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Psicologia delle comunicazioni sociali




 La comunicazione pubblicitaria
La comunicazione pubblicitaria
La pubblicità



"La pubblicità consiste di qualsiasi forma di presentazione o
promozione impersonale di idee, beni o servizi da parte di un
promotore ben identificato, effettuata a titolo oneroso" (Philip
Kotler, Walter G. Scott).
Spesso si identifica nel conseguimento di vendite dirette. Altre
volte è utilizzata per attirare i consumatori presso i luoghi
fisici in cui il prodotto può essere acquistato. Altre volte,
infine, persegue l’obiettivo di creare una immagine aziendale.
La comunicazione pubblicitaria
La pubblicità




   “E’ una pratica sociale volta all’esibizione di contenuti
  simbolici, con funzioni di persuasione e socializzazione,
 solitamente realizzata nel contesto di un più vasto scambio
          di stampo economico e/o comunicativo”


         A.Abruzzese, F.Colombo, Dizionario della pubblicità, Zanichelli, 1994
La comunicazione pubblicitaria
Istanze della comunicazione pubblicitaria

  Per un dato prodotto possono valere, anche dal punto di vista
  temporale, tre differenti istanze pubblicitarie:
    • di riconoscimento ed accettazione: cruciale per i nuovi prodotti,
        impone che i potenziali acquirenti possano conoscere il prodotto
        e le sue caratteristiche più salienti superando la resistenza al
        nuovo e la modificazione dei comportamenti precedenti.
    •	

di supremazia competitiva; riguarda prodotti ormai noti che si
        contendono una stessa fetta di mercato
    •	

di conservazione dell’immagine e di rinforzo mnestico al fine di
        rinnovare il tacito contratto di disponibilità con i consumatori
        fidelizzati
La comunicazione pubblicitaria
  La dinamica degli atteggiamenti dei consumatori


                  B       Personalità ed      Credenze ed
                            autostima        atteggiamenti
A Mass media
                      C                    D Credenze sul    E
    Opinion                                  prodotto e la
                           Percezione                            Atteggiamento
    leaders                                     marca
                               delle
   Gruppi di                                                     generale verso
                          informazioni       Valenza delle
 appartenenza             sul prodotto e     credenze sul
                                                                 il prodotto e la
 e riferimento              la marca                                  marca
                                             prodotto e la
  Esperienza                                    marca
    diretta

                          Struttura dei       Sistema dei
                             bisogni             valori
Il modello AIDA
Risale al 1898, ed è l’acronimo di quattro parole che richiamano le quattro fasi
                     attraverso le quali un acquirente passa.



                         Azione

                             Desiderio

                                  Interesse

                                       Attenzione             E. St. Elmo Lewis (1872-1948)
La comunicazione pubblicitaria
Il modello AIDA


 •	

 L’Attenzione per le informazioni che soddisfano le proprie
      esigenze (Stadio conoscitivo);
 •	

 L’Interesse (Stadio affettivo);
 •	

 Il Desiderio di possedere quel determinato bene/servizio
      (Stadio affettivo);
 •	

 L’Azione quando il desiderio diventa un vero e proprio
      bisogno (Stadio dell’azione).


     Successivamente è stato aggiunto il livello della "soddisfazione".
gli elementi della Gerarchia degli
                Effetti e le relative variabili

              •Cognition: variables of this element include attention, awareness,
               comprehension, and learning (think)
              •Affect: variables comprise of interest, evaluation, attitude, feeling,
               conviction, and yielding (feel)
              •Conation: variables include intention, behavior, and action (do)




Palda, Kristian (1966) ʻThe Hypothesis of a Hierarchy of Effects: A Partial Evaluationʼ , Journal of Advertising Research 3 (February): 13–24
La comunicazione pubblicitaria
Il modello della gerarchia degli effetti

   •La Consapevolezza dell’esistenza di un determinato prodotto
   quantomeno a livello di nome del bene e/o servizio.
   •La Conoscenza delle caratteristiche distintive del prodotto
   offerto, in termini di immagine e notorietà.
   •Il Gradimento è la risposta affettiva ai benefits conseguenti
   all’adozione del prodotto e al suo uso.
   •La Preferenza significa il gradimento del proprio pubblico di
   riferimento in termini di qualità, valore, prestazioni e su altre
   caratteristiche del bene (design, stile, colori, packaging, etc.).
   •La Convinzione di acquistare il prodotto.
   •L’Acquisto.
La comunicazione pubblicitaria
 Il modello di Vaughn

R. Vaughn (1980), riconduce il
coinvolgimento a caratteristiche
oggettive del prodotto quali il costo e
la sua innovatività ma anche a riflessi
soggettivi quali il grado di
esposizione al rischio e il livello di
autostima richiamati.
La dimensione razionalità/
emozionalità riflette il modo di
comunicare il prodotto, in termini
logici e linguistici ovvero in termini
di sensazioni ed iconicità.
La comunicazione pubblicitaria
Il modello di Vaughn
•Vaughn (1980) offered a practical framework that organized the hierarchy of effects model and
    its variations in terms of involvement and left/right brain specialization. The model - identified
    as the FCB Grid - also helped to structure and to condense "almost three decades of
    consumer behavior theory" (Vaughn, 1984, p. 62).
•   The FCB Grid (please refer to the grid's illustration):
•   Quadrant 1 - INFORMATIVE: The learning hierarchy. The sequence "learn-feel-do" is the same
    as the traditional "cognition-affect-conation." The author maintains that quadrant 1 is reserved
    for highly involving products/services linked with economic considerations (1986, p. 57).
•   Quadrant 2 - AFFECTIVE: Even though the sequence here is not a part of Ray's "three order
    hierarchy", quadrant 2 illustrates "feeling purchases" which is an important element of
    Vaughn's communication model. Self-esteem related products, such as cosmetics and
    clothing, play a huge role in this quadrant (1986).
•   Quadrant 3 - HABITUAL: The low involvement hierarchy. The sequence "do-learn-feel" is the
    same as "conation-cognition-affect." Vaughn reserves this quadrant to low thinking and
    involvement products such as household cleaners and gasoline (1986, p. 57).
•   Quadrant 4 - SATISFACTION: Ray (1973) named this sequence the dissonance attribution
    hierarchy. The sequence "do-feel-learn" is the same as the "conation-affect-cognition" of Ray's
    hierarchy. The satisfaction quadrant entails low involvement products of personal taste, what
    Vaughn calls "life's little pleasures". Products such as beer, cigarettes, and candy belong to
    this quadrant (1986, p.58).

    Vaughn, Richard. 1980. How advertising works: A planning model. Journal of Advertising Research. 20(5): 27-33.
La comunicazione pubblicitaria
Otto bisogni segreti


  Per Vance Packard (1958), la comunicazione pubblicitaria
  consegue la sua efficacia perché è capace di far leva su otto
  bisogni a cui le persone non possono rinunciare:
    •	

 Sicurezza emotiva
    •	

 Stima e considerazione
    •	

 Esigenze dell’ego
    •	

 Impulsi creativi
    •	

 Speculazione sull’affetto
    •	

 Senso di potenza
    •	

 Legami familiari
    •	

 Bisogno di immortalità
La comunicazione pubblicitaria
Comportamento informativo e comportamento d’acquisto

        Fonti                          Prodotto stesso                                           Marketing



      Contatto               Uso                           Altrui uso             Pubblicità                 Distribuzione
                           personale

     Mediatori               Noi                         Opinion leaders         Testimonials                  Venditori



Tipologia contatto        Esperienza                       Esperienza             Esperienza                 Dichiarazioni
                            diretta                         indiretta               ideale                    di vendita



 Esito conoscitivo                           Impressioni, assunti, conoscenze, immagini, atteggiamenti


Fattori di ricettività                                      Bisogni, motivazioni, contesti



  Comportamenti             Rifiuto                       Esitazione                   Acquisto                Proselitismo
La comunicazione pubblicitaria

dalla réclame alla metapubblicità
 Per Vanni Codeluppi (1996) l’evoluzione della
 pubblicità può essere così delineata:

• fine ‘800 - prima metà del ‘900: réclame con funzione di
  denominazione ed identificazione
• anni ‘50 - anni ‘80 - pubblicità di prodotto con funzione di
  valorizzazione del benefit di prodotto; in subordine: valorizzazione
  della marca
• anni ‘80 - metapubblicità: primato del plusvalore di tipo simbolico
  e comunicativo della marca


                                                             15
La comunicazione pubblicitaria
Forme e generi della comunicazione pubblicitaria


  In relazione alla molteplicità e varietà di prodotti che devono
  essere promossi, la stessa comunicazione pubblicitaria evidenzia
  varietà di canoni espressivi per quel che attiene sia alla forma
  esteriore e all’organizzazione concettuale del messaggio
  pubblicitario sia all’approccio narrativo complessivamente
  inteso. Così come avviene per la letteratura, il cinema e la
  televisione, si possono riconoscere dei veri e propri generi che
  caratterizzano peculiarmente e canonicamente le strategie di
  pubblicizzazione dei prodotti anche in relazione alla loro
  collocazione merceologica.
La comunicazione pubblicitaria
Forme e generi della comunicazione pubblicitaria

 Nella pubblicità su rotocalco
 così come nella pubblicità
 televisiva si colgono - anche
 intuitivamente - evidenti
 differenze di format e genere
La comunicazione pubblicitaria
Fattori, forme e generi della comunicazione pubblicitaria

 Le diverse forme e generi della comunicazione pubblicitaria
 sono identificati dal fattore strategico - narrativo ed espressivo -
 su cui si incentra la costruzione del messaggio stesso.
 E’ a questi fattori che si attribuisce il potere di pre-persuasione
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del simbolo


      La comunicazione ricorre ad un
      oggetto o personaggio simbolico
      ovvero caricato di significato
      espressivo sino a costituire l’alter
      ego del marchio. Talvolta è il
      marchio stesso ad identificarsi
      con o ad essere costruito sul
      principio del potere del simbolo.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del simbolo



    Si possono riconoscere
     straordinari esempi di
   cannibalismo simbolico
  che portano a identificare
     un colore attraverso la
   marca (il rosso ferrari) e
  la marca attraverso il suo
        simbolo (la casa del
       cavallino rampante).
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della musica

  Il format jingle consiste in un richiamo
      essenzialmente affidato alla musica.
  Questo genere, particolarmente in voga
negli anni pionieristici, appare oggi poco
 compatibile con la tendenza al consumo
          rapido di generi musicali sicchè,
       piuttosto che imporre propri motivi
         musicali, in pubblicità si tende ad
  adottare, importandoli, motivi musicali
             di successo in grado di essere
     favorevolmente associati al prodotto.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della musica
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della musica
Come quello che i tormentoni riprodotti dalla corteccia
uditiva del cervello (senza coinvolgimento alcuno
dell'apparato auricolare) possono durare più a lungo
rispetto alla capacità della nostra memoria uditiva, che
consiste nel saper ripetere (questa volta in maniera
consapevole e controllata) un brano appena ascoltato.
"Probabilmente - spiegano i due psicologi - i tormentoni
scattano riattivando dei meccanismi della memoria a
lungo termine e non semplicemente facendo ricorso alla
memoria uditiva". Che ricade invece fra i sistemi di
memorizzazione a breve termine.

Questa spiegazione concorda anche con un'altra
osservazione degli psicologi di Reading, secondo cui non
basta che il motivetto sia accattivante e ben congegnato.
Affinché diventi un "baco" deve essere anche molto
familiare. E così, fra gli adulti intervistati nel parco e nella
stazione della città inglese, non è mancato chi abbia citato
filastrocche per bambini o canzoni di Natale fra i
                              24
tormentoni ripescati da chissà quale anfratto dell'iPod del
nostro cervello.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del colore


Le variazioni cromatiche dipendono dal target
a cui ci si rivolge e dal tipo di impostazione
che si vuole dare al messaggio.
I colori caldi e vivaci in genere sono adatti per
bambini e famiglie, arrivano all’emisfero
destro e richiamano i sentimenti; i colori
freddi arrivano a quello sinistro predisposto
per l’analisi razionale.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del lettering
                                PESANTEZZA
Le scelte stilistiche,      leggerezza
peculiarmente di
competenza del grafico
anche per quel che
                            follia
attiene al lettering,
contribuiscono alla              decisione
costruzione di un
contesto espressivo ed
                                    stile
emozionale.                      spontaneità
La comunicazione pubblicitaria
Il potere dell’umore


Il format umoristico si
traduce in spot che mirano a
suscitare un’attenzione
benevola per effetto di frasi
umoristiche, situazioni
divertenti e personaggi
buffi. Si tratta di spot che
hanno una forte presa sul
pubblico infantile ma che si
impongono anche presso gli
spettatori adulti.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere dell’umore


                                     buonaseeraa!
  Un significativo esito sociale di
  questo tipo di comunicazione
  si osserva allorchè le persone
  adottano le modalità espressive
  proposte dal messaggio
  pubblicitario, favorendone la
  propagazione.
La comunicazione pubblicitaria
Slogan: il potere dei tormentoni

Slogan è una parola che viene da
lontano e che significava, in origine,
qualcosa come “urlo di guerra”. Lo
slogan si ripete ossessivamente per
incrementare la propria forza ed il
coraggio.
                                                  liberté, egalité,
                                                     fraternité
                                      Eventi storici, ideologie e culture
                                   possono essere facilmente richiamati
                                     da slogans particolarmente efficaci
La comunicazione pubblicitaria
Slogan: il potere dei tormentoni



•	

   Nuovo? No lavato con Perlana.
•	

   Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano.
•	

   Liscia, gassata o Ferrarelle?
•	

   Denim. Per l'uomo che non deve chiedere mai.
•	

   Chiamami Peroni. Sarò la tua birra.
•	

   L'uomo Del Monte ha detto sì.
•	

   Scavolini. La più amata dagli italiani.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere dell’identificazione: effetto realtà

La comunicazione incentrata sulle
dimensioni realistiche della vita
quotidiana può essere privilegiata per
prodotti che riguardano problemi e
malesseri diffusi tra la gente o anche
esigenze di consumi essenziali. In tali
casi la serietà dello spot tende a
significare la serietà della proposta
commerciale. Il format realistico crea
identificazione tra l’interprete dello
annuncio e il probabile acquirente.
La comunicazione pubblicitaria
 Il potere del testimonial

Una persona famosa oppure anonima
testimonia a favore del prodotto,
dichiarando le sue virtù. Tra i
testimoni famosi i più richiesti sono
gli attori, le modelle, i campioni
sportivi, i personaggi televisivi anche
non viventi, entrati nel mito.
I testimoni anonimi sono utilizzati
nella pubblicità commerciale
soprattutto per i prodotti per la casa o
per l'igiene.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del testimonial


              I testimonial sono dei
                  modelli ad elevata
           riconoscibilità perché in
        possesso di un significativo
         credito pubblico derivante
            da competenza, abilità,
         qualità morali riconosciute
           e, più generalmente, dal
                successo, tout court.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del testimonial




   Il fattore più importante di efficacia nella scelta
   del testimonial è rappresentato dalla possibilità
    di incrociare la forza dell’immagine pubblica e
            privata del testimonial e l’immagine del
                                           prodotto.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del testimonial
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del testimonial


         L’adozione della
      strategia basata sul
               testimonial
                 comporta
         l’assunzione del
      rischio di associare
     le sorti del prodotto
     alle oscillazioni del
      valore d’immagine
           del testimonial
                    stesso.
La comunicazione pubblicitaria
Funzioni dei modelli


  In senso generale, l’efficacia
  comunicativa dei modelli sta nel fatto
  che, essi ci dicono:
     •	

 cosa fare in determinate
          circostanze: cosa è legittimo e
          adeguato
     •	

 quali sono i risultati che possiamo
          attenderci dall’adozione di un
          certo comportamento: riduzione
          dell’incertezza decisionale
La comunicazione pubblicitaria
  Effetto pulpito


     Da quale pulpito viene la predica?
   In termini di persuasione l’effetto di
  convincimento è massimo se la fonte
adotta il comportamento che suggerisce
     e non lo teorizza soltanto. Allora è
     essenziale che il testimonial possa
  dimostrare di usare personalmente un
 certo prodotto. E’ questo il caso tipico
   dei prodotti sportivi, testimoniati dai
                        grandi campioni.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della dimostrazione



   Si ricorre a prove di diverso genere
   (anche richiamandosi al contributo
   della scienza) per affermare le qualità
   del prodotto.
   La tecnica è quella del confronto tra il
   prima e il dopo l'uso o anche del
   confronto con prodotti concorrenti
   anonimi o effettivi.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della magia


          Il prodotto è presentato come
          una specie di oggetto magico
               che risolve in un istante il
             problema del consumatore.
           Prima si espone un desiderio
             che sembra irrealizzabile o
                una difficoltà che sembra
           insuperabile e poi interviene
             il prodotto miracoloso, che
                            sistema tutto.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere dell’imbarazzo

 Gli spot che s'ispirano all’imbarazzo
       sociale, apparentemente anche
   innocenti e superficiali, cercano di
        mettere a disagio lo spettatore
 attaccando i suoi più profondi valori
                      morali e affettivi.
  Questo modello è riproducibile per
        qualsiasi prodotto, basta poter
                costruire un confronto
       colpevolizzante e gli spettatori
    cadranno nella trappola del social
                       embarrassment.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del sesso


  Il potere del sesso non lo scopre
  certo la pubblicità. E’ una forma
         di potere inscindibilmente
 associata alle basi evolutive della
  specie. La sessualità è una forza
     della natura. Più che scontato
      dunque che messaggi erotici,
   soprattutto immagini del corpo
   femminile siano costantemente
       proposte per promozionare i
              prodotti più disparati.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere delle buone ragioni

      Le motivazioni si impongono
       ogni qual volta la decisione è
  onerosa ed impegnativa, sicchè il
      cliente ricerca informazioni e
   garanzie sulle caratteristiche del
                            prodotto.
    In questo caso si usano sempre
  dei bodycopy molto precisi con i
      dati tecnici e l'annuncio punta
  tutto sull'argomentazione e su un
    offerta economica vantaggiosa.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere delle novità



    Quando un prodotto nuovo
        deve essere lanciato sul
    mercato, tutto il messaggio
       pubblicitario è costruito
                 sull'idea e sulle
    caratteristiche di novità del
                        prodotto.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della tenerezza

  Si fa leva sui sentimenti per
  promuovere il prodotto. Presenta
  situazioni come: incontri romantici tra
  fidanzati, momenti di gioia in
  famiglia, tenerezze con i bambini
  piccoli o gli animali, momenti
  piacevoli o emozionanti nella natura.
  Immagini, musica e parole creano
  intorno al prodotto un'atmosfera
  rassicurante e attraente.
La comunicazione pubblicitaria
    Il potere dei fumetti

 Anche un fumetto può essere
      un ottimo testimonial. E’
 possibile adottare personaggi
      tratti da fumetti e cartoni
animati già noti oppure creare
  dei nuovi personaggi e delle
  piccole storie appositamente
  per la pubblicità. Può anche
     capitare che la fortuna del
  personaggio sopravviva alla
         memoria del prodotto.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del comparire

- consiste nella pura esposizione del nome o
del marchio, senza niente apparentemente
suggerire (né prodotto né comportamento).
l’efficacia è massima nel caso di
manifestazioni ed eventi a carattere
internazionale, soprattutto sportivi

- effetto Zajonc di mera esposizione)

- la leva è basilare per alcuni prodotti,
considerati nocivi per la salute, di cui in
alcuni paesi è vietata la pubblicità.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del disinteresse: no profit

 Le campagne di interesse
 pubblico e a fini umanitari
 utilizzano un linguaggio
 peculiare. Queste campagne
 propongono un linguaggio fatto
 di immagini forti, solitamente
 ripudiate dalla pubblicità
 commerciale. L’obiettivo è
 produrre disagio, scioccare per
 provocare la reazione di chi
 guarda in termini di motivazione
 all’azione.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del disinteresse: no profit


    Ovviamente il disinteresse può
    essere relativo: una buona
    azione si merita la simpatia e
    la simpatia è un buon viatico
    delle pratiche commerciali.
    Anche perchè la campagna
    sociale richiama e rinforza la
    comunicazione pubblicitaria
    vera e propria.
La comunicazione pubblicitaria
 Il potere degli indovinelli

La curiosità è una leva universale che
è tipicamente sfruttata laddove appare
un annuncio misterioso dove non ci
sono il marchio e il nome del
prodotto, a volte non c'è nemmeno il
prodotto stesso. Poi a distanza di
tempo, nelle affissioni, o a distanza di
qualche pagina, su giornali e riviste,
appare la seconda parte dell'annuncio
che rivela il prodotto e il marchio.
51
La comunicazione pubblicitaria
      Il potere dell’ironia

L’ironia nella pubblicità si esprime attraverso la proposizione
dello slogan, ovvero di un gioco di parole che è frequentemente
associato al visual in modo da rafforzare reciprocamente
immagine e parole. Può esprimersi attraverso la rielaborazione
ironica di un modo usuale di dire, di un’espressione comune
interpretata con la forza dell’originalità e dell’umoralità, talvolta
in stile inglese e talvolta con un linguaggio di più larga presa.


 io ce l'ho profumato...l'alito!
La comunicazione pubblicitaria
Il potere delle storie

Intorno al prodotto, si costruiscono
      delle storie che impegnano un
  personaggio famoso o comunque
                 dei personaggi fissi.
Sul modello del serial televisivo, la
 ripetizione aggancia la memoria e
   l'attenzione dello spettatore, che
  segue l’evoluzione delle vicende
  affezionandosi ai personaggi e al
        prodotto. Le storie possono
               trasformarsi in saghe.
La comunicazione pubblicitaria
Ripetizione variata

La ripetizione di un messaggio
incrementa la familiarità e il
gradimento.
Tuttavia un possibile effetto
indesiderato è l’irritazione da
logoramento.
Da qui l’opzione di un messaggio
ripetuto sotto forma di varianti in
grado di ribadire la formula magica
sottostante.
http://
www.scribd.c
om/doc/
13495752/
Alastair-
Clarke-The-
Eight-
Patterns-Of-
Humour




       55
The eight patterns of
              humour
•   "ripetizione positiva", ovvero la ripetizione continua di una frase, un gesto o un'intera scena. In una
    parola, un tormentone.
•   "qualificazione", dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per
    tutti l'accento dell'ispettore Clouseau nel film "La pantera rosa").
•   "ricontestualizzazione qualitativa", quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato.
    Lo schema dell'"applicazione" è quello del doppio senso.
•   gli schemi della "fine", quando cioè è il pubblico a dover completare con la propria immaginazione il
    senso di una frase o di uno scenario,
•   gli schemi della "divisione", quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone,
•   l'"opposizione", che include tutto ciò che è riconducibile all'ironia e al sarcasmo.
•    la “distorsione” quale è quella che uno specchio dà delle immagini, proprio perché in questo caso si
    ha il riflesso di un'immagine che si "oppone" a se stessa in modo simmetrico ma per noi estraniante.
•   lo schema della "scala" che si incontra quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni
    totalmente diverse. L'oggetto rimane lo stesso ma è appunto la scala dimensionale a cambiare,
    creando un disorientamento che stimola il nostro cervello.                            56
La comunicazione pubblicitaria
La pubblicità produce assuefazione


             La pubblicità interviene
      capillarmente nella nostra vita
  saturando i molteplici canali delle
    comunicazioni di massa. Si può
    ritenere che questa sua presenza
           invasiva è alla base di una
         sostanziale assuefazione del
   pubblico che per essere persuaso
        abbisognerebbe di messaggi
     sempre più carichi e sofisticati.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere della sensazione




In pubblicità diventa essenziale lasciare il segno: fare sensazione,
ovvero, accogliendo la metafora psicofisiologica, produrre una
sensazione differenziale nel pubblico onde attivare i processi di
attenzione e di pre-persuasione.
La comunicazione pubblicitaria
    Il pugno nello stomaco


    Il pugno nello stomaco serve a
togliere il fiato, turbando la nostra
  sensibilità ed attivando la nostra
         reazione. E se qualcuno si
    schiererà contro questo tipo di
          campagne, qualcuno sarà
           incentivato a difenderla;
  comunque se ne parlerà e si sarà
          agitato il mar morto della
      comunicazione pubblicitaria.
La comunicazione pubblicitaria
    Il potere del subliminale




L’accusa di aver adottato strategie subliminali è stata rivolta all’attuale presidente
George W. Bush durante la campagna elettorale del 2000 per la corsa alla Casa Bianca.
La parola "rats” si intravede per una frazione di secondo mentre si ricompone
velocemente nella parola "Bureaucrats", in una pubblicità televisiva volta a svalorizzare
il piano di assistenza sanitaria del rivale democratico Al Gore.
Il messaggio subliminale è stato considerato ingannevole dalla Commissione federale che
vigilia sulla comunicazione dei partiti in campagna elettorale.
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del subliminale
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del subliminale
La comunicazione pubblicitaria
Il potere del subliminale


Questo genere di pubblicità è illegale, perché si
ritiene possa condizionare il comportamento del
consumatore inconsapevole.
Sull’efficacia reale del subliminale esistono         L'immagine di F. Mitterand
                                                    nel logo del Tg dell'emittente
posizioni contrapposte ma scarsi argomenti.               Antenne 2 (1988)



Molte pubblicità utilizzano questo espediente in
forma paludata, soprattutto con fotogrammi a
rapida incursione che propongono stimoli
sessuali.                                              Fotogramma dello spot
                                                           Aperol (2001)
La comunicazione pubblicitaria
L’efficacia della pubblicità


   Quando si parla dell’efficacia della pubblicità dal punto di
   vista dell’uomo della strada, bisogna distinguere due
   prospettive interpretative:
      1.	

quanto egli crede che la pubblicità abbia effetto su di lui
      2.	

 quanto egli crede che la pubblicità influenzi
          comunemente la gente
La comunicazione pubblicitaria
 Il successo non fa l’efficacia


      Uno spot di successo non
   significa necessariamente il
         successo dell’azione di
marketing. Fattori esterni (quali
    le situazioni del mercato) o
     interni (una pubblicità che
    oscura il prodotto) possono
impedire che all’efficacia dello
    spot corrisponda l’efficacia                  Campagna
   dell’iniziativa commerciale.           pubblicitaria Fiat:
                                             Cogli l’attimo!
La comunicazione pubblicitaria
Disposizione delle merci


 I prodotti in vendita, se disposti
 opportunamente, influenzeranno
 la propensione all’acquisto per la
 loro stessa disposizione.
 Nei supermercati la collocazione
 ottimale è nella fila di centro
 degli scaffali d’esposizione e,
 anche, vicino alle casse.
La comunicazione pubblicitaria
Effetto pubblico

 La nostra sensibilità di spettatori è
 fortemente influenzata dalla reazione
 degli altri componenti del pubblico,
 ovvero del consenso sociale che
 percepiamo sussistere in relazione ad
 un qualche evento mass-mediatico.
 La claque degli spettacoli di varietà, teatrali e televisivi, lo
 scroscio preregistrato dei battimani e delle risate convinte che
 accompagnano le vicende delle sit-comedy o di altri
 programmi d’intrattenimento, tendono a canalizzare i nostri
 sentimenti di spettatori, incrementando il destino dell’umore.
La comunicazione pubblicitaria
Influenza degli stimoli secondari



   I fattori che ci rendono inclini a privilegiare aspetti periferici
   rispetto agli aspetti principali (di sostanza e contenuto) della
   comunicazione persuasiva, per Pratkanis (1989) sono:
         •	

 Disponibilità limitata di tempo per riflettere
         •	

 Sovraccarico di informazioni
         •	

 Bassa rilevanza personale percepita
         •	

 Conoscenze o informazioni alternative insufficienti
         •	

 Disponibilità immediata dello stimolo secondario

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  • 3. La comunicazione pubblicitaria La pubblicità “E’ una pratica sociale volta all’esibizione di contenuti simbolici, con funzioni di persuasione e socializzazione, solitamente realizzata nel contesto di un più vasto scambio di stampo economico e/o comunicativo” A.Abruzzese, F.Colombo, Dizionario della pubblicità, Zanichelli, 1994
  • 4. La comunicazione pubblicitaria Istanze della comunicazione pubblicitaria Per un dato prodotto possono valere, anche dal punto di vista temporale, tre differenti istanze pubblicitarie: • di riconoscimento ed accettazione: cruciale per i nuovi prodotti, impone che i potenziali acquirenti possano conoscere il prodotto e le sue caratteristiche più salienti superando la resistenza al nuovo e la modificazione dei comportamenti precedenti. • di supremazia competitiva; riguarda prodotti ormai noti che si contendono una stessa fetta di mercato • di conservazione dell’immagine e di rinforzo mnestico al fine di rinnovare il tacito contratto di disponibilità con i consumatori fidelizzati
  • 5. La comunicazione pubblicitaria La dinamica degli atteggiamenti dei consumatori B Personalità ed Credenze ed autostima atteggiamenti A Mass media C D Credenze sul E Opinion prodotto e la Percezione Atteggiamento leaders marca delle Gruppi di generale verso informazioni Valenza delle appartenenza sul prodotto e credenze sul il prodotto e la e riferimento la marca marca prodotto e la Esperienza marca diretta Struttura dei Sistema dei bisogni valori
  • 6. Il modello AIDA Risale al 1898, ed è l’acronimo di quattro parole che richiamano le quattro fasi attraverso le quali un acquirente passa. Azione Desiderio Interesse Attenzione E. St. Elmo Lewis (1872-1948)
  • 7. La comunicazione pubblicitaria Il modello AIDA • L’Attenzione per le informazioni che soddisfano le proprie esigenze (Stadio conoscitivo); • L’Interesse (Stadio affettivo); • Il Desiderio di possedere quel determinato bene/servizio (Stadio affettivo); • L’Azione quando il desiderio diventa un vero e proprio bisogno (Stadio dell’azione). Successivamente è stato aggiunto il livello della "soddisfazione".
  • 8. gli elementi della Gerarchia degli Effetti e le relative variabili •Cognition: variables of this element include attention, awareness, comprehension, and learning (think) •Affect: variables comprise of interest, evaluation, attitude, feeling, conviction, and yielding (feel) •Conation: variables include intention, behavior, and action (do) Palda, Kristian (1966) ʻThe Hypothesis of a Hierarchy of Effects: A Partial Evaluationʼ , Journal of Advertising Research 3 (February): 13–24
  • 9. La comunicazione pubblicitaria Il modello della gerarchia degli effetti •La Consapevolezza dell’esistenza di un determinato prodotto quantomeno a livello di nome del bene e/o servizio. •La Conoscenza delle caratteristiche distintive del prodotto offerto, in termini di immagine e notorietà. •Il Gradimento è la risposta affettiva ai benefits conseguenti all’adozione del prodotto e al suo uso. •La Preferenza significa il gradimento del proprio pubblico di riferimento in termini di qualità, valore, prestazioni e su altre caratteristiche del bene (design, stile, colori, packaging, etc.). •La Convinzione di acquistare il prodotto. •L’Acquisto.
  • 10. La comunicazione pubblicitaria Il modello di Vaughn R. Vaughn (1980), riconduce il coinvolgimento a caratteristiche oggettive del prodotto quali il costo e la sua innovatività ma anche a riflessi soggettivi quali il grado di esposizione al rischio e il livello di autostima richiamati. La dimensione razionalità/ emozionalità riflette il modo di comunicare il prodotto, in termini logici e linguistici ovvero in termini di sensazioni ed iconicità.
  • 12. •Vaughn (1980) offered a practical framework that organized the hierarchy of effects model and its variations in terms of involvement and left/right brain specialization. The model - identified as the FCB Grid - also helped to structure and to condense "almost three decades of consumer behavior theory" (Vaughn, 1984, p. 62). • The FCB Grid (please refer to the grid's illustration): • Quadrant 1 - INFORMATIVE: The learning hierarchy. The sequence "learn-feel-do" is the same as the traditional "cognition-affect-conation." The author maintains that quadrant 1 is reserved for highly involving products/services linked with economic considerations (1986, p. 57). • Quadrant 2 - AFFECTIVE: Even though the sequence here is not a part of Ray's "three order hierarchy", quadrant 2 illustrates "feeling purchases" which is an important element of Vaughn's communication model. Self-esteem related products, such as cosmetics and clothing, play a huge role in this quadrant (1986). • Quadrant 3 - HABITUAL: The low involvement hierarchy. The sequence "do-learn-feel" is the same as "conation-cognition-affect." Vaughn reserves this quadrant to low thinking and involvement products such as household cleaners and gasoline (1986, p. 57). • Quadrant 4 - SATISFACTION: Ray (1973) named this sequence the dissonance attribution hierarchy. The sequence "do-feel-learn" is the same as the "conation-affect-cognition" of Ray's hierarchy. The satisfaction quadrant entails low involvement products of personal taste, what Vaughn calls "life's little pleasures". Products such as beer, cigarettes, and candy belong to this quadrant (1986, p.58). Vaughn, Richard. 1980. How advertising works: A planning model. Journal of Advertising Research. 20(5): 27-33.
  • 13. La comunicazione pubblicitaria Otto bisogni segreti Per Vance Packard (1958), la comunicazione pubblicitaria consegue la sua efficacia perché è capace di far leva su otto bisogni a cui le persone non possono rinunciare: • Sicurezza emotiva • Stima e considerazione • Esigenze dell’ego • Impulsi creativi • Speculazione sull’affetto • Senso di potenza • Legami familiari • Bisogno di immortalità
  • 14. La comunicazione pubblicitaria Comportamento informativo e comportamento d’acquisto Fonti Prodotto stesso Marketing Contatto Uso Altrui uso Pubblicità Distribuzione personale Mediatori Noi Opinion leaders Testimonials Venditori Tipologia contatto Esperienza Esperienza Esperienza Dichiarazioni diretta indiretta ideale di vendita Esito conoscitivo Impressioni, assunti, conoscenze, immagini, atteggiamenti Fattori di ricettività Bisogni, motivazioni, contesti Comportamenti Rifiuto Esitazione Acquisto Proselitismo
  • 15. La comunicazione pubblicitaria dalla réclame alla metapubblicità Per Vanni Codeluppi (1996) l’evoluzione della pubblicità può essere così delineata: • fine ‘800 - prima metà del ‘900: réclame con funzione di denominazione ed identificazione • anni ‘50 - anni ‘80 - pubblicità di prodotto con funzione di valorizzazione del benefit di prodotto; in subordine: valorizzazione della marca • anni ‘80 - metapubblicità: primato del plusvalore di tipo simbolico e comunicativo della marca 15
  • 16. La comunicazione pubblicitaria Forme e generi della comunicazione pubblicitaria In relazione alla molteplicità e varietà di prodotti che devono essere promossi, la stessa comunicazione pubblicitaria evidenzia varietà di canoni espressivi per quel che attiene sia alla forma esteriore e all’organizzazione concettuale del messaggio pubblicitario sia all’approccio narrativo complessivamente inteso. Così come avviene per la letteratura, il cinema e la televisione, si possono riconoscere dei veri e propri generi che caratterizzano peculiarmente e canonicamente le strategie di pubblicizzazione dei prodotti anche in relazione alla loro collocazione merceologica.
  • 17. La comunicazione pubblicitaria Forme e generi della comunicazione pubblicitaria Nella pubblicità su rotocalco così come nella pubblicità televisiva si colgono - anche intuitivamente - evidenti differenze di format e genere
  • 18. La comunicazione pubblicitaria Fattori, forme e generi della comunicazione pubblicitaria Le diverse forme e generi della comunicazione pubblicitaria sono identificati dal fattore strategico - narrativo ed espressivo - su cui si incentra la costruzione del messaggio stesso. E’ a questi fattori che si attribuisce il potere di pre-persuasione
  • 19. La comunicazione pubblicitaria Il potere del simbolo La comunicazione ricorre ad un oggetto o personaggio simbolico ovvero caricato di significato espressivo sino a costituire l’alter ego del marchio. Talvolta è il marchio stesso ad identificarsi con o ad essere costruito sul principio del potere del simbolo.
  • 20. La comunicazione pubblicitaria Il potere del simbolo Si possono riconoscere straordinari esempi di cannibalismo simbolico che portano a identificare un colore attraverso la marca (il rosso ferrari) e la marca attraverso il suo simbolo (la casa del cavallino rampante).
  • 21. La comunicazione pubblicitaria Il potere della musica Il format jingle consiste in un richiamo essenzialmente affidato alla musica. Questo genere, particolarmente in voga negli anni pionieristici, appare oggi poco compatibile con la tendenza al consumo rapido di generi musicali sicchè, piuttosto che imporre propri motivi musicali, in pubblicità si tende ad adottare, importandoli, motivi musicali di successo in grado di essere favorevolmente associati al prodotto.
  • 22. La comunicazione pubblicitaria Il potere della musica
  • 23. La comunicazione pubblicitaria Il potere della musica
  • 24. Come quello che i tormentoni riprodotti dalla corteccia uditiva del cervello (senza coinvolgimento alcuno dell'apparato auricolare) possono durare più a lungo rispetto alla capacità della nostra memoria uditiva, che consiste nel saper ripetere (questa volta in maniera consapevole e controllata) un brano appena ascoltato. "Probabilmente - spiegano i due psicologi - i tormentoni scattano riattivando dei meccanismi della memoria a lungo termine e non semplicemente facendo ricorso alla memoria uditiva". Che ricade invece fra i sistemi di memorizzazione a breve termine. Questa spiegazione concorda anche con un'altra osservazione degli psicologi di Reading, secondo cui non basta che il motivetto sia accattivante e ben congegnato. Affinché diventi un "baco" deve essere anche molto familiare. E così, fra gli adulti intervistati nel parco e nella stazione della città inglese, non è mancato chi abbia citato filastrocche per bambini o canzoni di Natale fra i 24 tormentoni ripescati da chissà quale anfratto dell'iPod del nostro cervello.
  • 25. La comunicazione pubblicitaria Il potere del colore Le variazioni cromatiche dipendono dal target a cui ci si rivolge e dal tipo di impostazione che si vuole dare al messaggio. I colori caldi e vivaci in genere sono adatti per bambini e famiglie, arrivano all’emisfero destro e richiamano i sentimenti; i colori freddi arrivano a quello sinistro predisposto per l’analisi razionale.
  • 26. La comunicazione pubblicitaria Il potere del lettering PESANTEZZA Le scelte stilistiche, leggerezza peculiarmente di competenza del grafico anche per quel che follia attiene al lettering, contribuiscono alla decisione costruzione di un contesto espressivo ed stile emozionale. spontaneità
  • 27. La comunicazione pubblicitaria Il potere dell’umore Il format umoristico si traduce in spot che mirano a suscitare un’attenzione benevola per effetto di frasi umoristiche, situazioni divertenti e personaggi buffi. Si tratta di spot che hanno una forte presa sul pubblico infantile ma che si impongono anche presso gli spettatori adulti.
  • 28. La comunicazione pubblicitaria Il potere dell’umore buonaseeraa! Un significativo esito sociale di questo tipo di comunicazione si osserva allorchè le persone adottano le modalità espressive proposte dal messaggio pubblicitario, favorendone la propagazione.
  • 29. La comunicazione pubblicitaria Slogan: il potere dei tormentoni Slogan è una parola che viene da lontano e che significava, in origine, qualcosa come “urlo di guerra”. Lo slogan si ripete ossessivamente per incrementare la propria forza ed il coraggio. liberté, egalité, fraternité Eventi storici, ideologie e culture possono essere facilmente richiamati da slogans particolarmente efficaci
  • 30. La comunicazione pubblicitaria Slogan: il potere dei tormentoni • Nuovo? No lavato con Perlana. • Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano. • Liscia, gassata o Ferrarelle? • Denim. Per l'uomo che non deve chiedere mai. • Chiamami Peroni. Sarò la tua birra. • L'uomo Del Monte ha detto sì. • Scavolini. La più amata dagli italiani.
  • 31. La comunicazione pubblicitaria Il potere dell’identificazione: effetto realtà La comunicazione incentrata sulle dimensioni realistiche della vita quotidiana può essere privilegiata per prodotti che riguardano problemi e malesseri diffusi tra la gente o anche esigenze di consumi essenziali. In tali casi la serietà dello spot tende a significare la serietà della proposta commerciale. Il format realistico crea identificazione tra l’interprete dello annuncio e il probabile acquirente.
  • 32. La comunicazione pubblicitaria Il potere del testimonial Una persona famosa oppure anonima testimonia a favore del prodotto, dichiarando le sue virtù. Tra i testimoni famosi i più richiesti sono gli attori, le modelle, i campioni sportivi, i personaggi televisivi anche non viventi, entrati nel mito. I testimoni anonimi sono utilizzati nella pubblicità commerciale soprattutto per i prodotti per la casa o per l'igiene.
  • 33. La comunicazione pubblicitaria Il potere del testimonial I testimonial sono dei modelli ad elevata riconoscibilità perché in possesso di un significativo credito pubblico derivante da competenza, abilità, qualità morali riconosciute e, più generalmente, dal successo, tout court.
  • 34. La comunicazione pubblicitaria Il potere del testimonial Il fattore più importante di efficacia nella scelta del testimonial è rappresentato dalla possibilità di incrociare la forza dell’immagine pubblica e privata del testimonial e l’immagine del prodotto.
  • 35. La comunicazione pubblicitaria Il potere del testimonial
  • 36. La comunicazione pubblicitaria Il potere del testimonial L’adozione della strategia basata sul testimonial comporta l’assunzione del rischio di associare le sorti del prodotto alle oscillazioni del valore d’immagine del testimonial stesso.
  • 37. La comunicazione pubblicitaria Funzioni dei modelli In senso generale, l’efficacia comunicativa dei modelli sta nel fatto che, essi ci dicono: • cosa fare in determinate circostanze: cosa è legittimo e adeguato • quali sono i risultati che possiamo attenderci dall’adozione di un certo comportamento: riduzione dell’incertezza decisionale
  • 38. La comunicazione pubblicitaria Effetto pulpito Da quale pulpito viene la predica? In termini di persuasione l’effetto di convincimento è massimo se la fonte adotta il comportamento che suggerisce e non lo teorizza soltanto. Allora è essenziale che il testimonial possa dimostrare di usare personalmente un certo prodotto. E’ questo il caso tipico dei prodotti sportivi, testimoniati dai grandi campioni.
  • 39. La comunicazione pubblicitaria Il potere della dimostrazione Si ricorre a prove di diverso genere (anche richiamandosi al contributo della scienza) per affermare le qualità del prodotto. La tecnica è quella del confronto tra il prima e il dopo l'uso o anche del confronto con prodotti concorrenti anonimi o effettivi.
  • 40. La comunicazione pubblicitaria Il potere della magia Il prodotto è presentato come una specie di oggetto magico che risolve in un istante il problema del consumatore. Prima si espone un desiderio che sembra irrealizzabile o una difficoltà che sembra insuperabile e poi interviene il prodotto miracoloso, che sistema tutto.
  • 41. La comunicazione pubblicitaria Il potere dell’imbarazzo Gli spot che s'ispirano all’imbarazzo sociale, apparentemente anche innocenti e superficiali, cercano di mettere a disagio lo spettatore attaccando i suoi più profondi valori morali e affettivi. Questo modello è riproducibile per qualsiasi prodotto, basta poter costruire un confronto colpevolizzante e gli spettatori cadranno nella trappola del social embarrassment.
  • 42. La comunicazione pubblicitaria Il potere del sesso Il potere del sesso non lo scopre certo la pubblicità. E’ una forma di potere inscindibilmente associata alle basi evolutive della specie. La sessualità è una forza della natura. Più che scontato dunque che messaggi erotici, soprattutto immagini del corpo femminile siano costantemente proposte per promozionare i prodotti più disparati.
  • 43. La comunicazione pubblicitaria Il potere delle buone ragioni Le motivazioni si impongono ogni qual volta la decisione è onerosa ed impegnativa, sicchè il cliente ricerca informazioni e garanzie sulle caratteristiche del prodotto. In questo caso si usano sempre dei bodycopy molto precisi con i dati tecnici e l'annuncio punta tutto sull'argomentazione e su un offerta economica vantaggiosa.
  • 44. La comunicazione pubblicitaria Il potere delle novità Quando un prodotto nuovo deve essere lanciato sul mercato, tutto il messaggio pubblicitario è costruito sull'idea e sulle caratteristiche di novità del prodotto.
  • 45. La comunicazione pubblicitaria Il potere della tenerezza Si fa leva sui sentimenti per promuovere il prodotto. Presenta situazioni come: incontri romantici tra fidanzati, momenti di gioia in famiglia, tenerezze con i bambini piccoli o gli animali, momenti piacevoli o emozionanti nella natura. Immagini, musica e parole creano intorno al prodotto un'atmosfera rassicurante e attraente.
  • 46. La comunicazione pubblicitaria Il potere dei fumetti Anche un fumetto può essere un ottimo testimonial. E’ possibile adottare personaggi tratti da fumetti e cartoni animati già noti oppure creare dei nuovi personaggi e delle piccole storie appositamente per la pubblicità. Può anche capitare che la fortuna del personaggio sopravviva alla memoria del prodotto.
  • 47. La comunicazione pubblicitaria Il potere del comparire - consiste nella pura esposizione del nome o del marchio, senza niente apparentemente suggerire (né prodotto né comportamento). l’efficacia è massima nel caso di manifestazioni ed eventi a carattere internazionale, soprattutto sportivi - effetto Zajonc di mera esposizione) - la leva è basilare per alcuni prodotti, considerati nocivi per la salute, di cui in alcuni paesi è vietata la pubblicità.
  • 48. La comunicazione pubblicitaria Il potere del disinteresse: no profit Le campagne di interesse pubblico e a fini umanitari utilizzano un linguaggio peculiare. Queste campagne propongono un linguaggio fatto di immagini forti, solitamente ripudiate dalla pubblicità commerciale. L’obiettivo è produrre disagio, scioccare per provocare la reazione di chi guarda in termini di motivazione all’azione.
  • 49. La comunicazione pubblicitaria Il potere del disinteresse: no profit Ovviamente il disinteresse può essere relativo: una buona azione si merita la simpatia e la simpatia è un buon viatico delle pratiche commerciali. Anche perchè la campagna sociale richiama e rinforza la comunicazione pubblicitaria vera e propria.
  • 50. La comunicazione pubblicitaria Il potere degli indovinelli La curiosità è una leva universale che è tipicamente sfruttata laddove appare un annuncio misterioso dove non ci sono il marchio e il nome del prodotto, a volte non c'è nemmeno il prodotto stesso. Poi a distanza di tempo, nelle affissioni, o a distanza di qualche pagina, su giornali e riviste, appare la seconda parte dell'annuncio che rivela il prodotto e il marchio.
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  • 52. La comunicazione pubblicitaria Il potere dell’ironia L’ironia nella pubblicità si esprime attraverso la proposizione dello slogan, ovvero di un gioco di parole che è frequentemente associato al visual in modo da rafforzare reciprocamente immagine e parole. Può esprimersi attraverso la rielaborazione ironica di un modo usuale di dire, di un’espressione comune interpretata con la forza dell’originalità e dell’umoralità, talvolta in stile inglese e talvolta con un linguaggio di più larga presa. io ce l'ho profumato...l'alito!
  • 53. La comunicazione pubblicitaria Il potere delle storie Intorno al prodotto, si costruiscono delle storie che impegnano un personaggio famoso o comunque dei personaggi fissi. Sul modello del serial televisivo, la ripetizione aggancia la memoria e l'attenzione dello spettatore, che segue l’evoluzione delle vicende affezionandosi ai personaggi e al prodotto. Le storie possono trasformarsi in saghe.
  • 54. La comunicazione pubblicitaria Ripetizione variata La ripetizione di un messaggio incrementa la familiarità e il gradimento. Tuttavia un possibile effetto indesiderato è l’irritazione da logoramento. Da qui l’opzione di un messaggio ripetuto sotto forma di varianti in grado di ribadire la formula magica sottostante.
  • 56. The eight patterns of humour • "ripetizione positiva", ovvero la ripetizione continua di una frase, un gesto o un'intera scena. In una parola, un tormentone. • "qualificazione", dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per tutti l'accento dell'ispettore Clouseau nel film "La pantera rosa"). • "ricontestualizzazione qualitativa", quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato. Lo schema dell'"applicazione" è quello del doppio senso. • gli schemi della "fine", quando cioè è il pubblico a dover completare con la propria immaginazione il senso di una frase o di uno scenario, • gli schemi della "divisione", quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone, • l'"opposizione", che include tutto ciò che è riconducibile all'ironia e al sarcasmo. • la “distorsione” quale è quella che uno specchio dà delle immagini, proprio perché in questo caso si ha il riflesso di un'immagine che si "oppone" a se stessa in modo simmetrico ma per noi estraniante. • lo schema della "scala" che si incontra quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni totalmente diverse. L'oggetto rimane lo stesso ma è appunto la scala dimensionale a cambiare, creando un disorientamento che stimola il nostro cervello. 56
  • 57. La comunicazione pubblicitaria La pubblicità produce assuefazione La pubblicità interviene capillarmente nella nostra vita saturando i molteplici canali delle comunicazioni di massa. Si può ritenere che questa sua presenza invasiva è alla base di una sostanziale assuefazione del pubblico che per essere persuaso abbisognerebbe di messaggi sempre più carichi e sofisticati.
  • 58. La comunicazione pubblicitaria Il potere della sensazione In pubblicità diventa essenziale lasciare il segno: fare sensazione, ovvero, accogliendo la metafora psicofisiologica, produrre una sensazione differenziale nel pubblico onde attivare i processi di attenzione e di pre-persuasione.
  • 59. La comunicazione pubblicitaria Il pugno nello stomaco Il pugno nello stomaco serve a togliere il fiato, turbando la nostra sensibilità ed attivando la nostra reazione. E se qualcuno si schiererà contro questo tipo di campagne, qualcuno sarà incentivato a difenderla; comunque se ne parlerà e si sarà agitato il mar morto della comunicazione pubblicitaria.
  • 60. La comunicazione pubblicitaria Il potere del subliminale L’accusa di aver adottato strategie subliminali è stata rivolta all’attuale presidente George W. Bush durante la campagna elettorale del 2000 per la corsa alla Casa Bianca. La parola "rats” si intravede per una frazione di secondo mentre si ricompone velocemente nella parola "Bureaucrats", in una pubblicità televisiva volta a svalorizzare il piano di assistenza sanitaria del rivale democratico Al Gore. Il messaggio subliminale è stato considerato ingannevole dalla Commissione federale che vigilia sulla comunicazione dei partiti in campagna elettorale.
  • 61. La comunicazione pubblicitaria Il potere del subliminale
  • 62. La comunicazione pubblicitaria Il potere del subliminale
  • 63. La comunicazione pubblicitaria Il potere del subliminale Questo genere di pubblicità è illegale, perché si ritiene possa condizionare il comportamento del consumatore inconsapevole. Sull’efficacia reale del subliminale esistono L'immagine di F. Mitterand nel logo del Tg dell'emittente posizioni contrapposte ma scarsi argomenti. Antenne 2 (1988) Molte pubblicità utilizzano questo espediente in forma paludata, soprattutto con fotogrammi a rapida incursione che propongono stimoli sessuali. Fotogramma dello spot Aperol (2001)
  • 64. La comunicazione pubblicitaria L’efficacia della pubblicità Quando si parla dell’efficacia della pubblicità dal punto di vista dell’uomo della strada, bisogna distinguere due prospettive interpretative: 1. quanto egli crede che la pubblicità abbia effetto su di lui 2. quanto egli crede che la pubblicità influenzi comunemente la gente
  • 65. La comunicazione pubblicitaria Il successo non fa l’efficacia Uno spot di successo non significa necessariamente il successo dell’azione di marketing. Fattori esterni (quali le situazioni del mercato) o interni (una pubblicità che oscura il prodotto) possono impedire che all’efficacia dello spot corrisponda l’efficacia Campagna dell’iniziativa commerciale. pubblicitaria Fiat: Cogli l’attimo!
  • 66. La comunicazione pubblicitaria Disposizione delle merci I prodotti in vendita, se disposti opportunamente, influenzeranno la propensione all’acquisto per la loro stessa disposizione. Nei supermercati la collocazione ottimale è nella fila di centro degli scaffali d’esposizione e, anche, vicino alle casse.
  • 67. La comunicazione pubblicitaria Effetto pubblico La nostra sensibilità di spettatori è fortemente influenzata dalla reazione degli altri componenti del pubblico, ovvero del consenso sociale che percepiamo sussistere in relazione ad un qualche evento mass-mediatico. La claque degli spettacoli di varietà, teatrali e televisivi, lo scroscio preregistrato dei battimani e delle risate convinte che accompagnano le vicende delle sit-comedy o di altri programmi d’intrattenimento, tendono a canalizzare i nostri sentimenti di spettatori, incrementando il destino dell’umore.
  • 68. La comunicazione pubblicitaria Influenza degli stimoli secondari I fattori che ci rendono inclini a privilegiare aspetti periferici rispetto agli aspetti principali (di sostanza e contenuto) della comunicazione persuasiva, per Pratkanis (1989) sono: • Disponibilità limitata di tempo per riflettere • Sovraccarico di informazioni • Bassa rilevanza personale percepita • Conoscenze o informazioni alternative insufficienti • Disponibilità immediata dello stimolo secondario