Un ripasso di probabilità:
Domini discreti. Spazi metrici
PaulKlee,GiardinodiTunisi,1919
Riccardo Rigon
R. Rigon
2
Probabilità in spazi discreti
L’esempio visto in precedenza ha a che fare con uno spazio degli eventi discreto.
Se dovessimo andare a precisare maggiormente, potremmo dire che, nel caso
discreto
Ovvero un opportuno sottoinsieme dei numeri razionali.
Spazio degli eventi discreto
R. Rigon
3
Spazio degli eventi discreto
In questo caso assegnare la probabilità
Significa, come nell’esempio, assegnare un insieme del tipo
Ma si possono certamente usare delle funzioni a valori
discreti per farlo … come vedremo più avanti.
R. Rigon
4
Probabilità in spazi metrici
Se lo spazio degli eventi è uno spazio continuo, supporremo di essere inuno
spazio metrico, isomorfo ad Rn. In questo caso gli insiemi sono generalmente
rappresentati da coordinate, di solito cartesiane, e la probabilità viene
rappresentata da funzioni su Rn che vengono dette
• Funzioni di ripartizione
Se tali funzioni sono funzioni sono di una sola variabile (P: R ->R ) , il processo
viene detto:
•univariato
Altrimenti viene detto
•multivariato
Spazio degli eventi continio
R. Rigon
5
D’ora in poi
Faremo assumeremo sempre di lavorare in Rn o R. Quindi:
In genere, A e B saranno intervalli, continui o discreti, di
Spazio degli eventi continio
R. Rigon
6
D’ora in poi
Per indicare la probabilità di ottenere valori minori di x useremo la notazione:
oppure la probabilità di ottenere valori compresi tra x1 ed x2:
con ovvie generalizzazioni ai casi molti-dimensionali
Spazio degli eventi continio
R. Rigon
7
Distribuzioni delle variabili casuali
• La funzione di ripartizione o Cumulative Probability
Distribution (CDF) è definita:
• La sua derivata (se esiste) è la funzione densità di probabilità
Probability Density Function (PDF):
Distribuzioni di probabilità
R. Rigon
8
• Dalle due equazioni precedenti segue:
Distribuzioni delle variabili casuali
Distribuzioni di probabilità
R. Rigon
9
La regola di Bayes
con questa notazione diviene
Spazio degli eventi continio
ma di solito si usa sulle densita di probabilità
Riccardo Rigon
!10
Vista la simmetria tra le variabili
vale anche:
che può essere riscritto:
Ciò che qui appare un semplice rimaneggaimento algebrico è in effetti la
nascita di una nuova visione della disciplina.
Bayes Theorem
Riccardo Rigon
!11
Bayes Theorem
Infatti:
Si assuma infatti la conoscenza a priori della variabile x, definita dalla
la distribuzione a priori. Il teorema di Bayes afferma che la conoscenza
introdotta dalla variabile y (o meglio dai fatti che y descrive), modifica la
conoscenza della variabile x (o meglio: della sua distribuzione), e che
questa conoscenza è garantita della distribuzione a posteriori:
che è proporzionale, ma non necessariamente uguale alla prima.
,
,
Riccardo Rigon
!12
Bayes Theorem
Il fattore di proporzionalità
è chiamato verosimiglianza:
Cosicchè:
la probabilità a posteriori (di x) uguaglia il prodotto della verosimiglianza per la
probabilità a priori (di x) diviso per l’evidenza
Alcuni distinguono tra numeratore, la verosimiglianza e denominatore che è
chiamato evidenza. Noi adotteremo quest’ultima convenzione.
R. Rigon
13
Probabilità e causalità
La probabilità non riguarda necessariamente la rapporti causali
non significa che y causa x. Solo accenna alle relazioni tra y ed x.
L’evento y può precedere x !
R. Rigon
14
Caratterizzazione delle distribuzioni
• Valore Atteso (Il valore medio! Il primo momento):
•Il secondo momento
R. Rigon
15
• Varianza di X:
• Deviazione standard di X:
Caratterizzazione delle distribuzioni
Caratterizzazione delle distribuzioni continue
R. Rigon
16
Caratterizzazione delle distribuzioni
• Si può definire, in generale, il momento n-esimo di una
distribuzione come:
M(n)
:=
⇥
⇥
xn
pX(x) dx
Caratterizzazione delle distribuzioni continue
R. Rigon
Funzione caratteristica
La funzione caratteristica è definita come il valore
atteso della della funzione a valori complessi - eitx
Caratterizzazione delle distribuzioni continue
R. Rigon
Funzione generatrice dei momenti
La funzione generatrice dei momenti è definita come (il valore
atterso di etx ):
Il momento n-esimo può,, una volta ottenuto l’integrale di cui
sopra essere calcolati da:
Ovvero mediante la derivata n-esima dell funzione generatrice dei
momenti, calcolata per t=0
Caratterizzazione delle distribuzioni continue

8.3 probabilità - domini dicreti - spazi metrici

  • 1.
    Un ripasso diprobabilità: Domini discreti. Spazi metrici PaulKlee,GiardinodiTunisi,1919 Riccardo Rigon
  • 2.
    R. Rigon 2 Probabilità inspazi discreti L’esempio visto in precedenza ha a che fare con uno spazio degli eventi discreto. Se dovessimo andare a precisare maggiormente, potremmo dire che, nel caso discreto Ovvero un opportuno sottoinsieme dei numeri razionali. Spazio degli eventi discreto
  • 3.
    R. Rigon 3 Spazio deglieventi discreto In questo caso assegnare la probabilità Significa, come nell’esempio, assegnare un insieme del tipo Ma si possono certamente usare delle funzioni a valori discreti per farlo … come vedremo più avanti.
  • 4.
    R. Rigon 4 Probabilità inspazi metrici Se lo spazio degli eventi è uno spazio continuo, supporremo di essere inuno spazio metrico, isomorfo ad Rn. In questo caso gli insiemi sono generalmente rappresentati da coordinate, di solito cartesiane, e la probabilità viene rappresentata da funzioni su Rn che vengono dette • Funzioni di ripartizione Se tali funzioni sono funzioni sono di una sola variabile (P: R ->R ) , il processo viene detto: •univariato Altrimenti viene detto •multivariato Spazio degli eventi continio
  • 5.
    R. Rigon 5 D’ora inpoi Faremo assumeremo sempre di lavorare in Rn o R. Quindi: In genere, A e B saranno intervalli, continui o discreti, di Spazio degli eventi continio
  • 6.
    R. Rigon 6 D’ora inpoi Per indicare la probabilità di ottenere valori minori di x useremo la notazione: oppure la probabilità di ottenere valori compresi tra x1 ed x2: con ovvie generalizzazioni ai casi molti-dimensionali Spazio degli eventi continio
  • 7.
    R. Rigon 7 Distribuzioni dellevariabili casuali • La funzione di ripartizione o Cumulative Probability Distribution (CDF) è definita: • La sua derivata (se esiste) è la funzione densità di probabilità Probability Density Function (PDF): Distribuzioni di probabilità
  • 8.
    R. Rigon 8 • Dalledue equazioni precedenti segue: Distribuzioni delle variabili casuali Distribuzioni di probabilità
  • 9.
    R. Rigon 9 La regoladi Bayes con questa notazione diviene Spazio degli eventi continio ma di solito si usa sulle densita di probabilità
  • 10.
    Riccardo Rigon !10 Vista lasimmetria tra le variabili vale anche: che può essere riscritto: Ciò che qui appare un semplice rimaneggaimento algebrico è in effetti la nascita di una nuova visione della disciplina. Bayes Theorem
  • 11.
    Riccardo Rigon !11 Bayes Theorem Infatti: Siassuma infatti la conoscenza a priori della variabile x, definita dalla la distribuzione a priori. Il teorema di Bayes afferma che la conoscenza introdotta dalla variabile y (o meglio dai fatti che y descrive), modifica la conoscenza della variabile x (o meglio: della sua distribuzione), e che questa conoscenza è garantita della distribuzione a posteriori: che è proporzionale, ma non necessariamente uguale alla prima. , ,
  • 12.
    Riccardo Rigon !12 Bayes Theorem Ilfattore di proporzionalità è chiamato verosimiglianza: Cosicchè: la probabilità a posteriori (di x) uguaglia il prodotto della verosimiglianza per la probabilità a priori (di x) diviso per l’evidenza Alcuni distinguono tra numeratore, la verosimiglianza e denominatore che è chiamato evidenza. Noi adotteremo quest’ultima convenzione.
  • 13.
    R. Rigon 13 Probabilità ecausalità La probabilità non riguarda necessariamente la rapporti causali non significa che y causa x. Solo accenna alle relazioni tra y ed x. L’evento y può precedere x !
  • 14.
    R. Rigon 14 Caratterizzazione delledistribuzioni • Valore Atteso (Il valore medio! Il primo momento): •Il secondo momento
  • 15.
    R. Rigon 15 • Varianzadi X: • Deviazione standard di X: Caratterizzazione delle distribuzioni Caratterizzazione delle distribuzioni continue
  • 16.
    R. Rigon 16 Caratterizzazione delledistribuzioni • Si può definire, in generale, il momento n-esimo di una distribuzione come: M(n) := ⇥ ⇥ xn pX(x) dx Caratterizzazione delle distribuzioni continue
  • 17.
    R. Rigon Funzione caratteristica Lafunzione caratteristica è definita come il valore atteso della della funzione a valori complessi - eitx Caratterizzazione delle distribuzioni continue
  • 18.
    R. Rigon Funzione generatricedei momenti La funzione generatrice dei momenti è definita come (il valore atterso di etx ): Il momento n-esimo può,, una volta ottenuto l’integrale di cui sopra essere calcolati da: Ovvero mediante la derivata n-esima dell funzione generatrice dei momenti, calcolata per t=0 Caratterizzazione delle distribuzioni continue