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Pagine da Scuola dello Sport 118
1. UNA STAGIONE DA INCORNICIARE
PARLA IL PRESIDENTE RENATO DI ROCCO
Alzino la mano quelli che s’aspettavano quest’Italia grande d’Europa.
Pochini davvero. Successi tricolori in quasi tutte le specialità delle due ruote.
Strada, Pista e molti risultati per donne e giovani. Sorpresi da questi pure diversi
esperti internazionali. E, invece, grandi speranze per gli appassionati
(ancora moltissimi) da tempo orfani delle epiche gare del nostro ciclismo.
Magari contando su un patrimonio d’impianti “ecosostenibili”. Semmai qualche
delusione è giunta dalla Vuelta… Uomini, donne, ragazzi e ragazze hanno conquistato
strade, piste e tortuosi percorsi da mountain bike. Tutto questo fa ben sperare.
Perché non si tratta di successi individuali, ma di un movimento che cresce.
L’impegno è: “Testa bassa e pedalare”. In Federciclismo non si lasciano cullare
dall’entusiasmo. Le delusioni sono appostate al primo tornante. Come è successo
col tifoso-killer che ha atterrato proprio Nibali sull’Alpe d’Huez. A quando una legge
penale contro il “tifo pericoloso”? Intanto, i campioni da proteggere aumentano
di numero e crescono. Dopo quei recenti risultati in eurovisione. Come la beffa
di Matteo Trentin sull’infido asfalto di Glasgow grazie al contenimento
di Davide Cimolai. E, ancora, come la spavalderia di Elia Viviani che s’incorona Re
della velocità ad Amburgo. S’illumina pure il futuro, con la sorprendente 17ennne
Vittoria Guazzini mondiale juniores. Tanto per fare qualche nome. Fanno festa pure
alla Mountain bike. Chi meglio del Presidente del ciclismo, Renato Di Rocco,
anche come Maestro di Sport, può aiutarci a capire questo fenomenale ciclismo?
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C’entra anche la fortuna?
“Posso fare una premessa? Mi sforzerò di
non parlare da tecnico. Anche perché in
questo campo ho sempre avuto colleghi
straordinari che poi sono gli artefici dei
risultati del nostro ciclismo. Forse il fatto di
essere stato un tecnico mi aiuta a capire
meglio le loro esigenze e a farli lavorare
nelle condizioni migliori. Nonostante i risul-
tati (tra buoni e ottimi) non ci illudiamo.
Abbiamo ancora ritardi enormi in alcuni
settori della pista e pure nel bmx”.
Quindi la fortuna non basta?
“La fortuna è sempre necessaria, soprattut-
to nelle attività a forte rischio d’infortuni
come pedalare a certe velocità in bici”.
Solo questo?
“Certamente no. Perché i risultati raggiunti,
che speriamo continuino, sono frutto di
competenza e di professionalità applicate a
tutti i livelli. Team manager, medici (per la
salute dell’atleta), fisioterapisti, meccanici,
esperti di metodologia dell’allenamento
(tutti con la laurea in Scienze Motorie). E,
ancora, nutrizionisti, osteopati e persino
cuochi. Uno squadrone che la concorrenza
c’invidia e cerca di portarci via. Tutti profes-
sionisti che curano anche i più piccoli parti-
colari. Creando condizioni migliori per i
nostri atleti, senza lasciare nulla al caso.
Programmano gli allenamenti, ma lavorano
con cura anche “a secco”. Quando non ci
sono gare. Durante l’inverno. Quando si
mettono a punto i programmi di avvicina-
mento. Ma il momento più delicato è il
dopo gara. Non esiste il “rompete le righe”.
Gli atleti vanno seguiti sempre”.
Si sbilanci un po’di più: qual è il segreto
di questo ciclismo che vince?
“Non parliamo di segreti. Se fossero tali li
terrei per me. Parliamo invece di organizza-
zione, di progettualità e di multidisciplina-
rità. Sono questi gli aspetti sostanziali del
rilancio. Dietro ai risultati per certi aspetti
straordinari ottenuti nel settore della pista
c’è un lavoro che parte da lontano e dal
basso. Non è stato facile provocare il cam-
bio di mentalità che ha portato molte
società e atleti ad accettare il criterio della
multidisciplinarità. Abbiamo cominciato
dai giovanissimi, incoraggiando la diversifi-
cazione dell’attività su strada, pista e fuori-
strada insistendo molto sulla dimensione
ludica dell’avviamento. Per continuare poi
nelle categorie agonistiche, fino a formare
a livello di vertice gruppi di atleti juniores e
under-23 plurivalenti, sottoposti a un
costante monitoraggio e seguiti dai tecnici
nazionali attraverso raduni periodici diven-
tati sempre più intensi e continuativi. Fino
alle nazionali miste schierate nelle gare su
strada professionistiche.
Turbo ciclismo azzurroGianni Bondini Scuola dello Sport, Coni Servizi s.p.a., Roma
FEDERAZIONI
FOTOBETTINIPHOTO
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Problemi di sottopeso nello sport – cosa fare?
ello sport agonistico un marcato sottopeso solitamente si collega ad un disturbo alimentare conclamato.
Si tratta di un problema che può avere notevoli ripercussioni sulla salute, sulla resilienza e sul rendimento quando
si sta programmando una carriera sportiva a lungo termine. Soprattutto fattori di rischio specifici di certe discipline sportive,
innescati dal presunto vantaggio in termini di prestazioni sportive, ma anche fattori di rischio generici, come alcune
caratteristiche della personalità del soggetto o anche determinate fasi della maturazione fisica (ad esempio problemi con
l’elaborazione della pubertà), sono di grande rilievo per l’insorgenza e lo sviluppo di questa condizione. Le conseguenze negative
per l’organismo, che in una certa misura possono svilupparsi non solo in presenza della forma fortemente patologica
N
Gudrun Fröhner
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Concentrazione e performance:
quali sono i meccanismi coinvolti?
Matthieu Lefebvre
Università di Montpellier, Francia
Se la forza fisica e la tecnica sono
fondamentali per brillare in gara,
queste ultime non sono le sole
responsabili di una grande
performance. L’attenzione e
la capacità di concentrarsi
al meglio rivestono a tal fine
un’importanza cruciale
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Sviluppare atleti e allenatori con una mentalità
orientata alla crescita
Alberto Cei
Università Tor Vergata, Roma,
Università San Raffaele, Roma
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ello sport è necessario imparare a reagire immediatamente agli errori, costruendo una cultura del lavoro che consideri
gli insuccessi come parte integrante e non eliminabile del processo di miglioramento. Per gli atleti e gli allenatori non
è comunque facile accettare questo presupposto anche se tutti sanno che gli errori sono una costante di ogni prestazione.
Non esiste, infatti, la prestazione perfetta ma solo quella che si fornisce in un dato momento, espressione dei limiti personali
o di squadra e di come vengono affrontati gli ostacoli tipici, ma anche quelli imprevisti, presenti in ogni competizione.
Viene indagata la relazione fra prestazione, abilità ed errore, in cui il primo fattore dipende dall’interazione fra gli altri due.
Allo scopo di predire quale potrebbe essere la reazione all’errore o a un insuccesso, è importante conoscere quale
sia la motivazione alla competenza di un atleta e su quali credenze personali è stata impostata. L’atleta mostra un approccio
alla competizione orientato alla crescita oppure ha sviluppato una concezione fissa delle sue qualità sportive?
Questi due approcci diversi influenzano in modo diverso la reazione a una prestazione insoddisfacente.
Chi mostra una mentalità orientata alla crescita deciderà con più probabilità d’impegnarsi di più, spendendo più tempo
e sperimentando nuove strategie. Gli atleti con una concezione fissa della loro mentalità saranno invece maggiormente
preoccupati di mostrare nuovamente le loro carenze e s’impegneranno di meno. Vengono discusse le implicazioni pratiche
e come orientare gli atleti verso una mentalità orientata alla crescita.
N
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Equilibrio e agilità nella ginnastica:
artistica vs ritmica
Federica Invernizzi Scuola di Scienze Motorie, Università degli Studi di Milano
Maurizio Pizzoli Scuola di Scienze Motorie, Universita degli Studi di Milano, Milano
Antonio La Torre Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano
Nicola Lovecchio Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano
n questo studio vengono prese in esame due componenti intrinseche alle capacità d’equilibrio (statica e dinamica)
che sono il presupposto di base per realizzare azioni motorie di fondamentale importanza nella ginnastica,
sport tecnico combinatorio di alta precisione esecutiva. L’analisi è stata eseguita su un gruppo di ginnaste di età compresa
tra gli 8 e gli 11 anni, nel pieno sviluppo di tali capacità. Solo nella componente di velocità le ragazze della ginnastica artistica
hanno mostrato idoti migliori rispetto a quelle della ritmica.
I
FOTOARCHIVIOFGI–FILIPPOTOMASI
6. Negli anni di lavoro con la IAAF e la FGI,
abbiamo maturato una serie di esperienze
che favoriscono la prevenzione dei traumi
muscolo articolari e aiutano a ottimizzare
l’allenamento, permettendo di spingere il
lavoro tecnico e di potenziamento ai massi-
mi livelli senza avere conseguenze trauma-
tiche.
Il doppio aspetto di sviluppo delle qualità
muscolari/posturali, porta all’aumento
della prestazione, alla prevenzione dei
traumi ma anche al recupero di atleti infor-
tunati.
Tutti gli elementi di base utilizzati nello
sport come ad esempio il Plank, lo Squat,
ecc. garantiscono un ulteriore vantaggio se
utilizzati dopo aver costruito gli angoli di
esecuzione tramite la costruzione del rap-
porto tra muscoli interagenti dai lati oppo-
sti del bacino.
Negli anni, migliaia di atleti infortunati si
sono avvicinati al “Canali Postural Method”
risolvendo le loro problematiche e tanti
altri lo hanno utilizzato come prevenzione
potendosi allenare per 1 decennio senza
subire traumi muscolari.
Questo metodo è stato utiizzato con suc-
cesso, da vari atleti olimpionici: tra gli altri
citiamo Yelena Isimbayeva (campionessa
olimpica), Giuseppe Gibilisco (campione
del mondo), Flavio Cannone (recordman
mondiale ), Tiago Braz (campione olimpi-
co) e Fabiana Murer (campionessa del
mondo) attualmente Ivet Lalova Collio 100
e 200 m e Gabriela Petrova Triple Jump,
numerosi professionisti del mondo del cal-
cio, del golf, della pallavolo, del basket, del
pattinaggio, dei tuffi e di tanti altri sport.
Nell’educazione fisica moderna si parla di
“core stability” e di “esercizi funzionali”;
cioè si attribuisce ad un determinato eser-
cizio una funzione allenante di uno specifi-
co aspetto preso in considerazione.
Si pensa che l’esercizio con i propri conte-
nuti assolva a un compito allenante, rie-
ducativo o di sviluppo di qualche qualità
muscolare.
Se analizziamo alcune esecuzioni nel
mondo del fitness e negli sport meno tec-
nici, riferendoci non a gesti specifici ma alla
“preparazione fisica” o più genericamente
nel campo del potenziamento muscolare,
lo scenario generale presenta delle esecu-
zioni dirette dei movimenti tralasciando di
costruire e di stabilizzare gli angoli articolari
necessari a renderle efficaci.
In altre parole i movimenti eseguiti non
tengono conto della qualità del gesto,
espressa in termini di ampiezza e di stabi-
lizzazione degli angoli che ne esprimono
la statica e la dinamica.
Le articolazioni starter (coxo femorale, cin-
golo scapolo-omerale e tibio-tarsica) e i
baricentri tecnici (addome dal capo dista-
le, fissatori del cingolo scapolo-omerale e
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Qualità di esecuzione
dei movimenti tecnici
Vincenzo Canali, Federica Franzini
Postura e Sport S.r.l.
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Postura
e sport
Rubrica
POSTURAESPORTSDS-SCUOLADELLOSPORT/XXXVII/118
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I licei scientifici a indirizzo sportivo
Mario Salisci
Università Lumsa, Roma
licei scientifici a indirizzo sportivo (LiSS) nascono nel 2013. Attualmente sono più di 200: si tratta di uno dei nuovi
percorsi ordinamentali di maggior successo. Il tentativo è quello d’integrare la pratica sportiva con quella scolastica,
al fine di colmare un ritardo che caratterizza il nostro sistema formativo rispetto a quelli più avanzati. Questo studio vuole
offrire una prima lettura sociologica del fenomeno attraverso un’analisi secondaria dei dati raccolti dal Miur e l’analisi
dei rapporti dei LiSS con i centri Coni.
I
Analisi del sistema e modelli di riferimento
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La progettazione di un evento sportivo:
dall’ideazione alla realizzazione
Barbara Maussier
Università di Roma Tor Vergata
egli ultimi anni è cresciuta la partecipazione (attiva/ passiva, amatoriale/professionale, diretta e indiretta) agli eventi
sportivi. In questo saggio, dopo una breve introduzione sulla centralità del tempo libero nella società contemporanea
e sull’evoluzione delle pratiche sportive, si illustrano gli elementi fondanti di un evento, analizzandoli in relazione alle diverse fasi
di progettazione e introducendo alcuni concetti base del project management applicato agli eventi.
N
Il Coni istituzionalmente organizza e ospita grandi eventi,
non solo sportivi ma anche quelli di carattere culturale
e musicale. In questo ambito è ormai riconosciuta e
consolidata l’esperienza e la competenza
della Direzione del Marketing e dello Sviluppo del Coni.
Per continuare a crescere e rinnovarci,
riteniamo sia giusto e necessario il confronto delle idee.
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Il paradigma Pnei per l’attività sportiva
Marco Bruscolotti, Marco Chiera, Nicola Barsotti
a Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei) è una “disciplina sistemica a base molecolare” che studia le interazioni
fra i sistemi corporei, la mente e l’ambiente fisico e sociale, appoggiandosi alle più recenti ricerche di neuroscienze,
biologia molecolare, epigenetica e non solo. L’attività sportiva, data la sua estrema varietà e l’elevato carico psicofisico,
rappresenta un fenomeno complesso che merita di essere affrontato nella maniera più esaustiva possibile.
Studiare l’attività sportiva tramite la lente della Pnei permette di avere ben chiaro come, oltre alla meccanica e al classico
principio di ogni allenamento “use it or lose it”, molteplici aspetti influenzano la performance e lo stato di salute dell’atleta.
Pertanto, in questo articolo mostreremo i legami in ottica Pnei della prestazione sportiva con fattori quali postura,
neuro-endocrinologia muscolare, nutrizione e ritmi biologici.
L
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