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LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2014 | SPECIALI | 11
L’ANALISI La scommessa dei mercati sul tandem italiano Renzi-Draghi sarà messa alla prova nel 2015
S&Pdeclassal’Italiaeavvicinailpaesealrating‘spazzatura’
AllaGreciabastaronopochimesiperdiventare‘junk’nell’aprile2010einnescarelacrisi
Dopo una due giorni di
borsa sulle montagne
russetraun-2,7%digiovedì
ed un +3,4% di venerdì, la
settimana per l’Italia si è
conclusa con un sonoro de-
classamento del rating sul
debito sovrano italiano da
parte dell’agenzia Standard
& Poor’s. Il giudizio espres-
so è stato portato a BBB-, e-
videnziando così una disce-
sa che porta l’Italia al limite
inferiore dell’investment
grade e ad un passo dal co-
siddetto livello ‘spazzatu-
ra’.
IL DECLASSAMENTO
«Forte aumento del debi-
to, accompagnato da una
crescita perennemente de-
bole e bassa competitività»
è stata questa la spietata va-
lutazione dell’agenzia ame-
ricana, arrivata dopo la
temporanea sospensione
del giudizio dello scorso
giugno e decisa per consen-
tire al governo Renzi, allora
insediato da pochi mesi, di
avviareleriformenellaspe-
ranza di un progresso. La
realtà però è che in questo
periodo il quadro è ulterior-
mente peggiorato ma l’ou-
tlook espresso da S&P è ri-
mastostabileperriflettel’a-
spettativa che il governo
«possa gradualmente im-
plementare le rifor me
strutturali» e che i bilanci
delle famiglie «possano ri-
manere abbastanza forti
per assorbire ulteriori au-
menti del debito pubblico».
Ovvero due speranze la cui
riprovanontarderàadesse-
re testata nonostante la co-
pertura finora garantita
dalla BCE di Mario Draghi.
Una protezione che, insie-
me all’avanzo primario po-
sitivo creato in questi anni
di manovre lacrime e san-
gue, ha consentito all’Italia
di guadagnare tempo agli
occhi degli operatori finan-
ziari, nonostante una
traiettoria previsionale di
riduzionedelrapportodebi-
to/pil sempre errata, come
evidente dal grafico allega-
to.
LA RISPOSTA ITALIANA
La reazione del ministro
dell'economia Padoan non
si è fatta attendere e come
tutti i suoi recenti predeces-
sori da Saccomanni a Grilli
fino a Tremonti, vi è stata
l'immediata sottolineatura
della decisa sostenibilità
del nostro debito e della re-
lativa previsione di calo fu-
turo, a partire questa volta
dal 2016. Peccato che da fine
2010 ad oggi, il debito sia
passato da 1.843 miliardi ad
oltre 2.130, ovvero una cre-
scita di poco inferiore ai 300
miliardi e con l’aggravante
di un PIL rimasto al palo ed
in profondo rosso. Una si-
tuazione che ha portato il
rapporto debito pubbli-
co/pil ben oltre il 132%. E’
però innegabile, nonostan-
te le tante critiche che han-
no investito le agenzie di ra-
ting che il paese stia pren-
dendo da qualche anno una
traiettoria non proprio ras-
sicurante, ovvero da quan-
do il rating è stato in più ri-
presedeclassato:daA+adA
nel settembre 2011, passan-
do poi a BBB+ nel gennaio
2012 ed a BBB nel luglio
2013, fino all'attuale BBB-.
Nello stesso tempo i vari
primi ministri hanno però
continuato a rassicurarci
con le ormai storiche frasi
‘vedo i ristoranti pieni’ di
Berlusconi o ‘vedo luce in
fondo al tunnel’ di Monti e
fino alla ‘ripresa a portata
di mano’ di Letta o quell’au-
spicata ‘ripresa col botto’ di
Renzi.
FATTI E NON PAROLE
A prescindere dall’appar-
tenenza politica del gover-
no di turno, quello in cui fi-
nanziariamente oggi ci ri-
troviamo è una economia
del paese a pezzi e che dal
2008 non è stata capace di ri-
prendersi, nonostante i tan-
ti sforzi fatti e che, dall'av-
vioditregoverninondemo-
craticamente eletti, ovvero
da Monti in poi, ha realizza-
to l'allegata situazione eco-
nomica.Unasequenzadita-
belle che non richiedono
commenti se non la sempli-
ce consapevolezza della si-
tuazione a cui quest'ultimo
declassamento di S&P ci ri-
porta e che ci dovrebbe ri-
cordare di essere ad un pas-
so dal livello ‘junk’ o ‘spaz-
zatura’. Come evidente l'u-
nico aspetto positivo è la de-
cisa riduzione del tasso sul
decennale italiano, un valo-
re che a venerdì scorso era
riuscito a sfondare al ribas-
so la soglia del 2% e a ripor-
tare indietro le lancette
dell’orologio, ad uno spread
con il Bund tedesco che non
si vedeva dal 2010, ovvero
dall'avvio della crisi greca e
dal declassamento a BB+
dei bond ellenici, ovvero il
tassello appena successivo
all'attuale rating italiano.
Una discesa che come già
scritto in passato è partita
dall'estate 2013, ovvero da
quando Renzi è sceso in
campo, fatto ulteriormente
confermato anche dall'an-
damento dell'indice aziona-
rioitaliano.Laborsaperò,a
differenza dello spread, è
semplicemente ritornata ai
valori precedenti del 2010,
senza creare grandi soddi-
sfazioni nei risparmiatori e
mentre l’economia reale del
paese si è sganciata total-
mente da quella finanzia-
ria.
L’ILLUSIONE DELLA BCE
Che sia l’ultima chance
per il paese dovrebbe appa-
rire perciò evidente nei da-
ti, non fosse altro proprio
per quell’estremo sostegno
fornito da Draghi con tutte
le opzioni finora messe in
campo a partire dal prestito
triennale LTRO che diede
ossigeno alle banche nazio-
naliafine2011edinizio2012
o per mezzo del minaccioso
piano OMT di settembre
2012 che calmò i creditori e
la speculazione. Il ‘bazooka’
monetariopromessononha
finora sparato un colpo e di
riunioneinriunionelaBCE
lo minaccia e lo posticipa,
così da mantenere tranquil-
li gli speculatori e fornire al
governo il tempo necessa-
rio per completare le rifor-
meeconomichecheimerca-
tifinanziaripretendonoper
sostenere le proprie scom-
messe. Il tempo di scoprire
le carte è però vicino e dopo
l'esitodellaprossimaastadi
rifinanziamento, tramite il
nuovo piano TLTRO ed al-
l'approssimarsi dei rimbor-
si dei precedenti prestiti
previsti per febbraio, sapre-
mo probabilmente se e co-
me la BCE interverrà, visto
e considerato che il sistema
bancario italiano continua
adavereincagliesofferenze
mostruose e l’anno prossi-
mo l’Italia dovrà rifinanzia-
re una quota enorme di de-
bito in scadenza e pari ad ol-
tre 1/5 del PIL nazionale e
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traballanti paesi PIIGS.
CONCLUSIONE
Come riporta il sito ‘Vin-
citori e Vinti’, i fallimenti
sia sovrani che privati avvi-
sano sempre, anche se si a-
gisce per attutirne il frago-
re ed hanno dei tempi di in-
cubazione sufficientemen-
te lunghi per difendersi e
correre ai ripari, prima che
questi eventi si manifesti-
no. Ogni default sovrano
presuppone tempi in cui si
manifestano dinamiche in
via di principio comuni e
che sono in genere così rias-
sumibili:
• repentini mutamenti di
governi
• fallimenti o ridimensio-
namenti di realtà produtti-
ve
• aumento della disoccu-
pazione
• crolli di borsa, specie per
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• repentini aumenti della
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• significativa riduzione
delle liquidità depositata
nelle banche
• cessione di quote di so-
vranità in cambio di aiuti
• intervento di organismi
internazionali (FMI, Troi-
ka)
Forse ricorderà qualcosa
e ciò intimorirà qualche let-
tore inconsapevole ma è for-
se giunta l'ora di capire che
quelloacuistiamoassisten-
do nell'attuale andamento
deiBTP,èlarappresentazio-
ne dell'enorme scommessa
fatta dai mercati finanziari
sul tandem italiano "Ren-
zi-Draghi" e che fino ad ora
ha portato gli investitori ad
accettare premi al rischio
ben distanti dal club dei
paesi con analogo rating B-
BB-. E siccome il pasto gra-
tisinfinanzanonesisteedil
piatto in cui tutti sperano di
mangiare si chiama QE, po-
trebbe essere il momento di
valutare diversamente l'at-
tuale situazione. Non fosse
altro per riflettere su cosa
potrebbe andare storto, vi-
sto e considerato che si vuol
vedere o far vedere solo un
bicchiere mezzo pieno ed u-
na caraffa d'acqua in pro-
cinto di essere versata men-
tre si inseriscono nella Leg-
ge di Stabilità minacciose
clausole di salvaguardia a
valere dal 2016. Un’ulterio-
re conferma dell’ultima
chiamata all’Italia, prima
di un commissariamento o
peggio ancora, se nel 2015
non arrivasse l’auspicata
ripresa.
(Rubens Ligabue)
RISPARMIO,ICONTIINTASCA L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lu-
nedì “Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-
taliana Analisi Tecnica, iscritto
all'Albo Unico Nazionale dei
Promotori Finanziari. Per do-
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  • 1. LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2014 | SPECIALI | 11 L’ANALISI La scommessa dei mercati sul tandem italiano Renzi-Draghi sarà messa alla prova nel 2015 S&Pdeclassal’Italiaeavvicinailpaesealrating‘spazzatura’ AllaGreciabastaronopochimesiperdiventare‘junk’nell’aprile2010einnescarelacrisi Dopo una due giorni di borsa sulle montagne russetraun-2,7%digiovedì ed un +3,4% di venerdì, la settimana per l’Italia si è conclusa con un sonoro de- classamento del rating sul debito sovrano italiano da parte dell’agenzia Standard & Poor’s. Il giudizio espres- so è stato portato a BBB-, e- videnziando così una disce- sa che porta l’Italia al limite inferiore dell’investment grade e ad un passo dal co- siddetto livello ‘spazzatu- ra’. IL DECLASSAMENTO «Forte aumento del debi- to, accompagnato da una crescita perennemente de- bole e bassa competitività» è stata questa la spietata va- lutazione dell’agenzia ame- ricana, arrivata dopo la temporanea sospensione del giudizio dello scorso giugno e decisa per consen- tire al governo Renzi, allora insediato da pochi mesi, di avviareleriformenellaspe- ranza di un progresso. La realtà però è che in questo periodo il quadro è ulterior- mente peggiorato ma l’ou- tlook espresso da S&P è ri- mastostabileperriflettel’a- spettativa che il governo «possa gradualmente im- plementare le rifor me strutturali» e che i bilanci delle famiglie «possano ri- manere abbastanza forti per assorbire ulteriori au- menti del debito pubblico». Ovvero due speranze la cui riprovanontarderàadesse- re testata nonostante la co- pertura finora garantita dalla BCE di Mario Draghi. Una protezione che, insie- me all’avanzo primario po- sitivo creato in questi anni di manovre lacrime e san- gue, ha consentito all’Italia di guadagnare tempo agli occhi degli operatori finan- ziari, nonostante una traiettoria previsionale di riduzionedelrapportodebi- to/pil sempre errata, come evidente dal grafico allega- to. LA RISPOSTA ITALIANA La reazione del ministro dell'economia Padoan non si è fatta attendere e come tutti i suoi recenti predeces- sori da Saccomanni a Grilli fino a Tremonti, vi è stata l'immediata sottolineatura della decisa sostenibilità del nostro debito e della re- lativa previsione di calo fu- turo, a partire questa volta dal 2016. Peccato che da fine 2010 ad oggi, il debito sia passato da 1.843 miliardi ad oltre 2.130, ovvero una cre- scita di poco inferiore ai 300 miliardi e con l’aggravante di un PIL rimasto al palo ed in profondo rosso. Una si- tuazione che ha portato il rapporto debito pubbli- co/pil ben oltre il 132%. E’ però innegabile, nonostan- te le tante critiche che han- no investito le agenzie di ra- ting che il paese stia pren- dendo da qualche anno una traiettoria non proprio ras- sicurante, ovvero da quan- do il rating è stato in più ri- presedeclassato:daA+adA nel settembre 2011, passan- do poi a BBB+ nel gennaio 2012 ed a BBB nel luglio 2013, fino all'attuale BBB-. Nello stesso tempo i vari primi ministri hanno però continuato a rassicurarci con le ormai storiche frasi ‘vedo i ristoranti pieni’ di Berlusconi o ‘vedo luce in fondo al tunnel’ di Monti e fino alla ‘ripresa a portata di mano’ di Letta o quell’au- spicata ‘ripresa col botto’ di Renzi. FATTI E NON PAROLE A prescindere dall’appar- tenenza politica del gover- no di turno, quello in cui fi- nanziariamente oggi ci ri- troviamo è una economia del paese a pezzi e che dal 2008 non è stata capace di ri- prendersi, nonostante i tan- ti sforzi fatti e che, dall'av- vioditregoverninondemo- craticamente eletti, ovvero da Monti in poi, ha realizza- to l'allegata situazione eco- nomica.Unasequenzadita- belle che non richiedono commenti se non la sempli- ce consapevolezza della si- tuazione a cui quest'ultimo declassamento di S&P ci ri- porta e che ci dovrebbe ri- cordare di essere ad un pas- so dal livello ‘junk’ o ‘spaz- zatura’. Come evidente l'u- nico aspetto positivo è la de- cisa riduzione del tasso sul decennale italiano, un valo- re che a venerdì scorso era riuscito a sfondare al ribas- so la soglia del 2% e a ripor- tare indietro le lancette dell’orologio, ad uno spread con il Bund tedesco che non si vedeva dal 2010, ovvero dall'avvio della crisi greca e dal declassamento a BB+ dei bond ellenici, ovvero il tassello appena successivo all'attuale rating italiano. Una discesa che come già scritto in passato è partita dall'estate 2013, ovvero da quando Renzi è sceso in campo, fatto ulteriormente confermato anche dall'an- damento dell'indice aziona- rioitaliano.Laborsaperò,a differenza dello spread, è semplicemente ritornata ai valori precedenti del 2010, senza creare grandi soddi- sfazioni nei risparmiatori e mentre l’economia reale del paese si è sganciata total- mente da quella finanzia- ria. L’ILLUSIONE DELLA BCE Che sia l’ultima chance per il paese dovrebbe appa- rire perciò evidente nei da- ti, non fosse altro proprio per quell’estremo sostegno fornito da Draghi con tutte le opzioni finora messe in campo a partire dal prestito triennale LTRO che diede ossigeno alle banche nazio- naliafine2011edinizio2012 o per mezzo del minaccioso piano OMT di settembre 2012 che calmò i creditori e la speculazione. Il ‘bazooka’ monetariopromessononha finora sparato un colpo e di riunioneinriunionelaBCE lo minaccia e lo posticipa, così da mantenere tranquil- li gli speculatori e fornire al governo il tempo necessa- rio per completare le rifor- meeconomichecheimerca- tifinanziaripretendonoper sostenere le proprie scom- messe. Il tempo di scoprire le carte è però vicino e dopo l'esitodellaprossimaastadi rifinanziamento, tramite il nuovo piano TLTRO ed al- l'approssimarsi dei rimbor- si dei precedenti prestiti previsti per febbraio, sapre- mo probabilmente se e co- me la BCE interverrà, visto e considerato che il sistema bancario italiano continua adavereincagliesofferenze mostruose e l’anno prossi- mo l’Italia dovrà rifinanzia- re una quota enorme di de- bito in scadenza e pari ad ol- tre 1/5 del PIL nazionale e ben più elevata degli altri traballanti paesi PIIGS. CONCLUSIONE Come riporta il sito ‘Vin- citori e Vinti’, i fallimenti sia sovrani che privati avvi- sano sempre, anche se si a- gisce per attutirne il frago- re ed hanno dei tempi di in- cubazione sufficientemen- te lunghi per difendersi e correre ai ripari, prima che questi eventi si manifesti- no. Ogni default sovrano presuppone tempi in cui si manifestano dinamiche in via di principio comuni e che sono in genere così rias- sumibili: • repentini mutamenti di governi • fallimenti o ridimensio- namenti di realtà produtti- ve • aumento della disoccu- pazione • crolli di borsa, specie per i titoli finanziari • repentini aumenti della pressione fiscale • significativa riduzione delle liquidità depositata nelle banche • cessione di quote di so- vranità in cambio di aiuti • intervento di organismi internazionali (FMI, Troi- ka) Forse ricorderà qualcosa e ciò intimorirà qualche let- tore inconsapevole ma è for- se giunta l'ora di capire che quelloacuistiamoassisten- do nell'attuale andamento deiBTP,èlarappresentazio- ne dell'enorme scommessa fatta dai mercati finanziari sul tandem italiano "Ren- zi-Draghi" e che fino ad ora ha portato gli investitori ad accettare premi al rischio ben distanti dal club dei paesi con analogo rating B- BB-. E siccome il pasto gra- tisinfinanzanonesisteedil piatto in cui tutti sperano di mangiare si chiama QE, po- trebbe essere il momento di valutare diversamente l'at- tuale situazione. Non fosse altro per riflettere su cosa potrebbe andare storto, vi- sto e considerato che si vuol vedere o far vedere solo un bicchiere mezzo pieno ed u- na caraffa d'acqua in pro- cinto di essere versata men- tre si inseriscono nella Leg- ge di Stabilità minacciose clausole di salvaguardia a valere dal 2016. Un’ulterio- re conferma dell’ultima chiamata all’Italia, prima di un commissariamento o peggio ancora, se nel 2015 non arrivasse l’auspicata ripresa. (Rubens Ligabue) RISPARMIO,ICONTIINTASCA L’autore della rubrica La pagina settimanale del lu- nedì “Risparmio, i conti in tasca”, è a cura del nostro consulente Rubens Ligabue, professionista certificato Efa - European Financial Advisor, associato SIAT - Società I- taliana Analisi Tecnica, iscritto all'Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per do- mande e chiarimenti potete scrivere a info@rubensligabue.com