1. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
2. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
3. Esiste un pro lo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
4. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
5. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
6. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale e vuole fare il primo passo su Facebook: meglio usare un pro lo o aprire una pagina pubblica?
7. Chi deve gestire gli account social dei politici in campagna elettorale
(il candidato, i comunicatori, entrambi)?
8. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
9. È e cace l’utilizzo dei social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
10. Il marketing virale può aiutare la politica?
(slide presentate allo IED, corso universitario in comunicazione politica, giovedì 26 novembre 2015)
Perché Proforma usa le slide (e perché suggerisce anche a voi di farlo)Proforma
Noi usiamo le slide:
- perché sono sinestetiche e rinforzano un discorso fatto semplicemente a voce
- perché favoriscono un racconto multimediale (testi + foto/audio/video)
- perché possono includere scelte simboliche, stilistiche e cromatiche che favoriscono la comprensione del messaggio
- perché liberano i destinatari dei messaggi dalla preoccupazione di “aver perso qualcosa”
- perché permettono di organizzare contenuti complessi
senza banalizzarli
- perché possono aiutare chi parla a non dimenticare i concetti
fondamentali
- per aumentare il ciclo di vita di una presentazione attraverso la distribuzione su Internet
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Proforma
Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini.
Contenuti della presentazione:
- l'ingresso delle slide a Palazzo Chigi
- il ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo
- il ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale
- il ruolo dei video nella comunicazione istituzionale
- l’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale
- l’effetto-Trump sulle regole classiche della comunicazione politica
(presentato alla Scuola Holden sabato 25 marzo 2017)
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Comunicatori (e) permanenti - cosa cambia nell'era dei parrucchieri-influencerProforma
Come si vende un prodotto, raccontare un'idea, vincere una campagna elettorale in un momento della storia in cui i parrucchieri sono tra i cinque professionisti con la maggiore credibilità e un "uomo qualunque" è ritenuto più credibile di un politico, un giornalista, un prete?
Le sfide di questa fase della storia della comunicazione commerciale, istituzionale e politica sono molto grandi e non tutte sono gestibili con facilità. Porsi alcune domande e provare a dare alcune risposte rapide è l'obiettivo di queste slide che ruotano attorno ad alcuni principi.
- La pubblicità è in questo momento lo strumento di persuasione meno convincente tra quelli a disposizione
- Le persone di cui storicamente "ci si fidava" non hanno più questo potere, che ora pare in mano all'uomo qualunque, al passante, all'utente di Internet che condivide un link. Questo comporta un profondissimo shock nelle modalità di formazione dell'opinione pubblica, modalità peraltro non facilmente tracciabili perché fortemente dispersive e atomizzate;
- chi conosce davvero il proprio interlocutore digitale, sa cosa vuole, di cosa ha bisogno, cosa lo annoia ha un enorme vantaggio competitivo su chi invece pensa di poter "vendere" qualcosa basandosi sulla sola forza della comunicazione
- Qualsiasi atto di comunicazione deve tenere conto dei meccanismi neurali che portano alla presa di decisioni. Non basta "avere ragione", essere "razionali": serve assecondare i meccanismi cerebrali semplici, quelli che fanno capo al "sistema 1" per com'è stato descritto da Daniel Kanheman
- Raccontare storie (cioè ordinare i contenuti secondo un formato narrativo e non solo descrittivo) diventa dunque sempre più importante per raggiungere correttamente i destinatari.
Perché Proforma usa le slide (e perché suggerisce anche a voi di farlo)Proforma
Noi usiamo le slide:
- perché sono sinestetiche e rinforzano un discorso fatto semplicemente a voce
- perché favoriscono un racconto multimediale (testi + foto/audio/video)
- perché possono includere scelte simboliche, stilistiche e cromatiche che favoriscono la comprensione del messaggio
- perché liberano i destinatari dei messaggi dalla preoccupazione di “aver perso qualcosa”
- perché permettono di organizzare contenuti complessi
senza banalizzarli
- perché possono aiutare chi parla a non dimenticare i concetti
fondamentali
- per aumentare il ciclo di vita di una presentazione attraverso la distribuzione su Internet
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Proforma
Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini.
Contenuti della presentazione:
- l'ingresso delle slide a Palazzo Chigi
- il ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo
- il ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale
- il ruolo dei video nella comunicazione istituzionale
- l’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale
- l’effetto-Trump sulle regole classiche della comunicazione politica
(presentato alla Scuola Holden sabato 25 marzo 2017)
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Comunicatori (e) permanenti - cosa cambia nell'era dei parrucchieri-influencerProforma
Come si vende un prodotto, raccontare un'idea, vincere una campagna elettorale in un momento della storia in cui i parrucchieri sono tra i cinque professionisti con la maggiore credibilità e un "uomo qualunque" è ritenuto più credibile di un politico, un giornalista, un prete?
Le sfide di questa fase della storia della comunicazione commerciale, istituzionale e politica sono molto grandi e non tutte sono gestibili con facilità. Porsi alcune domande e provare a dare alcune risposte rapide è l'obiettivo di queste slide che ruotano attorno ad alcuni principi.
- La pubblicità è in questo momento lo strumento di persuasione meno convincente tra quelli a disposizione
- Le persone di cui storicamente "ci si fidava" non hanno più questo potere, che ora pare in mano all'uomo qualunque, al passante, all'utente di Internet che condivide un link. Questo comporta un profondissimo shock nelle modalità di formazione dell'opinione pubblica, modalità peraltro non facilmente tracciabili perché fortemente dispersive e atomizzate;
- chi conosce davvero il proprio interlocutore digitale, sa cosa vuole, di cosa ha bisogno, cosa lo annoia ha un enorme vantaggio competitivo su chi invece pensa di poter "vendere" qualcosa basandosi sulla sola forza della comunicazione
- Qualsiasi atto di comunicazione deve tenere conto dei meccanismi neurali che portano alla presa di decisioni. Non basta "avere ragione", essere "razionali": serve assecondare i meccanismi cerebrali semplici, quelli che fanno capo al "sistema 1" per com'è stato descritto da Daniel Kanheman
- Raccontare storie (cioè ordinare i contenuti secondo un formato narrativo e non solo descrittivo) diventa dunque sempre più importante per raggiungere correttamente i destinatari.
Come preparare un dibattito politico in TVProforma
Suggerimenti per i candidati e per gli staff, per il lavoro online e offline. Una guida pratica per la preparazione dei dibattiti, l'analisi dell'avversario e gli accorgimenti per evitare errori, con alcuni consigli per il monitoraggio e la produzione dei contenuti sui social media.
Comunicazione autentica, comunicazione efficace: le dieci caratteristicheDino Amenduni
1. Coerenza messaggio/biografia
2. Non nascondere i difetti
3. Serio sì, serioso no
4. Dalla descrizione alla narrazione
5. No all’eccesso di retorica
6. Favorire i processi di identificazione
7. Didascalico, non autoreferenziale
8. La verità è una strategia quotidiana
9. Non eccedere in professionismo
10. Il testimonial sì, solo se esclusivo
Cosa c’è da sapere prima di iniziare una campagna di crowdfundingProforma
Tutti gli elementi teorici più importanti e lo studio di una campagna riuscita: ValigiaBlu (2015)
Sommario:
1. Come si costruisce una campagna di crowdfunding
• elementi costitutivi
• modalità di raccolta
• piattaforme di raccolta
• la strategia di comunicazione
2. Case study: la campagna di crowdfunding
di Valigia Blu (2015)
• il questionario
• la piattaforma
• le ricompense
• la strategia di comunicazione
• il gruppo di lavoro
• il video di lancio
• gli aggiornamenti intermedi
• i risultati finali
Come si promuove, difende o compromette la propria reputazione onlineDino Amenduni
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propria reputazione online. Cinque WIN, cinque FAIL e cinque riflessioni per districarsi sui social media
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Semantica dei nuovi media: il wikivocabolario (quinta versione)Dino Amenduni
Quaranta parole-chiave (aggiornabilissime) per chi lavora online e sui social media: strategie, tattiche, buone pratiche, strumenti, opportunità e limiti.
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)Dino Amenduni
Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
Le emozioni positive possono diventare virali?Proforma
La comunicazione politica contemporanea è caratterizzata da un uso massiccio di emozioni primarie negative come paura e rabbia. Chi ha utilizzato questa modalità ha spesso vinto le elezioni, di recente.
Anni di stimolazione dell'elettorato attraverso la paura e la rabbia stanno però restituendo il conto. Gli utenti sono sempre più stressati e sempre meno contenti di leggere contenuti politici online: esattamente il contrario di ciò che si sperava quando i social media iniziavano, una decina di anni fa, a diventare strumenti di comunicazione di massa.
La responsabilità dei politici e dei consulenti oggi risiede anche nel provare a cercare altre strade, più costruttive e meno ansiogene, per comunicare in modo efficace. Al TedX Salerno ho spiegato qual è, secondo me, la strada migliore per invertire questa tendenza.
(slide di Dino Amenduni)
Vincere l’internet senza usare il clickbait - otto consigli per l'ottimizzazi...Proforma
1. Individua l'eroe
2. Punta su interessi di nicchia
3. Trova storie che ispirino i comportamenti virtuosi delle persone
4. Sii multimediale
5. Usa didascalie descrittive e con un linguaggio familiare
6. Usa testi emozionanti e creano interesse
7. Inserisci tutte le informazioni indispensabili in didascalia
8. Non creare enfasi dove non serve
Come sopravvivere al nuovo algoritmo di FacebookDino Amenduni
Quali conseguenze ci sono per i produttori di contenuti? Il ruolo della reputazione, del chi-cosa-come, il peso dei video e delle community nella generazione di interesse.
(slide presentate allo Sport Digital Marketing Festival di Riccione, 14 giugno 2018)
Tra complessità e banalizzazione, un’etica della comunicazione politica
Le slide di Andrea Camorrino durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale.
Reggio Emilia
PolitiCamp – W la libertà
6 Luglio 2013
Perché i politici hanno bisogno di un sito personaleProforma
Queste slide servono a rispondere alla domanda: “A che servono i siti ora che si può far passare tutta la comunicazione digitale di un politico attraverso gli account sui social media?”
E le risposte sono quattro:
- per raccogliere dati
- per far conoscere meglio il programma
- per essere più facilmente rintracciabili sui motori di ricerca
- a supporto dello storytelling personale.
(Slide presentate al WordCamp Bari 2019, 18 maggio)
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Proforma
Errori, buone pratiche, obiettivi e scelte strategiche: traccia di lavoro per le prossime elezioni dopo le esperienze nel Regno Unito, Stati Uniti e Italia.
Come preparare un dibattito politico in TVProforma
Suggerimenti per i candidati e per gli staff, per il lavoro online e offline. Una guida pratica per la preparazione dei dibattiti, l'analisi dell'avversario e gli accorgimenti per evitare errori, con alcuni consigli per il monitoraggio e la produzione dei contenuti sui social media.
Comunicazione autentica, comunicazione efficace: le dieci caratteristicheDino Amenduni
1. Coerenza messaggio/biografia
2. Non nascondere i difetti
3. Serio sì, serioso no
4. Dalla descrizione alla narrazione
5. No all’eccesso di retorica
6. Favorire i processi di identificazione
7. Didascalico, non autoreferenziale
8. La verità è una strategia quotidiana
9. Non eccedere in professionismo
10. Il testimonial sì, solo se esclusivo
Cosa c’è da sapere prima di iniziare una campagna di crowdfundingProforma
Tutti gli elementi teorici più importanti e lo studio di una campagna riuscita: ValigiaBlu (2015)
Sommario:
1. Come si costruisce una campagna di crowdfunding
• elementi costitutivi
• modalità di raccolta
• piattaforme di raccolta
• la strategia di comunicazione
2. Case study: la campagna di crowdfunding
di Valigia Blu (2015)
• il questionario
• la piattaforma
• le ricompense
• la strategia di comunicazione
• il gruppo di lavoro
• il video di lancio
• gli aggiornamenti intermedi
• i risultati finali
Come si promuove, difende o compromette la propria reputazione onlineDino Amenduni
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propria reputazione online. Cinque WIN, cinque FAIL e cinque riflessioni per districarsi sui social media
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Semantica dei nuovi media: il wikivocabolario (quinta versione)Dino Amenduni
Quaranta parole-chiave (aggiornabilissime) per chi lavora online e sui social media: strategie, tattiche, buone pratiche, strumenti, opportunità e limiti.
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)Dino Amenduni
Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
Le emozioni positive possono diventare virali?Proforma
La comunicazione politica contemporanea è caratterizzata da un uso massiccio di emozioni primarie negative come paura e rabbia. Chi ha utilizzato questa modalità ha spesso vinto le elezioni, di recente.
Anni di stimolazione dell'elettorato attraverso la paura e la rabbia stanno però restituendo il conto. Gli utenti sono sempre più stressati e sempre meno contenti di leggere contenuti politici online: esattamente il contrario di ciò che si sperava quando i social media iniziavano, una decina di anni fa, a diventare strumenti di comunicazione di massa.
La responsabilità dei politici e dei consulenti oggi risiede anche nel provare a cercare altre strade, più costruttive e meno ansiogene, per comunicare in modo efficace. Al TedX Salerno ho spiegato qual è, secondo me, la strada migliore per invertire questa tendenza.
(slide di Dino Amenduni)
Vincere l’internet senza usare il clickbait - otto consigli per l'ottimizzazi...Proforma
1. Individua l'eroe
2. Punta su interessi di nicchia
3. Trova storie che ispirino i comportamenti virtuosi delle persone
4. Sii multimediale
5. Usa didascalie descrittive e con un linguaggio familiare
6. Usa testi emozionanti e creano interesse
7. Inserisci tutte le informazioni indispensabili in didascalia
8. Non creare enfasi dove non serve
Come sopravvivere al nuovo algoritmo di FacebookDino Amenduni
Quali conseguenze ci sono per i produttori di contenuti? Il ruolo della reputazione, del chi-cosa-come, il peso dei video e delle community nella generazione di interesse.
(slide presentate allo Sport Digital Marketing Festival di Riccione, 14 giugno 2018)
Tra complessità e banalizzazione, un’etica della comunicazione politica
Le slide di Andrea Camorrino durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Democrazia senza fiducia, comunicazione extramediale, il ruolo di Internet: le nuove dinamiche di socializzazione elettorale.
Reggio Emilia
PolitiCamp – W la libertà
6 Luglio 2013
Perché i politici hanno bisogno di un sito personaleProforma
Queste slide servono a rispondere alla domanda: “A che servono i siti ora che si può far passare tutta la comunicazione digitale di un politico attraverso gli account sui social media?”
E le risposte sono quattro:
- per raccogliere dati
- per far conoscere meglio il programma
- per essere più facilmente rintracciabili sui motori di ricerca
- a supporto dello storytelling personale.
(Slide presentate al WordCamp Bari 2019, 18 maggio)
Brexit, Trump, referendum: lezioni dalla politica del 2016Proforma
Errori, buone pratiche, obiettivi e scelte strategiche: traccia di lavoro per le prossime elezioni dopo le esperienze nel Regno Unito, Stati Uniti e Italia.
Proforma - corso universitario di comunicazione politica allo IED: tutte le s...Proforma
Tutti i moduli delle lezioni che Proforma ha tenuto allo IED, all'interno del corso universitario in comunicazione politica.
1. Le differenze essenziali tra un detersivo e un politico e la fantasmagoria del guru.
2. Governare la complessità nella patria degli analfabeti funzionali.
3. Bari, elezioni comunali 2014: la case-history
4. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le lezioni (Faccioni sui manifesti, etica aziendale, marketing virale, gestione delle comunità online: una selezione delle questioni
più frequenti raccolte in questi anni)
5. Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali (Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano)
6. Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social media (e cosa possiamo imparare da queste storie)
Cinque post politici di successo sui social mediaProforma
Cinque case history di successo e qualche appunto su cosa possiamo imparare da queste storie per la comunicazione politica online.
1. Hillary Clinton e un commento a un post di una pagina Facebook (luglio 2015)
2. Graziano Delrio versus Giorgia Meloni sulle corsie preferenziali a Roma (agosto 2015)
3. Matteo Salvini a Strasburgo dopo il referendum in Grecia (video da due minuti - luglio 2015)
4. Matteo Renzi (subito) dopo la finale Pennetta-Vinci agli US Open (settembre 2015)
5. Barack Obama e il tweet più popolare della storia della comunicazione politica (novembre 2012)
Le differenze essenziali tra un detersivo e un politico e la fantasmagoria de...Proforma
Nonostante una vulgata alla moda sostenga diversamente, la politica è cosa diversa da un prodotto commerciale.
E il guru è una figura mitologica.
Questo è quello che abbiamo sostenuto alla nostra prima lezione allo IED, corso di comunicazione politica.
Nel settembre 2015, Matteo Salvini si dice disponibile ad ospitare un profugo a casa sua.
Questo episodio ha molte più implicazioni di quelle subito apparenti, non solo dal punto di vista della comunicazione politica.
Da qui, alcune annotazioni e una domanda: nell'Italia della ipersemplificazione di ogni messaggio e di un analfabeta funzionale su due, è ancora possibile comunicare qualcosa di razionale?
Slide presentate alla Festa nazionale della comunicazione del PD il 26 settembre 2015
Sette idee (opinabilissime) sullo storytelling politicoProforma
1. È una scelta i cui effetti non si esauriscono in poche ore e in qualche titolo di giornale
2. Una sola storia non basta: i racconti vanno rinnovati più volte nel tempo
3. È parlare il linguaggio degli elettori e non quello degli eletti
4. È uno strumento per massimizzare l’efficacia dei contenuti politici, e non funziona in assenza di contenuti
5. È un metodo spesso convincente per trasformare i punti di debolezza in punti di forza
6. Funziona molto peggio senza il ricorso alle metafore
(e le metafore non funzionano senza una rappresentazione visiva)
7. Non teme i sondaggi e, anzi, prova a ribaltarli.
Metafore, slide, fuffa e contenuti: come distinguere un buon racconto da una supercazzola. Nella presentazione trovate analisi, casi pratici, comparazioni nel panorama italiano e internazionale della comunicazione politica degli ultimi 60 anni.
Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social mediaProforma
A. Come la politica dovrebbe comunicare online: la guida di Twitter
B. Politica e social media: regole minime di sopravvivienza
C. Cinque post di successo sui social media
(Moduli presentati allo IED, Roma, 17 dicembre 2015)
Michele Emiliano - Puglia 2015/2020: il programma del sindaco di Puglia e del...Dino Amenduni
Tutte le proposte del programma di Michele Emiliano candidato presidente della Regione Puglia su:
- rifiuti
- sanità
- legge elettorale e parità di genere
- borse di studio e formazione
- reddito di dignità
- "meno cemento, più Puglia"
- ricerca e innovazione
- ILVA
- riqualificazione urbana
Avversari, non nemici: come affrontare una campagna elettorale senza trasform...Dino Amenduni
1. Ridurre al massimo l’uso delle categorie pre-politiche dell’odio e dell’amore (soprattutto se usate dai leader, parlando di loro stessi).
2. Ridurre al massimo l’uso dei numeri falsi, usati pur di vincere a tutti i costi.
3. Evitare di comunicare la politica limitandosi a elogiare la propria parte e a contestare la parte avversaria: il riconoscimento del buono che arriva dall’altra parte è più credibile e distende gli animi.
4. Riconoscere la sconfitta, quando arriva. Senza alibi
(slide presentate a Parole Ostili, Trieste, 18 febbraio 2017)
Fasi della comunicazione politica in Italia e in occidentePiero Zilio
L'evoluzione della comunicazione politica può essere letta alla luce dei cambiamenti nelle campagne elettorali
Gli obiettivi di questa mini lezione sono:
1) definire la comunicazione politica
2) osservare l'evoluzione delle campagne elettorali
**Lezione 2 di 15 della serie «Comunicazione politica e media» in pubblicazione (estate 2014)**
Domande @PieroZilio con #PilloleComPol
Perché la politica italiana usa poco i dati? Dino Amenduni
Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato.
Intervento al Personal Democracy Forum Italia
Workshop: Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama?
Roma, 29 settembre 2014
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Lack of database culture, anti-politics, obsolete legislation:
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by Dino Amenduni
Personal Democracy Forum Italia
Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama? Rome, 29 September 2014
5 motivi per cui potresti aver visto almeno un post di Gianni Morandi nell’es...Dino Amenduni
1. Il racconto è autentico: è la pagina di Gianni Morandi, non è una pagina su Gianni Morandi.
2. Contenuti (multimediali) pubblicati ogni giorno, tutti i giorni: la serialità rende la pagina sempre invitante.
3. Sta “sul pezzo”: tiene conto delle discussioni d’attualità.
4. La gestione della pagina, pur essendo di un personaggio pubblico, non dimentica né omette la componente privata della propria vita.
5. Il vero vantaggio competitivo (perché lo fanno in pochissimi): risponde ai commenti!
Scrivere (per) la politica - dieci idee per un buon discorso politico Dino Amenduni
1. Semplicità, non banalità
2. Definizione della tua identità
3. Coerenza tra forme e contenuti
4. A prova di fact-checking
5. La verità è strategica
6. Empatia, non ruffianeria
7. Pathos e concretezza
8. Parlare della vita delle persone
9. Politica-pop, un tema delicato
10. Evitare l'autoreferenzialità.
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Il documento mostra l'esito complessivo delle Survey realizzate in ambito di gestione del talento e della comfort-zone relativamente ai temi della digitalizzazione, consolidamento e innovazione. L'obiettivo complessivo è quello di porre la persona "al centro".
Comunicazione politica efficace: tre elementi per aumentare l'efficacia dei t...Gianluca Giansante
Spesso si pensa che per essere convincenti sia sufficiente "dire le cose come stanno".
Ma chiunque abbia provato a convincere una persona che aveva un'opinione diversa dalla sua si sarà accorto che per quanti fatti, ragioni, dati, statistiche gli presentasse, quella persona rimaneva della sua opinione.
Questo accade perché i meccanismi di funzionamento della mente umana sono un po' diversi dalla rappresentazione che il modello del razionalismo illuminista ci ha proposto.
In questa presentazione troverai alcuni strumenti che puoi usare per aumentare l'efficacia dei tuoi discorsi e che puoi usare non solo in ambito politico, ma anche nel contesto aziendale o a casa, con il tuo partner o i tuoi figli.
La comunicazione (politica): una professione tra sartoria e data analysisProforma
Avere dei dati scientifici che aiutano nella analisi e nella elaborazione di strategie è fondamentale e, nonostante possa sembrare scontato che si proceda in questo modo, non sempre lo è.
Contemporaneamente, per chi fa il nostro mestiere esiste una quota di artigianato, di lavoro fatto a mano, di intuito, a volte di azzardo che, condiviso con il committente, comporta il rischio dell'errore.
Facebook e il Social Media Marketing. Come trasformare un fan in un cliente. ...Paolo Abbiati
Workshop rivolto alle PMI delle Marche organizzato da CDO Pesaro in collaborazione con Wave S.r.l.
Introduzione al Social Media Marketing e focus sulle strategie da adottare per trasformare un fan in un cliente
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (seconda versione)Dino Amenduni
Questa presentazione è la prima parte di un processo che sarà lungo e in continuo divenire: la definizione del vocabolario dei nuovi media: cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica). La prossima release è il 28 febbraio 2011, per suggerimenti: dino.amenduni@proformaweb.it
L’approccio educativo nella ricerca attiva del lavoroluciabaruffaldi
Questa presentazione parla del supporto educativo offerto a persone in ricerca lavorativa, raccontando l'esperienza di alcuni servizi comunali attivati nella provincia di Treviso.
Il difficile (ma necessario) incontro tra elettori ed eletti sui social mediaDino Amenduni
1. Vale la pena dedicare tempo a parlare di politica sui social media, o a scrivere commenti sulla bacheca/profilo di un politico se sei un cittadino?
2. Vale la pena dedicare tempo a rispondere ai commenti dei cittadini sui social media se sei un politico?
Ho provato a rispondere a queste due domande nei dieci minuti di intervento durante Inspiring PR 2017 - www.inspiringpr.it
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All'interno della presentazione abbiamo analizzato casi di successo e di fallimento di grandi aziende, istituzioni e politici, per scoprire quali sono le variabili da tenere d'occhio quando ci si trova in situazioni di promozione o difesa della propria immagine di brand.
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(presentazione per il Master InsideUSA2020)
Una guida, realizzata da Proforma per ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), per la gestione di crisi di comunicazione nelle istituzioni pubbliche.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
1. pubblicate il 26 novembre 2015
Dieci domande
che gli studenti ci fanno
durante le docenze
Faccioni sui manifesti, etica aziendale,
marketing virale, gestione delle comunità
online: una selezione delle questioni
più frequenti raccolte in questi anni
2. 2
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
chi sono
Mi chiamo Dino Amenduni
Twitter @doonie
e-mail dino.amenduni@proformaweb.it
tutto il resto about.me/dinoamenduni
Sono comunicatore politico e pianificatore strategico
per l’agenzia Proforma di Bari (www.proformaweb.it)
Sono collaboratore e blogger per Finegil-Gruppo Espresso
e La Repubblica Bari e formatore (su social media marketing
e comunicazione politica)
Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente
(sia la consultazione che il download) agli indirizzi
www.slideshare.net/doonie
e www.slideshare.net/proformaweb
3. 3
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
1. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
2. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
3. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare
sulla comunicazione politica online?
4. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
5. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
6. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale e vuole fare il primo
passo su Facebook: meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
7. Chi deve gestire gli account social dei politici in campagna elettorale
(il candidato, i comunicatori, entrambi)?
8. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
9. È efficace l’utilizzo dei social media anche
in contesti territoriali molto piccoli?
10. Il marketing virale può aiutare la politica?
le dieci domande
4. 4
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
prima di iniziare
Facciamo una raccolta di domande
libere da parte vostra.
Ad alcune ci sarà risposta già
in queste slide, ad altre proveremo
a rispondere in una prossima
presentazione.
5. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
1. Lavorate per tutti
i politici che vi chiamano?
No, per scelta.
Ma pensiamo che sia legittimo
pensarla diversamente
6. 6
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
No.
Riteniamo che le campagne elettorali richiedano il 101%
dello sforzo professionale dei consulenti di comunicazione
politica, in qualsiasi contesto si svolgano (dai piccoli centri
a campagne nazionali: ogni elezione ha uguale dignità,
e simili difficoltà).
La combinazione di alcune componenti abituali degli
appuntamenti elettorali (tempi stretti, tante decisioni
da prendere, tanti cambiamenti in corsa, gruppi di lavoro
da coordinare, pressione da parte degli elettori e dei media,
generale clima di sfiducia nei confronti della politica)
richiedono, a nostro avviso, massimo impegno,
dedizione e concentrazione (il 101%, appunto).
Lavorate per tutti?
7. 7
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
No.
L’unico modo, per noi, di dare questo benedetto 101%
è avere anche solo un minimo di condivisione emotiva,
valoriale, politica di ciò che il candidato propone all’elettorato.
Non tutti i candidati possono piacere allo stesso modo (così
come non siamo piaciuti allo stesso modo a tutti i candidati),
ma abbiamo bisogno di un livello minimo di partenza per poter
dare il massimo.
Per questo abbiamo deciso di non accettare commesse
che provengono dalla parte politica più lontana
dalle nostre idee (la destra, nello specifico).
8. 8
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
No, ma non è detto che sia giusto.
Non ci sogneremmo mai di dire che il nostro modello
aziendale sia l’unico corretto, anzi.
Molti consulenti politici ritengono che l’unico metodo
per svolgere correttamente questa professione sia
sostanzialmente il nostro opposto, cioè lavorare
mantenendo distanza critica dai candidati e dalle loro idee.
Il distacco, visto da noi come un elemento capace di non farci
rendere al massimo, può essere invece considerato
il giusto ingrediente per dare consigli e suggerimenti
non viziati da componenti emotive o di appartenenza.
Lasciamo al lettore la scelta su quale modello adottare.
9. 9
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Non esiste un modello universalmente valido:
entrambi gli approcci (lavoro “di appartenenza” e lavoro “per tutti”)
convivono da sempre nel panorama della comunicazione politica,
rinnovando un confronto sempre stimolante.
C’è lo stesso dilemma nella professione
di comunicatore politico: è un mestiere a parte, che richiede
competenze specifiche, o un professionista deve saper “vendere” un politico
e un detersivo allo stesso modo? Noi pensiamo che sia un lavoro specifico,
pubblicitari molto più bravi di noi (Jacques Seguela, ad esempio), la pensano
all’opposto.
La nostra posizione è un lusso:
se fossimo un’agenzia che fa solo campagne elettorali, non potremmo
permettercelo. Lavorare anche nel campo della comunicazione non politica
ci rende più liberi di scegliere.
In sintesi
10. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
2. Voglio fare comunicazione
politica: mi date un consiglio?
Ne diamo due: fare almeno una campagna
dietro le quinte, presentarsi dai politici
con un piano di lavoro già pronto
11. 11
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
1. Fare una campagna dietro le quinte
Spesso si impara più lavorando come volontari in una campagna
elettorale, anche molto piccola, anche in un ruolo molto
marginale, che studiando modelli teorici troppo elaborati
(e troppo slegati dal contesto italiano, specie locale).
Il nostro primo consiglio è, dunque: cercate la pratica,
l’esperienza concreta, anche non su livelli nazionali,
perché si impara molto di più “sporcandosi le mani”
che studiando ma a “distanza di sicurezza”.
Nel bene e nel male, si impara più dietro
le quinte, e questo tipo di esperienza non si può trovare altrove,
se non in campagna elettorale.
Due consigli
12. 12
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
2. Andare dai politici ma con le idee chiare
L’offerta di comunicazione politica professionale
supera, al momento, la domanda.
La cultura della comunicazione politica fa fatica a radicare e ancora
oggi ci sono tantissimi politici e partiti che non ritengono di aver
bisogno di consulenti, di analisi, di sondaggi, di dati scientifici.
Per questo non è più sufficiente andare da un politico
e dire di essere in grado di fare una campagna elettorale.
Serve un altro approccio, più dispendioso dal punto
di vista del tempo e dell’impegno necessario. Serve
andare da un cliente potenziale illustrando con precisione qual è lo
scenario, qual è la potenziale crisi di comunicazione e come si risolve.
13. 13
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Possibile schema di lavoro:
Individuazione di un partito o di un politico
con cui si intende lavorare;
Analisi scientifica dei punti di forza e dei punti
di debolezza nell’attuale comunicazione del destinatario;
Spiegazione puntuale di come si intendono risolvere i punti
di debolezza, in quanto tempo, con quali strumenti e perché è così
importante che il politico investa per risolvere i problemi segnalati;
Indicazione chiara e definita di quale può essere
il ruolo del comunicatore politico per risolvere il problema
evidenziato (e, dunque, perché un politico dovrebbe
scegliere proprio quel collaboratore).
14. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
3. Esiste un profilo professionale
ideale per la comunicazione
politica online?
Spoiler: il percorso accademico
conta fino a un certo punto
15. 15
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Sì, esiste un profilo professionale ideale
per chi vuole fare comunicazione politica online.
Le sue caratteristiche:
Buona e autonoma conoscenza della politica
(per precedente militanza o per passione) e delle sue dinamiche,
che difficilmente possono essere ‘insegnate’ (all’Università
o nei corsi di formazione) o trasmesse da un profilo senior
a un profilo junior in un’agenzia.
Profilo professionale ideale
16. 16
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Autonomia totale dal punto di vista della
produzione tecnica di contenuti: chi sa montare
un video, creare manifesti o webcard, sa scrivere un testo
e sa lavorare in gruppo (senza eccellere necessariamente
in tutto) ha un chiaro vantaggio competitivo in questa fase
della storia della comunicazione politica italiana, e non solo.
Capacità di lavoro sotto stress e
aumento della disponibilità di tempo
all’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale.
Capacità di svolgere lavori simili
per più clienti contemporaneamente
per potersi garantire la piena sostenibilità economica,
sia da freelance sia in agenzia.
17. 17
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Il curriculum accademico non basta,
serve l’esperienza sul campo. E serve fare gavetta.
La competenza professionale non basta, quando il mercato è saturo.
Serve un approccio più proattivo, in cui problemi e soluzioni
siano mostrati ai politici con prontezza,
in alcuni casi prima ancora che loro siano consapevoli di avere quel tipo di problemi.
Meglio una buona campagna locale,
con autonomia e responsabilità, che una grande campagna nazionale
ma con un ruolo piccolo e defilato, specie nelle prime fasi.
Il comunicatore politico, se gli va bene,
lavora sette giorni su sette e 24 ore su 24.
O si accetta questa regola (almeno in alcune parti dell’anno) o si rischia
di non essere efficaci come servirebbe in questo momento storico.
In sintesi
18. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
4. Manifesti elettorali:
faccioni sì o faccioni no?
Dipende
(dal livello di popolarità
del candidato)
19. 19
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Faccioni sì o faccioni no?
Dipende
Partiamo da un presupposto. Questo tipo di valutazione non
dovrebbe essere di tipo estetico, ma legato alla gestione
di una variabile: la popolarità del candidato all’interno
dell’elettorato di riferimento.
Popolarità assoluta: percentuale di elettori
che conoscono il candidato.
Popolarità relativa: confronto di popolarità tra il
candidato e i suoi competitor (tenendo conto anche della
distanza temporale dalla data delle elezioni).
Più basso è l’indice di popolarità assoluta, più largo è il divario
tra i candidati (con il “nostro” candidato in svantaggio), più il
volto sui manifesti è strategicamente sensato.
20. 20
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Sì
Francesca Barracciu
Primarie del centrosinistra (settembre
2013, Sardegna) - volto sul manifesto
perché il livello di conoscenza del
candidato era più basso rispetto al
Presidente Cappellacci, essendo lei la
sfidante.
Il manifesto della campagna è dunque
utile ad aumentare la notorietà
all’interno di un pubblico più ampio.
21. 21
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
No
Matteo Renzi
Primarie del centrosinistra (dicembre
2013, Italia) - il volto sul manifesto non
è stato necessario perché il livello di
conoscenza del candidato era molto alto
sia in termini assoluti, sia nei confronti dei
competitor (Cuperlo, Civati, Pittella).
22. 22
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Stesso candidato, campagne
diverse, strategie diverse
Nichi Vendola
Regionali Puglia (2005) - il volto
sul manifesto è stato utile perché
Vendola era stato in Parlamento negli
anni precedenti e aveva percentuali
di notorietà molto più basse rispetto
a Raffaele Fitto, Presidente di Regione
in carica.
23. 23
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Stesso candidato, campagne
diverse, strategie diverse
Nichi Vendola
Regionali Puglia (2010) - lo scenario è
molto diverso dalla campagna di cinque
anni prima: Vendola ha governato e
dunque è molto più conosciuto dei suoi
principali avversari, Palese e Poli Bortone.
Il volto non è dunque indispensabile dal
punto di vista strategico.
24. 24
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Presupposto: un sondaggio che vi dica qual è il livello
di notorietà del candidato. Senza questo indicatore la scelta
è totalmente arbitraria e svincolata da ogni riflessione strategica.
Orientamento: il volto è utile per aumentare il
tasso di popolarità in tempi brevi, soprattutto se si agisce
contemporaneamente su altri mezzi (spot tv, social media, stampa,
presenze televisive) per consolidare l’associazione nome-volto.
Nessuna scelta è definitiva: non esistono
candidati per cui il volto sui manifesti va sempre bene o sempre
male. Lo stesso candidato può avere esigenze che cambiano
negli anni e a seconda del contesto (a partire dalle caratteristiche
dei competitor).
In sintesi
25. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
5. Non avete paura
che le vostre campagne
siano oggetto di satira?
No, anzi.
Quando è possibile,
progettiamo campagne
fatte apposta per essere taroccate
26. 26
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Paura della satira?
No, anzi.
Da qualche anno proviamo a progettare campagne il cui sviluppo
(visual, concept) è naturalmente orientato a stimolare processi
generativi da parte degli utenti.
Questo tipo di apertura può favorire l’aumento di visibilità
e di popolarità delle campagne, soprattutto se sono
inserite in un contesto competitivo molto polarizzato, con grande
“tifo” e allo stesso tempo grande ostilità per il candidato con cui
stiamo lavorando.
In alcuni casi non ci limitiamo a realizzare campagne “virali”, ma
costruiamo strumenti (ad esempio generatori automatici di manifesti)
che permettano a chiunque, anche senza alcuna competenza grafica,
di realizzare adattamenti liberi.
27. 27
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Tarocca il Manifesto (Regionali 2010)
Sito “neutro” (ma progettato dal comitato Vendola) in cui l’utente
poteva liberamente taroccare i manifesti dei tre candidati principali.
85% dei manifesti generati ha riguardato Vendola, circa il 50%
di quei manifesti era “negativo” ma nelle ore successive
alla pubblicazione del sito, la campagna di Vendola ha sovrastato
quella degli avversari sui social media.
28. 28
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Oppure Vendola (Primarie 2012)
Campagna creata con un concept ipervirale. Sapevamo che la
generazione dei manifesti avrebbe potuto ottenere effetti satirici,
ma anche che in questo modo il claim “Oppure Vendola” sarebbe
diventato più rapidamente popolare sul web.
29. 29
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Matteo Renzi (Primarie 2013)
Il sito www.cambiaverso.com
permetteva agli utenti di generare
il proprio manifesto personalizzato
e di pubblicarlo direttamente su
Facebook e su Twitter, con un solo click
e inserendo solo il proprio testo.
Grazie a questo strumento, sono stati
realizzati oltre 10mila manifesti nella
prima settimana dopo l’uscita del
generatore.
30. 30
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Non avere paura dei “manifesti
tarocchi”: se la campagna non funziona, non funzionerà
anche se non sarà oggetto di satira. Se funziona, è meglio far sì
che circoli nel modo più semplice e virale possibile.
Scelta strategica e di creatività: le campagne
non sono “virali” per definizione. Chiaramente un candidato molto
amato o molto odiato favorisce meccanismi di generazione di
manifesti. Ma è altrettanto importante progettare una campagna
che si presti a questo tipo di declinazioni. La progettazione, dunque,
può condizionare almeno in parte concept e visual della campagna.
Evitare di inserire il candidato
(in particolare foto, in particolare il volto) direttamente sui manifesti
oggetto di satira. Questo potrebbe favorire un effetto-boomerang
(l’oppositore può mettere parole scomode in bocca al candidato).
In sintesi
31. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
6. Che faccio,
apro una fanpage?
Primi passi di campagna elettorale
su Facebook
32. 32
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Che faccio, apro una fanpage?
Non è più necessario, ma molto dipende
da cosa si è fatto in passato.
Alternative strategiche:
Il politico ha già un profilo personale, lo ha sempre usato per parlare di
politica e intende continuare a farlo → Si può continuare a usare
il profilo personale, rendendo pubblici tutti i post da quel
momento in poi.
Il politico ha già un profilo personale, ma non lo usa per parlare di
politica → Il profilo personale può restare aperto, ma deve essere
usato per interagire con i propri amici. Tutto il flusso politico-
elettorale potrà essere sviluppato, in questo caso, su una pagina
pubblica, sul profilo personale si parlerà di politica il meno possibile,
per differenziare i flussi informativi tra profilo e pagina pubblica.
33. 33
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Il politico ha già un profilo personale e/o una pagina pubblica,
ma non utilizza i social media in prima persona - aprire una
pagina pubblica gestita dallo staff (dichiarandolo),
facendo migrare l’eventuale profilo privato sulla pagina
pubblica per non perdere i contatti acquisiti
Il politico non è presente sui social media a inizio campagna
elettorale - aprire direttamente una pagina pubblica per
sfruttare le opportunità collegate a questo strumento (a
partire dai post sponsorizzati).
34. 34
Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Buona pratica (non politica): profilo
personale Facebook di Selvaggia
Lucarelli: gestione personale
dell’account, risposta ai commenti,
privacy “pubblica” per i post rendono
inutile l’apertura di una pagina
pubblica.
Gli utenti possono
direttamente seguire il
profilo e interagire senza
essere necessariamente
amici dell’utente.
35. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
7. Chi deve gestire gli account
di un politico sui social media?
(O anche: può un politico,
compromettere mesi
di lavoro con un tweet?
Sì, può. Così come può farlo
un comunicatore)
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Chi gestisce gli account?
Regola generale: meglio la gestione imperfetta
e naturale di un politico rispetto a quella
perfetta e “artificiale” di uno staff, agli elettori
(giustamente) interessa di più così.
Alternative strategiche:
Se un politico gestisce già i suoi account sui social
e intende continuare a farlo, l’assistenza può riguardare
la valutazione di contenuti da condividere intervenire
ex ante, o il monitoraggio del feedback ex post.
Sarebbe comunque inutile, se non addirittura sbagliato
o controproducente, “espropriare” la gestione social di un
politico. Si perde in naturalezza e ci possono essere anche
tensioni tra politico e consulenti sul “chi fa cosa”.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Se un politico preferisce in modo netto un social media
sugli altri, il compromesso può essere: lui/lei gestisce in
prima persona il social “preferito”, lo staff gestisce gli altri
canali con un tono di voce più istituzionale.
Nota: gli utenti preferiranno comunque l’originale.
Se un politico non utilizza i social media, è sensato che
lo staff apra i canali personali
(in particolare Facebook e Twitter) chiedendo però
al politico di intervenire in prima persona
a intervalli più o meno regolari.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Il “compromesso Emiliano”: su Twitter
il presidente della Regione Puglia
gestisce quasi esclusivamente in prima
persona (incluso qualche “coraggioso”
retweet), su Facebook è maggiormente
sostenuto dallo staff.
Effetto: Emiliano è uno
dei pochi politici italiani
ad avere più follower
su Twitter che like su
Facebook: gli utenti
preferiscono l’originale.
39. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
8. Cosa faccio quando
un utente trolla o insulta?
La modalità Gandhi,
la modalità Darth Fener,
la modalità Morandi
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Guerra contro i troll
Premessa: qualsiasi strategia si decide
di utilizzare, va dichiarata e resa pubblica.
Esistono due macrostrategie di lavoro possibili:
Non moderare nulla. È la nostra preferita perché:
a. riteniamo che uno spazio social costantemente aggiornato
e curato porti gli utenti ad autogestirsi maggiormente.
Meno c’è cura del feedback,
più c’è spazio per troll e insulti.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
b. riteniamo che, soprattutto in campagna elettorale,
le parole scritte sui social dagli utenti possano
offrire un ulteriore elemento di riflessione per chi
deve votare. Esempio: Cecile Kyenge, campagna
europee 2014: zero moderazione perché anche
gli insulti ricevuti possono aiutare un elettore a
decidere da che parte stare.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Moderare, ma spiegare come e perché.
È la strategia maggiormente indicata per le istituzioni. Qualsiasi
intervento di moderazione dei commenti deve essere giustificato
da un sistema pubblico di regole che non porti gli utenti a sentirsi
vittime di censura o discriminazione. Esempio: il blog collettivo
Valigia Blu, mutuando in parte le linee-guida del The Guardian,
ha condiviso le buone pratiche di partecipazione sui suoi spazi di
discussione (social media e commenti del sito).
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Stile di gestione: modalità “Gandhi”
Valorizzare tutti i commenti costruttivi,
anche critici, dando sistematicamente feedback
a quel tipo di commento.
Non perdere la pazienza
durante i momenti di polarizzazione
del confronto, cercando la mediazione
e il riconoscimento del valore
nei contenuti della persona
con cui si sta discutendo (qui lo
scambio Esposito-Meloni-Delrio).
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Rispondere anche ai troll, senza esagerare,
ma farlo pensando al valore pubblico dello scambio
(parlare al troll per parlare a tutti i partecipanti).
Rispondere sempre nel merito
rinunciando a rivendicazioni personali
anche legittime.
Fare tutto questo con grande regolarità e sistematicità,
per qualsiasi post, con qualsiasi utente,
senza creare distinzioni.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Stile di gestione: modalità “Darth Fener”
(o modalità “James Blunt”)
Utilizzare lo stesso tono di voce dell’interlocutore,
anche quando quest’ultimo è aggressivo.
Ignorare le provocazioni, soprattutto se ripetute.
Mettere in evidenza affermazioni e comportamenti palesemente
scorretti da parte degli interlocutori, senza porsi particolari
scrupoli.
Bannare sistematicamente chi non rispetta le regole.
(Qui un post sul rapporto piuttosto franco
tra James Blunt e i suoi follower su Twitter)
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Stile di gestione: modalità “Gianni Morandi”
Pochi contenuti, ma pubblicati tutti i giorni.
Rispondere ai commenti, ma farlo tutti i giorni.
Mantenere il filo dei discorsi fatti in precedenza sui social media,
a partire dai commenti degli utenti.
Ma soprattutto, trollare più forte dei troll.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Macrostrategie di moderazione
e stile di gestione dipendono
dall’incrocio di tre variabili:
tono di voce desiderato;
livello di reputazione digitale del mittente;
capacità tecniche e soprattutto relazionali
di chi gestisce i social media.
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9. I social media sono utili
in campagna elettorale
anche nei piccoli comuni?
(e anche dove ci sono
pochi utenti di Internet
e poca connettività veloce?)
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
E se fossero più utili nei piccoli centri,
invece che nelle grandi città?
Orientamento generale: all’aumentare della complessità
del sistema dei media, aumenta la tendenza alla
“reintermediazione” della comunicazione
sui social media, cioè l’elaborazione, discussione
e riutilizzo sui media tradizionali.
Quindi, in teoria, i grandi centri sono i luoghi ideali
per utilizzare i social media.
Campagne social in campagna
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Ma lavorando per sottrazione, emerge un altro aspetto: in assenza di
giornali, televisioni e altri media, come accade nei piccoli centri, i social
(di un’amministrazione, o anche di un politico in campagna elettorale)
possono rappresentare il principale strumento di informazione per i
cittadini, così come le discussioni online possono proseguire offline
e viceversa a causa della più facile sovrapposizione
tra le comunità reali nei piccoli centri
e le corrispettive comunità digitali (“ci conosciamo tutti”).
In sintesi: l’efficacia potenziale dei social media in campagna elettorale
appare inversamente proporzionale rispetto alla complessità del
sistema dei media nel territorio dove si va a votare.
Meno il sistema è complesso, più c’è potenziale.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Questo orientamento vale per
la comunicazione elettorale
ma ancor di più per
la comunicazione
istituzionale, e funziona
ancora meglio se esiste una
virtuosa integrazione tra online
e offline.
Il sindaco di Capannori (Lucca)
organizza momenti regolari e
codificati di interazione, il cui
calendario è disponibile sul sito
del Comune.
52. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
10. Il marketing virale
può aiutare la politica?
Sì, ma senza esagerare.
La politica è sempre
più importante
della comunicazione
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Sì, ma senza esagerare.
Se è vero che una buona comunicazione può aiutare, è
altrettanto che vero che una buona comunicazione, da sola,
non basta per vincere le elezioni.
Serve molto altro, serve la politica. Servono le cose fatte per un
sindaco, una proposta chiara per un candidato, una visione
strategica d’insieme per un gruppo di lavoro. Per questo motivo
bisogna fare sempre attenzione a dare il giusto peso a ogni
singola componente della comunicazione pensando che nessuna
idea, da sola, risulta davvero decisiva.
I video virali, anche geniali, non fanno eccezione.
Il marketing virale aiuta?
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Cos’è un video virale
Un video è virale quando:
È condiviso dai tastemaker, da utenti con grande popolarità e
reputazione che accelera il processo di conoscenza del contenuto;
Ha un format facilmente riproducibile
da altri utenti, che moltiplicano sia la portata del contenuto,
sia la conoscenza dello stesso;
Contiene componenti (soggetto, sceneggiatura, scelte stilistiche)
imprevedibili, che tengano alta l’attenzione dello spettatore.
Queste tre condizioni sono necessarie,
ma non sufficienti. I video virali non si costruiscono in
laboratorio (salvo rarissimi, e comunque non del tutto gestibili, casi).
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Michele Emiliano - “Problemi di elezione”
(Amministrative 2009)
Un video autoprodotto a costo zero da due volontari
diventa così popolare su Internet da indurre un cambio di
pianificazione sui mezzi tradizionali: questo video va in
televisione nell’ultima settimana prima delle elezioni.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Michele Emiliano - Gianni Paulicelli
(Amministrative 2009)
Un noto commerciante barese, conosciuto per
i suoi video pubblicitari sulle principali tv locali,
realizza uno spot politico “atipico” a sostegno
di Michele Emiliano, sindaco di Bari.
Qui un suo spot originale...
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Michele Emiliano - Gianni Paulicelli
(Amministrative 2009)
… e qui lo spot politico, realizzato tenendo conto
di tutte le caratteristiche stilistiche dell’originale,
ma con un messaggio forte e di profonda attualità
per le amministrative 2009: il no al nucleare.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Michele Emiliano - Gianni Paulicelli
(Amministrative 2009)
Lo spot per la tv e per internet (due minuti) con cui
Michele Emiliano, rilanciando e rovesciando un messaggio
elettorale di Berlusconi, comunica la sua candidatura
nelle ultime due settimane di campagna elettorale.
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
Virali si nasce, non si diventa
È giusto impegnarsi per progettare contenuti (in particolare video)
di successo, ma se la grande idea non arriva, non bisogna fissarsi
né disperdere troppe energie in questo segmento.
Virale è autoironico
Anche se in politica può sembrare difficile, o addirittura pericoloso,
è impossibile pensare a un contenuto davvero virale senza tenere conto
di una dose, anche piccola, di ironia, meglio se applicata a se stessi.
Virale è genuino
Un video troppo perfetto, patinato, preciso, difficilmente riuscirà a
ottenere la carica empatica necessaria alla diffusione di un contenuto.
Meglio impreciso ma fatto in casa, vero, accessibile a tutti.
Virale non è tutto
La politica viene sempre prima della comunicazione. Mai dimenticarselo.
In sintesi
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Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le docenze
conclusione
“Voglio una squadra con tre C:
Cabeza, Corazón y Cojones.”
Andrea Anastasi
2005
(la traduzione delle tre C è superflua)
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