Posture e sport. La prevenzione dei traumi da carico iterativo
Vincenzo Canali
Posture e Sport – La forza e la flessibilità nei rapporti di flesso-estensione si pone l’obiettivo di applicare allo sport di qualsiasi livello ed alla vita di relazione, un sistema tridimensionale preventivo dei traumi da carico iterativo e l’ottimizzazione dei gesti tecnici come applicabilità della forza in un range motion che permetta alla fase dinamica di ogni gesto, di essere efficace senza produrre pericolose compensazioni sulle strutture più deboli.
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pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
Pagine da Postura e sport Vincenzo Canali Prevenzione traumi da carico iterativo
1. 31
capitolo
I
traumi da carico iterativo sono subdoli perché sopravvengono in
modo non allarmante e si insidiano nel sistema lavorativo del sog-
getto minandolo in modo progressivo fino a costringere la persona
a sospendere l’attività fisica o ad assumere atteggiamenti compensativi
errati che potenzialmente possono portare ad ulteriori traumi.
I principali traumi da carico iterativo hanno la base comune nelle
compensazioni che le articolazioni starter compiono a causa dei
movimenti eccentrici indotti, che alterano i corretti rapporti di flesso-
estensione.
Causa e origine dei traumi
da carico iterativo:
pubalgie, stiramenti,
dolori articolari, tendiniti
L’allungamento del quadricipite del capo distale prossimale permetterebbe alla gabbia
toracica di rimanere chiusa e all’addome di rimanere contratto.
L’azione in contrasto tra arti inferiori ed addome rispetto al bacino obbliga l'addominale
ad un'azione compensativa rispetto alla mancata estensione dell'anca
MOVIMENTO ECCENTRICO INDOTTO
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2. CAUSA E ORIGINE DEI TRAUMI DA CARICO ITERATIVO:
PUBALGIE, STIRAMENTI, DOLORI ARTICOLARI, TENDINITI CAPITOLO 31
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Differenti soggetti possono avere le stesse cause scatenanti e traumi
differenti, così come lo stesso trauma può avere cause differenti.
Ogni soggetto, a parità di causa scatenante ed a parità di compensa-
zione, può reagire in maniera diversa avendo una parte della catena
più debole rispetto ad altri soggetti che possono essere più deboli in
altri punti.
Da questa riflessione si può capire che, se il sistema circolare viene
interrotto in fase statica, la fase dinamica produce una forzatura del
sistema stesso in qualche punto della catena che generalmente è il
più debole o il più sollecitato dal gesto specifico che il soggetto
compie o entrambe le cose.
Altro aspetto importante è capire che la catena può essere interrotta
per cause differenti e procurare lo stesso trauma.
Bisogna quindi conoscere le origini del trauma valutando le attivazio-
ni non funzionali, da queste risalire alle specifiche resistenze che le
inibiscono ed il differente comportamento delle resistenze rispetto
alle attivazioni nei vari atteggiamenti del corpo, quindi rimuovere le
resistenze allenando sia la mobilità passiva che quella attiva statica
per riattivare i baricentri tecnici non riconosciuti dal SNC.
Questo procedimento permette di rimuovere il trauma agendo diret-
tamente ed indirettamente sulle cause del problema.
Conoscere l’origine del trauma da carico iterativo, significa avere la
possibilità di riprogrammare il soggetto affinché non si creino nuova-
mente le condizioni che hanno portato al trauma stesso.
Riprogrammare significa quindi ripristinare la funzionalità della parte
lesa rimuovendo sia le resistenze dirette (monoarticolari) che in cate-
na, affinché il sistema non legga la necessità di compensazione nel-
l’articolazione lesionata e possa invece leggere un aumento del
“Range motion” funzionale.
Le pubalgie, le tendiniti, le sciatalgie ed i movimenti disattivati dalla
ricerca della base di appoggio (equilibrio) sono spesso collegati all’i-
pofunzionalità del baricentro addominale.
I movimenti negativi vengono quindi indotti dal prevalere delle domi-
nanze o delle resistenze.
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3. 32
capitolo
L
a postura è strettamente connessa con i gesti tecnici specifici in
ogni tipo di azione, sportiva e non sportiva. La richiesta tecnica
specifica nel gesto tecnico è generalmente appannaggio degli alle-
natori che conoscono perfettamente quali sono le esigenze tecniche.
Per quale motivo ci sono sempre tanti contrasti tra l’aspetto tecnico
specifico e la postura se gli allenatori fanno richieste tecniche che
coincidono con le esigenze posturali?
La risposta è intrinseca al procedimento che i tecnici utilizzano per
arrivare allo scopo.
L’atleta viene allenato, così come si presenta in palestra, direttamen-
te verso un aspetto specifico.
Le azioni specifiche che comportano flesso-estensioni, non vengono
costruite utilizzando il sistema posturale ma direttamente realizzate,
spesso solo in maniera dinamica, appoggiandosi sul difetto posturale
del soggetto che così si amplifica.
Il percorso deve essere completo, non si può comprendere quale sia il
miglior punto di partenza solo allenando il piano condizionale e tecni-
co; conoscere la realtà posturale e modificarla per renderla base della
tecnica significa raddoppiare l’efficacia del lavoro e rendere la vita
sportiva e sociale del soggetto più duratura nella fase di benessere.
Come collegare le posture ai gesti tecnici specifici di ogni singolo
sport?
Le esperienze fatte fino ad oggi in varie attività come ginnastica, tuffi,
calcio, pallavolo, basket, rugby, vela, canoa, atletica (salti, mezzofon-
do e velocità), pattinaggio, karate, porta a comprendere che i gesti
tecnici specifici hanno una radice comune: l’utilizzo della flesso-
Dalla postura alla tecnica:
esempi
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4. DALLA POSTURA ALLA TECNICA: ESEMPI CAPITOLO 32
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estensione del bacino, delle caviglie e delle spalle per creare dei cari-
camenti che esprimono l’energia necessaria all’esecuzione, coadiuva-
ti dalle articolazioni non starter. Ad esempio il gesto del correre, il flic
flac, la granvolta della ginnastica ed il servizio nel tennis o nella palla-
volo ed il calciare la palla del calcio e del rugby, nuotare: tutti questi
gesti tecnici (e tanti altri) hanno una radice comune nella richiesta di
ampiezza articolare e i medesimi gesti utilizzano le stesse compensa-
zioni in caso di errore esecutivo.
Saranno ora analizzati alcuni di questi gesti per comprendere come
essi siano collegati tra loro e come la postura ed i rapporti di flesso-
estensione siano gli elementi comuni.
1. Correre. Nel gesto del correre è necessario mantenere il bacino in
avanzamento ed utilizzare i muscoli posteriori (ischio-crurali) nella
fase di impatto al suolo affinché il corpo avanzi. La posizione del
bacino in retroversione, che produce la rototraslazione, richiede
sempre l’utilizzo del sistema circolare.
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La flessione del ginocchio corrisponde all’estensione dell’anca (nella corsa funzionale)
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5. 2. Flic Flac. Il flic flac prevede una spinta degli arti inferiori tesi, un
avanzamento del bacino dovuta a retroversione, l’estensione del
cingolo scapolo-omerale senza avere cedimento nella colonna lom-
bare. Le suddette azioni richiedono l’utilizzo del sistema circolare.
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150
3. Granvolta. La granvolta
prevede una fase di appog-
gio rovesciato ed una fase
di sospensione, con tutte le
fasi determinate nei passag-
gi intermedi. La dinamica
prevede un’estensione del
cingolo scapolo-omerale e
del bacino per ottenere il
necessario caricamento per
la futura frustata. La realizza-
zione corretta richiede l’uti-
lizzo del sistema circolare.
4. Il servizio nel tennis e nella
pallavolo prevede un esten-
sione del cingolo scapolo-
omerale collegato ad un’e-
stensione del bacino, con il
soggetto in fase di appog-
gio plantare e successiva-
mente di volo; segue la fles-
sione dell’arto a livello della
spalla per imprimere energia
al gesto; l’energia espressa
è proporzionalmente colle-
gata con il supporto degli
arti inferiori e con gli atteg-
giamenti corretti del bacino.
5. Calciare la palla prevede
l’estensione dell’anca con
l’aggravante della flessione
della gamba sulla coscia. Per
ottenere la necessaria ener-
gia senza che la medesima
vada a provocare movimenti
errati del bacino, è necessa-
rio utilizzare il sistema circo-
lare per eseguire l’allunga-
mento dei flessori dell’anca
sia nella fase di flessione che
di estensione del ginocchio.
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7. L’azione di estensione del ginocchio per colpire la palla non deve
ripercuotersi come contraccolpo sul bacino, stirando i muscoli
flessori, gli adduttori e gli addominali.
6. Nuotare è un’azione che si compie prevalentemente a corpo esteso,
con movimenti vari degli arti superiori che attivandosi su vari piani,
sollecitano il cingolo
scapolo-omerale. Il
sistema circolare è
necessario per man-
tenere l’attivazione
dei baricentri tecnici
che entrano conti-
nuamente in catena
complessa rispetto ai
tre piani dello spazio.
151CAPITOLO 32 DALLA POSTURA ALLA TECNICA: ESEMPI
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8. Visitailnostrosito
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