3. l’imitazione
• l’imitazione è la replicazione-riproduzione di un qualche elemento o
tratto - generalmente personale o comportamentale - evocato in
una data situazione al fine di rispondere vantaggiosamente agli eventi
locali (ambiente).
• l’imitazione consiste nella simulazione dell’apparenza di
quell’elemento o tratto nella situazione.
• se, per tale apparenza, l’individuo è premiato dall’ambiente, il
comportamento o tratto viene probabilisticamente riprodotto in
analoghe circostanze e a sua volta (imitato) anche dagli altri individui.
• le identità culturali sono il prodotto cognitivo dell’imitazione
reciproca in gruppi locali che evolvono separatamente.
13. l’isola di Pasqua (Rapa Nui)
Quando i primi colonizzatori polinesiani raggiunsero l’isola tra l’ 800-900 d.C., l'isola si doveva
presentare come una immensa foresta di palme. Fino al 1200 d.C. la popolazione rimase
numericamente modesta e sostanzialmente in equilibrio con le risorse naturali presenti. In
seguito, però , nacque da parte degli abitanti la necessità di costruire i moai, il cui sistema di
trasporto ed erezione richiedeva notevoli quantità di legname. Cominciò pertanto un importante
lavoro di disboscamento dell’isola che fu ulteriormente intensificato dopo il sensibile aumento
della popolazione dovuto a nuovi sbarchi. Verso il 1400 d.C. la popolazione raggiunse i 15.000-
20.000 abitanti e l’attività di costruzione dei moai e di abbattimento degli alberi raggiunse l’apice
anche in termini di conflitto sociale e guerre civili. Progressivamente l’isola comincia a perdere
terreno fertile per il dilavamento causato dal rapido processo erosivo innescatosi a seguito della
perdita di gran parte della copertura arborea. Con l’assottigliamento del suolo, viene ad essere
reso piùdifficile poi impossibile il riformarsi di nuove foreste, il depauperamento della civiltà di
Rapa Nui e la scomparsa della sua popolazione.
elaborato wikipedia
22. Nel messaggio registrato davanti alla telecamera, Cho
esprime la propria ammirazione per i due autori della
strage al liceo di Columbine definendoli «martiri» e
mescola riferimenti religiosi con l'attacco a quello che
definisce «l'edonismo che lo circonda». «Grazie a voi
muoio come Gesù Cristo, per salvare le persone più
deboli - dice Cho nel video-testamento -. Quando è
arrivato il tempo di farlo, l'ho fatto». Nella ripresa lo
studente compare anche armato di due pistole, di un
martello e di un coltello. «Non sono stato costretto a
farlo. Avrei potuto andarmene. Avrei potuto scappare. Ma
no, non scapperò più - dice Cho nel video -. Devo farlo,
non per me, ma per i miei figli, per i miei fratelli e le mie
sorelle. Immaginate cosa prova chi si sente umiliato e
messo su una croce? Le vostre Mercedes non erano
abbastanza? I vostri gioielli non erano sufficienti? I vostri
depositi bancari? La vostra vodka e il vostro cognac non
bastavano? Non bastavano per riempire il vostro bisogno
di edonismo? Avevate tutto».
19 aprile 2007
Nel messaggio registrato davanti alla telecamera, Cho
esprime la propria ammirazione per i due autori della
strage al liceo di Columbine definendoli «martiri» e
mescola riferimenti religiosi con l'attacco a quello che
definisce «l'edonismo che lo circonda». «Grazie a voi
muoio come Gesù Cristo, per salvare le persone più
deboli - dice Cho nel video-testamento -. Quando è
arrivato il tempo di farlo, l'ho fatto». Nella ripresa lo
studente compare anche armato di due pistole, di un
martello e di un coltello. «Non sono stato costretto a
farlo. Avrei potuto andarmene. Avrei potuto scappare. Ma
no, non scapperò più - dice Cho nel video -. Devo farlo,
non per me, ma per i miei figli, per i miei fratelli e le mie
sorelle. Immaginate cosa prova chi si sente umiliato e
messo su una croce? Le vostre Mercedes non erano
abbastanza? I vostri gioielli non erano sufficienti? I vostri
depositi bancari? La vostra vodka e il vostro cognac non
bastavano? Non bastavano per riempire il vostro bisogno
di edonismo? Avevate tutto».
19 aprile 2007
32. Negli anni '80 e '90 Giacomo Rizzolatti stava lavorando con Leonardo Fogassi e Vittorio Gallese
all'Università di Parma. Avevano collocato degli elettrodi nella corteccia frontale inferiore di un macaco
per studiare i neuroni specializzati nel controllo dei movimenti della mano, come il raccogliere o il
maneggiare oggetti. Durante ogni esperimento era registrato il comportamento dei singoli neuroni nel
cervello della scimmia mentre le si permetteva di accedere a frammenti di cibo, in modo da misurare la
risposta neuronale a specifici movimenti. Come molte altre notevoli scoperte, quella dei neuroni specchio
fu dovuta al caso. Lo stesso Rizzolatti racconta che, mentre Fogassi prendeva una banana in un cesto di
frutta preparato per degli esperimenti con una scimmia, alcuni neuroni dell'animale avevano reagito.
Come poteva essere accaduto questo, se la scimmia non si era mossa? Fino ad allora si pensava che
quegli specifici neuroni si attivavano soltanto per funzioni motorie. In un primo momento gli sperimentatori
pensarono si trattasse di un difetto nelle misure o un guasto nella strumentazione, ma tutto risultò a
posto e le reazioni si ripeterono non appena fu ripetuta l'azione di afferrare.
http://www.associazioneasia.it/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&doc=430
Una speciale classe di cellule del cervello, i neuroni specchio, riflette il mondo
esterno, rivelando come l'uomo capisce, stabilisce rapporti con i suoi simili e impara
Specchi nella mente