Prosegue la Formazione Formatori con la puntata sui "Partecipanti difficili" nella aule di formazione.
Alcuni riflessioni su:
-l'ecologia del formatore e del suo intervento
-Io sono Ok e Tu sei Ok, l'approccio efficace
-la gestione di alcune tipologie tipiche
-la gestione del dissenso
4. L’ecologia del proprio intervento:
valorizzare le persone rispettando le differenze e
prestando attenzione ai bisogni che vengono
esplicitamente o implicitamente espressi.
Poiché “la mappa non è il territorio”, il formatore
evita i fondamentalismi, condividendo ciò che
ritiene vero e lasciando sempre spazio al proprio
cambiamento.
5.
6. Tenere conto che l’attenzione NON PUO’ essere
costante
Rispondere ACCURATAMENTE ad OGNI
DOMANDA, anche a quelle non espresse.
NON farsi MAI COINVOLGERE in POLEMICHE: le
emozioni negative non aiutano nessuno, per
litigare bisogna essere almeno in due.
6
Io sono OK – Tu sei OK
7. Un mestiere a rischio…
Gestire lo stress è il
nostro mestiere
8. Io sono OK?
Sono in grado di essere
percepito congruente?
Sono in grado di dare
l’esempio?
9. Io sono OK?
Mi sento sicuro di me?
Mi sento sicuro del mio
modo di essere
formatore?
10. Io sono OK?
Sono in grado di
esprimere
atteggiamenti positivi
(attenzione, rispetto,
interesse, calore…)?
11. Io sono OK?
Ho i piedi ben piantati?
Ho una buona
“centratura”?
14. Alcune possibili tipologie
il polemico, il killer occulto, l’assente, il
logorroico, l’indisciplinato, l’arrivato e il
partecipante ideale
Tratto da: “Formazione formatori” di Gianluca
Gambirasio – ed. FrancoAngeli
15. Il Polemico
• il polemico: tende a fare polemica e a voler contraddire le
posizioni espresse dal trainer.
• Occorre al massimo evitare di entrare in polemica con lui (è
tra l’altro quello che vuole).
• Farlo esprimere fino in fondo, non interromperlo,
incoraggiarlo e chiedere anche agli altri di esprimere la loro
opinione in merito.
• Fare utilizzo di dati e fatti oggettivi per ridurre al massimo
l’area delle opinioni.
• Proponiamo ogni nostro consiglio / strumento come
un’alternativa che ognuno può liberamente confrontare con
la propria esperienza e decidere se farne tesoro o meno
16. Il killer occulto
• il killer occulto: all’apparenza sembra che tutto vada
bene mentre in realtà non apprezza nulla di quanto
viene fatto ed ogni occasione è buona per parlar
male del corso, ma sempre alle spalle del trainer.
• Accorgersi per tempo della sua presenza e fargli tirar
fuori il suo malessere direttamente in aula e/o ad un
break avvicinandosi a lui.
• Se esistono delle criticità è sempre meglio farle
emergere per poi poterle affrontare rispetto a far
finta di nulla.
17. L’assente
• l’assente: non parla, non interviene mai, non
fa’ domande.
• Cercare di coinvolgerlo attraverso domande,
dargli un ruolo durante un’esercitazione,
mantenere un contatto visivo.
• Non dimenticarsi di lui, incoraggiarlo nel
prendere parte al corso.
18. Il logorroico
• il logorroico: continua ad intervenire cercando di
monopolizzare il dialogo. Rispondere in forma sintetica
alle sue domande.
• Stopparlo (con i modi giusti!) per lasciar spazio anche agli
altri di intervenire. Imporre la regola che i volontari nelle
esercitazioni devono sempre essere diversi.
• Non lasciargli troppo spazio altrimenti rischiamo di farci
portare fuori strada e non riuscire a mantenere il giusto
ritmo per il raggiungimento degli obiettivi del corso.
19. L’indisciplinato
• l’indisciplinato: tiene il cellulare acceso, arriva
in ritardo, prolunga le pause, si fa i fatti suoi
durante le esercitazioni, ecc...
• Non fare finta di niente in quanto
rischieremmo di perdere il controllo del
gruppo.
• Definire in fase di patto le Regole
20. L’arrivato
• l’arrivato: assume l’atteggiamento del “non ho più
nulla da imparare”.
• Cogliere la sfida e dimostrargli con i fatti la qualità del
corso.
• Chiedergli la cortesia di sospendere il giudizio sul
corso fino al suo termine partecipando e
condividendo con noi la sua esperienza.
• Alla fine del corso non dimentichiamoci di ascoltare
la sua valutazione su quanto fatto.
21. Il partecipante ideale
• il partecipante ideale: è molto competente e
preparato, partecipa attivamente ed è pure
simpatico.
• Accettare di buon grado il suo contributo
evitando però di focalizzare la nostra
attenzione solo su di lui, trascurando il resto
dei partecipanti.
22. Come si gestisce
il dissenso?
Foto: http://www.infonetworkmarketing.org/wp-
content/uploads/2011/05/obiezioni.jpg
23. Alcune bordate
• Non sono per niente d’accordo con
te
• Ho già fatto questo corso e non è
servito a nulla
• Questa roba è tutta aria fritta
• Sono i miei capi che dovrebbero fare
questo corso
24. Il gioco non alimentato si smorza
24
E’ un gioco di forze
Provocazione Provocabilità
Offesa Scuscettibilità
25. Evitare di ……
Opporsi con troppa decisione per sostenere il proprio
punto di vista
Considerare l’obiezione un’offesa personale e denigrarla
Cercare di dimostrare ad ogni costo il torto dell’altro
Sminuire l’importanza attribuita dal partecipante al suo
problema
Subissare di argomentazioni tecniche
Presumere di averne colto il senso senza approfondire
25
26. In sintesi
1. Ascolto empatico ( i punti che possiamo apprezzare )
2. Non verbale di apertura
3. Riflettere quanto basta
4. Domande di precisione
5. Valorizzarla se possibile
6. Rispondiamo in modo conciso + tecnica del
rimbalzo
1. La stai prendendo troppo sul personale ?
2. E’ di contenuto o di relazione ?
27. Formatore come Rieducatore emotivo
• indicare eventuali contraddizioni/criticità presenti nelle
affermazioni di dissenso
• indicare la presenza di pregiudizi, generalizzazioni ecc…
• approfondire i motivi del dissenso, formulando domande volte
a capire il perché delle affermazioni
• incoraggiare, incanalare le potenzialità
• aiutare i partecipanti a coltivare la razionalità, il dialogo
costruttivo, privilegiando le esperienza positive
•restituire l’emotività
27
28. “Non possiamo insegnare direttamente nulla ad
un’altra persona, possiamo solo facilitarne
l’apprendimento”
Carl Rogers