1. LA VITA DELLA TERRA
TERREMOTI E VULCANI
by Oreste Palma
2. COSA SONO I TERREMOTI?
I Terremoti sono vibrazioni o
oscillazioni improvvise, rapide e
più o meno potenti, della crosta
terrestre, provocate dallo
spostamento improvviso di una
massa rocciosa (faglia) nel
sottosuolo.
Il punto in cui ha origine il
terremoto è l’Ipocentro mentre il
punto sulla superficie terrestre che
si trova sulla verticale dell’
Ipocentro viene chiamata
Epicentro.
3.
4. Dove possono avvenire i Terremoti?
In alcuni casi un Terremoto si
sviluppa a causa di una
spaccatura nella roccia chiamata
FAGLIA. L’Italia è uno dei paesi
più esposti a rischio sismico
appunto, perché si trova nella
zona di incontro tra la placca
Euroasiatica e quella Africana, in
corrispondenza agli Appennini.
Un’altra Faglia molto conosciuta
è la faglia di Sant’Andreas che
si estende per 1300 km
attraverso la California, tra la
Placca Nordamericana e la
Placca Pacifica, conosciuta
appunto per i devastanti
terremoti avuti sede nelle sue
vicinanze.
5. Il Terremoto del 1980
In corrispondenza agli Appennini c’è
l’incontro fra la placca Euroasiatica e
quella Africana. Purtroppo, questa zona, è
sede di devastanti terremoti. Ne abbiamo
come esempio il terremoto del 23
Novembre 1980, uno dei più devastanti. La
scossa più intensa registrò il 6,5° grado
della Scala Richter e X grado della scala
Mercalli. L’epicentro fu nel distretto
sismico dell’Irpinia, precisamente nei
comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e
Conza della Campania e ipocentro a 30km
di profondità. Colpì la Campania centrale e
la Basilicata centro-settentrionale. Rase
al suolo la zona che si estendeva
dall'Irpinia al Vulture. causò circa
280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914
morti. Nel dopo-sisma fecero parte anche
Gli Aiuti Internazionali con rifornimenti e
aiuti militari e sanitari. Dopo il terremoto
ci fu una articolo di legge dove si
obbligava a costruire case con norme
antisismiche.
6. Come si registrano i Terremoti?
Per sapere l’intensità di un terremoto
c’è bisogno di uno strumento unico e
fondamentale ma di semplice utilizzo,
il sismografo. Il principio
fondamentale del sismografo consiste
nell’oscillazione di un peso sotto
tensione con cui, tramite una penna,
trascrive su un rullo di carta
millimetrata le scosse sotto forma si
onde. Oppure, i sismografi di nuova
generazione, tramite degli appositi
sensori elettrici posti in vari punti nel
sottosuolo.
7. La Scala Richter e la Scala Mercalli
Avendo come strumento di
misurazione dell’intensità del
terremoto il sismografo ora
dobbiamo saper leggerei vari dati
riportati sul rullo di carta
millimetrata.
La scala Richter o Magnitudo locale (
ML ), nome dallo scienziato
americano che la propose nel 1935, è
concepita in modo da indicare
precisamente l’intensità di un
terremoto.
La scala Mercalli, nome dallo
scienziato italiano che la inventò alla
fine dell’Ottocento, invece non
indica la precisa intensità del sisma
ma si basa sul fattore di danno
provocato dal sisma. Per esempio, se
ci troviamo in una zona densamente
abitata il grado della scala Mercalli
sarà più alto rispetto a un sisma in
una zono poco abitata. In pratica
calcola il danno dovuto dal sisma.
8. Le Carte del Rischio Sismico
Nel corso degli anni si sono raccolti
una moltitudine di dati riguardanti i
terremoti, la zona dove colpiscono e
la loro intensità riuscendo così a
disegnare varie mappe chiamate
mappe del Rischio Sismico. Grazie a
queste mappe oggi sappiamo che
l’Italia è un paese a elevato rischio
sismico e che il Giappone è un paese
altrettanto ad altissimo rischio
sismico, in modo che le autorità della
protezione civile riescano a creare
vari piani di fuga, riescono ad
addestrare, fin da piccoli, la
popolazione in caso di un forte sisma
limitando così i danni di morti. Il
Giappone è uno dei paesi con la
maggior parte di edifici sono
antisismici.
9.
10. Gli Edifici Antisismici
Dopo il terremoto del 1980 in Italia si
fece una riforma di legge, dice che tutti
gli edifici costruiti dopo l’anno 1980
devono per legge adeguarsi alle normative
per la costruzione di edifici antisismici.
Facendo fondamenta più solide,
utilizzando materiali come il calcestruzzo
precompresso armato (che da test risulta
il materiale che regge di più le vibrazioni
di un terremoto), la barre devono essere
di acciaio inossidabile al carbonio con un
minimo di 5mm di diametro.
12. I VULCANI
COSA SONO I VULCANI?
I vulcani sono spaccature della crosta terrestre da cui fuoriescono materiali allo stato liquido, solido e
gassoso. La fuoriuscita di questi materiali dipende esclusivamente dai movimenti che avvengono sotto
la superficie terrestre: in pratica quando una zolla (detta anche placca, è l'elemento base che
costituisce la crosta terrestre) si scontra con un'altra zolla, crea del magma, che tenderà a salire.
Un vulcano è costituito da
-Magma: la roccia fusa composta in massima parte da una fase liquida, da ossidi di silicio, alluminio,
ferro, calcio, magnesio, potassio, sodio e titanio, minerali e da gas disciolti tra cui troviamo acqua,
anidride carbonica, acido fluoridrico, acido cloridrico, idrogeno solforato. La sua temperatura si aggira
intorno agli 800 °C. Quando il magma ha perso la maggior parte del suo contenuto gassoso viene detto
lava.
-Serbatoio magmatico: una cavità della crosta terrestre in cui si raccoglie il magma.
-Condotto principale: la fessura più grande della crosta dalla quale risale il magma.
-Condotti secondari: fessure più piccole, spesso sulle pareti laterali del vulcano, dalle quali fuoriesce il
magma.
-Cratere camino: l'apertura più grande, alla sommità di un vulcano.
-Cratere avventizio: una delle varie aperture laterali, più piccole, lungo i fianchi del vulcano, da cui
fuoriesce lava.
-Edificio vulcanico: l'intero vulcano
13.
14. NAPOLI: VESUVIO, CAMPI FLEGREI E POZZUOLI
Vesuvio e Campi Flegrei, unico bacino magmatico a doppio rischio
Ci sarebbe un'unica, estesa, camera magmatica a 8-10 chilometri di
profondità nel Distretto vulcanico napoletano. Un bacino comune alla
caldera dei Campi Flegrei e al Vesuvio, colmo di magma, che potrebbe
fuoriuscire in qualsiasi momento e risalire in tempi brevi verso la
superficie.
L'ultima eruzione della grande caldera risale al 1538 e sarebbe trascorso
abbastanza tempo perché si possa assistere a una nuova eruzione
esplosiva: durante il periodo di quiescenza il contenuto del gas sarebbe
aumentato, creando le condizioni ideali per una possibile eruzione. Nel
caso dovesse verificarsi, "il processo di risalita del magma sarebbe molto
veloce, impiegherebbe pochi giorni«Cosa che, in assenza di un piano di
emergenza riguardante i Campi Flegrei, potrebbe provocare dei disastri
non solo a livello locale, ma estesi a tutta l'area campana". L'innesco delle
eruzioni è imputabile alla presenza di acqua - o meglio di vapore acqueo -
nei magmi presenti sotto ai Campi Flegrei, in grado di generare,
attraverso la spinta del gas, condizioni di sovrappressione della camera
magmatica, che potrebbero portare alla rottura della parete rocciosa e
quindi causare l'eruzione.