La presentazione affronta l'argomento del trattamento del trauma, partendo dalle modalità di risposta psicofisiologiche, per arrivare ad una ipotesi di intervento.
Si conclude con l'invito ad una Lecture open su "Il trauma e il corpo" il 27 Marzo 2014, a Genova, Centro studi di psicoterapia, Via Frugoni 15/2
LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI A SCUOLA Un progetto di intervento in una scuol...RobertaMascioni
Questo intervento è una ricerca-azione che si pone come obiettivo fondamentale quello di indagare gli effetti di un programma di regolazione delle emozioni realizzato in una classe di Scuola Secondaria di Primo Grado.
Le emozioni giocano un ruolo importante fin dall’inizio della vita di ogni individuo e rendono possibile il rapporto con gli adulti significativi. La scoperta e l’etichettamento delle emozioni facilitano le interazioni e il deficit di queste abilità contribuisce alla creazione di problemi comportamentali e di comprensione. È fondamentale, quindi, favorire processi di regolazione delle emozioni in giovane età per migliorare il benessere negli adolescenti.
Per favorire una gestione più efficace delle emozioni occorre sostituire strategie disfunzionali quali l’evitamento e la ruminazione con altre più adattive come l’accettazione, l’attivazione comportamentale e la creazione di relazioni più significative e supportive.
L’iniziativa fa riferimento ai protocolli statunitensi (Psicoeducazione, Mindfulness, ACT…) presenti in letteratura e trae spunto da esperienze promosse in alcune scuole italiane.
LA REGOLAZIONE DELLE EMOZIONI A SCUOLA Un progetto di intervento in una scuol...RobertaMascioni
Questo intervento è una ricerca-azione che si pone come obiettivo fondamentale quello di indagare gli effetti di un programma di regolazione delle emozioni realizzato in una classe di Scuola Secondaria di Primo Grado.
Le emozioni giocano un ruolo importante fin dall’inizio della vita di ogni individuo e rendono possibile il rapporto con gli adulti significativi. La scoperta e l’etichettamento delle emozioni facilitano le interazioni e il deficit di queste abilità contribuisce alla creazione di problemi comportamentali e di comprensione. È fondamentale, quindi, favorire processi di regolazione delle emozioni in giovane età per migliorare il benessere negli adolescenti.
Per favorire una gestione più efficace delle emozioni occorre sostituire strategie disfunzionali quali l’evitamento e la ruminazione con altre più adattive come l’accettazione, l’attivazione comportamentale e la creazione di relazioni più significative e supportive.
L’iniziativa fa riferimento ai protocolli statunitensi (Psicoeducazione, Mindfulness, ACT…) presenti in letteratura e trae spunto da esperienze promosse in alcune scuole italiane.
La teoria dell’attaccamento, che vede il suo capostipite in John Bowlby, è un modello psicopatologico riconosciuto oggi come valido da tutte le scuole psicoterapeutiche, al di là del loro specifico orientamento. Tutte le scuola infatti attribuiscono al periodo della prima infanzia un ruolo decisivo per lo sviluppo dei sintomi psicopatologici (Kachele e al.; Resch).
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famigliaASMaD
Presentazione a cura della Dottoressa Anna Desiato - XII° Congresso Nazionale FIMeG 2018 - The Silver Tsunami: l'anziano fra appropriatezza e farmaeconomia
Ogni condizione che turbi l’equilibrio del sistema individuo-professione-ambiente può essere un potenziale fattore di stress.
Gli stimoli che provocano stress possono essere fisici (shock elettrico, esposizione al freddo, a rumori, a campi magnetici), metabolici (riduzione dei livelli di glicemia),
psicologici (prova d’esame), psicosociali (lutto).
Stressor troppo potenti, frequenti e prolungati possono superare la possibilità di resistenza dell’organismo e di avviare un processo patologico. Ne sono un esempio il Disturbo Acuto da Stress, Disturbo post-traumatico da stress, lo Stress traumatico da incidente critico.
La teoria dell’attaccamento, che vede il suo capostipite in John Bowlby, è un modello psicopatologico riconosciuto oggi come valido da tutte le scuole psicoterapeutiche, al di là del loro specifico orientamento. Tutte le scuola infatti attribuiscono al periodo della prima infanzia un ruolo decisivo per lo sviluppo dei sintomi psicopatologici (Kachele e al.; Resch).
Il supporto psicologico al paziente ed alla sua famigliaASMaD
Presentazione a cura della Dottoressa Anna Desiato - XII° Congresso Nazionale FIMeG 2018 - The Silver Tsunami: l'anziano fra appropriatezza e farmaeconomia
Ogni condizione che turbi l’equilibrio del sistema individuo-professione-ambiente può essere un potenziale fattore di stress.
Gli stimoli che provocano stress possono essere fisici (shock elettrico, esposizione al freddo, a rumori, a campi magnetici), metabolici (riduzione dei livelli di glicemia),
psicologici (prova d’esame), psicosociali (lutto).
Stressor troppo potenti, frequenti e prolungati possono superare la possibilità di resistenza dell’organismo e di avviare un processo patologico. Ne sono un esempio il Disturbo Acuto da Stress, Disturbo post-traumatico da stress, lo Stress traumatico da incidente critico.
PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA PER-CUTANEA - 8 novembre 2013Lorenzo Capello
Congresso "La pelle ci rivela la nostra età biologica e non solo" tenuto il 8 novembre 2013 presso la sala conferenze del Centro Servizi della BPM, Via Massaua, 6 - Milano
Resilienza e antifragilità per affrontare un mondo V.U.C.A.Giorgia Pizzuti
Resilienza, antifragilità: cosa caratterizza il mindset del resiliente, cosa significa essere resilienti, antifragili e come sviluppare questa competenza sempre più importante al mondo d'oggi.
Stato di maggiore attivazione dell'organismo rispetto alla norma, come risposta di adattamento a situazioni e contesti percepiti come problematici o pericolosi. A livello fisico è sostenuto principalmente dagli ormoni adrenalina e cortisolo prodotti dalle ghiandole surrenali. Lo stress può essere acuto o cronico, e il suo perdurare nel tempo può portare a sintomi psicofisici e predisporre all'insorgenza di alcune malattie, tra cui in particolare quelle gastroenteriche e cardiovascolari. Quali sono le soluzioni olistiche più efficaci per ritrovare il benessere? La Medicina quantistica può aiutarti? Come funziona?
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L’osteopatia nel bambino con handicap può essere un approccio importante sia nel caso di alterazioni funzionali dove può ridare un equilibrio ai meccanismi innati del corpo per permettere un’evoluzione del bambino più armonica, che nel caso di alterazioni importanti con sequele gravi dove l’osteopatia permette al bambino di sviluppare al meglio i suoi sistemi di compenso
Liberarsi dagli attacchi di panico. Per ulteriori informazioni: https://www.psicoterapista.it/psicologo-brescia-psicologa-ansia-attacchi-di-panico.html
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La gestione del cambiamento per essere considerata degna di nota deve partire dalla consapevolezza dei nostri stati interiori; convinzioni ed emozioni hanno un influsso importante sui nostri comportamenti e i nostri comportamenti sulle nostre performance. Se non si capisce come funzioniamo dentro, non si può pretendere di gestire in modo coerente e bilanciato il cambiamento.
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Il cervello, in adolescenza, ha una crescita importante che può generare confusione, distrazione, dis-regolazione emotiva, difficoltà di pianificazione. La mindfulness offre una risposta semplice a ueste difficoltà abbassando il livello di conflitto personale e familiare
La mindfulness, così come viene presentata nei protocolli con istruttori qualificati, non è solo yoga e meditazione: è molto di più. È un insieme integrato che attiva il network esperenziale e cura ribaltando i principi tradizionali legati alla diagnosi e al trattamento
Tornare a casa ovvero le qualità della mente originariaNicoletta Cinotti
In questo ritiro, bioenergetica e mindfulness ci accompagneranno a ritrovare le qualità della nostra mente originaria. Perché - come dice il Sutra dello Splendore -
"Una volta imparata la strada,
la natura della tua attenzione
ti chiamerà di nuovo al ritorno, ancora e ancora
sarai saturo di questa conoscenza e dirai
“Appartengo a questo luogo, qui sono a casa.”
Come impariamo a parlare? E da dove nascono le parole? La risposta a queste due domande sarà contro-intuitiva: impariamo a parlare dal corpo e gli aspetti paraverbali rimangono centrali per la qualità della nostra comunicazione.
Per crescere e curarsi abbiamo varie possibilità: percorrere la strada della consapevolezza significa scegliere cioè che approfondisce la conoscenza di noi, per aprire ciò che abbiamo chiuso e sciogliere ciò che abbiamo legato.
Questo significa riappropriarsi delle proprie risorse e non considerare un errore le nostre difficoltà.
Il protocollo per la riduzione dello stress basato sulla mindfulness nasce nel 1979 dal lavoro di un'equipe coordinata da Jon Kabat Zinn. Deve il suo straordinario successo alla sua efficacia scientificamente dimostrata che, nel breve arco di otto settimane, offre una prospettiva radicalmente diversa rispetto a come affrontare le proprie difficoltà e come utilizzare le proprie risorse
Cosa significa condividere su internet? E come possiamo condividere contenuti etici, che costruiscano una comunità di scambi nella quale riconoscersi e crescere, sia personalmente che professionalmente?
"Nel profondo di ciascuno di noi c'è il bambino che era innocente e libero e sapeva che il dono della vita era il dono della felicità"Alexander Lowen
La nostra esigenza di felicità è troppo universale e presente per essere qualcosa di meno che un diritto di nascita ma come coltivarla e realizzarla?
Le illusioni della mente corrispondono a 5 movimenti globali: tenersi insieme, aggrapparsi, tenere dentro, tenersi sopra e tenersi indietro. Sono risposte che agiamo in automatico per ragioni protettive e ci allontanano dalla percezione dell'esperienza.
Aggrapparsi: hangs up in mindfulness e bioenergeticaNicoletta Cinotti
La nostra tendenza ad aggrapparci a delle illusione ha un correlato corporeo nei blocchi e nelle tensioni muscolari che ci tengono appesi, privi di radicamento a terra e nella realtà.
Perdendo il grounding perdiamo la capacità di uscire dai conflitti che ci immobilizzano.
2. Il trauma
Tutti noi siamo soggetti ad eventi che
vanno al di là della nostra capacità di
comprensione e tolleranza. Se queste
esperienze rimangono isolate e sono
seguite da un adeguato sostegno,
abbiamo, dentro di noi, la capacità di
superarle. Se gli eventi traumatici
sono ripetuti o se abbiamo avuto uno
sviluppo emotivo inadeguato, o non
abbiamo ricevuto sostegno, questi
eventi possono lasciare un segno
traumatico dentro di noi,
producendo una variazione
importante del nostro livello di
attivazione.
3. La finestra di tolleranza e
l’attivazione
• Lo stato di attivazione (vedi foto a fianco)
è ottimale all’interno di un certo range:
al di sopra o al di sotto delle linee
parallele in grassetto entriamo in uno
stato di attivazione che è connesso al
fatto che l’evento ha avuto un impatto
maggiore della nostra capacità di
tolleranza.Quando questo avviene
ripetutamente il nostro corpo memorizza
implicitamente cosa è avvenuto e può
stabilire un pattern stabile di risposta che
ha una base dis-regolativa. Questi stati di
disregolazione (iper- o ipo-attivazione),
non portano ad alcuna elaborazione del
trauma che li ha preceduti, ma anzi
favoriscono il riprovare traumatico della
risposta corporea di paura o terrore.
4. L’iperattivazione
Le risposte di iperattivazione,
connesse ad un’eccessiva attività
del sistema simpatico, producono
evitamento attivo o attacco/fuga.
In questi casi la corteccia
prefrontale diventa funzionalmente
scollegata dalle strutture limbiche e
non riesce a modularle in senso
inibitorio.La persona può trovarsi
esposta a sensazioni di paura e
terrore,con la necessità di fuggire
letteralmente dal posto in cui si
trova .
5. L’ipoattivazione
• La disregolazione da ipoattivazione, si
manifesta con congelamento, ottundimento,
dissociazione e immobilità. La persona si
sente distaccata, prova un senso di
ottundimento o di de-realizzazione. Si sente
isolata e/o separata dagli altri e dal
contesto.
• Situazioni di tensione, stress o anche di
rigidità corporea possono ridurre lo spettro
della nostra finestra di tolleranza che
dovrebbe essere sufficientemente flessibile
da permetterci di assorbire quelle
esperienze che vanno oltre il range centrale.
La finestra di tolleranza infatti non significa
che dovremmo sperimentare solo situazioni
sicure ma, piuttosto, che dovremmo poter
affrontare l’insicurezza senza cadere
nell’iper o ipo-attivazione.
6. Mantenere vivo il trauma
Come afferma Van der
Kolk nel trauma, “ le
persone diventano incapaci di
integrare l’esperienza affettiva
immediata con la
strutturazione cognitiva
dell’esperienza. Questa
mancata integrazione produce
una reattività corporea senza
l’intervento della riflessione”
7. Il contributo di Steven Porges
• La teoria di Porges suggerisce che il nostro
sistema nervoso possa essere descritto come
una gerarchia di risposte piuttosto che in
termini di equilibrio delle risposte. Questa
teoria – che lui definisce polivagale –
descrive tre sottosistemi del SNA (Sistema
nervoso autonomo) organizzati
gerarchicamente, che governano le nostre
risposte agli stimoli:
• 1) Il ramo ventrale parasimpatico del nervo
vago che risponde agli stimoli sociali;
• 2) il ramo simpatico che risponde alla
mobilizzazione;
• 3) il ramo dorsale parasimpatico del nervo
vago che produce una risposta di
immobilizzazione.
8. Le risposte dei tre sottosistemi
• Ognuno di questi tre sottosistemi corrisponde a ciascuna delle tre zone
della nostra finestra di tolleranza: al sistema vagale ventrale corrisponde
l’attivazione ottimale, il simpatico si attiva con l’iperattivazione, il ramo
dorsale parasimpatico corrisponde all’ipoattivazione.
• Il sistema più recente è il sistema vagale ventrale che coinvolge il ramo
ventrale del nervo vago – il vago mielinizzato. Questo sistema determina
il livello individuale di consapevolezza ed è attivo quando siamo nello
spettro ottimale della finestra di tolleranza, facilitando il coinvolgimento
sociale e la formazione dell’attaccamento e dei legami sociali. Se questa
risposta è disattivata, entrano in azione le risposte di mobilizzazione
legate all’attacco e fuga del sottosistema simpatico. La prevalenza del
sottosistema vagale ventrale aiuta a mantenere una attivazione ottimale
e viene disattivato quando, per ragioni legate alla sopravvivenza, sono
necessarie risposte rapide.
9. La gerarchia dei sistemi di risposta
• Normalmente la dominanza di questi tre
sottosistemi è fluttuante.
• Di solito la prima risposta è quella del
sistema vagale ventrale e solo quando
questa fallisce si ha una risposta simpatica.
• Se fallisce anche questa modalità di
risposta si arriva al dorsale vagale con
l’ipoattivazione. Questa struttura gerarchica
di risposta costituisce un vantaggio nelle
situazioni traumatiche, mentre una buona
risposta ventrale vagale, caratterizzata dalla
qualità dell’investimento sociale, permette
di fare da freno all’attivazione delle altre
due modalità di risposta che sono su base
automatica e che sono caratterizzate da una
alterazione della consapevolezza.
10. La memoria implicita del trauma
• Il problema connesso alle
situazione di
disregolazione da ipo o
iperattivazione è che di
esse rimane una memoria
corporea che può
riattivarsi sia in presenza di
eventi che ricordano la
situazione di pericolo
originario, sia a causa di
emozioni intense o
situazioni di stress.
11. La memoria corporea
• La memoria corporea, detta anche
implicita,espressa da stati somatici ed
emozionali, funziona in modo
completamente diverso dalla memoria
esplicita. Agisce come sensazione
rievocativa, senza che ci sia il vero e
proprio ricordo e produce una ri-
attualizzazione dei sintomi, come se il
tempo non fosse passato. Queste
reazioni sono causate da una carica
corporea che non ha trovato una
scarica adeguata, proprio perché
l’esperienza ha superato la nostra
finestra di tolleranza. Fino a che il
corpo non risolve questa tensione si
continuerà a ripetere lo stesso
meccanismo di protezione e difesa.
12. Il corpo e il trauma
• Per tutte le ragioni
precedentemente esposte nelle
Sindromi post traumatiche da
stress è centrale riuscire a
lavorare sulla memoria
corporea e sulle reazioni
psicofisiologiche, prima di
arrivare ad una elaborazione
verbale e cognitiva. In questo
modo si interrompe il pattern
ripetitivo disfunzione di
reazione e poi si passa alla
elaborazione verbale
13. L’analisi bioenergetica e il trauma
• Nel trattamento del
trauma l’analisi
bioenergetica propone un
modello definito di lavoro
corporeo il “Trauma
release exercises” di David
Bercelli che permette di
riportare l’equilibrio nella
risposta di attivazione
attraverso un lavoro mirato
a sciogliere la risposta di
reattività fisica
14. Sei interessato a saperne di più?
• Il corpo e il trauma con
Raffaele Radmann
• Giovedì 27 Marzo 2014
• Centro studi di psicoterapia,
Genova Via Frugoni 15/2
• www.nicolettacinotti.net
• Per partecipare invia una
mail a
nicoletta.cinotti@gmail.com
Il corpo e il trauma
Lecture open
!
Un evento può essere definito traumatico
quando supera la capacità
dell'organizzazione psichica della persona, di
“metabolizzarlo” attraverso le difese operanti
in quel momento.
Il risultato è una temporanea (o a volte
prolungata) impossibilità di integrarlo nel
sistema psichico. Esso viene in pratica
dissociato, provocando conseguenze sia sul
piano psicologico ed emotivo che corporeo.
Questo incontro vedremo le risposte psico-
fisiologiche agli eventi traumatici e come la
bioenergetica può intervenire nel trattamento
delle sindromi post-traumatiche.
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!
Ulteriori informazioni su:
www.nicolettacinotti.net
Data: 27 Marzo 2014
Dove: CENTRO STUDI DI PSICOTERAPIA
Via Frugoni 15/2
Orario: 21 -22,30
Altro: Il nostro cuore è grande ma lo spazio è
limitato. Prenota con anticipo la tua
presenza. Ci permetterai di accogliere
più persone possibile con comodità!
Nicoletta, Paola, Raffaele,
Per prenotazioni
nicoletta.cinotti@gmail.com
paolabacigalupo.psy@gmail.com
raffaele.radmann@gmail.com
Giovedì 27 Marzo
ore 21
Via Frugoni 15/2
!
Il corpo e il trauma
!
con Raffaele Radmann
psichiatra, psicoterapeuta
bioenergetico