaggio dai riflessi ai comportamenti istintivi è dovuto all’aumento del numero delle unità riflesse costitutive, poiché man mano che si sale nella struttura del sistema nervoso centrale, compaiono aree funzionali caratterizzate da un aumento del numero delle afferenze (convergenza di informazioni e ampliamento dei piani dei livelli di risposta (riflessi, comportamenti istintivi, processi superiori es: cognitivi etc.) I comportamenti integrati più complessi non sono altro che ulteriori aggiunte funzionali che si collocano sul percorso dello stimolo dal suo ingresso alla produzione della risposta (Ruggieri 1988). Per certi versi c’è un’analisi più complessa dello stimolo e delle sue caratteristiche, prima della messa in atto di risposte comportamentali. Uno stimolo in entrata che richiede l’analisi da parte della corteccia cerebrale provoca a livello della sostanza reticolare una attivazione che comporta un aumento dell’eccitazione (frequenza di scarica innalzata) ed una sua diffusione (aumento del numero delle cellule interessate). In queste risposte che rientrano nell’ambito dei processi cognitivi si produce un rallentamento della frequenza cardiaca. A questo livello avviene anche una prima valutazione della componente soggettiva-emozionale aspecifica che lo stimolo porta con sé. La programmazione di comportamenti integrati parte dalla corteccia cerebrale che è sede di attività cosiddetta volontaria. I comportamenti cognitivi più complessi rappresentano quindi delle modulazioni di riflessi integrati. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 28/47
  • 29. Sistema funzionale concetti generali La relazione tra stimoli e risposte si fa sempre più complessa man mano che si va verso livelli superiori. Si produce una convergenza di stimoli su una stessa struttura che elabora risposte che interessano contemporaneamente diversi distretti e presentano un ampio sviluppo temporale. Ci sarebbe quindi un’identità strutturale tra riflessi e comportamenti per cui le differenze starebbero nel numero delle afferenze e delle efferenze da integrare ed elaborare, ma ci sono anche differenze qualitative tra i due ordini di fenomeni. Queste valutazioni possono essere sviluppate con riferimento al modello del sistema funzionale di Anochin (1975) secondo cui: I comportamenti non sono eventi casuali ma il risultato di un processo che inizia con la sintesi delle afferenze sensoriali (secondo un modello di analisi della figura e sintesi delle informazioni dello sfondo) Raggiunto un certo livello critico dell’eccitazione si ha una presa di decisione Ad essa seguono tre fasi: la programmazione della risposta, la realizzazione del programma, e la verifica della corretta esecuzione del programma (manipolazione dell’ambiente e attesa degli effetti, che costituiscono a loro volta delle afferenze di ritorno alle strutture centrali per la verifica degli effetti dell’azione); la discordanza tra aspettative e risultati provocherebbe una reazione biologica negativa che avrebbe il significato di stop e di inibizione del comportamento programmato. Anochin definisce il sistema funzionale come un insieme di determinate manifestazioni fisiologiche connesse con una determinata funzione (atti di respirazione, deglutizione, locomotori etc). Ogni sistema che costituisce un sistema chiuso, agisce grazie ad un costante legame con gli organi periferici ed in particolare con la costante afferenza proveniente da questi organi. ogni sistema funzionale dispone di un determinato complesso di segnalazioni afferenti che indirizza e corregge l’adempimento di questa funzione. I singoli impulsi possono partire dagli organi più diversi e lontani gli uni dagli altri, ma nonstante la loro diversa origine gli impulsi si uniscono nel sistema nervoso centrale grazie alle fini regolazioni temporali degli stessi. (1975) Si può quindi immaginare l’organismo come un insieme di sistemi funzionali che possono essere innati o acquisiti nel corso dell’esperienza individuale. In teoria infatti in questo schema potrebbero rientrare anche schemi di riferimento psicologico, come i modelli culturali e i valori (uno schema psicologico, come quelli biologici, sceglie in partenza gli stimoli di sua pertinenza e modula le risposte in rapporto ad esse). Il sistema funzionale ha quindi anche la funzione di contribuire a mantenere i livelli di arousal, evitando di attivare reazioni di “orientamento” per ogni stimolo (Ruggieri 1988). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 29/47
  • 30. Modelli funzionali neurofisiologici approach, immobilizzazione, attacco-fuga Secondo il modello di Gray (1972) i comportamenti di risposta istintivo-emozionali possono essere ricondotti a tre tipi: Approach: tendenze di avvicinamento ad uno stimolo (comportmanto oro-alimentare, sessuale etc), caratterizzati da una fase appetitiva e una consumatoria (la prima dotata di più gradi di libertà, la seconda più rigida nella sua sequenza). Le strutture anatomiche coinvolte sarebbero: i nuclei laterali dell’ipotalamo, il fascicolo proencefalico mediale, la corteccia frontale e i nuclei del setto e l’amigdala dorso-mediale. Immobilizzazione: inibizione comportamentale chje comparirebbe in risposta a segnali di punizione o di ricompensa attesa non ottenuta, con il coinvolgimento dell’ippocampo, dell’area settale e della corteccia frotno-orbitale, l’area limbica ed il nucleo caudato. Attacco-fuga, distinta in due fasi di allerta e di attacco o fuga e mediato dall’amigdala e dall’ipotalamo mediale. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 30/47
  • 31. Modelli funzionali neurofisiologici motivazione ed emozioni In questa prospettiva possiamo considerare la motivazione come una forma particolare di sistema funzionale (che sintetizza stimoli, formula un programma e lo mette in atto, verificandone l’esecuzione), quindi tra motivazioni biologiche e sociale resta solo una differenza di tipo di sistema funzionale implicato, e nella sua maggiore o minore complessità progettuale. Anche le emozioni possono essere considerate come il prodotto di sistemi funzionali che talvolta entrano a far parte dei sistemi funzionali delle motivazioni e si collocano sul piano delle risposte, caratterizzate da una forte componente soggettiva, che deriva da un modo particolare di organizzare le sensazioni corporee (oltre alle modificazioni corporee, vegetative e somatiche). Le afferenze a recettori del piacere-dolore provengono oltre che dal sistema nervoso centrale (immagini, rappresentazioni etc), anche dal sistema nervoso periferico, che conduce informazioni provenienti da più parti del corpo (somatico e vegetativo); informazioni che costituiscono la base del sentire emozionale (Ruggieri ’88) Le emozioni hanno un doppio ruolo di segnale interno intrasoggettivo dello stato psicofisologico personale e di segnale relazionale avente significato di comunicazione interpersonale. Nella maggior parte dei casi le emozioni rappresentano la fase appetitiva (che precede quella consumatoria) di comportamenti istintivi e di risposte riflesse complesse, es: rabbia e attacco (Ruggieri ’88). Come abbiamo visto il tipo di risposta dipende dal tipo e complessità dello stimolo e a sua volta si articola in livelli sempre più complessi, entro i quali è possibile incorrere in una sorta di vero e proprio conflitto tra risposte concorrenti (attacco-fuga), che producono un ulteriore innalzamento del livello di arousal-attivazione con sensazioni soggettive intense che può esitare in veri e propri stati di ansia, in tutte le sue gradazioni, fino all’angoscia (quale blocco nella fase appetitiva di comportamenti istintivi che non riescono a raggiungere la fase consumatoria). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 31/47
  • 32. L’inibizione livelli e forme Possiamo distinguere tra diversi livelli di inibizione: Inibizione a livello dei processi superiori (cognitivi, emozionali), Inibizione a livello dei processi biologici più semplici (inibizione di riflessi) Inibizione cellulare (neuronale) Inibizione comportamentale L’inibizione comportamentale può essere espressione di inibizione cellulare particolarmente estesa o di un conflitto tra due eccitazioni/programmi comportamentali; può riferirsi a processi che interessano tutto l’organismo o a singoli frammenti di pattern comportamentali, o a singoli atti riflessi. L’inibizione di processi globali può intervenire sul livello di eccitazione aspecifica del soggetto (attivazione-arousal) o su specifici schemi comportamentali globali (es: inibizione del comportamento alimentare) Inibizione tonica di lunga durata Inibizione fasica, temporanea Nell’inibizione tonica i meccanismi inibitori possono agire su comportamenti già messi in atto o impedendo preventivamente lo sviluppo di nuovi comportamenti, attraverso: Meccanismi centrali (encefalici) Meccanismi periferici (che agiscono come riduttori dell’eccitazione centrale o inibiscono specifiche risposte comportamentali) Il sistema muscolare interviene sia a modulare tonicamente i livelli di eccitazione centrale aspecifica che ad inibire risposte vegetative (riflessi somato-viscerali) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 32/47
  • 33. L’inibizione meccanismi inibitori Inibizione cellulare A livello sinaptico ci può essere un processo inibitorio che impedisce il passaggio dell’eccitazione da una cellula all’altra nel suo percorso lungo il sistema nervoso centrale, bloccando i comportamenti (forma più elementare di inibizione). L’innalzamento della soglia di eccitabilità delle cellule stimolabili può agire sia all’interno dei circuiti nervosi che a livello dei recettori sensoriali che mediano il rapporto dell’organismo con l’ambiente (per cui la persona può “non sentire” o non “vedere uno stimolo) Commutazione In altri casi l’organismo può inibire un comportamento producendo un comportamento alternativo (es: la muscolatura impegnata a produrre un comportamento di immobilità). L’inibizione potrebbe anche comparire per un conflitto tra due diverse eccitazioni Riduzione dell’eccitamento Questa terza situazione si iscrive nel quadro della bilancia vegetativa tra ergotropismo (condizione di consumo energetico che appare in diversi contesti come l’ansia e la rabbia, caratterizzata da una prevalenza dell’attività del sistema simpatico, da un alto tono muscolare, da una tendenza alla desincronizzazione dell’attività elettrica corticale, segno di disequilibrio omeostatico) e trofotropismo (condizione di recupero energetico, che compare in diversi contesti quali il sonno, la veglia rilassata). Si possono cioè avere situazioni in cui una condizione trofotropa inibisce una condizione di arousal-attivazione e viceversa attività eccitatorie inibiscono attività di tipo trofotropo. Riflessi inibitori L’inibizione può passare attraverso una via afferente adrenergica su cui confluiscono diversi tipi di stimolazione di tipo riflesso e a partenza encefalica. Ad esempio, l’inibizione dell’attività gastrica può partire sia dallo stesso sistema digerente (aree reflessogene situate a valle dello stomaco), che aree encefaliche in cui si programma una reazione generale di difesa. Le vie reflessogene possono avere anche punti di partenza esterni al sistema digerente (Furness e Costa, ’74, “ la stimolazione di vie afferenti somatiche o autonomiche modificano i movimenti intestinali”) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 33/47
  • 34. L’inibizione meccanismi centrali e periferici Ruolo inibitorio della periferia somatica Le informazioni a partenza dalla periferia del corpo e specificamente dalla cute e dal sistema muscolare, svolgono una funzione inibitoria tonica e quindi modulano attraverso vie centripete il livello di arousal centrale, innalzandone la soglia per impedire che possibili stimoli esterni o interni alterino l’omeostasi. Modello di Pavlov (1973) sul rapporto eccitazione-inibizione in rapporto agli stimoli e alla loro intensità: Stimoli di bassa intensità determinerebbero un’eccitazione corticale che tende a diffondersi a tutta la corteccia cerebrale (secondo Sokolov sarebbe qui implicata la sostanza reticolare) Stimoli di media intensità produrrebbero un’eccitazione circondata da un’area di inibizione (secondo Sokolov sarebbe implicata qui il talamo) Per stimoli più intensi comparirebbe di nuovo un’eccitazione diffusa Stimoli troppo intensi provocherebbero una inibizione Quindi un alto livello di eccitazione ha un effetto inibitorio e tali eccitazioni possono partire anche dalla periferia del corpo. Reazione biologica negativa La reazione biologica negativa di Anochin svolge un ruolo inibitorio attraverso un’intensa reazione eccitatoria alternativa, che avrebbe lo scopo di inibire processi eccitatori elevati presenti nell’organismo in un determinato momento. La periferia del corpo acquista la capacità di produrre segnali di stop per il sistema nervoso centrale. In altre parole la fine dell’atto non produrrebbe l’eccitazione degli organi effettori ma di meccanismi particolari che inibiscono il movimento – eccitazione (Anochin,’75). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 34/47
  • 35. L’inibizione attività muscolare e inibizione Contratture e inibizione In base alle esperienze cliniche della scuola Reichiana possiamo considerare anche la contrattura muscolare (in rapporto alla contrazione isometrica cronica) quale ulteriore meccanismo fisiologico di tipo inibitorio. La contrattura infatti può rappresentare una risposta riequilibrante che abbassa il livello di arousal-attivazione proprio di una tensione isometrica che si protrae nel tempo, rappresentando un segnale di stop retroattivo per i centri nervosi da cui partono i comandi per la contrazione. La contrattura potrebbe comparire sia negli stessi muscoli impiegati nella realizzazione del comportamento, che nei muscoli antagonisti che fanno parte di schemi motori antagonisti. A tale proposito Reich evidenziava come tali contratture presenti in alcuni suoi pazienti, costituissero una sorta di corazza ed erano legate ai meccanismi di difesa in atto nel soggetto, rispetto alle funzioni dei distretti che costituivano le usuali vie di scarico dell’eccitazione libidica (muscoli del distretto oro-alimentare e sessuale) La contrattura inibisce un processo emozionale istintivo (composto di una fase appetitiva e consumatoria) e quindi sia il comportamento programmato che la sua componente soggettiva di piacere-dispiacere. Questo costituisce un esempio di somatizzazione Non si tratta però di eventi psichici che diventano somatici, ma di eventi somatici che inibiscono il manifestarsi di processi psichici integrati, del corporeo che non si riesce ad elaborare a livello mentale. Qualsiasi punto del sistema funzionale si può inibire: la sintesi afferente, la programmazione comportamentale e l’esecuzione del programma. Si può inibire l’arousal e/o attivazione con o senza inibizione delle componenti emozionali soggettive e sentimentali. Quindi l’inibizione può o spegnere l’eccitazione o bloccarla in un punto della catena di eventi che dal recettore porta fino ai centri nervosi e da questi agli effettori per poi ritornare ai centri (Ruggieri, 1988). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 35/47
  • 36. Dallo stimolo al vissuto esperienziale il modello della riproduzione imitativa di Ruggieri Lo stimolo è analizzato dal sistema nervoso centrale secondo due diverse modalità: Denotativa: riconoscimento delle proprietà strutturali dello stimolo (es stimolo visivo: lunghezza d’onda, intensità, luminanza, etc.) Connotativa: riconoscimento delle proprietà emotigene dello stimolo Dalla sintesi centrale dell’informazione si passerebbe ad una fase di riproiezione dell’eccitazione alla periferia recettoriale del corpo e quindi allo stimolo stesso. Quindi uno stimolo che entra nell’organismo, per essere riconosciuto e analizzato cognitivamente, si trasforma in vissuto esperienziale, che costituisce il supporto della componente semantico-connotativa. Lo stimolo si trasforma cosi in una specifica esperienza corporea (Ruggieri, ’88) Es: vissuto di freddo o caldo associato ai colori, con implicazione nel processo di decodifica, di diversi sistemi funzionali, visivo e termoregolatorio. Attraverso ulteriori ricerche (Ruggieri et al., 1986) si è documentato che anche nella decodificazione di pattern mimico- espressivi il soggetto riproduce, anche se in modo appena evidenziabile, lo stesso schema mimico da decodificare. Si tratterebbe dunque di un processo di riproduzione imitativa presente nella decodificazione (Ruggieri, ’88) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 36/47
  • 37. L’immagine corporea il modello di Ruggieri Il processo ipotizzato per la decodificazione dei segnali esterni è estensibile anche al processo tonico della costruzione dell’immagine corporea. La rappresentazione unitaria del corpo operata dal sistema nervoso centrale (aree di associazione del lobo parietale) non va intesa come la presenza di un’immagine fissa e statica, né come uno schema preformato e rigido, ma come un processo in continuo divenire. Il sistema di costruzione dello schema corporeo può essere considerato come una variante del sistema funzionale in cui si sintetizzano ed integrano tutte le informazioni: somestetiche, visive, acustiche, gustative, olfattive, viscerali, etc. Si producono cosi degli schemi centrali che determinano a loro volta dei cambiamenti tonici alla periferia del corpo (es: la regolazione del tono muscolare). La periferia del corpo, modificata, a sua volta, contribuisce a ristrutturare l’immagine corporea in base alle sue reafferenze di ritorno, secondo un’attività circolare che lega il centro alla periferia (periferia-centro-periferia-centro). L’unificazione continua del flusso delle informazioni dalla periferia produce una rappresentazione del corpo unitaria, apparentemente stabile, legata alle continue modificazioni periferiche del corpo (Ruggieri, 1988). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 37/47 In questo processo di sintesi dell’informazione tocnica proveniente dal corpo sono coinvolti i tre sistemi fisiologici impegnati nel processo di decodificazione sensoriale: 1. modale specifico 2. attivazione-arousal 3. piacere-dolore Quest’ultimo processo servirebbe a mantenere insieme il sistema delle afferenze Corporee. Quindi la costruzione dell’immagine corporea è di natura sensorial- percettiva ed emozional-affettivo.
  • 38. L’inibizione la conversione isterica e l’equivalente d’angoscia di Freud nel modello di Ruggieri Secondo il modello di Ruggieri Il punto di partenza del processo di conversione sarebbero gli stimoli (per eccesso o carenza) che determinano un aumento di eccitazione proprio delle risposte di carattere pulsionale. Tali risposte sono caratterizzate da una fase appetitiva in cui cresce il livello di arousal ed una consumatoria in cui tale eccitazione decresce. Quando il passaggio tra la prima e la seconda fase è impedito dalla presenza di processi inibitori, la ipereccitazione centrale dovuta ad una elevata attività neurocellulare, eccita (stimola) altre aree nervose vicinorie (commutazione). In tal modo si cerca di creare nuovi legami tra processo pulsionale parzialmente avviato ed altri schemi di risposta percettivi e/o motori. In tal modo si tenta di ridurre, anche se non sempre con successo, la ipereccitazione disomeostatica. Considerando che il processo percettivo-sensoriale (secondo Pribram), si svolge in due tempi con un doppio percorso centripeto, dalla periferia recettoriale ai centri nervosi e centrifugo, dal centro alla periferia in cui si ha una riproiezione sui recettori, è possibile che una modificazione neuronale possa agire sia sulla prima fase, modificando l’azione dei Recettori, dando luogo a rappresentazioni centrali alterate, sia sulla seconda, in cui si altera la riproiezione sugli stimoli. L’equivalente d’angoscia (sintomi somatici come aumento di frequenza del respiro, tremori, sudorazioni diffuse, diarree, vertigini, che si accompagnano o spesso sostituiscono l’attacco d’angoscia) può essere considerato uno schema di risposta alternativo completo o incompleto (reazione biologica negativa di Anochin, immobilizzazione, ansia-allarme, etc.); è possibile anche che l’organismo inibisca soltanto una delle due componenti della sequenza eccitatoria (oggettive-somatiche e soggettive-emozionali/cognitive), ed in tal modo essere presenti solo le componenti organiche o somatiche (la cosiddetta somatizzazione). In tal caso l’equivalente di angoscia sarebbe un pattern di risposta inibito in alcune sue parti. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 38/47
  • 39. L’inibizione il modello di Alexander Alexander ha evidenziato due condizioni psicofisiche di iperattività da cui si svilupperebbero patologie cosiddette psicosomatiche nell’ambito del sistema digerente e cardio-circolatorio, legate alle aree dell’oralità e dell’aggressività. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 39/47 Nel primo caso, l’adulto “orale” richiederebbe di essere nutrito, con un bisogno continuo ed inappagato che comporterebbe una iperattivazione cronica del sistema digerente, che si manifesta attraverso ipersecrezione ghiandolare e ipercontrattilità delle pareti gastriche. La percezione della propria dipendenza infantile produrrebbe dei sensi di colpa che spingono il soggetto verso atteggiamenti aggressivi che a loro volta provocherebbero un’iperattività del sistema digerente, da cui scaturirebbe la patologia (ulcera gastrica) Nel secondo caso, il soggetto che manifesta gli impulsi aggressivi, si troverebbe in un ambiente che ne impedisce ogni manifestazione. Il comportamento aggressivo determina un’iperattivazione del sistema neuro-endocrino (ipotalamo, ipofisi, surrene) e la sua inibizione esterna, a sua volta determinerebbe un ulteriore innalzamento dell’attività del sistema circolatorio, determinando la comparsa di patologie come l’ipertensione arteriosa. Anche in questo caso, come nell’equivalente d’angoscia si avrebbe una scissione tra le componenti somatiche vegetative (che risultano l’unica fenomenologia evidente) e la consapevolezza soggettiva dell’aggressività (sia dello stimolo che del vissuto associato).
  • 40. L’inibizione livelli di applicazione Nella sequenza di eventi che va dallo stimolo alla risposta, l’inibizione può applicarsi a diversi livelli: 1. Agli stimoli sensoriali 2. Alle afferenze sensoriali (lungo le vie afferenti) ed alla loro sintesi 3. Ai programmi formulati dai pacemaker centrali (centri nervosi regolatori e programmatori dell’attività) 4. All’esecuzione dei programmi (alle funzioni somatiche che ne consentono l’esecuzione) 5. Agli effetti finali dovuti alla realizzazione del programma La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 40/47
  • 41. L’inibizione il protomentale di Bion Secondo Bion (1972, 1973), le attività elementari e basilari, presenti anche nella vita uterina, sono legate ad originarie attività biologiche integrate, come ad esempio nella dimensione trattenere-espellere, intesa come più generale modo di funzionamento della mente. Questa processualità, da lui definita protomentale, rappresenta l’aspetto mentale delle attività originariamente biologiche. Per recuperarne l’aspetto corporeo integrato, possiamo rileggere il termine mentale come “complesso di funzioni integrate che interessano tutto il corpo nel suo insieme e come processo fiosiologico che si accompagna ad un vissuto soggettivo particolarmente intenso” (Ruggieri ’88). I meccanismi inibitori possono modificare gli stili protomentali nell’individuo adulto, mentre stili protomentali particolarmente rigidi e sterotipati, possono interferire – attraverso un’inibizione da conflitto – con l’acquisizione di nuovi schemi adattativi comportamentali. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 41/47
  • 42. L’inibizione alterazione della bilancia eccitazione-inibizione, ergotrofotropismo-stress La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 42/47 Secondo il modello psicofisiologico integrato di Ruggieri, la patologia psicosomatica può ricondursi ad uno spostamento della bilancia eccitazione-inibizione in una delle due direzioni. L’inibizione agirebbe alterando alcuni schemi comportamentali, quali i comportamenti istintivi (oroalimentare, sessuale e aggressivo) - di cui le emozioni possono costituite la fase appetitiva - i riflessi integrati (orientamento e difesa) e gli schemi riflessi (che possono comparire nell’ambito di comportamenti istintivi, come il disgusto nel comportamento oroalimentare. Ogni individuo ha un suo proprio livello di eccitazione tonica, determinato dalla propria storia biologica e culturale, quale equilibrio tra processi di ergo e trofotropismo. La dimensione eccitazioni-inibizione ha un andamento circolare, in quanto livelli particolarmente elevati di eccitazione mettono in moto proporzionali reazioni di tipo inibitorio, quindi condizioni di alta inibizione possono mascherare un alto livello di eccitazione. Ad un estremo dell’eccitazione possiamo collocare i comportamenti di ansia e le risposte stress. Al polo dell’inibizione il quadro è più vario, poiché di volta in volta possono essere inibite o le componenti comportamentali o quelle soggettive Emozionali (a loro volta legate alle variazioni somatiche). Le risposte stress, dovute ad agenti sia fisici che psichici, possono articolarsi secondo la seguente sequenza: 1. Fase di shock (inibizione) dominata da un quadro di trofotropismo (es:calo pressione arteriosa) 2. Ipereccitaizione ergotropica con interessamento sia degli ormoni ipofisari (es: ACTH, Somatotropo) che della corteccia surrenalica, come controbilanciamento della fase iniziale di frofotropismo. 3. controshock, rimbalzo eccitatorio, che nel caso di stress continui, tende a protrarsi nel tempo (fase di resistenza) 4. Stato inibitorio diffuso (fase di esaurimento) caratterizzato da una prevalenza trofotropa o meglio da una inibizione del sistema ergotropo.
  • 43. L’inibizione inibizione di comportamenti pulsionali e patologia psicosomatica L’inibizione crea una situazione paradossale in cui una continua eccitazione afferente (provocata dagli stimoli) produce un’attività effettrice massima, che blocca l’evoluzione del processo ma non è in grado di manipolare gli stimoli. Questi ultimi, continuando ad agire, generando un processo inibitorio cronico. L’inibizione può agire sia sulle componenti oggettive (somatiche e viscerali) che sulle componenti soggettive dei processi psicofisici (piacere-dolore). In tal senso attraverso l’analisi dei vissuti soggettivi di piacere-dolore nei soggetti con patologia psicosomatica è possibile ricavare delle informazioni utili sulla specificità dei processi inibitori in atto (Ruggieri, 1988) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 43/47
  • 44. La patologia tra psiche e corpo alterazione eccitatoria-inibitoria La realizzazione dei sistemi funzionali dei comportamenti istintivi-emozionali ed appresi implica una precisa regolazione di processi di eccitazione-inibizione sia fasica, che tonica (regolando a riposo le soglie di eccitabilità delle cellule nervose e definendo lo stile di risposta a stimoli fasici che possono intervenire). L’alterazione dell’attività di alcuni sistemi funzionali può dipendere da: Carenza dell’inibizione, che normalmente controbilancia i processi di eccitazione (patologia da carenza di modulatori inibitori centrali e periferici) Eccesso di inibizione che altera i sistemi funzionali attraverso la fissazione di un comportamento parzialmente inibito (cronicizzazione) e la frammentazione del pattern comportamentale Nel primo caso la mancanza di schemi funzionali appresi, non determinando una gerarchizzazione tra gruppi cellulari, può dar ruolo a risposte disorganizzate in risposta agli stimoli (es: oscillazioni troppo ampie dei livelli di arousal, che possono tradursi in ansia libera ed angoscia, o reazioni automatiche di tipo inibitorio come reazione a condizioni di ipereccitazione da mancanza di schemi centrali ). Un esempio di patologia prodotta da questo tipo di processi può essere l’obesita con i relativi comportamenti bulimici. Nel caso in cui prevale l’inibizione, questa può alterare le normali funzioni sia a livello centrale che periferico (attraverso concrete modificazioni d’organo e tissutali che interessano le componenti muscolari, vascolari e metaboliche). Inoltre l’alterazione della bilancia eccitazione-inibizione può cronicizzarsi e diventare un atteggiamento stabile del soggetto. Chiaramente questa mancanza di schemi si iscrive entro la storia biologica e culturale-relazionale del soggetto In tal senso, ad esempio, una fissazione alla fase orale (secondo la classica organizzazione freudiana dello sviluppo secondo le fasi: orale, anale e genitale), potrebbe essere attribuita alla mancanza di adeguate esperienze di tipo Sensomotorio, in grado di produrre adeguati segnali di stop retroattivi. La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 44/47
  • 45. La patologia tra psiche e corpo cronicizzazione e fissazione delle emozioni Normalmente uno stimolo evoca un programma di risposta che si realizza alla periferia del corpo attraverso il sistema neurovegetativo e della muscolatura somatica (determinando un’inibizione dell’eccitazione centrale attraverso una modificazione della relazione con lo stimolo e la produzione di segnali retroattivi di stop). Nel caso di cronicizzazione delle emozioni si determina una situazione paradossale in cui gli stimoli continuano ad agire evocando continuamente delle risposte che il soggetto cerca contemporaneamente di inibire (ad es: la messa in atto di risposte aggressive in risposte a stimoli minacciosi e la contemporanea inibizione degli stessi), bloccando la sequenza in un punto della sua evoluzione o attraverso messa in atto di schemi motori contrapposti o contratture muscolari. Un’emozione cronicamente fissata crea interferenze nella statica e nell’organizzazione dell’equilibrio, producendo caratteristiche deviazioni degli atteggiamenti posturali del corpo (sia nel corpo nel suo insieme che nei singoli distretti) modificando per esempio i rapporti reciproci testa-collo, collo-tronco, tronco-arti, etc. Questo tipo di processo fornisce anche una spiegazione, in chiave psico-corporea, dell’ampia tematica del conflitto. “Gli atteggiamenti corporei di un individuo adulto, sono espressione non solo dello sviluppo somatico legato al sistema di crescita (genetico-ereditari, ormonali, etc.), ma anche della specifica storia individuale del soggetto; delle proprie tematiche intra-psichice, che rappresentano la forma concreta assunta dai rapporti di eccitazione-inibizione” (Ruggieri, 1988). La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 45/47
  • 46. La patologia tra psiche e corpo frammentazione di pattern comportamentali Attraverso le diverse forme di inibizione si possono anche avere delle deformazioni dello schema di risposta emozionale, che rendono irriconoscibile la risposta emozionale, staccando i nessi che legano il complesso degli stimoli alla risposta (situazione che rientra in quello che viene comunemente definito somatizzazione). La frammentazione del pattern può prodursi anche attraverso l’inibizione di uno solo dei due sistemi muscolare- somatico e viscerale, coinvolti nella risposta. Se per esempio il sistema muscolare è fissato nella contrattura, il sistema neurovegetativo può continuare ad inviare i suoi impulsi agli effettori periferici. La componente soggettiva delle emozioni legata alle reafferenze di ritorno può cosi scomparire (Ruggieri, ’88) Passaggio dalla normalità alla patologia Situazione stimolo esterne o interne Risposte emozionali su cui intervengono i meccanismi di inibizione fissazione della risposta emozionale in un punto della sequenza e frammentazione del pattern comportamentale che inibisce anche la consapevolezza soggettiva della presenza di una risposta emozionale cronica in atto Modificazione dei normali processi fisiologici che preludono all’insorgenza di patologia La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 46/47
  • 47. La patologia tra psiche e corpo contesto di sviluppo della patologia “La patologia nasce sempre in un contesto favorente, sia psicologico che biologico, in cui di volta in volta svolgono un ruolo determinante stimoli detonatori psicologici e/o biologici. Secondo il modello di Anochin, il processo di risposta che abbiamo definito malattia compare dopo una sintesi afferente di numerosi stimoli con peso differente: talvolta lo stimolo determinante può essere costituito da batteri, in altri casi da sostanze tossiche, in altri ancora da stimoli psicologici. Comunque nell’insorgenza di una malattia non c’è quasi mai un meccanismo unico” (Ruggieri, ’88) La malattia, tra mente e corpo Mario D’Andreta 20/07/07 47/47