L'investimento è come noto il procedimento con cui ognuno di noi sposta nel tempo le disponibilità che ha, rinunciando a spenderle oggi, in vista di un consumo futuro e questo in cambio di un maggior potere d'acquisto differito nel tempo, ovvero di un rendimento. Un rendimento che comunemente ricerca investendo in differenti strumenti (depositi di liquidità, obbligazioni, azioni, immobili, ecc.) sia in forma diretta che sottoforma di prodotti gestiti. L'investimento in quanto tale può essere perciò...
1. LUNEDÌ 30 MARZO 2015 | SPECIALI | 11
L’ANALISI Liquidità azzerata, obbligazioni a tassi irrisori ed azioni ai massimi anticipano volatilità
Ripassarel’ABCdellafinanzapernoncaderenellepieillusioni
Latesipercui‘ilmaggiorrischioènonrischiare’èuningannocheporteràadingentiperdite
RISPARMIO,ICONTIINTASCA
L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lu-
nedì “Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-
taliana Analisi Tecnica, iscritto
all'Albo Unico Nazionale dei
Promotori Finanziari. Per do-
mande e chiarimenti potete
scrivere a
info@rubensligabue.com
L’investimento è come
noto il procedimento
con cui ognuno di noi spo-
sta nel tempo le disponibi-
lità che ha, rinunciando a
spenderle oggi, in vista di
unconsumofuturoequesto
incambiodiunmaggiorpo-
tere d'acquisto differito nel
tempo, ovvero di un rendi-
mento. Un rendimento che
comunemente ricerca inve-
stendo in differenti stru-
menti (depositi di liquidità,
obbligazioni, azioni, immo-
bili, ecc.) sia in forma diret-
ta che sottoforma di prodot-
ti gestiti. L'investimento in
quanto tale può essere per-
ciò definito mediante alcu-
niparametrichiave,ovvero
il rendimento, il rischio e
l'orizzonte temporale. I ren-
dimenti conseguibili sono
per definizione la differen-
za tra quanto si investe e
quanto si ottiene alla fine
dell'investimento mentre il
rischio comunemente inte-
so dal risparmiatore è la
probabilità che il risultato
finale sia molto diverso (in
negativo) da quanto pre-
ventivato all'inizio mentre
l'orizzonte temporale è la
durata di tempo per la qua-
le si spostano in avanti le
proprie disponibilità.
ALLOCARE I RISPARMI
Il mix d'investimenti è in-
vece conosciuto come asset
allocation, ovvero la distri-
buzione dei risparmi dispo-
nibili fra i diversi investi-
menti (asset class) ed il ri-
sultato finanziario com-
plessivo è dato dalla somma
dei singoli rendimenti di o-
gni asset in rapporto al pe-
so assegnato ed al rendi-
mento atteso. Nel momento
in cui si decide di investire
si va però incontro ad una
incertezza, ovvero al ri-
schio che il rendimento ex
ante previsto per i vari as-
set non venga a posteriori
raggiunto. Gli investimenti
più rischiosi sono quindi
quelli in cui è più difficile
prevedere il rendimento a
priori e questo perché gli e-
lementi che compongono il
rendimento sono maggior-
mente soggetti a future va-
riazioni di valore ed è così
che in ambito finanziario
l'investimento a maggior
rischio è tipicamente iden-
tificato nell'azione, mentre
quello a minor rischio è as-
sociato al titolo di Stato a
brevedurata(BOT)oalcon-
to di deposito, mentre nel
mezzo vi sono le diverse ti-
pologie di obbligazioni.
SEMPLIFICARE I CALCOLI
Un’allocazione in macro
categorie d'investimento
semplici è facilmente riepi-
logabile nella tabella alle-
gata e può fornire un utile
supporto di analisi logica
per una razionale identifi-
cazione del reale rendimen-
to obiettivo in quanto con-
sente alla mente di focaliz-
zare meglio i risultati da at-
tendersi in base alle stime
dei futuri aumenti delle
quotazioni e/o dei soli ren-
dimenti effettivi dovuti ad
interessi, cedole e dividen-
di. Un "gioco" di calcolo ap-
parentemente facile che pe-
rò nel togliere la compo-
nente di tassazione, ovvero
dal 12,50% al 26%, l'even-
tuale Tobin Tax e l'imposta
di bollo sui dossier pari allo
0,2% e poi ma non seconda-
rio, sottrarre anche i costi
di intermediazione (in ge-
nere compresi tra 0,1% e
0,5%) o le commissioni di
gestione dei prodotti (in ge-
nere comprese tra lo 0,5%
ed il 2,5%) ed infine decur-
tare il tutto di un tasso d'in-
flazione banalmente ugua-
le al target fissato dalle ban-
che centrali, ossia un 2%,
riserva non poche sorprese
nell'attuale contesto di
mercato.
EQUAZIONE POSSIBILE ?
Spesso il comune rispar-
miatore ipotizza un obietti-
vo pari a due o tre volte il
tasso di inflazione scelto
ma ciò risulterà alquanto
difficile da generare al net-
to dei vari costi e questo
perché, per ottenere un ipo-
tetico 5% nominale servi-
rebbe un rendimento lordo
tra il 7% e l'8% sull'intero
patrimonio. Un risultato
difficilmente conseguibile
alle attuali condizioni di
mercato in quanto la liqui-
dità è ormai a rendimento
azzeratodatempoeleobbli-
gazioni (senza accollarsi i
rischi di cambio o del peg-
gior credito) sono a rendi-
menti negativi fino a 5 anni
inmoltipaesidell'eurozona
e comunque a tassi bassis-
simi anche su scadenze de-
cennali, nonché a tassi irri-
sori su molte obbligazioni
societarie investment gra-
de. Appare quindi evidente
che, salvo il voler mettere
2/3 dei propri risparmi in
titoli High Yield, detti an-
che junk bond (obbligazio-
ni spazzatura) o in debito
societario e statale dei pae-
siemergenti,risultaimpos-
sibile avvicinarsi con tali
asset all'obiettivo nonché e-
sporrebbe a rilevanti rischi
di cambio, essendo la mag-
gior parte di tale debito e-
spresso in una valuta (dol-
laro USA) che si è fortemen-
te apprezzata dall'estate
scorsa contro l'euro. L'ulti-
ma asset class, ovvero le a-
zioni, sono ormai anch'esse
a current yield davvero mo-
desti (seppur superiore a
molte obbligazioni) e la ri-
prova arriva semplicemen-
te dal principale mercato a-
zionario mondiale, ossia
l'indice S&P500, in quanto
offre un dividendo ai prezzi
correnti del 1,91%.
L’ILLUSIONE DEL RIALZO
Verrebbe da dire che è
meglio mettere i soldi sotto
il materasso e forse potreb-
be non essere così sbagliato
orischiososenonvifossero
così tanti furti in apparta-
mento e una crescente
guerra al contante. Ecco
perciò che in un tale conte-
sto e davanti ad una scomo-
da verità è spesso più facile
accettare una rassicurante
bugia, ovvero quella del
rialzo continuo dei prezzi
delleazioniedinpartedelle
obbligazioni per continua-
re a restare in 'giostra'. Una
bugia che per queste ultime
non sembra neppure più a-
vere le gambe, visto che a
rendimenti zero o negativi
anche il più sprovveduto
dei risparmiatori non vuol
investire e difficilmente è
disposto a comprarsi titoli
trentennali o greci o tripla
C mentre per le azioni, sep-
pur le gambe siano ormai
corte da tempo, è molto più
facile sentirsi rassicurati e
continuare a rischiare no-
nostante la scomoda verità
dei rialzi passati e questo
perché il "trucco" è basato
sullastimadegliutilifuturi
e quindi su previsioni e non
su rendimenti certi a sca-
denza. Le illusorie e spesso
errate previsioni su cre-
scenti e maggiori utili futu-
ri sono però sempre state
alla base delle irrazionali
salite azionarie, ovvero di
quelle bolle che ciclicamen-
te si sono generate come nel
2000 con le aziende inter-
net, nel 2008 con il settore
del credito ed oggi forse nel
biotech e non solo ma i cui
esiti finali sono sempre i
medesimi.
CONCLUSIONE
Quello che dovrebbe ap-
parire evidente da tali e lo-
gici ragionamenti è che la
componente più "nobile"
del rendimento finanzia-
rio, ovvero cedole e divi-
dendi è talmente modesta
(ai prezzi attuali) da riusci-
re amalapenaacoprirei co-
sti di una gestione profes-
sionale del risparmio e l'u-
nico vero motore del futuro
rendimento del portafoglio
risiede ora nella speranza
di un aumento perpetuo dei
prezzi degli asset più ri-
schiosi. Un aspetto da non
trascurare nella scelta del-
la propria allocazione dei
risparmi e da ben compren-
dere quando ci si confronta
con gli abituali referenti
per gli investimenti. Il pro-
seguimento della crescita
dei corsi avviata dal marzo
2009 non appare più essere
razionalmente sostenibile
a lungo termine, bensì solo
e semplicemente motivata
da un azzardo morale gene-
rato dalle prolungate politi-
cheditassizeroeQE.Unaz-
zardo che si basa sull'ipote-
si che qualcun altro dopo di
noi sia semplicemente di-
sposto a pagare un prezzo
più alto per le azioni che og-
gi si comprano, nel più clas-
sico ed irrazionale schema
delle bolle finanziarie. Uno
schema sostenuto per ovvie
ragione di interesse anche
da coloro che generalmente
dovrebbero aiutare ad allo-
care al meglio i risparmi,
essendo loro stessi spesso
intrappolati nelle pie illu-
sioni dei rendimenti passa-
ti, nella fallacia tesi del
"maggior rischio è non ri-
schiare" ed in quella illu-
sione creata dalle banche
centrali che porta a dire
"questa volta è diverso", ol-
tre al concetto meno aulico
elegatoalfattochesenonsi
investe non si guadagna
più.Unaevidentedistorsio-
ne che presto o tardi, sem-
mai a seguito di una ina-
spettata discontinuità deri-
vante da eventi estremi en-
dogeni o esogeni ai mercati
finanziari, riporterà il si-
stema in un più sano equi-
librio di premio al rischio
ed il comune risparmiatore
a pagare tutto il conto del-
l'azzardo fin qui creato e do-
vuto all'accettazione più o
meno consapevole di una
rassicurante bugia.
(Rubens Ligabue)