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1
Il Vulcanismo Campano
2
L'origine del vulcanismo campano è strettamente legato
alle fasi tettoniche Plio-Pleistoceniche a carattere
distensivo che hanno portato allo smembramento del
margine occidentale della parte centrale della catena
appenninica e alla creazione della depressione della Piana
Campana. Infatti durante la formazione della Piana
Campana si sono create le condizioni per la formazione e
per la risalita dei magmi che hanno alimentato l'attività
eruttiva dei vulcani campani.
Nella Piana Campana si rinvengono tre aree vulcaniche
principali: il vulcano di Roccamonfina, il Distretto
Vulcanico Flegreo (che comprende Napoli, i Campi
Flegrei e le isole di Ischia e Procida), ed il complesso
vulcanico del Somma-Vesuvio.
In epoca storica si sono verificate eruzioni ad Ischia, ai
Campi Flegrei ed al Vesuvio.
3
4
Vesuvio e pompei ottimo volcano_movie[1].swf
Vesuvio.exe
5
• Il Vesuvio, o più propriamente il Somma-Vesuvio, è un vulcano strato di medie
dimensioni che raggiunge un’altezza massima di 1.281 m s.l.m. Esso è costituito dal
più vecchio vulcano del M. Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una
caldera, e dal più recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di questa caldera.
• L’attività vulcanica nell’area del Somma-Vesuvio risale ad almeno 400.000 anni fa,
età di alcune lave trovate in perforazioni profonde 1.345 m.
• La storia dell'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000 anni fa con
l’accrescimento del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente effusive e
subordinatamente esplosive, di bassa energia. Tale attività è durata fino a circa 19.000
anni fa ed ha determinato la formazione dell’apparato vulcanico del Somma il cui
probabile profilo è ricostruito in rosso nell'immagine sottostante. La parte
settentrionale di questo edificio più antico è ancora ben conservata ed è rappresentata
dall'attuale Monte Somma.
6
• Con la prima eruzione pliniana delle Pomici di Base, avvenuta 18.300 anni
fa, è cominciato il collasso dell’apparato vulcanico del Somma e la
formazione della caldera a seguito dello sprondamento della parte sommitale.
Dopo questo evento l’attività vulcanica e le successive fasi di
sprofondamento hanno contribuito alla formazione del vulcano più giovane,
il Vesuvio. L’attività di questo vulcano, accresciutosi all’interno della caldera
del Monte Somma, è stata caratterizzata da una grande variabilità sia del tipo
di eruzioni che della composizione chimica dei magmi emessi.
• La variabilità del comportamento eruttivo del Vesuvio è riconducibile, in
prima approssimazione, all'alternanza tra periodi a condotto aperto, e lunghi
periodi a condotto ostruito, con assenza di attività, seguiti da grandi eruzioni
pliniane o subpliniane. I periodi a condotto aperto sono caratterizzati da
attività stromboliana persistente, frequenti effusioni laviche e sporadiche, ma
più devastanti, eruzioni miste sia effusive che esplosive.
7
8
9
Eruzione del 79 d.C.
• Il 24 agosto dell’anno 79 d.C. il Vesuvio rientrò in
attività dopo un periodo di stasi durato circa otto secoli,
causando la distruzione delle città romane di Pompei,
Ercolano e Stabia.
• Veduta attuale del Vesuvio dagli scavi di Pompei.
• L'eruzione è stata studiata da molti autori (Lirer et al.,
1973; Sigurdsson et al., 1985; Barberi et al., 1989;
Cioni et al., 1999; Gurioli et al., 2002). L'eruzione fu
caratterizzata da tre fasi eruttive principali:
• 1) fase di apertura freatomagmatica;
• 2) fase principale pliniana;
• 3) fase freatomagmatica, nel corso della quale si ebbe
la formazione della caldera.
10
• La successione stratigrafica dei depositi dell'eruzione
del 79 d.C. può essere suddivisa in 8 differenti unità
eruttive, caratterizzate da differenti distribuzioni areali
11
12
• Distribuzione areale dei depositi da caduta (in azzurro) e dei depositi da flusso piroclastico (in rosso) dell'eruzione del 79 d.C.
13
• Sequenza di depositi dell'eruzione del 79 d.C. in una cava a Terzigno
14•2
Storia eruttiva
tra 30.000 (?) e 20.000 anni:
Formazione del M.Somma
Tra ca.18.000 e 2024 anni fa:
4 grandi eruzioni piniane
Pomici di Pompei
alternate a una dozzina di eruzioni esplosive
medie o piccole
Tra il 79 e il 1944:
Crescita del Vesuvio attuale
attività persistente a condotto aperto interrotta
da periodi di stasi conclusi da eruzioni esplosive.
tra il 1631 e il 1944
tra il X e il XII
(?) tra il V e l’VIII
tra il I e il III secolo
15
periodi di riposo
a condotto ostruito
chiusi da eruzioni esplosive di magnitudo variabile
La storia del Vesuvio è caratterizzata dall’alternanza irregolare tra
periodi di attività
persistente
a condotto aperto
e
16
….lo stile eruttivo varia da
tranquillamente effusivo a
Stromboliano Violento,
a esplosivo freatomagmatico
•Fase
stromboliana
violenta del
1822
Fase
freatomagmatica
finale del 1906
•Colate di
lava del
1760
Quando il condotto è aperto….
17
Quando il condotto è aperto….
March1944
April1906
August1682
April1694
May1698
July1707
May1737
December1760
October 1767
July1779
June1794
October1822
August1834
January1839
February1850
December1861
December1868
April1872
2000
1980
1960
1940
1800
1820
1840
1860
1880
1900
1920
1780
1680
1700
1720
1740
1760
1640
1660
"final" eruption(emptying)
"infraperiod" eruption(overflowing)
persistentstrombolianactivity
quiescent
LEGEND
quiescent
si individuano “cicli” di attività
62605856545250484644424040
0
3
6
9
12
15
18
Na2O+K2Owt%
1637-1944 activity
1906 eruption
SiO2 wt%
1944 eruption
composizione dei prodotti =
K-tefrite - Kfonotefrite
volumi di magma emesso =
0.01-0.1 km3
18
….sono esplosive, polifasate, in
genere caratterizzate da una fase
pliniana principale e fasi iniziali e finali
a carattere freatomagmatico
Le eruzioni che segnano a riapertura del condotto dopo
periodi di riposo di lunghezza variabile….
Pinatubo 12 Giugno 1991 ore 8.51 Vesuvio, 1631
19
10 2
10
3
10
4
10
5
10 6
10
7
10
8
10 9
hours
MagmaDischargeRate(kg/s)
white pumice
fall
grey pumice
fall & flows
phase 2
Plinian
phase 3
Geothermo-
magmatic
phase 4
Wet phreatomagm.
phase 1
Phreatmagm.
opening
dry surges
& flows
wet ash
fall & flowss
2 41 81 20 6241812
August 24 August 25
unknown timing & MDR
?
?
?
?
?
?column
total collapsecolumn
total collapse?
ash fall
column partial collapses
EU 3fl
caldera collapse
VARIATION WITH TIME OF MAGMA DISCHARGE RATE
DURING AD 79 "POMPEI" ERUPTION
20
volumi emessi = 0.2-0.5 fino a >3*109
m3
Pliniane
Avellino
P. Campania
Nola
Pompei
Somma V.
Ottaviano
Vesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Sorrento
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf. 10
100
0 5 10 15
km
N
5 km
T. del
Greco
BASAL PUMICE, CA.18,000 BP
Avellino
P. Campania
Nola
T. del
Greco
Pompei
Ottaviano
Vesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Sorrento
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf.
Somma V.
10
100
5 km
MERCATO PUMICE, CA. 8,000 BP
Avellino
P. Campania
Nola
T. del
Greco Pompei
Ottaviano
Vesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf.
Sorrento
Somma V.
10
100
5 km
AVELLINO PUMICE, CA.3,500 BP
AvellinoP. Campania
Nola
Pompei
Somma V.
Ottaviano
Vesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Sorrento
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf.
10
0 5 10 15
km
N
5 km
T. del
Greco
AP2 , CA. 3,000BP
100
AvellinoP. Campania
Nola
Pompei
Somma V.
OttavianoVesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Sorrento
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf.
10
0 5 10 15
km
N
5 km
T. del
Greco
AP3 , CA. 3,000BP
AvellinoP. Campania
Nola
Pompei
Somma V.
Ottaviano
Vesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Sorrento
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf.
10
0 5 10 15
km
N
5 km
T. del
Greco
AD 472 POLLENA PUMICE
100
AvellinoP. Campania
Nola
Pompei
Somma V.
Ottaviano
Vesuvius
Caserta
Sarno
C. di Stabia
Sorrento
Salerno
Battipaglia
Nocera Inf.
10
0 5 10 15
km
N
5 km
T. del
Greco
AD 1631
100
Subpliniane
21
Evouzione geomorfologica
4 collassi principali durante le 4 eruzioni pliniane
Collassi calderici segnano lo
svuotamento di grandi camere
magmatiche superficiali
22
nelle eruzioni che segnano la riapertura del condotto dopo periodi di riposo di lunghezza variabile……
Composizioni:
da Ktefrifonolite a Kfonolite,
da latite a Ktrachite
62605856545250484644424040
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
AP eruptions
Pompeii Pumice
Basal Pumice
Mercato Pumice
Avellino Pumice
472 Pollena eruption
1631 eruption
SiO2
Na2O+K2O
•I depositi pliniani tendono ad avere composizioni a due falde
•I depositi subpliniani mostrano variazioni continue
I depositi di tutte le
eruzioni sono
caratterizzati da
significativi gradienti
composizionali
23
Il Sistema Magmatico
Il vulcano è alimentato periodicamente da
masse discrete (valutate ciascuna a 5-10
milioni di m3
) di magma di provenienza
profonda
Queste “infornate” di magma fresco entrano in
camere magmatiche piu’ o meno superficiali,
piu’ o meno grandi.
Quando il condotto e’ aperto e la camera e’
piena, ogni nuovo arrivo innesca un’eruzione
(che potremmo definire “di trabocco”).
Quando il condotto e’ ostruito, la camera
continua a crescere fino al verificarsi di
un’eruzione (in genere violentemente
esplosiva).
SiO2 peso%
3
6
9
12
15
18
1050°
1150°
1000° 900°
1100°
6260585654525048464442
fonolite
tepfrifonolite
fonotefrite
tefrite
24
cumuliti
femiche
magma molto
cristallizzato
alone termo-
metamorfico
e idrotermalizzato
rocce incassanti
800 900 1000 1100
tefrite
tefrite fonol.
fonol.tefritica
fonolite
1200 T°C
tempo di crescita
rifornimento periodico di magma fresco
1'-0"1000 m
1) iniziale - camere ad alto
rapporto d’aspetto; fusi
magmatici mafici arricchiti in
cristali nelle porzioni inferiori
della camera.
V<0.3 km3
; età < 100 anni
iniziale giovane
stratificata
2) giovane - camere a medio
rapporto d’aspetto; graduale
gradazione chimica da fusi
poco o mediamente evoluti a
magmi salici.
V=0.3-1.0 km3
; età= 50-500 anni
matura
stratificata
convettiva
interfaccia
diffusiva
3) matura - camere ad alto
rapporto d’aspetto;
stratificazione a due falde con
ripido gradiente termico e
composizionale tra la porzione
inferiore, convettiva,
mediamente evoluta e quella
superiore, salica, staticamente
stratificata.
V>1.0 km3
; età > 200 anni
Le camere magmatiche del Vesuvio evolvono
da prolate a subsferiche cambiando i tipo di
stratificazione composizionale in funzione del
volume (e dell’età)
25
20001500100050005001000150020002500
0
5000
10000
15000
20000
anno
79 d.C. "POMPEI"
Pliniana
472 d.C."POLLENA"
subpliniana
1631
subpliniana
1350 a.C "AVELLINO"
Pliniana
a.C d.C.
frequenti eruzioni effusive e stromboliane
in condizioni di condotto aperto
volumecumulativo(x1000m3)
Negli ultimi 3-4000 anni il volume
cumulativo di magma emesso dal
Vesuvio e’ variato con il tempo in
modo abbastanza lineare (i dati
sono comunque largamente
speculativi), indicando lo stato
sostanzialmente stazionario del
vulcano (per lo meno a livello di
alimentazione).
Il volume di magma entrato nel sistema vesuviano dopo il
1944 e’ stimato nell’ordine dei 200 milioni di m3
.
Alimentazione magmatica
26
L’eruzione del 1631 e’ stata per questo assunta come evento
di riferimento per l’eruzione massima oggi attesa al Vesuvio.
Lo scenario dell’ “Evento Massimo Atteso a medio termine
(EMA)” e’ il risultato della combinazione di dati di terreno, di
dati storici e di simulazioni numeriche basate su modelli fisici.
200 milioni di metri3
di magma emessi nel corso di una
singola eruzione esplosiva darebbero luogo ad un’eruzione
subpliniana di magnitudo simile a quella del 1631.
27
IL RISVEGLIO DEL VESUVIO: SCENARIO ERUTTIVO
DELL’EVENTO MASSIMO ATTESO A MEDIO TERMINE
fase eruttiva fenomeni durata area
interessata
(km2
)
Apertura
freatomagmatica
- Ripetute esplosioni
- Da moderati a forti terremoti
- Eiezione balistica di blocchi (2-3 km dalla bocca)
- Ricaduta sottovento di cenere (ca.10 km dalla
bocca)
da minuti
ad ore 10-20
Colonna Eruttiva
Sostenuta
- Formazione di una colonna eruttiva alta 12-15 km
- ricaduta di cenere e lapilli (collasso dei solai a 10-30
km dalla bocca)
- Eiezione balistica di blocchi e bombe (3-5 km dalla
bocca)
- Tremore continuo e forte
ore 200-300
Messa in posto di
flussi piroclastici
- Destabilizzazione della colonna - collassi
- Scorrimento di colate e di surges piroclastici
- Possibile collasso strutturale della parte superiore
del cono vesuviano
- Forti terremoti isolati
- frane e debris flows
- moderate onde di tsunami
ore 50
Lento esaurimento
freatomagmatico
- ripetute esplosioni connesse all’interazione magma-
acqua nel condotto
- ricaduta di cenere e fango; uragani di fango
- forti piogge; colate di fango; allagamenti
- terremoti isolati
?
da giorni
a mesi
?
50-100
28
Apertura freatomagmatica
29
Colonna eruttiva sostenuta
Eruzione del
1631
Isopache
(cm)
Fase di
colonna
sostenuta
30
Colate piroclastiche
31
Lento esaurimento
Simulazioni effettuate sui 4 bacini scelti
(spessori massimi con flusso tipo Glenwood 1)
32
BoscorealeTorre del Greco
Portici
Ercolano
S. Sebastiano
Pollena
Sant'Anastasia
Somma Vesuviana
5 km
Napoli
Ottaviano
Terzigno
San Giuseppe V.
Pompei
Torre Annunziata
BoscorealeTorre del Greco
Portici
Ercolano
S. Sebastiano
Pollena
Sant'Anastasia
Somma Vesuviana
5 km
Napoli
Ottaviano
Terzigno
San Giuseppe V.
Pompei
Torre Annunziata
nel 1631
durante gli
eventi subpliniani
durante gli
eventi pliniani
da modelli
fisici
h= 0.3 km
pend. = 16°
h= 1.0 km
pend. = 16° }
estensione massima delle
colate e dei surges piroclastici
limiti della Zona Rossa
(confini amministrativi)
33
Benevento
Caserta
Sorrento
Nola
Eboli
Pozzuoli
Palma C.
0 7.5 km
NAPOLI
Battipaglia
Salerno
Vesuvio
Pompei
Torre d.Gr.
200
400
5 km
300
Avellino
Zona Gialla
collassi attesi dei solai
carico %
collassi
200
kg/m2
400
kg/m2
300
kg/m2
7
19
42
34
La propensione è
stata valutata
utilizzando criteri
morfometrici
(distribuzione delle
pendenze, densità di
drenaggio, rapporto
di rilievo).
Propensione alla formazione di lahars nei bacini
sorgenti ricoperti da piroclastiti sciolte
35
level alert state volcano state Civil Defense main actions
6
ERUPTION
IN PROGRESS
maximum eruption in progress - That part of yellow zone affected by heavy fallout is
evacuated (within Campania region)
0
NO ALERT
low typical background values - none
1
ATTENTION
medium departure from back-ground values of one
monitored indicator
- Population is alerted
2
ATTENTION
high departure from back-ground values of one
monitored indicator sugge-sting a possible
preeruptive state
- Prefecture provides logistic support to the scientific
community
3
PRE-ALARM
very high departure from back-ground values of more than
one monitored indicator suggesting a possible
preeruptive state
- Cabinet declares the State of Emergency
- The Civil Defense model of intervention is activated
4
ALARM
maximum Several indicators are coherent with a preeruptive
state
- Red zone is evacuated (outside Campania region)
5
WAITING
maximum data indicate preeruptive conditions; situation
probably irriversible
- Civil Defense and scientific operators leave the Red Zone
7
AFTER THE
ERUPTION
maximum eruption is over; attention has to be payed to
possible late phenomena (mudflows, gas
emission, ...)
- The State Department of Civil Defense defines modalities
of return of population.
- The State of Emergency is revoked
Table 2 - Scientific alert levels
36
37
38
Campi Flegrei
• I Campi Flegrei sono un campo vulcanico all’interno del quale, negli ultimi
39 ka, sono stati attivi più di settanta centri eruttivi differenti. La depressione
dei Campi Flegrei viene generalmente interpretata come una struttura
calderica. Questa deriva dalla sovrapposizione di due episodi di
sprofondamento (Orsi et al., 1996) connessi con le eruzioni dell’Ignimbrite
Campana (39 ka; De Vivo et al., 2001) e del Tufo Giallo Napoletano (15 ka;
Deino et al., 2003). La caldera Flegrea è la struttura più evidente del Distretto
Vulcanico Flegreo, che comprende, inoltre, la città di Napoli, le isole
vulcaniche di Procida ed Ischia, e la parte nord-occidentale del Golfo di
Napoli. L’attività vulcanica del Distretto Flegreo, è connessa agli eventi
tettonici distensivi che hanno determinato la formazione della depressione,
compresa tra il M. Massico a nord e la penisola sorrentina a sud, che prende
il nome di graben della Piana Campana.
39
40
41
• Storia vulcanica e deformativa
• L’età di inizio del vulcanismo nell’area flegrea non è precisamente noto: sequenze di
lave e piroclastiti di circa 2 milioni di anni di età sono state incontrate in perforazione
tra Villa Literno e Parete (Barbieri et al., 1979; Di Girolamo et al., 1984; Rosi e
Sbrana, 1987); mentre in affioramento i prodotti vulcanici più antichi hanno un’età di
circa 60 ka e sono costituiti principalmente da depositi piroclastici e da resti di duomi
lavici (Alessio et al., 1973; Cassignol e Gillot, 1982; Pappalardo et al., 1999).
L'interpretazione di nuovi dati stratigrafici sia di superficie che provenienti da
perforazioni, anche alla luce di tutti i dati geologici, geomorfologici, petrologici e
geofisici disponibili in letteratura, ha consentito recentemente (Orsi et al., 1996; Di
Vito et al., 1999) una più dettagliata ricostruzione della storia vulcanica e deformativa
della caldera flegrea. La geologia di superficie è stata ricostruita facendo riferimento
ai depositi dell'Ignimbrite Campana (39 ka) e del Tufo Giallo Napoletano (15 ka) che,
in virtù della loro distribuzione areale e continuità laterale, costituiscono utili
orizzonti guida.
42
• Eruzione e collasso calderico
• L'Ignimbrite Campana è il prodotto della maggiore eruzione esplosiva avvenuta
nell'area campana. Durante tale eruzione furono emessi, da un centro ubicato nei
Campi Flegrei, circa 150 km3 di magma di composizione da trachitica a
trachifonolitica, che ricoprirono un'area di circa 30.000 km2.
• Al termine di questa eruzione i due terzi della Campania apparivano ricoperti da una
coltre di tufi spessa fino a 100 m, mentre enormi volumi di cenere vulcanica
rimanevano sospesi nell’atmosfera causando, probabilmente, sconvolgimenti climatici
estesi all’intero pianeta.
• La caldera Flegrea copre un'area di circa 230 km2 e racchiude tutti i centri eruttivi
attivi dopo l'eruzione dell'Ignimbrite Campana. Assumendo uno sprofondamento di
circa 700 m in media, come suggerito dalle perforazioni profonde (AGIP, 1987), il
volume collassato è di circa 160 km3, in buon accordo con il volume stimato di
magma eruttato nel corso dell'eruzione (150 km3).
43
Caldera Ignimbrite Campana
44
45

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il vulcanismo Campano

  • 2. 2 L'origine del vulcanismo campano è strettamente legato alle fasi tettoniche Plio-Pleistoceniche a carattere distensivo che hanno portato allo smembramento del margine occidentale della parte centrale della catena appenninica e alla creazione della depressione della Piana Campana. Infatti durante la formazione della Piana Campana si sono create le condizioni per la formazione e per la risalita dei magmi che hanno alimentato l'attività eruttiva dei vulcani campani. Nella Piana Campana si rinvengono tre aree vulcaniche principali: il vulcano di Roccamonfina, il Distretto Vulcanico Flegreo (che comprende Napoli, i Campi Flegrei e le isole di Ischia e Procida), ed il complesso vulcanico del Somma-Vesuvio. In epoca storica si sono verificate eruzioni ad Ischia, ai Campi Flegrei ed al Vesuvio.
  • 3. 3
  • 4. 4 Vesuvio e pompei ottimo volcano_movie[1].swf Vesuvio.exe
  • 5. 5 • Il Vesuvio, o più propriamente il Somma-Vesuvio, è un vulcano strato di medie dimensioni che raggiunge un’altezza massima di 1.281 m s.l.m. Esso è costituito dal più vecchio vulcano del M. Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando una caldera, e dal più recente vulcano del Vesuvio, cresciuto all’interno di questa caldera. • L’attività vulcanica nell’area del Somma-Vesuvio risale ad almeno 400.000 anni fa, età di alcune lave trovate in perforazioni profonde 1.345 m. • La storia dell'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è iniziata circa 25.000 anni fa con l’accrescimento del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente effusive e subordinatamente esplosive, di bassa energia. Tale attività è durata fino a circa 19.000 anni fa ed ha determinato la formazione dell’apparato vulcanico del Somma il cui probabile profilo è ricostruito in rosso nell'immagine sottostante. La parte settentrionale di questo edificio più antico è ancora ben conservata ed è rappresentata dall'attuale Monte Somma.
  • 6. 6 • Con la prima eruzione pliniana delle Pomici di Base, avvenuta 18.300 anni fa, è cominciato il collasso dell’apparato vulcanico del Somma e la formazione della caldera a seguito dello sprondamento della parte sommitale. Dopo questo evento l’attività vulcanica e le successive fasi di sprofondamento hanno contribuito alla formazione del vulcano più giovane, il Vesuvio. L’attività di questo vulcano, accresciutosi all’interno della caldera del Monte Somma, è stata caratterizzata da una grande variabilità sia del tipo di eruzioni che della composizione chimica dei magmi emessi. • La variabilità del comportamento eruttivo del Vesuvio è riconducibile, in prima approssimazione, all'alternanza tra periodi a condotto aperto, e lunghi periodi a condotto ostruito, con assenza di attività, seguiti da grandi eruzioni pliniane o subpliniane. I periodi a condotto aperto sono caratterizzati da attività stromboliana persistente, frequenti effusioni laviche e sporadiche, ma più devastanti, eruzioni miste sia effusive che esplosive.
  • 7. 7
  • 8. 8
  • 9. 9 Eruzione del 79 d.C. • Il 24 agosto dell’anno 79 d.C. il Vesuvio rientrò in attività dopo un periodo di stasi durato circa otto secoli, causando la distruzione delle città romane di Pompei, Ercolano e Stabia. • Veduta attuale del Vesuvio dagli scavi di Pompei. • L'eruzione è stata studiata da molti autori (Lirer et al., 1973; Sigurdsson et al., 1985; Barberi et al., 1989; Cioni et al., 1999; Gurioli et al., 2002). L'eruzione fu caratterizzata da tre fasi eruttive principali: • 1) fase di apertura freatomagmatica; • 2) fase principale pliniana; • 3) fase freatomagmatica, nel corso della quale si ebbe la formazione della caldera.
  • 10. 10 • La successione stratigrafica dei depositi dell'eruzione del 79 d.C. può essere suddivisa in 8 differenti unità eruttive, caratterizzate da differenti distribuzioni areali
  • 11. 11
  • 12. 12 • Distribuzione areale dei depositi da caduta (in azzurro) e dei depositi da flusso piroclastico (in rosso) dell'eruzione del 79 d.C.
  • 13. 13 • Sequenza di depositi dell'eruzione del 79 d.C. in una cava a Terzigno
  • 14. 14•2 Storia eruttiva tra 30.000 (?) e 20.000 anni: Formazione del M.Somma Tra ca.18.000 e 2024 anni fa: 4 grandi eruzioni piniane Pomici di Pompei alternate a una dozzina di eruzioni esplosive medie o piccole Tra il 79 e il 1944: Crescita del Vesuvio attuale attività persistente a condotto aperto interrotta da periodi di stasi conclusi da eruzioni esplosive. tra il 1631 e il 1944 tra il X e il XII (?) tra il V e l’VIII tra il I e il III secolo
  • 15. 15 periodi di riposo a condotto ostruito chiusi da eruzioni esplosive di magnitudo variabile La storia del Vesuvio è caratterizzata dall’alternanza irregolare tra periodi di attività persistente a condotto aperto e
  • 16. 16 ….lo stile eruttivo varia da tranquillamente effusivo a Stromboliano Violento, a esplosivo freatomagmatico •Fase stromboliana violenta del 1822 Fase freatomagmatica finale del 1906 •Colate di lava del 1760 Quando il condotto è aperto….
  • 17. 17 Quando il condotto è aperto…. March1944 April1906 August1682 April1694 May1698 July1707 May1737 December1760 October 1767 July1779 June1794 October1822 August1834 January1839 February1850 December1861 December1868 April1872 2000 1980 1960 1940 1800 1820 1840 1860 1880 1900 1920 1780 1680 1700 1720 1740 1760 1640 1660 "final" eruption(emptying) "infraperiod" eruption(overflowing) persistentstrombolianactivity quiescent LEGEND quiescent si individuano “cicli” di attività 62605856545250484644424040 0 3 6 9 12 15 18 Na2O+K2Owt% 1637-1944 activity 1906 eruption SiO2 wt% 1944 eruption composizione dei prodotti = K-tefrite - Kfonotefrite volumi di magma emesso = 0.01-0.1 km3
  • 18. 18 ….sono esplosive, polifasate, in genere caratterizzate da una fase pliniana principale e fasi iniziali e finali a carattere freatomagmatico Le eruzioni che segnano a riapertura del condotto dopo periodi di riposo di lunghezza variabile…. Pinatubo 12 Giugno 1991 ore 8.51 Vesuvio, 1631
  • 19. 19 10 2 10 3 10 4 10 5 10 6 10 7 10 8 10 9 hours MagmaDischargeRate(kg/s) white pumice fall grey pumice fall & flows phase 2 Plinian phase 3 Geothermo- magmatic phase 4 Wet phreatomagm. phase 1 Phreatmagm. opening dry surges & flows wet ash fall & flowss 2 41 81 20 6241812 August 24 August 25 unknown timing & MDR ? ? ? ? ? ?column total collapsecolumn total collapse? ash fall column partial collapses EU 3fl caldera collapse VARIATION WITH TIME OF MAGMA DISCHARGE RATE DURING AD 79 "POMPEI" ERUPTION
  • 20. 20 volumi emessi = 0.2-0.5 fino a >3*109 m3 Pliniane Avellino P. Campania Nola Pompei Somma V. Ottaviano Vesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Sorrento Salerno Battipaglia Nocera Inf. 10 100 0 5 10 15 km N 5 km T. del Greco BASAL PUMICE, CA.18,000 BP Avellino P. Campania Nola T. del Greco Pompei Ottaviano Vesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Sorrento Salerno Battipaglia Nocera Inf. Somma V. 10 100 5 km MERCATO PUMICE, CA. 8,000 BP Avellino P. Campania Nola T. del Greco Pompei Ottaviano Vesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Salerno Battipaglia Nocera Inf. Sorrento Somma V. 10 100 5 km AVELLINO PUMICE, CA.3,500 BP AvellinoP. Campania Nola Pompei Somma V. Ottaviano Vesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Sorrento Salerno Battipaglia Nocera Inf. 10 0 5 10 15 km N 5 km T. del Greco AP2 , CA. 3,000BP 100 AvellinoP. Campania Nola Pompei Somma V. OttavianoVesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Sorrento Salerno Battipaglia Nocera Inf. 10 0 5 10 15 km N 5 km T. del Greco AP3 , CA. 3,000BP AvellinoP. Campania Nola Pompei Somma V. Ottaviano Vesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Sorrento Salerno Battipaglia Nocera Inf. 10 0 5 10 15 km N 5 km T. del Greco AD 472 POLLENA PUMICE 100 AvellinoP. Campania Nola Pompei Somma V. Ottaviano Vesuvius Caserta Sarno C. di Stabia Sorrento Salerno Battipaglia Nocera Inf. 10 0 5 10 15 km N 5 km T. del Greco AD 1631 100 Subpliniane
  • 21. 21 Evouzione geomorfologica 4 collassi principali durante le 4 eruzioni pliniane Collassi calderici segnano lo svuotamento di grandi camere magmatiche superficiali
  • 22. 22 nelle eruzioni che segnano la riapertura del condotto dopo periodi di riposo di lunghezza variabile…… Composizioni: da Ktefrifonolite a Kfonolite, da latite a Ktrachite 62605856545250484644424040 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 AP eruptions Pompeii Pumice Basal Pumice Mercato Pumice Avellino Pumice 472 Pollena eruption 1631 eruption SiO2 Na2O+K2O •I depositi pliniani tendono ad avere composizioni a due falde •I depositi subpliniani mostrano variazioni continue I depositi di tutte le eruzioni sono caratterizzati da significativi gradienti composizionali
  • 23. 23 Il Sistema Magmatico Il vulcano è alimentato periodicamente da masse discrete (valutate ciascuna a 5-10 milioni di m3 ) di magma di provenienza profonda Queste “infornate” di magma fresco entrano in camere magmatiche piu’ o meno superficiali, piu’ o meno grandi. Quando il condotto e’ aperto e la camera e’ piena, ogni nuovo arrivo innesca un’eruzione (che potremmo definire “di trabocco”). Quando il condotto e’ ostruito, la camera continua a crescere fino al verificarsi di un’eruzione (in genere violentemente esplosiva). SiO2 peso% 3 6 9 12 15 18 1050° 1150° 1000° 900° 1100° 6260585654525048464442 fonolite tepfrifonolite fonotefrite tefrite
  • 24. 24 cumuliti femiche magma molto cristallizzato alone termo- metamorfico e idrotermalizzato rocce incassanti 800 900 1000 1100 tefrite tefrite fonol. fonol.tefritica fonolite 1200 T°C tempo di crescita rifornimento periodico di magma fresco 1'-0"1000 m 1) iniziale - camere ad alto rapporto d’aspetto; fusi magmatici mafici arricchiti in cristali nelle porzioni inferiori della camera. V<0.3 km3 ; età < 100 anni iniziale giovane stratificata 2) giovane - camere a medio rapporto d’aspetto; graduale gradazione chimica da fusi poco o mediamente evoluti a magmi salici. V=0.3-1.0 km3 ; età= 50-500 anni matura stratificata convettiva interfaccia diffusiva 3) matura - camere ad alto rapporto d’aspetto; stratificazione a due falde con ripido gradiente termico e composizionale tra la porzione inferiore, convettiva, mediamente evoluta e quella superiore, salica, staticamente stratificata. V>1.0 km3 ; età > 200 anni Le camere magmatiche del Vesuvio evolvono da prolate a subsferiche cambiando i tipo di stratificazione composizionale in funzione del volume (e dell’età)
  • 25. 25 20001500100050005001000150020002500 0 5000 10000 15000 20000 anno 79 d.C. "POMPEI" Pliniana 472 d.C."POLLENA" subpliniana 1631 subpliniana 1350 a.C "AVELLINO" Pliniana a.C d.C. frequenti eruzioni effusive e stromboliane in condizioni di condotto aperto volumecumulativo(x1000m3) Negli ultimi 3-4000 anni il volume cumulativo di magma emesso dal Vesuvio e’ variato con il tempo in modo abbastanza lineare (i dati sono comunque largamente speculativi), indicando lo stato sostanzialmente stazionario del vulcano (per lo meno a livello di alimentazione). Il volume di magma entrato nel sistema vesuviano dopo il 1944 e’ stimato nell’ordine dei 200 milioni di m3 . Alimentazione magmatica
  • 26. 26 L’eruzione del 1631 e’ stata per questo assunta come evento di riferimento per l’eruzione massima oggi attesa al Vesuvio. Lo scenario dell’ “Evento Massimo Atteso a medio termine (EMA)” e’ il risultato della combinazione di dati di terreno, di dati storici e di simulazioni numeriche basate su modelli fisici. 200 milioni di metri3 di magma emessi nel corso di una singola eruzione esplosiva darebbero luogo ad un’eruzione subpliniana di magnitudo simile a quella del 1631.
  • 27. 27 IL RISVEGLIO DEL VESUVIO: SCENARIO ERUTTIVO DELL’EVENTO MASSIMO ATTESO A MEDIO TERMINE fase eruttiva fenomeni durata area interessata (km2 ) Apertura freatomagmatica - Ripetute esplosioni - Da moderati a forti terremoti - Eiezione balistica di blocchi (2-3 km dalla bocca) - Ricaduta sottovento di cenere (ca.10 km dalla bocca) da minuti ad ore 10-20 Colonna Eruttiva Sostenuta - Formazione di una colonna eruttiva alta 12-15 km - ricaduta di cenere e lapilli (collasso dei solai a 10-30 km dalla bocca) - Eiezione balistica di blocchi e bombe (3-5 km dalla bocca) - Tremore continuo e forte ore 200-300 Messa in posto di flussi piroclastici - Destabilizzazione della colonna - collassi - Scorrimento di colate e di surges piroclastici - Possibile collasso strutturale della parte superiore del cono vesuviano - Forti terremoti isolati - frane e debris flows - moderate onde di tsunami ore 50 Lento esaurimento freatomagmatico - ripetute esplosioni connesse all’interazione magma- acqua nel condotto - ricaduta di cenere e fango; uragani di fango - forti piogge; colate di fango; allagamenti - terremoti isolati ? da giorni a mesi ? 50-100
  • 29. 29 Colonna eruttiva sostenuta Eruzione del 1631 Isopache (cm) Fase di colonna sostenuta
  • 31. 31 Lento esaurimento Simulazioni effettuate sui 4 bacini scelti (spessori massimi con flusso tipo Glenwood 1)
  • 32. 32 BoscorealeTorre del Greco Portici Ercolano S. Sebastiano Pollena Sant'Anastasia Somma Vesuviana 5 km Napoli Ottaviano Terzigno San Giuseppe V. Pompei Torre Annunziata BoscorealeTorre del Greco Portici Ercolano S. Sebastiano Pollena Sant'Anastasia Somma Vesuviana 5 km Napoli Ottaviano Terzigno San Giuseppe V. Pompei Torre Annunziata nel 1631 durante gli eventi subpliniani durante gli eventi pliniani da modelli fisici h= 0.3 km pend. = 16° h= 1.0 km pend. = 16° } estensione massima delle colate e dei surges piroclastici limiti della Zona Rossa (confini amministrativi)
  • 33. 33 Benevento Caserta Sorrento Nola Eboli Pozzuoli Palma C. 0 7.5 km NAPOLI Battipaglia Salerno Vesuvio Pompei Torre d.Gr. 200 400 5 km 300 Avellino Zona Gialla collassi attesi dei solai carico % collassi 200 kg/m2 400 kg/m2 300 kg/m2 7 19 42
  • 34. 34 La propensione è stata valutata utilizzando criteri morfometrici (distribuzione delle pendenze, densità di drenaggio, rapporto di rilievo). Propensione alla formazione di lahars nei bacini sorgenti ricoperti da piroclastiti sciolte
  • 35. 35 level alert state volcano state Civil Defense main actions 6 ERUPTION IN PROGRESS maximum eruption in progress - That part of yellow zone affected by heavy fallout is evacuated (within Campania region) 0 NO ALERT low typical background values - none 1 ATTENTION medium departure from back-ground values of one monitored indicator - Population is alerted 2 ATTENTION high departure from back-ground values of one monitored indicator sugge-sting a possible preeruptive state - Prefecture provides logistic support to the scientific community 3 PRE-ALARM very high departure from back-ground values of more than one monitored indicator suggesting a possible preeruptive state - Cabinet declares the State of Emergency - The Civil Defense model of intervention is activated 4 ALARM maximum Several indicators are coherent with a preeruptive state - Red zone is evacuated (outside Campania region) 5 WAITING maximum data indicate preeruptive conditions; situation probably irriversible - Civil Defense and scientific operators leave the Red Zone 7 AFTER THE ERUPTION maximum eruption is over; attention has to be payed to possible late phenomena (mudflows, gas emission, ...) - The State Department of Civil Defense defines modalities of return of population. - The State of Emergency is revoked Table 2 - Scientific alert levels
  • 36. 36
  • 37. 37
  • 38. 38 Campi Flegrei • I Campi Flegrei sono un campo vulcanico all’interno del quale, negli ultimi 39 ka, sono stati attivi più di settanta centri eruttivi differenti. La depressione dei Campi Flegrei viene generalmente interpretata come una struttura calderica. Questa deriva dalla sovrapposizione di due episodi di sprofondamento (Orsi et al., 1996) connessi con le eruzioni dell’Ignimbrite Campana (39 ka; De Vivo et al., 2001) e del Tufo Giallo Napoletano (15 ka; Deino et al., 2003). La caldera Flegrea è la struttura più evidente del Distretto Vulcanico Flegreo, che comprende, inoltre, la città di Napoli, le isole vulcaniche di Procida ed Ischia, e la parte nord-occidentale del Golfo di Napoli. L’attività vulcanica del Distretto Flegreo, è connessa agli eventi tettonici distensivi che hanno determinato la formazione della depressione, compresa tra il M. Massico a nord e la penisola sorrentina a sud, che prende il nome di graben della Piana Campana.
  • 39. 39
  • 40. 40
  • 41. 41 • Storia vulcanica e deformativa • L’età di inizio del vulcanismo nell’area flegrea non è precisamente noto: sequenze di lave e piroclastiti di circa 2 milioni di anni di età sono state incontrate in perforazione tra Villa Literno e Parete (Barbieri et al., 1979; Di Girolamo et al., 1984; Rosi e Sbrana, 1987); mentre in affioramento i prodotti vulcanici più antichi hanno un’età di circa 60 ka e sono costituiti principalmente da depositi piroclastici e da resti di duomi lavici (Alessio et al., 1973; Cassignol e Gillot, 1982; Pappalardo et al., 1999). L'interpretazione di nuovi dati stratigrafici sia di superficie che provenienti da perforazioni, anche alla luce di tutti i dati geologici, geomorfologici, petrologici e geofisici disponibili in letteratura, ha consentito recentemente (Orsi et al., 1996; Di Vito et al., 1999) una più dettagliata ricostruzione della storia vulcanica e deformativa della caldera flegrea. La geologia di superficie è stata ricostruita facendo riferimento ai depositi dell'Ignimbrite Campana (39 ka) e del Tufo Giallo Napoletano (15 ka) che, in virtù della loro distribuzione areale e continuità laterale, costituiscono utili orizzonti guida.
  • 42. 42 • Eruzione e collasso calderico • L'Ignimbrite Campana è il prodotto della maggiore eruzione esplosiva avvenuta nell'area campana. Durante tale eruzione furono emessi, da un centro ubicato nei Campi Flegrei, circa 150 km3 di magma di composizione da trachitica a trachifonolitica, che ricoprirono un'area di circa 30.000 km2. • Al termine di questa eruzione i due terzi della Campania apparivano ricoperti da una coltre di tufi spessa fino a 100 m, mentre enormi volumi di cenere vulcanica rimanevano sospesi nell’atmosfera causando, probabilmente, sconvolgimenti climatici estesi all’intero pianeta. • La caldera Flegrea copre un'area di circa 230 km2 e racchiude tutti i centri eruttivi attivi dopo l'eruzione dell'Ignimbrite Campana. Assumendo uno sprofondamento di circa 700 m in media, come suggerito dalle perforazioni profonde (AGIP, 1987), il volume collassato è di circa 160 km3, in buon accordo con il volume stimato di magma eruttato nel corso dell'eruzione (150 km3).
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