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10 | SPECIALI | LUNEDÌ 21 SETTEMBRE 2015
L’ANALISI L’enorme debito in dollari fuori dagli USA come possibile chiave interpretativa delle decisioni FED
YellennonalzaitassiereplicalastrategiadiBernanke
L’indiceVIXsembradirettoversola‘crocedellamorte’esecosìfossemegliorimanerecauti
L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lunedì
‘Risparmio, i conti in tasca’,
è a cura del nostro consulente
Rubens Ligabue, professionista
certificato Efa - European Fi-
nancial Advisor, associato SIAT
- Società Italiana Analisi Tec-
nica, iscritto all’Albo Unico Na-
zionale dei Promotori Finanziari.
Per domande e chiarimenti po-
tete scrivere a
info@rubensligabue.com
RISPARMIO,ICONTIINTASCA
Come ormai noto la banca
centrale americana ha la-
sciato invariati i tassi nell’at-
tuale forchetta dello 0-0,25%,
ovvero il valore a cui sono or-
mai fissati dal 2008. Una scelta
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na scorsa, avrebbe potuto re-
plicare pedissequamente la
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Ben Bernanke nel meeting di
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per le molteplici similitudini
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memberdellaFED,unruolodi
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frey M. Lacker. La storia del
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tialmercatodopoaveralungo
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tato gli operatori. Un segnale
di debolezza che i più vedono
proprio nelle stesso comuni-
cato rilasciato dalla FED ed in
cui si citano “recenti sviluppi
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ri” in grado di “frenare in
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mica e di mettere ulteriore
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zione nel breve termine” ed
ancor più avvalorato dal di-
scorso poi tenuto dalla Yellen
post decisione e dal quale è e-
merso che “la preoccupazione
perlaCinaedeimercatiemer-
genti ha portato volatilità sui
mercati e, date le significative
interconnessioni tra gli Usa e
il resto del mondo, la situazio-
ne va osservata con attenzio-
ne”. Se da una parte la ripresa
americana sembra apparire
sufficientemente forte da po-
ter far credere al mercato che
sia giustificato un aumento
dei tassi, in un contesto assai
simile a quello del 2013 per u-
scire dal QE, è però cambiata
la motivazione dell’attesa in
quanto la variabile discrimi-
natoria sarebbe ora non più
solo all’interno degli USA
(crescita, disoccupazione, in-
flazione) ma anche all’esterno
o quantomeno individuabile
nell’effetto boomerang che u-
na tale decisione potrebbe poi
riservareall’economiaastelle
e strisce.
Indubbiamente qualsivo-
gliadecisionehauneffettocir-
colare all’interno di un siste-
ma economico-finanziario
globalizzatomaquelcheconta
realmente per la FED è, oltre
all’interesse economico degli
USA, il valore che il dollaro e-
sercita quale valuta di riserva
mondiale e che rappresenta
negli equilibri globali. Come
riporta la Banca dei Regola-
mentiInternazionalinell’ulti-
mo report trimestrale pubbli-
cato,ifinanziamentiindollari
americani (a fine marzo 2015)
afavorediprenditorinonban-
cari residenti al di fuori degli
Stati Uniti erano pari a $9.600
miliardi, ovvero un quota su-
periore ad 1/6 del PIL globale
escluso gli USA. Un fatto que-
sto che è ancor più accentuato
ed evidente se riferito ai paesi
emergenti.
Questi ultimi, con la crisi
del 2008, hanno aumentato
considerevolmenteleemissio-
ni in dollari per far fronte al
rallentamento post fallimento
Lehman, rendendosi così di
fatto ancor più “dipendenti”
dalle scelte economiche ame-
ricane. Una situazione che a
ben ragionare ha permesso u-
na crescente dipendenza fun-
zionale a favore degli USA e
questo è un fattore ben più im-
portante nella scelta di alzare
o meno i tassi d’interesse ri-
spetto all’andamento econo-
micostatunitenseoall’effime-
requotazionideimercatiazio-
nari, in quanto rappresenta
un’arma finanziaria assai più
efficace di quelle convenzio-
nali nel regolare i rapporti di
forza geo-politici. Rapporti
che vedono sempre più i paesi
BRICSdesiderosidiassumere
unnuovoruolonelloscacchie-
re globale e sempre più indi-
rizzati verso la costruzione di
un mondo multipolare. Una
transizionecheperònonman-
ca di ostacoli, in
primisdapartedi
colorochedopola
caduta del muro
di Berlino confi-
dano di poter ri-
manere al timone
di quel modello
globalizzato eret-
to ed eterodiretto
dal quale sono pe-
rò emerse realtà
economiche in
grado di poter og-
gi alzare la voce.
Un riequilibro
che si sta manifestando non
più e solo a parole ma nei fatti
ed a partire dalla dichiarazio-
ne di Delhi di fine marzo 2012,
in cui i BRICS manifestarono
un “'j’accuse” nei confronti
delle politiche monetarie e-
spansive adottate dalla FED e
siglarono un accordo per il fi-
nanziamento del commercio e
degli investimenti in valuta
locale nonché diedero l’avvio
aquellachepoièdiventatano-
ta come la Banca dello Svilup-
po.
Ecco dunque che in una tale
prospettiva,ladecisionedipo-
sticipare il rialzo dei tassi, ov-
vero tenersi ancora le mani li-
bereperesercitareun’opzione
in grado di influenzare signi-
ficativamente gli equilibri
globali, assume tutt’altro si-
gnificato.Perquantoriguarda
i mercati, l’esito scontato è il
nervosismo che stiamo osser-
vando e che potrebbe trovare
sfogo in una considerevole
crescitadellavolatilitàoalme-
no questo è quello che sembra
in formazione osservando la
possibile realizzazione grafi-
ca della cosiddetta “croce del-
la morte”, ovvero un segnale
di analisi tecnica che gli ana-
listiindividuanonell’incrocio
di una media mobile veloce al
disottooaldisopradiuname-
dia mobile lenta ed il cui pas-
saggio è in genere un buon se-
gnaleaconfermadiuncambio
del trend. Una possibilità che
dovrebbeportareilcomuneri-
sparmiatore a maggior caute-
laeciònonostantelemoltepli-
ci rassicurazioni che giungo-
nodaipolicymakerefinaipiù
semplici referenti per i propri
investimenti.
(Rubens Ligabue)
Settimana scorsa è stato inserito sul sito
www.geab.eu la parte pubblica e gratuita
delreportGEABn.97.Unapubblicazioneche
periodicamente riprendiamo in questa ru-
brica in quanto espressione di una analisi
"fuori dal coro" e definita come "Crisi Siste-
mica Globale" dal think tank europeo
Leap/2020 che la redige. L'attuale bollettino è
perciò un proseguimento delle anticipazioni
economico-politicheiniziateormainellonta-
no 2006 e che vertono sulla transizione del
mondo occidentale verso un mondo multipo-
lare in cui l’Europa sarebbe a rischio dell’A-
merica “dura”, ovvero di una politica statu-
nitensevoltaalegareindissolubilmenteUSA
e vecchio continente, al fine di mantenere la
leadership globale. L’Europa, secondo tale
think tank, si troverebbe ora trascinata in u-
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le pressioni provenienti da tutti i poli del
mondo multipolare, quali una Russia estro-
messa dagli affari internazionali grazie
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zionale grazie al rifiuto dell’FMI di integrare
lo yuan, un Brasile relegato al rango di spe-
culatore di prestiti da parte delle agenzie a-
mericane di rating che non mancherà di im-
pattare i paesi europei più esposti ecc. Secon-
dotalevisione,lacrisistessaindebolisce«na-
turalmente» tutto questo mondo ma dietro a-
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larsi una volontà deliberata perché le cose
peggiorino per tutto quello che non gravita
nell’orbita americana. Fatte tali premesse, al
fine di inquadrare il tipo di analisi qui ripre-
sa, è da segnalare che per Leap2020 sarebbe il
2016edinparticolarel’India,l’ultimasperan-
za per mantenersi sulla via di una transizio-
ne organizzata non distruttrice e volta a ca-
talizzare positivamente il passaggio verso il
mondomultipolaredalorodescritto.Imotivi
sarebberomoltepliciquali:unpaesechegode
di una buona reputazione democratica, una
leadershippoliticaforteedindipendenterap-
presentata dal primo ministro Narendra Mo-
di, un immagine “politically correct” senza
passati comunisti ed una storia d’indipen-
denza che rende difficile un boicottaggio me-
diaticodelpaesemasoprattutto,secondotale
report, vi è una grande opportunità di tran-
sizione associata alla sua prossima presiden-
za dei BRICS. Un ruolo che avvicinerà ancor
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be essere in grado di costruire, sull’immagi-
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limento di tale “pacifica” transizione. Una a-
nalisifuoridalcorodatenereperciòpresente
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  • 1. 10 | SPECIALI | LUNEDÌ 21 SETTEMBRE 2015 L’ANALISI L’enorme debito in dollari fuori dagli USA come possibile chiave interpretativa delle decisioni FED YellennonalzaitassiereplicalastrategiadiBernanke L’indiceVIXsembradirettoversola‘crocedellamorte’esecosìfossemegliorimanerecauti L’autore della rubrica La pagina settimanale del lunedì ‘Risparmio, i conti in tasca’, è a cura del nostro consulente Rubens Ligabue, professionista certificato Efa - European Fi- nancial Advisor, associato SIAT - Società Italiana Analisi Tec- nica, iscritto all’Albo Unico Na- zionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti po- tete scrivere a info@rubensligabue.com RISPARMIO,ICONTIINTASCA Come ormai noto la banca centrale americana ha la- sciato invariati i tassi nell’at- tuale forchetta dello 0-0,25%, ovvero il valore a cui sono or- mai fissati dal 2008. Una scelta che, come anticipato settima- na scorsa, avrebbe potuto re- plicare pedissequamente la strategia adottata dall’allora Ben Bernanke nel meeting di settembre2013,nonfossealtro per le molteplici similitudini che caratterizzavano il conte- sto geo-politico-economico di allora e di oggi. Nel 2013 non si interruppeilQEedogginonsi è alzato il tasso di riferimento, segnalando allora come ora un’apparente non uniformità di opinioni tra i vari board memberdellaFED,unruolodi ‘pecora nera’ che allora toccò ad un solo un membro, Esther L. George ed oggi al solo Jef- frey M. Lacker. La storia del 2013ènotaedalloraBernanke nella sua conferenza stampa non mancò di dichiarare che «la Federal Reserve potrebbe iniziare a ridurre gli acquisti di bond entro fine anno», di- chiarazionichericordanotan- to quelle della Yellen, ovvero riferendosi all’opinione gene- rale dei vari governatori membri del Fed, «crede che le condizioni economiche ri- chiederanno un rialzo tassi entro la fine dell'anno». I commenti dei media sono come allora similari, ovvero ritenere il capo della FED o- staggiodeimercatieleggereil fatto come una mancata occa- sione per dare segnali concre- tialmercatodopoaveralungo preparato il terreno ed orien- tato gli operatori. Un segnale di debolezza che i più vedono proprio nelle stesso comuni- cato rilasciato dalla FED ed in cui si citano “recenti sviluppi globali economici e finanzia- ri” in grado di “frenare in qualche modo l’attività econo- mica e di mettere ulteriore pressione al ribasso all’infla- zione nel breve termine” ed ancor più avvalorato dal di- scorso poi tenuto dalla Yellen post decisione e dal quale è e- merso che “la preoccupazione perlaCinaedeimercatiemer- genti ha portato volatilità sui mercati e, date le significative interconnessioni tra gli Usa e il resto del mondo, la situazio- ne va osservata con attenzio- ne”. Se da una parte la ripresa americana sembra apparire sufficientemente forte da po- ter far credere al mercato che sia giustificato un aumento dei tassi, in un contesto assai simile a quello del 2013 per u- scire dal QE, è però cambiata la motivazione dell’attesa in quanto la variabile discrimi- natoria sarebbe ora non più solo all’interno degli USA (crescita, disoccupazione, in- flazione) ma anche all’esterno o quantomeno individuabile nell’effetto boomerang che u- na tale decisione potrebbe poi riservareall’economiaastelle e strisce. Indubbiamente qualsivo- gliadecisionehauneffettocir- colare all’interno di un siste- ma economico-finanziario globalizzatomaquelcheconta realmente per la FED è, oltre all’interesse economico degli USA, il valore che il dollaro e- sercita quale valuta di riserva mondiale e che rappresenta negli equilibri globali. Come riporta la Banca dei Regola- mentiInternazionalinell’ulti- mo report trimestrale pubbli- cato,ifinanziamentiindollari americani (a fine marzo 2015) afavorediprenditorinonban- cari residenti al di fuori degli Stati Uniti erano pari a $9.600 miliardi, ovvero un quota su- periore ad 1/6 del PIL globale escluso gli USA. Un fatto que- sto che è ancor più accentuato ed evidente se riferito ai paesi emergenti. Questi ultimi, con la crisi del 2008, hanno aumentato considerevolmenteleemissio- ni in dollari per far fronte al rallentamento post fallimento Lehman, rendendosi così di fatto ancor più “dipendenti” dalle scelte economiche ame- ricane. Una situazione che a ben ragionare ha permesso u- na crescente dipendenza fun- zionale a favore degli USA e questo è un fattore ben più im- portante nella scelta di alzare o meno i tassi d’interesse ri- spetto all’andamento econo- micostatunitenseoall’effime- requotazionideimercatiazio- nari, in quanto rappresenta un’arma finanziaria assai più efficace di quelle convenzio- nali nel regolare i rapporti di forza geo-politici. Rapporti che vedono sempre più i paesi BRICSdesiderosidiassumere unnuovoruolonelloscacchie- re globale e sempre più indi- rizzati verso la costruzione di un mondo multipolare. Una transizionecheperònonman- ca di ostacoli, in primisdapartedi colorochedopola caduta del muro di Berlino confi- dano di poter ri- manere al timone di quel modello globalizzato eret- to ed eterodiretto dal quale sono pe- rò emerse realtà economiche in grado di poter og- gi alzare la voce. Un riequilibro che si sta manifestando non più e solo a parole ma nei fatti ed a partire dalla dichiarazio- ne di Delhi di fine marzo 2012, in cui i BRICS manifestarono un “'j’accuse” nei confronti delle politiche monetarie e- spansive adottate dalla FED e siglarono un accordo per il fi- nanziamento del commercio e degli investimenti in valuta locale nonché diedero l’avvio aquellachepoièdiventatano- ta come la Banca dello Svilup- po. Ecco dunque che in una tale prospettiva,ladecisionedipo- sticipare il rialzo dei tassi, ov- vero tenersi ancora le mani li- bereperesercitareun’opzione in grado di influenzare signi- ficativamente gli equilibri globali, assume tutt’altro si- gnificato.Perquantoriguarda i mercati, l’esito scontato è il nervosismo che stiamo osser- vando e che potrebbe trovare sfogo in una considerevole crescitadellavolatilitàoalme- no questo è quello che sembra in formazione osservando la possibile realizzazione grafi- ca della cosiddetta “croce del- la morte”, ovvero un segnale di analisi tecnica che gli ana- listiindividuanonell’incrocio di una media mobile veloce al disottooaldisopradiuname- dia mobile lenta ed il cui pas- saggio è in genere un buon se- gnaleaconfermadiuncambio del trend. Una possibilità che dovrebbeportareilcomuneri- sparmiatore a maggior caute- laeciònonostantelemoltepli- ci rassicurazioni che giungo- nodaipolicymakerefinaipiù semplici referenti per i propri investimenti. (Rubens Ligabue) Settimana scorsa è stato inserito sul sito www.geab.eu la parte pubblica e gratuita delreportGEABn.97.Unapubblicazioneche periodicamente riprendiamo in questa ru- brica in quanto espressione di una analisi "fuori dal coro" e definita come "Crisi Siste- mica Globale" dal think tank europeo Leap/2020 che la redige. L'attuale bollettino è perciò un proseguimento delle anticipazioni economico-politicheiniziateormainellonta- no 2006 e che vertono sulla transizione del mondo occidentale verso un mondo multipo- lare in cui l’Europa sarebbe a rischio dell’A- merica “dura”, ovvero di una politica statu- nitensevoltaalegareindissolubilmenteUSA e vecchio continente, al fine di mantenere la leadership globale. L’Europa, secondo tale think tank, si troverebbe ora trascinata in u- na folle strategia americana che la espone al- le pressioni provenienti da tutti i poli del mondo multipolare, quali una Russia estro- messa dagli affari internazionali grazie all’Ucraina, una Cina sempre più distante dal sistema monetario e finanziario interna- zionale grazie al rifiuto dell’FMI di integrare lo yuan, un Brasile relegato al rango di spe- culatore di prestiti da parte delle agenzie a- mericane di rating che non mancherà di im- pattare i paesi europei più esposti ecc. Secon- dotalevisione,lacrisistessaindebolisce«na- turalmente» tutto questo mondo ma dietro a- gli atti compiuti di intransigenza e di non cooperazione tra USA e BRICS potrebbe ce- larsi una volontà deliberata perché le cose peggiorino per tutto quello che non gravita nell’orbita americana. Fatte tali premesse, al fine di inquadrare il tipo di analisi qui ripre- sa, è da segnalare che per Leap2020 sarebbe il 2016edinparticolarel’India,l’ultimasperan- za per mantenersi sulla via di una transizio- ne organizzata non distruttrice e volta a ca- talizzare positivamente il passaggio verso il mondomultipolaredalorodescritto.Imotivi sarebberomoltepliciquali:unpaesechegode di una buona reputazione democratica, una leadershippoliticaforteedindipendenterap- presentata dal primo ministro Narendra Mo- di, un immagine “politically correct” senza passati comunisti ed una storia d’indipen- denza che rende difficile un boicottaggio me- diaticodelpaesemasoprattutto,secondotale report, vi è una grande opportunità di tran- sizione associata alla sua prossima presiden- za dei BRICS. Un ruolo che avvicinerà ancor più il paese a Russia e Cina nell’ambito della cooperazione internazionale ma che potreb- be essere in grado di costruire, sull’immagi- nepositivadelsubcontinenteindiano,un’im- magine positiva anche dei BRICS e quindi in grado di spazzar via ogni reticenza occiden- tale associata a questa evoluzione multipola- re. Tale team però preferisce non formulare alcuna anticipazione sul risultato finale in quanto per loro l’India dovrà incontrare dif- ficoltà impreviste nei prossimi mesi, se non settimaneedovràsvolgereilproprioruolodi presidenza in un contesto di fortissime ten- sioni politiche che potrebbero portare al fal- limento di tale “pacifica” transizione. Una a- nalisifuoridalcorodatenereperciòpresente nei propri investimenti, non fosse altro per- ché l’India è stato il paese meno toccato dalle “turbolenze”finanziariefinoraosservatenel famigerato quintetto di cui fa parte. FOCUS Crisi Sistemica Globale - Estratto dal GEAB n. 97 Indiacomeultima‘chance’ perunatransizionenondistruttiva