Un esperimento lungo, in continuo divenire e quindi potenzialmente infinito: la definizione del vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio.
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Il difficile (ma necessario) incontro tra elettori ed eletti sui social mediaDino Amenduni
1. Vale la pena dedicare tempo a parlare di politica sui social media, o a scrivere commenti sulla bacheca/profilo di un politico se sei un cittadino?
2. Vale la pena dedicare tempo a rispondere ai commenti dei cittadini sui social media se sei un politico?
Ho provato a rispondere a queste due domande nei dieci minuti di intervento durante Inspiring PR 2017 - www.inspiringpr.it
Nichi Vendola: la sfida italiana della comunicazione politica sul webDino Amenduni
Dalla Presidenza della Regione Puglia
alla corsa per diventare Premier:
il ruolo dei social media
Parigi, 16 novembre 2011
Du web en politique: que nous reserve 2012?
RSLN – Microsoft France
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
Semantica dei nuovi media: il wikivocabolario (quinta versione)Dino Amenduni
Quaranta parole-chiave (aggiornabilissime) per chi lavora online e sui social media: strategie, tattiche, buone pratiche, strumenti, opportunità e limiti.
Comunicatori (e) permanenti - cosa cambia nell'era dei parrucchieri-influencerProforma
Come si vende un prodotto, raccontare un'idea, vincere una campagna elettorale in un momento della storia in cui i parrucchieri sono tra i cinque professionisti con la maggiore credibilità e un "uomo qualunque" è ritenuto più credibile di un politico, un giornalista, un prete?
Le sfide di questa fase della storia della comunicazione commerciale, istituzionale e politica sono molto grandi e non tutte sono gestibili con facilità. Porsi alcune domande e provare a dare alcune risposte rapide è l'obiettivo di queste slide che ruotano attorno ad alcuni principi.
- La pubblicità è in questo momento lo strumento di persuasione meno convincente tra quelli a disposizione
- Le persone di cui storicamente "ci si fidava" non hanno più questo potere, che ora pare in mano all'uomo qualunque, al passante, all'utente di Internet che condivide un link. Questo comporta un profondissimo shock nelle modalità di formazione dell'opinione pubblica, modalità peraltro non facilmente tracciabili perché fortemente dispersive e atomizzate;
- chi conosce davvero il proprio interlocutore digitale, sa cosa vuole, di cosa ha bisogno, cosa lo annoia ha un enorme vantaggio competitivo su chi invece pensa di poter "vendere" qualcosa basandosi sulla sola forza della comunicazione
- Qualsiasi atto di comunicazione deve tenere conto dei meccanismi neurali che portano alla presa di decisioni. Non basta "avere ragione", essere "razionali": serve assecondare i meccanismi cerebrali semplici, quelli che fanno capo al "sistema 1" per com'è stato descritto da Daniel Kanheman
- Raccontare storie (cioè ordinare i contenuti secondo un formato narrativo e non solo descrittivo) diventa dunque sempre più importante per raggiungere correttamente i destinatari.
Cinque domande frequenti sulla comunicazione politica onlineDino Amenduni
In queste slide ho provato a rispondere a un po' di quesiti che in questi anni hanno spesso rimbalzato tra docenze e social media:
1. Un politico sta per iniziare una campagna elettorale
e vuole fare il primo passo su Facebook:
meglio usare un profilo o aprire una pagina pubblica?
2. Chi deve gestire gli account social dei politici
in campagna elettorale (il candidato, i comunicatori, entrambi)?
3. Cosa faccio quando un utente trolla o insulta?
4. È utile utilizzare i social media anche in contesti territoriali molto piccoli?
5. Esiste un profilo professionale ideale per lavorare sulla comunicazione politica online?
Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)Dino Amenduni
Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Febbraio-Giugno 2013
Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media
Il difficile (ma necessario) incontro tra elettori ed eletti sui social mediaDino Amenduni
1. Vale la pena dedicare tempo a parlare di politica sui social media, o a scrivere commenti sulla bacheca/profilo di un politico se sei un cittadino?
2. Vale la pena dedicare tempo a rispondere ai commenti dei cittadini sui social media se sei un politico?
Ho provato a rispondere a queste due domande nei dieci minuti di intervento durante Inspiring PR 2017 - www.inspiringpr.it
Nichi Vendola: la sfida italiana della comunicazione politica sul webDino Amenduni
Dalla Presidenza della Regione Puglia
alla corsa per diventare Premier:
il ruolo dei social media
Parigi, 16 novembre 2011
Du web en politique: que nous reserve 2012?
RSLN – Microsoft France
Campagne elettorali - i professionisti sono indispensabili?Dino Amenduni
Cinque ragioni per affidarsi ai tecnici della comunicazione politica. Slideshow presentato il 17 dicembre 2011 a San Giorgio a Cremano (Na) per Comizi di Classe, scuola di formazione politica del Pd Napoli
Semantica dei nuovi media: il wikivocabolario (quinta versione)Dino Amenduni
Quaranta parole-chiave (aggiornabilissime) per chi lavora online e sui social media: strategie, tattiche, buone pratiche, strumenti, opportunità e limiti.
Comunicatori (e) permanenti - cosa cambia nell'era dei parrucchieri-influencerProforma
Come si vende un prodotto, raccontare un'idea, vincere una campagna elettorale in un momento della storia in cui i parrucchieri sono tra i cinque professionisti con la maggiore credibilità e un "uomo qualunque" è ritenuto più credibile di un politico, un giornalista, un prete?
Le sfide di questa fase della storia della comunicazione commerciale, istituzionale e politica sono molto grandi e non tutte sono gestibili con facilità. Porsi alcune domande e provare a dare alcune risposte rapide è l'obiettivo di queste slide che ruotano attorno ad alcuni principi.
- La pubblicità è in questo momento lo strumento di persuasione meno convincente tra quelli a disposizione
- Le persone di cui storicamente "ci si fidava" non hanno più questo potere, che ora pare in mano all'uomo qualunque, al passante, all'utente di Internet che condivide un link. Questo comporta un profondissimo shock nelle modalità di formazione dell'opinione pubblica, modalità peraltro non facilmente tracciabili perché fortemente dispersive e atomizzate;
- chi conosce davvero il proprio interlocutore digitale, sa cosa vuole, di cosa ha bisogno, cosa lo annoia ha un enorme vantaggio competitivo su chi invece pensa di poter "vendere" qualcosa basandosi sulla sola forza della comunicazione
- Qualsiasi atto di comunicazione deve tenere conto dei meccanismi neurali che portano alla presa di decisioni. Non basta "avere ragione", essere "razionali": serve assecondare i meccanismi cerebrali semplici, quelli che fanno capo al "sistema 1" per com'è stato descritto da Daniel Kanheman
- Raccontare storie (cioè ordinare i contenuti secondo un formato narrativo e non solo descrittivo) diventa dunque sempre più importante per raggiungere correttamente i destinatari.
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Comunicare Nichi Vendola sui social media: la giornata tipoDino Amenduni
Informazione, feedback, analisi, creatività: la costruzione quotidiana di una strategia politica 2.0.
(slideshow presentato a Forlì il 28 febbraio 2011, seminario "Giornalismo e politica", corso di Laurea Magistrale in "Mass Media e Politica", Università di Bologna.
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Dal self-branding all’Open Gov - nuovi paradigmi per la comunicazione politic...Dino Amenduni
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa +
Popolarità sui social media dei politici italiani: alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi obiettivi qualitativi. Serve un nuovo paradigma.
Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Proforma
Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini.
Contenuti della presentazione:
- l'ingresso delle slide a Palazzo Chigi
- il ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo
- il ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale
- il ruolo dei video nella comunicazione istituzionale
- l’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale
- l’effetto-Trump sulle regole classiche della comunicazione politica
(presentato alla Scuola Holden sabato 25 marzo 2017)
presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione su "Comunicazione politica social" (27 settembre 2014) per il corso di aggiornamento in Social Media Strategies organizzato dal Communication Strategies Lab
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettoraliDino Amenduni
Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano (slide realizzate a giugno 2015)
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Come preparare un dibattito politico in TVProforma
Suggerimenti per i candidati e per gli staff, per il lavoro online e offline. Una guida pratica per la preparazione dei dibattiti, l'analisi dell'avversario e gli accorgimenti per evitare errori, con alcuni consigli per il monitoraggio e la produzione dei contenuti sui social media.
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
Avversari, non nemici: come affrontare una campagna elettorale senza trasform...Dino Amenduni
1. Ridurre al massimo l’uso delle categorie pre-politiche dell’odio e dell’amore (soprattutto se usate dai leader, parlando di loro stessi).
2. Ridurre al massimo l’uso dei numeri falsi, usati pur di vincere a tutti i costi.
3. Evitare di comunicare la politica limitandosi a elogiare la propria parte e a contestare la parte avversaria: il riconoscimento del buono che arriva dall’altra parte è più credibile e distende gli animi.
4. Riconoscere la sconfitta, quando arriva. Senza alibi
(slide presentate a Parole Ostili, Trieste, 18 febbraio 2017)
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (terza versione)Dino Amenduni
Le cinquanta parole chiave per comprendere le dinamiche della Rete. Un'enciclopedia aggiornata costantamente, esattamente come Wikipedia, come i siti Internet in 'perpetual beta', un progetto aperto la cui forma cambia sulla base di ciò che di nuovo accade in Rete e migliorato grazie ai suggerimenti degli utenti.
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (seconda versione)Dino Amenduni
Questa presentazione è la prima parte di un processo che sarà lungo e in continuo divenire: la definizione del vocabolario dei nuovi media: cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica). La prossima release è il 28 febbraio 2011, per suggerimenti: dino.amenduni@proformaweb.it
Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenzeDino Amenduni
1. Manifesti elettorali: faccioni sì o faccioni no?
2. Lavorate per tutti i politici che vi chiamano?
3. Non avete paura che le vostre campagne siano oggetto di satira?
4. Il marketing virale può aiutare la politica?
5. Voglio fare comunicazione politica: mi date un consiglio?
Da spin doctor a ricercatori - Come cambia il ruolo del consulente politico a...Dino Amenduni
La comunicazione politica è una disciplina del tutto differente dalla comunicazione commerciale: diffidate da chi applica teorie classiche di marketing
per appuntamenti elettorali.
Cinque motivi per affidarsi ai professionisti della comunicazione politica e due storie che raccontano che non sono più sufficienti.
Comunicare Nichi Vendola sui social media: la giornata tipoDino Amenduni
Informazione, feedback, analisi, creatività: la costruzione quotidiana di una strategia politica 2.0.
(slideshow presentato a Forlì il 28 febbraio 2011, seminario "Giornalismo e politica", corso di Laurea Magistrale in "Mass Media e Politica", Università di Bologna.
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Dal self-branding all’Open Gov - nuovi paradigmi per la comunicazione politic...Dino Amenduni
Fiducia nelle istituzioni politiche: molto bassa +
Popolarità sui social media dei politici italiani: alta
=
La comunicazione politica online attuale non raggiunge i suoi obiettivi qualitativi. Serve un nuovo paradigma.
Lo storytelling al servizio della comunicazione istituzionale Proforma
Slide, video, tormentoni: diritti e doveri di chi deve parlare ai cittadini.
Contenuti della presentazione:
- l'ingresso delle slide a Palazzo Chigi
- il ruolo delle metafore nella comunicazione di lungo periodo
- il ruolo dei leader nella comunicazione istituzionale
- il ruolo dei video nella comunicazione istituzionale
- l’integrazione tra comunicazione istituzionale ed elettorale
- l’effetto-Trump sulle regole classiche della comunicazione politica
(presentato alla Scuola Holden sabato 25 marzo 2017)
presentazione utilizzata da Dino Amenduni nella sua lezione su "Comunicazione politica social" (27 settembre 2014) per il corso di aggiornamento in Social Media Strategies organizzato dal Communication Strategies Lab
Partecipazione alla vita politica in Italia: da dove ripartireDino Amenduni
1. Non trattare gli iscritti ai partiti come un gruppo di idioti
2. Accettare la complessità: si è in campagna elettorale tutti i giorni, volenti o nolenti
3. Iniziare (finalmente!) a considerare Internet come il luogo del dialogo e non del monologo
4. Aggiornare il significato delle parole sinistra e destra
5. Rinunciare all’alibi preferito di chi non vuole iniziare mai: “su Internet ci vanno solo i giovani”
(slideshow presentato agli Stati Generali della Comunicazione Politica, LUISS - Roma, 29 maggio 2013)
Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettoraliDino Amenduni
Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano (slide realizzate a giugno 2015)
Cinque regole per costruire la domanda di cambiamentoDino Amenduni
1. Integrità-credibilità-accountability
(a partire dai risultati)
2. Comunicazione permanente
3. Ascoltare e non pensare di avere sempre ragione
4. Stare nell’agenda e parlare dei problemi reali delle persone
5. Non misurare tutto in termini economici
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Dieci regole-base per gestire la presenza sui social mediaDino Amenduni
1. Tu sei un utente come tutti gli altri (anche quando non è vero)
2. Dai notizie in anteprima
3. Vuoi (proprio) moderare i commenti? Spiegalo subito
4. Se non rispondi tu, lo faranno gli altri
5. Cerca la multimedialità
6. Meglio non comunicare che comunicare male
7. Ricicla i contenuti dagli altri mezzi di comunicazione
8. Non aprire troppi canali social se non sai come gestirli
9. Rispetta l’algoritmo
10. Una volta che hai iniziato, non puoi fermarti (senza danni)
I dati del Censis sulla dieta mediatica degli italiani, i dati Digital Monitor - Anica sulle abitudini del pubblico delle sale cinematografiche, due case histories internazionali e cinque buone pratiche di comunicazione.
Presentazione all'interno delle Giornate Professionali del Cinema 2013, Seminario ANEC: "Dalla pubblicazione alla web-reputation: come cambia la comunicazione del cinema"
Come preparare un dibattito politico in TVProforma
Suggerimenti per i candidati e per gli staff, per il lavoro online e offline. Una guida pratica per la preparazione dei dibattiti, l'analisi dell'avversario e gli accorgimenti per evitare errori, con alcuni consigli per il monitoraggio e la produzione dei contenuti sui social media.
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
Avversari, non nemici: come affrontare una campagna elettorale senza trasform...Dino Amenduni
1. Ridurre al massimo l’uso delle categorie pre-politiche dell’odio e dell’amore (soprattutto se usate dai leader, parlando di loro stessi).
2. Ridurre al massimo l’uso dei numeri falsi, usati pur di vincere a tutti i costi.
3. Evitare di comunicare la politica limitandosi a elogiare la propria parte e a contestare la parte avversaria: il riconoscimento del buono che arriva dall’altra parte è più credibile e distende gli animi.
4. Riconoscere la sconfitta, quando arriva. Senza alibi
(slide presentate a Parole Ostili, Trieste, 18 febbraio 2017)
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (terza versione)Dino Amenduni
Le cinquanta parole chiave per comprendere le dinamiche della Rete. Un'enciclopedia aggiornata costantamente, esattamente come Wikipedia, come i siti Internet in 'perpetual beta', un progetto aperto la cui forma cambia sulla base di ciò che di nuovo accade in Rete e migliorato grazie ai suggerimenti degli utenti.
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (seconda versione)Dino Amenduni
Questa presentazione è la prima parte di un processo che sarà lungo e in continuo divenire: la definizione del vocabolario dei nuovi media: cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica). La prossima release è il 28 febbraio 2011, per suggerimenti: dino.amenduni@proformaweb.it
Semantica dei nuovi media: il wiki-vocabolarioDino Amenduni
Questa presentazione è la prima parte di un processo che sarà lungo e in continuo divenire: la definizione del vocabolario dei nuovi media: cinquanta parole chiave che spiegano l’universo di questo pezzo di mondo della comunicazione e ne intrecciano dinamiche e metodi di studio
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione, comunicazione aziendale, istituzionale, politica). La prossima release è il 15 gennaio 2011, per suggerimenti: dino.amenduni@proformaweb.it
Riflessioni sulla formazione nella società interconnessa - Seminario AIF nel ciclo "Dialogare con il digitale: apprendimento e nuove tecnologie" svolto il 6 maggio 2014 in CFMT - Via Palestro 32, Roma
Relatore: Fabrizio Faraco
Coordinatore: Roberto Vardisio
Psicologia: relazioni e comunicazione nelle nuove tecnologieLuca Mazzucchelli
in che modo le nuove tecnologie infulenzano la nostra comunicazione e la modalità di relazionarci con gli altri?
E che implicazioni può avere questo sullo sviluppo di psicopatologie?
in questo intervento Luca Mazzucchelli fa il punto su quanto sta succedendo nel mondo e in particolare in Italia: attenzione particolare è dedicata al riolo che i professionisti della salute possono svolgere in questo contesto, per sfruttare a loro vantaggio le nuove tecnologie.
URC Personal Branding Day - Meglio Social Che Male Accompagnati URC s.r.l.
Meglio Social che male
accompagnati - Parte 1
Giulio Xhaet
Founder Professioni del Web & co-founder Made in Digital
Coordinatore e docente Sole 24 Ore Business School (area
digital)
Senior Consultant Adecco Training
Consulente in Digital Strategy
Cambiano i mercati, cambiano i clienti,
cambia la comunicazione: verso l’era biomediatica
(presentato al Seminario UNICOM: il riscatto del Sud comincia dalla comunicazione?
Lecce, 12 ottobre 2012)
Modalità e strumenti di ascolto degli utenti dei servizi di prevenzioneManlio Della Ciana
customer satisfaction and web usability for health prevention about food health end nutrition or Veterinary sanitation - l'uso della rete per l'ascolto degli utenti in Sanità Pubblica - Sicurezza Alimentare e Sanità Pubblica Veterinaria.
Spunti di riflessione sul ruolo della PA ai fini dell'ascolto della propria utenza in rete.
La presentazione di Galeati Alessandro durante il seminario"è comunicazione se c'è relazione" sul tema delle pr online e delle dinamiche relazionali in rete. L?incontro è realizzato nell'ambito del progetto "sinergie" dagli Associati per gli Associati promosso da Confindustria Ravenna
Utilizzare il web come ambiente di apprendimento richiede discenti forti. Non basta avere una buona competenza tecnica di base: senza una solida cultura generalista ne risultano apprendimenti frammentati e superficiali.
I Digital Marketing Trend per il 2017: scopri il Master Ninja AcademyNinja Academy
Giovanna Montera, Emanuela Zaccone, Luca De Berardinis e Damiano Ferraioli - docenti Ninja Academy, ti illustrano le piattaforme, strumenti e tendenze da tenere d'occhio per fare business col digitale. Scopri il Master Ninja Academy: http://bit.ly/2anCk4F
Come sopravvivere al nuovo algoritmo di FacebookDino Amenduni
Quali conseguenze ci sono per i produttori di contenuti? Il ruolo della reputazione, del chi-cosa-come, il peso dei video e delle community nella generazione di interesse.
(slide presentate allo Sport Digital Marketing Festival di Riccione, 14 giugno 2018)
Perché i politici si prendono a pesci in faccia (e continueranno a farlo)Dino Amenduni
I politici continueranno a prendersi a pesci in faccia fin quando:
1. uno dei due interlocutori sarà debole dal punto di vista pre-politico
2. i politici potranno usare fallacie logiche senza essere redarguiti prima di tutto dal loro elettorato
3. Entrare nel merito non risulterà sufficientemente conveniente.
(slide presentate durante Parole Ostili Trieste, 7 giugno 2018)
Cinque riflessioni sul giornalismo politico in italiaDino Amenduni
Avere “millecinquecento lettori” non basta più: i pensieri di Enzo Forcella applicati alla campagna elettorale permanente.
Cosa fare?
1. Spostare il centro del proprio lavoro dalla sola ricerca della notizia alla verifica dell’attendibilità delle informazioni offerte dai politici
2. Decidere: o si fa il tifo, o si fanno analisi
3. Ricordarsi che il lettore è il lettore e non (solo) il politico
4. Stare un po’ più su Facebook e un po’ meno su Twitter
(e stare un po’ di più online in generale)
5. (se possibile) ridurre i momenti di aggregazione informale con i politici, e anche con i comunicatori politici
(Slide presentate a Cortina Tra Le Righe, 13 luglio 2015)
Michele Emiliano - Puglia 2015/2020: il programma del sindaco di Puglia e del...Dino Amenduni
Tutte le proposte del programma di Michele Emiliano candidato presidente della Regione Puglia su:
- rifiuti
- sanità
- legge elettorale e parità di genere
- borse di studio e formazione
- reddito di dignità
- "meno cemento, più Puglia"
- ricerca e innovazione
- ILVA
- riqualificazione urbana
Come si promuove, difende o compromette la propria reputazione onlineDino Amenduni
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propria reputazione online. Cinque WIN, cinque FAIL e cinque riflessioni per districarsi sui social media
Il futuro è la parola "Dati", non è la parola “creatività".
Il futuro è la parola "Condividere", non è la parola “nascondere".
Il futuro è la parola "DisruptIon", non è la parola “chiedere il permesso".
Slide presentate durante l'evento TedX Lecce, 25 ottobre 2014, Teatro Politeama Greco.
Art: Miki De Benedictis
Why do italian politicians make little use of statistics?Dino Amenduni
Lack of database culture, anti-politics, obsolete legislation:
the love story that never was
by Dino Amenduni
Personal Democracy Forum Italia
Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama? Rome, 29 September 2014
Perché la politica italiana usa poco i dati? Dino Amenduni
Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato.
Intervento al Personal Democracy Forum Italia
Workshop: Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama?
Roma, 29 settembre 2014
Crisi di fiducia, centralità dei media tradizionali, il ruolo dei social media:una professione in radicale cambiamento. Modulo di comunicazione politica all'interno del Corso in social media e digital marketing di Eurogiovani.
http://socialmediamarketing.eurogiovani.it/
5 motivi per cui potresti aver visto almeno un post di Gianni Morandi nell’es...Dino Amenduni
1. Il racconto è autentico: è la pagina di Gianni Morandi, non è una pagina su Gianni Morandi.
2. Contenuti (multimediali) pubblicati ogni giorno, tutti i giorni: la serialità rende la pagina sempre invitante.
3. Sta “sul pezzo”: tiene conto delle discussioni d’attualità.
4. La gestione della pagina, pur essendo di un personaggio pubblico, non dimentica né omette la componente privata della propria vita.
5. Il vero vantaggio competitivo (perché lo fanno in pochissimi): risponde ai commenti!
Come scrivere un brief di comunicazione e come declinarlo sui social mediaDino Amenduni
Analisi di scenario, SWOT analysis, quadrato semiotico, obiettivi e declinazioni: traccia per un’esercitazione (di 6-8 ore).
(presentata a Mantova il 24 luglio 2014 all'interno del laboratorio di progettazione "Imprese per i beni comuni")
Il miglior social media manager in Italia (stagione 2013-2014) è Daniele Scia...Dino Amenduni
La storia di un calciatore del Bari e della sua squadra, passata in 90 giorni dal fallimento della società al quasi-miracolo sportivo. Nel frattempo, su Facebook, la storia è stata raccontata da un osservatore privilegiato: Daniele Sciaudone, centrocampista del Bari.
In questa presentazione, una piccola grande lezione di comunicazione interna, aziendale, istituzionale, ma soprattutto per chi, di lavoro, gestisce spazi sui social media.
Antonio Decaro - Amministrative Bari 2014 - storia della campagna elettoraleDino Amenduni
Sei mesi di scelte, decisioni strategiche, idee creative, video, sfottò, stroncature, sondaggi, aneddoti. Tre campagne in una (Primarie, Amministrative, ballottaggio). In questa presentazione c'è tutto (o quasi). È la storia della campagna elettorale di Antonio Decaro, il nuovo sindaco di Bari.
Comunicare la politica - ottava edizioneDino Amenduni
Raccolta di presentazioni per le mie docenze del primo semestre del 2014.
I moduli nel dettaglio:
- Cinque cose da sapere se vuoi fare politica in Italia nel 2014;
- Web 2.0: modelli teorici di riferimento;
- Campagne elettorali: dieci cose che ho imparato (fino a ora);
- Cinque domande che gli studenti ci fanno durante le docenze;
- L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani;
- Dove sono i voti degli italiani?
- Cinque buone idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioni;
- Scrivere (per) la politica;
- Un'esercitazione
Cinque idee di comunicazione per chi ha appena vinto le elezioniDino Amenduni
Cinque cose da fare subito dopo aver vinto le elezioni:
1. Evitare un cambio drastico delle abitudini di comunicazione
2. Ampliare e diversificare la propria presenza sui social
per evitare l’effetto-parafulmine
3. Continuare a fornire contenuti inediti e aggiornati ai sostenitori
4. Creare (e comunicare) format stabili di comunicazione
5. Organizzare la mobilitazione: le super-issues
Cinque cose da sapere se vuoi fare politica nel 2014Dino Amenduni
1. Fiducia nelle istituzioni:
partiti e Parlamento (restano) ai minimi storici 2. Equità fiscale: meglio meno tasse che più servizi 3. Presidenzialismo: l’opinione pubblica italiana è pronta 4. Autoritarismo: per tre italiani su dieci è una possibilità percorribile
5. Una riserva di determinazione:
aumentano gli indici di partecipazione politica e sociale
L'analisi dei dati DEMOS, tratti dalla ricerca "I Cittadini e lo Stato 2013"
L’evoluzione digitale della specie - la dieta mediatica degli italiani 2013Dino Amenduni
L'analisi delle più importanti tabelle presentate nella ricerca annuale con cui il Censis racconta le abitudini informative degli italiani: quali mezzi utilizzano, per quanto tempo, con quali scopi, quanto e come condividono le informazioni. La ricerca è un documento fondamentale per tutti gli operatori della comunicazione e nell'edizione 2013 emergono alcune tendenze assai significative per il futuro del giornalismo, in particolare la nascita del press divide, cioè esiste una quota di italiani che ha smesso di leggere dalla carta stampata.
Greenpeace e la comunicazione politica (ambientale)Dino Amenduni
In questa presentazione, analizziamo cinque campagne di Greenpeace per ricavarne cinque punti di forza della loro strategia di comunicazione:
1. Indipendenza ed equidistanza
2. Coinvolgimento personale e fisico dei volontari
3. Registro linguistico multiforme
4. Integrazione tra attivismo digitale e azioni sul territorio
5. Reputazione consolidata negli anni -> credibilità
Uno spunto di riflessione utile per tutti gli attori della comunicazione politica.
Greenpeace e la comunicazione politica (ambientale)
Semantica dei nuovi media - il wikivocabolario (aggiornato a luglio 2012)
1. Semantica dei nuovi media:
Gianni Florido e la (quarta edizione)
il wiki-vocabolario
Provincia di Taranto
Strategia di comunicazione
Dino Amenduni, Proforma
2. Chi scrive?
Mi chiamo Dino Amenduni (biglietto da visita elettronico)
Sono il responsabile dei nuovi media e
consulente per la comunicazione politica a
Proforma, agenzia di comunicazione di Bari,
mia città natale, dove ho sempre studiato e
lavorato e dove vivo tuttora
Sono blogger sul Fatto Quotidiano
(link al blog) e tra i fondatori di Quink,
collettivo di satira e mediattivismo (
www.quink.it)
3. Di che si parla?
Di un esperimento
È processo che sarà lungo, in continuo divenire e
quindi potenzialmente infinito: la definizione del
vocabolario dei nuovi media
Cinquanta parole chiave che spiegano l’universo
di questo pezzo di mondo della comunicazione e
ne intrecciano dinamiche e metodi di studio
(psicologia, sociologia, semiotica, applicazione,
comunicazione aziendale, istituzionale, politica)
4. Vocabolario o esperimento?
Un vocabolario (o un’enciclopedia) è l’emblema della
conoscenza oggettiva, incontestabile e immodificabile
L’esperimento è invece il luogo della ricerca,
dell’evoluzione, talvolta dell’indefinito, della sorpresa e del
progresso
Come si fa a fare un esperimento su un vocabolario?
In realtà, è già successo, è Wikipedia
Sulla storica diatriba tra enciclopedia e Wikipedia è stata
già operata una ricerca (2005): qual è il testo più
attendibile?
Ecco un’analisi: Link all'articolo di Punto Informatico
5. Luglio 2012, edizione #4
La prima edizione di questo vocabolario è stata presentata
all’Università di Bari il 26 novembre 2010
È stata poi pubblicata su Slideshare, social network che
permette di condividere presentazioni (link a Slideshare)
Ho chiesto agli studenti e ai lettori dello slideshow di darmi
consigli per migliorare il lavoro
Così farò anche con questo lavoro, migliorando
progressivamente attraverso i vostri suggerimenti e quelli
provenienti dalla Rete
6. Parola #1 e filosofia
dell’esperimento
La prima espressione racchiude il senso
di questo esperimento
Perpetual beta
Ogni processo che nasce nel mondo dei social media (e più
in generale di Internet), è, infatti, soggetto a continui
cambiamenti e aggiustamenti nel tempo. Pensate a Google
o a Facebook: quante novità ci sono dalla prima volta in cui
avete usato questi strumenti?
7. Parola #2
Onestà
Dire la verità è il migliore sistema per avere un seguito sul
web (in assenza di sistemi di potere disposti a sostenerti).
Le bugie sono facilmente rintracciabili e, quando scoperte,
divengono la causa di boomerang comunicativi difficilmente
recuperabili. Dire falsità non è difficile neanche su Internet,
è più difficile non essere scoperti
8. Parola #3
Accountability
L’accountability (in italiano traducibile con ‘credibilità’) è
la sintesi di tante virtù: responsabilità, etica pubblica,
capacità di offrire risposte ai cittadini e ai mezzi di
comunicazione, autorevolezza.
Per essere ascoltati all’interno di un contesto in cui le
informazioni sono iperabbondanti (e non tutte di qualità)
bisogna dire cose che appaiono vere, oggettive, non
confutabili. O esprimere opinioni basate su elementi
facilmente verificabili da tutti
9. Parola #4
Coraggio
Dire ciò che dicono gli altri non è un vantaggio. Essere
maggioranza silenziosa non cambierà la storia (della Rete).
Usare linguaggi e retoriche di altri strumenti non ci
permetterà di emergere. Che il mittente sia un blogger o
una multinazionale, cambia poco: bisogna stupire, e spesso
ci si riesce con l’onestà, soprattutto in contesti chiusi e
conservativi
10. Parola #5
Buon senso
I social network (reti sociali) sono animate da esseri umani.
Gli esseri umani interagiscono tra loro. Basta applicare le
più basilari regole dell’educazione per essere buoni
comunicatori online. Se un amico ci parla sempre di sé, noi
lo ascoltiamo? Certo che no. Se un amico è noioso, ci
usciamo spesso insieme? Difficile. Basta ricordarsi queste
regole, senza troppi accorgimenti e giochi di prestigio, per
non sbagliare
11. Parola #6
Delega
In Rete c’è spesso qualcuno che ha più conoscenza,
esperienza, competenza su un argomento di cui ci stiamo
occupando. Anche se siamo in posizione gerarchica
superiore, riconosciamo all’altro la superiore capacità e
diamo loro una possibilità, una responsabilità, la potenza di
una visione. Ascoltiamo ciò che ci dicono, anche se
inizialmente dovesse sembrare assurdo. I paradigmi
cambiano troppo in fretta per tenerli dentro un unico
schema concettuale
12. Parola #7
Studio
I social media erano così presenti cinque anni fa? Ed è
possibile stabilire oggi su quale strumento passeremo le
nostre giornate fra cinque anni? Bisogna non smettere mai di
imparare. E il modo migliore di imparare è osservare gli altri
mentre usano gli strumenti, o usarli in prima persona
(learning by doing)
13. Parola #8
Dialogo
“I mercati sono conversazioni” (Cluetrain Manifesto, 2000).
Ci fidiamo più dei commenti dei nostri amici che della
pubblicità. Parliamo di prodotti commerciali senza che
nessuno ce lo chieda. O gli attori della comunicazione
entrano nel dialogo, o saranno ignorati se useranno stili
unidirezionali e “messianici”
14. Parola #9
Apertura
Tutte le organizzazioni sono fatte dalle persone che ci
vivono. Bisogna aprire le porte allo sguardo di altre persone
che vogliono sapere quali sono le regole, le debolezze, i
segreti. Bisogna condividere i dati. La condivisione genera
condivisione, dunque passaparola positivo. Se vogliamo
‘piacere’ a qualcuno, questa è la strada migliore, molto
migliore rispetto a una campagna di comunicazione classica
15. Parola #10
Reversibilità
La velocità con cui è possibile fare cambi in corsa sul web è
tale da autorizzare esperimenti anche su siti ufficiali, test e
verifiche, anche fallimenti che poi possono essere
facilmente assorbiti e diventare occasione di rilancio.
Niente è per sempre, tutto scorre troppo velocemente
perché ci si possa preoccupare della pervasività del tempo.
Ma se si sbaglia, è sempre meglio ammetterlo
16. Parola #11
Irreversibilità
Si può tornare sui propri passi con facilità, ma è anche vero
il contrario. Tutto ciò che è realizzato sul web lascia una
traccia. Anche la cancellazione massiccia (o la censura) non
è mai definitiva. Se si pensa di nascondere qualcosa e far
finta di niente, si commette un errore. Meglio affrontare i
problemi e risolverli prima che diventano più grandi e si
spostano “fuori dal web”
17. Parola #12
Pubblico
Esiste ancora la privacy sul web? L’argomento è
controverso. Nel dubbio, è meglio avere un’identità online
che sia completamente sostenibile in qualsiasi tipo di
platea, dai propri amici più intimi a un evento di piazza.
Perché se è vero che si possono decidere i destinatari di un
messaggio, è altrettanto vero che non si può stabilire cosa i
destinatari fanno del nostro contenuto
18. Parola #13
Media
tradizionali
La distanza tra online e offline, tra nuovi media e vecchi
media, non ha più senso. Facebook è uno dei principali
strumenti consultati dai giornalisti, Twitter arriva prima
delle agenzie di stampa, nei TG vediamo sempre più spesso
video da Youtube. Il web 2.0 condiziona l’agenda setting
contemporanea
19. Parola #14
Facebook
900 milioni di utenti nel mondo, circa 20 milioni di iscritti in
Italia (un cittadino su tre, l’80% degli utenti Internet
italiani). Non sappiamo se sarà sempre così centrale nelle
nostre vite, ma lo è stato negli ultimi anni, con un’ampiezza
e una profondità inimmaginabile prima che nascesse
20. Parola #15
Esclusiva
Se voglio sapere ciò che dicono le agenzie di stampa, leggo i
giornali. Se voglio le interviste ai politici, guardo la TV. Se
voglio i talk show, guardo i programmi di approfondimento.
Se voglio la pubblicità, guardo gli spot. Il web deve essere il
posto dove comunicare (e conoscere) ciò che non è possibile
altrove
21. Parola #16
Inclusività
Non è il contrario dell’esclusiva; può anzi diventarne un
sinonimo. Condividere un’informazione in esclusiva con un
gruppo di persone accresce il senso di comunità,
l’integrazione, l’empatia, il sentirsi parte di un unicum.
Dunque, avvicina chi parla e chi ascolta, chi comanda e chi
è comandato, chi vende e chi compra, chi vota e chi vuole
essere votato
22. Parola #17
Tempo
Una parola dal doppio significato. Quello volatile del mondo
di Internet, dove tutto diventa vecchio in poche ore. Ma
anche quello lungo dell’impegno e della costanza necessari
(più degli investimenti economici) per riuscire a “sfondare”
e a ottenere gli obiettivi di comunicazione definiti
23. Parola #18
Twitter
È lo strumento dei social media che mostra le maggiori
potenzialità per ciò che riguarda le dinamiche di formazione
dell’opinione pubblica: meno diffuso in Italia che nel resto
del mondo, deve ancora essere usato al meglio da buona
parte dei grandi attori della vita italiana. Se le grandi
aziende, i gruppi editoriali, le pubbliche amministrazioni, i
cittadini, coglieranno le possibilità per il mondo del
giornalismo, del marketing virale, della gestione del
consenso e della complessità dei fenomeni sociali, lo
strumento sarà usato per ciò che è in grado di fare
24. Parola #19
Hashtag
È il grande vantaggio competitivo di Twitter su Facebook e
su tutti gli altri social media ed è il motivo per cui questo
strumento può essere prezioso alleato dell’informazione,
del giornalismo e dei cittadini: gli aggiornamenti sono
categorizzati per parole-chiave, attraverso una precisa
scelta dell’utente che produce l’aggiornamento, e dunque è
più facile reperirli per chi cerca notizie su uno specifico
argomento, avvenimento, evento in diretta. L’hashtag può
anche diventare un ‘meme’, un pezzo di senso, una parola
unificante ed esplicativa di ciò che accade in un contesto
25. Parola #20
Potere
Se tutto dipendesse dagli utenti di Internet, il mondo
sarebbe molto diverso da come lo conosciamo. Eppure ogni
utente, ogni cittadino, ogni persona si muove all’interno di
sistemi incrociati di interessi, di valori, di bisogni. Fare finta
che ciò non accada e credere in modo deterministico al
potere positivo e democratizzante di Internet vuol dire non
raggiungere mai l’obiettivo (senza capire il perché)
26. Parola #21
Tag
È la strada per collegare i contenuti ai protagonisti
(persone, gruppi, aziende, organizzazioni). È il modo per
riconoscere un merito o la paternità di qualcosa che è
successa nel mondo dei social media. È un sistema per
comunicare a più gruppi di appartenenza con un solo gesto.
È un meccanismo inclusivo. È quello che facciamo ogni
giorno, con gli amici e i colleghi per ringraziarli, per
tributare loro un merito, per riconoscere lo sforzo fatto
27. Parola #22
Scritlato
Internet mette a dura prova la massima “verba volant,
scripta manent”. E se oggi fosse vero il contrario? Di sicuro
(almeno online) il ruolo della scrittura è tornato centrale,
seppur fugace. Ma la parola non ha perso colpi, piuttosto si
è ibridata allo scritto. Lo scritlato è la lingua che usiamo sui
social media, spesso fortemente condizionata dal nostro
modo di esprimerci ogni giorno (e un po’ meno dalle regole
grammaticali)
28. Parola #23
Influenza
‘I social media hanno messo gli steroidi al passaparola’. La
trasmissione virale di informazioni è favorita ed esaltata da
meccanismi di condivisione sociale. Un commento può
essere letto da migliaia di persone e orientare
atteggiamenti e comportamenti. L’80% degli acquirenti USA
hanno dichiarato di considerare i commenti degli utenti
decisivi nei comportamenti di acquisto dei prodotti. Ecco
perché non si può sottovalutare più alcuna opinione, specie
se proviene da persone dotate di grande accountability in
Rete
29. Parola #24
Feedback
Se un contenuto piace, si capisce subito; se un contenuto
non funziona, si fa in tempo a eliminarlo o a modificarlo; se
un contenuto è dannoso, genera un passaparola negativo
ben più rapido e pericoloso dei circoli virtuosi positivi.
Comunque la si veda, il feedback dell’utente è un’occasione
di ricerca, confronto, progresso. A costi quasi nulli
30. Parola #25
Coda lunga
La legge economica che regola i mercati dei beni
immateriali e dunque le economie di distribuzioni di
prodotti e servizi al tempo di Internet. I costi di gestione
crollano, crescono invece le occasioni di conservazione e di
diffusione di prodotti che nell’era “analogica”
rappresenterebbero un costo. Cambia la configurazione del
rapporto domanda-offerta, cambia l’accesso a beni e
servizi, cambia l’economia mondiale. Non si sa bene se in
meglio e in peggio e, soprattutto, non si sa bene in cosa sta
cambiando
31. Parola #26
Link
Ogni contenuto è legato a un luogo virtuale. Dunque, anche
se sommerso da milioni di fatti analoghi, coincidenti,
riprodotti in modo semplificato, distorto, corretto, c’è
sempre un posto dove ciò che cerchiamo può essere
rintracciato. E poi condiviso, confutato, copiato, incollato,
reso importante e di valore (per Google, ma non solo)
32. Parola #27
Ricerca
Una parola che spesso sembra essere slegata dal nostro
vissuto quotidiano, ma che in realtà condiziona ogni nostro
comportamento online. Basta andare su un motore di
ricerca o su Wikipedia, per trasformare noi stessi in
‘ricercatori’. Cercare è semplice, forse troppo. La ricerca è
spesso un lavoro che richiede costanza, tenacia e verifica, e
questo a volte è dimenticato (da chi si ferma ai primi dieci
risultati di Google, cioè a molti di noi)
33. Parola #28
Autoregolazione
Se è vero che il web tende a estremizzare e polarizzare le
opinioni, è altrettanto vero che quando i luoghi della rete
sono frequentati da masse critiche, i protagonisti delle
sociosfere creano meccanismi semi-automatici di
regolazione. Come Wikipedia, dove gli errori e le
inesattezze sono controllati e corretti dagli utenti.
L’autoregolazione spesso perde contro la polarizzazione, ma
perde più per mancanza di fiducia di chi gestisce una
comunità che per ‘selezione darwiniana’
34. Parola #29
Saggezza
della folla
È una teoria, creata da James Surowiecki (2005), secondo
cui l’unione delle valutazioni e delle opinioni di utenti non
esperti restituisce valori più corretti dal punto di vista
scientifico rispetto al parere di un gruppo ristretto di
esperti. La saggezza della folla è davvero tale, però, sotto
certe (rigide) pre-condizioni empiriche: l’anarchia non
funziona né in Rete né fuori
35. Parola #30
Youtube
Il mezzo video è il grande protagonista del web 2.0.
Realizzare un video è un’operazione che tutti possono
eseguire con qualsiasi tipo di strumento (dal telefonino a
una camera professionale). Anche la distribuzione è oramai
gratuita. La qualità, specie quando si racconta l’attualità,
non conta quanto il timing, la velocità di pubblicazione o
l’intuizione che è dietro l’idea. E la viralità è più facile,
perché il mezzo video è cognitivamente più facile da fruire
36. Parola #31
Always on
Internet esce dai computer, il web esce dai browser.
L’accesso ubiquitous favorisce e modifica l’esperienza di
utilizzo e le possibilità di relazione e interazione. Dispositivi
come smartphon e tablet ci fanno vivere una nuova
antropologia della comunicazione: si ragiona per app,
cambia persino l’ergonomia, oltre al nostro vocabolario
della vita quotidiana
37. Parola #32
WeGov
I social media possono favorire i meccanismi di
partecipazione democratica. Da casi “estremi” come
Wikileaks a quelli più “tradizionali” come l’interazione tra
politici e cittadini/elettori su Facebook, sino alle recensioni
pubbliche dei prodotti e dei servizi, è possibile intervenire
attivamente e concretamente nei processi. Però, in Italia
manca ancora il convincimento che questo sia davvero
possibile, o forse semplicemente manca la volontà politica
38. Parola #33
Informalità
Sui social media le interfacce sono uguali per tutti gli
utenti. Questo favorisce la riduzione della percezione di
differenza di gerarchia e status e favorisce processi
democratizzanti della comunicazione (anche se talvolta
illusori). Se una qualsiasi organizzazione, in quanto tale,
pensa di dover comunicare in modo diverso per motivi di
forma o di ‘decoro istituzionale’ commette un errore
strategico perché le aspettative degli interlocutori sono
differenti
39. Parola #34
Marketing
Le reti sociali cambiano il significato del concetto di
marketing e dunque le teorie di riferimento. Se fino ad oggi
ha vinto l’idea e il prodotto migliore, da domani bisognerà
aggiungere un’altra variabile: la capacità di parlare con gli
utenti, coccolarli, sviluppare un immaginario. Qualcuno c’è
già riuscito (Apple, Lady Gaga, Obama…)
40. Parola #35
Scientifico
Informalità e dialogo non vuol dire spontaneismo. A
differenza degli sforzi di comunicazione sui mezzi
tradizionali (come si misura l’efficacia di uno spot tv), le
azioni sul web sono misurabili in modo scientifico: click su
un banner, ROI, costo contatto, investimenti e risultati. Per
questo è fondamentale la preparazione e la competenza
delle risorse umane
41. Parola #36
Lady Gaga
Si può (si deve) discutere l’aspetto musicale, si può però
ammirare quello comunicazionale. Molto più di un’artista, è
una precisa macchina commerciale. Ogni sua azione è
studiata, ma ogni atto creativo è reale: c’è una strategia,
c’è l’istinto, c’è il carattere di una persona-brand che ha
fatto della relazione con i suoi fan la principale leva
commerciale
slideshow: perché Lady Gaga è un genio del marketing – in inglese
42. Parola #37
Comunità
Le appartenenze di ciascuno di noi sono cresciute in
quantità e in qualità nel corso del tempo: i social media ci
permettono di essere iscritti a gruppi, firmare petizioni,
partecipare a lavori di aggregazioni online e offline, a
qualsiasi ora e in qualsiasi modo. Sono dunque appartenenze
meno deterministiche, più emotive e potenzialmente anche
più brevi. Siamo dentro più ‘comunità’ (Gemeinschaft) e
forse ci sentiamo meno appartenenti a una ‘società’
(Gesellschaft)
43. Parola #38
Velocità
Banda larga, tempo reale, massa critica, Obama, Wikileaks,
Piazza Tahrir, la primavera araba, i referendum, il crollo
delle grandi multinazionali dei beni immateriali: tutte
queste novità sono accomunate dal ruolo della Rete
(decisivo nel far emergere dinamiche già esistenti) e
dall’orizzonte temporale in cui sono accadute: il mondo
cambia molto più velocemente del passato e troppo
velocemente per poter analizzare i fenomeni senza che
diventino subito ‘vecchi’
44. Parola #39
Condividi
Tra i verbi-chiave del passaggio dal web tradizionale al web
2.0: basta un click per mettere un contenuto a disposizione
degli amici e potenzialmente di tutto il mondo. Un
contenuto condiviso più volte diventa “importante”. Se ciò
accade nelle reti sociali di appartenenza, diventa ancora più
rilevante di ciò che ci dice Google: su questo si basa il
‘tesoro’ di Facebook
45. Parola #40
Pianificazione
Scientificità, tempo, marketing, risultati: nessuno di questi
obiettivi può essere conseguito a breve termine. I risultati,
negli anni, richiedono un cronoprogramma preciso, azioni e
investimenti. Senza pianificazione si naviga a vista e si vive
di tensioni, talvolta irrazionali, che portano a grandi scatti
di reni e ad altrettanto grandi delusioni
46. Parola #41
Mi piace
Il like è il meccanismo più facile e naturale di appartenenza
e aggregazione. Fa parte dell’istinto umano. È una delle
principali intuizioni dietro il successo di Facebook, la
possibilità di un’adesione leggera, che è molto facile da
attuare dal punto di vista emotivo ma che crea comunque
meccanismi virali e di condivisione. Ci sarà mai il ‘non mi
piace’? Forse no, ma perché sarebbe ancora più facile e
naturale e, dunque, metterebbe in pericolo i grandi
investitori. Gli utenti di Internet, però, sono già pronti
47. Parola #42
Network
I media sociali favoriscono la creazione, la pubblicità e la
condivisione di reti sociali. Possono rappresentare la copia
speculare delle relazioni “offline” o possono permettere la
connessione tra reti, nodi, dunque ‘promettono’
l’ampliamento delle possibilità lavorative o semplicemente
relazionali. Tutti sono a sei gradi di separazione, forse
anche meno. La differenza rispetto al recente passato è che
i gradi di separazione sono visibili, spesso pubblici, ed
evolvono nel tempo, sulla base degli interessi, di
simpatie/antipatie e di obiettivi comuni
48. Parola #43
Economie
Al plurale, perché questa parola racchiude le economie di
scala e la possibilità di risparmiare sui costi di ricerca,
marketing e comunicazione; perché con la teoria della coda
lunga è possibile creare infiniti mercati di nicchia,
interdipendenti e capaci, se ben gestiti, di restituire sistemi
economici autonomi e funzionanti
49. Parola #44
Rank
La realtà è semplificata attraverso tassonomie, elenchi,
classifiche, ordini. Google ordina i link attraverso un
algoritmo basato sull’importanza che gli utenti attribuiscono
ai link sulla base del loro stile di navigazione e quanto quel
link è considerato autorevole in Rete (sulla base degli
utilizzi fatti dagli utenti). Facebook ha sviluppato un altro
algoritmo, che tiene conto dei comportamenti delle persone
che fanno parte delle nostre reti di relazione sui social
media
50. Parola #45
Trend
Oggi possiamo sapere in tempo reale cosa piace, cosa no, da
chi, per quanto tempo. Lo possiamo sapere leggendo le
statistiche dei quotidiani, i dati di accesso a un video su
Youtube, verificando quali sono gli hashtag più utilizzati su
Twitter. Successi e flop sono a portata di sguardo, di
qualsiasi sguardo. Chi deve prendere decisioni ha un
patrimonio di dati prodotti gratuitamente dagli utenti e a
sua disposizione
51. Parola #46
Racconto
Gli utenti si raccontano, condividono foto, momenti,
immagini, emozioni, paure e gioie. Così devono fare anche
gli altri attori della comunicazione, impostando il proprio
messaggio come un flusso continuo di informazioni. Dal
reality si ritorna progressivamente alla realtà
52. Parola #47
In diretta
Se il web è l’unico strumento con cui è possibile seguire un
evento, perché escludere gli utenti interessati ma
fisicamente impossibilitati? Raccontare gli eventi in diretta
permette di far sentire tutti parte di momenti
indimenticabili, tutti parte della comunità, tutti potenziali
protagonisti del racconto
53. Parola #48
Crisi
Non c’è individuo, società, gruppo, organizzazione, azienda
che non abbia vissuto una crisi comunicativa. Sul web, però,
le crisi possono essere prevenute, attenuate, gestite,
trasformate in opportunità con una velocità e un tempo di
reazione che prima non esisteva, con risparmio di costi, di
tempo e di conseguenze irreversibili
54. Parola #49
Mediattivismo
La Rete favorisce l’accesso alla vita politica, informativa,
relazionale di un numero molto più grande di persone
rispetto a soli 10 anni fa. Molti di questi nuovi potenziali
opinion leader sono nativi digitali e hanno competenze con
l’editing audio-video, con la scrittura creativa, la satira e le
mobilitazioni online. E se la politica si facesse (anche) così?
55. Parola #50
Censura
Evitare questa parola non sarebbe salutare. Esistono nazioni
dove le precedenti 49 parole non possono essere attuate
perché l’accesso ai social media non è libero. Ed esistono
tentazioni di controllo e regolazione da parte degli stati
anche nel mondo occidentale. Il web 2.0 non è esente dai
rischi di censura, ma è anche il modo migliorare per
sfidarla, evitarla, aggirarla
56. È solo l’inizio!
Questa è la prima versione dell’esperimento.
Molte cose possono essere migliorate
La scelta delle parole: sono quelle giuste?
Il numero delle parole: troppe, poche?
L’ordine delle parole: come organizzarle?
Considerare il perpetual beta: ogni quanto aggiornare?
Lo slideshow: scritto troppo? Troppo poco?
Prossima release: entro fine 2012
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57. Un grande abbraccio
Grazie!
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