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La Comunicazione Pubblicitaria
nella Pubblica Amministrazione

     DEFINIZIONI E RIFERIMENTI NORMATIVI
Pubblicità: Tentativi di definizione


           La pubblicità è una forma di comunicazione mediata, anzi
           uno strumento di comunicazione, che assume forme molto
           diverse e che appare sempre meno facile da definire. Ecco
           alcuni elementi caratterizzanti:
            E’ a pagamento
            E’ intenzionale (c’è un committente)
            È finalizzata ad influenzare atteggiamenti, scelte e
           comportamenti di un determinato pubblico (target)
            E’ sistematica (ha una sua programmazione nel tempo –
           campagna pubblicitaria)
            Può utilizzare diversi mezzi (TV, Radio, stampa, affissioni,
           Internet, cellulari, telefono, lettere, etc..)
La pubblicità nella PA secondo la legge



• Art. 41 d.leg 177/2005:
  Spese pubblicitarie degli enti pubblici

• Direttiva DPCM 28/9/2009:
  criteri iterpretativi dell’art.41 d.leg 177/2005

• Sito AGCOM per la comunicazione:
  www.agcom.it/entipubblici
Esercitazione:



Leggere e comprendere
la normativa




                        Come viene programmata la spesa
                        pubblicitaria nella vostra Camera?
La pubblicità ingannevole

     RIFERIMENTI DI LEGGE E CASI
La pubblicità ingannevole




La prima definizione di pubblicità risale solo al 1992 quando, per legiferare in
tema di pubblicità ingannevole, il decreto legislativo n.74 del 1992 definisce
come pubblicità “qualunque forma di messaggio che sia diffuso,
nell’esercizio di una attività economica, allo scopo di promuovere la
vendita o il trasferimento di beni mobili o immobili, oppure la prestazione
di opere e servizi”.

La pubblicità deve essere palese, veritiera e corretta
La pubblicità ingannevole



La pubblicità ingannevole è "qualsiasi pubblicità che in qualunque modo,
compresa la sua presentazione, sia idonea ad indurre in errore le persone
fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del
suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento
economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un
concorrente".



                                                        decreto legislativo n.74 del 1992
Come fare confronti corretti?

a)   Non deve essere ingannevole

b)   Deve confrontare beni o servizi simili

d)   Il confronto deve avvenire in modo oggettivo su caratteristiche essenziali,
     pertinenti, verificabili e rappresentative del prodotto (incluso il prezzo).

f)   non deve creare confusione: marchi, denominazioni, segoi distintivi riconoscibili e
     non confondibili con altro.

h)   Non deve causare discredito o denigrazione al concorrente;

j)   per i prodotti con denominazione di origine, i prodotti devono avere la stessa
     denominazione;

l)   non deve trarre indebitamente vantaggio dalla notorietà del concorrente

n)   non deve presentare un bene o un servizio come imitazione o contraffazione di
     beni o servizi protetti da un marchio o da una denominazione commerciale
     depositati
Il publi-redazionale

Il pubbliredazionale o articolo pubbliredazionale, è un'informazione
pubblicitaria impaginata e redatta similarmente ad un normale articolo della
testata giornalistica.

Data la possibilità di confusione tra un normale articolo ed il publiredazionale, la
legge prevede che venga dichiarato esplicitamente come pubblicità, attraverso
la scritta "informazione pubblicitaria".

Il termine pubbliredazionale viene spesso utilizzato, in forma dispregiativa, per
indicare gli articoli redazionali il cui contenuto risulta essere palesemente
promozionale per l'azienda o il personaggio trattati nel testo.

E’ da considerarsi un prodotto pubblicitario a tutti gli effetti anche se a contenuto
informativo e non sempre diretto a promuovere direttamente un prodotto, ma più
il tema in generale.
Esempio

Pubblicità di Prodotto (esempio di
campagna comparativa)
Pubblcità&Pubblicità

 OBIETTIVI E TIPOLOGIE DI CAMPAGNE
L’evoluzione della comunicazione pubblica in Italia
Le forme della comunicazione pubblica
Obiettivi secondo la legge


         Obblighi di pubblicità per alcuni atti della PA
         Tutti gli obiettivi previsti dalla legge ovvero:
        a) illustrare le attivita' delle istituzioni e il loro funzionamento;
        b) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al fine di
            facilitarne l'applicazione;
        c) favorire l'accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza;
        d) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante
            interesse pubblico e sociale;
        e) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di
            modernizzazione degli apparati nonche' la conoscenza dell'avvio e del
            percorso dei procedimenti amministrativi;
        f) promuovere l'immagine delle amministrazioni, nonche' quella dell'Italia, in
            Europa e nel mondo, conferendo visibilita' ad eventi di importanza locale,
            regionale, nazionale ed internazionale.
Obiettivi diversi




    Creare consapevolezza su nuovi prodotti/marche/servizi
    Stimolare una domanda (pubblicità pionieristica)
    Mantenere la fedeltà dei clienti (es. loyalty programs)
    Combattere la concorrenza (es. pubblicità comparativa)
    Stimolare le vendite (es. promozioni, campagne stagionali,
     invito alla prova, supporto alla distribuzione del nuovo
     punto vendita, etc..)
    Sensibilizzare rispetto a temi di interesse sociale e
     pubblico
    Propagandare un’idea politica
Tipologie di Campagne
Esercitazione:

Capire target e obiettivi
di una campagna

Sfogliate le riviste
e i quotidiani che
avete e individuate         Che tipo di campagne sono
5 messaggi                  secondo voi?
pubblicitari.

                            Quale è il target?
Pubblicità istituzionale o corporate



La “marca” Banca Toscana cerca di
esplodere il suo posizionamento
classico come banca vicina ai temi
della cultura e dell’arte per
abbracciare anche un nuovo tema:
quello della vicinanza alle persone.

E’ una pubblicità istituzionale, non si
presentano servizi, ma valori.
Pubblicità di prodotto



L’immagine aziendale fa da cornice
alla presentazione di un prodotto
specifico e di una promozione
speciale.
Pubblicità istituzionale
Campagna sociale
Pubblicità di prodotto



In questa pubblicità di
prodotto si dà spazio alle
caratteristiche/funzioni
ponendo l’accento sul
vantaggio competitivo ovvero
la possibilità di supportare
due SIM.

La presenza di un numero
verde o, come in altri casi, di
indirizzi, permette di
localizzare il punto vendita
così da supportare e facilitare
la distribuzione.
Pubblicità di prodotto


Nel caso della pubblicità di
prodotto, l’attenzione è rivolta
alla descrizione degli elementi
caratterizzanti del prodotto
che il committente ritiene
differenzianti rispetto ai
competitor.

Nel caso specifico vengono
infatti presentati i poteri della
lozione e le caratteristiche di
confezionamento
(shampo+fiale) che
rappresentano il vantaggio
competitivo.
Pubblicità di prodotto
E voi?
Capire la comunicazione visiva

         LA MARCA E IL VISUAL
Cosa è una marca?

Al contrario del marchio che è un concetto statico di natura giuridica, la marca
è un concetto astratto e dinamico.
La marca è nella testa dei consumatori. Se un consumatore parla di NIKE non si
riferisce solo ad un'impresa produttrice di articoli sportivi ma evoca un modo di
vivere e vestire sportivo, giovanile e di moda. La pubblicità è comunicazione della
marca.


                                         MARCA
Valori, persone,
immagini, idee,                                   NIKE: NAMING
                                                 o denomminazione
parole, stili di vita,
luoghi, esperienze,           LOGO
ricordi associati             o MARCHIO
direttamente o
indirettamente al                               Baffo= pittogramma

marchio
ESEMPIO: il Mulino Bianco

                                 LOGO
Associate liberamente 6
parole al marchio “Mulino
Bianco”….

Cosa vi viene in mente?
I valori di una marca devono essere stabili nel tempo. naming

Ogni loro modificazione comunica “un nuovo posizionamento”
  ovvero nuove strategie e nuovi obiettivi.

Le marche di successo che hanno fatto storia, sono rimaste
   coerenti nel tempo.
1.Headline. Il titolo inserisce
un'informazione ("personal") nell'argomento
di cui si sta parlando e, ovviamente, la
promessa del successo.

2. Visual. E’ la parte visiva del messaggio
(solitamente fotografica). Deve essere
coerente nel tempo e coerente ai valori della
marca.

3. Informazione tecnica. Questa pagina,
oltre che ad essere pubblicitaria, vuole
comunicare l'informazione che la ditta sarà
presente ad una manifestazione. E' scritta in
piccolo e in un angolo per non disturbare la
bellezza della pagina.

4. Sottotitolo. Ha la funzione di
sintetizzare il testo che segue.

5. Testo (body copy). E' abbastanza lungo
perché, chi ha tempo e interesse, possa
leggere ulteriori informazioni.
6. Pack shot. E' la foto che illustra il
prodotto di cui si parla. E' posta in un angolo
e in piccolo perché ormai è uno strumento di
lavoro conosciuto e, probabilmente, in
grande e da sola, non avrebbe avuto lo stesso
impatto pubblicitario della donna.

7. Marchio. Il marchio dell'azienda molte
volte è scritto in caratteri e stili originali,
inconfondibili.

8. Logotipo. E' un simbolo che caratterizza
il marchio.

9. Pay off. E' la frase posta sotto a logo
dell’emittente che ne chiarisce la mission e la
vision in pochissime parole.

10. Indirizzo. L'indirizzo della sede italiana
dell'azienda.
Esercitazione:



Analizziamo alcuni
visual per riconoscerne
                          Riconsciamo e commentiamo
gli elementi              marca, headline, body e visual in 2
                          esempi pubblicitari delle riviste che
                          avete..
Il testimonial

  SIGNIFICATI E USI
Il testimonial: chi è più famoso? Il testimonial
o la marca?
Pubblicità di Prodotto con testimonial



Nel caso della pubblicità di
prodotto nel campo della moda,
del lusso e della cosmesi è
frequente l’uso di testimonial che
funzionano da status symbol.
Campagna sociale con testimonial
Campagna sociale con testimonial
Da Telecom a Fastweb: la guerra del
testimone

L’associazione è facile.
Velocità, corsa,
Internet veloce.

Prima testimonial per
Alice di telecom Italia,
Valentino è poi
passato a Fastweb
come a dire “i più
veloci sono loro”.
Il testimonial



   E’ una figura capace di “connotare” il prodotto o la marca in modo
    immediato conferendogli valori che appartengono in realtà alla vita, storia,
    vissuto del testimonial. La biografia, le competenze professionali o altre
    informazioni personali (es. aspetti fisici, relazionali, vizi e virtù, etcc.)
    permettono di creare un collegamento con il prodotto rinforzando l’immagine
    positiva del prodotto.

   La popolarità del personaggio si somma e supporta il marchio (e viceversa).

   Il testimonial può anche non essere un personaggio pubblico, ma un
    “esperto/garante” (es. medico) se non addirittura un “utilizzatore” (es. donna/
    uomo che usa una dentiera), che ha caratteristiche tali da poter “certificare”
    “dare credibilità” e “rafforzare” il messaggio della campagna innescando
    meccanismi “imitativi” e di “identificazione”.
Le fasi operative
di pianificazione

 FASI E SOGGETTI COINVOLTI
Le fasi operative: cosa esternalizzare?



                            Definizione degli obiettivi
                            Identificazione e qualificazione del target
                            Ideazione del messaggio
                            Selezione dei canali/mezzi
                            Sviluppo del piano media (tempi e budget)
                            Implementazione della campagna
                            Valutazione dell’efficacia


Esistono gradi diversi di esternalizzazione, ma le indicazioni strategiche
         (obiettivi e valutazioni sull’efficacia) spettano all’Ente
Obiettivi



 Gli obiettivi devono essere pochi, chiari,
 espliciti, misurabili (es. accrescere del x
 % in numero di utenti di un servizio o
 assicurare X partecipanti ad un evento)

 Valutare gli eventuali vincoli (tempi,
 budget, pericoli di sovraffollamento,
 etc..)
Il target: le informazioni necessarie

      1. Distribuzione geografica
      2. Fattori demografici (età, reddito, gruppo etnico, genere, livello di
         istruzione)
      3. Fattori qualitativi. Sono elementi di volta in volta diversi, utili a capire
         l’atteggiamento e il rapporto con il prodotto/servizio/tema della
         campagna (es. professione, stili di vita, l’essere o non essere già
         cliente/acquirente del prodotto o di prodotti simili, etc..).
      4. Fattori relativi alla scelta del mezzo. Come sono raggiungibili? Anzi
         come preferiscono essere raggiunti? Quando? Con quali mezzi?

Le informazioni riguardo al pubblico di una campagna
       sono fondamentali per selezionare i canali
         e assicurarsi il successo dell’iniziativa.
Dove raccogliere i dati
SOLUZIONE 1: rivolgendosi ad un CENTRO MEDIA


IL CENTRO MEDIA ovvero ad un società (ce ne sono tante) intermediaria tra
    azienda e concessionaria di pubblicità (che a sua volta generalmente ha
    un mandato dagli editori) che si occupa di ottimizzare la pianificazione sui vari
    media del messaggio pubblicitario.
    Per fare ciò il Centro Media utilizza ricerche e software molto costosi che
    aiutano a comprendere meglio il comportamento del consumatore e il diverso
    atteggiamento degli stessi nei confronti dei mezzi di comunicazione e quindi la
    scelta degli stessi in funzione del target precedentemente identificato.
    Il Centro Media può (ma non necessariamente) comprare e ottimizzare
    l’acquisto degli stessi spazi in nome e per conto dell’ azienda stessa. Oppure può
    suggerire e consigliare all’ azienda (che in questo caso si occupa direttamente
    dell’ acquisto) la migliore trattativa nei confronti degli editori/concessionarie di
    pubblicità.
    Ovviamente si occupa anche di tutta la fase di post-campagna e di ritorno dagli
    investimenti pubblicitari sul consumo dei prodotti .
    Oltre a ciò vi è tutta la gestione del processo amministrativo con gli
    editori/concessionarie.
Dove raccogliere i dati

SOLUZIONE 2: chiedere alle concessionarie o alle testate


Nella predisposizione di una campagna, per scegliere i mezzi giusti, è opportuno
    richiedere alle concessionarie di pubblicità o alle testate/emittenti i dati sul
    target dei lettori/ascoltatori.
Altre informazioni si possono ricavare, al contrario da indagini sul proprio pubblico.


Tramite questionari o focus group si può indagare, ad esempio, il rapporto degli
   utenti con i diversi mezzi di comunicazione e quali forme di pubblicità ritengono
   più gradite/efficaci da parte dell’ente.


Tale rilevazione viene solitamente svolta nell’ambito delle Indagini sull’Awareness
    ovvero sul grado di conoscenza dei servizi/mission della Camera.
I soggetti della campagna
Il processo di pianificazione e i soggetti

                                                     BRIEF
E’ possibile:

3.Interagire direttamente
con la concessionaria di
pubblicità                   BRIEF                    BRIEF
5.Avvalersi di un centro
media

7.Avvalersi di un’agenzia
che curca anche la
pianificazione 8con centro
media interno o esterno)

Molti centri media ormai
accorpano i servizi
dell’agenzia

                                     Emittente Radio/Tv, Testata, Sito
Esercitazione:

Scrivere un brief




                    Proviamo insieme a spiegare in
                    poche righe cosa vogliamo…
Il brief ovvero comunicare gli obiettivi

 Obiettivi: siete voi a stabilirli non i creativi! Di che tipo di campagna si tratta? Chi sono
  i committenti? (es. campagna di promozione del servizio di conciliazione e arbitrato)
 Target: informazioni specifiche su CHI VOLETE RAGGIUNGERE (es. imprese di
  piccole dimensioni del settore abbigliamento interessate all’export su mercati esteri, che
  operano nella provincia di, potenzialmente interessate ai servizi di conciliazione in
  quanto…. )
 Budget: informazione fondamentale per il centro media ovvero per chi fa la
  pianificazione degli spazi.
 Messaggio: lo elaboreranno i creativi, ma cosa dovrà esprimere lo decidete voi. Quali
  valori? Quale vantaggio competitivo si vuole comunicare?
 Informazioni di contesto: oltre alla campagna pubblicitaria, quali altri mezzi avete
  usato in passato o state già utilizzando per promuovere questo servizio? Avete eventi a
  tema in programma? Come viene comunicato il servizio attualmente? Chi lo gestisce?
  Cosa è importante sapere di voi/del servizio per comunicare efficacemente?
I mezzi


Ciascun mezzo ha una sua specificità ed è più o meno efficace in base agli
obiettivi strategici e al target della campagna.

                        TV (nazionale, locale, canali tematici, Web tv)
                        Radio
                        Stampa (nazionale, internazionale, locale, specializzata)
                        Affissioni (statiche e dinamiche)
                        Posta (direct mailing)
                        eMail
                        Cellulari
                        Telefono (teleselling)
                        Internet (banner, newsletter, annunci testuali, etc…)
Un confronto tra mezzi

 Affissione: è contestuale, localizzata, relativamente poco costosa, ideale per eventi,
  punti vendita e altri messaggi dove l’aspetto “luogo” è importante o dove l’emittente è
  locale. Le nuove affissioni “dinamiche” (su tram o taxi) consentono molta libertà di
  espressione.
 Radio: consente di profilare molto bene gli utenti, manca della componente visiva,
  ideale per messaggi dove l’audio è importante (es. voce testimonial nota), la credibilità
  è legata alla fedeltà degli ascoltatori, consente di attivare interazione con gli ascoltatori
  (es. premi fedeltà)
 Stampa: è un mezzo autorevole, è il mezzo ideale per conferire credibilità, può essere
  molto costosa se a diffusione nazionale o internazionale, buona la segmentazione del
  target. Molto letta ma meno autorevole e prestigiosa, seppur efficace a livello locale, è
  la free-press.
 TV: è molto costosa, è evocativa, importante la costruzione dello spot, indispensabile
  per campagne su vasta scala di brand image. Il digitale apre nuove opportunità e
  riduce i costi permettendo campagne video anche ad operatori minori.
 Internet: consente la massima segmentazione del target e la verifica continua dei
  risultati. Non è il luogo della comunicazione visiva, ma dell’informazione utile e della
  ricerca di interazione con il destinatario.
Il messaggio va declinato per mezzo


 Per una stessa campagna è opportuno declinare il
  messaggio sui diversi mezzi per sfruttare al
  massimo le capacità e le caratteristiche del canale
Istituzionale o di prodotto? Il confine è
sempre più labile…


La ricerca di nuovi
spazi e “interstizi” di
comunicazione.


Campagna per i 50
anni dell’UE.


Il treno, simbolo del
viaggio, del
collegamento fra paesi
è sicuramente adatto
a comunicare il
messaggio della
campagna.
L’efficacia della pubblicità

     COME MONITORARE LE CAMPAGNE
Dove colpire…
Il messaggio pubblicitario parla all’istinto…
   Il messaggio pubblicitario deve come primo obiettivo “attirare l’attenzione”.
    Per farlo, la pubblicità da sempre punta a sollecitare l’attenzione del pubblico
    tramite la stimolazione dei sensi, in particolare due:

     LA VISTA: è il senso proprio di tutta la comunicazione visiva (tv, stampa,
     affissioni)

     L’UDITO: a volte sottovalutato. Nella pubblicità radiofonica il messaggio
     dovrebbe puntare solo su questo senso. A volte invece si ripropongono
     messaggi simili, non differenziati per canale.

Con il sovraffollamento dei messaggi pubblicitari si sta facendo
  strada anche un nuovo approccio: l’experiential marketing,
  ovvero messaggi, eventi, situazioni in cui l’utente non è spettatore,
  ma fa esperienza della marca…
Un esempio “vecchio stile”



La ricerca dell’attenzione dello
spettatore attraverso il richiamo
(implicito o esplicito) ai vizi/paure
dell’uomo ovvero alla sfera
dell’istinto.

Il richiamo sessuale è il più
frequente e abusato. Seguono i
riferimenti al piacere in generale
(es. gustosità del prodotto).
Il Modello A.I.D.A.
 ATTIRARE L'ATTENZIONE = il messaggio si deve “vedere” più degli altri
 MANTENERE L'INTERESSE = il messaggio deve parlare di cose “interessanti” per il
  destinatario che lo riceve
 SOLLECITARE IL DESIDERIO = il messaggio deve far leva sulle giuste motivazioni a cambiare
  idea, comportamento, generare desideri di acquisto
 INDURRE ALL'AZIONE = si devono fornire informazioni/indicazioni sul dopo (es. dove poter
  trovare il prodotto/servizio, cosa fare, chi chiamare, chi votare, come poter contribuire, etc..)


  E’ un modello esemplificativo e forse semplicistico di come funziona il
  meccanismo pubblicitario, ma che è sempre opportuno tenere a mente..

   Oggi, con l’aumentare dell’esposizione ai messaggi pubblicitari e la
maggiore familiarità con la comunicazione pubblicitaria, il rapporto causa-
          effetto che questo modello ipotizza è molto indebolito.
Oggi?


Secondo Modello AIDA (modello causa-effetto “vedi la pubblicità-compri il
prodotto”) l’efficacia di una campagna pubblicitaria risiederebbe allora nella sua
capacità di determinare l’acquisto.

In realtà, con il moltiplicarsi dei messaggi pubblicitari e l’evoluzione delle
abitudini di consumo, è venuta meno l’ipotesi (la cosiddetta “teoria forte”) che
assegnava alla pubblicità il potere di determinare in maniera diretta l’acquisto di
beni/prodotti.

L’efficacia di una campagna pubblicitaria risiede piuttosto nella sua capacità di
generare un “goodwill” ovvero un pensiero positivo, una “simpatia”,
letteralmente un “benevolenza” verso un prodotto, un servizio, un tema, una
marca ovvero verso l’oggetto/tema pubblicizzato.

Un potere enorme, ma decisamente non determinante…
Strumenti di monitoraggio
Evoluzioni e Tendenze
Come rispondere al cambiamento
I nuovi spazi per l’affissione “dinamica”
Il digital signage: l’affissione prende vita


Secondo le previsioni
della più famosa
agenzia di pubblicità al
mondo – la leo burnett
- saremo un popolo di
schermi al plasma.
Pubblcità che si tocca
Nuove forme di pubblicità

Servizio Wi-Fi gratuito
sponsorizzato dalla
Toyota per
sottolineare il proprio
impegno per
l’ambiente e, al
contempo,
l’evoluzione
tecnologica dei propri
prodotti.
Coerente con il
posizionamento della
nuova auto ibrida
PRIUS.
La tendenza della
ricerca di spazi
sempre nuovi di
comunicazione
collegati ad un
esperienza piacevole.
La coerenza è tutto…




L’elemento della
margherita crea
continuità fra allestimenti
in esterna e
comunicazione
pubblicitaria sulla stampa.
Internet: dal banner alle keywords
Il messaggio giusto per Internet? Qualcosa di
utile e contestuale
L’Augmented Reality
Pubblicità = coinvolgimento

La ricerca del coinvolgimento del cliente
(prosumer)
Le campagne tv

  EVOLUZIONI E STORIA
Le tappe della pubblicità televisiva in Italia:
il caso “Carosello”

Originale formula pubblicitaria italiana nata nel 1957 che
andò in onda fino al 1977 prima dello spettacolo serale.
Era prevista una sigla di apertura, come si trattasse di un
vero programma TV e ogni messaggio durava circa 135
secondi.
Erano in realtà piccoli skecth comici o fumetti che solo al
termine presentavano il prodotto (il cosiddetto “codino” che
non poteva superare i 35 secondi). Ogni sera, le storie
erano diverse, proprio come in uno sceneggiato a puntate.
Gli autori non erano i creativi della pubblicità ma nomi noti
del cinema e del teatro.
Fu un tentativo di conciliare la nuova società dei consumi
con la cultura nazionale dando alla pubblicità anche fini
pedagogici.
La pubblicità commerciale degli anni ‘80


Già durante gli anni di Carosello la Rai aveva creato nuovi spazi commerciali
prima dei telegiornali (“Intermezzi”, “Tic Tac”, “Break”, etc..) ma con la nascita
delle tv private che si sostengono proprio grazie agli introiti pubblicitari, la
pubblicità conquista nuovi spazi lungo tutto il palinsesto televisivo e
poi anche oltre, entrando a far parte integrante delle trasmissioni
televisive (es. telepromozioni).
La struttura narrativa si internazionalizza. Punti forti: testimonial e colonna
sonora.
La pubblicità non è più un prodotto artistico-artigianale italiano ma è un
prodotto creato dai creativi della pubblicità.
Esempio: attori nell’implementazione di una
campagna TV
Gli SPOT
Le telepromozioni
Le tele-vendite
Invito all’ascolto…
… grazie!

E BUONA COMUNICAZIONE A TUTTI!

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La comunicazione pubblicitaria

  • 1. La Comunicazione Pubblicitaria nella Pubblica Amministrazione DEFINIZIONI E RIFERIMENTI NORMATIVI
  • 2. Pubblicità: Tentativi di definizione La pubblicità è una forma di comunicazione mediata, anzi uno strumento di comunicazione, che assume forme molto diverse e che appare sempre meno facile da definire. Ecco alcuni elementi caratterizzanti:  E’ a pagamento  E’ intenzionale (c’è un committente)  È finalizzata ad influenzare atteggiamenti, scelte e comportamenti di un determinato pubblico (target)  E’ sistematica (ha una sua programmazione nel tempo – campagna pubblicitaria)  Può utilizzare diversi mezzi (TV, Radio, stampa, affissioni, Internet, cellulari, telefono, lettere, etc..)
  • 3. La pubblicità nella PA secondo la legge • Art. 41 d.leg 177/2005: Spese pubblicitarie degli enti pubblici • Direttiva DPCM 28/9/2009: criteri iterpretativi dell’art.41 d.leg 177/2005 • Sito AGCOM per la comunicazione: www.agcom.it/entipubblici
  • 4. Esercitazione: Leggere e comprendere la normativa Come viene programmata la spesa pubblicitaria nella vostra Camera?
  • 5. La pubblicità ingannevole RIFERIMENTI DI LEGGE E CASI
  • 6. La pubblicità ingannevole La prima definizione di pubblicità risale solo al 1992 quando, per legiferare in tema di pubblicità ingannevole, il decreto legislativo n.74 del 1992 definisce come pubblicità “qualunque forma di messaggio che sia diffuso, nell’esercizio di una attività economica, allo scopo di promuovere la vendita o il trasferimento di beni mobili o immobili, oppure la prestazione di opere e servizi”. La pubblicità deve essere palese, veritiera e corretta
  • 7. La pubblicità ingannevole La pubblicità ingannevole è "qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione, sia idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un concorrente". decreto legislativo n.74 del 1992
  • 8. Come fare confronti corretti? a) Non deve essere ingannevole b) Deve confrontare beni o servizi simili d) Il confronto deve avvenire in modo oggettivo su caratteristiche essenziali, pertinenti, verificabili e rappresentative del prodotto (incluso il prezzo). f) non deve creare confusione: marchi, denominazioni, segoi distintivi riconoscibili e non confondibili con altro. h) Non deve causare discredito o denigrazione al concorrente; j) per i prodotti con denominazione di origine, i prodotti devono avere la stessa denominazione; l) non deve trarre indebitamente vantaggio dalla notorietà del concorrente n) non deve presentare un bene o un servizio come imitazione o contraffazione di beni o servizi protetti da un marchio o da una denominazione commerciale depositati
  • 9. Il publi-redazionale Il pubbliredazionale o articolo pubbliredazionale, è un'informazione pubblicitaria impaginata e redatta similarmente ad un normale articolo della testata giornalistica. Data la possibilità di confusione tra un normale articolo ed il publiredazionale, la legge prevede che venga dichiarato esplicitamente come pubblicità, attraverso la scritta "informazione pubblicitaria". Il termine pubbliredazionale viene spesso utilizzato, in forma dispregiativa, per indicare gli articoli redazionali il cui contenuto risulta essere palesemente promozionale per l'azienda o il personaggio trattati nel testo. E’ da considerarsi un prodotto pubblicitario a tutti gli effetti anche se a contenuto informativo e non sempre diretto a promuovere direttamente un prodotto, ma più il tema in generale.
  • 10. Esempio Pubblicità di Prodotto (esempio di campagna comparativa)
  • 11. Pubblcità&Pubblicità OBIETTIVI E TIPOLOGIE DI CAMPAGNE
  • 13. Le forme della comunicazione pubblica
  • 14. Obiettivi secondo la legge  Obblighi di pubblicità per alcuni atti della PA  Tutti gli obiettivi previsti dalla legge ovvero: a) illustrare le attivita' delle istituzioni e il loro funzionamento; b) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al fine di facilitarne l'applicazione; c) favorire l'accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza; d) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale; e) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di modernizzazione degli apparati nonche' la conoscenza dell'avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi; f) promuovere l'immagine delle amministrazioni, nonche' quella dell'Italia, in Europa e nel mondo, conferendo visibilita' ad eventi di importanza locale, regionale, nazionale ed internazionale.
  • 15. Obiettivi diversi  Creare consapevolezza su nuovi prodotti/marche/servizi  Stimolare una domanda (pubblicità pionieristica)  Mantenere la fedeltà dei clienti (es. loyalty programs)  Combattere la concorrenza (es. pubblicità comparativa)  Stimolare le vendite (es. promozioni, campagne stagionali, invito alla prova, supporto alla distribuzione del nuovo punto vendita, etc..)  Sensibilizzare rispetto a temi di interesse sociale e pubblico  Propagandare un’idea politica
  • 17. Esercitazione: Capire target e obiettivi di una campagna Sfogliate le riviste e i quotidiani che avete e individuate Che tipo di campagne sono 5 messaggi secondo voi? pubblicitari. Quale è il target?
  • 18. Pubblicità istituzionale o corporate La “marca” Banca Toscana cerca di esplodere il suo posizionamento classico come banca vicina ai temi della cultura e dell’arte per abbracciare anche un nuovo tema: quello della vicinanza alle persone. E’ una pubblicità istituzionale, non si presentano servizi, ma valori.
  • 19. Pubblicità di prodotto L’immagine aziendale fa da cornice alla presentazione di un prodotto specifico e di una promozione speciale.
  • 22. Pubblicità di prodotto In questa pubblicità di prodotto si dà spazio alle caratteristiche/funzioni ponendo l’accento sul vantaggio competitivo ovvero la possibilità di supportare due SIM. La presenza di un numero verde o, come in altri casi, di indirizzi, permette di localizzare il punto vendita così da supportare e facilitare la distribuzione.
  • 23. Pubblicità di prodotto Nel caso della pubblicità di prodotto, l’attenzione è rivolta alla descrizione degli elementi caratterizzanti del prodotto che il committente ritiene differenzianti rispetto ai competitor. Nel caso specifico vengono infatti presentati i poteri della lozione e le caratteristiche di confezionamento (shampo+fiale) che rappresentano il vantaggio competitivo.
  • 26. Capire la comunicazione visiva LA MARCA E IL VISUAL
  • 27. Cosa è una marca? Al contrario del marchio che è un concetto statico di natura giuridica, la marca è un concetto astratto e dinamico. La marca è nella testa dei consumatori. Se un consumatore parla di NIKE non si riferisce solo ad un'impresa produttrice di articoli sportivi ma evoca un modo di vivere e vestire sportivo, giovanile e di moda. La pubblicità è comunicazione della marca. MARCA Valori, persone, immagini, idee, NIKE: NAMING o denomminazione parole, stili di vita, luoghi, esperienze, LOGO ricordi associati o MARCHIO direttamente o indirettamente al Baffo= pittogramma marchio
  • 28. ESEMPIO: il Mulino Bianco LOGO Associate liberamente 6 parole al marchio “Mulino Bianco”…. Cosa vi viene in mente? I valori di una marca devono essere stabili nel tempo. naming Ogni loro modificazione comunica “un nuovo posizionamento” ovvero nuove strategie e nuovi obiettivi. Le marche di successo che hanno fatto storia, sono rimaste coerenti nel tempo.
  • 29. 1.Headline. Il titolo inserisce un'informazione ("personal") nell'argomento di cui si sta parlando e, ovviamente, la promessa del successo. 2. Visual. E’ la parte visiva del messaggio (solitamente fotografica). Deve essere coerente nel tempo e coerente ai valori della marca. 3. Informazione tecnica. Questa pagina, oltre che ad essere pubblicitaria, vuole comunicare l'informazione che la ditta sarà presente ad una manifestazione. E' scritta in piccolo e in un angolo per non disturbare la bellezza della pagina. 4. Sottotitolo. Ha la funzione di sintetizzare il testo che segue. 5. Testo (body copy). E' abbastanza lungo perché, chi ha tempo e interesse, possa leggere ulteriori informazioni.
  • 30. 6. Pack shot. E' la foto che illustra il prodotto di cui si parla. E' posta in un angolo e in piccolo perché ormai è uno strumento di lavoro conosciuto e, probabilmente, in grande e da sola, non avrebbe avuto lo stesso impatto pubblicitario della donna. 7. Marchio. Il marchio dell'azienda molte volte è scritto in caratteri e stili originali, inconfondibili. 8. Logotipo. E' un simbolo che caratterizza il marchio. 9. Pay off. E' la frase posta sotto a logo dell’emittente che ne chiarisce la mission e la vision in pochissime parole. 10. Indirizzo. L'indirizzo della sede italiana dell'azienda.
  • 31. Esercitazione: Analizziamo alcuni visual per riconoscerne Riconsciamo e commentiamo gli elementi marca, headline, body e visual in 2 esempi pubblicitari delle riviste che avete..
  • 32. Il testimonial SIGNIFICATI E USI
  • 33. Il testimonial: chi è più famoso? Il testimonial o la marca?
  • 34. Pubblicità di Prodotto con testimonial Nel caso della pubblicità di prodotto nel campo della moda, del lusso e della cosmesi è frequente l’uso di testimonial che funzionano da status symbol.
  • 35. Campagna sociale con testimonial
  • 36. Campagna sociale con testimonial
  • 37. Da Telecom a Fastweb: la guerra del testimone L’associazione è facile. Velocità, corsa, Internet veloce. Prima testimonial per Alice di telecom Italia, Valentino è poi passato a Fastweb come a dire “i più veloci sono loro”.
  • 38. Il testimonial  E’ una figura capace di “connotare” il prodotto o la marca in modo immediato conferendogli valori che appartengono in realtà alla vita, storia, vissuto del testimonial. La biografia, le competenze professionali o altre informazioni personali (es. aspetti fisici, relazionali, vizi e virtù, etcc.) permettono di creare un collegamento con il prodotto rinforzando l’immagine positiva del prodotto.  La popolarità del personaggio si somma e supporta il marchio (e viceversa).  Il testimonial può anche non essere un personaggio pubblico, ma un “esperto/garante” (es. medico) se non addirittura un “utilizzatore” (es. donna/ uomo che usa una dentiera), che ha caratteristiche tali da poter “certificare” “dare credibilità” e “rafforzare” il messaggio della campagna innescando meccanismi “imitativi” e di “identificazione”.
  • 39. Le fasi operative di pianificazione FASI E SOGGETTI COINVOLTI
  • 40. Le fasi operative: cosa esternalizzare?  Definizione degli obiettivi  Identificazione e qualificazione del target  Ideazione del messaggio  Selezione dei canali/mezzi  Sviluppo del piano media (tempi e budget)  Implementazione della campagna  Valutazione dell’efficacia Esistono gradi diversi di esternalizzazione, ma le indicazioni strategiche (obiettivi e valutazioni sull’efficacia) spettano all’Ente
  • 41. Obiettivi  Gli obiettivi devono essere pochi, chiari, espliciti, misurabili (es. accrescere del x % in numero di utenti di un servizio o assicurare X partecipanti ad un evento)  Valutare gli eventuali vincoli (tempi, budget, pericoli di sovraffollamento, etc..)
  • 42. Il target: le informazioni necessarie 1. Distribuzione geografica 2. Fattori demografici (età, reddito, gruppo etnico, genere, livello di istruzione) 3. Fattori qualitativi. Sono elementi di volta in volta diversi, utili a capire l’atteggiamento e il rapporto con il prodotto/servizio/tema della campagna (es. professione, stili di vita, l’essere o non essere già cliente/acquirente del prodotto o di prodotti simili, etc..). 4. Fattori relativi alla scelta del mezzo. Come sono raggiungibili? Anzi come preferiscono essere raggiunti? Quando? Con quali mezzi? Le informazioni riguardo al pubblico di una campagna sono fondamentali per selezionare i canali e assicurarsi il successo dell’iniziativa.
  • 43. Dove raccogliere i dati SOLUZIONE 1: rivolgendosi ad un CENTRO MEDIA IL CENTRO MEDIA ovvero ad un società (ce ne sono tante) intermediaria tra azienda e concessionaria di pubblicità (che a sua volta generalmente ha un mandato dagli editori) che si occupa di ottimizzare la pianificazione sui vari media del messaggio pubblicitario. Per fare ciò il Centro Media utilizza ricerche e software molto costosi che aiutano a comprendere meglio il comportamento del consumatore e il diverso atteggiamento degli stessi nei confronti dei mezzi di comunicazione e quindi la scelta degli stessi in funzione del target precedentemente identificato. Il Centro Media può (ma non necessariamente) comprare e ottimizzare l’acquisto degli stessi spazi in nome e per conto dell’ azienda stessa. Oppure può suggerire e consigliare all’ azienda (che in questo caso si occupa direttamente dell’ acquisto) la migliore trattativa nei confronti degli editori/concessionarie di pubblicità. Ovviamente si occupa anche di tutta la fase di post-campagna e di ritorno dagli investimenti pubblicitari sul consumo dei prodotti . Oltre a ciò vi è tutta la gestione del processo amministrativo con gli editori/concessionarie.
  • 44. Dove raccogliere i dati SOLUZIONE 2: chiedere alle concessionarie o alle testate Nella predisposizione di una campagna, per scegliere i mezzi giusti, è opportuno richiedere alle concessionarie di pubblicità o alle testate/emittenti i dati sul target dei lettori/ascoltatori. Altre informazioni si possono ricavare, al contrario da indagini sul proprio pubblico. Tramite questionari o focus group si può indagare, ad esempio, il rapporto degli utenti con i diversi mezzi di comunicazione e quali forme di pubblicità ritengono più gradite/efficaci da parte dell’ente. Tale rilevazione viene solitamente svolta nell’ambito delle Indagini sull’Awareness ovvero sul grado di conoscenza dei servizi/mission della Camera.
  • 45. I soggetti della campagna
  • 46. Il processo di pianificazione e i soggetti BRIEF E’ possibile: 3.Interagire direttamente con la concessionaria di pubblicità BRIEF BRIEF 5.Avvalersi di un centro media 7.Avvalersi di un’agenzia che curca anche la pianificazione 8con centro media interno o esterno) Molti centri media ormai accorpano i servizi dell’agenzia Emittente Radio/Tv, Testata, Sito
  • 47. Esercitazione: Scrivere un brief Proviamo insieme a spiegare in poche righe cosa vogliamo…
  • 48. Il brief ovvero comunicare gli obiettivi  Obiettivi: siete voi a stabilirli non i creativi! Di che tipo di campagna si tratta? Chi sono i committenti? (es. campagna di promozione del servizio di conciliazione e arbitrato)  Target: informazioni specifiche su CHI VOLETE RAGGIUNGERE (es. imprese di piccole dimensioni del settore abbigliamento interessate all’export su mercati esteri, che operano nella provincia di, potenzialmente interessate ai servizi di conciliazione in quanto…. )  Budget: informazione fondamentale per il centro media ovvero per chi fa la pianificazione degli spazi.  Messaggio: lo elaboreranno i creativi, ma cosa dovrà esprimere lo decidete voi. Quali valori? Quale vantaggio competitivo si vuole comunicare?  Informazioni di contesto: oltre alla campagna pubblicitaria, quali altri mezzi avete usato in passato o state già utilizzando per promuovere questo servizio? Avete eventi a tema in programma? Come viene comunicato il servizio attualmente? Chi lo gestisce? Cosa è importante sapere di voi/del servizio per comunicare efficacemente?
  • 49. I mezzi Ciascun mezzo ha una sua specificità ed è più o meno efficace in base agli obiettivi strategici e al target della campagna.  TV (nazionale, locale, canali tematici, Web tv)  Radio  Stampa (nazionale, internazionale, locale, specializzata)  Affissioni (statiche e dinamiche)  Posta (direct mailing)  eMail  Cellulari  Telefono (teleselling)  Internet (banner, newsletter, annunci testuali, etc…)
  • 50. Un confronto tra mezzi  Affissione: è contestuale, localizzata, relativamente poco costosa, ideale per eventi, punti vendita e altri messaggi dove l’aspetto “luogo” è importante o dove l’emittente è locale. Le nuove affissioni “dinamiche” (su tram o taxi) consentono molta libertà di espressione.  Radio: consente di profilare molto bene gli utenti, manca della componente visiva, ideale per messaggi dove l’audio è importante (es. voce testimonial nota), la credibilità è legata alla fedeltà degli ascoltatori, consente di attivare interazione con gli ascoltatori (es. premi fedeltà)  Stampa: è un mezzo autorevole, è il mezzo ideale per conferire credibilità, può essere molto costosa se a diffusione nazionale o internazionale, buona la segmentazione del target. Molto letta ma meno autorevole e prestigiosa, seppur efficace a livello locale, è la free-press.  TV: è molto costosa, è evocativa, importante la costruzione dello spot, indispensabile per campagne su vasta scala di brand image. Il digitale apre nuove opportunità e riduce i costi permettendo campagne video anche ad operatori minori.  Internet: consente la massima segmentazione del target e la verifica continua dei risultati. Non è il luogo della comunicazione visiva, ma dell’informazione utile e della ricerca di interazione con il destinatario.
  • 51. Il messaggio va declinato per mezzo  Per una stessa campagna è opportuno declinare il messaggio sui diversi mezzi per sfruttare al massimo le capacità e le caratteristiche del canale
  • 52. Istituzionale o di prodotto? Il confine è sempre più labile… La ricerca di nuovi spazi e “interstizi” di comunicazione. Campagna per i 50 anni dell’UE. Il treno, simbolo del viaggio, del collegamento fra paesi è sicuramente adatto a comunicare il messaggio della campagna.
  • 53. L’efficacia della pubblicità COME MONITORARE LE CAMPAGNE
  • 54. Dove colpire… Il messaggio pubblicitario parla all’istinto…  Il messaggio pubblicitario deve come primo obiettivo “attirare l’attenzione”. Per farlo, la pubblicità da sempre punta a sollecitare l’attenzione del pubblico tramite la stimolazione dei sensi, in particolare due: LA VISTA: è il senso proprio di tutta la comunicazione visiva (tv, stampa, affissioni) L’UDITO: a volte sottovalutato. Nella pubblicità radiofonica il messaggio dovrebbe puntare solo su questo senso. A volte invece si ripropongono messaggi simili, non differenziati per canale. Con il sovraffollamento dei messaggi pubblicitari si sta facendo strada anche un nuovo approccio: l’experiential marketing, ovvero messaggi, eventi, situazioni in cui l’utente non è spettatore, ma fa esperienza della marca…
  • 55. Un esempio “vecchio stile” La ricerca dell’attenzione dello spettatore attraverso il richiamo (implicito o esplicito) ai vizi/paure dell’uomo ovvero alla sfera dell’istinto. Il richiamo sessuale è il più frequente e abusato. Seguono i riferimenti al piacere in generale (es. gustosità del prodotto).
  • 56. Il Modello A.I.D.A.  ATTIRARE L'ATTENZIONE = il messaggio si deve “vedere” più degli altri  MANTENERE L'INTERESSE = il messaggio deve parlare di cose “interessanti” per il destinatario che lo riceve  SOLLECITARE IL DESIDERIO = il messaggio deve far leva sulle giuste motivazioni a cambiare idea, comportamento, generare desideri di acquisto  INDURRE ALL'AZIONE = si devono fornire informazioni/indicazioni sul dopo (es. dove poter trovare il prodotto/servizio, cosa fare, chi chiamare, chi votare, come poter contribuire, etc..) E’ un modello esemplificativo e forse semplicistico di come funziona il meccanismo pubblicitario, ma che è sempre opportuno tenere a mente.. Oggi, con l’aumentare dell’esposizione ai messaggi pubblicitari e la maggiore familiarità con la comunicazione pubblicitaria, il rapporto causa- effetto che questo modello ipotizza è molto indebolito.
  • 57. Oggi? Secondo Modello AIDA (modello causa-effetto “vedi la pubblicità-compri il prodotto”) l’efficacia di una campagna pubblicitaria risiederebbe allora nella sua capacità di determinare l’acquisto. In realtà, con il moltiplicarsi dei messaggi pubblicitari e l’evoluzione delle abitudini di consumo, è venuta meno l’ipotesi (la cosiddetta “teoria forte”) che assegnava alla pubblicità il potere di determinare in maniera diretta l’acquisto di beni/prodotti. L’efficacia di una campagna pubblicitaria risiede piuttosto nella sua capacità di generare un “goodwill” ovvero un pensiero positivo, una “simpatia”, letteralmente un “benevolenza” verso un prodotto, un servizio, un tema, una marca ovvero verso l’oggetto/tema pubblicizzato. Un potere enorme, ma decisamente non determinante…
  • 60. Come rispondere al cambiamento
  • 61. I nuovi spazi per l’affissione “dinamica”
  • 62. Il digital signage: l’affissione prende vita Secondo le previsioni della più famosa agenzia di pubblicità al mondo – la leo burnett - saremo un popolo di schermi al plasma.
  • 64. Nuove forme di pubblicità Servizio Wi-Fi gratuito sponsorizzato dalla Toyota per sottolineare il proprio impegno per l’ambiente e, al contempo, l’evoluzione tecnologica dei propri prodotti. Coerente con il posizionamento della nuova auto ibrida PRIUS. La tendenza della ricerca di spazi sempre nuovi di comunicazione collegati ad un esperienza piacevole.
  • 65. La coerenza è tutto… L’elemento della margherita crea continuità fra allestimenti in esterna e comunicazione pubblicitaria sulla stampa.
  • 66. Internet: dal banner alle keywords Il messaggio giusto per Internet? Qualcosa di utile e contestuale
  • 68. Pubblicità = coinvolgimento La ricerca del coinvolgimento del cliente (prosumer)
  • 69. Le campagne tv EVOLUZIONI E STORIA
  • 70. Le tappe della pubblicità televisiva in Italia: il caso “Carosello” Originale formula pubblicitaria italiana nata nel 1957 che andò in onda fino al 1977 prima dello spettacolo serale. Era prevista una sigla di apertura, come si trattasse di un vero programma TV e ogni messaggio durava circa 135 secondi. Erano in realtà piccoli skecth comici o fumetti che solo al termine presentavano il prodotto (il cosiddetto “codino” che non poteva superare i 35 secondi). Ogni sera, le storie erano diverse, proprio come in uno sceneggiato a puntate. Gli autori non erano i creativi della pubblicità ma nomi noti del cinema e del teatro. Fu un tentativo di conciliare la nuova società dei consumi con la cultura nazionale dando alla pubblicità anche fini pedagogici.
  • 71. La pubblicità commerciale degli anni ‘80 Già durante gli anni di Carosello la Rai aveva creato nuovi spazi commerciali prima dei telegiornali (“Intermezzi”, “Tic Tac”, “Break”, etc..) ma con la nascita delle tv private che si sostengono proprio grazie agli introiti pubblicitari, la pubblicità conquista nuovi spazi lungo tutto il palinsesto televisivo e poi anche oltre, entrando a far parte integrante delle trasmissioni televisive (es. telepromozioni). La struttura narrativa si internazionalizza. Punti forti: testimonial e colonna sonora. La pubblicità non è più un prodotto artistico-artigianale italiano ma è un prodotto creato dai creativi della pubblicità.
  • 77. … grazie! E BUONA COMUNICAZIONE A TUTTI!

Editor's Notes

  1. Insegnamento di Comunicazione Politica - Uniba
  2. Insegnamento di Comunicazione Politica - Uniba