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E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ]
GUERRA
Clemente Ancona — GUERRA pag .4
Clemente Ancona — ARMI pag.9
Benedykt Zientara — FRONTIERA p ag.l 8
Clemente Ancona — GUERRA pag.25
Michel Cartier — IMPERI pag.37
José Gil — NAZIONE pag.44
Clemente Ancona — TATTICA/STRATEGIA pag.60
Guerra I 30 I3I Guerra
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concetto analogia e metafora lessico segno critica
csistenxa argomentazione lingua significato biologia bello/brutto
essere interpretazione simbololingua/parola letteratura creatività
fenomeno linguaggio maniera espressione
astratto/concreto forma metrica poetica fantastico
dialettica idea semantica alfabeto retorica gUStO
identità/differenza proposizione egiudizio sens%ignificato ascolto imitazione
mediazione traduzione gesto immaginazione anthropos
opposizion%ontraddizione universali/particolari lettura progetto cultura/culture
qualità/quantità atti linguistici
luogo comune riproduzion%iproducibilità etnocentrismi
totalità dicibil%ndicibik
orale/scritto discorso sensibilità natura/cultura
decisione
uno/molti enunciazione comunicazione parola finzione spariahtà arti
ritmo
distribuzione statistica presupposizione eallusione generi artigianato
giochi dato referente informazione scrittura narrazione/narratività artista
induzione statistica etica voce stile , scculturáziopé'
attribuzione
probabilità Slosofia/Slosofie , ci@i)ààtema/motivo oggetto
ragione ,antico/modernorappresentazione statistica CCstO fpàuip
razionai%rrazionale est~ ~ , > calendario
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teoria/pratica
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natura storia vecchiaia morte
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osservazione vita/morte
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deduzione/prova reale
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documento/monumento credenze ornamento prodotti
differenziale
esoterico/essoterico fossile frontiem isteria clinica
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memoria pulsione angoscia/colpa cura/normalizzazione
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infinitesimale rovina/restauro soma/psiche castrazione e complesso esclusion%ntegrazione
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cannibalismo
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locale/globale referenza/verità anticipazione funzione naàipne mostro identificazione e transfert follia/delirio homo .
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popolare inconscio medicina/medicalizzazione mano/manufatto
stabilità/instabilità divino
matematiche modello proverbi nevrosi/psicosi normale/anormale tecnica
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teoria/modello InlzlazlaflC
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demoni alimentazione
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divinazione agonismo
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assioma/postulato s Irlnto chierica/laico cerimoniale
caso/probabilità cucina• IOmb ~ ' àoàlerxnxx/)ntotfarxnmà mit%ito
chiesa donnapersona festacontinuo/discreto causa/effetto mythos/logos endogamia/esogamia domesticamento
diavolo pur%mpuro feticcio
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eresia religione
divisibilità algoritmo g loCO
coerenza libertino sogno/visione incesto vegetale
lutto
dualità approssimazione convenzione libro stregoneria maschile/femminile
insieme calcolo
categorie/categorizzazione regalità
determinat%ndeterminato matrimonio
razionai%1gebrico/trascendente conoscenxa peccato ritonumero empiria/esperienza
simmetria coppie filosofiche sacro/profano parent
zero caccia/raccoltaesperimento santità totem
strutture matematiche disciplina(discipline dono
legge , ~ a economia uomo/donria
trasformazioni naturali / categorie enciclopedia eccedente
libertà/necessità innovazione/scoperta formazione economico-sociale
metafisica
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lavoro
contro11%etroazione insegnamento primitivo
natura1%rtificiale consenso/dissenso
energia invenzione modo di produzione
reciprocità/ridistribuzione
analogico/digitale operatività egemonia/dittatura proprietà
equilibrio/squilibrio rappresentazione
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paradigma intellettuali
ricerca riproduzione
intelligeima artificiale previsione e possibilità libertà transizione
ordine/disordine sistematicaeclassificazione abbondanza/scàrSit<~ ~:—,.
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ripetizione partiti
programma semplic%omplesso
scienza politicasimulazione aeeumulszlonesistema ==::-'=.=:= è ijministràzione
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z93 Guerra
Guerra sificabili come guerre, o prodotti umani definibili come armi, o collettività uma
Armi, Frontiera, Guerra, Imperi, Nazione,
ne giudicabili come nazioni o imperi, ecc., si siano sempre manifestati o siano
Tattica/strategia sempre esistiti, o abbiano incominciato a manifestarsi o a esistere dai primi mo
menti d'esistenza delle società umane sulla Terra, oppure dai primi momenti
dell'esistenza di «civiltà» umane, è perché, ovviamente, di tali fenomeni o pro
dotti o altro si hanno in mente rappresentazioni particolari.
Sei modelli, sei nodi della stessa rete di sapere enciclopedico, sei concetti Anche tali rappresentazioni, senza dubbio, sono maturate nel quadro di con
(o sette, se tattica e strategia si considerano disgiunte oltre che correlate) della testi culturali e di società umane determinati, con relative strutture, basi terri
stessa zona di rete caratterizzata dalla guerra. Modelli «reali», da un lato, rela toriali, istituzioni, forme organizzative, divisioni, contraddizioni e conflitti, ecc.
tivi a realtà umane oltre che naturali, a uomini cioè sia come individui d'una Ma tali società, a loro volta, sono andate configurandosi come+nazione+ a par
specie biologica, sia come prodotti e in certa misura produttori di condizioni e tire dal xvrr-xvnr secolo dell'era cristiana e nell'ambito della cultura europea.
di processi storico-sociali oltre che naturali. Modelli tuttavia, dall'altro lato, non Da allora progetti «nazionali » hanno guidato non solo le rivoluzioni americana
per questo meno «mentali », e proprio per questo utilizzati e utilizzabili ciascu e francese, nei decenni a cavallo tra xvtrr e xix secolo, ma l'insieme dei movi
no in una serie piu o meno lunga di contesti diAerenti, che dallo storico-sociale menti di emancipazione politica dei popoli, prima su scala europea e americana
potrebbero andare al biologico, al filosofico, al matematico, al linguistico e a (nel secolo scorso) poi (dalla fine dell'Ottocento ) su scala mondiale. Dovunque
molti altri ancora. si è trattato e continua a trattarsi di lotta per l'indipendenza e/o l'unità «na
Da dove tuttavia iniziare il discorso? Da uno qualsiasi dei modelli in oggetto zionali», oppure di lotta di liberazione «nazionale».
o da uno di essi in particolare, o da nessuno? Il problema si porrebbe, in effet Prima che di nazioni in atto, si tratta di collettività (o almeno, inizialmente,
ti, se i modelli da esaminare fossero riconducibili a un denominatore comune, e di parti di queste che se ne considerano l'«avanguardia») che rivendicano da
se non venissero considerati come fuori dal tempo, bensi per cosi dire databili, qualcuno un dato paese-territorio come proprio della nazione per diritto na
in modo tale da potersi ordinare in successione cronologica, per esempio secondo turale o ereditario. Il fatto della comunanza di origini, costumi, lingua, tradizio
la rispettiva data di nascita, ammesso che — ovviamente — tale data sia differente ni, ecc., caratteristico del concetto tradizionale di nazione, risalente alla classici
da un modello all'altro. tà romana, risulta essenziale solo in alternativa alla presenza effettiva della col
A tale scopo, è possibile osservare, anzitutto, come non ci sia storia dell'uo lettività nella sede-paese che rivendica come propria. Il movimento sionistico,
mo che non menzioni, tra i primi prodotti di quest'ultimo, asce a mano, pu per esempio, dopo essersi imposto come avanguardia della «nazione» ebraica
gnali, clave, bastoni, randelli, mazze e simili, non solo come suoi primi utensili, (in fieri), rivendica per quest'ultima, dalla fine del secolo scorso, come territorio
ma anche come sue prime armi. Queste,anzi, farebbero già parte di attrezza «nazionale» ebraico, le terre che venti secoli prima appartennero alle bibliche
ture proprie di specie biologiche meno evolute del genere Homo. +Armi+, certo, tribu di Giuda e Israele in quanto «terre dei padri».
potrebbero definirsi smezzi per colpire e per parare colpi»; ma ciò che caratte Collettività, comunque, o loro avanguardie, partono spesso dal presuppo
rizza tali mezzi come armi è il contesto nell'ambito del quale vengono adoperate, sto che ilterritorio «nazionale» sia stato usurpato da parte d'uno Stato stranie
contesto asua volta caratterizzato dall'uso di talimezzi, in quanto lotta«arma ro, o d'una dinastia, o d'una classe sociale. Ma nella stessa Francia rivoluziona
ta». La+guerra+ pertanto, a sua volta, se intesa come mera lotta armata, non ria, se da un lato l'«usurpatore» classico è la dinastia dei monarchi assolutisti,
potrebbe non riconoscersi tra le prime forme di attività umana, al pari della dall'altra l'idea d'un'usurpazione straniera non è assente: persino Napoleone,
+tattica/strategia+ come coppia correlata gerarchicamente dei modi di condurla. ad esempio, parvecondividere latesisecondo la quale la Francia sarebbe stata
+Frontiera+ aquesta stregua avrebbe potuto essere anche lo steccato o qualun da considerare terra dei Galli, usurpata dagli stranieri Franchi (e dai « loro» re),
que altro oggetto, naturale/artificiale, delimitante una riserva di caccia primor gli stessi Franchi stranieri trasformatisi in un momento successivo in aristocra
diale, o le stesse pareti d'una grotta paleolitica, cosi come «internazionali» po zia locale dominante e oppressiva (Las Casas,Le MémoriaL.., r8z3).
trebbero apparire (e vengono talora rappresentati ) persino rapporti tra gruppi Ma non basta né sarebbe potuta bastare la riappropriazione del territorio
nomadi arcaici, ciascuno di tali gruppi concepito come+nazione+ oltre che co nazionale ai fini della realizzazione della nazione; è necessario che questa sia
me possibile protagonista di guerre. Solo gli+imperi+, di solito, vengono rap anche uno Stato, che abbia delle istituzioni e, in particolare, una forza militare
presentati o considerati come forme che co~paiono piu tardi, insieme alla «ci «nazionale». La nazione insomma è compiuta quando è nazione-Stato-potenza,
viltà», per quanto genericamente definiti come sistemi di rapporti di dominio / con relativa base territoriale e relativi confini o frontiere.
sottomissione con vasta base territoriale fra gruppi umani di vario tipo e di di Forse però le nazioni piu «esemplari» degli ultimi due secoli, gli Stati Uniti
versa origine. d'America e la Francia, oltre che ispirarsi a loro volta a modelli come l'Inghil
In altre parole, se può sembrare quanto meno discutibile che fenomeni clas terra cromwelliana e l'Olanda in lotta contro l'impero spagnolo per la propria
Sistematica locale z94 z95 Guerra
indipendenza, ebbero presente anche il modello costituito da piccole comunità, merica, o dell'impero asburgico in relazione all'Italia, o dell'impero ottomano in
vissute per secoli isolate e disprezzate anche nell'ambito della cristianità con il relazione alla Grecia; l'Ungheria, anzi, benché tra le piu risolute nel rivendi
nome, tra l'altro, di «nazioni». È il caso, in particolare, delle comunità israeli care la propria indipendenza politica nazionale, raggiunge l'Austria al «centro»
tiche : modello forse tanto piu significativo, agli occhi almeno delle avanguardie dell'impero asburgico, che nel x867 da austriaco diventa austroungarico. Na
nazionali «borghesi» europee, per via da un lato della condizione di mercanti e zione e impero, insomma, non sembrano tra loro in contraddizione; hanno mo
di banchieri dei loro esponenti principali, e dall'altro del dover vivere non solo do di formarsi tanto nazioni imperiali, come ad esempio la Francia, quanto
discriminate e disarmate, ma anche oppresse e senza una base o sede che non imperi nazionali, come ad esempio il secondo Reich guglielmino. La differenza,
fosse precaria. Un modello possibile, quindi, ma non certo da imitare : semmai, rispetto ai primi imperi coloniali europei, come la Spagna o il Portogallo, di
un modello in negativo. Continuavano in fondo le comunità ebraiche a svolge pende da chi detiene il potere dello Stato, se una monarchia per diritto divino
re la stessa funzione loro assegnata dalla Chiesa, quella di testes veritatis: per o se invece degli individui quali rappresentanti d'una nazione (ivi compresi gli
ja Chiesa, ovviamente, della verità cristiana ; per le avanguardie nazionali, di al esponenti d'una dinastia monarchica) : giacché in entrambi i casi titolare del
tre verità: non piu tanto l'errore ideologico come la causa delle loro disgrazie, l'impero è lo Stato stesso — che si tratti d'uno «Stato del re» o d'uno «Stato
bensi il disarmo, la mancanza di radici e la passività di fronte al sopruso. Ga della nazione» (o «nazionale»). È come se, in altri termini, gli imperi fossero
ribaldi una volta, per spiegare come, fino a diciott'anni circa, non ebbe modo la «post-nazione», una tappa, dopo quella della nazione, della solita «evoluzione
di nutrire sentimenti patriottici o speranze di riscatto nazionale, avrebbe os generale dello spirito umano».
servato: «Noi fummo cresciuti come gli ebrei». Ma cosi dicendo già si anticipa il secondo elemento da tener presente, di
Non è solo però uno Stato o una dinastia il nemico da battere: potrebbe es ordine, per l'appunto, ideologico-formale. Lo ius gentium dell'antichità romana
sere, piu precisamente, uno Stato-impero o un impero-Stato, Oggi, senza dub si fondava sull'assunto d'una totalità umana facente capo a Roma, con l'impero '
bio, gli+imperi+ sono dovunque sotto accusa ; nessuna grande potenza oserebbe di questa come l'unica forma possibile di quello che piu tardi si sarebbe chia
oggi definirsi impero, anche se lo fosse realmente. Eppure, solo mezzo secolo mato lo Stato, Di tale Stato-impero, interlocutori avrebbero potuto essere, in
fa, un Hitler poteva mostrarsi particolarmente fiero di parlare della Germania teoria, tutt' al piu delle gentes e non degli altri «Stati »: quand' anche un Cicerone
nazista come del terzo Reich, o un Mussolini particolarmente impegnato a tra ebbe a chiamare queste genti nationes,è come se si fosse trattato di gruppi (o di
sformare il regno di Vittorio Emanuele in una potenza «imperiale», per quanto insiemi di gruppi ) essenzialmente etnici, o se l'unico soggetto collettivo autoriz
«proletaria e fascista». Né fu solo questione di gusti e di propositi da megalo zato ad essere proprietario di territori fosse lo Stato-impero romano, o infine
mani : nel secolo precedente, pochi anni erano passati dalla presa della Bastiglia se i territori extra limites fossero delle specie di riserve territoriali di tale Sta
e dalla proclamazione della repubblica quando Napoleone decise di farsi pro to-impero (oltre che delle specie di serbatoi di schiavi e di cavalli ).
clamare imperatore, mentre in Germania il compimento stesso dell'unità nazio Le teorie giusnaturalistiche, dai tempi della lotta antispagnola (e antimpe
nale coincise con la proclamazione del secondo Reich germanico. L'Inghilterra, riale) dei Paesi Bassi, della rivoluzione inglese e della cosiddetta rivoluzione
a sua volta, era da tempo un impero quando la regina Vittoria, nel r876, venne scientifica, delle guerre dette di religione e delle monarchie assolutistiche, am
proclamata imperatrice, sia pure delle Indie; analogo discorso potrebbe farsi mettevano bensi, da Altusio, a Grozio, a Pufendorf, un mondo diviso per Stati,
per la Francia sia nel i8o4 sia nel r85r. Imperi inoltre, di nome e di fatto, ri ma in base a una razionalità che consentiva di riconoscere come Stati solo un
manevano il Portogallo, la Spagna, la Russia zarista e l'Austria (poi Austria numero ristretto di formazioni, per lo piu europee, riducendo in tal modo im
Ungheria) asburgica. Impero, altresi, diventava il Belgio dopo l'acquisto del plicitamente il resto del mondo umano a oggetto di conquista da parte dell'una
Congo, e impero, sia pure rinnovato, rimaneva anche il Giappone di Mutsuhi o dell'altra potenza «civile» (europea), oppure a oggetto di possibile contesa tra
to ; né gli stessi Stati Uniti rifiutavano di riconoscere se stessi come «potenza due o piu potenze di tal genere.
imperiale». Ma anche il «mondo delle nazioni», come già prima quello delle monarchie
Impero tuttavia, nel secolo scorso e nella prima metà dell'attuale, ebbe anche assolutistiche, resta a lungo eurocentrico. L'impero come antinazione sembra
il significato generico di «grande nazione» o «grande potenza». Non si capireb prodotto di teorie come quelle di Hobson e di Lenin e di eventi come la rivolu
be altrimenti l'abbondanza di imperi, di nome o di fatto e, per converso, la zione d'ottobre e la sconfitta delle potenze dell'Asse durante la seconda guerra
contemporanea abituale tendenza a rappresentare la totalità del mondo umano mondiale. Al tempo stesso'se da un lato (specie dopo il 1945) la+nazione+ va
come una «comunità di nazioni». Due sono in realtà gli elementi da tenere in realizzandosi come antimpero, dall'altro si realizza anche„come Stato-nazione,
considerazione: fino a pochi decenni or sono, quando il nemico da battere, nel ossia prima come Stato e poicome nazione. In varie parti,cioè, essa sembra
corso d'una lotta per l'indipendenza o per il compimento dell'unità nazionale, è assumere dimensioni «innaturali», o costituire una realtà altrettanto innaturale,
una potenza imperiale, non è la forma impero ad essere messa in discussione, per esempio là dove delle nuove frontiere nazionali coincidono con vecchie deli
che si tratti dell'impero britannico in relazione alle colonie inglesi del Norda rnitazioni di territori coloniali. Ma in questi termini i rilievi non possono non
Sistematica locale z96 z97 Guerra
risultare equivoci: innaturali, semmai, piu che le dimensioni e le nuove realtà, misura, viene proclamato con l'intento di sostituire l'Austria con la Francia al
sono le condizioni delle formazioni di recente indipendenza politica, condizioni centro dell'universo europeo.
determinate dalla «artificiale» violenza subita, nel corso di decenni quando non All'idea però di un «mondo di nazioni», e di nazioni-Stato in particolare,
di secoli di soggezione; innaturali poi, almeno nel senso di prodotti umani, le non avrebbe potuto non accompagnarsi l'idea d'una pluralità possibile di im
conseguenze tuttora in atto dei meccanismi secondo i quali si articola il rapporto peri-Stato, di imperi cioè non concepiti come totalità. È sembrato e forse sem
svilupp%ottosviluppo, instauratosi con la nascita dell'industria, un meccanismo bra tuttorapossibile da un latoconservare una concezione di tipo gerarchico
questo che, se non presuppone piu necessariamente l'esistenza o la sopravvi dell'ordine nelle relazioni tra individui e collettività, fondato in ultima analisi
venza di imperi, comporta nondimeno una serie di rapporti di tipo imperiale. sulla «potenza», e dall'altro concepire il vertice di tale gerarchia formato da un
Nulla impedisce, a questo punto, di vedere in una banda nomade arcaica o consesso piu o meno «democratico» delle massime potenze.
in un gruppo tribale neolitico una nazione o un embrione di nazione, cosi come Comunque sia, non c'è nazione-Stato o impero-Stato che non implichi de
nulla impedisce di vedere persino in Giacobbe-Israele il predestinato dal «Dio gli «oggetti» come armi e frontiera. Se anzi per +armi+ devono intendersi dei
degli eserciti» a diventare una «grande nazione» (goy gadol: benché goy sembri mezzi percolpire e per parare colpi (ma in un contesto dinamico egemonica
meglio esprimere il concetto di «popolo») ; nulla impedisce, parimenti, di con resta pur sempre la funzione del colpire), un'arma, difensiva e offensiva, è anche
siderare la nazione francese come esistente dai tempi della pulzella di Orléans la+frontiera+. Questa, indubbiamente, viene per lo piu concepita come una li
o da quelli di Luigi IX, di Carlo Martello o degli antichi Galli, o la nazione nea astrattadi separazione/congiunzione, un limite non meno astratto che, ac
tedesca dai tempi della Volkerzvanderung(o migrazione di popoli ) che prece cessoriamente, potrebbe indicarsi indifferentemente con una successione di pa
dette la «fine del mondo antico»... La nazione come fatto storico-sociale e cul letti o un tratto di penna su una carta geografica, oppure con catene montuose,
turale incomincia a manifestarsi solo da tre-quattro'secoli, che si tratti della fiumi, fasce desertiche e simili o infine con valli come quello di Adriano o con
conseguenza dell'impellente bisogno d'un mercato «nazionale», oppure del ri muraglie cinesi o altre opere di recinzione-fortificazione. Non a caso tuttavia
sultato della crisi degli imperi coloniali ottocenteschi e della conseguente «de la frontiera in quanto limite, per esempio nella lingua italiana, viene indicata con
colonizzazione», sia forzosa sia «spontanea». una parola diversa, ossia 'confine'. In questo senso, insomma, essa non è altro
Quanto agli+imperi+, la parola può bensi definire realtà appartenenti a epo che un'astrazione, non una «cosa» ma il risultato di un rapporto; come cosa,
che e a contesti storici e sociali diversissimi, da un regno faraonico dell'Egitto oggetto, prodotto, è un fatto anzitutto militare. Il nesso fra il concreto e l'astrat
antico, a un commonzvealthbritannico del periodo fra le due guerre mondiali, to sta nel potere come libertà di fare e di non fare, che tale potere derivi dalle
da un principato di Augusto al Tahuantinsuyu (o «impero delle quattro provin virtu intrinseche dell'oggetto frontiera, dallo spazio del quale la frontiera rap
ce») delle Ande meridionali e di prima della conquista spagnola. Ma il modello, presenta il margine, oppure da un compromesso tra comunità finitime, che a
oggi, resta quello affermatosi a partire dai decenni a cavallo tra xviii e xix se sua volta rispecchia un rapporto di forze in un momento dato. Come segno con
colo in Europa, sulla scorta di reminiscenze storiche relative soprattutto all'im venzionale, il superarla o non superarla non equivarrebbe tanto al rispettarla o
pero romano, di residui come quelli del Sacro Romano Impero, di realtà come al violarla quanto piuttosto al violare o al rispettare l'accordo che l'ha istituita.
i complessi mercantili-territoriali cinque-settecenteschi facenti capo a Stati co Come ostacolo naturale, il superarla o non superarla equivarrebbe in senso lato
me lo spagnolo, il portoghese, l'olandese, il francese e l'inglese, e infine di pro a «dominare» la natura o a subirne il dominio. Un dominio d'altronde non può
spettive come quelle che vanno affermandosi nel corso del xix secolo come con prescindere da rapporti intersoggettivi di comand%bbedienza o di servitu /si
seguenza della rivoluzione industriale, con relative esigenze di importazione piu gnoria o simili: sulla «natura» esso può esprimersi solo in senso figurato. Una
o meno esclusiva di materie prime e di esportazione altrettanto esclusiva di pro frontiera cioè come fatto naturale è concepibile tutt' al piu come margine d'un
dotti finiti, oltre che, in un momento successivo, di capitali, ambiente anch' esso naturale, cosi di esseri umani come di individui di qualun
Prima che avesse luogo la nascita del sistema industriale in Inghilterra, cia que altra specie biologica.
scun impero avrebbe dovuto concepirsi come uno e universale, sia pure nel Quelle in effetti che da qualche secolo vengono chiamate frontiere «naturali »,
l'ambito di un universo che non comprendeva tutta la specie umana, ma una potrebbero essere tali in almeno due sensi: in quanto parti di superficie terre
parte della medesima vivente in territori «naturalmente» definiti, nel senso che stre, come locus standi del genere umano; oppure in quanto luoghi-frontiera
oltre ]e frontiere raggiunte, con i mezzi disponibili, l'impero non avrebbe po riconosciuti o rivendicati 'in base a norme o principi di diritto «naturale», che
tuto mantenersi facilmente unito e, meno che meno, allargarsi; l'impero insom tuttavia altro non sono che determinazioni «culturali», maturate peraltro, in
ma come «totalità», che si fosse trattato del faraonico o dell'incaico, dell'azteco particolare, nell'ambito della cultura europea a partire dal xvi-xvn secolo. Da
o del romano, del Chung Euo (ossia della Cina come «impero di mezzo») o del qui l'origine di equivoci, alla base di teorizzazioni etnocentriche presenti sia
persiano, o dello stesso impero fondato (o rifondato) da Carlomagno e soprav nell'ambito del giusnaturalismo cinque-settecentesco sia in costruzioni teoriche,
vissuto, in teoria, fino al i8o6. Lo stesso impero napoleonico, al ineno in certa che tendono a presentarsi come scientifiche e che vanno dall'antropogeografia
Guerra
Sistematica locale z98 z99
alla geopolitica. «Naturali» diventano, in tali contesti teorici e ovviamente per La guerra «per eccellenza», negli ultimi due secoli, è stata la guerra tra «na
chi va proponendole o proponendosele, quelle frontiere che, in quanto armi, piu zioni », mentre prima era stata quella piu genericamente fra «Stati». Quanto alle
favoriscono soggettive politiche di espansione o di conservazione, cosa che tut forze, quelle «per eccellenza» sono eserciti «nazionali», mentre per l'innanzi si
tavia potrebbe valere anche per frontiere «artificiali », purché non riducentisi a trattava di eserciti «statali ». Di fatto comunque l'ambiguità rimane sia prima sia
meri segni convenzionali. dopo, 'statali' e 'nazionali' potendo assumere una serie di significati differenti.
Tutto questo, senza dubbio, non significa che per se stessi un crinale mon Nei due casi ad ogni modo eserciti «regolari », e regolari in relazione a norme di
tuoso o un fiume, al pari di un vallo o d'una muraglia, siano +armi+: a renderle formazione e di comportamento istituzionalizzate. Quanto al luogo, quello «per
tali è la loro funzionalità in relazione a un contesto conflittuale. È noto d'altra antonomasia» relativo alla guerra in generale è la terraferma in generale, men
parte come la disponibilità per esempio di cavalli in maniera esclusiva da parte tre in relazione alla battaglia singola resta il campo aperto. Rispetto al periodo
di un gruppo permetta di spiegare almeno in parte la formazione di una serie anteriore alle guerre della rivoluzione francese e dell'impero napoleonico, c'è lo
di aristocrazie, da quella feudale europea a quella hittita, dalla macedone alla sdoppiamento dei luoghi «eccellenti», conforme allo sdoppiamentodella con
persiana alla mongolica...; aristocrazie formatesi per «divisione» all'interno di
dotta bellica in strategia e tattica. Quanto infine agli obiettivi, anche qui uno
una formazione sociale determinata, e aristocrazie formatesi per «unificazio sdoppiamento tra obiettivi strategici e obiettivi tattici, i primi finali e i secondi
ne», dopo essersi imposte, insieme al resto d'un gruppo sociale ad esse facente intermedi ; in secondo luogo, la guerra nella sua « forma assoluta», secondo l'e
capo, su altri gruppi di differente origine totalmente privi di cavalli o comunque
spressione clausewitziana, è la guerra « totale» : questa, a rigor di logica, dovreb
in grado di procurarsene in misura minore rispetto all'avversario. Tuttavia, per be essere la guerra nella quale tutto l'essere di ciascuna forza contrapposta è
se stesso, nemmeno un cavallo è un'arma, cosi come non lo sono, a maggior ra messo in gioco, la guerra « fino all'ultimo,sangue», per usare la formula di taluni
gione, degli esseri umani, per quanto anch' essi in grado di costituire «mezzi di
duelli singolari, quella che termina non solo faute de combattants effettivi, ma
guerra». Armi invece sono fanterie e cavallerie, collettività umane organizzate e anche per mancanza di combattenti potenziali ; a meno che, beninteso, una dellé
«attrezzate» da usare come masse, sia d'urto sia di manovra, come mezzi, ap parti non decida di arrendersi strada facendo e che l'altra accetti di interrom
punto, per colpire e parare colpi. Se il potere, secondo l'adagio napoleonico, na
pere la sua azione. È difficile ammettere, senza dubbio, che una o piu nazioni
sce dalla canna del fucile, il fucile, come il cavallo da guerra o il missile telegui rischino la propria esistenza al solo scopo di annientare i propri rivali; lo è meno
dato, alparid'una fortezza o diun muro di cinta, nasce dal lavoro umano, men tuttavia nel quadro di una logica di «legittima difesa» di tutte le parti in lotta.
tre la «forza», in ultima analisi, è questione di maggiori o minori capacità pro Resta da spiegare, in tal caso, da dove venga l'offesa «illegittima». Ma per ri
duttive, almeno se riferita a società umane determinate. Questo, è vero, sembra spondere senza partito preso è inevitabile abbandonare le «ragioni» dei con
spiegare solo rapporti di forza «oggettivi» tra Stati, ma non (o almeno non sem tendenti per rimettersi a quella (singola) delle condizioni reali e della loro di
pre) all'interno di Stati; sembra trattarsi, inoltre, di considerazioni sulle armi namica. Da qui il modello nei suoi termini reali e concreti; da qui l'esclusione
e sulla stessa+guerra+ che non contemplano la possibilità di alleanze tra com dellaguerra come fatto«naturale» (o prevalentemente determinato dalla natura,
pagini statali e non statali. Sembra poi che alla capacità produttiva sia diretta ivi compresa la natura umana), a meno di chiamare guerra anche una singola
mente proporzionale sia il grado di organizzazione della forza armata, sia l'abi
razzia o una singola imboscata in condizioni arcaiche o una rissa collettiva pre
lità nell'attuare l'impresa bellica, dalla tecnica nell'uso dei mezzi (equitazione, valentemente «casuale», ossia non riconducibile a contraddizioni insite in strut
scherma, tiro, manovra di mezzi di comunicazione o di trasporto, ecc.), alla ture sociali con relativa stabilità, cosi di singoli contesti come di intere aree cul
+tattica/strategia+. Sembra infine direttamente proporzionale al livello delle for turali.
ze produttive la stessa disciplina militare, vale a dire la stessa dipendenza del
l'inferiore gerarchico dal superiore, fino al limite «ottimale» della trasformazio Per riassumere : due tipi di soggetti, la+nazione+ e gli+imperi+, con relativi
ne del primo in automa dotato di meccanismi di autoregolazione. oggetti, le+armi+ come oggetti-mezzi e la+frontiera+ come oggetto-fine; un ti
Di fatto però tutto questo non esclude determinazioni soggettive; si limita po di processo,inoltre,ossia la+guerra+, che si manifesta attraverso rapporti
solo a subordinarne l'eventualità a condizioni date, condizioni a loro volta con intersoggettivi fondamentalmente conflittuali e violenti, con dati mezzi e dati
formi alla dinamica propria di strutture sociali determinate. La qual cosa peral scopi e finalità, secondo forme d'azione riducibili in termini di +tattica/strate
tro non implica affatto preconcetti evoluzionistici, anche se tali preconcetti con gia+. Sei modelli che si presuppongono l'un l'altro, che si spiegano, almeno in
tinuano a manifestarsi nelle ricostruzioni storiche con straordinaria frequenza, certa misura, l'uno con l'altro. Ma perché il circolo non sia vizioso non si può
soprattutto negli ultimi due secoli. far a meno di partire da un momento dato, relativo a un contesto dato, e preci
Si può dire piuttosto che il modello +guerra+ si presenta oggi sia in termini samente dai piu volte ricordati decenni compresi tra xviii e xix secolo nell'am
oggettivi sia in termini soggettivi : guerra cioè come processo storico-sociale, e bito della cultura europea, e da qui spostarsi in altre aree e discendere e salire,
guerra come problema di tattica, di strategia o infine di tattica/strategia. rispettivamente verso le origini e verso i futuri possibili sviluppi. [c.A.].
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8z5 Armi
Armi prodotto di condizioni storiche determinate e che esse stesse fanno parte di
tali condizioni. Né basterà notare che il contestonel quale la guerra in senso
lato produce lapace, e viceversa, cosi come l'offesa la difesa,è anche un pro
cesso,storico oltre che dialettico [Marx r857-58, trad. it. pp. rg sgg.] : c'è an
r. Il pr o blema. che da vederecome, e secondo quali meccanismi.
In altre parole, se al limite una infinità di oggetti potrebbero fungere da
Mezzi di lotta per la difesa e per l'offesa, per vibrare colpi e pararli, da armi (cosicome qualunque arma potrebbe fungere da altro), ciò non significa
vicino e da lontano, espressioni di forza, strumenti per esercitare la violenza... che non si possa parlare di armi in senso proprio, o di armi proprie e improprie
Con definizioni di tal genere si può indicare tutto e il contrario di tutto. Perché secondo questa o quella legge positiva o anche morale ; che non si possa distin
non anche, ad esempio, mezzi per evitare la lotta> Sembra anzi, stando alle guere tra armi offensive e difensive, reali e fittizie, o che le armi, come prodotti
definizioni piu diffuse della loro ragion d'essere, che le armi si producano delle circostanze nella loro infinita varietà e della volontà umana nella sua infini
soprattutto per amore di pace, come quelle di Leviathan per evitare il bellum ta libertà, non siano definibili e identificabili in quanto tali. Certo non lo sono
omnium contra omnes o come le moderne «forze di dissuasione»... Come di in assoluto e una volta per tutte, come pretendevano i trattatisti europei dei se
stinguere poi tra mezzi di offesa e mezzi di difesa> I colpi di una batteria di coli xv e xvi (per esempio: mezzi individuali e collettivi per sferrare e parare
cannoni possono avere tanto una funzione offensiva, per distruggere o indebo botte, fendenti e stoccate da lontano e da vicino...), ma lo sono benissimo in
lireforze nemiche, quanto una funzione difensiva,come <(fuoco disbarramen quanto prodotti della storia, della società e del lavoro umano nei loro successivi
to». Armi inoltre anche quelle della dialettica, della seduzione, del ricatto o sviluppi.
persino dello spirito in lotta con le tentazioni della carne?... Armi, ancora,
che i giocattoli dei bambini o quelle destinate alla finzione scenica, come
fucili di legno o elmetti di cartapesta?... O per «armi» deve intendersi so o i z. Le armi, latecnica, la scienza.
mezzi della lotta cruenta, in atto o potenziale, per esprimere o esercitare la
forza o la violenza «fisiche»? Ma allora armi anche qualunque oggetto «fisi L'arnese.
co», il Sole, i fiumi, le opere dell'uomo, l'intero universo «fisico», insomma,
come immenso arsenale possibile> O vanno distinti gli oggetti che sono armi Le armi, ad esempio, del medioevo europeo, quelle in uso, poniamo, tra
«per natura» da quelli che possono diventarlo, come spade e cannoni nel primo Pviir e il xv secolo. Armature di cavalieri e di cavalli, lance pesanti gigliate,
caso e cubetti di porfido e aste di bandiera nel secondo? È probabile tuttavia spadoni, mazze ferrate; poi archi pesanti e frecce lunghe, balestre manuali e
che agli inizi dell'Età della pietra la maggior parte dell'attrezzatura umana quadrelli; poi rocche e castelli con relativi fossati, mura merlate, ponti levatoi;
sia stata costituita da oggetti che furono armi e altro «per natura»: amigdale poi ancora «macchine e artifici» in genere, dai mangani ai trabucchi, alle torri
ad esempio o ascea mano, nate siaper fungere da armi che da arnesiper ta d'assalto, agli arieti di sfondamento, ai fuochi greci, fino alle prime bombarde...
gliare,scavare, raschiare e compiere insomma operazioni che con la guerra o Nella sostanza, si potrebbe dire, quasi niente che già non fosse comparso
la lottaarmata hanno ben poco a che fare; un bulldozer oggi può spianare nell'antichità o persino nella «preistoria». Le stesse navi, da guerra e da carico,
tanto una strada quanto la casa del nemico, cosi come un radar puo tanto se presenti nel Mediterraneo fra xrv e xv secolo, non sembrano differire gran
g' nalare un ostacolo nella nebbia quanto avvistare nella notte uno stormo di che, nei loro tratti essenziali, dalle navi lunghe e onerarie di Greci e di Romani,
bombardieri. le prime ugualmente sottili, a remi e rostrate e le seconde ugualmente larghe,
Si potrebbe osservare, allora, che le armi, in quanto cose atte a soddisfare a vela e prive di sperone; forme ibride inoltre, sia prima che dopo; né le di
bisogni umani, andrebbero considerate come «beni» (sia pure tra virgolette) e, mensioni sono molto diverse [Ropp ril65, pp. 6z-63; Rodgers rilgg; e, per un
in determinate condizioni, anche come merci ; cose insomma che comme tutte le confronto,Audemard irl57-65].
altre possono costituire condizioni naturali o prodotti del lavoro umano. Si Si potrebbe osservare, in primo luogo, l'assenza di un preteso «eterno duel
potrebbe aggiungere infine che, in quanto mezzi, siano essi arnesi, strumenti, lo tra lo scudo e la spada» (e anche tra la «spada» e la «spada»), almeno nel
utensili o macchine, oltre a possedere un significato economico, ne hanno anche senso nel quale, dal secolo scorso, si è tentato a volte di spiegare la corsa agli
uno tecnico. Tutto questo però non basta ancora a caratterizzarle come armi. armamenti come un fatto naturale e ineluttabile. Non si p uò nemmeno imma
In eRetti, limitandosi all'aspetto «esteriore» dell'oggetto, non sarà mai pos ginare una«corsa» per fattiche sisvolgono al contrario con estrema «lentezza» ;
sibile coglierne il significato reale, mentre tenendo conto solo di quello «inte la quantità rappresentata dal ritmo del duello è tanto modesta rispetto ai giorni
riore»,non se ne potrà comprendere la funzione reale. nostri da implicare differenze qualitative molto nette. È vero che nell'anti
D'altra parte, non basta nemmeno rilevare che le armi rappresentano il chità si generalizza l'uso delle lame metalliche [Forbes I95o], della cavalleria
Armi 8z6 8zp Armi
formata dacarrida guerra prima [Potratz I938 ] e di quella montata in seguito può essere ridotta e di fatto si riduce in proporzione, almeno nella sua parte
[Wiesener x939]. Non è difficile ammettere, poi, che per competere con forze combattente; le armi del cavaliere possono allungarsi e appesantirsi e la coraz
dotate di armi metalliche si imponesse oggettivamente l'esigenza di dotarsi di za ricoprire tutto il corpo di cavaliere e cavallo... L'arma fondamentale, tuttavia,
mezzi per lo meno della stessa potenza, con analoga forza di penetrazione, ro resta un arnese manuale, un prolungamento del braccio; alle macchine, ai
bustezza, lunghezza ecc., e che tale esigenza si sia imposta anche di fatto. Ma mezzi per cosf dire collettivi, è al massimo riservata una funzione accessoria,
questo si produce solo nell'arco di parecchi secoli e rimane circoscritto per un e comunque quasi mai in campo aperto.
tempo altrettanto lungo ad un numero limitato di formazioni e di categorie so
ciali. Agli inizi del v secolo a. C., quando l'uso delle lame di ferro è comune z.z. La macchina.
tra i popoli del Mediterraneo orientale, le armi di alcune formazioni etnico-mi
litari al seguito di Serse in procinto di invadere la Grecia, non sono né in ferro Un altro esempio: le armi presenti in Europa tra xv e xv?n secolo. Armi
né in altri metalli [Erodoto, Storie, VII, z, 69]. Il carro da guerra si diffonde da fuoco, innanzitutto, in mille forme e dimensioni, di bronzo, di ferro e persi
in Egitto e in Grecia un millennio circa dopo la sua apparizione in Mesopota no di cuoio; poi vascelli oceanici, con vele e cannoni; poi fortezze a pianta
mia [Childe I95I, trad. it. p. rg' ]. stellare, con relativi bastioni e scarpate. Ancora, nondimeno, tutta la serie delle
Cosicché, quando il problema della forza militare non si pone in termini armi bianche, in forme nuove e tradizionali, le armature, le cavallerie, le fante
quantitativi, di mezzi, ma soprattutto di uomini, solo occasionalmente sorgono rie... Anche qui, si può dire, soprattutto persistenze, ma almeno una novità
forme nuove, o nuovi modi di organizzare i mézzi esistenti e già noti. Le ap fondamentale, che condiziona le altre, dalle navi alle fortezze.
plicazioni scientifiche e tecniche di un Archimede durante l'assedio di Siracusa In effetti, la cavalleria d'urto trova limiti invalicabili al suo sviluppo nella
restano un fatto isolato, che non ha conseguenze per secoli; altrettanto dicasi muscolatura e statura di cavallo e cavaliere, che in ultima analisi condizionano
delle armi inventate dagli «ingegneri di Alessandria». L'impiego piu o meno tanto lo spessore delle corazze quanto la lunghezza delle armi manuali. Le armi
abituale di macchine da guerra in campo aperto da parte di Alessandro prima da fuoco, viceversa, trovano limiti soprattutto estrinseci, non dipendenti cioè
e di Cesarepoi è anch'esso eccezionale. tanto dalla loro natura o da quella di chi le deve usare : sono macchine, appunto,
La qualità, in altre parole, non sembra tanto dipendere dalla funzione del che funzionano in virtu della loro struttura interna [Vernant t965]. Macchine,
mezzo quanto piuttosto dalla sua aderenza a un modello : tanto migliore l'arma è vero, sono anche trabucchi, mangani, catapulte e persino gli archi e le bale
come prodotto quanto piu aderente la lavorazione alla regola tradizionale. Solo stre ; ma c'è una differenza: il fatto che nelle armi da fuoco l'energia propulsiva
eccezionalmente la scienza costituisce la teoria della tecnica e questa, «abitudi è parte integrante del sistema-arma, costituito non solo dalla canna e dal pro
naria quasi per essenza»[Koyré r948, trad. it. p. 8y], non può nemmeno dirsi ietto, ma anche dall' esplosivo;un sistema che potrebbe dirsi per natura dina
sapere pratico. mico, a differenza di quello delle macchine da guerra tradizionali, che potrebbe
La cavalleriacorazzata feudale può anche considerarsi un fatto nuovo. dirsi statico.
Sono state distinte tre epoche nell'impiego del cavallo in battaglia, le due già Lo sviluppo tecnico della cavalleria è condizionato dal fatto che la produ
menzionate piu quella del «cavaliere fornito di stafFa» [White r96z, trad. it. p. zione el'uso continuano a fondarsiin prevalenza — come s'è detto — su regole
r5] ; a quest'ultima ovviamente è stata attribuita un'importanza fondamentale. tradizionali, da rispettare o al massimo da interpretare; ]o sviluppo delle armi
In effetti, sino all'virò secolo, la cavalleria ha costituito di solito una parte se da fuoco, tra Cinque e Settecento, si fonda anch' esso su conoscenza tecnica, non
condaria della forza armata sociale, nel senso che la sua funzione in guerra si scientifica, d'una tecnica però che è piu frutto di pratica, di prove e riprove,
riduce per lo piu all'inseguimento di nemici in fuga, alla protezione delle ali che di regole fisse e indiscutibili; il modello di riferimento non è né potrebbe
di schieramenti di fanteria, all'avvio di manovre avvolgenti, ecc. Solo raramen essere una forma, e nemmeno la forma d'un meccanismo, come per una spada
te, insomma, ha costituito il centro di gravità di una formazione classica. La o per una balestra, rispettivamente, bensi lo stesso meccanismo. Cosicché, se
staffa, aggiuntasi in Europa alle briglie, al morso, agli speroni, alla sella arcio per produrrelance,corazze e bardature avrebbero potuto bastare nozioni tra
nata e pomellata verso la fine del vn secolo, rende effettivamente possibile dizionali, per le armi da fuoco non solo si dimostra necessario un sapere pra
l'espressione di colpi eccezionali, sia per la loro potenza, sia per le condizioni tico, ma si pone anche l'esigenza di un sapere scientifico, tecnologico. Ciò
di sicurezza e di stabilità nelle quali possono sferrarsi, sia infine per la qualità non toglie che per piu di quattro secoli si produssero e usarono polveri e can
di tale potenza, non piu tanto prodotta da muscoli umani quanto piuttosto noni in base a principi prevalentemente empirici, rendendosi conto solo som
dalla somma dei pesi di cavallo, cavaliere, armi e armature (dai sette ai nove. mariamente di potenzialità e limiti delle nuove armi. Non si tratta di ignorare,
quintali ) insieme lanciati alla carica. Il fatto nuovo, indubbiamente, è la pre con questo, nella produzione di armi da fuoco e soprattutto di artiglierie, le
messa di una serie di cambiamenti: la cavalleria feudale può diventare la forza osservazioni di un Ruggero Bacone sull'affinamento delle polveri, o le descri
d'urto decisiva, e di fatto lo diventa, e tale si mantiene per secoli; la fanteria zioni contenute in una Pirotechnia di Biringuccio o in un De re metallicadi
Armi 8z8 8zil Armi
Agricola, o i calcoli di balistica di un Tartaglia, o la teoria parabolica di Gali nomiche e via dicendo quali condizioni della navigazione oceanica e dell'ac
leo, o gli studi di Torricelli, Anderson, Newton, Bernouilli e di altri ancora crescimento della potenza marittima di una serie di stati europei [Hewson
in fatto di traiettorie, di resistenza prodotta dall'aria al movimento dei proiet ignei]. Ma è anche vero che, in ultima analisi, la timoneria a cerniera resta un
tili, conseguenti deviazioni degli stessi, ecc. Questi studi in realtà, anziché la sistema di leve, come prima, mentre la propulsione a vela, per se stessa, non
premessa teorica della tecnica degli armaioli, ne rappresentano piuttosto la è certo una novità, cosi come le singole componenti 'della velatura oceanica o
conseguenza. D'altraparte, fra Cinque e Settecento, la produzione e anche dello scafo dei galeoni, sono nuove piu dal punto di vista delparchitettura
l'uso diarmi da fuoco solooccasionalmente può essere la conseguenza di ap navale, che da quello dell'ingegneria [Koyré iilg8, trad. it. p. 78]. Essenzialmen
plicazioni scientifiche. Basterebbe ricordare, a tal proposito, come una scienza te architettoniche, del pari, le novità del cosiddetto ordinamento bastionato
chimica, oggi indispensabile non solo per la produzione di esplosivi ma anche [Schmiedt igpg], cosi come lo sono state le novità del castello feudale nell'xi se
per l'estrazione, preparazione e lavorazione dei metalli e delle leghe, pratica colo. D'altraparte,se la nave da guerra a vela munita di cannoni si afferma e
mente non esiste prima della fine del xvni secolo. Il significato stesso di un'e sviluppa prima in Portogallo e Spagna poi in Francia, Olanda e Inghilterra dalla
splosione, per esempio, fino ai tempi di Lavoisier, è solo vagamente intuito; fine del xv secolo, le sopravvivono nel Mediterraneo galere a remi per almeno
J. B. Van Helmont, il piu grande iatrochimico del suo tempo (secoli xvi-xvri ), due secoli, mentre nei mari dell'Oriente la tradizionale giunca da guerra resta
chiamava gas «questospirito,finora sconosciuto, che non può essere rinchiuso ancor piu a lungo il principale mezzo di lotta sul mare; allo stesso modo tra le
in un recipiente né ridotto a corpo visibile (a meno che non ne venga prima armi di un Montecuccoli, accanto a cannoni di ferro da campagna, possono tro
estinto il seme)» [Ortus medicinae, in Hall rg54, trad. it. pp. zii-qz ]. È vero varsilevecchie balestre,con una loro precisa funzione, per non parlare discia
poi che «con l'andar del tempo» le canne delle artiglierie divennero meno bole e picche, che continuano ad armare reparti di eserciti ancora in pieno Ot- .
fragili e deformabili, ma a parte l'individuazione — sempre per via essenzial tocento.
mente empirica — di proporzioni piu adeguate (fralunghezze dicanne e diame In ultima analisi, se dal punto di vista della scienza e della tecnica l'arma
tri di bocche, tra quantità di esplosivo e peso di proietti, ecc,), la miglior da fuoco come arma-macchina rappresentala novità principale fra xv e xvtn
qualità dei metalli dipese anche dalla ripetuta rifusione di pezzi incrinatisi o secolo, al tempo stesso le sue potenzialità non riusciranno a manifestarsi oltre
scoppiati o deformatisi in precedenti azioni militari. i limiti «estrinseci» della conoscenza scientifica, a loro volta determinati sia dal
Ancora nella seconda metà del xvnt secolo un Giuseppe Palmieri, autore grado da questa raggiunto sia dalla forma dei suoi rapporti con la tecnica,
fra l'altro di un importante trattato di critica militare, rappresentava le artiglie nel senso prima indicato.
rie del suo tempo come armi piu o meno equivalenti, se non inferiori, alle
balestre e catapulte dell'antichità. Queste ultime, scriveva, «se non di egual z.8. Il sistema di macchine.
forza a quella del cannone» sarebbero state «almeno di piu uso, e piu vario e
molteplice» [ ty6r, I, p. g8]. Quanto alle armi portatili, l'arco e la fionda avreb Un ultimo esempio: le armi dell'epoca attuale. Ancora armi da fuoco, in
bero presentato persino dei vantaggi rispetto al fucile, per la maggior maneg tanto, ma con diverso significato. Ancora esplosivi, dalle polveri nere, alla di
gevolezza, rapidità di tiro e per altre ragioni ancora. «Se dunque le presenti namite, al napalm, alla reazione a catena... Poi la lunga serie di armi: mezzi di
armi da trarre — si domandava l'autore, senza peraltro riuscire a spiegarselo locomozione automatici, dalla locomotiva a vapore al carro armato, dal piro
non hanno né maggior offesa, né maggior uso delle antiche; se come tali, al scafo al sottomarino atomico, dal pallone aerostatico all'aereo a reazione, dal
loro primo apparire furon conosciute, e praticate, come poi hanno acquistato siluro al missile balistico a testata multipla... Poi ancora la non meno lunga
tanto creditoper far sbandire le armi da ferirda presso>» [ibid.]. E ancora: serie di mezzi di trasmissione e di intercettazione, dal telegrafo, alla radio, al
«A che inventar nuove armi quando quelle [antiche] e dalle ragioni e dall'e radar... E inoltre i recenti sviluppi in fatto di armi cosiddette chimiche, biochi
sperienza si sono dimostrate le migliori, che siensi adoperate, e che si possano miche, batteriologiche, meteorologiche, geofisiche, termonucleari... Una elen
mai adoperare>» [ibid., II, p. z7]. cazione, sia pure per sommi capi, è praticamente impossibile, a meno che com
Per quelche riguarda lamarina da guerra, è giustoricordare, con Lefebvre prenda una buona parte dell'intera produzione, le fabbriche, gli stessi impianti
des Noéttes [rg85], l'importanza oggettiva del timone a cerniera rispetto a produttivi, i mezzi di trasporto e di trasmissione, le fonti di energia e di mate
quello a remi, tanto come mezzo per accrescere le possibilità di manovra senza ria prima, i centri di ricerca, le tecnologie, le conoscenze scientifiche...
remi e per mantenere la rotta, quanto come condizione sia per sostituire remi, Si sa, per esempio, come il piano di Hans von Seeckt >er riarmare la Ger
rematori e truppa di bordo con vele, cannoni e artiglieri sia per accrescere di-. mania dopo la prima guerra mondiale comprendesse, oltre al reclutamento e
mensioni, capienza, autonomia e potenziale di fuoco delle navi. Non è meno addestramento e agli altri aspetti piu specificamente militari, una mobilita
giusto ricordare la lunga serie di progressi compiuti in fatto di strumentazione zione dell'economia in vista dell'equipaggiamento e rifornimento di 68 divi
di bordo, tecniche di navigazione, acquisizione di conoscenze geografiche, astro sioni [Wheeler-Bennett rilgy, trad. it. p. r8o ]. Si sa inoltre come il riarmo te
Armi 88o 88t Armi
desco sia stato possibile in un tempo relativamente breve proprio perché le china, in seguito si verifica anche la progressiva meccanizzazione di un numero
clausole di Versailles, che pure implicarono, in vista della smilitarizzazione del crescente di mezzi militari.
paese vinto, la distruzione di montagne di materiale bellico (del solo patrimo Si è fatto cenno a fonti di energia. Non si tratta ovviamente di mettere in
nio Krupp furono demoliti g8oo macchine, piu di 8oo mila apparecchi e dubbio il valore della forza muscolare umana nella lotta, o di quella animale
strumenti, centinaia di impianti come forni di cottura, serbatoi di acqua e olio, in genere, o del vento che gonfia le vele; tuttavia, finché si tratta solo di questo
impianti di raffreddamento, ecc.), non avrebbero potuto rendere esecutivala genere di mezzi, un problema di fonti di energia come problema autonomo non
distruzione di brevetti, disegni, progetti e altro materiale di studio relativo ad si pone nemmeno; potrebbe porsi al massimo un problema di velature o di
armi e armamenti [ibid.], per non dire ovviamente del grado di sviluppo tecni alberi che le sorreggono, o di robustezza fisica di uomini o cavalli, problemi
co-scientifico raggiunto allora dalla Germania sia in generale che nei settori cioè di attrezzi, animali e soggetti. Viceversa benzina, nafta, kerosene, idrogeno
piu direttamente connessi con la produzione militare. liquido o plutonio, sono componenti inseparabili ed essenziali di meccanismi
Si è piu volte affermato che dagli inizi della «rivoluzione industriale» fino alla armi come autoblindo, carri armati, bombardieri a reazione, missili balistici o
metà dell'Ottocento non si sarebbero prodotte novità sensazionali in fatto di ar bombe atomiche, cosi come le tradizionali miscele di zolfo, carbone e salnitro
mi e armamenti, né in Europa né altrove ; si sarebbero verificati piu che altro al sono state parti inscindibili di armi da fuoco anche le piu primitive. Non a
cuni perfezionamenti iniziali in fatto di armi da fuoco e in particolare di quelle caso d'altronde la consistenza di una forza militare può oggi essere calcolata
portatili [Ropp iq65, pp. i6i sgg.]. È da vedere tuttavia di quali perfezionamen in termini di quantità di armi delle varie specie oltre che di uomini, ma anche
ti si è trattato. Non è tanto questione delle prime rigature di canne, dei primi di potenza, esprimibile in cavalli vapore di veicoli o in megatoni di esplosivo.
proiettili completi di carica propulsiva, innesco e altre componenti prima sepa Dalla finedel secolo scorso, in fondo, prima che di cannoni e di corazze, in.
rate, delle prime retrocariche, ecc. Fucili con canna rigata si fabbricano già dalla fatto di corsa agli armamenti, sarebbe stato forse opportuno parlare di propel
fine del xv secolo; cartucce vengono usate almeno dai tempi della guerra dei lenti e di motori. Una volta messa a punto la tecnologia dell'acciaio per pro
trent' anni; di armi a tiro rapido si conoscono diversi modelli, parecchi dei quali duzioni su vasta scala, le navi da guerra con corazze di decine di centimetri e
utilizzati fin dai primi del Quattrocento [Smith irl6g]. Nondimeno — a parte dif con cannoni dacento e duecento tonnellateciascuno, non sarebbero statenem
ferenze che potrebbero celarsi sotto gli stessi nomi e alle quali verrà fatto cenno meno pensabili con propulsione a vela; gli aeroplani, i voli «del piu pesante del
piu avanti — queste e altre novità restano prima dell'Ottocento piu o meno isola l'aria», non sarebbero stati possibili senza motori e carburanti adeguati; lo stesso
te, anche se non nello stesso modo dei missili di Ctesibio o dell'eolipila di Erone. dicasi, almeno inizialmente, per i carri armati, per non parlare di missili bali
Viceversa, il fatto nuovo di una cartuccia metallica a forma ogivale modello Mi stici intercontinentali.
nié, o di un fucile ad ago come quello di Dreyse sta soprattutto nel modo nel Si è anche accennato a sistemi di comunicazione. È vero che mezzi per
quale possono essere ideati e prodotti : non è piu tanto l'attività dell'artigiano che comunicare si trovano in qualunque società e qualunque formazione militare.
suggerisce allo studioso ragionamenti di balistica o problemi di metallurgia; è La differenza tuttavia è che una staffetta a cavallo, un piccione viaggiatore,
piuttosto — se cosi si può dire — l'ingegnere che fornisce al produttore il piano un tamburo per suonare iltam-tam, una fiaccola da agitare da una torre d'av
del lavoro daeseguire,un ingegnere che deve potersigiovare di conoscenza vistamento e mille altri sistemi del genere per comunicare da vicino o da lontano,
scientifica e di tecnologia, e un produttore che deve potersi servire di macchine sopra e sott' acqua, al buio o alla luce, ecc., oltre ad essere semplici modi di adat
e utensili per la lavorazione in serie. tamento alle condizioni ambientali, non possono considerarsi armi, nemmeno
Resta comunque il fatto che solo dopo la metà del secolo xix ha inizio una in senso lato, mentre una ricetrasmittente radio, per esempio, può costituire
produzione di massa di armi in quantità sempre crescenti, e a ritmi anch' essi una parte inseparabile di un'arma moderna, come un ordigno teleguidato; sen
sempre piu sostenuti. Non c'è poi solo un moltiplicarsi di tipi nuovi o un per za un'apparecchiaturaradar non è nemmeno concepibile un sistema difensivo
fezionarsi di modelli esistenti, con progressiva diversificazione di mezzi e di antimissilistico, non perché non possa sostituirsi con un altro meccanismo di
funzioni. C'è anche un progressivo ravvicinarsi (e concatenarsi) tra le varie intercettazioneo diavvistamento ma in quanto la stessaapparecchiatura è par
fasi della produzione e quelle di un possibile uso, oltre ad una progressiva in te integrante di un meccanismo-arma.
terdipendenza tra armi-oggetti, tanto da fare di un'intera formazione economi La stessa nomenclatura dei mezzi va cambiando significato. Da un lato si
co-sociale una specie di apparecchio-arma (come accadde ad esempio durante definiscono armi chimiche, batteriologiche o psicologiche anche i veleni delle
la prima e la seconda guerra mondiale per una serie di forze in campo). D'altra frecce dei primitivi, o gli oggetti con i quali si inquinavaho i pozzi fin dall'an
parte, ogni salto qualitativo in questo processo è andato accompagnandosi a salti tichità, o gli stessi «influssi malefici» trasmessi da untori o provocatori. Armi
qualitativi in termini di sviluppo tecnico e scientifico, sia pure con le debite dei giorni nostri, d'altro lato, continuano ad essere indicate con nomi che all'o
sfasature. rigine ebbero un senso del tutto diverso. Una mina antiuomo o anticarro dei
Se fino ai primi del secolo xix sono soprattutto fucili e cannoni le armi-mac giorni nostri, anche se intesa nel modo piu generico, è una specie di incrocio
Armi 88z 833 Armi
fra una trappola e una bomba esplosiva ; la mina per contro, nel suo significato ve, o viceversa; ma si può anche affermare l'esatto contrario, che cioè a po
originario, non è nemmeno un'arma, ma la cavità praticata alla base di un muro tenziamenti da una parte possano non far seguito potenziamenti dall'altra.
o di altra formazione per provocarne il crollo. Il tiro «a mitraglia», fino ai pri Se si guarda di nuovo alla cavalleria corazzata di tipo franco, ci si potrebbe
mi del secolo scorso, è quello di un involucro contenente rottami di ferro, ridomandare come e perché essa sia nata e sia andata diffondendosi e in qual
pallottole, schegge e simili che all'uscita dalla bocca da fuoco si proiettano in che misura sviluppandosi. La teoria del «duello» ha suggerito due tipi di tesi,
mille direzioni, mentre oggi, come si sa, è solo un modo di sparare proiettili entrambe evoluzionistiche, la prima delle quali fa cominciare tutto con le inva
in rapidissima successione. Un proiettile da cannone, oggi, è un ordigno compli sioni barbariche dell'impero romano : la forte lancia e il buon destriero dei Goti,
cato destinato a esplodere, articolantesi in decine di componenti diverse e a for per esempio, che nel 378 ad Adrianopoli infiiggono una sconfitta storica alle
ma ogivale, mentre fino ai primi decenni del xtx secolo è una palla di pietra o di legioni romane e alla fanteria in generale [Oman rqz4, I, pp. zz-87]; dopodi
ferro. Un'arma batteriologica poi avrebbe potuto esistere, nella migliore delle ché, cavalleria germanica contro cavalleria germanica (o d'altra origine), cia
ipotesi, poco piu d'un secolo fa, mentre se ne producono di fatto solo da alcuni scuna delle quali, ogni volta o quando può, si presenta sul campo con qual
decenni; in precedenti condizioni esistettero al massimo uomini, oggetti o ani cosa in piu rispetto all'altra, un cavallo piu grosso, un arcione piu comodo o
mali che per ragioni in gran parte sconosciute si riteneva fossero in grado di tra una spada piu robusta, provocando in tal modo l'esigenza degli altri di miglio
smettere per contatto o in altra forma malattie piu o meno letali. Anche il fuoco rarsi a loro volta, e via di questo passo. In ogni modo è già stata dimostrata
greco,se sivuole,può chiamarsi arma chimica,nel senso che le sue componenti l'insufficienza di questa tesi x<gradualista» [White xg6z, trad. it. pp. z5 sgg.].
producono energia, esplosiva e termica, in seguito a reazione chimica; la qual La seconda tesi, quella dello «sviluppo quasi esplosivo» della cavalleria feuda
cosa, tuttavia, resta solo vagamente intuita praticamente per tutto il tempo nel le, vede quest'ultima come risposta alla cavallèria islamica, ma anche tale in-,
quale tale sostanza è stata adoperata come arma. Invece, i gas asfissianti della terpretazione, com'è stato osservato [Brunner t887; cfr. White x96z, trad.
prima guerra mondiale, o il napalm della seconda e delle altre guerre succedute it. pp. zg-z6], non sembra verosimile. Si tratta allora, come sostiene White,
si dal 'yg ad oggi, sono i frutti, certo avvelenati, di scienza e di tecnologia. Si del fatto tecnico rappresentato dalla comparsa della staffa, e del geniale sfrut
tratta, insomma, di un'arma scientifica o meglio di una componente di un'arma tamento delle possibilità ad essa inerenti ad opera di un Carlo Martello o di
scientifica, cosi come scientifiche sono diventate anche le armi da fuoco. un qualche suo consigliere? Resterebbe tuttavia da spiegare, in questo modo,
come tale sfruttamento sia stato possibile, come l'idea geniale abbia potuto
esprimersi. Si potrebbe iniziare, a tal riguardo, con la premessa di un paio di
3. Le armi, la società, il potere. osservazioni molto semplici, ma non per questo meno opportune: la prima è
che se in molteplici occasioni può esser meglio l'agire in guerra o in combat
Il fatto tecnico, in ogni modo, non rifiette soltanto livelli e forme di cono timento muovendosi a piedi, non è meno vero che con un cavallo a disposizio
scenza teorica e di azione pratica, né lo sviluppo può ridursi in termini di «duel ne la potenza esprimibile sia maggiore, cosi come un coltello da lancio può
lo fra scudo e spada», tra armi di minore e maggior gittata, forza di penetrazio anche dimostrarsi piu idoneo in taluni casi di una mitragliatrice, senza che
ne, resistenza,precisione, ecc. Teoria e prassi,in fondo, rifiettono anch'esse, quest'ultima cessi di rappresentare un'arma piu potente del coltello. In secon
al pari delle armi, condizioni e rapporti sociali, quindi anche rapporti di forza do luogo, è ampiamente risaputo come classi o caste dominanti di cavalieri
e di potere, pur contribuendo al tempo stesso a determinarli. Se poi di duello fossero presenti in numerosi contesti storico-sociali e come fondassero il loro
si vuoi parlare, è meglio riferirsi ai suoi protagonisti reali, agli uomini cioè dominio e privilegio anche sulla possibilità di disporre in maniera piu o meno
piuttosto che ai loro strumenti; non per ragioni di pedanteria formale, ma al esclusiva di cavalli (o di carri tirati da cavalli ). La contraddizione in tal modo
meno perché la metonimia (le armi per gli armati ) impedisce di distinguere tra la funzione secondaria della cavalleria nel quadro della forza armata e la
la funzione dei mezzi da quella di chi li usa. D'altra parte non va nemmeno posizione primaria del cavaliere nell'ambito della società può anche essere sta
confuso l'effetto con la causa, il duello con le contraddizioni che lo determina ta superata tecnicamente nel modo prima indicato (introduzione della staffa e
no, che «naturali» sono solo in quanto proprie di questo o quel tipo.di rap suo sfruttamento in funzione del combattimento d'urto ); al tempo stesso, se
porti (strutture) fra individui, gruppi di persone, classi, società e via dicendo. l'arma è uno strumento di lotta, in potenza o in atto, è da vedere quale tipo
di contrasto, di motivo di lotta abbia potuto prevalere su altri; quale tipo di
3.x. Cavalleria corazzata come arma della nobiltà feudale europea. lotta, poi, abbia potuto rendersi piu urgente e decisivo e fhfine, per conseguen
za, quale tipo di arma abbia potuto dimostrarsi piu adatto. Scartata pertanto
A parte la genericità del discorso, si può anche affermare che potenzia la teoria della «risposta» alla cavalleria saracena (cosi come ad altre forze
menti di armi da una parte provochino potenziamenti di altre armi dall'altra, «esterne» dell'Oriente europeo), non resta che guardare ai contrasti interni, da
anche prescindendo dalfatto che leprime siano difensive e le seconde offensi quelli che vanno delineandosi come contrasti fra signori e servi, a quelli tra si
Armi 83S Armi
gnori e signori, alle lotte interfeudali, alle tensioni fra città e campagna, ai È vero che Engels [t878] scrisse che «le mura di pietra dei castelli nobi
conflitti dinastici, alle guerre tra Comuni e Impero, a quelle tra guelfi e ghibel liari, sino allora inespugnabili, soggiacquero ai cannoni dei borghesi, le palle
lini, al fenomeno del banditismo nobiliare, alle rivolte contadine e alle cause degli archibugi dei borghesi attraversarono le corazze dei cavalieri. Assieme
che le provocano... In tale contesto, il dato principale, per ciò che riguarda le alle corazze dei cavalieri della nobiltà cadde anche il dominio della nobiltà;
armi e gli armamenti, è il divario tra «pedonaglia», da una parte, «male at con lo sviluppo della borghesia, fanteria e cannoni divennero sempre piu le
trezzata perl'attacco altrettanto che per la difesa, lenta a correre all'assalto armi decisive... »(trad. it. p. r 78). Qui tuttavia sembra che «borghesi » e «borghe
come a fuggire,rapidamente spossata da lunghe marce su cattive piste o at sia» non stiano tanto a indicare coloro che materialmente fabbricavano e ado
traverso i campi» [Bloch r939, trad. it. p. 33z], e dall'altra parte i cavalieri co peravano queste armi, quanto piuttosto coloro secondo il «modo» dei quali le
perti di ferro in groppa a destrieri anch' essi corazzati. Un secondo elemento nuove armi venivano prodotte, o coloro che ne controllavano la produzione (e
è il valore economico di destriero e armamento, che ad un tempo riflette la quindi, in un certo senso, anche la distribuzione e il consumo ). C'è differen
sperequazione di rapporti di forza e ne impedisce il superamento, assai piu di za, in effetti, tra queste armi da fuoco e quelle prodotte nei secoli xrrr e xrv,
quanto facciano alcune leggi che qua e là garantiscono il monopolio della ca non solo né tanto sul piano tecnico quanto piuttosto su quello sociale ed eco
valleria d'urto alla nobiltà feudale. D'altra parte, se le armi del cavaliere, dal nomico. Qui infatti si tratta per lo piu di arnesi fabbricati da campanari e da
punto di vista economico, sono prestazioni a lui dovute per diritto di signoria fabbri, al servizio di qualche signore, laico o ecclesiastico, o anche membri
da parte di artigiani-servi, oppure merci fabbricate da maestri artigiani di cor di qualche vecchia corporazione. Tra xv e xvt secolo la novità dell'oggetto
porazioni cittadine, le armi della «pedonaglia» sono spesso mezzi di fortuna e la sua stessa natura contribuiscono a far sl che esso venga prodotto fuori da
oltre che prodotti per l'autoconsumo, attrezzi da lavoro come forconi agricoli limitazioni corporative e comunque, almeno in' alcune parti e almeno per ciò
o arnesi da caccia come archi e frecce. Mezzi di fortuna e prodotti per l'auto che riguarda i cannoni, sempre piu sottoposto al capitale [Dobb r946], sia
consumo possono anche considerarsi,in un certo senso, anche le macchine e pure mercantile, di «borghesi». Non sono questi ultimi né i protagonisti di
artifici, dall'antichità in poi, e non solo questi (basti pensare alle navi che Ce guerre d'Italia né, prima ancora, di fasi finali di guerre di cento anni (quando
sare fa costruire sul posto, con materiali trovati sul posto, per attraversare la tra l'altro, fra I449 e r4go, vengono espugnate ben sessanta cittadelle, alla
Manica). Con questo non si vuoi dire che si tratta di mezzi che non possono media di una cittadella circa per settimana), ma in queste e in altre guerre
avere una loro efficacia; il fatto è che gli strumenti e le forme stesse della viene distrutta una organizzazione politica della società che li danneggia, e se
lotta sono ancorati alle condizioni naturali e contingenti, piu di quanto possano ne costruisce un'altra che li favorisce o che comunque ne migliora le condi
esprimere le esigenze obiettive dell'azione armata; è piu questa che deve adat zioni.In un secondo tempo — grosso modo fra metà Cinquecento e metà Set
tarsi a quelle, che non viceversa. In definitiva, se si dovesse ammettere, con tecento — si tratta sempre meno di prodotti artigianali e sempre piu di merci
White, che un Carlo Martello o chi per lui, oltre ad aver intuito le possibilità uscite da officine e persino da fabbriche, con tutte le implicazioni qualitative e
inerenti alla staffa in funzione del combattimento d'urto a cavallo con lancia quantitative che il fatto può comportare.
in resta, abbia anche compreso quali fossero le condizioni, economiche e so Non è questione di capacità soggettive di «borghesi», tecniche o imprendi
ciali, di esistenza del nuovo tipo di cavalleria, e le abbia create, si dovrebbe toriali, e nemmeno solo questione di capitali disponibili; qualunque potentato,
anche ammettere che egli abbia anche creato le contraddizioni inerenti a tali in realtà, in Europa e fuori, non solo avrebbe potuto procurarsi cannoni, ma
condizioni, per poterle superare con la nuova arma e la nuova tattica da lui anche promuoverne lafabbricazione. E questo accade difatto,in Ispagna come
inventate. È un'opinione — peraltro ottimamente sostenuta — che può anche non in Giappone, in Russia come nello Stato pontificio, a Venezia come in Svezia,
essere condivisa;ciò che invece resta fermo è ilnesso fra struttura della so nell'impero ottomano come in Inghilterra. È vero peraltro che in alcuni paesi
cietà e nuova forma di lotta con il nuovo strumento. la produzione è sotto certi aspetti migliore che in altre, indipendentemente dal
fatto che a promuoverla o gestirla fossero dei sovrani (cioè loro servitori ) o dei
3.z. I cannoni dei «borghesi». privati. Come spiegarlo> «Noi [inglesi], — è stato scritto, — non fummo mai
afferrati nel vortice della magnifica incoerenza che contraddistingue i disegni
Anche le armi da fuoco dei secoli xv-xvrrr potrebbero intendersi come per armature di un Cellini, di un Giulio Romano o della scuola del Louvre»
«risposta» a precedenti mezzi, o come risposta a niente. Si potrebbe affermare [Ffoulkes r937, p. z8]. «Ciò che premeva soprattutto agli inglesi, — si è aggiun
cioè che l'arma offensiva rappresentata da fucili e cannoni abbia costituito la to, — era che i loro prodotti servissero allo scopo per cui erano stati costruiti
risposta ai mezzi difensivi costituiti dalle corazze dei cavalieri e dalle mura e costassero il meno possibile» [Cipolla r965, trad. it. p. 3o ]. C'è poi chi ha
dei castellifeudali, cosi come si potrebbe osservare che mura di pietra e co fatto questione di disponibilità di ricette speciali, esclusive e segrete, e chi di
razze metallicheesistettero da troppo tempo prima dellacomparsa delle armi condizioni naturali piu favorevoli, come disponibilità di minerali migliori, o
da fuoco perché queste possano considerarsi una conseguenza delle altre. piu facilmente accessibili, o meno difficilmente trattabili e via dicendo... In
Armi 836 837 Armi
questi modi tuttavia, a prescindere da altre considerazioni, si puo solo evita
re di rispondere al «come». In Inghilterra, scriveva Hamilton [rgz6, p. 8g], 3.3. Industria, corsa agli armamenti, disarmo.
nel xvn secolo «la miniera, la fusione dei minerali metallici, l'industria del
bronzo, la trafileria... erano organizzate su basi di fabbrica», mentre, come os La produzione di armi, stimolata dalla guerra, avrebbe contribuito, secondo
servava Dobb [rg46], «appare evidente che l'industria a domicilio rimase la Sombart [igr3], allo sviluppo del capitalismo in Europa nei secoli xv-xvin.
forma di produzione piu tipica dell'Inghilterra del xvir secolo», ina un'indu Questo, in linea di principio, non può essere escluso. Non si può negare, in par
stria a domicilio che «nella maggior parte dei casi era ormai soggetta al con ticolare, che la produzione di armi da fuoco e soprattutto di cannoni abbia con
trollo del capitale» (trad. it. p. r7g). Dalla metà del xvi secolo i cannoni in tribuito alla formazione di capitali commerciali, finanziari e produttivi e alla na
glesi sono ricercati anche all'estero e nel Seicento sembrano essere i piu ri scita di forme di organizzazione del lavoro di tipo capitalistico ; né può escludersi
cercati, almeno tra quelli di ferro: perché migliori> Migliori in che senso> che essa abbia contribuito a stimolare lo sviluppo della metallurgia, della chimi
Per la qualità? Trattandosi però di cannoni di ferro, anche quando non scop ca, della meccanica e in una parola della scienza e della tecnologia, cosi come non
piano piu, hanno un peso maggiore rispetto a quelli in bronzo, soffrono la rug è difficile ammettere che essa abbia assorbito manodopera, arricchito mercanti
gine, durano un po' meno e sparano un po' peggio. Per il prezzo, allora? Il e fabbricanti, accresciuto per conseguenza le possibilità di prelievo fiscale e
ferro senza dubbio, anche nel periodo in esame, è molto meno caro del bronzo, quindi contribuito ad aumentare il «benessere», almeno là dove tale produzione
ma questo non solo in Inghilterra. Miglior lavorazione, quindi? Anche am ha avuto luogo...
mettendo che ci possano essere e che ci furono realmente differenze di qualità Limitandosi nondimeno a osservazioni di tal genere, Sombart non sottoli
di lavorazione,anche queste differenze sisarebbero riflesse sulprezzo. Canno neava soltanto gli aspetti per cosi dire positivi della guerra e della produzione di
ni per esempio fatti costruire in Russia da Olandesi sarebbero stati di cattiva armi fra Cinque e Settecento. Egli, in primo luogo, stravolgeva il significato dei
qualità ma si vendevano ugualmente, dato il prezzo inferiore, e se si vendevano nessifra guerra, armi e società (capitalismo) nei secoli anzidetti. In secondo
— ovviamente — è segno che qualcuno li comprava e aveva modo di usarli. Il luogo la sua opera, pubblicata alla vigilia della prima guerra mondiale, cioè in
fatto è che non basta che ci sia una domanda perché si possa vendere ; è neces un momento nel quale era al culmine, non solo nel II Reich ma anche nelle
sario che prima si riesca a produrre, e in quantità e a ritmi adeguati. Questo è principali potenze di allora, lo scontro politico fra militaristi e antimilitaristi,
il caso dell'Inghilterra piu che di altri paesi, grazie alle nuove strutture che vi tra fautori della guerra e pacifisti, tra sostenitori di programmi di intensifica
si vanno sviluppando, di tipo capitalistico, con relativi contrasti e conflitti, zione dell'armamento e loro avversari, finiva per assumere oggettivamente il va
all'interno e con l'esterno. Per fare un solo esempio, quando la rivoluzione lore di una teorizzazione della positività, della funzione progressiva della guerra
industriale stava compiendo i primi passi e quando gli eserciti di Napoleone in generale edella produzione di armi in generale, oquantomeno anche per i de
dilagavano per tutta l'Europa, l'Inghilterra, che possedeva nel r7go una pro cenni a cavallo tra xix e xx secolo, e non solo fra xv e xviii. Ragionando con cri
duzione di ferro inferiore a quella francese, nel giro di una decina d'anni rie teri di tal genere, infatti, non è stato difficile riconoscere, ad esempio, nella espe
sce a triplicarla (68 mila tonnellate nel r788, rz5 mila nel i796, zeromila nel rienza della prima guerra mondiale, una funzione progressiva (e perciò un fatto
i8o6 [Romano ig76, p. 8]) e a rifornire in tal modo di cannoni e di altro le positivo) in quanto, avendo essa creato l'esigenza di una pianificazione sociale
varie coalizioni che organizza contro il suo principale antagonista [Ropp rg6g, della produzione su vasta scala, oltre a stimolare il progresso tecnico-scientifico
p. iz3]. Al limite, si potrebbe dire, almeno per ciò che riguarda i cannoni, pro e a promuovere lo sviluppo della piena occupazione, dell'industria, del commer
prio la «cattiva» qualità della produzione di fabbrica (e in serie) e almeno prima cio, ecc., avrebbe contribuito a promuovere il socialismo...
della rivoluzione industriale (ma anche dopo, sia pure per ragioni un po' diver Ora, non è questo il luogo per esaminare e criticare partitamente, nel metodo
se), alimenta la produzione di fabbrica, rendendo necessario un ricambio piu e nel merito, la ricerca storica del Sombart ; un lavoro di questo genere, comun
o meno frequente delle parti, accrescendo in tal modo l'esigenza della intercam que, è già stato fatto altre volte. Nef [195i], per esempio, ha già posto in
biabilità e quindi della standardizzazione, che a sua volta rende piu opportuna luce la «settorialità» dell'analisi sombartiana e ha debitamente ridimensionato
la lavorazione in serie. È vero certo che esigenze di uniformazione si manife l'importanza che lo storico tedesco sembra volesse attribuire alla guerra e alle
stano fin dai tempi di Carlo V e anche prima, ma esse riguardano soprattutto armi in relazione allo sviluppo del modo di produrre in Europa fra Cinque e
i diametri delle bocche da fuoco. La riforma di Gribeauval razionalizza l'arti Settecento. Qui si vuoi solo mettere in evidenza come si possa giungere a sug
glieria da campagna nella misura nella quale è possibile produrre in serie bocche gerire talune deduzioni, scambiando, piu o meno consapevolmente,il momento
da fuoco, loro parti, loro munizioni, loro affusti, loro ruote e via dicendo. secondario con quello principale di un rapporto dialettico storicamente deter
minato. La guerra, in altre parole, che stimola la produzione, di armi e d'altro,
e la produzione di armi, e in particolare di cannoni, che contribuisce a generare
il «capitalismo»: perché non anche (o piuttosto) il capitalismo (cioè il modo di
Armi 8gt) Armi
produrre capitalistico )che contribuiscea generare laguerra, cosi come la pro ciò, la possibilità che in qualsiasi momento si dia luogo al conflitto generale.
duzione di armi ad essa destinata> Se qui la guerra — come sembra doversi capi Ma la corsa al tempo stesso resta nella sua fase attuale una tra le maggiori
re — va intesa come il momento del consumo, e il capitalismo come il momento responsabili dell'accrescersi del divario tra ciascuna delle cosiddette superpo
della produzione, non è piuttosto da quest'ultimo che il processo prende l'av tenze e le altre formazioni facenti parte dei rispettivi sistemi. [c. A.].
vio anziché viceversa> «Un consumo privo di oggetto, — notava Marx [r857
I858],— non è consumo; in questo senso laproduzione crea,produce il consu
mo» (trad. it. p. r 5).
Allo stesso modo, per ciò che riguarda gli sviluppi degli ultimi cento, cento
Audemard, L.
I957-65 Le sj onques chinoises,Museum «Prins Hendrik», Rotterdam.
cinquant' anni, non è difficile ammettere che la produzione in massa di armi e in Bloch, M.
particolare la produzione dei grandi mezzi militari (corazzate, aeroplani, carri t939 La société féodale, Michel, Paris t939-yo (trad. it. Einaudi, Torino t97 + ).
armati, portaerei, bombe atomiche, missili balistici, ecc.) hanno contribuito alla Brunner, H.
formazione dei grandi complessi industriali, sia quelli caratteristici della «ulti t887 De r Reiterdienst und die Anfange des Lehnreesens, in «Zeitschrift der Savigny-Stiftung
ma fase» del sistema capitalistico sia quelli propri dei sistemi socialisti. Anche fùr Rechtsgeschichte, Germanische Abteilung», VIII, pp. t-38.
qui, se ci si limitasse a tener conto di questo solo dato, si dovrebbe dedurre che Childe, V. G.
la guerra, in generale, e quindi anche le guerre degli ultimi cento anni e quelle
t95t Soc ial Evolution,Watts, London (trad. it. Editori Riuniti, Roma r96q.).
che potrebbero ancora scoppiare, sono una cosa buona e procurano benessere
Cipolla, C. M.
t965 Gu ns and Sailsin the Early Phase of European Expansion rqoo-ryoo,Collina, London
perché creano domanda, posti di lavoro, stimolano la ricerca e portano anche al (trad. it. Utet, Torino t969).
socialismo... Dobb, M.
Viceversa — e questa volta l'osservazione non è solo paradossale — per ciò che t9y6 Stu diesin the Development of Capitalism, Routledge, London (trad. it. Editori Riuniti,
riguarda i decenni a cavallo tra xix e xx secolo, quando il dominio del sistema ca
Roma r969).
Engels, F.
pitalistico è incontrastato su scala mondiale, non è piuttosto tale sistema, con t878 He rrn Eug. Diihring's Umtcavzung der Wissenschaft. Philosophie. Politische (Ehonomie.
le tensioni moltiplicatesi e accentuatesi nel corso del suo sviluppo, ciò che ha Sozialismus, Genossenschafts-Buchdruckerei, L e i pzig (trad. it . Ed i t ori R i u n iti,
determinato la corsa agli armamenti in funzione di una guerra tra grandi poten
Roma t968z).
ze che poi di fatto ha avuto luogo?
Ffoulkes, Ch.
I937 The Gun-Founders of England, Cambridge University Presa, London.
Quanto alla cosiddetta corsa agli armamenti, in particolare, il fatto che essa Forbes, R. J.
da qualche decennio annoveri tra i suoi principali protagonisti delle potenze t95o Met allurgy in élntiquity, Brill, Leiden.
socialiste non avrebbe potuto cambiarne la natura o evitarla o rallentarla. A Hall, A. R.
renderla possibile, com'è noto, è in primo luogo il carattere industriale della t 954 The Scientiftc Revolutson r5oo-zgoo. The Fomnation of Modem Scienti fsc World, Long
produzione, tale fra tutti i principali protagonisti della «corsa», nonché i con mans, London (trad. it. Feltrinelli, Milano s976 ).
tinui sviluppi della scienza pura e applicata e della tecnologia, verificantisi in Hamilton, H.
entrambi i blocchi. Ma a determinarla sono le tensioni in atto, generate dalle
t9z6 En glishBrassand Copper Industries to rgoo, Longmans, London.
oggettive contraddizioni tra i sistemi capitalista e socialista.
Hewson, J. B.
t95I A Hi st o ry of the Practice of Navigation, Brown Son Bc Ferguson, Glasgow.
Cosa concludere> Che fin quando esisteranno tali contraddizioni la «corsa» Koyré, A.
sarà inevitabile? E dal momento che una produzione di armi non destinata ad t9g8 Le s Philosophes et la Machine,in «Critique», n. z6 (trad. it. in Dal mondo del pressappoco
una guerrapossibile non avrebbe spiegazione, dovrà concludersiche anche la all'universo della precisione, Einaudi, Torino t967 ).
guerra è inevitabile> Quest'ultima domanda, ovviamente, non può trovare ri Lefebvre des Noettes, R,
sposta esauriente in poche righe. Per il resto, nonostante la potenza già rag z935 De la Marine antique à la moderne. La Révolution du gouvernail. Contribution à l'étude
du gouvernail, s. e., Paris.
giunta da una serie di armi, la «corsa» potrebbe continuare teoricamente all'in Marx, K.
finito, con la produzione di antidoti di antidoti, per esempio di missili, poi di [t857-58] Grundrisseder Kritih der politischen Okonomie (Rohentteurfj, Di etz, Berlin t953
missili antimissili, poi ancora di missili antimissili antimissili, ecc. Ma oltre (trad. it. Einaudi, Torino t976).
alla «buona volontà», i limiti si trovano nelle reali capacità produttive dei Nef, J. U.
competitori e nei loro ritmi di sviluppo economico, tecnologico, scientifico,
t95t War and Human Progress, Routledge Bc Kegan Paul, London.
ecc. È chiaro che, in questo modo, il livello distruttivo già raggiunto dalle armi
Oman, Ch.
r9zg sq History of the Art of War in the Middle Ages,Methuen, London.
e dai sistemi di armamento trasforma in buona parte il confronto in un con Palmieri, G.
fronto economico-tecnologico-scientifico, anche se non esclude affatto, tutto t76t Riflessioni critiche sali'Arte della Guerra, Stamperia Simoniana, Napoli.
Armi 8go
Potratz, H. A,
I938 Da s Pferd der Fruhzeit, s, e„Seestadt-Rostock.
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1969 Small Arms of the World, Stackpole, Harrisburg Pa. t969s (trad. it. Albertelli, Par
ma t97z).
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Il Saggiatore, Milano t967).
Wiesener, J.
z939 Fahren und Reiten in Alteuropa und im alten Orient, i n «Der alte Orient», XXXVI I I ,
2-4.
Strumenti di guerra anche quando vengono presentate come atte ad evitarla, le armi
s'integrano storicamente in complessi schemi tattici e strategici (cfr tattica/strategia)
in cui in definitiva sul fatto tecnico (cfr. tecnica) prevale quello sociale. Se arma è in
primo luogo un utensile, una macchina, un sistema di macchine, non si può parlare di
armi indipendentemente dai rapporti ch' esse contribuiscono a stabilire e a perpetuare tra
le società umane e all'interno delle stesse. Cosi nell'articolo che precede si è parlato delle
armi della nobiltà feudale e della borghesia. In una dimensione tutta contemporanea,
un approfondimento del tema qui accennato della funzionalità economica della «corsa
agli armamenti» in fase imperialistica (cfr. imperialismo) si troverà nell'articolo capi
tale e nell'articolo crisi. Ma non va dimenticato il ruolo delle armi in una prospettiva che
investe i rapporti interculturali (cfr. acculturazione) e che s'identifica in ultima analisi
col tema della violenza nella storia.
402
Frontiera
assili,
m
r. Il co ncetto difrontiera.
«La frontiera è costituita dagli innumerevoli punti, sui quali un movimento
organico è giunto ad arrestarsi»: questa è la definizione di Ratzel [r882-9r,
ed. r 899 II, p. 259], il piu significativo antropogeografo del xtx secolo, e questa
la sua concezione della frontiera, tanto in natura quanto nella società umana.
L'origine della frontiera risiede quindi nel movimento, «che è proprio di ogni
essere vivente» ; . ed essa è quindi mobile. La frontiera non implica una stasi
durevole, bensi l'arresto di fronte al venir meno di condizioni vitali necessarie,
oppure di fronte alla resistenza di un altro movimento in senso contrario.
La frontiera potrà essere spostata in avanti se le condizioni vitali mutano in
tal senso, oppure se il movimento in senso contrario si indebolisce. La mobi
lità è dunque un carattere intrinseco della frontiera, anche se diverse società
umane tendono a fissare le proprie frontiere una volta per tutte.
Anche oggi, a distanza di un secolo, c'è poco da aggiungere a questa ana-.
lisi. Forse Ratzel ha limitato troppo il concetto di «essere vivente», ragionando
secondo categorie che presupponevano una distinzione della realtà in natura
«animata» ed «inanimata». Noi oggi possiamo parlare non soltanto di frontiere
nelle specie vegetali e animali, nelle zone boschive e nelle barriere coralline:
ci sono ormai noti anche i movimenti nel sostrato geologico della Terra e di
altri pianeti, ed i processi di formazione e dissoluzione che avvengono nell'u
niverso; le frontiere di questi movimenti, come le forze che li determinano,
vengono esaminati e individuati nel loro significato.
Qui interessano solo alcune frontiere che si presentano in natura, e cioè
quelle che sono state create dagli uomini, o che dànno ordine e sicurezza
alla loro vita. Tali frontiere costituiscono oggetto d'indagine dell'antropogeo
grafia, dell'antropologia culturale, della sociologia, dell'economia politica e del
le scienze storiche.
Il termine 'frontiera', cosi come i sostantivi corrispondenti nelle lingue
spagnola (frontera), francese (frontière) e inglese (frontier), derivano dal tardo
latino fronteria o frontaria, che indicava quella parte del territorio situata in
fronte, ossia ai margini.
Identico significato aveva nell'antico germanico la denominazione Mark
'regione periferica'. A partire dal xnr secolo nella lingua tedesca venne però
introdotto un nuovo concetto, granica che deriva dal polacco Grenze. Ai ca
valieri dell'ordine teutonico, che ne fecero uso per la prima volta nel I238,
questo concetto tornava assai comodo nelle discussioni con i principi polacchi
relative' ai confini, poiché esso indicava non la fascia territoriale di confine
o Mark, bensi la linea di frontiera [Karp r972]. In effetti, l'espressione granica
(da gran 'regione periferica') indicante una linea in un territorio marcata con
segni particolari, fa la sua comparsa nell'area linguistica slava occidentale già
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  • 1. E NCICLOPEDIA E I N A UD I [ 1 9 8 2 ] GUERRA Clemente Ancona — GUERRA pag .4 Clemente Ancona — ARMI pag.9 Benedykt Zientara — FRONTIERA p ag.l 8 Clemente Ancona — GUERRA pag.25 Michel Cartier — IMPERI pag.37 José Gil — NAZIONE pag.44 Clemente Ancona — TATTICA/STRATEGIA pag.60
  • 2. Guerra I 30 I3I Guerra Q Q Q + O Q O O OO o Q QCà 4 ClQ E O ca N Q Q Q 4 ca Cl Q ctl ùà al O Q -ca E N g ON O O cà Q O O g Cl O I à0 V Cl al 00 .4 al Q v C P M Q N Cl QV M Cl alO O + 4 H OCl + Q ~ ap QM Q 00 '+ QC cà Q Q O O V al V 8cl al Q V O 8 OQV OOV Q Q O Q O OI O ' 6 as Q O C! Cl Ctl Cl Cà V O V cà Q àlV O O V V Q Q ap à0 à0 00 A armi 4 4 2 5 6 frontiera 3 4 3 I 3 2 guerra 3 ' 4 8 5 7 2 z 4 43 4 4 4 S 4 S 5 7 2 S 4 3 2 imperi 6 3 4 .P' 3 3 5 nazione 4 ' 3 6 3 5 5 2 2 2 4 2 2 2 2 tattica/strategia z z 6 3 2 4 S A 6 z 3 ' 3 3 5 4 4 Q ùi a! N M Cà 'oQQ cp O Q O Oà0 O O + + O 4 + Q Q Ctl QM .cà CP Q al .+' Q Q j 4 E 4O E al àl Q al 4O O 'Q CP M Q cà ò QNal V Q al Pl, N E N Q O c à Q 4 O tà O +Oal O O Qalal + cà+ E cà al CP O o E al 00 + Q O Eal à0 à0 & O I Q I 4 cC Q E CP OCl Q al Q O E O M al ICO O O Q Cà Qt Q4I pc+C + Q àl Q O O 'E O .' M M a! cà M 4 armi 4 ' 3 2 3 2 S 3 ' 4 3 S 4 4 3 4 3 frontiera 5 6 5 4 5 I 2 3 2 5 3 2 3 2 4 guerra 3 ' 5 3 4 3 6 6 5 7 5 3 S 4 3 6 6 z 6 446 4 I 7 imperi 3 ' 3 3 3 2 5 S 3 3 2 3 2 5 5 7 5 3 3 2 3 2 nazione 4 2 5 2 3 I 5 6 4 I 4, 5 ' 3 6 6 z 4 5 5 6 6 tattica/strategia 6 z 3 5 4 7 4 4 3 2 3 5 6 3 z ' 5 3 z 6 cà à0 Q Cl + àl 4 Q tù guerra Q O à s a l B nazione guerra • 5 6 4 5 armi 4 5 2 aruu tattica/ tattica /strategia I strategia imperi 2 4 frontiera nazione I ' 3 frontiera 3 imperi
  • 3. ambiguità allegoria codicecompetenza/esecuzione Guerra fonetica immagine avanguardia Guerrametaforagrammatica classico concetto analogia e metafora lessico segno critica csistenxa argomentazione lingua significato biologia bello/brutto essere interpretazione simbololingua/parola letteratura creatività fenomeno linguaggio maniera espressione astratto/concreto forma metrica poetica fantastico dialettica idea semantica alfabeto retorica gUStO identità/differenza proposizione egiudizio sens%ignificato ascolto imitazione mediazione traduzione gesto immaginazione anthropos opposizion%ontraddizione universali/particolari lettura progetto cultura/culture qualità/quantità atti linguistici luogo comune riproduzion%iproducibilità etnocentrismi totalità dicibil%ndicibik orale/scritto discorso sensibilità natura/cultura decisione uno/molti enunciazione comunicazione parola finzione spariahtà arti ritmo distribuzione statistica presupposizione eallusione generi artigianato giochi dato referente informazione scrittura narrazione/narratività artista induzione statistica etica voce stile , scculturáziopé' attribuzione probabilità Slosofia/Slosofie , ci@i)ààtema/motivo oggetto ragione ,antico/modernorappresentazione statistica CCstO fpàuip razionai%rrazionale est~ ~ , > calendario produzione artistica ae)va(gia/har6átz//cfvjii~ teoria/pratica soggetto/oggetto / i,ciclom=. =~ ~ ' à " decadenza armonia colore uguaglianza evon , -=~~ ' ' ) ' 'escatologia escrementi melodia caos/cosmo valori peti l età mitiche disegno/progetto fertilità ritmica/metrica curve e supcrhci infinita vero/falso ~ te ftà~ ' ' : ' genesi abbigliamento visione nascita educazione scala geometria e topologia macrocosmo/microcosmo volontà pasàatb/presente canto sensi generazioni suon%umore coltivazione invariante mondo alchimia progresso/reàzione corpo sessualità infanzia tonale/atonale danza culture materiale natura storia vecchiaia morte astrologia atlante maschera amore industna rurale osservazione vita/morte cabala collezione moda desiderio materiali deduzione/prova reale elementi eros equivalenza unità documento/monumento credenze ornamento prodotti differenziale esoterico/essoterico fossile frontiem isteria clinica dialetto scena formalizzazione memoria pulsione angoscia/colpa cura/normalizzazione funiioni logica enigma infinitesimale rovina/restauro soma/psiche castrazione e complesso esclusion%ntegrazione fiaba possibilità/necess'ità anal isi/sintesi iniperi sonn%ogno censura cannibalismo farmaco/droga fuoco locale/globale referenza/verità anticipazione funzione naàipne mostro identificazione e transfert follia/delirio homo . sistemi di riferimento dciricorsività ipotesi misura ' táttica/strateg)a popolare inconscio medicina/medicalizzazione mano/manufatto stabilità/instabilità divino matematiche modello proverbi nevrosi/psicosi normale/anormale tecnica variazionc tradizioni Cl'01 metodo strUttUIS piacere salute/malattia utensile teoria/modello InlzlazlaflC sintomo/diagnosi magia '~i ~k-~/'<;t4>il~(;:,à/1 v' . ~S).,'i demoni alimentazione ateo messia divinazione agonismo animalemillennio casta assioma/postulato s Irlnto chierica/laico cerimoniale caso/probabilità cucina• IOmb ~ ' àoàlerxnxx/)ntotfarxnmà mit%ito chiesa donnapersona festacontinuo/discreto causa/effetto mythos/logos endogamia/esogamia domesticamento diavolo pur%mpuro feticcio dipendenza/indipendenza ' ' - abaco certezza/dubbio origini famiglia fame eresia religione divisibilità algoritmo g loCO coerenza libertino sogno/visione incesto vegetale lutto dualità approssimazione convenzione libro stregoneria maschile/femminile insieme calcolo categorie/categorizzazione regalità determinat%ndeterminato matrimonio razionai%1gebrico/trascendente conoscenxa peccato ritonumero empiria/esperienza simmetria coppie filosofiche sacro/profano parent zero caccia/raccoltaesperimento santità totem strutture matematiche disciplina(discipline dono legge , ~ a economia uomo/donria trasformazioni naturali / categorie enciclopedia eccedente libertà/necessità innovazione/scoperta formazione economico-sociale metafisica pastorizia lavoro contro11%etroazione insegnamento primitivo natura1%rtificiale consenso/dissenso energia invenzione modo di produzione reciprocità/ridistribuzione analogico/digitale operatività egemonia/dittatura proprietà equilibrio/squilibrio rappresentazione automa interazione paradigma intellettuali ricerca riproduzione intelligeima artificiale previsione e possibilità libertà transizione ordine/disordine sistematicaeclassificazione abbondanza/scàrSit<~ ~:—,. nduzione maggioranza/minoranza macchina organizzazione ripetizione partiti programma semplic%omplesso scienza politicasimulazione aeeumulszlonesistema ==::-'=.=:= è ijministràzione strumento spiegazione apprendimento soglia comunità capitale cervello autoregolazion%quilibrazione vincolo rificabilità/falsificabilità eonfiitto crisI comportamento cognlztollc consuetudine Cos~ , ,d/s~tnibiuzioné', ; ' ' ; ' pesi econdizionamento induzione/deduzione fabbrica : pzorluxioito/diétri controllo sociale innat%cquisito diritto detnPCICS)~ , , ' ' ' , ' gérga astronomia emozione/motivazione istinto cosmologie Imperiaàzmo atomo c molecola mente operazioni istituzioni „ ,.—,~z maSgtnahtà gravitazione percezione responsabilità. . . ; , . ;.~z , : C,, ' , op jnionc impresa ' ' ., apice~~ luce conservszion%nvarianza p'. , 'Sà:' . : '. . ' .pavemà mercato quoziente intellettuale materia entropia PUbbWKÁ~ '/ ' pfopzgqnda merce Ssicaspazio-tempo atmosfera moneta, forza/campo cellula o)o/statué litosfera adansmcnto differenziamento ;sdcii)izzszibpe pianificazione lllato accani evoluzione acqua particella immunità grofitto pianeti mutazion%clcziane plasma individualità bialogica sole polimorhsmo propagazione integrazione Illllvcrso SPCCIC quanti invecchiamento relatività organismo g~k".'~~.~/A. reversibilità/irreversibilità regolazione i catalisistato fisico sviluppoe morfogenesi macromolecole metabolismo omeostasi fhomc spaggf~coorganico/inorganico eredità osmosi gene suolo x~ osvk lpppo vita genotipo/fenotipo razza .I: ' 'fair)torio SallgUC 'villeggio'
  • 4. z93 Guerra Guerra sificabili come guerre, o prodotti umani definibili come armi, o collettività uma Armi, Frontiera, Guerra, Imperi, Nazione, ne giudicabili come nazioni o imperi, ecc., si siano sempre manifestati o siano Tattica/strategia sempre esistiti, o abbiano incominciato a manifestarsi o a esistere dai primi mo menti d'esistenza delle società umane sulla Terra, oppure dai primi momenti dell'esistenza di «civiltà» umane, è perché, ovviamente, di tali fenomeni o pro dotti o altro si hanno in mente rappresentazioni particolari. Sei modelli, sei nodi della stessa rete di sapere enciclopedico, sei concetti Anche tali rappresentazioni, senza dubbio, sono maturate nel quadro di con (o sette, se tattica e strategia si considerano disgiunte oltre che correlate) della testi culturali e di società umane determinati, con relative strutture, basi terri stessa zona di rete caratterizzata dalla guerra. Modelli «reali», da un lato, rela toriali, istituzioni, forme organizzative, divisioni, contraddizioni e conflitti, ecc. tivi a realtà umane oltre che naturali, a uomini cioè sia come individui d'una Ma tali società, a loro volta, sono andate configurandosi come+nazione+ a par specie biologica, sia come prodotti e in certa misura produttori di condizioni e tire dal xvrr-xvnr secolo dell'era cristiana e nell'ambito della cultura europea. di processi storico-sociali oltre che naturali. Modelli tuttavia, dall'altro lato, non Da allora progetti «nazionali » hanno guidato non solo le rivoluzioni americana per questo meno «mentali », e proprio per questo utilizzati e utilizzabili ciascu e francese, nei decenni a cavallo tra xvtrr e xix secolo, ma l'insieme dei movi no in una serie piu o meno lunga di contesti diAerenti, che dallo storico-sociale menti di emancipazione politica dei popoli, prima su scala europea e americana potrebbero andare al biologico, al filosofico, al matematico, al linguistico e a (nel secolo scorso) poi (dalla fine dell'Ottocento ) su scala mondiale. Dovunque molti altri ancora. si è trattato e continua a trattarsi di lotta per l'indipendenza e/o l'unità «na Da dove tuttavia iniziare il discorso? Da uno qualsiasi dei modelli in oggetto zionali», oppure di lotta di liberazione «nazionale». o da uno di essi in particolare, o da nessuno? Il problema si porrebbe, in effet Prima che di nazioni in atto, si tratta di collettività (o almeno, inizialmente, ti, se i modelli da esaminare fossero riconducibili a un denominatore comune, e di parti di queste che se ne considerano l'«avanguardia») che rivendicano da se non venissero considerati come fuori dal tempo, bensi per cosi dire databili, qualcuno un dato paese-territorio come proprio della nazione per diritto na in modo tale da potersi ordinare in successione cronologica, per esempio secondo turale o ereditario. Il fatto della comunanza di origini, costumi, lingua, tradizio la rispettiva data di nascita, ammesso che — ovviamente — tale data sia differente ni, ecc., caratteristico del concetto tradizionale di nazione, risalente alla classici da un modello all'altro. tà romana, risulta essenziale solo in alternativa alla presenza effettiva della col A tale scopo, è possibile osservare, anzitutto, come non ci sia storia dell'uo lettività nella sede-paese che rivendica come propria. Il movimento sionistico, mo che non menzioni, tra i primi prodotti di quest'ultimo, asce a mano, pu per esempio, dopo essersi imposto come avanguardia della «nazione» ebraica gnali, clave, bastoni, randelli, mazze e simili, non solo come suoi primi utensili, (in fieri), rivendica per quest'ultima, dalla fine del secolo scorso, come territorio ma anche come sue prime armi. Queste,anzi, farebbero già parte di attrezza «nazionale» ebraico, le terre che venti secoli prima appartennero alle bibliche ture proprie di specie biologiche meno evolute del genere Homo. +Armi+, certo, tribu di Giuda e Israele in quanto «terre dei padri». potrebbero definirsi smezzi per colpire e per parare colpi»; ma ciò che caratte Collettività, comunque, o loro avanguardie, partono spesso dal presuppo rizza tali mezzi come armi è il contesto nell'ambito del quale vengono adoperate, sto che ilterritorio «nazionale» sia stato usurpato da parte d'uno Stato stranie contesto asua volta caratterizzato dall'uso di talimezzi, in quanto lotta«arma ro, o d'una dinastia, o d'una classe sociale. Ma nella stessa Francia rivoluziona ta». La+guerra+ pertanto, a sua volta, se intesa come mera lotta armata, non ria, se da un lato l'«usurpatore» classico è la dinastia dei monarchi assolutisti, potrebbe non riconoscersi tra le prime forme di attività umana, al pari della dall'altra l'idea d'un'usurpazione straniera non è assente: persino Napoleone, +tattica/strategia+ come coppia correlata gerarchicamente dei modi di condurla. ad esempio, parvecondividere latesisecondo la quale la Francia sarebbe stata +Frontiera+ aquesta stregua avrebbe potuto essere anche lo steccato o qualun da considerare terra dei Galli, usurpata dagli stranieri Franchi (e dai « loro» re), que altro oggetto, naturale/artificiale, delimitante una riserva di caccia primor gli stessi Franchi stranieri trasformatisi in un momento successivo in aristocra diale, o le stesse pareti d'una grotta paleolitica, cosi come «internazionali» po zia locale dominante e oppressiva (Las Casas,Le MémoriaL.., r8z3). trebbero apparire (e vengono talora rappresentati ) persino rapporti tra gruppi Ma non basta né sarebbe potuta bastare la riappropriazione del territorio nomadi arcaici, ciascuno di tali gruppi concepito come+nazione+ oltre che co nazionale ai fini della realizzazione della nazione; è necessario che questa sia me possibile protagonista di guerre. Solo gli+imperi+, di solito, vengono rap anche uno Stato, che abbia delle istituzioni e, in particolare, una forza militare presentati o considerati come forme che co~paiono piu tardi, insieme alla «ci «nazionale». La nazione insomma è compiuta quando è nazione-Stato-potenza, viltà», per quanto genericamente definiti come sistemi di rapporti di dominio / con relativa base territoriale e relativi confini o frontiere. sottomissione con vasta base territoriale fra gruppi umani di vario tipo e di di Forse però le nazioni piu «esemplari» degli ultimi due secoli, gli Stati Uniti versa origine. d'America e la Francia, oltre che ispirarsi a loro volta a modelli come l'Inghil In altre parole, se può sembrare quanto meno discutibile che fenomeni clas terra cromwelliana e l'Olanda in lotta contro l'impero spagnolo per la propria
  • 5. Sistematica locale z94 z95 Guerra indipendenza, ebbero presente anche il modello costituito da piccole comunità, merica, o dell'impero asburgico in relazione all'Italia, o dell'impero ottomano in vissute per secoli isolate e disprezzate anche nell'ambito della cristianità con il relazione alla Grecia; l'Ungheria, anzi, benché tra le piu risolute nel rivendi nome, tra l'altro, di «nazioni». È il caso, in particolare, delle comunità israeli care la propria indipendenza politica nazionale, raggiunge l'Austria al «centro» tiche : modello forse tanto piu significativo, agli occhi almeno delle avanguardie dell'impero asburgico, che nel x867 da austriaco diventa austroungarico. Na nazionali «borghesi» europee, per via da un lato della condizione di mercanti e zione e impero, insomma, non sembrano tra loro in contraddizione; hanno mo di banchieri dei loro esponenti principali, e dall'altro del dover vivere non solo do di formarsi tanto nazioni imperiali, come ad esempio la Francia, quanto discriminate e disarmate, ma anche oppresse e senza una base o sede che non imperi nazionali, come ad esempio il secondo Reich guglielmino. La differenza, fosse precaria. Un modello possibile, quindi, ma non certo da imitare : semmai, rispetto ai primi imperi coloniali europei, come la Spagna o il Portogallo, di un modello in negativo. Continuavano in fondo le comunità ebraiche a svolge pende da chi detiene il potere dello Stato, se una monarchia per diritto divino re la stessa funzione loro assegnata dalla Chiesa, quella di testes veritatis: per o se invece degli individui quali rappresentanti d'una nazione (ivi compresi gli ja Chiesa, ovviamente, della verità cristiana ; per le avanguardie nazionali, di al esponenti d'una dinastia monarchica) : giacché in entrambi i casi titolare del tre verità: non piu tanto l'errore ideologico come la causa delle loro disgrazie, l'impero è lo Stato stesso — che si tratti d'uno «Stato del re» o d'uno «Stato bensi il disarmo, la mancanza di radici e la passività di fronte al sopruso. Ga della nazione» (o «nazionale»). È come se, in altri termini, gli imperi fossero ribaldi una volta, per spiegare come, fino a diciott'anni circa, non ebbe modo la «post-nazione», una tappa, dopo quella della nazione, della solita «evoluzione di nutrire sentimenti patriottici o speranze di riscatto nazionale, avrebbe os generale dello spirito umano». servato: «Noi fummo cresciuti come gli ebrei». Ma cosi dicendo già si anticipa il secondo elemento da tener presente, di Non è solo però uno Stato o una dinastia il nemico da battere: potrebbe es ordine, per l'appunto, ideologico-formale. Lo ius gentium dell'antichità romana sere, piu precisamente, uno Stato-impero o un impero-Stato, Oggi, senza dub si fondava sull'assunto d'una totalità umana facente capo a Roma, con l'impero ' bio, gli+imperi+ sono dovunque sotto accusa ; nessuna grande potenza oserebbe di questa come l'unica forma possibile di quello che piu tardi si sarebbe chia oggi definirsi impero, anche se lo fosse realmente. Eppure, solo mezzo secolo mato lo Stato, Di tale Stato-impero, interlocutori avrebbero potuto essere, in fa, un Hitler poteva mostrarsi particolarmente fiero di parlare della Germania teoria, tutt' al piu delle gentes e non degli altri «Stati »: quand' anche un Cicerone nazista come del terzo Reich, o un Mussolini particolarmente impegnato a tra ebbe a chiamare queste genti nationes,è come se si fosse trattato di gruppi (o di sformare il regno di Vittorio Emanuele in una potenza «imperiale», per quanto insiemi di gruppi ) essenzialmente etnici, o se l'unico soggetto collettivo autoriz «proletaria e fascista». Né fu solo questione di gusti e di propositi da megalo zato ad essere proprietario di territori fosse lo Stato-impero romano, o infine mani : nel secolo precedente, pochi anni erano passati dalla presa della Bastiglia se i territori extra limites fossero delle specie di riserve territoriali di tale Sta e dalla proclamazione della repubblica quando Napoleone decise di farsi pro to-impero (oltre che delle specie di serbatoi di schiavi e di cavalli ). clamare imperatore, mentre in Germania il compimento stesso dell'unità nazio Le teorie giusnaturalistiche, dai tempi della lotta antispagnola (e antimpe nale coincise con la proclamazione del secondo Reich germanico. L'Inghilterra, riale) dei Paesi Bassi, della rivoluzione inglese e della cosiddetta rivoluzione a sua volta, era da tempo un impero quando la regina Vittoria, nel r876, venne scientifica, delle guerre dette di religione e delle monarchie assolutistiche, am proclamata imperatrice, sia pure delle Indie; analogo discorso potrebbe farsi mettevano bensi, da Altusio, a Grozio, a Pufendorf, un mondo diviso per Stati, per la Francia sia nel i8o4 sia nel r85r. Imperi inoltre, di nome e di fatto, ri ma in base a una razionalità che consentiva di riconoscere come Stati solo un manevano il Portogallo, la Spagna, la Russia zarista e l'Austria (poi Austria numero ristretto di formazioni, per lo piu europee, riducendo in tal modo im Ungheria) asburgica. Impero, altresi, diventava il Belgio dopo l'acquisto del plicitamente il resto del mondo umano a oggetto di conquista da parte dell'una Congo, e impero, sia pure rinnovato, rimaneva anche il Giappone di Mutsuhi o dell'altra potenza «civile» (europea), oppure a oggetto di possibile contesa tra to ; né gli stessi Stati Uniti rifiutavano di riconoscere se stessi come «potenza due o piu potenze di tal genere. imperiale». Ma anche il «mondo delle nazioni», come già prima quello delle monarchie Impero tuttavia, nel secolo scorso e nella prima metà dell'attuale, ebbe anche assolutistiche, resta a lungo eurocentrico. L'impero come antinazione sembra il significato generico di «grande nazione» o «grande potenza». Non si capireb prodotto di teorie come quelle di Hobson e di Lenin e di eventi come la rivolu be altrimenti l'abbondanza di imperi, di nome o di fatto e, per converso, la zione d'ottobre e la sconfitta delle potenze dell'Asse durante la seconda guerra contemporanea abituale tendenza a rappresentare la totalità del mondo umano mondiale. Al tempo stesso'se da un lato (specie dopo il 1945) la+nazione+ va come una «comunità di nazioni». Due sono in realtà gli elementi da tenere in realizzandosi come antimpero, dall'altro si realizza anche„come Stato-nazione, considerazione: fino a pochi decenni or sono, quando il nemico da battere, nel ossia prima come Stato e poicome nazione. In varie parti,cioè, essa sembra corso d'una lotta per l'indipendenza o per il compimento dell'unità nazionale, è assumere dimensioni «innaturali», o costituire una realtà altrettanto innaturale, una potenza imperiale, non è la forma impero ad essere messa in discussione, per esempio là dove delle nuove frontiere nazionali coincidono con vecchie deli che si tratti dell'impero britannico in relazione alle colonie inglesi del Norda rnitazioni di territori coloniali. Ma in questi termini i rilievi non possono non
  • 6. Sistematica locale z96 z97 Guerra risultare equivoci: innaturali, semmai, piu che le dimensioni e le nuove realtà, misura, viene proclamato con l'intento di sostituire l'Austria con la Francia al sono le condizioni delle formazioni di recente indipendenza politica, condizioni centro dell'universo europeo. determinate dalla «artificiale» violenza subita, nel corso di decenni quando non All'idea però di un «mondo di nazioni», e di nazioni-Stato in particolare, di secoli di soggezione; innaturali poi, almeno nel senso di prodotti umani, le non avrebbe potuto non accompagnarsi l'idea d'una pluralità possibile di im conseguenze tuttora in atto dei meccanismi secondo i quali si articola il rapporto peri-Stato, di imperi cioè non concepiti come totalità. È sembrato e forse sem svilupp%ottosviluppo, instauratosi con la nascita dell'industria, un meccanismo bra tuttorapossibile da un latoconservare una concezione di tipo gerarchico questo che, se non presuppone piu necessariamente l'esistenza o la sopravvi dell'ordine nelle relazioni tra individui e collettività, fondato in ultima analisi venza di imperi, comporta nondimeno una serie di rapporti di tipo imperiale. sulla «potenza», e dall'altro concepire il vertice di tale gerarchia formato da un Nulla impedisce, a questo punto, di vedere in una banda nomade arcaica o consesso piu o meno «democratico» delle massime potenze. in un gruppo tribale neolitico una nazione o un embrione di nazione, cosi come Comunque sia, non c'è nazione-Stato o impero-Stato che non implichi de nulla impedisce di vedere persino in Giacobbe-Israele il predestinato dal «Dio gli «oggetti» come armi e frontiera. Se anzi per +armi+ devono intendersi dei degli eserciti» a diventare una «grande nazione» (goy gadol: benché goy sembri mezzi percolpire e per parare colpi (ma in un contesto dinamico egemonica meglio esprimere il concetto di «popolo») ; nulla impedisce, parimenti, di con resta pur sempre la funzione del colpire), un'arma, difensiva e offensiva, è anche siderare la nazione francese come esistente dai tempi della pulzella di Orléans la+frontiera+. Questa, indubbiamente, viene per lo piu concepita come una li o da quelli di Luigi IX, di Carlo Martello o degli antichi Galli, o la nazione nea astrattadi separazione/congiunzione, un limite non meno astratto che, ac tedesca dai tempi della Volkerzvanderung(o migrazione di popoli ) che prece cessoriamente, potrebbe indicarsi indifferentemente con una successione di pa dette la «fine del mondo antico»... La nazione come fatto storico-sociale e cul letti o un tratto di penna su una carta geografica, oppure con catene montuose, turale incomincia a manifestarsi solo da tre-quattro'secoli, che si tratti della fiumi, fasce desertiche e simili o infine con valli come quello di Adriano o con conseguenza dell'impellente bisogno d'un mercato «nazionale», oppure del ri muraglie cinesi o altre opere di recinzione-fortificazione. Non a caso tuttavia sultato della crisi degli imperi coloniali ottocenteschi e della conseguente «de la frontiera in quanto limite, per esempio nella lingua italiana, viene indicata con colonizzazione», sia forzosa sia «spontanea». una parola diversa, ossia 'confine'. In questo senso, insomma, essa non è altro Quanto agli+imperi+, la parola può bensi definire realtà appartenenti a epo che un'astrazione, non una «cosa» ma il risultato di un rapporto; come cosa, che e a contesti storici e sociali diversissimi, da un regno faraonico dell'Egitto oggetto, prodotto, è un fatto anzitutto militare. Il nesso fra il concreto e l'astrat antico, a un commonzvealthbritannico del periodo fra le due guerre mondiali, to sta nel potere come libertà di fare e di non fare, che tale potere derivi dalle da un principato di Augusto al Tahuantinsuyu (o «impero delle quattro provin virtu intrinseche dell'oggetto frontiera, dallo spazio del quale la frontiera rap ce») delle Ande meridionali e di prima della conquista spagnola. Ma il modello, presenta il margine, oppure da un compromesso tra comunità finitime, che a oggi, resta quello affermatosi a partire dai decenni a cavallo tra xviii e xix se sua volta rispecchia un rapporto di forze in un momento dato. Come segno con colo in Europa, sulla scorta di reminiscenze storiche relative soprattutto all'im venzionale, il superarla o non superarla non equivarrebbe tanto al rispettarla o pero romano, di residui come quelli del Sacro Romano Impero, di realtà come al violarla quanto piuttosto al violare o al rispettare l'accordo che l'ha istituita. i complessi mercantili-territoriali cinque-settecenteschi facenti capo a Stati co Come ostacolo naturale, il superarla o non superarla equivarrebbe in senso lato me lo spagnolo, il portoghese, l'olandese, il francese e l'inglese, e infine di pro a «dominare» la natura o a subirne il dominio. Un dominio d'altronde non può spettive come quelle che vanno affermandosi nel corso del xix secolo come con prescindere da rapporti intersoggettivi di comand%bbedienza o di servitu /si seguenza della rivoluzione industriale, con relative esigenze di importazione piu gnoria o simili: sulla «natura» esso può esprimersi solo in senso figurato. Una o meno esclusiva di materie prime e di esportazione altrettanto esclusiva di pro frontiera cioè come fatto naturale è concepibile tutt' al piu come margine d'un dotti finiti, oltre che, in un momento successivo, di capitali, ambiente anch' esso naturale, cosi di esseri umani come di individui di qualun Prima che avesse luogo la nascita del sistema industriale in Inghilterra, cia que altra specie biologica. scun impero avrebbe dovuto concepirsi come uno e universale, sia pure nel Quelle in effetti che da qualche secolo vengono chiamate frontiere «naturali », l'ambito di un universo che non comprendeva tutta la specie umana, ma una potrebbero essere tali in almeno due sensi: in quanto parti di superficie terre parte della medesima vivente in territori «naturalmente» definiti, nel senso che stre, come locus standi del genere umano; oppure in quanto luoghi-frontiera oltre ]e frontiere raggiunte, con i mezzi disponibili, l'impero non avrebbe po riconosciuti o rivendicati 'in base a norme o principi di diritto «naturale», che tuto mantenersi facilmente unito e, meno che meno, allargarsi; l'impero insom tuttavia altro non sono che determinazioni «culturali», maturate peraltro, in ma come «totalità», che si fosse trattato del faraonico o dell'incaico, dell'azteco particolare, nell'ambito della cultura europea a partire dal xvi-xvn secolo. Da o del romano, del Chung Euo (ossia della Cina come «impero di mezzo») o del qui l'origine di equivoci, alla base di teorizzazioni etnocentriche presenti sia persiano, o dello stesso impero fondato (o rifondato) da Carlomagno e soprav nell'ambito del giusnaturalismo cinque-settecentesco sia in costruzioni teoriche, vissuto, in teoria, fino al i8o6. Lo stesso impero napoleonico, al ineno in certa che tendono a presentarsi come scientifiche e che vanno dall'antropogeografia
  • 7. Guerra Sistematica locale z98 z99 alla geopolitica. «Naturali» diventano, in tali contesti teorici e ovviamente per La guerra «per eccellenza», negli ultimi due secoli, è stata la guerra tra «na chi va proponendole o proponendosele, quelle frontiere che, in quanto armi, piu zioni », mentre prima era stata quella piu genericamente fra «Stati». Quanto alle favoriscono soggettive politiche di espansione o di conservazione, cosa che tut forze, quelle «per eccellenza» sono eserciti «nazionali», mentre per l'innanzi si tavia potrebbe valere anche per frontiere «artificiali », purché non riducentisi a trattava di eserciti «statali ». Di fatto comunque l'ambiguità rimane sia prima sia meri segni convenzionali. dopo, 'statali' e 'nazionali' potendo assumere una serie di significati differenti. Tutto questo, senza dubbio, non significa che per se stessi un crinale mon Nei due casi ad ogni modo eserciti «regolari », e regolari in relazione a norme di tuoso o un fiume, al pari di un vallo o d'una muraglia, siano +armi+: a renderle formazione e di comportamento istituzionalizzate. Quanto al luogo, quello «per tali è la loro funzionalità in relazione a un contesto conflittuale. È noto d'altra antonomasia» relativo alla guerra in generale è la terraferma in generale, men parte come la disponibilità per esempio di cavalli in maniera esclusiva da parte tre in relazione alla battaglia singola resta il campo aperto. Rispetto al periodo di un gruppo permetta di spiegare almeno in parte la formazione di una serie anteriore alle guerre della rivoluzione francese e dell'impero napoleonico, c'è lo di aristocrazie, da quella feudale europea a quella hittita, dalla macedone alla sdoppiamento dei luoghi «eccellenti», conforme allo sdoppiamentodella con persiana alla mongolica...; aristocrazie formatesi per «divisione» all'interno di dotta bellica in strategia e tattica. Quanto infine agli obiettivi, anche qui uno una formazione sociale determinata, e aristocrazie formatesi per «unificazio sdoppiamento tra obiettivi strategici e obiettivi tattici, i primi finali e i secondi ne», dopo essersi imposte, insieme al resto d'un gruppo sociale ad esse facente intermedi ; in secondo luogo, la guerra nella sua « forma assoluta», secondo l'e capo, su altri gruppi di differente origine totalmente privi di cavalli o comunque spressione clausewitziana, è la guerra « totale» : questa, a rigor di logica, dovreb in grado di procurarsene in misura minore rispetto all'avversario. Tuttavia, per be essere la guerra nella quale tutto l'essere di ciascuna forza contrapposta è se stesso, nemmeno un cavallo è un'arma, cosi come non lo sono, a maggior ra messo in gioco, la guerra « fino all'ultimo,sangue», per usare la formula di taluni gione, degli esseri umani, per quanto anch' essi in grado di costituire «mezzi di duelli singolari, quella che termina non solo faute de combattants effettivi, ma guerra». Armi invece sono fanterie e cavallerie, collettività umane organizzate e anche per mancanza di combattenti potenziali ; a meno che, beninteso, una dellé «attrezzate» da usare come masse, sia d'urto sia di manovra, come mezzi, ap parti non decida di arrendersi strada facendo e che l'altra accetti di interrom punto, per colpire e parare colpi. Se il potere, secondo l'adagio napoleonico, na pere la sua azione. È difficile ammettere, senza dubbio, che una o piu nazioni sce dalla canna del fucile, il fucile, come il cavallo da guerra o il missile telegui rischino la propria esistenza al solo scopo di annientare i propri rivali; lo è meno dato, alparid'una fortezza o diun muro di cinta, nasce dal lavoro umano, men tuttavia nel quadro di una logica di «legittima difesa» di tutte le parti in lotta. tre la «forza», in ultima analisi, è questione di maggiori o minori capacità pro Resta da spiegare, in tal caso, da dove venga l'offesa «illegittima». Ma per ri duttive, almeno se riferita a società umane determinate. Questo, è vero, sembra spondere senza partito preso è inevitabile abbandonare le «ragioni» dei con spiegare solo rapporti di forza «oggettivi» tra Stati, ma non (o almeno non sem tendenti per rimettersi a quella (singola) delle condizioni reali e della loro di pre) all'interno di Stati; sembra trattarsi, inoltre, di considerazioni sulle armi namica. Da qui il modello nei suoi termini reali e concreti; da qui l'esclusione e sulla stessa+guerra+ che non contemplano la possibilità di alleanze tra com dellaguerra come fatto«naturale» (o prevalentemente determinato dalla natura, pagini statali e non statali. Sembra poi che alla capacità produttiva sia diretta ivi compresa la natura umana), a meno di chiamare guerra anche una singola mente proporzionale sia il grado di organizzazione della forza armata, sia l'abi razzia o una singola imboscata in condizioni arcaiche o una rissa collettiva pre lità nell'attuare l'impresa bellica, dalla tecnica nell'uso dei mezzi (equitazione, valentemente «casuale», ossia non riconducibile a contraddizioni insite in strut scherma, tiro, manovra di mezzi di comunicazione o di trasporto, ecc.), alla ture sociali con relativa stabilità, cosi di singoli contesti come di intere aree cul +tattica/strategia+. Sembra infine direttamente proporzionale al livello delle for turali. ze produttive la stessa disciplina militare, vale a dire la stessa dipendenza del l'inferiore gerarchico dal superiore, fino al limite «ottimale» della trasformazio Per riassumere : due tipi di soggetti, la+nazione+ e gli+imperi+, con relativi ne del primo in automa dotato di meccanismi di autoregolazione. oggetti, le+armi+ come oggetti-mezzi e la+frontiera+ come oggetto-fine; un ti Di fatto però tutto questo non esclude determinazioni soggettive; si limita po di processo,inoltre,ossia la+guerra+, che si manifesta attraverso rapporti solo a subordinarne l'eventualità a condizioni date, condizioni a loro volta con intersoggettivi fondamentalmente conflittuali e violenti, con dati mezzi e dati formi alla dinamica propria di strutture sociali determinate. La qual cosa peral scopi e finalità, secondo forme d'azione riducibili in termini di +tattica/strate tro non implica affatto preconcetti evoluzionistici, anche se tali preconcetti con gia+. Sei modelli che si presuppongono l'un l'altro, che si spiegano, almeno in tinuano a manifestarsi nelle ricostruzioni storiche con straordinaria frequenza, certa misura, l'uno con l'altro. Ma perché il circolo non sia vizioso non si può soprattutto negli ultimi due secoli. far a meno di partire da un momento dato, relativo a un contesto dato, e preci Si può dire piuttosto che il modello +guerra+ si presenta oggi sia in termini samente dai piu volte ricordati decenni compresi tra xviii e xix secolo nell'am oggettivi sia in termini soggettivi : guerra cioè come processo storico-sociale, e bito della cultura europea, e da qui spostarsi in altre aree e discendere e salire, guerra come problema di tattica, di strategia o infine di tattica/strategia. rispettivamente verso le origini e verso i futuri possibili sviluppi. [c.A.].
  • 8. Sistematicalocale 300 30I Guerra Liddell Hart, B. H. Aron, R. Strategy, the Indirect Approach, Faber and Faber, London 1954.'. x96z Pa ix et guerre entre les Nations,Calmann-Lévy, Paris (trad. it. Comunità, Milano x970). Mahan, A. Th. Balazs, E. x89o Th eInjluence of Sea Poieer upon History, r66o-r783, Low, Marston, Searle and Riv x968 La bureaucratie céleste,Gallimard, Paris (trad. it. Il Saggiatore, Milano x971). ington London Brewer, G. D., e Shubik, M. Mao Tse-tung x979 The War Game. A Critique of Military Problem Solving, Harvard University Presa, [x936] [Problemi strategici della guerra rivoluzionaria in Cinaj, in Scritti filosofici, politici, Cambridge Mass. militari xqzò-r964, Feltrinelli, Milano x968, pp. 3x — xo9. Carcopino, J. Marxism-Leninism x934 Points de vue sur l'impérialisme romain, Le Divan, Paris. x972 Ma r z ism-Leninism on War and Army,Progress Publishers, Moscow. Clausewitz, K. von Nef, J. U. x83z-34 VomKriege,Diimmler, Berlin (trad. it. Mondadori, Milano x97os). x95x Wa r and Human Progress,Routledge and Kegan Paul, London. Delbruck, H. Neumann, J. von x9o7-zx Ge schichte der Kriegskunstim Rahrnen der politischen Geschichte,4voll.,Stilke, Berlin. x954 A numerical method to determine optimum strategy, in « Na val Research Logistica Douhet, G. Quarterly», I, x„p p. xo9-x5. x9zx Il d o minio dell'aria; saggio sull'arte della guerra aerea,L'amministrazione della guerra, Ropp, Th. Roma. x965 War in the Modem World,Collier, New York. Engels, F. Sombart, W. x878 He rrn Eug. Duhring's Umtcálzung der Wissenschaft. Philosophie. Politische fEkonomie. x9x3 Kr i eg und Kapitalismus,Duncker und Humblot, Munchen-Leipzig. Sozialismus, Genossenschafts-Buchdruckerei, Leipzig (trad. it. in K. Marx e F. Engels, Turner, F. J. Opere complete, voi. XXV, Editori Riuniti, Roma x974, pp. x-3x4). x9zo Th e Frontier in American History,Holt, New York (trad. it. Il Mulino, Bologna x959).Fairbank, J. K. Turney-High, H. H. x968 (a cura di) The Chinese World Order: Traditional China's Foreign Relations,Harvard University Presa, Cambridge Mass. x949 Primitive War; its Practice and Concepts, University of South Carolina Press, Columbia S.C. Folz, R. Weil, G. x953 L' idée d'empire en Occident duve au xtvs siècle,Aubier-Montaigne, Paris. x938 L' Eu rope duxrxe siècle et l'idée de nationali té, Michel, Paris. Fuller, J. F. Ch. White, L. T. jr x96x Th eConduct of War, r789-r96r: a Study of tbc Impact of the French, Industrial and Rus sian Revolutions on War and its Conduct, Rutgers University Press, New Brunswick x96z Me d ieval Technology and Social Change,Oxford University Presa, London (trad. it. Il Saggiatore, Milano x967). N.J. Wittfogel, K. Guyomar, J.-Y. x974 L'idéologie nationale, Champ Libre, Paris. x957 The Orienta Despotism. A Comparative Study of Total Porcer, Yale University Presa, New Haven Conn. (trad. it. Vallecchi, Firenze x968). Hallgarten, G. W. F. x967 Da s W e ttrusten. Seine Geschichte bis zum Gegenrcart, Eu r opaische Verlagsanstalt, Frankfurt am Main (trad. it. Editori Riuniti, Roma x97z ). Hoffman, S. x969 Le sort de la nation dans l'Europe occidentale de l'après-guerre,in M, Albertini e altri, L'idée de nation, Presses Universitaires de France, Paris. Jomini, A.-H. de x84o Pr incipe de la stratégie, développé par la relation de la campagne der796 en Allemagne, par S. A. I. R. l'Archiduc Charles. Traduit de l'Allemand par le Général en Chefabomini...suivi des Mémoirs pour servir à l'histoire de la campagne de r796, par le Maréchal comte 'fourdan, Petit, Bruxelles. Kahn, H. x96o On T hermonuclearWar, Princeton University Press, Princeton N.J. Karp, H.-J. x972 Gr e nzen in O stmitteleuropa scahrend des Mit telalters: ein Bextrag zur Entstehungsge schichte der Grenzlinie aus dem Grenzsaum, Báhlau, Kòln-Wien. Lattimore, O. x955 The Frontier in History, in Relazioni del K Congresso Internazionale di Scienze Storiche, Roma x955, Sansoni, Firenze, pp. xo5-38. Lenin, V. I. [x9x6] Imperializm, kak vyssaja stadija kapitalizma, Parus, Petrograd x9r7 (trad. it. in Opere complete, voi. XXII, Editori Riuniti, Roma x969, pp. x87-3o3 ).
  • 9. 8z5 Armi Armi prodotto di condizioni storiche determinate e che esse stesse fanno parte di tali condizioni. Né basterà notare che il contestonel quale la guerra in senso lato produce lapace, e viceversa, cosi come l'offesa la difesa,è anche un pro cesso,storico oltre che dialettico [Marx r857-58, trad. it. pp. rg sgg.] : c'è an r. Il pr o blema. che da vederecome, e secondo quali meccanismi. In altre parole, se al limite una infinità di oggetti potrebbero fungere da Mezzi di lotta per la difesa e per l'offesa, per vibrare colpi e pararli, da armi (cosicome qualunque arma potrebbe fungere da altro), ciò non significa vicino e da lontano, espressioni di forza, strumenti per esercitare la violenza... che non si possa parlare di armi in senso proprio, o di armi proprie e improprie Con definizioni di tal genere si può indicare tutto e il contrario di tutto. Perché secondo questa o quella legge positiva o anche morale ; che non si possa distin non anche, ad esempio, mezzi per evitare la lotta> Sembra anzi, stando alle guere tra armi offensive e difensive, reali e fittizie, o che le armi, come prodotti definizioni piu diffuse della loro ragion d'essere, che le armi si producano delle circostanze nella loro infinita varietà e della volontà umana nella sua infini soprattutto per amore di pace, come quelle di Leviathan per evitare il bellum ta libertà, non siano definibili e identificabili in quanto tali. Certo non lo sono omnium contra omnes o come le moderne «forze di dissuasione»... Come di in assoluto e una volta per tutte, come pretendevano i trattatisti europei dei se stinguere poi tra mezzi di offesa e mezzi di difesa> I colpi di una batteria di coli xv e xvi (per esempio: mezzi individuali e collettivi per sferrare e parare cannoni possono avere tanto una funzione offensiva, per distruggere o indebo botte, fendenti e stoccate da lontano e da vicino...), ma lo sono benissimo in lireforze nemiche, quanto una funzione difensiva,come <(fuoco disbarramen quanto prodotti della storia, della società e del lavoro umano nei loro successivi to». Armi inoltre anche quelle della dialettica, della seduzione, del ricatto o sviluppi. persino dello spirito in lotta con le tentazioni della carne?... Armi, ancora, che i giocattoli dei bambini o quelle destinate alla finzione scenica, come fucili di legno o elmetti di cartapesta?... O per «armi» deve intendersi so o i z. Le armi, latecnica, la scienza. mezzi della lotta cruenta, in atto o potenziale, per esprimere o esercitare la forza o la violenza «fisiche»? Ma allora armi anche qualunque oggetto «fisi L'arnese. co», il Sole, i fiumi, le opere dell'uomo, l'intero universo «fisico», insomma, come immenso arsenale possibile> O vanno distinti gli oggetti che sono armi Le armi, ad esempio, del medioevo europeo, quelle in uso, poniamo, tra «per natura» da quelli che possono diventarlo, come spade e cannoni nel primo Pviir e il xv secolo. Armature di cavalieri e di cavalli, lance pesanti gigliate, caso e cubetti di porfido e aste di bandiera nel secondo? È probabile tuttavia spadoni, mazze ferrate; poi archi pesanti e frecce lunghe, balestre manuali e che agli inizi dell'Età della pietra la maggior parte dell'attrezzatura umana quadrelli; poi rocche e castelli con relativi fossati, mura merlate, ponti levatoi; sia stata costituita da oggetti che furono armi e altro «per natura»: amigdale poi ancora «macchine e artifici» in genere, dai mangani ai trabucchi, alle torri ad esempio o ascea mano, nate siaper fungere da armi che da arnesiper ta d'assalto, agli arieti di sfondamento, ai fuochi greci, fino alle prime bombarde... gliare,scavare, raschiare e compiere insomma operazioni che con la guerra o Nella sostanza, si potrebbe dire, quasi niente che già non fosse comparso la lottaarmata hanno ben poco a che fare; un bulldozer oggi può spianare nell'antichità o persino nella «preistoria». Le stesse navi, da guerra e da carico, tanto una strada quanto la casa del nemico, cosi come un radar puo tanto se presenti nel Mediterraneo fra xrv e xv secolo, non sembrano differire gran g' nalare un ostacolo nella nebbia quanto avvistare nella notte uno stormo di che, nei loro tratti essenziali, dalle navi lunghe e onerarie di Greci e di Romani, bombardieri. le prime ugualmente sottili, a remi e rostrate e le seconde ugualmente larghe, Si potrebbe osservare, allora, che le armi, in quanto cose atte a soddisfare a vela e prive di sperone; forme ibride inoltre, sia prima che dopo; né le di bisogni umani, andrebbero considerate come «beni» (sia pure tra virgolette) e, mensioni sono molto diverse [Ropp ril65, pp. 6z-63; Rodgers rilgg; e, per un in determinate condizioni, anche come merci ; cose insomma che comme tutte le confronto,Audemard irl57-65]. altre possono costituire condizioni naturali o prodotti del lavoro umano. Si Si potrebbe osservare, in primo luogo, l'assenza di un preteso «eterno duel potrebbe aggiungere infine che, in quanto mezzi, siano essi arnesi, strumenti, lo tra lo scudo e la spada» (e anche tra la «spada» e la «spada»), almeno nel utensili o macchine, oltre a possedere un significato economico, ne hanno anche senso nel quale, dal secolo scorso, si è tentato a volte di spiegare la corsa agli uno tecnico. Tutto questo però non basta ancora a caratterizzarle come armi. armamenti come un fatto naturale e ineluttabile. Non si p uò nemmeno imma In eRetti, limitandosi all'aspetto «esteriore» dell'oggetto, non sarà mai pos ginare una«corsa» per fattiche sisvolgono al contrario con estrema «lentezza» ; sibile coglierne il significato reale, mentre tenendo conto solo di quello «inte la quantità rappresentata dal ritmo del duello è tanto modesta rispetto ai giorni riore»,non se ne potrà comprendere la funzione reale. nostri da implicare differenze qualitative molto nette. È vero che nell'anti D'altra parte, non basta nemmeno rilevare che le armi rappresentano il chità si generalizza l'uso delle lame metalliche [Forbes I95o], della cavalleria
  • 10. Armi 8z6 8zp Armi formata dacarrida guerra prima [Potratz I938 ] e di quella montata in seguito può essere ridotta e di fatto si riduce in proporzione, almeno nella sua parte [Wiesener x939]. Non è difficile ammettere, poi, che per competere con forze combattente; le armi del cavaliere possono allungarsi e appesantirsi e la coraz dotate di armi metalliche si imponesse oggettivamente l'esigenza di dotarsi di za ricoprire tutto il corpo di cavaliere e cavallo... L'arma fondamentale, tuttavia, mezzi per lo meno della stessa potenza, con analoga forza di penetrazione, ro resta un arnese manuale, un prolungamento del braccio; alle macchine, ai bustezza, lunghezza ecc., e che tale esigenza si sia imposta anche di fatto. Ma mezzi per cosf dire collettivi, è al massimo riservata una funzione accessoria, questo si produce solo nell'arco di parecchi secoli e rimane circoscritto per un e comunque quasi mai in campo aperto. tempo altrettanto lungo ad un numero limitato di formazioni e di categorie so ciali. Agli inizi del v secolo a. C., quando l'uso delle lame di ferro è comune z.z. La macchina. tra i popoli del Mediterraneo orientale, le armi di alcune formazioni etnico-mi litari al seguito di Serse in procinto di invadere la Grecia, non sono né in ferro Un altro esempio: le armi presenti in Europa tra xv e xv?n secolo. Armi né in altri metalli [Erodoto, Storie, VII, z, 69]. Il carro da guerra si diffonde da fuoco, innanzitutto, in mille forme e dimensioni, di bronzo, di ferro e persi in Egitto e in Grecia un millennio circa dopo la sua apparizione in Mesopota no di cuoio; poi vascelli oceanici, con vele e cannoni; poi fortezze a pianta mia [Childe I95I, trad. it. p. rg' ]. stellare, con relativi bastioni e scarpate. Ancora, nondimeno, tutta la serie delle Cosicché, quando il problema della forza militare non si pone in termini armi bianche, in forme nuove e tradizionali, le armature, le cavallerie, le fante quantitativi, di mezzi, ma soprattutto di uomini, solo occasionalmente sorgono rie... Anche qui, si può dire, soprattutto persistenze, ma almeno una novità forme nuove, o nuovi modi di organizzare i mézzi esistenti e già noti. Le ap fondamentale, che condiziona le altre, dalle navi alle fortezze. plicazioni scientifiche e tecniche di un Archimede durante l'assedio di Siracusa In effetti, la cavalleria d'urto trova limiti invalicabili al suo sviluppo nella restano un fatto isolato, che non ha conseguenze per secoli; altrettanto dicasi muscolatura e statura di cavallo e cavaliere, che in ultima analisi condizionano delle armi inventate dagli «ingegneri di Alessandria». L'impiego piu o meno tanto lo spessore delle corazze quanto la lunghezza delle armi manuali. Le armi abituale di macchine da guerra in campo aperto da parte di Alessandro prima da fuoco, viceversa, trovano limiti soprattutto estrinseci, non dipendenti cioè e di Cesarepoi è anch'esso eccezionale. tanto dalla loro natura o da quella di chi le deve usare : sono macchine, appunto, La qualità, in altre parole, non sembra tanto dipendere dalla funzione del che funzionano in virtu della loro struttura interna [Vernant t965]. Macchine, mezzo quanto piuttosto dalla sua aderenza a un modello : tanto migliore l'arma è vero, sono anche trabucchi, mangani, catapulte e persino gli archi e le bale come prodotto quanto piu aderente la lavorazione alla regola tradizionale. Solo stre ; ma c'è una differenza: il fatto che nelle armi da fuoco l'energia propulsiva eccezionalmente la scienza costituisce la teoria della tecnica e questa, «abitudi è parte integrante del sistema-arma, costituito non solo dalla canna e dal pro naria quasi per essenza»[Koyré r948, trad. it. p. 8y], non può nemmeno dirsi ietto, ma anche dall' esplosivo;un sistema che potrebbe dirsi per natura dina sapere pratico. mico, a differenza di quello delle macchine da guerra tradizionali, che potrebbe La cavalleriacorazzata feudale può anche considerarsi un fatto nuovo. dirsi statico. Sono state distinte tre epoche nell'impiego del cavallo in battaglia, le due già Lo sviluppo tecnico della cavalleria è condizionato dal fatto che la produ menzionate piu quella del «cavaliere fornito di stafFa» [White r96z, trad. it. p. zione el'uso continuano a fondarsiin prevalenza — come s'è detto — su regole r5] ; a quest'ultima ovviamente è stata attribuita un'importanza fondamentale. tradizionali, da rispettare o al massimo da interpretare; ]o sviluppo delle armi In effetti, sino all'virò secolo, la cavalleria ha costituito di solito una parte se da fuoco, tra Cinque e Settecento, si fonda anch' esso su conoscenza tecnica, non condaria della forza armata sociale, nel senso che la sua funzione in guerra si scientifica, d'una tecnica però che è piu frutto di pratica, di prove e riprove, riduce per lo piu all'inseguimento di nemici in fuga, alla protezione delle ali che di regole fisse e indiscutibili; il modello di riferimento non è né potrebbe di schieramenti di fanteria, all'avvio di manovre avvolgenti, ecc. Solo raramen essere una forma, e nemmeno la forma d'un meccanismo, come per una spada te, insomma, ha costituito il centro di gravità di una formazione classica. La o per una balestra, rispettivamente, bensi lo stesso meccanismo. Cosicché, se staffa, aggiuntasi in Europa alle briglie, al morso, agli speroni, alla sella arcio per produrrelance,corazze e bardature avrebbero potuto bastare nozioni tra nata e pomellata verso la fine del vn secolo, rende effettivamente possibile dizionali, per le armi da fuoco non solo si dimostra necessario un sapere pra l'espressione di colpi eccezionali, sia per la loro potenza, sia per le condizioni tico, ma si pone anche l'esigenza di un sapere scientifico, tecnologico. Ciò di sicurezza e di stabilità nelle quali possono sferrarsi, sia infine per la qualità non toglie che per piu di quattro secoli si produssero e usarono polveri e can di tale potenza, non piu tanto prodotta da muscoli umani quanto piuttosto noni in base a principi prevalentemente empirici, rendendosi conto solo som dalla somma dei pesi di cavallo, cavaliere, armi e armature (dai sette ai nove. mariamente di potenzialità e limiti delle nuove armi. Non si tratta di ignorare, quintali ) insieme lanciati alla carica. Il fatto nuovo, indubbiamente, è la pre con questo, nella produzione di armi da fuoco e soprattutto di artiglierie, le messa di una serie di cambiamenti: la cavalleria feudale può diventare la forza osservazioni di un Ruggero Bacone sull'affinamento delle polveri, o le descri d'urto decisiva, e di fatto lo diventa, e tale si mantiene per secoli; la fanteria zioni contenute in una Pirotechnia di Biringuccio o in un De re metallicadi
  • 11. Armi 8z8 8zil Armi Agricola, o i calcoli di balistica di un Tartaglia, o la teoria parabolica di Gali nomiche e via dicendo quali condizioni della navigazione oceanica e dell'ac leo, o gli studi di Torricelli, Anderson, Newton, Bernouilli e di altri ancora crescimento della potenza marittima di una serie di stati europei [Hewson in fatto di traiettorie, di resistenza prodotta dall'aria al movimento dei proiet ignei]. Ma è anche vero che, in ultima analisi, la timoneria a cerniera resta un tili, conseguenti deviazioni degli stessi, ecc. Questi studi in realtà, anziché la sistema di leve, come prima, mentre la propulsione a vela, per se stessa, non premessa teorica della tecnica degli armaioli, ne rappresentano piuttosto la è certo una novità, cosi come le singole componenti 'della velatura oceanica o conseguenza. D'altraparte, fra Cinque e Settecento, la produzione e anche dello scafo dei galeoni, sono nuove piu dal punto di vista delparchitettura l'uso diarmi da fuoco solooccasionalmente può essere la conseguenza di ap navale, che da quello dell'ingegneria [Koyré iilg8, trad. it. p. 78]. Essenzialmen plicazioni scientifiche. Basterebbe ricordare, a tal proposito, come una scienza te architettoniche, del pari, le novità del cosiddetto ordinamento bastionato chimica, oggi indispensabile non solo per la produzione di esplosivi ma anche [Schmiedt igpg], cosi come lo sono state le novità del castello feudale nell'xi se per l'estrazione, preparazione e lavorazione dei metalli e delle leghe, pratica colo. D'altraparte,se la nave da guerra a vela munita di cannoni si afferma e mente non esiste prima della fine del xvni secolo. Il significato stesso di un'e sviluppa prima in Portogallo e Spagna poi in Francia, Olanda e Inghilterra dalla splosione, per esempio, fino ai tempi di Lavoisier, è solo vagamente intuito; fine del xv secolo, le sopravvivono nel Mediterraneo galere a remi per almeno J. B. Van Helmont, il piu grande iatrochimico del suo tempo (secoli xvi-xvri ), due secoli, mentre nei mari dell'Oriente la tradizionale giunca da guerra resta chiamava gas «questospirito,finora sconosciuto, che non può essere rinchiuso ancor piu a lungo il principale mezzo di lotta sul mare; allo stesso modo tra le in un recipiente né ridotto a corpo visibile (a meno che non ne venga prima armi di un Montecuccoli, accanto a cannoni di ferro da campagna, possono tro estinto il seme)» [Ortus medicinae, in Hall rg54, trad. it. pp. zii-qz ]. È vero varsilevecchie balestre,con una loro precisa funzione, per non parlare discia poi che «con l'andar del tempo» le canne delle artiglierie divennero meno bole e picche, che continuano ad armare reparti di eserciti ancora in pieno Ot- . fragili e deformabili, ma a parte l'individuazione — sempre per via essenzial tocento. mente empirica — di proporzioni piu adeguate (fralunghezze dicanne e diame In ultima analisi, se dal punto di vista della scienza e della tecnica l'arma tri di bocche, tra quantità di esplosivo e peso di proietti, ecc,), la miglior da fuoco come arma-macchina rappresentala novità principale fra xv e xvtn qualità dei metalli dipese anche dalla ripetuta rifusione di pezzi incrinatisi o secolo, al tempo stesso le sue potenzialità non riusciranno a manifestarsi oltre scoppiati o deformatisi in precedenti azioni militari. i limiti «estrinseci» della conoscenza scientifica, a loro volta determinati sia dal Ancora nella seconda metà del xvnt secolo un Giuseppe Palmieri, autore grado da questa raggiunto sia dalla forma dei suoi rapporti con la tecnica, fra l'altro di un importante trattato di critica militare, rappresentava le artiglie nel senso prima indicato. rie del suo tempo come armi piu o meno equivalenti, se non inferiori, alle balestre e catapulte dell'antichità. Queste ultime, scriveva, «se non di egual z.8. Il sistema di macchine. forza a quella del cannone» sarebbero state «almeno di piu uso, e piu vario e molteplice» [ ty6r, I, p. g8]. Quanto alle armi portatili, l'arco e la fionda avreb Un ultimo esempio: le armi dell'epoca attuale. Ancora armi da fuoco, in bero presentato persino dei vantaggi rispetto al fucile, per la maggior maneg tanto, ma con diverso significato. Ancora esplosivi, dalle polveri nere, alla di gevolezza, rapidità di tiro e per altre ragioni ancora. «Se dunque le presenti namite, al napalm, alla reazione a catena... Poi la lunga serie di armi: mezzi di armi da trarre — si domandava l'autore, senza peraltro riuscire a spiegarselo locomozione automatici, dalla locomotiva a vapore al carro armato, dal piro non hanno né maggior offesa, né maggior uso delle antiche; se come tali, al scafo al sottomarino atomico, dal pallone aerostatico all'aereo a reazione, dal loro primo apparire furon conosciute, e praticate, come poi hanno acquistato siluro al missile balistico a testata multipla... Poi ancora la non meno lunga tanto creditoper far sbandire le armi da ferirda presso>» [ibid.]. E ancora: serie di mezzi di trasmissione e di intercettazione, dal telegrafo, alla radio, al «A che inventar nuove armi quando quelle [antiche] e dalle ragioni e dall'e radar... E inoltre i recenti sviluppi in fatto di armi cosiddette chimiche, biochi sperienza si sono dimostrate le migliori, che siensi adoperate, e che si possano miche, batteriologiche, meteorologiche, geofisiche, termonucleari... Una elen mai adoperare>» [ibid., II, p. z7]. cazione, sia pure per sommi capi, è praticamente impossibile, a meno che com Per quelche riguarda lamarina da guerra, è giustoricordare, con Lefebvre prenda una buona parte dell'intera produzione, le fabbriche, gli stessi impianti des Noéttes [rg85], l'importanza oggettiva del timone a cerniera rispetto a produttivi, i mezzi di trasporto e di trasmissione, le fonti di energia e di mate quello a remi, tanto come mezzo per accrescere le possibilità di manovra senza ria prima, i centri di ricerca, le tecnologie, le conoscenze scientifiche... remi e per mantenere la rotta, quanto come condizione sia per sostituire remi, Si sa, per esempio, come il piano di Hans von Seeckt >er riarmare la Ger rematori e truppa di bordo con vele, cannoni e artiglieri sia per accrescere di-. mania dopo la prima guerra mondiale comprendesse, oltre al reclutamento e mensioni, capienza, autonomia e potenziale di fuoco delle navi. Non è meno addestramento e agli altri aspetti piu specificamente militari, una mobilita giusto ricordare la lunga serie di progressi compiuti in fatto di strumentazione zione dell'economia in vista dell'equipaggiamento e rifornimento di 68 divi di bordo, tecniche di navigazione, acquisizione di conoscenze geografiche, astro sioni [Wheeler-Bennett rilgy, trad. it. p. r8o ]. Si sa inoltre come il riarmo te
  • 12. Armi 88o 88t Armi desco sia stato possibile in un tempo relativamente breve proprio perché le china, in seguito si verifica anche la progressiva meccanizzazione di un numero clausole di Versailles, che pure implicarono, in vista della smilitarizzazione del crescente di mezzi militari. paese vinto, la distruzione di montagne di materiale bellico (del solo patrimo Si è fatto cenno a fonti di energia. Non si tratta ovviamente di mettere in nio Krupp furono demoliti g8oo macchine, piu di 8oo mila apparecchi e dubbio il valore della forza muscolare umana nella lotta, o di quella animale strumenti, centinaia di impianti come forni di cottura, serbatoi di acqua e olio, in genere, o del vento che gonfia le vele; tuttavia, finché si tratta solo di questo impianti di raffreddamento, ecc.), non avrebbero potuto rendere esecutivala genere di mezzi, un problema di fonti di energia come problema autonomo non distruzione di brevetti, disegni, progetti e altro materiale di studio relativo ad si pone nemmeno; potrebbe porsi al massimo un problema di velature o di armi e armamenti [ibid.], per non dire ovviamente del grado di sviluppo tecni alberi che le sorreggono, o di robustezza fisica di uomini o cavalli, problemi co-scientifico raggiunto allora dalla Germania sia in generale che nei settori cioè di attrezzi, animali e soggetti. Viceversa benzina, nafta, kerosene, idrogeno piu direttamente connessi con la produzione militare. liquido o plutonio, sono componenti inseparabili ed essenziali di meccanismi Si è piu volte affermato che dagli inizi della «rivoluzione industriale» fino alla armi come autoblindo, carri armati, bombardieri a reazione, missili balistici o metà dell'Ottocento non si sarebbero prodotte novità sensazionali in fatto di ar bombe atomiche, cosi come le tradizionali miscele di zolfo, carbone e salnitro mi e armamenti, né in Europa né altrove ; si sarebbero verificati piu che altro al sono state parti inscindibili di armi da fuoco anche le piu primitive. Non a cuni perfezionamenti iniziali in fatto di armi da fuoco e in particolare di quelle caso d'altronde la consistenza di una forza militare può oggi essere calcolata portatili [Ropp iq65, pp. i6i sgg.]. È da vedere tuttavia di quali perfezionamen in termini di quantità di armi delle varie specie oltre che di uomini, ma anche ti si è trattato. Non è tanto questione delle prime rigature di canne, dei primi di potenza, esprimibile in cavalli vapore di veicoli o in megatoni di esplosivo. proiettili completi di carica propulsiva, innesco e altre componenti prima sepa Dalla finedel secolo scorso, in fondo, prima che di cannoni e di corazze, in. rate, delle prime retrocariche, ecc. Fucili con canna rigata si fabbricano già dalla fatto di corsa agli armamenti, sarebbe stato forse opportuno parlare di propel fine del xv secolo; cartucce vengono usate almeno dai tempi della guerra dei lenti e di motori. Una volta messa a punto la tecnologia dell'acciaio per pro trent' anni; di armi a tiro rapido si conoscono diversi modelli, parecchi dei quali duzioni su vasta scala, le navi da guerra con corazze di decine di centimetri e utilizzati fin dai primi del Quattrocento [Smith irl6g]. Nondimeno — a parte dif con cannoni dacento e duecento tonnellateciascuno, non sarebbero statenem ferenze che potrebbero celarsi sotto gli stessi nomi e alle quali verrà fatto cenno meno pensabili con propulsione a vela; gli aeroplani, i voli «del piu pesante del piu avanti — queste e altre novità restano prima dell'Ottocento piu o meno isola l'aria», non sarebbero stati possibili senza motori e carburanti adeguati; lo stesso te, anche se non nello stesso modo dei missili di Ctesibio o dell'eolipila di Erone. dicasi, almeno inizialmente, per i carri armati, per non parlare di missili bali Viceversa, il fatto nuovo di una cartuccia metallica a forma ogivale modello Mi stici intercontinentali. nié, o di un fucile ad ago come quello di Dreyse sta soprattutto nel modo nel Si è anche accennato a sistemi di comunicazione. È vero che mezzi per quale possono essere ideati e prodotti : non è piu tanto l'attività dell'artigiano che comunicare si trovano in qualunque società e qualunque formazione militare. suggerisce allo studioso ragionamenti di balistica o problemi di metallurgia; è La differenza tuttavia è che una staffetta a cavallo, un piccione viaggiatore, piuttosto — se cosi si può dire — l'ingegnere che fornisce al produttore il piano un tamburo per suonare iltam-tam, una fiaccola da agitare da una torre d'av del lavoro daeseguire,un ingegnere che deve potersigiovare di conoscenza vistamento e mille altri sistemi del genere per comunicare da vicino o da lontano, scientifica e di tecnologia, e un produttore che deve potersi servire di macchine sopra e sott' acqua, al buio o alla luce, ecc., oltre ad essere semplici modi di adat e utensili per la lavorazione in serie. tamento alle condizioni ambientali, non possono considerarsi armi, nemmeno Resta comunque il fatto che solo dopo la metà del secolo xix ha inizio una in senso lato, mentre una ricetrasmittente radio, per esempio, può costituire produzione di massa di armi in quantità sempre crescenti, e a ritmi anch' essi una parte inseparabile di un'arma moderna, come un ordigno teleguidato; sen sempre piu sostenuti. Non c'è poi solo un moltiplicarsi di tipi nuovi o un per za un'apparecchiaturaradar non è nemmeno concepibile un sistema difensivo fezionarsi di modelli esistenti, con progressiva diversificazione di mezzi e di antimissilistico, non perché non possa sostituirsi con un altro meccanismo di funzioni. C'è anche un progressivo ravvicinarsi (e concatenarsi) tra le varie intercettazioneo diavvistamento ma in quanto la stessaapparecchiatura è par fasi della produzione e quelle di un possibile uso, oltre ad una progressiva in te integrante di un meccanismo-arma. terdipendenza tra armi-oggetti, tanto da fare di un'intera formazione economi La stessa nomenclatura dei mezzi va cambiando significato. Da un lato si co-sociale una specie di apparecchio-arma (come accadde ad esempio durante definiscono armi chimiche, batteriologiche o psicologiche anche i veleni delle la prima e la seconda guerra mondiale per una serie di forze in campo). D'altra frecce dei primitivi, o gli oggetti con i quali si inquinavaho i pozzi fin dall'an parte, ogni salto qualitativo in questo processo è andato accompagnandosi a salti tichità, o gli stessi «influssi malefici» trasmessi da untori o provocatori. Armi qualitativi in termini di sviluppo tecnico e scientifico, sia pure con le debite dei giorni nostri, d'altro lato, continuano ad essere indicate con nomi che all'o sfasature. rigine ebbero un senso del tutto diverso. Una mina antiuomo o anticarro dei Se fino ai primi del secolo xix sono soprattutto fucili e cannoni le armi-mac giorni nostri, anche se intesa nel modo piu generico, è una specie di incrocio
  • 13. Armi 88z 833 Armi fra una trappola e una bomba esplosiva ; la mina per contro, nel suo significato ve, o viceversa; ma si può anche affermare l'esatto contrario, che cioè a po originario, non è nemmeno un'arma, ma la cavità praticata alla base di un muro tenziamenti da una parte possano non far seguito potenziamenti dall'altra. o di altra formazione per provocarne il crollo. Il tiro «a mitraglia», fino ai pri Se si guarda di nuovo alla cavalleria corazzata di tipo franco, ci si potrebbe mi del secolo scorso, è quello di un involucro contenente rottami di ferro, ridomandare come e perché essa sia nata e sia andata diffondendosi e in qual pallottole, schegge e simili che all'uscita dalla bocca da fuoco si proiettano in che misura sviluppandosi. La teoria del «duello» ha suggerito due tipi di tesi, mille direzioni, mentre oggi, come si sa, è solo un modo di sparare proiettili entrambe evoluzionistiche, la prima delle quali fa cominciare tutto con le inva in rapidissima successione. Un proiettile da cannone, oggi, è un ordigno compli sioni barbariche dell'impero romano : la forte lancia e il buon destriero dei Goti, cato destinato a esplodere, articolantesi in decine di componenti diverse e a for per esempio, che nel 378 ad Adrianopoli infiiggono una sconfitta storica alle ma ogivale, mentre fino ai primi decenni del xtx secolo è una palla di pietra o di legioni romane e alla fanteria in generale [Oman rqz4, I, pp. zz-87]; dopodi ferro. Un'arma batteriologica poi avrebbe potuto esistere, nella migliore delle ché, cavalleria germanica contro cavalleria germanica (o d'altra origine), cia ipotesi, poco piu d'un secolo fa, mentre se ne producono di fatto solo da alcuni scuna delle quali, ogni volta o quando può, si presenta sul campo con qual decenni; in precedenti condizioni esistettero al massimo uomini, oggetti o ani cosa in piu rispetto all'altra, un cavallo piu grosso, un arcione piu comodo o mali che per ragioni in gran parte sconosciute si riteneva fossero in grado di tra una spada piu robusta, provocando in tal modo l'esigenza degli altri di miglio smettere per contatto o in altra forma malattie piu o meno letali. Anche il fuoco rarsi a loro volta, e via di questo passo. In ogni modo è già stata dimostrata greco,se sivuole,può chiamarsi arma chimica,nel senso che le sue componenti l'insufficienza di questa tesi x<gradualista» [White xg6z, trad. it. pp. z5 sgg.]. producono energia, esplosiva e termica, in seguito a reazione chimica; la qual La seconda tesi, quella dello «sviluppo quasi esplosivo» della cavalleria feuda cosa, tuttavia, resta solo vagamente intuita praticamente per tutto il tempo nel le, vede quest'ultima come risposta alla cavallèria islamica, ma anche tale in-, quale tale sostanza è stata adoperata come arma. Invece, i gas asfissianti della terpretazione, com'è stato osservato [Brunner t887; cfr. White x96z, trad. prima guerra mondiale, o il napalm della seconda e delle altre guerre succedute it. pp. zg-z6], non sembra verosimile. Si tratta allora, come sostiene White, si dal 'yg ad oggi, sono i frutti, certo avvelenati, di scienza e di tecnologia. Si del fatto tecnico rappresentato dalla comparsa della staffa, e del geniale sfrut tratta, insomma, di un'arma scientifica o meglio di una componente di un'arma tamento delle possibilità ad essa inerenti ad opera di un Carlo Martello o di scientifica, cosi come scientifiche sono diventate anche le armi da fuoco. un qualche suo consigliere? Resterebbe tuttavia da spiegare, in questo modo, come tale sfruttamento sia stato possibile, come l'idea geniale abbia potuto esprimersi. Si potrebbe iniziare, a tal riguardo, con la premessa di un paio di 3. Le armi, la società, il potere. osservazioni molto semplici, ma non per questo meno opportune: la prima è che se in molteplici occasioni può esser meglio l'agire in guerra o in combat Il fatto tecnico, in ogni modo, non rifiette soltanto livelli e forme di cono timento muovendosi a piedi, non è meno vero che con un cavallo a disposizio scenza teorica e di azione pratica, né lo sviluppo può ridursi in termini di «duel ne la potenza esprimibile sia maggiore, cosi come un coltello da lancio può lo fra scudo e spada», tra armi di minore e maggior gittata, forza di penetrazio anche dimostrarsi piu idoneo in taluni casi di una mitragliatrice, senza che ne, resistenza,precisione, ecc. Teoria e prassi,in fondo, rifiettono anch'esse, quest'ultima cessi di rappresentare un'arma piu potente del coltello. In secon al pari delle armi, condizioni e rapporti sociali, quindi anche rapporti di forza do luogo, è ampiamente risaputo come classi o caste dominanti di cavalieri e di potere, pur contribuendo al tempo stesso a determinarli. Se poi di duello fossero presenti in numerosi contesti storico-sociali e come fondassero il loro si vuoi parlare, è meglio riferirsi ai suoi protagonisti reali, agli uomini cioè dominio e privilegio anche sulla possibilità di disporre in maniera piu o meno piuttosto che ai loro strumenti; non per ragioni di pedanteria formale, ma al esclusiva di cavalli (o di carri tirati da cavalli ). La contraddizione in tal modo meno perché la metonimia (le armi per gli armati ) impedisce di distinguere tra la funzione secondaria della cavalleria nel quadro della forza armata e la la funzione dei mezzi da quella di chi li usa. D'altra parte non va nemmeno posizione primaria del cavaliere nell'ambito della società può anche essere sta confuso l'effetto con la causa, il duello con le contraddizioni che lo determina ta superata tecnicamente nel modo prima indicato (introduzione della staffa e no, che «naturali» sono solo in quanto proprie di questo o quel tipo.di rap suo sfruttamento in funzione del combattimento d'urto ); al tempo stesso, se porti (strutture) fra individui, gruppi di persone, classi, società e via dicendo. l'arma è uno strumento di lotta, in potenza o in atto, è da vedere quale tipo di contrasto, di motivo di lotta abbia potuto prevalere su altri; quale tipo di 3.x. Cavalleria corazzata come arma della nobiltà feudale europea. lotta, poi, abbia potuto rendersi piu urgente e decisivo e fhfine, per conseguen za, quale tipo di arma abbia potuto dimostrarsi piu adatto. Scartata pertanto A parte la genericità del discorso, si può anche affermare che potenzia la teoria della «risposta» alla cavalleria saracena (cosi come ad altre forze menti di armi da una parte provochino potenziamenti di altre armi dall'altra, «esterne» dell'Oriente europeo), non resta che guardare ai contrasti interni, da anche prescindendo dalfatto che leprime siano difensive e le seconde offensi quelli che vanno delineandosi come contrasti fra signori e servi, a quelli tra si
  • 14. Armi 83S Armi gnori e signori, alle lotte interfeudali, alle tensioni fra città e campagna, ai È vero che Engels [t878] scrisse che «le mura di pietra dei castelli nobi conflitti dinastici, alle guerre tra Comuni e Impero, a quelle tra guelfi e ghibel liari, sino allora inespugnabili, soggiacquero ai cannoni dei borghesi, le palle lini, al fenomeno del banditismo nobiliare, alle rivolte contadine e alle cause degli archibugi dei borghesi attraversarono le corazze dei cavalieri. Assieme che le provocano... In tale contesto, il dato principale, per ciò che riguarda le alle corazze dei cavalieri della nobiltà cadde anche il dominio della nobiltà; armi e gli armamenti, è il divario tra «pedonaglia», da una parte, «male at con lo sviluppo della borghesia, fanteria e cannoni divennero sempre piu le trezzata perl'attacco altrettanto che per la difesa, lenta a correre all'assalto armi decisive... »(trad. it. p. r 78). Qui tuttavia sembra che «borghesi » e «borghe come a fuggire,rapidamente spossata da lunghe marce su cattive piste o at sia» non stiano tanto a indicare coloro che materialmente fabbricavano e ado traverso i campi» [Bloch r939, trad. it. p. 33z], e dall'altra parte i cavalieri co peravano queste armi, quanto piuttosto coloro secondo il «modo» dei quali le perti di ferro in groppa a destrieri anch' essi corazzati. Un secondo elemento nuove armi venivano prodotte, o coloro che ne controllavano la produzione (e è il valore economico di destriero e armamento, che ad un tempo riflette la quindi, in un certo senso, anche la distribuzione e il consumo ). C'è differen sperequazione di rapporti di forza e ne impedisce il superamento, assai piu di za, in effetti, tra queste armi da fuoco e quelle prodotte nei secoli xrrr e xrv, quanto facciano alcune leggi che qua e là garantiscono il monopolio della ca non solo né tanto sul piano tecnico quanto piuttosto su quello sociale ed eco valleria d'urto alla nobiltà feudale. D'altra parte, se le armi del cavaliere, dal nomico. Qui infatti si tratta per lo piu di arnesi fabbricati da campanari e da punto di vista economico, sono prestazioni a lui dovute per diritto di signoria fabbri, al servizio di qualche signore, laico o ecclesiastico, o anche membri da parte di artigiani-servi, oppure merci fabbricate da maestri artigiani di cor di qualche vecchia corporazione. Tra xv e xvt secolo la novità dell'oggetto porazioni cittadine, le armi della «pedonaglia» sono spesso mezzi di fortuna e la sua stessa natura contribuiscono a far sl che esso venga prodotto fuori da oltre che prodotti per l'autoconsumo, attrezzi da lavoro come forconi agricoli limitazioni corporative e comunque, almeno in' alcune parti e almeno per ciò o arnesi da caccia come archi e frecce. Mezzi di fortuna e prodotti per l'auto che riguarda i cannoni, sempre piu sottoposto al capitale [Dobb r946], sia consumo possono anche considerarsi,in un certo senso, anche le macchine e pure mercantile, di «borghesi». Non sono questi ultimi né i protagonisti di artifici, dall'antichità in poi, e non solo questi (basti pensare alle navi che Ce guerre d'Italia né, prima ancora, di fasi finali di guerre di cento anni (quando sare fa costruire sul posto, con materiali trovati sul posto, per attraversare la tra l'altro, fra I449 e r4go, vengono espugnate ben sessanta cittadelle, alla Manica). Con questo non si vuoi dire che si tratta di mezzi che non possono media di una cittadella circa per settimana), ma in queste e in altre guerre avere una loro efficacia; il fatto è che gli strumenti e le forme stesse della viene distrutta una organizzazione politica della società che li danneggia, e se lotta sono ancorati alle condizioni naturali e contingenti, piu di quanto possano ne costruisce un'altra che li favorisce o che comunque ne migliora le condi esprimere le esigenze obiettive dell'azione armata; è piu questa che deve adat zioni.In un secondo tempo — grosso modo fra metà Cinquecento e metà Set tarsi a quelle, che non viceversa. In definitiva, se si dovesse ammettere, con tecento — si tratta sempre meno di prodotti artigianali e sempre piu di merci White, che un Carlo Martello o chi per lui, oltre ad aver intuito le possibilità uscite da officine e persino da fabbriche, con tutte le implicazioni qualitative e inerenti alla staffa in funzione del combattimento d'urto a cavallo con lancia quantitative che il fatto può comportare. in resta, abbia anche compreso quali fossero le condizioni, economiche e so Non è questione di capacità soggettive di «borghesi», tecniche o imprendi ciali, di esistenza del nuovo tipo di cavalleria, e le abbia create, si dovrebbe toriali, e nemmeno solo questione di capitali disponibili; qualunque potentato, anche ammettere che egli abbia anche creato le contraddizioni inerenti a tali in realtà, in Europa e fuori, non solo avrebbe potuto procurarsi cannoni, ma condizioni, per poterle superare con la nuova arma e la nuova tattica da lui anche promuoverne lafabbricazione. E questo accade difatto,in Ispagna come inventate. È un'opinione — peraltro ottimamente sostenuta — che può anche non in Giappone, in Russia come nello Stato pontificio, a Venezia come in Svezia, essere condivisa;ciò che invece resta fermo è ilnesso fra struttura della so nell'impero ottomano come in Inghilterra. È vero peraltro che in alcuni paesi cietà e nuova forma di lotta con il nuovo strumento. la produzione è sotto certi aspetti migliore che in altre, indipendentemente dal fatto che a promuoverla o gestirla fossero dei sovrani (cioè loro servitori ) o dei 3.z. I cannoni dei «borghesi». privati. Come spiegarlo> «Noi [inglesi], — è stato scritto, — non fummo mai afferrati nel vortice della magnifica incoerenza che contraddistingue i disegni Anche le armi da fuoco dei secoli xv-xvrrr potrebbero intendersi come per armature di un Cellini, di un Giulio Romano o della scuola del Louvre» «risposta» a precedenti mezzi, o come risposta a niente. Si potrebbe affermare [Ffoulkes r937, p. z8]. «Ciò che premeva soprattutto agli inglesi, — si è aggiun cioè che l'arma offensiva rappresentata da fucili e cannoni abbia costituito la to, — era che i loro prodotti servissero allo scopo per cui erano stati costruiti risposta ai mezzi difensivi costituiti dalle corazze dei cavalieri e dalle mura e costassero il meno possibile» [Cipolla r965, trad. it. p. 3o ]. C'è poi chi ha dei castellifeudali, cosi come si potrebbe osservare che mura di pietra e co fatto questione di disponibilità di ricette speciali, esclusive e segrete, e chi di razze metallicheesistettero da troppo tempo prima dellacomparsa delle armi condizioni naturali piu favorevoli, come disponibilità di minerali migliori, o da fuoco perché queste possano considerarsi una conseguenza delle altre. piu facilmente accessibili, o meno difficilmente trattabili e via dicendo... In
  • 15. Armi 836 837 Armi questi modi tuttavia, a prescindere da altre considerazioni, si puo solo evita re di rispondere al «come». In Inghilterra, scriveva Hamilton [rgz6, p. 8g], 3.3. Industria, corsa agli armamenti, disarmo. nel xvn secolo «la miniera, la fusione dei minerali metallici, l'industria del bronzo, la trafileria... erano organizzate su basi di fabbrica», mentre, come os La produzione di armi, stimolata dalla guerra, avrebbe contribuito, secondo servava Dobb [rg46], «appare evidente che l'industria a domicilio rimase la Sombart [igr3], allo sviluppo del capitalismo in Europa nei secoli xv-xvin. forma di produzione piu tipica dell'Inghilterra del xvir secolo», ina un'indu Questo, in linea di principio, non può essere escluso. Non si può negare, in par stria a domicilio che «nella maggior parte dei casi era ormai soggetta al con ticolare, che la produzione di armi da fuoco e soprattutto di cannoni abbia con trollo del capitale» (trad. it. p. r7g). Dalla metà del xvi secolo i cannoni in tribuito alla formazione di capitali commerciali, finanziari e produttivi e alla na glesi sono ricercati anche all'estero e nel Seicento sembrano essere i piu ri scita di forme di organizzazione del lavoro di tipo capitalistico ; né può escludersi cercati, almeno tra quelli di ferro: perché migliori> Migliori in che senso> che essa abbia contribuito a stimolare lo sviluppo della metallurgia, della chimi Per la qualità? Trattandosi però di cannoni di ferro, anche quando non scop ca, della meccanica e in una parola della scienza e della tecnologia, cosi come non piano piu, hanno un peso maggiore rispetto a quelli in bronzo, soffrono la rug è difficile ammettere che essa abbia assorbito manodopera, arricchito mercanti gine, durano un po' meno e sparano un po' peggio. Per il prezzo, allora? Il e fabbricanti, accresciuto per conseguenza le possibilità di prelievo fiscale e ferro senza dubbio, anche nel periodo in esame, è molto meno caro del bronzo, quindi contribuito ad aumentare il «benessere», almeno là dove tale produzione ma questo non solo in Inghilterra. Miglior lavorazione, quindi? Anche am ha avuto luogo... mettendo che ci possano essere e che ci furono realmente differenze di qualità Limitandosi nondimeno a osservazioni di tal genere, Sombart non sottoli di lavorazione,anche queste differenze sisarebbero riflesse sulprezzo. Canno neava soltanto gli aspetti per cosi dire positivi della guerra e della produzione di ni per esempio fatti costruire in Russia da Olandesi sarebbero stati di cattiva armi fra Cinque e Settecento. Egli, in primo luogo, stravolgeva il significato dei qualità ma si vendevano ugualmente, dato il prezzo inferiore, e se si vendevano nessifra guerra, armi e società (capitalismo) nei secoli anzidetti. In secondo — ovviamente — è segno che qualcuno li comprava e aveva modo di usarli. Il luogo la sua opera, pubblicata alla vigilia della prima guerra mondiale, cioè in fatto è che non basta che ci sia una domanda perché si possa vendere ; è neces un momento nel quale era al culmine, non solo nel II Reich ma anche nelle sario che prima si riesca a produrre, e in quantità e a ritmi adeguati. Questo è principali potenze di allora, lo scontro politico fra militaristi e antimilitaristi, il caso dell'Inghilterra piu che di altri paesi, grazie alle nuove strutture che vi tra fautori della guerra e pacifisti, tra sostenitori di programmi di intensifica si vanno sviluppando, di tipo capitalistico, con relativi contrasti e conflitti, zione dell'armamento e loro avversari, finiva per assumere oggettivamente il va all'interno e con l'esterno. Per fare un solo esempio, quando la rivoluzione lore di una teorizzazione della positività, della funzione progressiva della guerra industriale stava compiendo i primi passi e quando gli eserciti di Napoleone in generale edella produzione di armi in generale, oquantomeno anche per i de dilagavano per tutta l'Europa, l'Inghilterra, che possedeva nel r7go una pro cenni a cavallo tra xix e xx secolo, e non solo fra xv e xviii. Ragionando con cri duzione di ferro inferiore a quella francese, nel giro di una decina d'anni rie teri di tal genere, infatti, non è stato difficile riconoscere, ad esempio, nella espe sce a triplicarla (68 mila tonnellate nel r788, rz5 mila nel i796, zeromila nel rienza della prima guerra mondiale, una funzione progressiva (e perciò un fatto i8o6 [Romano ig76, p. 8]) e a rifornire in tal modo di cannoni e di altro le positivo) in quanto, avendo essa creato l'esigenza di una pianificazione sociale varie coalizioni che organizza contro il suo principale antagonista [Ropp rg6g, della produzione su vasta scala, oltre a stimolare il progresso tecnico-scientifico p. iz3]. Al limite, si potrebbe dire, almeno per ciò che riguarda i cannoni, pro e a promuovere lo sviluppo della piena occupazione, dell'industria, del commer prio la «cattiva» qualità della produzione di fabbrica (e in serie) e almeno prima cio, ecc., avrebbe contribuito a promuovere il socialismo... della rivoluzione industriale (ma anche dopo, sia pure per ragioni un po' diver Ora, non è questo il luogo per esaminare e criticare partitamente, nel metodo se), alimenta la produzione di fabbrica, rendendo necessario un ricambio piu e nel merito, la ricerca storica del Sombart ; un lavoro di questo genere, comun o meno frequente delle parti, accrescendo in tal modo l'esigenza della intercam que, è già stato fatto altre volte. Nef [195i], per esempio, ha già posto in biabilità e quindi della standardizzazione, che a sua volta rende piu opportuna luce la «settorialità» dell'analisi sombartiana e ha debitamente ridimensionato la lavorazione in serie. È vero certo che esigenze di uniformazione si manife l'importanza che lo storico tedesco sembra volesse attribuire alla guerra e alle stano fin dai tempi di Carlo V e anche prima, ma esse riguardano soprattutto armi in relazione allo sviluppo del modo di produrre in Europa fra Cinque e i diametri delle bocche da fuoco. La riforma di Gribeauval razionalizza l'arti Settecento. Qui si vuoi solo mettere in evidenza come si possa giungere a sug glieria da campagna nella misura nella quale è possibile produrre in serie bocche gerire talune deduzioni, scambiando, piu o meno consapevolmente,il momento da fuoco, loro parti, loro munizioni, loro affusti, loro ruote e via dicendo. secondario con quello principale di un rapporto dialettico storicamente deter minato. La guerra, in altre parole, che stimola la produzione, di armi e d'altro, e la produzione di armi, e in particolare di cannoni, che contribuisce a generare il «capitalismo»: perché non anche (o piuttosto) il capitalismo (cioè il modo di
  • 16. Armi 8gt) Armi produrre capitalistico )che contribuiscea generare laguerra, cosi come la pro ciò, la possibilità che in qualsiasi momento si dia luogo al conflitto generale. duzione di armi ad essa destinata> Se qui la guerra — come sembra doversi capi Ma la corsa al tempo stesso resta nella sua fase attuale una tra le maggiori re — va intesa come il momento del consumo, e il capitalismo come il momento responsabili dell'accrescersi del divario tra ciascuna delle cosiddette superpo della produzione, non è piuttosto da quest'ultimo che il processo prende l'av tenze e le altre formazioni facenti parte dei rispettivi sistemi. [c. A.]. vio anziché viceversa> «Un consumo privo di oggetto, — notava Marx [r857 I858],— non è consumo; in questo senso laproduzione crea,produce il consu mo» (trad. it. p. r 5). Allo stesso modo, per ciò che riguarda gli sviluppi degli ultimi cento, cento Audemard, L. I957-65 Le sj onques chinoises,Museum «Prins Hendrik», Rotterdam. cinquant' anni, non è difficile ammettere che la produzione in massa di armi e in Bloch, M. particolare la produzione dei grandi mezzi militari (corazzate, aeroplani, carri t939 La société féodale, Michel, Paris t939-yo (trad. it. Einaudi, Torino t97 + ). armati, portaerei, bombe atomiche, missili balistici, ecc.) hanno contribuito alla Brunner, H. formazione dei grandi complessi industriali, sia quelli caratteristici della «ulti t887 De r Reiterdienst und die Anfange des Lehnreesens, in «Zeitschrift der Savigny-Stiftung ma fase» del sistema capitalistico sia quelli propri dei sistemi socialisti. Anche fùr Rechtsgeschichte, Germanische Abteilung», VIII, pp. t-38. qui, se ci si limitasse a tener conto di questo solo dato, si dovrebbe dedurre che Childe, V. G. la guerra, in generale, e quindi anche le guerre degli ultimi cento anni e quelle t95t Soc ial Evolution,Watts, London (trad. it. Editori Riuniti, Roma r96q.). che potrebbero ancora scoppiare, sono una cosa buona e procurano benessere Cipolla, C. M. t965 Gu ns and Sailsin the Early Phase of European Expansion rqoo-ryoo,Collina, London perché creano domanda, posti di lavoro, stimolano la ricerca e portano anche al (trad. it. Utet, Torino t969). socialismo... Dobb, M. Viceversa — e questa volta l'osservazione non è solo paradossale — per ciò che t9y6 Stu diesin the Development of Capitalism, Routledge, London (trad. it. Editori Riuniti, riguarda i decenni a cavallo tra xix e xx secolo, quando il dominio del sistema ca Roma r969). Engels, F. pitalistico è incontrastato su scala mondiale, non è piuttosto tale sistema, con t878 He rrn Eug. Diihring's Umtcavzung der Wissenschaft. Philosophie. Politische (Ehonomie. le tensioni moltiplicatesi e accentuatesi nel corso del suo sviluppo, ciò che ha Sozialismus, Genossenschafts-Buchdruckerei, L e i pzig (trad. it . Ed i t ori R i u n iti, determinato la corsa agli armamenti in funzione di una guerra tra grandi poten Roma t968z). ze che poi di fatto ha avuto luogo? Ffoulkes, Ch. I937 The Gun-Founders of England, Cambridge University Presa, London. Quanto alla cosiddetta corsa agli armamenti, in particolare, il fatto che essa Forbes, R. J. da qualche decennio annoveri tra i suoi principali protagonisti delle potenze t95o Met allurgy in élntiquity, Brill, Leiden. socialiste non avrebbe potuto cambiarne la natura o evitarla o rallentarla. A Hall, A. R. renderla possibile, com'è noto, è in primo luogo il carattere industriale della t 954 The Scientiftc Revolutson r5oo-zgoo. The Fomnation of Modem Scienti fsc World, Long produzione, tale fra tutti i principali protagonisti della «corsa», nonché i con mans, London (trad. it. Feltrinelli, Milano s976 ). tinui sviluppi della scienza pura e applicata e della tecnologia, verificantisi in Hamilton, H. entrambi i blocchi. Ma a determinarla sono le tensioni in atto, generate dalle t9z6 En glishBrassand Copper Industries to rgoo, Longmans, London. oggettive contraddizioni tra i sistemi capitalista e socialista. Hewson, J. B. t95I A Hi st o ry of the Practice of Navigation, Brown Son Bc Ferguson, Glasgow. Cosa concludere> Che fin quando esisteranno tali contraddizioni la «corsa» Koyré, A. sarà inevitabile? E dal momento che una produzione di armi non destinata ad t9g8 Le s Philosophes et la Machine,in «Critique», n. z6 (trad. it. in Dal mondo del pressappoco una guerrapossibile non avrebbe spiegazione, dovrà concludersiche anche la all'universo della precisione, Einaudi, Torino t967 ). guerra è inevitabile> Quest'ultima domanda, ovviamente, non può trovare ri Lefebvre des Noettes, R, sposta esauriente in poche righe. Per il resto, nonostante la potenza già rag z935 De la Marine antique à la moderne. La Révolution du gouvernail. Contribution à l'étude du gouvernail, s. e., Paris. giunta da una serie di armi, la «corsa» potrebbe continuare teoricamente all'in Marx, K. finito, con la produzione di antidoti di antidoti, per esempio di missili, poi di [t857-58] Grundrisseder Kritih der politischen Okonomie (Rohentteurfj, Di etz, Berlin t953 missili antimissili, poi ancora di missili antimissili antimissili, ecc. Ma oltre (trad. it. Einaudi, Torino t976). alla «buona volontà», i limiti si trovano nelle reali capacità produttive dei Nef, J. U. competitori e nei loro ritmi di sviluppo economico, tecnologico, scientifico, t95t War and Human Progress, Routledge Bc Kegan Paul, London. ecc. È chiaro che, in questo modo, il livello distruttivo già raggiunto dalle armi Oman, Ch. r9zg sq History of the Art of War in the Middle Ages,Methuen, London. e dai sistemi di armamento trasforma in buona parte il confronto in un con Palmieri, G. fronto economico-tecnologico-scientifico, anche se non esclude affatto, tutto t76t Riflessioni critiche sali'Arte della Guerra, Stamperia Simoniana, Napoli.
  • 17. Armi 8go Potratz, H. A, I938 Da s Pferd der Fruhzeit, s, e„Seestadt-Rostock. Rodgers, W. L. I939 Naval Warfare under Oars, 4th to r bth Centuries,United States Naval Institute, Annapolis. Romano, R. r976 In dustria: storia e problemi,Einaudi, Torino. Ropp, Th. t965 War in the Modem World, Collier, New York. Schmiedt, G. z973 Città e fortificazioni nei rilievi aerofotografici, in Storia d'Italia, voi. V, I, Einaudi, Torino, pp. zo8-5i. Smith, W. H. B., e Smith, J. E. 1969 Small Arms of the World, Stackpole, Harrisburg Pa. t969s (trad. it. Albertelli, Par ma t97z). Sombart, W. 19I3 Kr ie g und Kapitalismus,Dunker und Humblot, Miinchen e Leipzig. Vernant, J.-P. I965 My th e et pensée che- les Grecs. Etudes de psychologie historique,Maspero, Paris (trad. it. Einaudi, Torino I970 ). Wheeler-Bennett, J. W. z954 The Nemesis of Posoer, Macmillan, London (trad. it. Feltrinelli, Milano t967 ). White, L. T. jr t96z Me dieval Technology and Social Change,Oxford University Presa, London (trad. it. Il Saggiatore, Milano t967). Wiesener, J. z939 Fahren und Reiten in Alteuropa und im alten Orient, i n «Der alte Orient», XXXVI I I , 2-4. Strumenti di guerra anche quando vengono presentate come atte ad evitarla, le armi s'integrano storicamente in complessi schemi tattici e strategici (cfr tattica/strategia) in cui in definitiva sul fatto tecnico (cfr. tecnica) prevale quello sociale. Se arma è in primo luogo un utensile, una macchina, un sistema di macchine, non si può parlare di armi indipendentemente dai rapporti ch' esse contribuiscono a stabilire e a perpetuare tra le società umane e all'interno delle stesse. Cosi nell'articolo che precede si è parlato delle armi della nobiltà feudale e della borghesia. In una dimensione tutta contemporanea, un approfondimento del tema qui accennato della funzionalità economica della «corsa agli armamenti» in fase imperialistica (cfr. imperialismo) si troverà nell'articolo capi tale e nell'articolo crisi. Ma non va dimenticato il ruolo delle armi in una prospettiva che investe i rapporti interculturali (cfr. acculturazione) e che s'identifica in ultima analisi col tema della violenza nella storia.
  • 18. 402 Frontiera assili, m r. Il co ncetto difrontiera. «La frontiera è costituita dagli innumerevoli punti, sui quali un movimento organico è giunto ad arrestarsi»: questa è la definizione di Ratzel [r882-9r, ed. r 899 II, p. 259], il piu significativo antropogeografo del xtx secolo, e questa la sua concezione della frontiera, tanto in natura quanto nella società umana. L'origine della frontiera risiede quindi nel movimento, «che è proprio di ogni essere vivente» ; . ed essa è quindi mobile. La frontiera non implica una stasi durevole, bensi l'arresto di fronte al venir meno di condizioni vitali necessarie, oppure di fronte alla resistenza di un altro movimento in senso contrario. La frontiera potrà essere spostata in avanti se le condizioni vitali mutano in tal senso, oppure se il movimento in senso contrario si indebolisce. La mobi lità è dunque un carattere intrinseco della frontiera, anche se diverse società umane tendono a fissare le proprie frontiere una volta per tutte. Anche oggi, a distanza di un secolo, c'è poco da aggiungere a questa ana-. lisi. Forse Ratzel ha limitato troppo il concetto di «essere vivente», ragionando secondo categorie che presupponevano una distinzione della realtà in natura «animata» ed «inanimata». Noi oggi possiamo parlare non soltanto di frontiere nelle specie vegetali e animali, nelle zone boschive e nelle barriere coralline: ci sono ormai noti anche i movimenti nel sostrato geologico della Terra e di altri pianeti, ed i processi di formazione e dissoluzione che avvengono nell'u niverso; le frontiere di questi movimenti, come le forze che li determinano, vengono esaminati e individuati nel loro significato. Qui interessano solo alcune frontiere che si presentano in natura, e cioè quelle che sono state create dagli uomini, o che dànno ordine e sicurezza alla loro vita. Tali frontiere costituiscono oggetto d'indagine dell'antropogeo grafia, dell'antropologia culturale, della sociologia, dell'economia politica e del le scienze storiche. Il termine 'frontiera', cosi come i sostantivi corrispondenti nelle lingue spagnola (frontera), francese (frontière) e inglese (frontier), derivano dal tardo latino fronteria o frontaria, che indicava quella parte del territorio situata in fronte, ossia ai margini. Identico significato aveva nell'antico germanico la denominazione Mark 'regione periferica'. A partire dal xnr secolo nella lingua tedesca venne però introdotto un nuovo concetto, granica che deriva dal polacco Grenze. Ai ca valieri dell'ordine teutonico, che ne fecero uso per la prima volta nel I238, questo concetto tornava assai comodo nelle discussioni con i principi polacchi relative' ai confini, poiché esso indicava non la fascia territoriale di confine o Mark, bensi la linea di frontiera [Karp r972]. In effetti, l'espressione granica (da gran 'regione periferica') indicante una linea in un territorio marcata con segni particolari, fa la sua comparsa nell'area linguistica slava occidentale già