Mario Draghi ha annunciato giovedì scorso, l’ennesimo ed ormai ultimo taglio dei tassi ufficiali d’interesse, nonché un nuovo e consistente aumento delle dimensioni del bilancio della BCE, attraverso l’acquisto di strumenti finanziari emessi dal settore privato dell’economia. Non delude quindi le attese e conferma così ai mercati che davanti ai dati macro deludenti e preoccupanti si concretizzano provvedimenti monetari espansivi.
Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
Secondo Mario Draghi "abbiamo già osservato un numero significativo di effetti positivi derivanti da queste decisioni di politica monetaria", una frase che racchiude la giusta chiave di lettura dell'attuale situazione dei mercati europei. Un contesto in cui l'esperienza passata della FED non deve trarre in inganno.
StudioPhi - Il Punto N.3 - Il Contropiede di Draghistudiophi.ch
La conferenza stampa del 6 novembre di Mario Draghi arriva dopo un prolungato periodo di instabilità sui mercati alimentata, tra l’altro, da pensieri, parole e opere dei principali banchieri centrali. Settimane nelle quali Kuroda e la Yellen, governatori rispettivamente della Banca del Giappone e della Federal Reserve, hanno agito; Mario Draghi, viceversa, ha “subito” un incessante sabotaggio mediatico. Il primo ha stupito tutti con un ulteriore gigantesca scommessa di acrobazia monetaria portando gli acquisti di titoli pubblici e privati fino a 700 miliardi di dollari annui.
[...]
Fin qui si potrebbe sostenere che Draghi non ha affermato nulla di nuovo. Non è così perché, sia pure implicitamente, il Governatore fa capire che nuove iniziative potrebbero essere considerate prima del previsto, forse già a dicembre.
Lo si deduce dall’esplicito riferimento al fatto che gli organismi competenti della BCE sono già stati attivati per studiare e preparare gli ulteriori
strumenti da utilizzare in caso di bisogno.
Azioni rese necessarie dalla crescente urgenza che deriva da un peggioramento dello scenario per crescita e inflazione, di cui ormai ha preso atto anche la Commissione Europea con la recentissima diffusione delle nuove stime per il 2015. Si tratta di una ennesima sforbiciata dello 0,6% e dello 0,4% su Pil e inflazione attesi, con il primo che a livello comunitario crescerebbe solo dell’1,1% e con i prezzi in aumento solo dello 0,8%.
(articolo originalmente pubblicato alla pagina http://www.studiophi.ch/New/documenti/)
Dopo la costante fuga di notizie delle ultime settimane ed a distanza di quasi due anni e mezzo da quell'ormai famoso discorso di Mario Draghi tenutosi a Londra con la celebre frase "whatever it takes" è giunto giovedì scorso il Quantitative Easing in salsa europea, ovvero la prima e storica decisione di stampa monetaria da parte della BCE.
Secondo Mario Draghi "abbiamo già osservato un numero significativo di effetti positivi derivanti da queste decisioni di politica monetaria", una frase che racchiude la giusta chiave di lettura dell'attuale situazione dei mercati europei. Un contesto in cui l'esperienza passata della FED non deve trarre in inganno.
StudioPhi - Il Punto N.3 - Il Contropiede di Draghistudiophi.ch
La conferenza stampa del 6 novembre di Mario Draghi arriva dopo un prolungato periodo di instabilità sui mercati alimentata, tra l’altro, da pensieri, parole e opere dei principali banchieri centrali. Settimane nelle quali Kuroda e la Yellen, governatori rispettivamente della Banca del Giappone e della Federal Reserve, hanno agito; Mario Draghi, viceversa, ha “subito” un incessante sabotaggio mediatico. Il primo ha stupito tutti con un ulteriore gigantesca scommessa di acrobazia monetaria portando gli acquisti di titoli pubblici e privati fino a 700 miliardi di dollari annui.
[...]
Fin qui si potrebbe sostenere che Draghi non ha affermato nulla di nuovo. Non è così perché, sia pure implicitamente, il Governatore fa capire che nuove iniziative potrebbero essere considerate prima del previsto, forse già a dicembre.
Lo si deduce dall’esplicito riferimento al fatto che gli organismi competenti della BCE sono già stati attivati per studiare e preparare gli ulteriori
strumenti da utilizzare in caso di bisogno.
Azioni rese necessarie dalla crescente urgenza che deriva da un peggioramento dello scenario per crescita e inflazione, di cui ormai ha preso atto anche la Commissione Europea con la recentissima diffusione delle nuove stime per il 2015. Si tratta di una ennesima sforbiciata dello 0,6% e dello 0,4% su Pil e inflazione attesi, con il primo che a livello comunitario crescerebbe solo dell’1,1% e con i prezzi in aumento solo dello 0,8%.
(articolo originalmente pubblicato alla pagina http://www.studiophi.ch/New/documenti/)
Questo inizio di 2015 indubbiamente si sta presentando molto interessante dal punto di vista di chi osserva i risvolti meno apparenti, i colpi di scena e rispettivi voltagabbana ed in sostanza l'imprevedibilità del nuovo gioco in atto e successivo al 2014 di 'bonanza' finanziaria...
L’indice americano S&P500 dopo un mese di violento rimbalzo torna a rivedere un leggero segno positivo rispetto al dato di inizio anno, riportando così in verde il listino. Un prodigioso recupero, dopo la débâcle di agosto/settembre che non mancherà di frastornare molti risparmiatori, non fosse altro per l’elevata volatilità emersa ed in grado di far rivivere montagne russe a cui non si era più abituati da almeno un paio di anni ma ciò non dovrebbe distogliere dal quadro economico reale e di rallentamento globale a cui devono in ultima analisi rispondere le quotazioni.
La crisi dell'euro: Parte seconda (le politiche di salvataggio)Quattrogatti.info
Gli attori protagonisti della crisi sono: l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il sistema bancario ed i singoli stati nazionali
Cosa hanno fatto e cosa potrebbero fare questi attori per la crisi dell'Euro?
in questa serie di presentazioni a puntate analizziamo le politiche di questi attori per risolvere la crisi del debito, evitare una crisi finanziaria e far ripartire la crescita economica.
Prima uscita: l'Unione Europea!
Cosa sono e a cosa servirebbero gli Eurobond?
Cos'è il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria?
Stanno funzionando i piani dell'Unione Europea per salvare l'Euro?
Il Giappone ha stupito gli operatori presentando un'azione "banzai" incentrata su due passaggi ed annunciati prima dal più grande fondo statale pensionistico mondiale, detentore di asset per oltre 1.100 miliardi di dollari e poi dalla banca Bank of Japan. Ecco allora che l' "Abeconomis" entra nella "Banzainomics", decidendo non solo di stampare come se vi fosse più un domani, pur di immettere tutta la liquidità ritenuta necessaria dai pianificatori centrali ma indirizzando anche una quota pari al 50% dei risparmi di milioni di pensionati giapponesi nel magico mondo dei mercati azionari...
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
La crisi dell'Euro e le politiche di intervento: il ruolo delle bancheQuattrogatti.info
la presentazione analizza il legame tra il sistema bancario e la crisi del debito, il ruolo giocato dalla regolamentazione e le politiche necessarie a ridurre l’esposizione delle banche al rischio di fallimento degli stati
BCE rassicura, FED tergiversa e BOJ all’attacco pur di arginare le uscite dai mercati e sedare gli operatori ma quanto sta accadendo seppur ricordi gli effetti “boom” degli annunci che hanno puntellato sui top i mercati alla fine del QE americano nell’ottobre 2014 e per buona parte del 2015 ora appaiono più come una rete di protezione per rallentare la caduta nella speranza di poter governarne al meglio e nel modo meno traumatico lo “sboom” derivante dalla fine più o meno graduale delle politiche espansive.
Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Mia traduzione dell'articolo "Triple whammy" - Bassi tassi d'interesse, mercati in subbuglio e ristrutturazione: è troppo - pubblicato nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 14 maggio 2016.
MoneyFarm analizza le aspettative economiche per l'anno 2014 e valuta come posizionare al meglio i portafogli di investimento per gestire al meglio i risparmi dei propri clienti.
E' MENO PEGGIO IL C/C
L'industria della vendita del risparmio gestito "aborrirà" una tale affermazione e condirà il tutto di fini ragionamenti pur di convincere lo sprovveduto risparmiatore a comprare o a detenere tali strumenti o peggio ancora lo dirotterà sempre più su strumenti opachi e maggiormente rischiosi, nell'illusoria ricerca dei rendimenti perduti...
Questo inizio di 2015 indubbiamente si sta presentando molto interessante dal punto di vista di chi osserva i risvolti meno apparenti, i colpi di scena e rispettivi voltagabbana ed in sostanza l'imprevedibilità del nuovo gioco in atto e successivo al 2014 di 'bonanza' finanziaria...
L’indice americano S&P500 dopo un mese di violento rimbalzo torna a rivedere un leggero segno positivo rispetto al dato di inizio anno, riportando così in verde il listino. Un prodigioso recupero, dopo la débâcle di agosto/settembre che non mancherà di frastornare molti risparmiatori, non fosse altro per l’elevata volatilità emersa ed in grado di far rivivere montagne russe a cui non si era più abituati da almeno un paio di anni ma ciò non dovrebbe distogliere dal quadro economico reale e di rallentamento globale a cui devono in ultima analisi rispondere le quotazioni.
La crisi dell'euro: Parte seconda (le politiche di salvataggio)Quattrogatti.info
Gli attori protagonisti della crisi sono: l'Unione Europea, la Banca Centrale Europea, il sistema bancario ed i singoli stati nazionali
Cosa hanno fatto e cosa potrebbero fare questi attori per la crisi dell'Euro?
in questa serie di presentazioni a puntate analizziamo le politiche di questi attori per risolvere la crisi del debito, evitare una crisi finanziaria e far ripartire la crescita economica.
Prima uscita: l'Unione Europea!
Cosa sono e a cosa servirebbero gli Eurobond?
Cos'è il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria?
Stanno funzionando i piani dell'Unione Europea per salvare l'Euro?
Il Giappone ha stupito gli operatori presentando un'azione "banzai" incentrata su due passaggi ed annunciati prima dal più grande fondo statale pensionistico mondiale, detentore di asset per oltre 1.100 miliardi di dollari e poi dalla banca Bank of Japan. Ecco allora che l' "Abeconomis" entra nella "Banzainomics", decidendo non solo di stampare come se vi fosse più un domani, pur di immettere tutta la liquidità ritenuta necessaria dai pianificatori centrali ma indirizzando anche una quota pari al 50% dei risparmi di milioni di pensionati giapponesi nel magico mondo dei mercati azionari...
L'euro sta attraversando la crisi più profonda dalla sua nascita. L'Europa sta affrontando una crisi economica, finanziaria e del debito. La Grecia è sull'orlo del fallimento. In questa presentazione analizziamo brevemente la crisi del debito e spieghiamo come tale crisi ed un tracollo della Grecia possano portare alla rottura dell'Euro.
La crisi dell'Euro e le politiche di intervento: il ruolo delle bancheQuattrogatti.info
la presentazione analizza il legame tra il sistema bancario e la crisi del debito, il ruolo giocato dalla regolamentazione e le politiche necessarie a ridurre l’esposizione delle banche al rischio di fallimento degli stati
BCE rassicura, FED tergiversa e BOJ all’attacco pur di arginare le uscite dai mercati e sedare gli operatori ma quanto sta accadendo seppur ricordi gli effetti “boom” degli annunci che hanno puntellato sui top i mercati alla fine del QE americano nell’ottobre 2014 e per buona parte del 2015 ora appaiono più come una rete di protezione per rallentare la caduta nella speranza di poter governarne al meglio e nel modo meno traumatico lo “sboom” derivante dalla fine più o meno graduale delle politiche espansive.
Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Mia traduzione dell'articolo "Triple whammy" - Bassi tassi d'interesse, mercati in subbuglio e ristrutturazione: è troppo - pubblicato nella sezione "Finance and economics" di "The Economist" del 14 maggio 2016.
MoneyFarm analizza le aspettative economiche per l'anno 2014 e valuta come posizionare al meglio i portafogli di investimento per gestire al meglio i risparmi dei propri clienti.
E' MENO PEGGIO IL C/C
L'industria della vendita del risparmio gestito "aborrirà" una tale affermazione e condirà il tutto di fini ragionamenti pur di convincere lo sprovveduto risparmiatore a comprare o a detenere tali strumenti o peggio ancora lo dirotterà sempre più su strumenti opachi e maggiormente rischiosi, nell'illusoria ricerca dei rendimenti perduti...
Situazione sui mercati obbligazionari con Andrea Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management)
- Le obbligazioni dei mercati emergenti, le obbligazioni societarie nonché selezionati titoli di Stato della “periferia” hanno ancora profili di rischio/rendimento accettabili
- I premi di rischio delle obbligazioni societarie continuano a essere vicini ai loro minimi degli ultimi 10 anni
- Al momento non si prevede alcuna accelerazione dell’inasprimento della politica monetaria
- Intanto, posizionamento della duration piuttosto difensivo e generazione di reddito principalmente tramite prodotti “carry” e strategie attive
Mercati Obbligazionari a cura di Raiffeisen Capital ManagementValentina Sagona
Outlook Mercati Obblicazionari
a cura di Andreas Riegler (CIO Fixed Income di Raiffeisen Capital Management).
Mercati obbligazionari ad una svolta ? Quali offrono al momento profili di rischio/rendimento accettabili?
Passato un lustro, non molto sembra essere cambiato in termini di criticità del sistema bancario nazionale (MPS, Unicredit ecc.) ma a differenza del 2011, già tante “soluzioni” sono state utilizzate per cercare di sorreggere l'Italia e la stessa UE ma calciare il barattolo avanti non solo non ha portato ad una reale e definitiva soluzione bensì ha riportato tutti a ripercorrere un apparente e interminabile gioco dell’oca.
Una riedizione che sembra potenzialmente ripartire proprio da dove tutto iniziò, ovverosia dall’ultima copertina dell’Economist col titolo inequivocabile “the italian job”, cover che riporta alla memoria un’altra divenuta famosa perché antecedente la crisi dello spread 2011-12 e dal titolo “on the hedge” pubblicata il 14 luglio 2011.
I confidi al bivio, spunti per una discussione (13 marzo 2018)Salvatore Vescina
Questo documento non nasce per esprimere un ragionamento organico, ma per supportare una serie di domande in una tavola rotonda. In questa versione il testo è integrato in alcuni passaggi, per renderlo più comprensibile a quanti non erano presenti all'evento del 13 marzo 2018 (X Osservatorio sui confidi di Torino Finanza, presso la CCIAA di Roma in piazza di Pietra) e colgo l'occasione per esprimere alcune mie idee che non possono essere attribuite ad altre persone o istituzioni.
Temi trattati:
- andamento del mercato dei confidi e fattori che hanno pesato sulla dinamica;
- dati attinti dal database del fondo di garanzia per le PMI: a) la relazione tra "garanzia diretta" e "controgaranzia"; b) cosa succede dove le Regioni si avvalgono della "lettera r" restringendo l'operatività del fondo alle sole "controgranzie"? c) la qualità allocativa delle banche e dei confidi a confronto;
- l'accountability dei confidi ponte tra valore e risorse pubbliche;
- spunti sui miglioramenti incrementali al business model dei confidi (in particolare nuovi prodotti e servizi per accrescere i ricavi).
«Crisi bancarie, la grande incertezza: un bilancio della riforma europea».
Articolo per «Econopoly», blog de «Il Sole 24ORE», 3 maggio 2019 (con Giulia Scardozzi)
Link originale: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2019/05/03/crisi-bancarie-bilancio-riforma-europea/
Nel recente e primo rapporto sulla stabilità finanziaria del 2016 di Banca d’Italia è stato stimato che il complesso degli investimenti delle famiglie in strumenti (diversi dalle azioni) che potrebbero essere interessati da misure di bail-in in caso di risoluzione rappresenti oltre il 10 per cento delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Una fotografia che a ben osservare appare indubbiamente appropriata a quel ruolo mitologico che fu di Atlante e che ambiziosamente è stato attribuito al fondo-privatistico messo in piedi dal sistema finanziario italiano. Fondo che in ultima analisi, nel tentare di sorreggere il peso degli aumenti di capitale e la gestione degli NPL di banche problematiche, vuol evitare un meccanismo generalizzato di bail-in conseguente ad un eventuale panico su larga scala che potrebbe condurre a una crisi sistemica nazionale.
Atlante nascerà a maggio grazie all’apporto di capitali privati forniti soprattutto da Unicredit e Intesa Sanpaolo, con una partecipazione stimata in un miliardo a testa, seguito da altri enti quali Fondazioni, Cassa Depositi e Prestiti, altre banche in quota minore e dai principali gruppi assicurativi, oltre ad eventuali ed ulteriori soggetti privati.
Dietro al grande “swing” dello S&P500 una pletora di “gamblers” della finanza ma se non si è incalliti e preparati scommettitori può essere utile rammentare che in un mercato speculativo, i partecipanti prevalenti non sono investitori di lungo termine bensì speculatori il cui unico obiettivo non è assicurarsi un buon rendimento costante sul proprio capitale ma semplicemente fare profitti da un'ascesa o da un declino dei prezzi e tali risultati avvengo sulla pelle di altri sprovveduti o inconsapevoli partecipanti al gioco.
Dall’estate 2012 con il “whatever it takes” di Draghi e con l’annuncio inatteso di un terzo nuovo ciclo di QE americano, successivamente allungato con il cosiddetto tapering e sostenuto al suo termine da nuovi cicli di monetizzazione della banca del Giappone e dall’arrivo del famigerato “bazooka” della BCE ad inizio 2015, si è comprato tempo per impostare le nuove tendenze a cui i principali banchieri centrali sembrano ora orientati ed intenzionati a far percorrere a molteplici governi, ossia NIRP (Negative Interest Policy Rate), bail-in e forse un prossimo “cashless”, ossia riduzione-eliminazione del contante.
Dopo il salvataggio delle ormai famigerate quattro banche italiane (Banca Marche, CR Ferrara, CR Chieti, Popolare Etruria) sembra essere scattata una psicosi collettiva tra i comuni risparmiatori. Una paura che viene ovviamente alimentata da un circolo vizioso e crescente di informazioni che amplificano la sensazione di insicurezza. Paure che se da un lato possono alzare il livello di allerta del singolo e quindi contribuire ad una migliore vigilanza e controllo delle personali posizioni detenute presso i diversi istituti italiani, dall’altro potrebbero arrecare ancor più danni se il latente terrore diventasse panico collettivo.
A distanza ormai di due settimane è possibile fare un primo conto dei danni derivanti dal salvataggio di Banca Marche, Popolare dell'Etruria, CariFerrara e CariChieti e ciò nonostante lo sbandierato successo fin da subito attribuito al non coinvolgimento dello Stato e quindi dei contribuenti. Dal punto di vista del correntista/risparmiatore quanto accaduto è certamente un monito su quanto può ancora accadere ai propri risparmi a partire dal 2016 ma con l’aggravio che in caso di ulteriori dissesti saranno incluse anche le obbligazioni “senior” e potenzialmente i depositi superiori a 100.000 euro.
L’attentato di Parigi riportare alla memoria quelli di Madrid e di New York ma a differenza di allora è inserito in un più complesso scenario di medio termine. Dal punto di vista economico la Francia e l’eurozona non sono in una fase di ripresa economica post recessione, come nel 2004/05, bensì in un contesto di rallentamento globale a cui potrebbe seguire un’analoga campagna di “guerra al terrore” ed i cui effetti potrebbero non essere così positivi per i mercati come nel post 11 settembre 2001.
Prosegue la decisa contrapposizione tra rialzisti e ribassisti, non fosse altro perché dal lato “bullish” l’attuale situazione è letta come una conferma di forza di un mercato confidente nelle politiche monetarie delle banche centrali mentre dal lato “bearish” è vista come la prova di un primo deterioramento della fiducia riposta nei banchieri centrali a seguito del reale peggioramento del quadro macro economico.
Tutto ciò ha finora portato gli operatori finanziari ad incorporare la reazione dei banchieri nei premi di rischio, ovvero ad inglobare nei prezzi (come nella recente reazione) il fatto che ci sarà un’azione di sostegno da parte delle banche centrali, scollegando così sempre più l’intervento degli stessi banchieri dai fondamentali. Si è perciò creato tra mercati e banche centrali il più classico dilemma del prigioniero, la cui diretta conseguenza operativa è l’attuale ed estremo approccio “RORO”, ovvero di contestuale “risk on / risk off” …
Da fine settembre a venerdì scorso si è assistito ad un ulteriore tentativo di rimbalzo da parte della locomotiva azionaria globale, ovvero lo S&P500 e con esso dell’intero mercato azionario mondiale. L’indice americano dopo aver quasi ritestato i minimi di fine agosto nelle ultime sedute di settembre ha reagito alla situazione di ipervenduto come allora, ossia con un impetuoso rimbalzo di ben 7 sedute positive su 8. Un risultato che questa volta appare però essere molto più gradito a tanti operatori in quanto si è potuto recuperare un livello “psicologico” importante proprio sul finale di settimana, ovvero la cosiddetta media mobile a 50 giorni.
La Volkswagen è di fatto l’emblema della produttività tedesca e del grande successo dell’export made in Germany ed insieme all’intero settore automobilistico ed al suo indotto rappresenta il principale fattore trainante dell’economia del paese. Un aspetto per di più consacrato anche dal recente sorpasso di Toyota nella classifica mondiale di vendite d’auto. Lo scandalo è già da più parti stato commentato ed analizzato dal punto di vista della frode nonché denominato “diesel gate” negli USA ma quello che meno emerge sono le possibili implicazioni che un aggravamento o un allargamento ad altre case automobilistiche potrebbe arrecare all’intero del comparto automotive. Oltre alle possibili difficoltà di questo settore vi sono POI già altri importanti comparti industriali in seria problematicità quali i petroliferi a partire da Petrobras ed i minerari con il colosso Glencore…
Come ormai noto la banca centrale americana ha lasciato invariati i tassi nell’attuale forchetta dello 0-0,25%, ovvero il valore a cui sono ormai fissati dal 2008. Una scelta che replica pedissequamente la strategia adottata dall’allora Ben Bernanke nel meeting di settembre 2013, non fosse altro per le molteplici similitudini che caratterizzavano il contesto geo-politico-economico di allora e di oggi…
Il parallelo dell’attesa di Godot in ambito finanziario appare essere scontato nella settimana in cui il mondo intero o quantomeno quello degli operatori finanziari e dei più comuni risparmiatori-investitori è ormai da tempo in attesa di sapere se ‘Godot’ (inteso come il cambio di politica monetaria) si manifesterà o continuerà a farsi attendere dopo oltre 6 anni di assenza...
Non è stato un buon rientro dalle ferie per molti risparmiatori, a maggior ragione se si considera che proprio da inizio anno erano decisamente aumentati i flussi di denaro verso attività d’investimento a maggior rischio, in primis le azioni ma anche in strumenti (fondi, polizze, gestoni ecc.) in cui la quota dedicata ad asset rischiosi è stata in costante aumento. Per molti piccoli investitori non sarà perciò difficile constatare come le scelte fatte o suggerite negli ultimi mesi siano risultate a dir poco deludenti.
I mercati festeggiano il materializzarsi del rimbalzo … o quello che i trader spesso amano definire il famigerato “dead cat bounce”, ovvero il “rimbalzo del gatto morto” (non me ne vogliano gli animalisti).
Un violento rimbalzo che ha evitato una caduta libera del mercato USA (vera locomotiva di tutti i listini azionari) e che si è manifestato solo grazie al più classico concetto pavloviano del riflesso condizionato.
Un riflesso che, come noto sugli animali, rappresenta una reazione prodotta da un elemento esterno, a cui l’animale si è abituato ed a cui associa un preciso stimolo che lo induce ad un determinato comportamento.
E per gli operatori finanziari l’elemento esterno di stimolo è ormai da qualche tempo rappresentato dalle sole dichiarazioni “puntuali” che i membri del board della FED rilasciano guarda caso proprio nei momenti di panico e cedimento del mercato azionario USA.
Il quadro di fondo rimane immutato ma le parole di W. Dudley, governatore della Federal Reserve di New York sortiscono l’effetto desiderato e placano le vendite ma …
In questo fine agosto 2015, caratterizzato da difficili giornate sui mercati finanziari, è ricorrente perciò la domanda se siamo o meno giunti al termine del ciclo rialzista e se c'è un rischio di una crisi finanziaria 2.0
Le molteplici crisi denotano la frattura ormai critica e pericolosa tra Occidente e BRICS e l'instabilità valutaria unita a materie prime in caduta libera riaccendono una volatilità estrema sui mercati finanziari. E' rischio di 'redde rationem'.
La scelta di un referendum sull'accettazione o meno di tale piano e dunque di tali politiche, rappresenterà nel suo esito finale un pivot potenzialmente storico per la Grecia e per la geopolitica globale
Secondo il recente e biennale "Morningstar Global Fund Investor Experience" l'Italia è terz'ultima a livello globale nella valutazione del sistema "industria del risparmio gestito". Il giudizio attribuito è stato C- ovvero poco sopra al peggior voto assoluto dato alla Cina con D+. Costi, trasparenza e distribuzione sono le criticità principali...
La locomotiva USA nel primo trimestre 2015 ha decisamente tradito la ripresa tanto auspicata. Dal 2009 ad oggi era accaduto solo altre due volte ma ciò non sembra aver preoccupato troppo gli operatori finanziari ed il mercato. "Bad news is good news" dichiarano molti commentatori ovvero le cattive notizie rimangono le migliori alleate per l'ottimismo dei gestori, essendo queste ultime le sole argomentazioni proposte per un posticipo del rialzo dei tassi USA e dunque una tenuta delle quotazioni ma quel che indubbiamente traspare sul mercato azionario americano è la crescente dissociazione delle quotazioni dai dati macro...
A 5 anni dal primo salvataggio la Grecia è di nuovo a rischio default. Il limbo temporale concordato a fine febbraio dal governo greco con l'Eurogruppo è sempre più vicino al termine e di soluzioni ancora certe non sembra esservene alcuna traccia, se non a parole e tramite i recenti avvicendamenti interni al governo Syriza. In un tale contesto si sprecano le opzioni sugli esiti finali ma indubbiamente è in crescita la scommessa sull'uscita della Grecia dall'Eurozona.
1. LUNEDÌ 8 SETTEMBRE 2014 | | 11
RISPARMIO, I CONTI IN TASCA
L’ANALISI La Bce mette in campo tutte le armi per riattivare il credito ed aumentare l’inflazione
Draghi conferma la strategia e gioca l’ultima carta
Varato il piano di acquisto di Abs e covered bonds ma i dettagli saranno noti solo ad ottobre
Mario Draghi ha annun-ciato
giovedì scorso,
l’ennesimo ed ormai ultimo
taglio dei tassi ufficiali d’inte -
resse, nonché un nuovo e con-sistente
aumento delle di-mensioni
del bilancio della B-CE,
attraverso l’acquisto di
strumenti finanziari emessi
dal settore privato dell’econo -
mia. Non delude quindi le at-tese
e conferma così ai merca-ti
che davanti ai dati macro
deludenti e preoccupanti si
concretizzano provvedimenti
monetari espansivi.
Le ultime decisioni
Draghi ha tagliato di 10bps i
tassi di riferimento (da 015%
a 0,05%), i tassi di deposito
presso la Bce (da -0,10% a
-0,20%) e quello delle opera-zioni
di rifinanziamento mar-ginali
che passano allo 0,3%
dallo 0,4%, ma ancor più im-portante
ha annunciato l’a c-quisto
di asset backed securi-ties
e di covered bonds, fatto
che aumenterà la dimensione
del bilancio BCE insieme al-l'operazione
di TLTRO in pro-gramma
con le prime due
tranche del 18 settembre e 11
d i c e m b re.
Roadmap confermata
L’elevato clamore ed appa-rente
euforia mediatica e-spressa
dai mezzi d'informa-zione,
non deve però tratte in
inganno, essendo il tutto (fat-ta
eccezione per il taglio ina-spettato
dei tassi) una logica
conseguenza di quanto prean-nunciato
ed avviato al mee-ting
di giungo dalla banca
centrale europea, nonché la
conferma delle recenti parole
del presidente dell'Eurotower
all'annuale appuntamento
dell'establishment globale di
Jackson Hole. A giungo infat-ti,
il consiglio direttivo della
BCE aveva presentato le nuo-ve
misure per contrastare il
rischio di deflazione e stagna-zione,
le cui linee guida erano
basate su tre punti principali:
1) riduzione dei tassi d’i nt e-resse
2) orientamento del ca-nale
bancario nella trasmis-sione
della politica monetaria
(finanziamento TLTRO) 3)
misure di politica monetaria
“non convenzionale” ( ac qu i-sto
ABS). Mentre a Jackson
Hole, Draghi è voluto essere
più chiaro sull'utilizzo dei fa-mosi
“unconventional instru-me
nt s”, sottolineando una
maggiore sinergia con la leva
fiscale e le riforme strutturali
nell'euro zona.
Il programma Abs
Dall'ipotesi presentata a
giungo si è quindi passati al-l'immediata
operatività del
programma di acquisto di
ABS (Asset-Backed Securi-ties),
titoli che impacchettano
prestiti a famiglie e imprese. I
dettagli saranno però resi di-sponibili
nella prossima riu-nione
della BCE ad ottobre ma
riguarderanno l’acquisto di
ABS e R-MBS
Co-v
e r e d
Bonds di
alta qua-lità
cre-d
i t i z i a
con l’i n-tento
di
‘ l i be ra-r
e ’ i n
p a r t e i
bi lan c i
d e l l e
b a nch e
e d a u-mentare
così la disponibilità
di credito al sistema economi-co.
Draghi ha inoltre aggiunto
che tali acquisti avranno un
impatto considerevole sul bi-lancio
della BCE, dichiaran-do
la volontà di riportare la di-mensione
degli attivi della B-CE
ai livelli del 2012 e perciò
più alti di quelli attuali di cir-ca
800-1000 miliardi di Euro.
Prime reazioni
La reazione dei mercati è
stata semplicemente eufori-ca,
non tanto per i programmi
annunciati e in buona parte
già scontati dai rialzi delle ul-time
settimane, bensì emolto
probabilmente dalla non una-nimità
nel consiglio BCE ed
in particolar modo con la
Bundesbank tedesca. Un fatto
che è stato letto positivamen-te
dagli operatori finanziari
in quanto potrebbe sottoli-neare
come Draghi sembri
meno vincolato dalla Germa-nia
e più sostenuto nelle sue a-zioni
da un crescente rischio
deflattivo e dal chiaro manda-to
della BCE di perseguire u-na
stabilità dei prezzi a livelli
verso il 2% di inflazione. Per il
mercato rimane dunque viva
la speranza di un vero quanti-tative
easing, semmai nel 2015
e dopo le prime due aste TL-TRO,
come dimostrato dai
rialzi delle Borse, dai cambi
valutari e soprattutto dagli
spread sovrani di settimana
scorsa.
Possibili effetti
Come già evidenziato a giu-gno,
il taglio dei tassi ed ancor
più i rendimenti negativi sui
depositi delle banche presso
la BCE, avranno poco effetto
nel convincere gli istituti ban-cari
a riattivare l’offerta di
prestiti alle imprese mentre il
principale beneficio deriverà
dalla svalutazione dell'euro,
essendo le banche indotte
semmai a spostare liquidità
su altre valute e gli operatori
finanziari ancor più invoglia-ti
al “carry trade” globale, of-ferto
ora anche dal basso co-sto
di finanziamento raggiun-to
nell'area euro. Inoltre e for-se
con qualche mese di ritar-do,
l'area dell'euro potrebbe
anche registrare un rimbalzo
L’autore della rubrica
La pagina settimanale del lu-nedì
“Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
professionista certificato Efa -
European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-taliana
Analisi Tecnica, iscritto
all'Albo Unico Nazionale dei
Promotori Finanziari. Per do-mande
e chiarimenti potete
scrivere a
info@rubensligabue.com
o uno stop alla dinamica nega-tiva
dei prezzi, grazie all'inde-bolimento
della sua moneta.
Per quanto riguarda invece
gli effetti sull'economia reale,
derivanti dai programmi di
rifinanziamento alle banche e
degli acquisti di ABS è ancora
prematuro valutarlo, almeno
fino ad ottobre, ovvero finché
non si capirà l'effettiva azione
da parte della BCE. Il taglio
dei tassi a livelli che non sono
più comprimibili potrà favo-rire
sicuramente una maggio-re
partecipazione delle ban-che
alle operazioni di TLTRO
ma la vera domanda riguarda
il programma sugli ABS. L’ac -
quisto di tali strumenti è sulla
carta la misura che offre il
maggiore potenziale di soste-gno
al credito delle piccole e
medie imprese in quanto nel
programma sono inclusi sia
gli RMBS relativi al settore
immobiliare, sia quelli legati
specificamente al credito del-le
PMI, inoltre, mentre le ope-razioni
di TLTRO dovranno
andare a favore delle sole im-prese,
gli acquisti di ABS e M-BS
dovrebbero dare indiretta-mente
respiro anche al mer-cato
immobiliare privato.
Quindi tutto ok?
Secondo Ambrose Evans
Pritchard del Telegraph, Ma-rio
Draghi ha giocato una ma-no
debole seppur con la con-sueta
abilità, in quanto il pac-chetto
di misure presentato
sarebbe in realtà pietosamen-te
piccolo e soprattutto di fac-ciata
nel tentativo di guada-gnare
tempo. Le nuove misu-re
DOMANDA & RISPOSTA
Cosa sono le Asset-Backed Securities?
Come riportato il sito di Borsa Italia, le asset backed se-curity
(ABS) sono strumenti emessi a fronte di ope-razioni
di cartolarizzazione da un particolare intermedia-rio
denominato special purpose vehicle (SPV). Questo in-termediario
emette ABS per finanziare l'acquisto del por-tafoglio
di attività oggetto dell'operazione di cartolarizza-zione,
pertanto viene ad esistere un legame diretto tra le
attività presenti nel portafoglio segregato e le ABS: i flussi
di cassa provenienti dagli asset presenti nel portafoglio ce-duto
vengono utilizzati per rimborsare interessi e valore
nominale dei titoli emessi dallo SPV. Il portafoglio sotto-s
t a n t e
l ' o pe r a-zione
sugli ABS aggiungerebbe-ro
poco a ciò che era già stato
messo sul tavolo nel mese di
giugno (quindi già scontato
dai mercati), essendo tale
mercato imploso dopo la crisi
del 2008 e da allora mai rivita-lizzato.
Secondo vari analisti,
sarebbero solo 60 miliardi, le
securities legate a piccole im-prese
nel range dell'invest-ment
grade, acquistabili da
Draghi e definite come “sem -
plici e trasparenti” me nt re
quelli ipotecari e legati ai mu-tui
potrebbero raggiungere i
4-500 miliardi ma sarebbero
comunque ben poca cosa ri-spetto
alle politiche moneta-rie
delle altre banche centrali,
inoltre e come già mostrato
dal similare e passato Fun-ding
for Lending inglese, do-po
una prima fiammata di au-mento
nei prestiti immobilia-ri
potrebbe non avvenire
u n’inversione nella calante
tendenza dei prestiti bancari.
Infine ma non da poco conto, è
da sottolineare come la stam-pa
tedesca abbia attaccato du-ramente
le misure adottate
dal presidente della BCE, evi-denziando
ancor più quello
scollamento emerso nel board
della BCE. L'aver fatto digeri-re
alla Germania quest'ulti-ma
mossa non ortodossa, po-trebbe
rappresentare la linea
invalicabile oltre la quale il
governatore della BCE non
potrà più spingersi, a mag-gior
ragione dopo essersi spe-so
in prima persona con Ren-zi,
Hollande e la Merkel nel-l'ultima
e famigerata telefo-nata
pre meeting.
(Rubens Ligabue)
di
car tola-r
i z za z i o-ne,
può
e s s e r e
cost itui-t
o d a
mutui i-po
t e c a-r
i , p r e-stiti,
ob-blig
azio-ni,
crediti commerciali, crediti derivanti da carte di cre-dito
o altro ancora. In funzione della tipologia di attivo sot-tostante,
le ABS possono essere classificate in:
• credit loan obligation (il portafoglio è costituito da pre-stiti
bancari);
• collateralized bond obligation (il portafoglio è costitui-to
da junk bond);
• collateralized debt obligation (il portafoglio è costituito
da obbligazioni, strumenti di debito e titoli in generale);
• collateralized mortgage obligation (il portafoglio è co-stituito
da mutui ipotecari su immobili residenziali);
• commercial mortgage backed security (il portafoglio è
costituito da mutui ipotecari su immobili commerciali).