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SCIENZAEFITNESS
5Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016
>>
Circuittraining
NOTE SULL’AUTORE
Giuseppe Berardi
Laureato in Scienze delle Attività
Motorie e Sportive
presso l’Università di Foggia
email berardig@live.it
di Giuseppe Berardi
Negli ultimi anni il motivo principale che spin-
ge la gente ad iscriversi in palestra è il dimagri-
mento.Tra le varie attività nel mondo del fitness
finalizzato al dimagrimento vi è il circuit traini-
ning. Il circuit training (o allenamento a circui-
to) è un metodo di allenamento ideato da R.E.
Morgan e G.T. Anderson nel 1953 presso la Uni-
versity of Leeds, in Inghilterra. Un allenamento
a circuito tradizionale viene svolto spostando-
si in sequenza da un esercizio ad un altro, che
viene chiamato stazione. La conclusione di una
serie di tutte le stazioni determina il completa-
mento di una ripetizione e di un circuito. Gene-
ralmente un allenamento a circuito comprende
8-12 stazioni eseguite con un carico tra il 40%
e il 70% di 1RM (forza massimale) o con una
frequenza cardiaca compresa tra il 40% e 80%
della FCmax. Le pause tra una stazione e l’altra
sono relativamente brevi o nulle, vanno quindi
da un periodo di tempo per spostarsi da una
stazione all’altra a non più di 60 secondi, men-
tre per la pausa alla conclusione di un circuito,
il tempo di recupero può essere più importante
e compreso tra 1 e 5 minuti. Inoltre la pausa tra
un circuito e l’altro può essere anche“attiva”, os-
sia prevedere l’utilizzo di macchine cardio (ta-
pis roulant, bike, ellittica…) per far recuperare
i muscoli per sostenere un altro circuito man-
tenendo però la frequenza cardiaca alta e far
diminuire la concentrazione di lattato. Di solito
le ripetizioni di un circuito di lavoro vanno da 1
a 3 ripetizioni complessive.
INTRODUZIONE
INTEGRAZIONESPORTIVA
11Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 11
L’IMPORTANZADEICARBOIDRATI
Lariduzionedeicarboidratièilfocussulqualemol-
tissimi utenti appassionati di attività fisica si con-
centrano di recente per rientrare dei chili di trop-
po: tale macronutriente infatti è sotto i riflettori di
esperti e appassionati del fitness da diversi anni, in
quanto considerato la causa di alcune “malattie
del benessere”, espressione coniata per identifica-
re alcune patologie specifiche e altre condizioni
di salute che rispecchiano la ricchezza del tessuto
sociale. Tra i disturbi collaterali ad un benessere so-
cialmente diffuso, rientra l’obesità. Nonostante l’o-
rigine di questa patologia sia riconducibile a cause
diverse,tracuilasedentarietà,anchegliaddettidel
settore quali i biologi nutrizionisti concordano nel
consigliare una drastica riduzione di carboidrati al
fine di ottenere un rapido calo di peso. Ciò ha com-
portato la trasmissione di un messaggio fuorvian-
te che ha spesso indotto l’utente a pensare che sia
salutare condurre un regime alimentare che non
preveda l’introduzione di una determinata quota
glucidica quotidiana. In questo articolo, dunque,
cercheremo di capire se le informazioni allarmi-
stiche che spesso circolano nella rete e tra i centri
fitness siano del tutto attendibili.
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Giulio Merlini
Laureato magistrale con lode
e menzione accademica nel
2012 in Scienze e Tecniche
Avanzate dello Sport presso la
SUISM Torino, Specializzando in
Nutrizione e Integrazione dello
Sport , Docente NonSoloFitness.
Allenatore e docente FIPE
Piemonte.
giulio.merlini@nonsolofitness.it
>>
di Giulio Merlini
INTRODUZIONE
FITNESSePREVENZIONE
21Scienza e Movimento - N. 5 gennaio-marzo 2016
Ilmetodo“COordinabolico”
nelmiglioramentodelleperformance
deglisportdisituazione
di Marco Mazzilli
Per poter esaminare bene questa tematica, è
opportuno compiere prima una breve analisi di
alcuni argomenti propedeutici per la compren-
sione del tema sul quale si incentra l’interesse di
questo articolo.
Si distinguono vari tipi di abilità, a seconda del-
le caratteristiche del compito motorio: se viene
data più importanza agli elementi motori piut-
tosto che agli elementi cognitivi, si differenzie-
ranno rispettivamente le abilità motorie e quel-
le cognitive mentre, a seconda delle modalità
organizzative del compito motorio, distinguia-
mo le abilità discrete, quando il compito moto-
rio ha un inizio ed una fine ben distinti, le abilità
continue, quando l’inizio e la fine non sono ben
distinte e le abilità seriali, che corrispondono a
più abilità discrete insieme. Infine, a seconda
del livello di prevedibilità ambientale in cui
viene svolto il compito motorio, si differenzia-
no le abilità chiuse o “Closed Skills”, per le quali
l’ambiente è prevedibile, quindi ininfluente sul
compito motorio e le abilità aperte o “Open
Skills”, per le quali l’ambiente è totalmente im-
prevedibile, quindi fortemente influente sul
compito motorio; queste sono le abilità caratte-
ristiche di tutti gli sport di situazione. Gli sport
di situazione vengono definiti da Manno (1979)
“(…) gli sport nei quali l’esecuzione della tecni-
NOTE SULL’AUTORE
Marco Mazzilli
Laureato in scienze delle
attività motorie e sportive.
Laureando nel corso di
laurea magistrale di scienze
e tecniche dell’attività
sportiva. Preparatore
atletico.
>>
MEDICINADELLOSPORT
31Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 31
I polifenoli rappresentano una famiglia di nu-
merose molecole organiche di origine vegetale,
caratterizzati dalla presenza di diversi gruppi
fenolici associati in strutture di diversa forma e
complessità, prodotte dal metabolismo secon-
dario delle piante.
I polifenoli sono pertanto sostanze presenti
nella frutta e nella verdura che mangiamo, ma
anche in altri alimenti quali cacao, vino, thè,
caffè e oli. Queste sostanze sono ampiamente
riconosciute come antiossidanti e, in quanto
tali, in grado di apportare numerosi benefici
per l’organismo e la salute. La loro azione infat-
ti agisce contro l’azione dei radicali liberi e nel
corso di anni e anni di studi è emerso che sono
sostanze con molteplici proprietà. Presentano
infatti azione:
• antitumorale;
• antiateratogena;
• antinfiammatoria;
• antivirale;
• ritardante nella patogenesi di diverse patolo-
gie degenerative;
• rinforzante per il sistema immunitario;
• antiaging;
• ipocolesterolemizzante;
• ipoglicemizzante.
Gli antiossidanti sono sostanze chimiche che
rallentano o prevengono l’ossidazione delle
macromolecole biologiche. L’ossidazione è una
Polifenolidell’ulivo:
antiossidantiperlasalute
di Nicola Sacchi
>>
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Nicola Sacchi
Laureato in Farmacia e
Biotecnologie, si occupa
professionalmente del set-
tore sportivo come personal
trainer, preparatore atletico,
istruttore e gestore di centri
fitness. È inoltre docente
per i corsi di formazione di
NonSoloFitness.
(nicola.sacchi@nonsolofitness.it,
www.ultimatetraining.it).
MEDICINADELLOSPORT
37Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016
All’atto di avviare un programma dietetico che
preveda l’impiego di integratori alimentari - si-
tuazione estremamente diffusa se non spasmo-
dicamente ricercata da buona parte degli spor-
tivi - poche volte ci si chiede se l’integrazione
sia effettivamente necessaria o se, nel singolo
soggetto, possano esserci elementi che la scon-
siglino.
Una volta deciso di utilizzare gli integratori ali-
mentari, raramente ci si ferma a leggere l’eti-
chetta con gli ingredienti. Alcuni leggono le
proprietà e il contenuto nutrizionale, ma gli in-
gredienti sembrano sfuggire all’esame.
Tale atteggiamento, a dir poco superficiale, non
consente di valutare l’eventuale presenza di ele-
menti potenzialmente dannosi. Elementi che
possono costituire un fattore di rischio per un
soggetto predisposto (ad esempio con delle al-
lergie), o elementi che sono potenzialmente tos-
sici e rischiosi per chiunque.
Questo potenziale rischio è offerto in massima
parte dagli additivi alimentari utilizzati tanto nel-
le comuni preparazioni industriali, quanto negli
integratori alimentari ad uso sportivo.
Per verificarne l’eventuale presenza, ed anche
la misura del problema, sono stati controllati gli
ingredienti di circa 200 prodotti comunemente
commercializzati in Italia, scegliendo fra marche
differenti.
Gliadditivinegliintegratori
alimentariausosportivo
di Pierluigi De Pascalis
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Pierluigi De Pascalis
Laureato in Scienze Motorie,
è responsabile della
formazione e divulgazione
scientifica di NonSoloFitness
e professore a contratto
presso l’Università degli studi
di Foggia
(pierluigi@depascalis.net,
www.depascalis.net).
>>
43Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016
Il termine calistenia deriva dal greco Kalòs (bel-
lo) e Sthènos (forza) e già l’analisi etimologica la-
scia intendere come la pratica dell’allenamento
calistenico abbia tra i suoi obiettivi il migliora-
mento sia della performance del soggetto che
del suo aspetto fisico. Kallisthènes significa an-
che “ricco di vigore”, quasi a sottolineare come
questo genere di lavoro, favorendo in modo
considerevole sia il miglioramento della perfor-
mance fisico-atletica che il benessere globale
(quello che in modo più “moderno” definiamo
fitness), risulta essere un’attività rinvigorente
per chi la pratica con regolarità.
L’allenamento calistenico è probabilmente tra
le prime forme di sollecitazione corporea co-
dificate e descritte, perlomeno con riferimento
NOTE SULL’AUTORE
Dott. Pierluigi De Pascalis
Laureato in Scienze Motorie,
è responsabile della
formazione e divulgazione
scientifica di NonSoloFitness
e professore a contratto
presso l’Università degli
studi di Foggia
(pierluigi@depascalis.net,
www.depascalis.net).
Storia, caratteristiche
ed evoluzione dell’allenamento
calistenico
di Pierluigi De Pascalis
DAL WEBTRATTO DA WWW.NONSOLOFITNESS.IT
L’AVVOCATORISPONDE
49Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016
L’AVVOCATO RISPONDE
Il“rischioconsentito”
nell’attivitàsportiva
di Flavio Volontà
Lo sport è un’attività cui l’ordinamento giuridico
guarda con favore, tant’è che la sua tutela viene
ricondotta direttamente all’art. 2 della Costituzio-
ne che “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia
come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svol-
ge la sua personalità”. L’ordinamento tutela dun-
que sia l’attività sportiva del singolo praticante sia
delle associazioni che tale attività promuovono
come completamento della crescita equilibrata e
dello sviluppo psico-fisico dell’individuo.
Del pari però l’ordinamento tutela la salute e
l’integrità fisica dell’individuo che sono diritti di
natura non disponibile del soggetto. È dunque
necessario contemperare da un lato l’esigenza
di tutela di un’attività di utilità sociale e dall’altro
l’esigenza di tutela della salute degli individui.
Pur con la consapevolezza, difatti, che lo sport
rappresenti una occasione per migliorare ed ac-
crescere il proprio stato di salute e benessere, è
necessario considerare che un gran numero di
attività sportive preveda l’esistenza di contatto fi-
sico fra i partecipanti alla competizione. Tale con-
tatto, ancorché involontario, può generare lesio-
ni, talvolta anche gravi, che di per sé potrebbero
integrare il reato di lesioni colpose. A determina-
te condizioni, però, pur a fronte della violazione
formale della norma penale, il comportamento
dell’autore dell’illecito non sarà punito. A rendere
lecito l’evento lesivo è proprio la presenza dell’i-
stituto, elaborato ormai parecchi anni fa dalla
L’avvocato
risponde
NOTE SULL’AUTORE
Flavio Volontà
Ha studio in Torino e svolge la
professione prevalentemente in
ambito penale, avendo altresì specifica
competenza in questioni giuridiche che
riguardano lo sport e la salute.
flaviovolonta@studiolegalegv.it
www.studiolegalegv.it
>>
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Pagine da scienza e movimento 5

  • 1. SCIENZAEFITNESS 5Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 >> Circuittraining NOTE SULL’AUTORE Giuseppe Berardi Laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive presso l’Università di Foggia email berardig@live.it di Giuseppe Berardi Negli ultimi anni il motivo principale che spin- ge la gente ad iscriversi in palestra è il dimagri- mento.Tra le varie attività nel mondo del fitness finalizzato al dimagrimento vi è il circuit traini- ning. Il circuit training (o allenamento a circui- to) è un metodo di allenamento ideato da R.E. Morgan e G.T. Anderson nel 1953 presso la Uni- versity of Leeds, in Inghilterra. Un allenamento a circuito tradizionale viene svolto spostando- si in sequenza da un esercizio ad un altro, che viene chiamato stazione. La conclusione di una serie di tutte le stazioni determina il completa- mento di una ripetizione e di un circuito. Gene- ralmente un allenamento a circuito comprende 8-12 stazioni eseguite con un carico tra il 40% e il 70% di 1RM (forza massimale) o con una frequenza cardiaca compresa tra il 40% e 80% della FCmax. Le pause tra una stazione e l’altra sono relativamente brevi o nulle, vanno quindi da un periodo di tempo per spostarsi da una stazione all’altra a non più di 60 secondi, men- tre per la pausa alla conclusione di un circuito, il tempo di recupero può essere più importante e compreso tra 1 e 5 minuti. Inoltre la pausa tra un circuito e l’altro può essere anche“attiva”, os- sia prevedere l’utilizzo di macchine cardio (ta- pis roulant, bike, ellittica…) per far recuperare i muscoli per sostenere un altro circuito man- tenendo però la frequenza cardiaca alta e far diminuire la concentrazione di lattato. Di solito le ripetizioni di un circuito di lavoro vanno da 1 a 3 ripetizioni complessive. INTRODUZIONE
  • 2. INTEGRAZIONESPORTIVA 11Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 11 L’IMPORTANZADEICARBOIDRATI Lariduzionedeicarboidratièilfocussulqualemol- tissimi utenti appassionati di attività fisica si con- centrano di recente per rientrare dei chili di trop- po: tale macronutriente infatti è sotto i riflettori di esperti e appassionati del fitness da diversi anni, in quanto considerato la causa di alcune “malattie del benessere”, espressione coniata per identifica- re alcune patologie specifiche e altre condizioni di salute che rispecchiano la ricchezza del tessuto sociale. Tra i disturbi collaterali ad un benessere so- cialmente diffuso, rientra l’obesità. Nonostante l’o- rigine di questa patologia sia riconducibile a cause diverse,tracuilasedentarietà,anchegliaddettidel settore quali i biologi nutrizionisti concordano nel consigliare una drastica riduzione di carboidrati al fine di ottenere un rapido calo di peso. Ciò ha com- portato la trasmissione di un messaggio fuorvian- te che ha spesso indotto l’utente a pensare che sia salutare condurre un regime alimentare che non preveda l’introduzione di una determinata quota glucidica quotidiana. In questo articolo, dunque, cercheremo di capire se le informazioni allarmi- stiche che spesso circolano nella rete e tra i centri fitness siano del tutto attendibili. NOTE SULL’AUTORE Dott. Giulio Merlini Laureato magistrale con lode e menzione accademica nel 2012 in Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport presso la SUISM Torino, Specializzando in Nutrizione e Integrazione dello Sport , Docente NonSoloFitness. Allenatore e docente FIPE Piemonte. giulio.merlini@nonsolofitness.it >> di Giulio Merlini INTRODUZIONE
  • 3. FITNESSePREVENZIONE 21Scienza e Movimento - N. 5 gennaio-marzo 2016 Ilmetodo“COordinabolico” nelmiglioramentodelleperformance deglisportdisituazione di Marco Mazzilli Per poter esaminare bene questa tematica, è opportuno compiere prima una breve analisi di alcuni argomenti propedeutici per la compren- sione del tema sul quale si incentra l’interesse di questo articolo. Si distinguono vari tipi di abilità, a seconda del- le caratteristiche del compito motorio: se viene data più importanza agli elementi motori piut- tosto che agli elementi cognitivi, si differenzie- ranno rispettivamente le abilità motorie e quel- le cognitive mentre, a seconda delle modalità organizzative del compito motorio, distinguia- mo le abilità discrete, quando il compito moto- rio ha un inizio ed una fine ben distinti, le abilità continue, quando l’inizio e la fine non sono ben distinte e le abilità seriali, che corrispondono a più abilità discrete insieme. Infine, a seconda del livello di prevedibilità ambientale in cui viene svolto il compito motorio, si differenzia- no le abilità chiuse o “Closed Skills”, per le quali l’ambiente è prevedibile, quindi ininfluente sul compito motorio e le abilità aperte o “Open Skills”, per le quali l’ambiente è totalmente im- prevedibile, quindi fortemente influente sul compito motorio; queste sono le abilità caratte- ristiche di tutti gli sport di situazione. Gli sport di situazione vengono definiti da Manno (1979) “(…) gli sport nei quali l’esecuzione della tecni- NOTE SULL’AUTORE Marco Mazzilli Laureato in scienze delle attività motorie e sportive. Laureando nel corso di laurea magistrale di scienze e tecniche dell’attività sportiva. Preparatore atletico. >>
  • 4. MEDICINADELLOSPORT 31Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 31 I polifenoli rappresentano una famiglia di nu- merose molecole organiche di origine vegetale, caratterizzati dalla presenza di diversi gruppi fenolici associati in strutture di diversa forma e complessità, prodotte dal metabolismo secon- dario delle piante. I polifenoli sono pertanto sostanze presenti nella frutta e nella verdura che mangiamo, ma anche in altri alimenti quali cacao, vino, thè, caffè e oli. Queste sostanze sono ampiamente riconosciute come antiossidanti e, in quanto tali, in grado di apportare numerosi benefici per l’organismo e la salute. La loro azione infat- ti agisce contro l’azione dei radicali liberi e nel corso di anni e anni di studi è emerso che sono sostanze con molteplici proprietà. Presentano infatti azione: • antitumorale; • antiateratogena; • antinfiammatoria; • antivirale; • ritardante nella patogenesi di diverse patolo- gie degenerative; • rinforzante per il sistema immunitario; • antiaging; • ipocolesterolemizzante; • ipoglicemizzante. Gli antiossidanti sono sostanze chimiche che rallentano o prevengono l’ossidazione delle macromolecole biologiche. L’ossidazione è una Polifenolidell’ulivo: antiossidantiperlasalute di Nicola Sacchi >> NOTE SULL’AUTORE Dott. Nicola Sacchi Laureato in Farmacia e Biotecnologie, si occupa professionalmente del set- tore sportivo come personal trainer, preparatore atletico, istruttore e gestore di centri fitness. È inoltre docente per i corsi di formazione di NonSoloFitness. (nicola.sacchi@nonsolofitness.it, www.ultimatetraining.it).
  • 5. MEDICINADELLOSPORT 37Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 All’atto di avviare un programma dietetico che preveda l’impiego di integratori alimentari - si- tuazione estremamente diffusa se non spasmo- dicamente ricercata da buona parte degli spor- tivi - poche volte ci si chiede se l’integrazione sia effettivamente necessaria o se, nel singolo soggetto, possano esserci elementi che la scon- siglino. Una volta deciso di utilizzare gli integratori ali- mentari, raramente ci si ferma a leggere l’eti- chetta con gli ingredienti. Alcuni leggono le proprietà e il contenuto nutrizionale, ma gli in- gredienti sembrano sfuggire all’esame. Tale atteggiamento, a dir poco superficiale, non consente di valutare l’eventuale presenza di ele- menti potenzialmente dannosi. Elementi che possono costituire un fattore di rischio per un soggetto predisposto (ad esempio con delle al- lergie), o elementi che sono potenzialmente tos- sici e rischiosi per chiunque. Questo potenziale rischio è offerto in massima parte dagli additivi alimentari utilizzati tanto nel- le comuni preparazioni industriali, quanto negli integratori alimentari ad uso sportivo. Per verificarne l’eventuale presenza, ed anche la misura del problema, sono stati controllati gli ingredienti di circa 200 prodotti comunemente commercializzati in Italia, scegliendo fra marche differenti. Gliadditivinegliintegratori alimentariausosportivo di Pierluigi De Pascalis NOTE SULL’AUTORE Dott. Pierluigi De Pascalis Laureato in Scienze Motorie, è responsabile della formazione e divulgazione scientifica di NonSoloFitness e professore a contratto presso l’Università degli studi di Foggia (pierluigi@depascalis.net, www.depascalis.net). >>
  • 6. 43Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 Il termine calistenia deriva dal greco Kalòs (bel- lo) e Sthènos (forza) e già l’analisi etimologica la- scia intendere come la pratica dell’allenamento calistenico abbia tra i suoi obiettivi il migliora- mento sia della performance del soggetto che del suo aspetto fisico. Kallisthènes significa an- che “ricco di vigore”, quasi a sottolineare come questo genere di lavoro, favorendo in modo considerevole sia il miglioramento della perfor- mance fisico-atletica che il benessere globale (quello che in modo più “moderno” definiamo fitness), risulta essere un’attività rinvigorente per chi la pratica con regolarità. L’allenamento calistenico è probabilmente tra le prime forme di sollecitazione corporea co- dificate e descritte, perlomeno con riferimento NOTE SULL’AUTORE Dott. Pierluigi De Pascalis Laureato in Scienze Motorie, è responsabile della formazione e divulgazione scientifica di NonSoloFitness e professore a contratto presso l’Università degli studi di Foggia (pierluigi@depascalis.net, www.depascalis.net). Storia, caratteristiche ed evoluzione dell’allenamento calistenico di Pierluigi De Pascalis DAL WEBTRATTO DA WWW.NONSOLOFITNESS.IT
  • 7. L’AVVOCATORISPONDE 49Scienza e Movimento - N. 5 Gennaio-Marzo 2016 L’AVVOCATO RISPONDE Il“rischioconsentito” nell’attivitàsportiva di Flavio Volontà Lo sport è un’attività cui l’ordinamento giuridico guarda con favore, tant’è che la sua tutela viene ricondotta direttamente all’art. 2 della Costituzio- ne che “garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svol- ge la sua personalità”. L’ordinamento tutela dun- que sia l’attività sportiva del singolo praticante sia delle associazioni che tale attività promuovono come completamento della crescita equilibrata e dello sviluppo psico-fisico dell’individuo. Del pari però l’ordinamento tutela la salute e l’integrità fisica dell’individuo che sono diritti di natura non disponibile del soggetto. È dunque necessario contemperare da un lato l’esigenza di tutela di un’attività di utilità sociale e dall’altro l’esigenza di tutela della salute degli individui. Pur con la consapevolezza, difatti, che lo sport rappresenti una occasione per migliorare ed ac- crescere il proprio stato di salute e benessere, è necessario considerare che un gran numero di attività sportive preveda l’esistenza di contatto fi- sico fra i partecipanti alla competizione. Tale con- tatto, ancorché involontario, può generare lesio- ni, talvolta anche gravi, che di per sé potrebbero integrare il reato di lesioni colpose. A determina- te condizioni, però, pur a fronte della violazione formale della norma penale, il comportamento dell’autore dell’illecito non sarà punito. A rendere lecito l’evento lesivo è proprio la presenza dell’i- stituto, elaborato ormai parecchi anni fa dalla L’avvocato risponde NOTE SULL’AUTORE Flavio Volontà Ha studio in Torino e svolge la professione prevalentemente in ambito penale, avendo altresì specifica competenza in questioni giuridiche che riguardano lo sport e la salute. flaviovolonta@studiolegalegv.it www.studiolegalegv.it >>
  • 8. Visitailnostrosito Cosa troverai sul nostro sito: CATALOGO ON-LINE - Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquistare gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. APPROFONDIMENTI - Il sito è inoltre sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfondimento su tutti gli argomenti più interessanti legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. NEWSLETTER - Iscrivendoti e dando la preferenza alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indirizzo e-mail. www.calzetti-mariucci.it