In questo fine agosto 2015, caratterizzato da difficili giornate sui mercati finanziari, è ricorrente perciò la domanda se siamo o meno giunti al termine del ciclo rialzista e se c'è un rischio di una crisi finanziaria 2.0
Le molteplici crisi denotano la frattura ormai critica e pericolosa tra Occidente e BRICS e l'instabilità valutaria unita a materie prime in caduta libera riaccendono una volatilità estrema sui mercati finanziari. E' rischio di 'redde rationem'.
L’indice americano S&P500 dopo un mese di violento rimbalzo torna a rivedere un leggero segno positivo rispetto al dato di inizio anno, riportando così in verde il listino. Un prodigioso recupero, dopo la débâcle di agosto/settembre che non mancherà di frastornare molti risparmiatori, non fosse altro per l’elevata volatilità emersa ed in grado di far rivivere montagne russe a cui non si era più abituati da almeno un paio di anni ma ciò non dovrebbe distogliere dal quadro economico reale e di rallentamento globale a cui devono in ultima analisi rispondere le quotazioni.
OTTOBRE: UN MESE DI STABILE PERFORMANCE O DI POTENZIALE CRACK ?
Una cosa sembra emergere più di altre da questi dati, ovvero che gli eventi estremi accadono spesso in questo periodo e dopo lunghi cicli rialzisti, come innegabilmente è già l'attuale. Non dovrebbe quindi stupire l'invito all'estrema prudenza, essendovi un potenziale ed ampio rischio di discesa, a maggior ragione considerando il fatto che, nel corrente ciclo, gli unici forti cali si sono finora verificati solo alle fine del primo e del secondo QE, nel 2010 e nel 2011.
Secondo Mario Draghi "abbiamo già osservato un numero significativo di effetti positivi derivanti da queste decisioni di politica monetaria", una frase che racchiude la giusta chiave di lettura dell'attuale situazione dei mercati europei. Un contesto in cui l'esperienza passata della FED non deve trarre in inganno.
Questo inizio di 2015 indubbiamente si sta presentando molto interessante dal punto di vista di chi osserva i risvolti meno apparenti, i colpi di scena e rispettivi voltagabbana ed in sostanza l'imprevedibilità del nuovo gioco in atto e successivo al 2014 di 'bonanza' finanziaria...
Le molteplici crisi denotano la frattura ormai critica e pericolosa tra Occidente e BRICS e l'instabilità valutaria unita a materie prime in caduta libera riaccendono una volatilità estrema sui mercati finanziari. E' rischio di 'redde rationem'.
L’indice americano S&P500 dopo un mese di violento rimbalzo torna a rivedere un leggero segno positivo rispetto al dato di inizio anno, riportando così in verde il listino. Un prodigioso recupero, dopo la débâcle di agosto/settembre che non mancherà di frastornare molti risparmiatori, non fosse altro per l’elevata volatilità emersa ed in grado di far rivivere montagne russe a cui non si era più abituati da almeno un paio di anni ma ciò non dovrebbe distogliere dal quadro economico reale e di rallentamento globale a cui devono in ultima analisi rispondere le quotazioni.
OTTOBRE: UN MESE DI STABILE PERFORMANCE O DI POTENZIALE CRACK ?
Una cosa sembra emergere più di altre da questi dati, ovvero che gli eventi estremi accadono spesso in questo periodo e dopo lunghi cicli rialzisti, come innegabilmente è già l'attuale. Non dovrebbe quindi stupire l'invito all'estrema prudenza, essendovi un potenziale ed ampio rischio di discesa, a maggior ragione considerando il fatto che, nel corrente ciclo, gli unici forti cali si sono finora verificati solo alle fine del primo e del secondo QE, nel 2010 e nel 2011.
Secondo Mario Draghi "abbiamo già osservato un numero significativo di effetti positivi derivanti da queste decisioni di politica monetaria", una frase che racchiude la giusta chiave di lettura dell'attuale situazione dei mercati europei. Un contesto in cui l'esperienza passata della FED non deve trarre in inganno.
Questo inizio di 2015 indubbiamente si sta presentando molto interessante dal punto di vista di chi osserva i risvolti meno apparenti, i colpi di scena e rispettivi voltagabbana ed in sostanza l'imprevedibilità del nuovo gioco in atto e successivo al 2014 di 'bonanza' finanziaria...
I mercati festeggiano il materializzarsi del rimbalzo … o quello che i trader spesso amano definire il famigerato “dead cat bounce”, ovvero il “rimbalzo del gatto morto” (non me ne vogliano gli animalisti).
Un violento rimbalzo che ha evitato una caduta libera del mercato USA (vera locomotiva di tutti i listini azionari) e che si è manifestato solo grazie al più classico concetto pavloviano del riflesso condizionato.
Un riflesso che, come noto sugli animali, rappresenta una reazione prodotta da un elemento esterno, a cui l’animale si è abituato ed a cui associa un preciso stimolo che lo induce ad un determinato comportamento.
E per gli operatori finanziari l’elemento esterno di stimolo è ormai da qualche tempo rappresentato dalle sole dichiarazioni “puntuali” che i membri del board della FED rilasciano guarda caso proprio nei momenti di panico e cedimento del mercato azionario USA.
Il quadro di fondo rimane immutato ma le parole di W. Dudley, governatore della Federal Reserve di New York sortiscono l’effetto desiderato e placano le vendite ma …
Che cosa in generale ci racconta l\'attuale contesto degli utili e delle valutazioni, circa le prospettive dei mercati azionari americani nel corso dei prossimi 3-5-7-10 anni? Questa settimana abbiamo la seconda parte di "Bull\'s Eye Investing, dieci anni dopo" che avevamo iniziato la scorsa settimana.
Come ormai noto la banca centrale americana ha lasciato invariati i tassi nell’attuale forchetta dello 0-0,25%, ovvero il valore a cui sono ormai fissati dal 2008. Una scelta che replica pedissequamente la strategia adottata dall’allora Ben Bernanke nel meeting di settembre 2013, non fosse altro per le molteplici similitudini che caratterizzavano il contesto geo-politico-economico di allora e di oggi…
Da fine settembre a venerdì scorso si è assistito ad un ulteriore tentativo di rimbalzo da parte della locomotiva azionaria globale, ovvero lo S&P500 e con esso dell’intero mercato azionario mondiale. L’indice americano dopo aver quasi ritestato i minimi di fine agosto nelle ultime sedute di settembre ha reagito alla situazione di ipervenduto come allora, ossia con un impetuoso rimbalzo di ben 7 sedute positive su 8. Un risultato che questa volta appare però essere molto più gradito a tanti operatori in quanto si è potuto recuperare un livello “psicologico” importante proprio sul finale di settimana, ovvero la cosiddetta media mobile a 50 giorni.
Non è stato un buon rientro dalle ferie per molti risparmiatori, a maggior ragione se si considera che proprio da inizio anno erano decisamente aumentati i flussi di denaro verso attività d’investimento a maggior rischio, in primis le azioni ma anche in strumenti (fondi, polizze, gestoni ecc.) in cui la quota dedicata ad asset rischiosi è stata in costante aumento. Per molti piccoli investitori non sarà perciò difficile constatare come le scelte fatte o suggerite negli ultimi mesi siano risultate a dir poco deludenti.
Come investire nel 2014 - Aggiornamento sulle Commodities (Materie Prime)Moneyfarm
Il team di Asset Allocation di MoneyFarm illlustra le aspettative sul mercato delle commodities nel 2014 chiedendosi se conviene investire nell'asset class delle materie prime.
Guarda il video di presentazione: http://youtu.be/e5gXZvveaQw
Scopri di più su MoneyFarm https://www.moneyfarm.com
Il futuro della consulenza nel sistema finanziario italiano - rapporto finaleStefano Palumbo
L'indagine previsionale è stata commissionata alla S3.Studium da Fineco, che l'ha poi presentata, durante il "Fineco Financial Village", in otto città italiane. Realizzata nel 2009 con metodo Delphi, la ricerca abbraccia l'orizzonte temporale del 2015.
Dall’estate 2012 con il “whatever it takes” di Draghi e con l’annuncio inatteso di un terzo nuovo ciclo di QE americano, successivamente allungato con il cosiddetto tapering e sostenuto al suo termine da nuovi cicli di monetizzazione della banca del Giappone e dall’arrivo del famigerato “bazooka” della BCE ad inizio 2015, si è comprato tempo per impostare le nuove tendenze a cui i principali banchieri centrali sembrano ora orientati ed intenzionati a far percorrere a molteplici governi, ossia NIRP (Negative Interest Policy Rate), bail-in e forse un prossimo “cashless”, ossia riduzione-eliminazione del contante.
In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
I mercati festeggiano il materializzarsi del rimbalzo … o quello che i trader spesso amano definire il famigerato “dead cat bounce”, ovvero il “rimbalzo del gatto morto” (non me ne vogliano gli animalisti).
Un violento rimbalzo che ha evitato una caduta libera del mercato USA (vera locomotiva di tutti i listini azionari) e che si è manifestato solo grazie al più classico concetto pavloviano del riflesso condizionato.
Un riflesso che, come noto sugli animali, rappresenta una reazione prodotta da un elemento esterno, a cui l’animale si è abituato ed a cui associa un preciso stimolo che lo induce ad un determinato comportamento.
E per gli operatori finanziari l’elemento esterno di stimolo è ormai da qualche tempo rappresentato dalle sole dichiarazioni “puntuali” che i membri del board della FED rilasciano guarda caso proprio nei momenti di panico e cedimento del mercato azionario USA.
Il quadro di fondo rimane immutato ma le parole di W. Dudley, governatore della Federal Reserve di New York sortiscono l’effetto desiderato e placano le vendite ma …
Che cosa in generale ci racconta l\'attuale contesto degli utili e delle valutazioni, circa le prospettive dei mercati azionari americani nel corso dei prossimi 3-5-7-10 anni? Questa settimana abbiamo la seconda parte di "Bull\'s Eye Investing, dieci anni dopo" che avevamo iniziato la scorsa settimana.
Come ormai noto la banca centrale americana ha lasciato invariati i tassi nell’attuale forchetta dello 0-0,25%, ovvero il valore a cui sono ormai fissati dal 2008. Una scelta che replica pedissequamente la strategia adottata dall’allora Ben Bernanke nel meeting di settembre 2013, non fosse altro per le molteplici similitudini che caratterizzavano il contesto geo-politico-economico di allora e di oggi…
Da fine settembre a venerdì scorso si è assistito ad un ulteriore tentativo di rimbalzo da parte della locomotiva azionaria globale, ovvero lo S&P500 e con esso dell’intero mercato azionario mondiale. L’indice americano dopo aver quasi ritestato i minimi di fine agosto nelle ultime sedute di settembre ha reagito alla situazione di ipervenduto come allora, ossia con un impetuoso rimbalzo di ben 7 sedute positive su 8. Un risultato che questa volta appare però essere molto più gradito a tanti operatori in quanto si è potuto recuperare un livello “psicologico” importante proprio sul finale di settimana, ovvero la cosiddetta media mobile a 50 giorni.
Non è stato un buon rientro dalle ferie per molti risparmiatori, a maggior ragione se si considera che proprio da inizio anno erano decisamente aumentati i flussi di denaro verso attività d’investimento a maggior rischio, in primis le azioni ma anche in strumenti (fondi, polizze, gestoni ecc.) in cui la quota dedicata ad asset rischiosi è stata in costante aumento. Per molti piccoli investitori non sarà perciò difficile constatare come le scelte fatte o suggerite negli ultimi mesi siano risultate a dir poco deludenti.
Come investire nel 2014 - Aggiornamento sulle Commodities (Materie Prime)Moneyfarm
Il team di Asset Allocation di MoneyFarm illlustra le aspettative sul mercato delle commodities nel 2014 chiedendosi se conviene investire nell'asset class delle materie prime.
Guarda il video di presentazione: http://youtu.be/e5gXZvveaQw
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Il futuro della consulenza nel sistema finanziario italiano - rapporto finaleStefano Palumbo
L'indagine previsionale è stata commissionata alla S3.Studium da Fineco, che l'ha poi presentata, durante il "Fineco Financial Village", in otto città italiane. Realizzata nel 2009 con metodo Delphi, la ricerca abbraccia l'orizzonte temporale del 2015.
Dall’estate 2012 con il “whatever it takes” di Draghi e con l’annuncio inatteso di un terzo nuovo ciclo di QE americano, successivamente allungato con il cosiddetto tapering e sostenuto al suo termine da nuovi cicli di monetizzazione della banca del Giappone e dall’arrivo del famigerato “bazooka” della BCE ad inizio 2015, si è comprato tempo per impostare le nuove tendenze a cui i principali banchieri centrali sembrano ora orientati ed intenzionati a far percorrere a molteplici governi, ossia NIRP (Negative Interest Policy Rate), bail-in e forse un prossimo “cashless”, ossia riduzione-eliminazione del contante.
In questo momento di grande incertezza sui mercati finanziari CFO SOLUTIONS SCF S.r.l. mette a disposizione dei risparmiatori una guida per potersi orientare nelle scelte di investimento al fine di proteggere più possibile il proprio patrimonio, piccolo o grande che sia.
(Synthèse du mémoire) LE FINANCEMENT PARTICIPATIF : Réflexions autour du succ...Jonathan Doquin
Quels éléments sous-jacents permettent d'expliquer le succès du financement participatif et comment les exploiter en vue d'optimiser la levée de fonds ?
SQLSaturday Paris 2014 - SharePoint – de la méfiance jusqu’à l’acceptation GUSS
Quand votre responsable annonce l’acquisition de SharePoint en tant que DBA le devoir de « configuration et installation » de SQL Server vous attend. Malgré que SharePoint soit l’outil de collaboration (ECM) le plus convoité de Microsoft la méfiance s’installe car vous avez peu ou pas de connaissance technique concernant SharePoint. Le contenu des sites de collaboration, sites publics ainsi de configuration est stocké dans SQL Server d’ou l’importance de ceci ! Dans cette session, nous allons explorer les tendances de SharePoint pour DBA. Pourquoi SharePoint aime faire les choses à sa manière? Que pouvez vous ne pas faire avec les bases de données de SharePoint? Quels sont les paramètres spécifiques de SharePoint à savoir et maitriser pour une utilisation optimale? Comment maintenir les bases de données SharePoint sans ruiner le soutien de Microsoft? Après la session vous aurez les bases fondamentales pour commencer n’importe quelle projet SharePoint en tant que DBA. Session présentée lors du SQLSaturday Paris 2014
Le contenu Web | Conférence d'Équation Humaine présentée par L'incubateurMaudeBourcierBouchard
Conférencière: Catherine Beaumier Lacroix, Stratège contenu multiplateformes chez Hue - human equation.
Active depuis près de 10 ans dans le secteur du marketing numérique et traditionnel, Catherine a œuvré en stratégie et déploiement de contenu en freelance, en tant que chargée de projets web et concepteur-rédacteur chez Vortex Solution, créatrice de contenu web chez Bang Marketing et, plus récemment, à titre de responsable de la stratégie et du contenu des médias sociaux pour l’Agence QMI, le fil de presse de Québecor Média.
*Ceci est une initiative de L'incubateur pour nos jeunes webeurs en herbe
BCE rassicura, FED tergiversa e BOJ all’attacco pur di arginare le uscite dai mercati e sedare gli operatori ma quanto sta accadendo seppur ricordi gli effetti “boom” degli annunci che hanno puntellato sui top i mercati alla fine del QE americano nell’ottobre 2014 e per buona parte del 2015 ora appaiono più come una rete di protezione per rallentare la caduta nella speranza di poter governarne al meglio e nel modo meno traumatico lo “sboom” derivante dalla fine più o meno graduale delle politiche espansive.
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
Standard & Poor's declassa l'Italia a BBB-. E' l'ultimo appello per un paese in evidente difficoltà economica, come dimostrano i dati reali e nonostante la riduzione dei tassi sui titoli di Stato italiani. Quello a cui stiamo assistendo nell'andamento dei BTP è solo un'enorme scommessa dei mercati finanziari sul tandem italiano "Renzi-Draghi".
Il Giappone ha stupito gli operatori presentando un'azione "banzai" incentrata su due passaggi ed annunciati prima dal più grande fondo statale pensionistico mondiale, detentore di asset per oltre 1.100 miliardi di dollari e poi dalla banca Bank of Japan. Ecco allora che l' "Abeconomis" entra nella "Banzainomics", decidendo non solo di stampare come se vi fosse più un domani, pur di immettere tutta la liquidità ritenuta necessaria dai pianificatori centrali ma indirizzando anche una quota pari al 50% dei risparmi di milioni di pensionati giapponesi nel magico mondo dei mercati azionari...
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
"Forse più di ogni altra cosa, l\'incapacità di riconoscere la precarietà e la mutevolezza della fiducia (in particolare nei casi in cui i debiti a breve termine sono elevati e devono essere continuamente rinnovati) è il fattore chiave che dà origine alla sindrome del this-time-is-different. Ai governi, alle banche o alle società fortemente indebitate può sembrare di poter rinnovare allegramente le scadenze dei loro debiti per un periodo di tempo molto lungo, ma poi arriva il bang! - la fiducia crolla, i finanziatori spariscono e a quel punto la crisi arriva.
Prosegue la decisa contrapposizione tra rialzisti e ribassisti, non fosse altro perché dal lato “bullish” l’attuale situazione è letta come una conferma di forza di un mercato confidente nelle politiche monetarie delle banche centrali mentre dal lato “bearish” è vista come la prova di un primo deterioramento della fiducia riposta nei banchieri centrali a seguito del reale peggioramento del quadro macro economico.
Tutto ciò ha finora portato gli operatori finanziari ad incorporare la reazione dei banchieri nei premi di rischio, ovvero ad inglobare nei prezzi (come nella recente reazione) il fatto che ci sarà un’azione di sostegno da parte delle banche centrali, scollegando così sempre più l’intervento degli stessi banchieri dai fondamentali. Si è perciò creato tra mercati e banche centrali il più classico dilemma del prigioniero, la cui diretta conseguenza operativa è l’attuale ed estremo approccio “RORO”, ovvero di contestuale “risk on / risk off” …
Per comprendere il perché delle politiche di austerità applicate nel mondo Occidentale e, in particolare, in Unione Europea, è necessario ripercorre la storia degli avvenimenti e delle politiche che sono state sviluppate negli ultimi anni. In questa parte ci si occupa, con una breve digressione, delle cause dalla crisi finanziaria del 2008, che ha dato il via alla crisi economica in cui la maggior parte delle economie mondiali ancora si dibattono.
Siamo ormai da cinque anni in una crisi che proprio non vuole andarsene. Parafrasando Charles Gave di GaveKal che ha scritto un articolo estremamente interessante su questo argomento appena settimana (2) scorsa, i politici continuano a manomettere i tassi di interesse, i tassi di cambio e in generale i prezzi degli asset. Essi continuano a consentire alle banche che gestiscono i depositi di operare come un casinò. Esse emettono nuovo debito per pagare le spese quando stanno già affogando nel debito. E di questo sembra che non ne prendano atto. Albert Einstein una volta ha definito una follia il fare lo stesso esperimento più e più volte, con la speranza di aspettarsi un diverso risultato. QE1. QE2. QE3 ... C\'è altro da dire?
Mario Draghi ha annunciato giovedì scorso, l’ennesimo ed ormai ultimo taglio dei tassi ufficiali d’interesse, nonché un nuovo e consistente aumento delle dimensioni del bilancio della BCE, attraverso l’acquisto di strumenti finanziari emessi dal settore privato dell’economia. Non delude quindi le attese e conferma così ai mercati che davanti ai dati macro deludenti e preoccupanti si concretizzano provvedimenti monetari espansivi.
Dietro al grande “swing” dello S&P500 una pletora di “gamblers” della finanza ma se non si è incalliti e preparati scommettitori può essere utile rammentare che in un mercato speculativo, i partecipanti prevalenti non sono investitori di lungo termine bensì speculatori il cui unico obiettivo non è assicurarsi un buon rendimento costante sul proprio capitale ma semplicemente fare profitti da un'ascesa o da un declino dei prezzi e tali risultati avvengo sulla pelle di altri sprovveduti o inconsapevoli partecipanti al gioco.
Nel recente e primo rapporto sulla stabilità finanziaria del 2016 di Banca d’Italia è stato stimato che il complesso degli investimenti delle famiglie in strumenti (diversi dalle azioni) che potrebbero essere interessati da misure di bail-in in caso di risoluzione rappresenti oltre il 10 per cento delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Una fotografia che a ben osservare appare indubbiamente appropriata a quel ruolo mitologico che fu di Atlante e che ambiziosamente è stato attribuito al fondo-privatistico messo in piedi dal sistema finanziario italiano. Fondo che in ultima analisi, nel tentare di sorreggere il peso degli aumenti di capitale e la gestione degli NPL di banche problematiche, vuol evitare un meccanismo generalizzato di bail-in conseguente ad un eventuale panico su larga scala che potrebbe condurre a una crisi sistemica nazionale.
Atlante nascerà a maggio grazie all’apporto di capitali privati forniti soprattutto da Unicredit e Intesa Sanpaolo, con una partecipazione stimata in un miliardo a testa, seguito da altri enti quali Fondazioni, Cassa Depositi e Prestiti, altre banche in quota minore e dai principali gruppi assicurativi, oltre ad eventuali ed ulteriori soggetti privati.
Dopo il salvataggio delle ormai famigerate quattro banche italiane (Banca Marche, CR Ferrara, CR Chieti, Popolare Etruria) sembra essere scattata una psicosi collettiva tra i comuni risparmiatori. Una paura che viene ovviamente alimentata da un circolo vizioso e crescente di informazioni che amplificano la sensazione di insicurezza. Paure che se da un lato possono alzare il livello di allerta del singolo e quindi contribuire ad una migliore vigilanza e controllo delle personali posizioni detenute presso i diversi istituti italiani, dall’altro potrebbero arrecare ancor più danni se il latente terrore diventasse panico collettivo.
A distanza ormai di due settimane è possibile fare un primo conto dei danni derivanti dal salvataggio di Banca Marche, Popolare dell'Etruria, CariFerrara e CariChieti e ciò nonostante lo sbandierato successo fin da subito attribuito al non coinvolgimento dello Stato e quindi dei contribuenti. Dal punto di vista del correntista/risparmiatore quanto accaduto è certamente un monito su quanto può ancora accadere ai propri risparmi a partire dal 2016 ma con l’aggravio che in caso di ulteriori dissesti saranno incluse anche le obbligazioni “senior” e potenzialmente i depositi superiori a 100.000 euro.
L’attentato di Parigi riportare alla memoria quelli di Madrid e di New York ma a differenza di allora è inserito in un più complesso scenario di medio termine. Dal punto di vista economico la Francia e l’eurozona non sono in una fase di ripresa economica post recessione, come nel 2004/05, bensì in un contesto di rallentamento globale a cui potrebbe seguire un’analoga campagna di “guerra al terrore” ed i cui effetti potrebbero non essere così positivi per i mercati come nel post 11 settembre 2001.
La Volkswagen è di fatto l’emblema della produttività tedesca e del grande successo dell’export made in Germany ed insieme all’intero settore automobilistico ed al suo indotto rappresenta il principale fattore trainante dell’economia del paese. Un aspetto per di più consacrato anche dal recente sorpasso di Toyota nella classifica mondiale di vendite d’auto. Lo scandalo è già da più parti stato commentato ed analizzato dal punto di vista della frode nonché denominato “diesel gate” negli USA ma quello che meno emerge sono le possibili implicazioni che un aggravamento o un allargamento ad altre case automobilistiche potrebbe arrecare all’intero del comparto automotive. Oltre alle possibili difficoltà di questo settore vi sono POI già altri importanti comparti industriali in seria problematicità quali i petroliferi a partire da Petrobras ed i minerari con il colosso Glencore…
Il parallelo dell’attesa di Godot in ambito finanziario appare essere scontato nella settimana in cui il mondo intero o quantomeno quello degli operatori finanziari e dei più comuni risparmiatori-investitori è ormai da tempo in attesa di sapere se ‘Godot’ (inteso come il cambio di politica monetaria) si manifesterà o continuerà a farsi attendere dopo oltre 6 anni di assenza...
La scelta di un referendum sull'accettazione o meno di tale piano e dunque di tali politiche, rappresenterà nel suo esito finale un pivot potenzialmente storico per la Grecia e per la geopolitica globale
Secondo il recente e biennale "Morningstar Global Fund Investor Experience" l'Italia è terz'ultima a livello globale nella valutazione del sistema "industria del risparmio gestito". Il giudizio attribuito è stato C- ovvero poco sopra al peggior voto assoluto dato alla Cina con D+. Costi, trasparenza e distribuzione sono le criticità principali...
La locomotiva USA nel primo trimestre 2015 ha decisamente tradito la ripresa tanto auspicata. Dal 2009 ad oggi era accaduto solo altre due volte ma ciò non sembra aver preoccupato troppo gli operatori finanziari ed il mercato. "Bad news is good news" dichiarano molti commentatori ovvero le cattive notizie rimangono le migliori alleate per l'ottimismo dei gestori, essendo queste ultime le sole argomentazioni proposte per un posticipo del rialzo dei tassi USA e dunque una tenuta delle quotazioni ma quel che indubbiamente traspare sul mercato azionario americano è la crescente dissociazione delle quotazioni dai dati macro...
A 5 anni dal primo salvataggio la Grecia è di nuovo a rischio default. Il limbo temporale concordato a fine febbraio dal governo greco con l'Eurogruppo è sempre più vicino al termine e di soluzioni ancora certe non sembra esservene alcuna traccia, se non a parole e tramite i recenti avvicendamenti interni al governo Syriza. In un tale contesto si sprecano le opzioni sugli esiti finali ma indubbiamente è in crescita la scommessa sull'uscita della Grecia dall'Eurozona.
L'investimento è come noto il procedimento con cui ognuno di noi sposta nel tempo le disponibilità che ha, rinunciando a spenderle oggi, in vista di un consumo futuro e questo in cambio di un maggior potere d'acquisto differito nel tempo, ovvero di un rendimento. Un rendimento che comunemente ricerca investendo in differenti strumenti (depositi di liquidità, obbligazioni, azioni, immobili, ecc.) sia in forma diretta che sottoforma di prodotti gestiti. L'investimento in quanto tale può essere perciò...
Nonostante l'euforia generale creata dai media sulla prima settimana di QE europeo è forse il caso di non fare il conto senza l'oste, ovvero festeggiare un pasto gratis senza osservare le reali possibilità di prosecuzione del banchetto. Un party a cui la borsa statunitense, ovvero la reale locomotiva dei rialzi dei corsi azionari globali, potrebbe non essere più in grado di partecipare, non fosse altro per la continuativa abbuffata finora realizzata e senza decise soste di consolidamento.
E' MENO PEGGIO IL C/C
L'industria della vendita del risparmio gestito "aborrirà" una tale affermazione e condirà il tutto di fini ragionamenti pur di convincere lo sprovveduto risparmiatore a comprare o a detenere tali strumenti o peggio ancora lo dirotterà sempre più su strumenti opachi e maggiormente rischiosi, nell'illusoria ricerca dei rendimenti perduti...
Venerdì scorso dopo due intense settimane di trattative tra Grecia ed Europa si è giunti ad un primo accordo in merito all'annosa questione del debito ellenico. Un punto di incontro agguantato senza non pochi colpi di scena e reciproci scambi di "prendere o lasciare" e di apparenti aut aut, nella più classica teoria dei giochi.
La Grecia ed il suo nuovo governo di sinistra hanno avviato una complessa partita con l'UE, per dare seguito a quanto promesso in campagna elettorale, ovvero un cambio radicale rispetto alla gestione del debito ed ai diktat della "troika".
Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
1. L’autore del presente articolo è RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA - European Financial Advisor, associato SIAT - Società Italiana Analisi
Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti potete scrivere a: info@rubensligabue.com
I dati ed i grafici riportati provengono da fonti pubbliche e visionabili sul web. La presente pubblicazione non costituisce alcuna forma di sollecitazione del
pubblico risparmio nonché consiglio d'investimento
TIME FOR CRASH ?
In passato sono già stati affrontati i concetti teorici dei cicli dei mercati e del movimento ondulatorio,
prima ascendente e poi discendente che ne caratterizzano gli andamenti (vedere - CRISI CICLICHE &
CICLI DEI MERCATI ( https://www.youtube.com/watch?v=0skVaEoVyzU ) ma l'allegato grafico da
classico libro di analisi tecnica, aiuterà meglio a traslare nella realtà i seguenti concetti.
E' universalmente condiviso tra gli operatori che, l'inizio dell'attuale "bull market" (mercato al rialzo) sia
avvenuto il 9 marzo del 2009 e che, come la teoria insegna, vi siano state differenti onde crescenti ma non
sia ancora iniziata la vera fase discendente o di "bear market".
E' inoltre noto che un ciclo duri mediamente tra 4 e 5 anni e quindi, essendo ad oggi trascorsi oltre 6 anni,
vi sono potenzialmente già 12 o 18 mesi in più di up trend, rispetto alla media.
Un intero ciclo di mercato prevede una fase rialzista "normale" che nella teoria è rappresentata dalla
sequenza di onde comprese tra l'intervallo A-F (dall’incredulità alla speculazione in termine di sentiment)
ed una successiva ribassista F-N (dalla compiacenza alla disillusione).
Può però capitare, sotto l'influenza di fattori strutturalmente positivi (spesso identificabili nell’idea, a
posteriori illusoria, di nuovi paradigmi dell’economia o della finanza) che sia esteso al rialzo per un
tempo più lungo, con nuovi massimi e fino a che la compiacenza tipica del "questa volta è diverso" non
arriva alla consapevolezza dell'insostenibilità del trend ed alla relativa caduta, in genere verticale (fase J-
N), con la quale si conclude dolorosamente e velocemente il ciclo.
2. L’autore del presente articolo è RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA - European Financial Advisor, associato SIAT - Società Italiana Analisi
Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti potete scrivere a: info@rubensligabue.com
I dati ed i grafici riportati provengono da fonti pubbliche e visionabili sul web. La presente pubblicazione non costituisce alcuna forma di sollecitazione del
pubblico risparmio nonché consiglio d'investimento
In questo fine agosto 2015, caratterizzato da difficili giornate sui mercati finanziari, è ricorrente perciò la
domanda se siamo o meno giunti al termine del ciclo rialzista.
Certamente nessuno identificherà la fase attuale degli ultimi 12/18 mesi come la fase A-B di avvio ciclo
ma chi più e chi meno, disquisirà di un tardo “bull market” (fase tra F e J), ovvero e molto probabilmente
di fase “non ortodossa” di rialzo e questo perché all'inizio dell'estate 2012 vi era il forte sentiment di
essere prossimi ad un ciclo ribassista che fu però interrotto da un coordinamento globale da parte delle
principali banche centrali occidentali (BCE-BOJ-BOE-FED):
Nel luglio di quell’estate fu di fatti avviata una fase rialzista “non ortodossa” dei mercati, ovvero dal
momento in cui riecheggiarono, in un incontro con operatori istituzionali nella City di Londra, le ormai
famigerate parole di Mario Draghi “whatever it take” e con le quali furono sgombrati i timori di
fallimento dell’euro ecc. e rassicurati gli operatori stessi.
Da quel mese e ripercorrendo a ritroso gli eventi si può osservato quanto segue:
• Luglio 2012 - Bank of England annuncia l’espansione del suo QE fino a novembre.
• Settembre 2012 - FED annuncia QE3 a partire dal 12 dicembre.
• Aprile 2013 - Bank of Japan annuncia il proprio piano monster di QE
• Giugno 2013 - FED paventa un prossimo tapering (riduzione del QE)
• Ottobre 2013 - FED avvia il ‘tapering’ (riduzione degli acquisti)
• Ottobre 2014 - FED termina la politica di QE americana
• Novembre 2014 - Bank of Japan amplia a sorpresa gli acquisti, con il QQE
• Gennaio 2015 - BCE annuncia dopo forti scontri e pressioni il lancio del QE in Eurozona
• Marzo 2015 - Avvio QE BCE fino a Settembre 2016
Il ciclo perciò avviato con l’annuncio del “bazooka” di Draghi nel 2012 sembra da qualche mese giunto al
termine, il “rumors” appare per ora come “news” definitiva e con essa le certezze di ulteriore
“carburante” pianificato da parte dei banchieri centrali occidentali (tanto amato dai mercati finanziari).
3. L’autore del presente articolo è RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA - European Financial Advisor, associato SIAT - Società Italiana Analisi
Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti potete scrivere a: info@rubensligabue.com
I dati ed i grafici riportati provengono da fonti pubbliche e visionabili sul web. La presente pubblicazione non costituisce alcuna forma di sollecitazione del
pubblico risparmio nonché consiglio d'investimento
I mercati di fatto ed a poche settimane dall’avvio della QE targato Draghi, sono giunti ai massimi storici o
di periodo ante crisi 2007/2008.
Un rialzo condotto in primis dalla locomotiva dei mercati azionari globali, ovvero l’indice americano
S&P500 e sul cui grafico seguente sono riportate le possibili fasi pocanzi descritte:
Dopo di che i mercati, nonostante la “bizzarra” tranquillità di giungo/luglio (vedi Grecia & c.) hanno
iniziato a scendere sempre più violentemente (le cui cause o presunti tali, sono ben descritte dai media
mainstream ed analizzate nei molteplici report delle case d’investimento) presentando un ribasso con
intensità crescente rispetto a quanto finora accaduto dal dopo estate 2012 e fino ad ottobre 2014, ovvero
da quando la FED ha detto stop agli acquisti di titoli ed al QE.
4. L’autore del presente articolo è RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA - European Financial Advisor, associato SIAT - Società Italiana Analisi
Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti potete scrivere a: info@rubensligabue.com
I dati ed i grafici riportati provengono da fonti pubbliche e visionabili sul web. La presente pubblicazione non costituisce alcuna forma di sollecitazione del
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Sulla base di quanto descritto ed essendo in calendario solo un unico ed importantissimo evento nei
prossimi giorni, ovvero il meeting di banchieri centrali a Jackson Hole (27-29 agosto) e quindi lo stesso
annuale incontro che ebbero ad esempio nell’estate 2013 ed in cui vi fu proprio come argomento principe
il “tapering” ed il coordinamento tra banchieri a seguito della grave instabilità manifestata nei paesi
emergenti (momento che sancì però lo scollamento con i BRICS) e che guarda caso sembra oggi
riproporsi … non è da escludere che tale evento possa rappresentare proprio il “pivot point” dei mercati
(nel bene o nel male).
Da quel simposio ovviamente sapremo solo a distanza di settimane o mesi quale sarà la causa scatenante
dei futuri movimenti dei mercati o forse degli attuali e questo perché la provvidenziale “mano invisibile”
descritta da Adam Smith è stata ormai da tempo sostituita da quelle di Draghi, Bernanke-Yellen, Kuroda
& c. e dunque, a meno di prossime ed inaspettate operazioni straordinarie da parte di tali signori (QE4 o
altri eclatanti interventi) vi è il concreto rischio che la “prestidigitazione” possa cessare bruscamente e
con essa la lunga fase “non ortodossa” che tiene scollegati i mercati finanziari dall’economia reale.
In questo è forse da ricercare il profondo motivo per cui la tensione e la volatilità è salita ai picchi del
2009 ed il mercato trainante dei listini mondiali è stato capace di generare un sequenza di ribassi così
decisa da far temere e ricordare i nefasti ricordi di allora.
In caso contrario non sarà difficile scommettere che al già lungo calendario di interventi precedentemente
descritti ne seguiranno altri sempre più importanti per sostenere qualcosa che, ad un certo punto,
volontariamente o meno, non sarà più sostenibile e porterà a conclusione il pluriennale “bull market”.