Deriva dei continenti / Tettonica delle placcheiperclasse
DERIVA DEI CONTINENTI in italiano per scuola media
Continental drift in Italian
Presentazione breve e senza pretese, a supporto di una spiegazione di geografia
Deriva dei continenti e la tettonica a placchePaolo Balocchi
deriva dei continenti, tettonica a placche, margini di placca, divergenti, convergenti, trasformi, tipi di collisione, oceano-oceano, continente-oceano, continente-continente, motore della tettonica, celle convettive, trascinamento, spinta, flusso astenosferico
Massimo Compagnoni: Principali aspetti geologici e fisici dei terremotiLuca Marescotti
Nell'ambito del tema generale "Costruzione del territorio, condizioni ambientali e rischi naturali", la lezione sui principali aspetti geologici e fisici dei terremoti.
Il contesto è il laboratorio tenuto dal 29 febbraio al 4 marzo 2016 presso il Politecnico di Milano: "Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience in Planning".
Deriva dei continenti / Tettonica delle placcheiperclasse
DERIVA DEI CONTINENTI in italiano per scuola media
Continental drift in Italian
Presentazione breve e senza pretese, a supporto di una spiegazione di geografia
Deriva dei continenti e la tettonica a placchePaolo Balocchi
deriva dei continenti, tettonica a placche, margini di placca, divergenti, convergenti, trasformi, tipi di collisione, oceano-oceano, continente-oceano, continente-continente, motore della tettonica, celle convettive, trascinamento, spinta, flusso astenosferico
Massimo Compagnoni: Principali aspetti geologici e fisici dei terremotiLuca Marescotti
Nell'ambito del tema generale "Costruzione del territorio, condizioni ambientali e rischi naturali", la lezione sui principali aspetti geologici e fisici dei terremoti.
Il contesto è il laboratorio tenuto dal 29 febbraio al 4 marzo 2016 presso il Politecnico di Milano: "Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience in Planning".
TECNICHE DI RILIEVO GPS PER IL MONITORAGGIO DI FRANE E SISTEMI GIS PER LA ...Maurizio Foderà
Presentazione in occasione del convegno "PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO: METODOLOGIE E RILIEVI PER IL DISSESTO IDROGEOLOGICO" VI Salone Biennale Industrial Design dell'Edilizia 8-9-10 aprile 2016 Messina www.sidexpo.it
Ambiente - Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientaleangerado
Aree naturali protette
Nei parchi nazionali si trova la maggior parte degli habitat importanti per la vita delle 56mila specie di animali presenti in Italia, il Paese europeo con la maggiore varietà di specie viventi. Il 98% sono insetti e altri invertebrati; i mammiferi sono rappresentati da ben 118 specie diverse. Tra le piante, le foreste più significative dei parchi nazionali sono faggete e querceti, che danno un valido contributo alla lotta contro l’effetto serra. I parchi nazionali frenano il consumo di suolo: se in Italia il 17% dei boschi ha ceduto il passo a superfici artificiali, l’attenzione degli enti parco ha permesso di ridurre al 4,5% l’urbanizzazione in queste aree protette. Sono questi alcuni dei dati contenuti nello studio “Parchi nazionali: dal capitale naturale alla contabilità ambientale”, una pubblicazione curata dal ministero dell’Ambiente che raccoglie e classifica i dati sul patrimonio naturale dei parchi: per la prima volta in Italia viene censita la ricchezza di piante, animali, ecosistemi, paesaggi contenuti nei 23 territori presi in esame. È un contributo alla Strategia nazionale della biodiversità (2011-2020).
[source: www.minambiente.it]
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. è il principale evento eruttivo verificatosi sul Vesuvio in epoca storica. L'eruzione, che ha profondamente modificato la morfologia del vulcano, ha provocato la distruzione delle città di Ercolano, Pompei e Stabia, le cui rovine, rimaste sepolte sotto strati di pomici, sono state riportate alla luce a partire dal XVIII secolo.
Lezione sui terremoti, indirizzata prevalentemente ai bambini delle scuole elementari. Nel testo in formato PDF scaricabile da questa pagina alcune note che possono servire all’insegnante per commentare le slides.
Attività di
formazione - informazione
rivolta agli allievi del
Liceo Artistico ed ISA
dell’ Istituto Superiore “A.M.Maffucci” di Calitri
svolta entro il seminario:
la Sicurezza nei luoghi di lavoro ai sensi del D.Lg.vo 81/08 e succ.ve int.ni
a cura dell’ Arch. Antonio Iannece
2. • Un terremoto o sisma è una variazione improvvisa del suolo
provocata da una brusca liberazione energia meccanica all’interno
della litosfera. L’energia che si libera in profondità durante un
terremoto si propaga poi in tutte le direzioni sottoforma di onde
sismiche.Il punto di origine di un terremoto si trova in profondità
nella litosfera ed è chiamato ipocentro, quando le onde sismiche
raggiungono la superficie producono scosse sismiche , il punto sulla
superficie terrestre dell’ipocentro, è chiamato epicentro.
3. Per effetto di un terremoto, il terreno può
spostarsi lungo la faglia sia in verticale con un
sollevamento e abbassamento della superficie, sia
orizzontalmente. Di solito i terremoti si verificano
lungo le faglie che si sono formate in passato in
zone di minor resistenza della crosta terrestre. Le
fratture che costituiscono le faglie sono in gran
parte bloccate e mantenute chiuse dall’enorme
pressione di carico esercitata dalla crosta
terrestre, tuttavia l’accumulo di queste tensioni
provoca un rusco rilascio di energia. Se sottoposte
a tensioni anche faglie rimaste inattive per
centinaia di anni potrebbero diventare sede di
terremoti.
4. Il meccanismo effettivo con cui si genera un sisma rimase
sconosciuto fino al grande terremoto che nel 1906 colpì
S.Francisco. Il geologo statunitense Hanry F.Reid formulò
un’ipotesi detta modello del rimbalzo elastico, per spiegare
il meccanismo dell’origine di un terremoto. Lungo le faglie
le forze tettoniche tendono a spostare due blocchi in
direzione opposta, inizialmente la roccia reagisce alle
sollecitazioni in modo elastico, deformandosi lentamente,
ma quando le forze superano la resistenza della roccia nel
punto più debole si ha un’improvvisa rottura e tutta
l’energia accumulata viene emanata bruscamente, in parte
come onde sismiche e in parte come calore. Una scossa in
genere dura pochi secondi ma altri movimenti lungo la
stessa faglia possono continuare per giorni, queste vengono
chiamate repliche , ovvero piccole scosse o fenomeni di
assestamento. Oppure si verificano anche delle scosse
premonitrici che precedono di alcuni giorni un sisma più
devastante
5. Le onde sismiche si differenziano in : Onde di volume e onde di
superficie. Le prime comprendono le onde P (primarie) che sono onde di
compressione e dilatazione che si manifestano come scosse sussultorie
sono le più veloce e si propagano in tutti i mezzi, le seconde le onde S
(secondarie) sono onde di taglio si propagano perpendicolarmente alla
direzione di avanzamento dell’onda, non si propagano nei fluidi e si
manifestano come onde ondulatorie. Le onde di superficie si dividono in
onde L (love) che hanno un’ampiezza maggiore e si propagano
nell’epicentro e sono anche le più distruttive, le onde R (Rayleigh)
causano movimenti verticali. Le registrazioni delle onde sismiche
vengono effettuate con uno strumento detto sismografo. Un sismografo
è costituito da una massa sospesa per mezzo di una molla, vicino questa
massa è collegato un pennino che scrive su un cilindro di carta. Quando
si verifica un terremoto questo pennino inizia ad oscillare, la
registrazione su questo cilindro di carta viene detta sismogramma
6. Il primo indicatore utilizzato fu l’intensità, una misura
dell’entità delle scosse verificatesi in un dato luogo basata sui
danni da esse provocati all’ambiente,agli esseri umani, alle cose.
La prima scala d’intensità che faceva riferimento agli effetti
secondari quali fratture e frane del terreno fu la scala del
vulcanologo italiano Giuseppe Mercalli. La scala Mercalli aveva
un’intensità che andava da 1 a 12 gradi, però questa scala di
intensità non poteva essere utilizzata perché in luoghi dove non
troviamo edifici era difficile stabilirne il grado, per questo fu
sostituita da una più precisa.
7. Lo sviluppo della sismologia ha consentito in quest’ultimo secolo
che l’energia emanata durante un terremoto viene misurata
attraverso scale di magnitudo basate sulle ampiezze dei
sismogrammi e dall’oscillazione registrata da essi. Tra tutte le
scale fu approvata quella di Richter; lui utilizzò una scala
logaritmica in cui un incremento di dieci volte nell’ampiezza
dell’onda corrisponde all’aumento di un grado di magnitudo sulla
scala. Così un terremoto registrato con la scala Richter ha
un’intensità maggiore rispetto a quella Mercalli.
8. L’attività vulcanica è un fenomeno molto vistoso ,in grado
di modificare la superficie terrestre. Le modalità di
eruzione sono varie,così come i materiali emessi;ci sono
vulcani che eruttano in modo tranquillo lave molto
fluide,mentre altri sono caratterizzati da eruzioni
violente con fuoriuscita di frammenti solidi.Il tipo di
eruzione dipende dalla densità del magma,che a sua volta
dipende da vari fattori: la temperatura ,il contenuto in
silice e componenti volatili.
La maggior parte dei magmi è prodotta per fusione
parziale di rocce nell’astenosfera,avendo densità minore
di quella delle rocce circostanti. Quanto più è denso il
magma ,tanto maggiore è la resistenza che oppone allo
scorrimento. Quando questo fuoriesce si trasforma in
lava a causa dell’impatto con l’ossigeno.
9. Esistono vari tipi di lava:
le lave a corda che formano in superficie una pellicola
sottile e liscia destinata a raggrinzirsi;
le lave scoriacee che hanno una superficie scabra con
spigoli molto affilati e taglienti;
lava a cuscino che a differenza della precedente,forma
strutture arrotondate e in fine abbiamo le lave sialiche
che spesso sono talmente dense,che il loro movimento
risulta impercettibile.
Il tipo di lava ,inoltre, condiziona anche la natura dei
materiali solidi emessi nel corso dell’eruzione,chiamati
materiali piroclastici:ceneri e polveri,lapilli e
scorie,blocchi o bombe.
Oltre ai materiali piroclastici ,i magmi,contengono i gas
vulcanici che sono composti da vapor d’acqua,diossido di
carbonio,azoto e zolfo.
10. Vari tipi di vulcani..
Stratovulcani:sono i vulcani più pericolosi e sono il
prodotto dell’accumulo di lave viscose e di strati di
materiali piroclastici. Essi hanno una struttura ampia e
simmetrica con versanti piuttosto ripidi.
Come stratovulcani abbiamo il Vesuvio,L’Etna, lo
Stromboli e tanti altri.
Vulcani a scudo:sono il prodotto dell’accumulo di lave
fluide e si presentano come ampie strutture dai fianchi
in leggera pendenza di forma simile a uno scudo. Essi si
sono sviluppati sui fondi oceanici e costituiscono
isole,tra cui le Hawaii,l’Islanda e le Galapagos.
11. Esistono altre forme del paesaggio che sono frutto
dell’attività dei vulcani:
-le caldere che sono ampie depressioni di forma
circolare,originate dall’esplosione di un vulcano o in
seguito allo svuotamento della camera magmatica;
-i coni di scorie che si formano per accumulo di
materiale piroclastico;
-i plateaux basaltici che si generano da lava fluida e
povera di silice;
-i neck che sono ammassi di lava messi a nudo
dall’erosione delle rocce che
ne costituivano le pareti.
12. I magmi poveri in silice sono molto fluidi e permettono alle bolle
di gas di risalire in superficie. La lava tende a scorrere
pacificamente sulle pendici del vulcano dando origine ad eruzioni
effusive. Spesso fuoriuscendo i gas scagliano la lava
incandescente fino a centinaia di metri di altezza, generando
spettacolari fontane di lava. Queste eruzioni in genere non
provocano perdite di vita umana e distruzione. Un’eruzione
esplosiva comprende frammenti di cenere incandescenti che
espandono verso l’alta atmosfera formando una colonna eruttiva,
il collasso di questa viene chiamata colata piroclastica, che a
sua volta forma vari tipi di vulcani.
13. Plìnio il Vecchio (lat. C. Plinio Secundus). - Scrittore
latino (Como 23 d. C. - Stabia 79); venuto a Roma
giovanissimo, ricoprì cariche civili e militari; ebbe
sempre un'insaziabile curiosità di leggere e prendere
appunti, come racconta con ammirazione il nipote P. il
Giovane in una lettera (III, 5) fondamentale per la
biografia dello zio. Al momento dell'eruzione del
Vesuvio, era a capo della flotta stanziata al Capo
Miseno; non volle abbandonare il suo posto, e morì
soffocato dalle esalazioni del vulcano.