In questo lavoro, viene descritta la comunicazione: che cos'è, le tipologie, i modelli di riferimento, il rapporto tra la comunicazione e le scienze umane.
Corso di comunicazione (1/5) - Introduzione alla comunicazionePaolo Savoldi
Prima lezione del corso di comunicazione tenuto nel novembre del 2010 a Brescia per Atena, società di formazione e sviluppo delle risorse umane a Brescia. Introduzione alla comunicazione.
Guida pratica al Piano di Web marketing. Finalmente la guida pratica che ti spiega come realizzare un piano di Web marketing passo dopo passo. Autore Alessandro Casagrande di caffebollenteintazzagrossa.it
In questo lavoro, viene descritta la comunicazione: che cos'è, le tipologie, i modelli di riferimento, il rapporto tra la comunicazione e le scienze umane.
Corso di comunicazione (1/5) - Introduzione alla comunicazionePaolo Savoldi
Prima lezione del corso di comunicazione tenuto nel novembre del 2010 a Brescia per Atena, società di formazione e sviluppo delle risorse umane a Brescia. Introduzione alla comunicazione.
Guida pratica al Piano di Web marketing. Finalmente la guida pratica che ti spiega come realizzare un piano di Web marketing passo dopo passo. Autore Alessandro Casagrande di caffebollenteintazzagrossa.it
Liceo Scientifico “G. Vailati”
Attività di approfondimento nell'ambito del corso di Filosofia della Prof.ssa P. Nunnari
Anno Scolastico : 2010/2011
Classe : 3° C
Le slide e gli approfondimenti sono a cura di A. Campoli & B. Ferrante
Liceo Scientifico “G. Vailati”
Attività di approfondimento
nell'ambito del corso di Filosofia
della Prof.ssa P. Nunnari
Anno Scolastico : 2010/2011
Classe : 3° C
Le slide e gli approfondimenti sono a cura di F. M. Pepe e F. Pianigiani
Liceo Scientifico “ Giovanni Vailati”
A.S. 2010 – 2011
Le slide sono state realizzate da F. De Fenzo, L. Forti, E. Massaroni nell'ambito di un'attività di
webquest coordinata dal Prof. P. Volpones
A.S. 2010 – 2011
Liceo Scientifico “ G. Vailati”
Classe III A
Le slide sono state realizzate da F. Caucci, S. Marianecci, F. Pacioni
nell’ambio di un’attività di webquest coordinata dal Prof. P. Volpones
Liceo scientifico “G. Vailati”
A.S. 2010 – 2011
Classe III A
Lavoro realizzato da S. Borelli, G. Laglia, S.
Tuzzi, nell’ambito di un’attività di
webquest coordinata dal Prof. P.
Volpones
Liceo Scientifico “G. Vailati”
A.S. 2010 – 2011
Classe III A
Lavoro realizzato da M. Barbaliscia, G. Bocchini, C. Fiorentini nell’ambito di un’attività di webquest coordinata dal Prof. P. Volpones
A.S. 2010 – 2011
Liceo Scientifico “Giovanni Vailati”
Realizzato da Miriam Capretti, Alessandro Francica, Lorenzo Gomboli, Edoardo Palumbo nell'ambito di un'attività di webquest coordinata dal Prof. Pietro Volpones
A.S. 2010 - 2011
Liceo Scientifico “ Giovanni Vailati”
Lavoro realizzato da : Maria Grazia Raiola, Giulia Veltro, Veronica Giovannangeli nell’ambito di attività di gruppo della III A coordinate dal Prof. Pietro Volpones
Liceo scientifico "G. Vailati" Presentazione realizzata da A. De Angelis, S. del Pidio, L. Galieti, G. Pantani nell'ambito di un'attività di webquest coordinata dal Prof. P. Volpones
Una serie di slide realizzate da Camilla Carafa, Simone Galli e Francesca Giuliani nell'ambito di un'attività di webquest coordinata dal Prof. Pietro Volpones
2. Tradizionalmente la nascita del cinema si fa risalire alla
realizzazione dei primi apparecchi da ripresa e da
proiezione da parte dei fratelli Lumiere nel 1895.
I fratelli Lumiere
I fratelli Lumiere
fotogramma dal film L arrivée d un train en gare de la Ciotat, 1895
fotogramma dal film L’arrivée d’un train en gare de la Ciotat 1895
7. Nel 1935 viene realizzato e distribuito il primo film a colori:
e 935 e e ea ato d st bu to p o co o
Becky Sharp di Rouben Mamoulian
poster promozionale per il film
8. passando per il Cinemascope, il Cinerama, il Panavision,
il cinema arriva ai giorni nostri con una nuova rivoluzione:
la computer graphic
fotogrammi da Il signore degli anelli,
Troy, Ortone
9. Il cinema è un vero e proprio linguaggio e come tutti i
linguaggi possiede alcuni elementi costitutivi
fotogramma da L’Atalante di J. Vigo 1934
10. L’unità minima di un film è l’inquadratura, ovvero
“la porzione di spazio fisico (un ambiente, un
paesaggio, etc.)
paesaggio etc ) inquadrata dall‘obiettivo della
macchina da presa […]. L'atto di inquadrare
consente di delimitare con precisione lo spazio che
sarà ripreso e al contempo di escludere tutto il
resto (che rimarrà “fuori campoquot;, ossia all'esterno
del campo visivo dell'osservatore). da Wikipedia
11. L’inquadratura cambia di significato a seconda del contesto:
variando il montaggio il significato di un’immagine cambia.
12. In tal senso l’uso delle inquadrature e più in generale il
linguaggio cinematografico, ben si adattano al concetto di gioco
linguistico elaborato da Ludwig Wittgenstein
13. Per Wittgenstein infatti, il significato di una parola non
è dato dall’oggetto che essa denota, ma dall’uso che della parola
si può fare in diversi giochi linguistici, ovvero in diverse situazioni
comunicative: la stessa parola assume diversi significati in
contesti diversi e viceversa.
L’inquadratura del film, ma anche del fumetto o della fotografia,
si comporta allo stesso modo.
p
14. Il cinema esprime quindi un linguaggio, ma un linguaggio del
tutto peculiare che integra una molteplicità di codici visivi e
sonori: è imparentato con la fotografia ed il fumetto, ma
tratta immagini in movimento. E questo aspetto di
somiglian a
somiglianza familiare, o affinità, è una delle conseguenze
conseguen e
implicite nell’idea di gioco linguistico.
15. « Un'ora, non è solo un'ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di progetti, di
climi » M. Proust ‐ Alla ricerca del tempo perduto
M. Proust
Va anche detto che parlare di fotografia in movimento significa
parlare di un’illusione: poiché in realtà si tratta di un certo numero
un illusione:
di immagini statiche fatte seguire ad una certa velocità l’una
all’altra. In tal senso è interessante la distinzione bergsoniana fra
tempo come durata e tempo spazializzato.
spa iali ato.
Parafrasando il filosofo francese si potrebbe dire che un film è
tempo come durata e quindi molto più della semplice somma,
spazializzata, dei singoli fotogrammi.
p g g
H. Bergson
16. Tornando alla narrazione filmica, si può affermare che ogni
, p g
Inquadratura costituisce un punto di vista : punto di vista che
può essere soggettivo od oggettivo a seconda che la scena sia
osservata con gli occhi di un personaggio o con occhi diversi da
quella dei personaggi.
L’inquadratura può poi essere normale, la macchina da presa è
ad altezza d’uomo cioè, dall’alto o dal basso, ed infine obliqua.
Non si tratta di una scelta neutrale: inquadrare un personaggio
dal basso suggerisce un’idea di grandezza, inquadrarlo dall’alto
lo sminuisce.
18. Dettaglio
S e de a u pa t co a e de o to o d u oggetto
Si evidenzia un particolare del volto o di un oggetto.
È un tipo di inquadratura usato per caricare emotivamente
la scena.
19. Primissimo piano
S p e de soggetto da e to a a o te , pe
Si riprende il soggetto dal mento alla fronte , per
sottolineare in modo suggestivo l’espressione e i tratti del
volto.
20. Primo piano
S p e de a gu a da e spa e su, de
Si riprende la figura dalle spalle in su, delimitando il viso
ta do so
in uno spazio ridotto.
28. L’inquadratura può essere:
• fissa
• mobile ovvero segue l’azione e il
mobile, ovvero segue l azione e il
movimento va considerato in rapporto
alla strumentazione utilizzata:
• panoramica
• carrello
• steadycam
• d ll
dolly
• gru
• zoom
29. Una panoramica è una ripresa realizzata facendo ruotare una
macchina da presa sul proprio asse Possiamo distinguere vari
asse.
tipi di movimento: orizzontale, verticale, obliquo, a 360 gradi,
circolare, o composto.
La panoramica può essere combinata con tutti gli altri
movimenti di macchina, ed in particolare con la carrellata:
partendo da un particolare, si può allargare dolcemente
l inquadratura
l'inquadratura spostandosi allo stesso tempo verso sinistra e
concludendo in un quot;campo lungoquot;.
In base alla scena ripresa e al movimento seguito, possiamo
distinguere panoramiche quot;ad allargarequot;, quot;a stringerequot;, quot;a
ad allargare , a stringere , a
seguirequot; (inseguendo un soggetto), o quot;a schiaffoquot;: quest'ultima
è una velocissima panoramica, spesso usata in scene
drammatiche per rendere l'idea della velocità di oggetti
p gg
lanciati, come un coltello o una pallottola. La panoramica
quot;descrittivaquot;, infine, può essere usata con efficacia per
presentare un personaggio o un ambiente.
(riduzione da Wikipedia)
panoramica
30. Il carrello è una piattaforma su cui è piazzata la cinepresa.
ca e o è u a p atta o a su cu è p a ata a c ep esa
Derivato dall’invenzione brevettata nel 1912 dall’italiano
Giovanni Pastore (biglie o ruote applicate al treppiede che
sosteneva la camera) è usata per movimentare la ripresa,
sosteneva la camera) è usata per movimentare la ripresa
con o senza binari.
(tratto da http://cinema.tesionline.it)
carrello
31. Lo steadycam è un supporto meccanico, su cui può essere
o steadyca è u suppo to ecca co, su cu può esse e
montata una macchina da presa sostenuta dall’operatore
per mezzo di un sofisticato sistema di ammortizzazione
agganciato ad un corpetto indossabile
agganciato ad un “corpettoquot; indossabile.
Grazie al corpetto, l'operatore (detto quot;steady‐manquot;) ha le
mani libere per controllare la macchina, ed allo stesso
tempo può muoversi liberamente, o addirittura correre,
tempo può muoversi liberamente o addirittura correre
senza che il sistema da lui sorretto riceva vibrazioni od
oscillazioni eccessive. (riduzione da Wikipedia)
steadycam
32. Il dolly è una sorta di carrello sul quale si monta una
macchina da presa.
hi d
Necessita di rotaie su cui poter essere trainato da uno o più
assistenti operatori ed oltre al peso della macchina da presa
deve sopportare anche quello di un operatore.
Viene utilizzato in film quot;livequot; musicali e trasmissioni
televisive. In queste ultime si adotta un dolly motorizzato che
q y
supporti solo la camera e che si possa alzare ed abbassare
automaticamente.
dolly
34. zoom
Lo zoom realizza un effetto di avvicinamento
o di allontanamento mediante il cambio focale
dell’obiettivo mantenendo immobile la macchina da
presa.
36. Una scena è la più piccola unità narrativa che abbia
una propria autonomia all interno
all'interno di una
sceneggiatura. Nella concretizzazione della
sceneggiatura è la parte di spazio che deve essere
i d t
inquadrata da
d una macchina
hi d
da presa
cinematografica. Lo spazio teatrale e il telefilm
realizzano concettualmente la stessa cosa.
37. La sequenza realizza un’azione unica di senso compiuto:
La sequenza realizza un azione unica di senso compiuto:
è quindi è un’unità di azione. Può comprendere molte
scene e molte inquadrature.
Un caso particolare è rappresentato dal piano sequenza che
U ti l è t t d l i h
si ha quando la sequenza è composta da una sola
Inquadratura.
40. Montaggio per dissolvenza
Il t i di l
Il montaggio per dissolvenza si realizza quando si passa
i li d i
lentamente da un’immagine all’altra. La dissolvenza si
può avere in chiusura, in apertura, incrociata.
41. Montaggio alternato
Montaggio alternato
Il t i lt t i li f d ll
Il montaggio alternato si realizza facendo scorrere sullo
schermo due azioni simultanee che si svolgono in luoghi
diversi
42. Montaggio parallelo
M t i ll l
Col montaggio parallelo si accostano due avvenimenti
non contemporanei, suggerendo somiglianze o differenze
tutte da interpretare.
43. Montaggio rapido
M t i id
Co o tagg o ap do a sce a e e spe ata u a se e
Col montaggio rapido la scena viene spezzata in una serie
di brevi inquadrature
45. U fil è
Un film è ancora molte cose: soggetto, sceneggiaura,
lt tt i
regia, fotografia, colonna sonora, doppiaggio, costumi,
effetti speciali … ed è il risultato del lavoro di un grande
numero di persone.
Il film di Francois Truffaut Effetto notte è un ottimo
esempio per comprendere la quantità di lavoro che c’è
dietro un prodotto cinematografico.
50. Il cinema e il suo linguaggio sono stati motivo di riflessione
fra i pensatori. Si è detto rapidamente di Bergson, ma si
p
possono citare Benjamin , Adorno, Horkeimer, Deleuze,
j , , ,
Cabrera o ricordare che scrittori come D’Annunzio
compresero subito le potenzialità del cinema, mentre un
grande drammaturgo come Pirandello ebbe a dire che il
cinema non avrebbe avuto futuro.