La storia dell'ex premier neozelandese, che a 42 anni e dopo un'esperienza politica che l'ha resa celebre in tutto il mondo, ha deciso di lasciare l'incarico con un discorso che pone nuovi interrogativi e nuove sfide per chi ricopre un incarico pubblico.
Milano sempre + Milano - la campagna elettorale di Beppe Sala (Amministrative...Proforma
• La prima mossa, forse decisiva
• Le tre linee strategiche della campagna
• La primavera: il momento più importante, lontano dai riflettori
• Milano sempre piùMilano: la campagna creativa
• Le scelte di advertising online
• I risultati
• Cosa abbiamo imparato da questa campagna elettorale
La comunicazione (politica): una professione tra sartoria e data analysisProforma
Avere dei dati scientifici che aiutano nella analisi e nella elaborazione di strategie è fondamentale e, nonostante possa sembrare scontato che si proceda in questo modo, non sempre lo è.
Contemporaneamente, per chi fa il nostro mestiere esiste una quota di artigianato, di lavoro fatto a mano, di intuito, a volte di azzardo che, condiviso con il committente, comporta il rischio dell'errore.
La storia di Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane deputata d'AmericaProforma
La sua storia, le sue scelte politiche, le strategie di comunicazione, perché ha vinto le elezioni: il racconto dell'affermazione di una 29enne che ha imposto una riflessione sui nuovi modi di fare alla politica e comunicazione negli Stati Uniti e non solo.
Nel settembre 2015, Matteo Salvini si dice disponibile ad ospitare un profugo a casa sua.
Questo episodio ha molte più implicazioni di quelle subito apparenti, non solo dal punto di vista della comunicazione politica.
Da qui, alcune annotazioni e una domanda: nell'Italia della ipersemplificazione di ogni messaggio e di un analfabeta funzionale su due, è ancora possibile comunicare qualcosa di razionale?
Slide presentate alla Festa nazionale della comunicazione del PD il 26 settembre 2015
Proforma - corso universitario di comunicazione politica allo IED: tutte le s...Proforma
Tutti i moduli delle lezioni che Proforma ha tenuto allo IED, all'interno del corso universitario in comunicazione politica.
1. Le differenze essenziali tra un detersivo e un politico e la fantasmagoria del guru.
2. Governare la complessità nella patria degli analfabeti funzionali.
3. Bari, elezioni comunali 2014: la case-history
4. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le lezioni (Faccioni sui manifesti, etica aziendale, marketing virale, gestione delle comunità online: una selezione delle questioni
più frequenti raccolte in questi anni)
5. Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali (Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano)
6. Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social media (e cosa possiamo imparare da queste storie)
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
La campagna di Antonio Decaro, sindaco di Bari, è diventata una piccola case history, se non altro per l’incredibile risultato finale. Giovanni Sasso a #LaProf19 ha provato a raccontarla come una serie tv. Guardando le sinossi dei singoli episodi, da dietro le quinte, per cercare di capire, alla fine, se esista una storia più grande che li tiene tutti insieme.
Milano sempre + Milano - la campagna elettorale di Beppe Sala (Amministrative...Proforma
• La prima mossa, forse decisiva
• Le tre linee strategiche della campagna
• La primavera: il momento più importante, lontano dai riflettori
• Milano sempre piùMilano: la campagna creativa
• Le scelte di advertising online
• I risultati
• Cosa abbiamo imparato da questa campagna elettorale
La comunicazione (politica): una professione tra sartoria e data analysisProforma
Avere dei dati scientifici che aiutano nella analisi e nella elaborazione di strategie è fondamentale e, nonostante possa sembrare scontato che si proceda in questo modo, non sempre lo è.
Contemporaneamente, per chi fa il nostro mestiere esiste una quota di artigianato, di lavoro fatto a mano, di intuito, a volte di azzardo che, condiviso con il committente, comporta il rischio dell'errore.
La storia di Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane deputata d'AmericaProforma
La sua storia, le sue scelte politiche, le strategie di comunicazione, perché ha vinto le elezioni: il racconto dell'affermazione di una 29enne che ha imposto una riflessione sui nuovi modi di fare alla politica e comunicazione negli Stati Uniti e non solo.
Nel settembre 2015, Matteo Salvini si dice disponibile ad ospitare un profugo a casa sua.
Questo episodio ha molte più implicazioni di quelle subito apparenti, non solo dal punto di vista della comunicazione politica.
Da qui, alcune annotazioni e una domanda: nell'Italia della ipersemplificazione di ogni messaggio e di un analfabeta funzionale su due, è ancora possibile comunicare qualcosa di razionale?
Slide presentate alla Festa nazionale della comunicazione del PD il 26 settembre 2015
Proforma - corso universitario di comunicazione politica allo IED: tutte le s...Proforma
Tutti i moduli delle lezioni che Proforma ha tenuto allo IED, all'interno del corso universitario in comunicazione politica.
1. Le differenze essenziali tra un detersivo e un politico e la fantasmagoria del guru.
2. Governare la complessità nella patria degli analfabeti funzionali.
3. Bari, elezioni comunali 2014: la case-history
4. Dieci domande che gli studenti ci fanno durante le lezioni (Faccioni sui manifesti, etica aziendale, marketing virale, gestione delle comunità online: una selezione delle questioni
più frequenti raccolte in questi anni)
5. Dieci cose che ho imparato dopo 700 giorni consecutivi di campagne elettorali (Tempi e orari di lavoro, ruolo dei social media, peso della comunicazione, gestione delle crisi, l’importanza di avere patatine e taralli a portata di mano)
6. Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social media (e cosa possiamo imparare da queste storie)
Dieci cose utili da sapere per condurre una campagna elettorale in ItaliaProforma
Le slide di Dino Amenduni durante #laprof, scuola di comunicazione politica di Proforma, Polignano a Mare, 1-3 luglio.
Sommario:
1. Chi “sposta i voti”?
2. Quali sono gli strumenti di comunicazione più rilevanti?
3. Quali sono i canali di comunicazione più utilizzati per reperire informazioni?
4. Quali sono le tecniche di contatto più e caci con gli elettori?
5. Qual è il momento chiave di una campagna elettorale?
6. Come si scrive un buon post sui social media?
7. Quando si deve usare Facebook, quando Twitter e quando altro?
8. Come si determina lo “spin” dopo un confronto pubblico/televisivo?
9. Quali competenze tecniche sono maggiormente utili
in un comitato elettorale?
10. Quali sono le caratteristiche del volontario “ideale”?
La campagna di Antonio Decaro, sindaco di Bari, è diventata una piccola case history, se non altro per l’incredibile risultato finale. Giovanni Sasso a #LaProf19 ha provato a raccontarla come una serie tv. Guardando le sinossi dei singoli episodi, da dietro le quinte, per cercare di capire, alla fine, se esista una storia più grande che li tiene tutti insieme.
Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblicoProforma
Una guida alla gestione di workshop, confronti, tavole rotonde, con suggerimenti su come prepararsi al meglio, su come organizzare i propri interventi, sulla corretta gestione sui tempi e su come risultare convincenti ed empatici agli occhi del pubblico.
Cinque post politici di successo sui social mediaProforma
Cinque case history di successo e qualche appunto su cosa possiamo imparare da queste storie per la comunicazione politica online.
1. Hillary Clinton e un commento a un post di una pagina Facebook (luglio 2015)
2. Graziano Delrio versus Giorgia Meloni sulle corsie preferenziali a Roma (agosto 2015)
3. Matteo Salvini a Strasburgo dopo il referendum in Grecia (video da due minuti - luglio 2015)
4. Matteo Renzi (subito) dopo la finale Pennetta-Vinci agli US Open (settembre 2015)
5. Barack Obama e il tweet più popolare della storia della comunicazione politica (novembre 2012)
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social mediaProforma
A. Come la politica dovrebbe comunicare online: la guida di Twitter
B. Politica e social media: regole minime di sopravvivienza
C. Cinque post di successo sui social media
(Moduli presentati allo IED, Roma, 17 dicembre 2015)
Come preparare uno speech di sette minuti in due oreProforma
Le variabili da considerare, gli obiettivi da perseguire (e ciò che è impossibile ottenere), i suggerimenti sull'organizzazione dei contenuti, l'importanza della platea e del contesto: una piccola guida per imparare a preparare speech brevi in poco tempo.
Sì, ma il programma? Cinque grandi progetti per migliorare la città.Antonio Decaro
I cinque grandi progetti di Antonio Decaro per migliorare la città.
«In questi mesi mi sono impegnato a raccogliere centinaia di idee e progetti. Per ognuno di essi abbiamo studiato fattibilità, tempi, risorse. Oggi voglio raccontare la Bari che vorrei, la città che tutti meritano».
Antonio Decaro
Come preparare un dibattito politico in TVProforma
Suggerimenti per i candidati e per gli staff, per il lavoro online e offline. Una guida pratica per la preparazione dei dibattiti, l'analisi dell'avversario e gli accorgimenti per evitare errori, con alcuni consigli per il monitoraggio e la produzione dei contenuti sui social media.
In un ecosistema dell'informazione colmo di distorsioni, è possibile comunicare distinguendosi dal rumore di fondo o inevitabilmente si finisce con accrescerlo?
Antonio Decaro - Amministrative Bari 2014 - storia della campagna elettoraleDino Amenduni
Sei mesi di scelte, decisioni strategiche, idee creative, video, sfottò, stroncature, sondaggi, aneddoti. Tre campagne in una (Primarie, Amministrative, ballottaggio). In questa presentazione c'è tutto (o quasi). È la storia della campagna elettorale di Antonio Decaro, il nuovo sindaco di Bari.
Indonesia Political Digital Landscape 2023Deddy Rahman
Analisa data-data kinerja akun official social media dari 18 partai politik nasional yang berkompetisi di Pemilu 2024. Diukur berdasarkan aktifitas mereka di platform yang disukai Milenial dan Gen-Z, yakni Instagram dan Tiktok.
Strategi media sosial untuk caleg pendatang baru by maxiDeddy Rahman
Strategi digital branding bagi para caleg yang belum pernah menjadi anggota legislatif. Banyak hal yang berbeda yang perlu dilakukan agar masyarakat lebih aware, lebih tertarik, dan siap untuk memilih.
Crisi di fiducia, centralità dei media tradizionali, il ruolo dei social media:una professione in radicale cambiamento. Modulo di comunicazione politica all'interno del Corso in social media e digital marketing di Eurogiovani.
http://socialmediamarketing.eurogiovani.it/
Come si gestisce la reputazione di un brand (imparando da storie realmente ac...Proforma
La reputazione è il vero valore aggiunto in qualsiasi strategia di comunicazione contemporanea. A parità di azioni tecniche, un mittente solido e credibile ha più possibilità di raggiungere il proprio obiettivo.
Per questo motivo qualsiasi minaccia alla reputazione di brand e qualsiasi potenziale crisi di comunicazione richiede l'adozione di scelte forti, coerenti e consistenti nel tempo, in modo da evitare la perdita del più grosso capitale simbolico di cui qualsiasi mittente, nell'era della sfiducia generalizzata nei confronti delle istituzioni tradizionali, gode in questo momento storico.
All'interno della presentazione abbiamo analizzato casi di successo e di fallimento di grandi aziende, istituzioni e politici, per scoprire quali sono le variabili da tenere d'occhio quando ci si trova in situazioni di promozione o difesa della propria immagine di brand.
Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblicoProforma
Una guida alla gestione di workshop, confronti, tavole rotonde, con suggerimenti su come prepararsi al meglio, su come organizzare i propri interventi, sulla corretta gestione sui tempi e su come risultare convincenti ed empatici agli occhi del pubblico.
Cinque post politici di successo sui social mediaProforma
Cinque case history di successo e qualche appunto su cosa possiamo imparare da queste storie per la comunicazione politica online.
1. Hillary Clinton e un commento a un post di una pagina Facebook (luglio 2015)
2. Graziano Delrio versus Giorgia Meloni sulle corsie preferenziali a Roma (agosto 2015)
3. Matteo Salvini a Strasburgo dopo il referendum in Grecia (video da due minuti - luglio 2015)
4. Matteo Renzi (subito) dopo la finale Pennetta-Vinci agli US Open (settembre 2015)
5. Barack Obama e il tweet più popolare della storia della comunicazione politica (novembre 2012)
Architettura delle campagne elettorali - otto idee per non impazzireDino Amenduni
1 - Nessuna campagna elettorale dovrebbe iniziare senza dati.
2 - Non si inizia dalle caratteristiche del candidato con cui si lavora, ma dall’analisi degli avversari e delle regole: chi sono, quanti sono, qual è la legge elettorale.
3 - Costruisci l’architettura di una campagna elettorale: lo staff, i ruoli, le funzioni, le spie di allarme.
4 - Esiste solo un 5% di decisioni strategiche per cui è davvero importante tenere il punto a tutti i costi.
Per tutte le altre: attacca il ciuccio dove vuole il padrone (regola del 95%).
5 - Molto spesso le campagne si vincono per errori degli avversari, non per meriti propri.
6 - In campagna elettorale non esistono orari, non esistono i weekend, non esistono i giorni festivi.
7 - È sempre meglio lavorare insieme a un’altra agenzia
di comunicazione del luogo in cui ci sono le elezioni.
8 - Quantità e qualità della consulenza politica sono molto spesso incompatibili.
(presentata l'8 novembre 2014 all'ottavo summit di Architecta - www.architecta.it)
Buone e cattive pratiche di comunicazione politica sui social mediaProforma
A. Come la politica dovrebbe comunicare online: la guida di Twitter
B. Politica e social media: regole minime di sopravvivienza
C. Cinque post di successo sui social media
(Moduli presentati allo IED, Roma, 17 dicembre 2015)
Come preparare uno speech di sette minuti in due oreProforma
Le variabili da considerare, gli obiettivi da perseguire (e ciò che è impossibile ottenere), i suggerimenti sull'organizzazione dei contenuti, l'importanza della platea e del contesto: una piccola guida per imparare a preparare speech brevi in poco tempo.
Sì, ma il programma? Cinque grandi progetti per migliorare la città.Antonio Decaro
I cinque grandi progetti di Antonio Decaro per migliorare la città.
«In questi mesi mi sono impegnato a raccogliere centinaia di idee e progetti. Per ognuno di essi abbiamo studiato fattibilità, tempi, risorse. Oggi voglio raccontare la Bari che vorrei, la città che tutti meritano».
Antonio Decaro
Come preparare un dibattito politico in TVProforma
Suggerimenti per i candidati e per gli staff, per il lavoro online e offline. Una guida pratica per la preparazione dei dibattiti, l'analisi dell'avversario e gli accorgimenti per evitare errori, con alcuni consigli per il monitoraggio e la produzione dei contenuti sui social media.
In un ecosistema dell'informazione colmo di distorsioni, è possibile comunicare distinguendosi dal rumore di fondo o inevitabilmente si finisce con accrescerlo?
Antonio Decaro - Amministrative Bari 2014 - storia della campagna elettoraleDino Amenduni
Sei mesi di scelte, decisioni strategiche, idee creative, video, sfottò, stroncature, sondaggi, aneddoti. Tre campagne in una (Primarie, Amministrative, ballottaggio). In questa presentazione c'è tutto (o quasi). È la storia della campagna elettorale di Antonio Decaro, il nuovo sindaco di Bari.
Indonesia Political Digital Landscape 2023Deddy Rahman
Analisa data-data kinerja akun official social media dari 18 partai politik nasional yang berkompetisi di Pemilu 2024. Diukur berdasarkan aktifitas mereka di platform yang disukai Milenial dan Gen-Z, yakni Instagram dan Tiktok.
Strategi media sosial untuk caleg pendatang baru by maxiDeddy Rahman
Strategi digital branding bagi para caleg yang belum pernah menjadi anggota legislatif. Banyak hal yang berbeda yang perlu dilakukan agar masyarakat lebih aware, lebih tertarik, dan siap untuk memilih.
Crisi di fiducia, centralità dei media tradizionali, il ruolo dei social media:una professione in radicale cambiamento. Modulo di comunicazione politica all'interno del Corso in social media e digital marketing di Eurogiovani.
http://socialmediamarketing.eurogiovani.it/
Come si gestisce la reputazione di un brand (imparando da storie realmente ac...Proforma
La reputazione è il vero valore aggiunto in qualsiasi strategia di comunicazione contemporanea. A parità di azioni tecniche, un mittente solido e credibile ha più possibilità di raggiungere il proprio obiettivo.
Per questo motivo qualsiasi minaccia alla reputazione di brand e qualsiasi potenziale crisi di comunicazione richiede l'adozione di scelte forti, coerenti e consistenti nel tempo, in modo da evitare la perdita del più grosso capitale simbolico di cui qualsiasi mittente, nell'era della sfiducia generalizzata nei confronti delle istituzioni tradizionali, gode in questo momento storico.
All'interno della presentazione abbiamo analizzato casi di successo e di fallimento di grandi aziende, istituzioni e politici, per scoprire quali sono le variabili da tenere d'occhio quando ci si trova in situazioni di promozione o difesa della propria immagine di brand.
Gli attuali limiti e i nuovi effetti dei confronti tra candidati in TVProforma
La centralità del formato del dibattito televisivo tra i politici è sempre meno evidente. Alla valutazione sul confronto in sé si sostituisce la battaglia per produrre la migliore frase ad effetto; lo spin su come sia effettivamente andato il confronto influenza più del confronto in sé; i candidati sono 'risorse abbondanti', le loro parole sono facilmente reperibili su qualsiasi media; i cicli della notizia sono brevissimi, e dunque il giorno successivo a un confronto si parla già di altro; il formato dei confronti televisivi, pensati più per intrattenere che per informare, obbligano i politici a condensare pensiero complesso in pochi secondi, contribuendo a un'ulteriore banalizzazione del discorso pubblico oltre che alla perdita di interesse per lo spettatore.
(presentazione per il Master InsideUSA2020)
Una guida, realizzata da Proforma per ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), per la gestione di crisi di comunicazione nelle istituzioni pubbliche.
Qui trovate il webinar con l'illustrazione dettagliata dei contenuti delle slide e una lunga sessione di domande e risposte - http://www.anci.it/comunicare-ai-tempi-dellansia-collettiva-il-webinar-di-anci-con-proforma-scarica-i-materiali/
Le emozioni positive possono diventare virali?Proforma
La comunicazione politica contemporanea è caratterizzata da un uso massiccio di emozioni primarie negative come paura e rabbia. Chi ha utilizzato questa modalità ha spesso vinto le elezioni, di recente.
Anni di stimolazione dell'elettorato attraverso la paura e la rabbia stanno però restituendo il conto. Gli utenti sono sempre più stressati e sempre meno contenti di leggere contenuti politici online: esattamente il contrario di ciò che si sperava quando i social media iniziavano, una decina di anni fa, a diventare strumenti di comunicazione di massa.
La responsabilità dei politici e dei consulenti oggi risiede anche nel provare a cercare altre strade, più costruttive e meno ansiogene, per comunicare in modo efficace. Al TedX Salerno ho spiegato qual è, secondo me, la strada migliore per invertire questa tendenza.
(slide di Dino Amenduni)
Il giornalismo degli sms d'amore pubblicati in prima pagina in nome della libertà di stampa, dei titoli a nove colonne urlati per vendere (?) una copia in più, dei retroscena attesi, sperati e, se proprio non si riesce, inventati può dare lezioni di morale alla politica? (Le slide di Andrea Camorrino per #LaProf19)
Criteri di notiziabilità - quando un atto politico diventa notizia e quando noProforma
1. Il ruolo delle euristiche e il loro impatto sull’agenda setting
2. L’importanza della “Line of the day”
3. Come gestire la logica “Horse Race”
4. Il ruolo dei botta e risposta e le opportunità di reframing
5. Il ruolo della reputazione dei mittenti politici
(Le slide di Dino Amenduni a #LaProf19)
Se la politica senza risposte non può più garantire la felicità, almeno deve gestire il suo simulacro.
Il packaging della felicità, senza la felicità dentro.
Perché i politici hanno bisogno di un sito personaleProforma
Queste slide servono a rispondere alla domanda: “A che servono i siti ora che si può far passare tutta la comunicazione digitale di un politico attraverso gli account sui social media?”
E le risposte sono quattro:
- per raccogliere dati
- per far conoscere meglio il programma
- per essere più facilmente rintracciabili sui motori di ricerca
- a supporto dello storytelling personale.
(Slide presentate al WordCamp Bari 2019, 18 maggio)
Quattro consigli per divulgare le informazioni medico-scientifiche in modo efficace (slide presentata al convegno CIPOMO - Collegi Italiani dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri, "Dei Medici del Web e della Tecnologia")
Six stories to understand how to promote, protect or compromise your online r...Proforma
Three WINS, three FAILS and five considerations in order to get by on social media (presented at INFORM-INIO workshop, organized by European Commission, Palermo, May 16th)
“Facciamo come fanno loro” - Gli errori nella comunicazione politica, quando ...Proforma
In comunicazione politica l'epic fail è sempre dietro l'angolo.
Ma ci sono alcune coordinate che possono valere come perimetro entro il quale rimanere per evitare almeno gli errori più grossolani. Attenzioni semplici, che però, nonostante tutto, spesso sono disattese.
Oggi, il tempo delle passioni tristi. Il ruolo delle emozioni nella comunicaz...Proforma
In una società che si fonda sulla rabbia, con la politica che se ne ciba e la rilancia, esiste un possibile percorso diverso per il comunicatore politico?
Uno spettro si aggira(va) per l'Europa - versione estesaProforma
Senza più le grandi ideologie, o almeno così si dice, al comunicatore politico è spesso richiesta la costruzione della "visione". Ma è una strada perseguibile?
Senza più le grandi ideologie, o almeno così si dice, al comunicatore politico è spesso richiesta la costruzione della "visione". Ma è una strada perseguibile?
Silence is sexy - Perché la comunicazione politica con gli steroidi non è l'...Proforma
Nell'era dei social media, dei post pubblicati ogni ora, dei talk show ogni giorno, dei sondaggi ogni settimana, della campagna elettorale permanente, è possibile tornare a immaginare il silenzio come strumento di comunicazione, il vuoto come elemento di costruzione del senso, l'assenza come metodo di costruzione del consenso?
(la mia lezione a #Laprof18)
Dieci storie per comprendere come si promuove, difende o compromette la propr...Proforma
La reputazione è il vero "algoritmo" della comunicazione contemporanea. Un mittente che riesce a essere credibile nel bel mezzo di una profondissima crisi di fiducia nei confronti delle istituzioni ha un vantaggio competitivo su tutti gli altri, e l'efficacia delle proprie strategie di comunicazione gode di un moltiplicatore. Abbiamo provato a spiegarvi perché nell'aggiornamento di questa presentazione, con nuovi dati, tabelle e casi di studio.
La risposta è dentro di te ma (a volte) è sbagliataProforma
Opportunità e rischi delle scorciatoie che il nostro cervello adotta per farci vivere. Un approfondimento su tre euristiche: della rappresentatività, della disponibilità, dell'affetto.
I consiglieri del principe - scienziati della politica come spin doctor?Proforma
Analisi dei Big data e psicometria: due cose che gli accademici
sanno fare meglio dei comunicatori.
(intervento all'interno di una tavola rotonda durante la Scuola Italiana di Scienza Politica, Urbino, 14 settembre 2017)
Da Gianni Rodari ad Aldo Biscardi. Una lettura della comunicazione politica t...Proforma
Senza un immaginario potente dove tenere piantate le radici, il linguaggio della politica rimane muto.
Le parole scricchiolano, si confondono, confondono.
Da Gianni Rodari ad Aldo Biscardi. Una lettura della comunicazione politica t...
Jacinda Ardern: la grande Rinuncia
1. marzo 2023
Jacinda Ardern:
la grande rinuncia
Perché un altro tipo di politica è possibile:
la storia della ex-premier della Nuova Zelanda
2. 2
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Chi siamo #1
Mi chiamo Dino Amenduni: classe 1984, di Bari, sono socio,
consulente politico e strategic planner dell’agenzia di comunicazione Proforma.
Curo due laboratori di comunicazione politica, elettorale e storytelling
alle università di Perugia e Bologna.
Faccio parte dello staff del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
Collaboro con il progetto giornalistico Valigia Blu.
@doonie
dino.amenduni@proformaweb.it
3. 3
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Chi siamo #2
Mi chiamo Vincenzo Napolitano, mi occupo di analisi strategica,
comunicazione istituzionale per le aziende e comunicazione politica
per rappresentanti politici nelle istituzioni.
Dal 2020 faccio parte del team strategico di Proforma.
vincenzo.napolitano@proformaweb.it
4. 4
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
1. Chi è Jacinda Ardern?
2.
L’annuncio delle dimissioni da premier della Nuova Zelanda
(e l’impatto sulla comunicazione politica contemporanea)
3. I momenti decisivi della sua carriera politica
4.
Cosa ci insegna il suo percorso? Un playbook
per una leadership moderna, progressista, efficace
Sommario
5. Chi è Jacinda Ardern?
L'ascesa rapidissima e il ritiro inaspettato
5
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
6. 6
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Jacinda Kate Laurell Ardern è una politica neozelandese,
40ª Primo ministro della storia del suo paese e alla guida
del Partito Laburista della Nuova Zelanda dal 2017 al 2023.
Dopo due mandati di governo, il 19 gennaio 2023 ha annunciato
le proprie dimissioni sia dai vertici del suo partito, sia dalla carica
di Primo Ministro, citando una carenza di “energie psico-fisiche
per svolgere al meglio il proprio incarico” e il desiderio di voler stare
più vicina alla propria famiglia.
Ha dunque rinunciato a candidarsi ad un terzo mandato.
Chi è Jacinda Ardern?
7. 7
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ardern era stata eletta deputata per la prima
volta nel 2008, diventando (a 28 anni) la più
giovane deputata nella storia della Nuova
Zelanda, la seconda donna a guidare il suo
partito nel 2017 (e la più giovane a farlo), la terza
donna a governare la nazione (ancora una volta
con il record di precocità).
La sua gentilezza, la sua disponibilità e la sua
immagine pop l’hanno resa famosa ben oltre
i confini della Nuova Zelanda.
Chi è Jacinda Ardern?
8. 8
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
La storia di Ardern non è quella di una “underdog”
della politica, che si è fatta largo sgomitando o
approfittando di una situazione favorevole, ma è più
quella di un astro nascente, di un talento politico
che si è via via strutturato e preparato
ad affrontare le sfide del ruolo a cui aspirava.
Una donna preparata, una ricercatrice che prima
fa gavetta nelle file del partito, all’ombra di una
grande leadership femminile come quella dell’ex
primo ministro Helen Clark, poi raccoglie i frutti
della sua esperienza con i giusti tempi.
2008: a star is born
9. 9
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Nel 2008, anno del suo esordio come parlamentare
neozelandese, viene eletta all’unanimità Presidente
dell’Unione Internazionale della Gioventù Socialista.
Alla base del suo impegno politico ci sono due
priorità, che declinerà fin dalla sua prima campagna
elettorale: il contrasto all’emergenza climatica
e la lotta alla povertà infantile.
Il suo primo discorso in Parlamento è un manifesto
di valori e idee che accompagneranno culturalmente
la sua intera carriera politica.
2008: a star is born
10. 10
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ad agosto del 2017, Jacinda Ardern
diventa leader del Labour Party
neozelandese, in un momento assai
delicato, ad un mese dalle elezioni
nazionali. Il partito è all’opposizione
e i conservatori del National Party
sono favoriti per la vittoria.
Ardern è la più giovane leader del Labour
e la seconda donna, dopo Helen Clark,
ad aver assunto la carica.
2017: vittoria e governo di coalizione
Nella foto, Helen Clark, già prima ministra neozelandese, si congratula con Jacinda
Ardern ad un evento elettorale del Labour nel 2017.
11. 11
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Grazie al carisma e al messaggio politico
incentrato sui diritti, ambiente e giustizia
sociale, il Labour Party raccoglie moltissime
donazioni e alle elezioni di settembre ottiene
un risultato tale da rendere impossibile un
altro governo guidato dal National Party
(destra). Per poter governare, però, Ardern ha
bisogno di un patto di coalizione, che realizza
con il Greens Party e con il NZ First, un partito
nazionalista e populista di centrodestra.
Jacinda Ardern è così la terza donna nella
storia a guidare il governo neozelandese.
2017: vittoria e governo di coalizione
12. 12
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Nel 2020 la Nuova Zelanda è di nuovo chiamata
alle elezioni politiche; nel frattempo Jacinda Ardern
è già diventata una leader riconosciuta a livello
internazionale.
La risposta del suo governo al massacro di Christchurch
e la gestione esemplare della pandemia da Covid-19,
unite ai buoni risultati del suo governo, si traducono in
un grande successo elettorale.
Il Labour Party stravince le elezioni nazionali e
ottiene la maggioranza assoluta in Parlamento;
potrebbe dunque governare da solo. Ciononostante,
Ardern sceglie di mantenere un’alleanza strategica
con il Greens Party.
2020: la grande vittoria
13. 13
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Il 19 gennaio del 2023, nel corso di un punto stampa
a Auckland e in modo quasi del tutto inaspettato,
Jacinda Ardern ha comunicato le sue imminenti
dimissioni, unite all’intenzione di non candidarsi
per un terzo mandato alle successive elezioni
politiche dell’ottobre 2023.
Il suo discorso, che dura poco più di due minuti,
può già essere considerato una pietra miliare
della (comunicazione) politica contemporanea.
2023: l’annuncio a sorpresa
15. 15
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Empatia, competenza, risolutezza
Dal primo discorso nel 2008 fino all’annuncio della fine della sua carriera
politica 15 anni dopo, l’autorevolezza internazionale di Jacinda Ardern
diventa via via più emblematica: la notorietà delle sue posizioni e del
suo profilo politico superano velocemente i confini geografici e il peso
politico della Nuova Zelanda. Ardern diventa un punto di riferimento
per i suoi valori e per le sue politiche, acquisendo un ruolo di primo
piano nel campo progressista internazionale.
Le parole, i discorsi e le azioni politiche di Ardern ritrovano sostanza
e concretezza proprio nel discorso in cui annuncia le sue dimissioni:
“Spero di lasciare i neozelandesi con la convinzione che si può essere
gentili e forti allo stesso tempo; empatici ma risoluti, ottimisti
ma concentrati. E che ciascuno dei miei connazionali può essere
leader a suo modo – un leader che sa quando è il tempo di lasciare.”
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
L’annuncio delle dimissioni
In pochi minuti, Jacinda Ardern delinea una spiegazione precisa
delle sue motivazioni:
“Ho deciso di lasciare perché un ruolo di così grande privilegio
porta delle responsabilità – la responsabilità di avere
consapevolezza di essere la persona giusta per guidare il paese,
e di avere la stessa consapevolezza quando smetti di esserlo.
So cosa comporta fare questo lavoro. E so di non avere
abbastanza energia per rendergli giustizia. È semplicemente così.
Sono umana. I politici sono umani. Diamo tutto quello
che possiamo dare per tutto il tempo in cui possiamo farlo.
E poi arriva il momento di lasciare. Per me, quel momento
è arrivato.”
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
L’annuncio delle dimissioni
Poi, il punto politico e quello umano:
“Sono stati i cinque anni e mezzo più soddisfacenti della mia vita. Ma hanno
anche portato le loro sfide: mentre le nostre priorità erano il diritto alla casa,
la lotta alla povertà giovanile e il cambiamento climatico, abbiamo dovuto
affrontare un attentato terroristico nel nostro paese, un grande disastro
naturale, la pandemia globale e la conseguente crisi economica.
Non voglio dare l’impressione che le difficoltà che si possono incontrare
in politica sono la ragione per cui si smette di farla. Hanno certamente
avuto un impatto anche su di me. Siamo umani dopo tutto, ma non sono
state alla base della mia decisione.
Voglio ringraziare mio marito Clarke e mia figlia Neve, le persone che
hanno maggiormente dovuto sacrificarsi. A Neve: mamma non vede l’ora
di esserci per il primo giorno di scuola. E Clarke: finalmente ci sposeremo.”
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
L’annuncio delle dimissioni
La potenza di questo discorso poggia su due architravi
di eguale importanza.
In primo luogo Ardern ripristina un principio che è sempre
stato associato all’attività politica in ruoli istituzionali, cioè
quella del ‘servizio a tempo’; un qualcosa che si svolge in una
parte della propria vita, quando si presentano le condizioni
più adatte per farlo, ma che non coincide in modo assoluto
con la propria vita personale e professionale.
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
L’annuncio delle dimissioni
È un messaggio che è da sempre associato ai ruoli elettivi,
anche in Italia: per esempio, lo statuto del PD prevede la
possibilità di candidarsi per massimo tre mandati, ma la
grande quantità di deroghe concesse in questi anni hanno
reso sostanzialmente nullo questo dettame.
Il MoVimento5Stelle ha costruito parte delle sue fortune
sul ‘limite dei due mandati’ in Parlamento, poi parzialmente
derogato con l’introduzione del cosiddetto ‘mandato zero’.
Per tirare le somme, un po' in tutto il mondo, anche ad
altissimi livelli istituzionali, questo messaggio ha visto
ben poche applicazioni.
20. 20
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
L’annuncio delle dimissioni
La forza comunicativa delle parole di Ardern è stata però
ulteriormente amplificata dalla coerenza tra il tono e i
contenuti del suo discorso e lo stile di leadership da lei
mostrato interpretando il ruolo di prima ministra.
Tutto appare perfettamente coerente, armonico e
dunque credibile, mostrando così quanto sia efficace,
nella comunicazione contemporanea, la capacità di
far coincidere la propria biografia personale con il
messaggio politico che si intende rappresentare.
21. I momenti decisivi
della sua carriera politica
Da Christchurch al Covid, sette anni di sfide inedite
21
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
22. 22
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Rachel Pannett sul Washington Post e Ben Doherty
sul Guardian hanno ricostruito i momenti principali
della presidenza Ardern dal 2017 ad oggi.
Entrambi sottolineano il largo apprezzamento che la
premier neozelandese ha ricevuto per la sua capacità
di “gestione calma” del suo paese durante anni tra
i più impegnativi della storia recente, ma che negli
ultimi mesi i primi sentimenti di malcontento nei
suoi confronti sono emersi insieme ai primi segnali
di recessione economica, conseguente anche alla
gestione molto assertiva della pandemia.
I momenti decisivi della sua carriera politica
23. 23
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Il primo evento cruciale con cui Jacinda Ardern si è dovuta
misurare è stato l’attentato terroristico di Christchurch
nel marzo 2019 in cui un terrorista, un suprematista
bianco, ha ucciso 50 persone e ne ha ferite a decine
all’interno di due moschee, nel più grave assalto
con armi da fuoco nella storia della Nuova Zelanda.
Per approfondimenti - Uniti nell’amore e non divisi dall’odio. La lezione politica
e umana della Nuova Zelanda dopo la strage di Christchurch
I momenti decisivi della sua carriera politica
25. 25
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
La leadership di Ardern, in questo caso, è stata tangibile
per tre circostanze.
1.
Il giorno dopo l’attentato, la premier neozelandese ha
incontrato la comunità musulmana locale indossando
un hijab (un copricapo a velo utilizzato dalle donne di
quella comunità) e nel suo discorso ha rappresentato
il sentimento di unità e di vicinanza della Nuova
Zelanda.
I momenti decisivi della sua carriera politica
26. 26
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
2.
Nel suo primo intervento in Parlamento
dopo l’accaduto, Ardern ha esordito con
la frase As-salamu alaykum (“Che la pace sia
con voi” in arabo), per ribadire ciò che era stato
manifestato nell’incontro con la comunità
musulmana; successivamente
ha chiesto di citare i nomi delle persone colpite
dall’attentato ma di non farlo con quello
dell’assalitore: “È un terrorista, è un criminale,
è un estremista. Ma nelle mie parole, lui
resterà senza nome”.
3.
Sei giorni dopo, il governo neozelandese
ha bandito l’acquisto di fucili d’assalto.
I momenti decisivi della sua carriera politica
27. 27
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ardern ha dimostrato le stesse capacità empatiche
solo pochi mesi dopo, in seguito all’eruzione di un
vulcano nell’isola neozelandese di Whakaari (o
‘isola bianca’), che ha causato 22 morti e 25 feriti.
La premier si è infatti recata sul luogo subito dopo
l’inizio dell’emergenza, ringraziando e abbracciando
gli operatori della protezione civile, i vigili del fuoco
e la polizia, e dichiarando poco dopo alla stampa
che essi erano andati “ben oltre le loro capacità” pur
di aiutare chi era stato colpito dal disastro naturale.
I momenti decisivi della sua carriera politica
28. 28
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Il maggior riconoscimento globale della leadership di Jacinda
Ardern è però legato alla gestione delle prime fasi della
pandemia da Covid-19 in Nuova Zelanda, e alla volontà di
investire senza esitazioni su un approccio guidato dalle evidenze
scientifiche.
Contrariamente a ciò che è stato visto in altre parti del mondo
(e certamente favorita dalla geografia), Ardern ha deciso di
chiudere le frontiere esterne dell’arcipelago della Nuova
Zelanda già agli inizi di marzo del 2020, e di sottoporre i
connazionali di ritorno a un severo regime di quarantena.
Questa scelta ha causato forti proteste nel paese, manifestazioni
di piazza e dimostrazioni di protesta davanti al Parlamento,
durate per settimane.
I momenti decisivi della sua carriera politica
29. 29
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
È stata criticata, inoltre, una certa lentezza nell’approvvigionamento
dei vaccini e un eccessivo aumento delle difficoltà economiche
legate all’impossibilità di accogliere lavoratori migranti.
L’auto-isolamento volontario dal resto del mondo ha però restituito
risultati incontrovertibili: il paese ha registrato infatti il più basso
tasso di mortalità legata al Covid nei paesi ‘occidentali’ del
mondo, secondo la Johns Hopkins University, con 2500 vittime
su cinque milioni di residenti.
I momenti decisivi della sua carriera politica
30. 30
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Giovane e donna: due elementi spesso oggetto
di critiche da commentatori abituati a considerare
“uomini maturi” la normalità in politica.
La premier uscente della Nuova Zelanda era salita
da subito agli onori della cronaca perché aveva
iniziato a svolgere il suo incarico all’età di 37
anni: con la sua nomina era infatti diventata la
più giovane premier in attività al mondo in quel
momento (e la seconda più giovane nella storia
della Nuova Zelanda).
I momenti decisivi della sua carriera politica
31. 31
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Un anno dopo, nel 2018, Ardern è stata
la seconda donna nella storia a partorire
mentre svolgeva la più alta funzione politica
nel suo paese (la prima era stata Benazir
Bhutto, in Pakistan, nel 1990); tre mesi dopo
è intervenuta all’assemblea nazionale delle
Nazioni Unite a New York portando con sé sua
figlia Neve.
I momenti decisivi della sua carriera politica
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
La vittoria delle elezioni del 2020, ottenuta con la maggioranza
assoluta della rappresentanza parlamentare, le ha permesso di
costruire il governo maggiormente inclusivo della storia del suo
paese. Il Partito Laburista, da lei guidato, ha portato in Parlamento
il maggior numero di donne, persone di colore, indigene e della
comunità LGBTQ+ di sempre in Nuova Zelanda.
Dal 2022 il paese oceanico è la prima ‘democrazia avanzata’ il cui la
rappresentanza femminile in Parlamento è maggioritaria. La Nuova
Zelanda è il secondo paese al mondo dopo la Norvegia per accesso
alle garanzie democratiche secondo il Democracy Index curato
dal settimanale The Economist, aggiornato pochi giorni fa (l’Italia,
considerata una ‘democrazia imperfetta’, è al trentunesimo posto).
I momenti decisivi della sua carriera politica
34. 34
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Tutto ciò non l’ha però protetta da domande maschiliste.
A novembre 2022 ha fatto discutere una clip in cui la premier
neozelandese, che stava ospitando l’omologa finlandese
Sanna Marin (che a sua volta è diventata la più giovane
prima ministra al mondo, essendo di cinque anni più giovane
di Ardern) in un incontro bilaterale, si è ritrovata a dover
rispondere alla domanda di un giornalista (uomo) che le
chiedeva se l’incontro fosse stato organizzato solo perché
le premier di Nuova Zelanda e Finlandia erano accomunate
dall’essere “due giovani donne”.
I momenti decisivi della sua carriera politica
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ardern ha replicato chiedendosi perché la stessa
domanda non era stata posta in passato durante
un incontro tra l’ex premier neozelandese
John Key e l’ex presidente degli Stati Uniti
Barack Obama.
Marin ha replicato con una frase definitiva
sull’argomento: “Ci siamo incontrate
perché siamo prime ministre”.
I momenti decisivi della sua carriera politica
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
L’immagine, lo stile e il carattere di Ardern sono diventati
elementi di culto fra gli appassionati di politica, al punto da
coniare il termine Jacindamania, per indicare l’ammirazione
per la premier neozelandese.
Ardern ha saputo coniugare lo stile istituzionale e la
grammatica propria della politica di tradizione anglosassone
con elementi pop, che unite ad alcune risposte brucianti, come
quella al conduttore radiofonico Mark Richardson, hanno fatto
discutere i commentatori e galvanizzato il suo seguito.
Jacindamania
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ad aggiungere carne al fuoco della Jacindamania
ci ha pensato Stephen Colbert, popolare conduttore
televisivo statunitense che ha intervistato spesso Ardern
e ha raccontato al suo pubblico il lavoro, gli obiettivi
e la vita quotidiana della premier neozelandese.
In più, ha generato grande entusiasmo la scoperta degli
esordi da DJ di Jacinda Ardern: i più curiosi sono andati
a caccia delle sue immagini al mixer e delle sue playlist.
E se questo non basta, beh, sappiatelo: se siete in
aeroporto e avete bisogno di aprire una birra, Jacinda
Ardern non vi lascerà da soli.
P.S. Dopo questo episodio, una birreria neozelandese
le ha dedicato una birra, la “Juice Cinda”.
Jacindamania
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
La scelta di Ardern è solo imputabile al peso di questi anni di
governo?
La realpolitik ci spinge sempre a pensare ad una visione
più cinica delle cose: come scrive Hilary Whiteman di CNN,
l’aumento del costo degli affitti e della qualità della vita, alcuni
risultati economici non all’altezza delle aspettative e alcuni
obiettivi mancati su welfare e tasse possono essere ritenuti
elementi di critica politica al Governo Ardern.
Al tempo stesso non è abbastanza per giustificare una
decisione così repentina e inaspettata, alla vigilia delle elezioni.
L’uscita di scena
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ardern ha dovuto fronteggiare livelli di crescente misoginia
nel corso del suo mandato, a partire dal lockdown
connesso alla pandemia da COVID-19.
Tess McClure, sul The Guardian, ricorda che la polizia
neozelandese ha visto ‘triplicare le minacce contro Ardern’
nel corso del 2022.
L’ex premier neozelandese Helen Clark ha dichiarato che
Ardern ha dovuto affrontare “un’ondata di odio nei suoi
confronti che non ha avuto precedenti nella storia della Nuova
Zelanda”, frutto di una “tendenza alla polarizzazione che
potrebbe rendere l’attività politica sempre meno attrattiva”.
L’uscita di scena
40. 40
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Tutto ciò potrebbe aver contribuito alla sua decisione più
di quanto la stessa Ardern abbia voluto ammettere, e la
frase da lei pronunciata il giorno dopo l’annuncio della fine
della sua esperienza politica, “ho dormito profondamente
per la prima volta da tanto tempo”, ha ulteriormente dato
adito a speculazioni sulle reali ragioni della sua scelta.
Allo stesso tempo la leadership di Ardern nel tempo
ha mostrato un tale livello di credibilità e di coerenza
tra dichiarazioni e scelte politiche da rendere qualsiasi
retroscena scarsamente utile all’analisi.
L’uscita di scena
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Jacinda Ardern ha lasciato il ruolo di premier a un’età
(42 anni) in cui in molti paesi del mondo (Italia inclusa)
è difficile emergere nel quadro politico nazionale.
Lo ha fatto alla vigilia di una campagna elettorale
non meno complessa di altre campagne, ma forse
nel primo momento in cui nonostante tutto ciò che
ha affrontato non sarebbe stata una chiara favorita.
Lo ha annunciato in un discorso in cui ha posto al centro
le sue emozioni e l’attaccamento alla sua famiglia,
esattamente come ha fatto durante tutto l’arco della
sua esperienza da leader della Nuova Zelanda.
L’uscita di scena
42. 42
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Non possiamo sapere se ha ragione Hilary Whiteman della CNN
in questa sua analisi, se il burnout è reale anche in politica o se l’uscita
di scena della Ardern nasconde motivazioni politiche più profonde,
legate all’azione di governo o alla gestione del consenso o del partito.
Al netto dell’opportunità politica, Jacinda Ardern è il volto più riconoscibile
e più affermato della politica neozelandese, quindi non possiamo
che restare a quanto ha detto: lascia perché consapevole di non avere
più le energie per svolgere adeguatamente l’incarico, mostrando
un senso di responsabilità nei confronti dei suoi connazionali
che, a mente lucida, va considerato molto maggiore rispetto al restare
alla guida del paese a ogni costo, persino se forte di un mandato popolare.
L’uscita di scena
43. Cosa ci insegna
il suo percorso?
Un playbook per una leadership moderna, progressista, efficace
43
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
44. 44
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Jacinda Ardern ha restituito un’enorme solidità a due principi
considerati desueti o inapplicabili: ha interpretato il ruolo istituzionale
più alto non dimenticando che la politica dovrebbe essere un’attività
a tempo e ha dimostrato, attraverso il suo modo di governare, che
la dicotomia tra lo stile di leadership basato sull’empatia e quello
basato sulla razionalità e sulla scienza, che per mesi ha generato
una discussione anche nel nostro paese (a proposito, per esempio,
delle modalità di comunicazione adoperate dall’ex premier Giuseppe
Conte e dal suo successore Mario Draghi) in realtà non esiste, perché
si può essere allo stesso tempo, proprio come la stessa Ardern ha
dichiarato nel suo discorso di addio, “kind but strong, empathetic
but decisive, optimistic but focused”.
Cosa ci insegna il suo percorso?
45. 45
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Circa un mese dopo l’annuncio delle dimissioni di Ardern, un’altra
donna alla guida della sua nazione decide di compiere una scelta
simile: Nicola Sturgeon, leader dello Scottish National Party e
dal 2014 alla guida della Scozia, decide di annunciare le proprie
dimissioni dai suoi incarichi.
Entrambe le decisioni sono unite da alcuni tratti comuni, a
partire dalla comune consapevolezza di non avere più le energie
necessarie per servire al meglio il proprio paese e ancor di più
i propri connazionali dopo essere state in prima linea in anni
difficilissimi, a partire dalla gestione della pandemia.
Cosa ci insegna il suo percorso?
46. 46
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Entrambe hanno dedicato la propria esperienza politica
alla riduzione delle diseguaglianze, con una particolare
attenzione alla lotta alla povertà infantile.
Entrambe hanno fatto fare passi in avanti significativi,
ai loro paesi, sul fronte dei diritti. Entrambe sono state
attiviste sui temi dell’emergenza climatica. Entrambe
hanno dovuto sacrificare la propria famiglia, a partire dai
propri figli, pur di svolgere al meglio il loro ruolo.
Cosa ci insegna il suo percorso?
47. 47
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Ardern e Sturgeon hanno dimostrato cosa vuol dire essere
leader progressiste e femministe e anche la scelta di lasciare
in un momento in cui entrambe avrebbero potuto rivincere
le prossime elezioni è una gigantesca prova di modernità:
è la dimostrazione, spesso sottovalutata in un’epoca in cui
apparire forti, brutali, invincibili, senza esitazioni sembra
l’unico modo per poter stare al mondo, di quanto sia potente
invece il comportamento opposto, e cioè il mostrarsi con
sincerità davanti agli occhi dei propri elettori anche nelle
avversità.
Cosa ci insegna il suo percorso?
48. 48
Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Probabilmente resisterà ancora per qualche anno la tesi opposta:
“le donne non possono fare politica ad alti livelli, non sopportano
le pressioni, sono troppo emotive”.
A nostro parere, questi sono i rantoli di un maschilismo oramai fuori tempo,
gli stessi rantoli che hanno portato sia Ardern sia Sturgeon a subire
le brutali conseguenze della misoginia: in entrambi i casi le minacce,
le ingiurie, gli insulti nei loro confronti sono via via aumentate
col passare del tempo, come se governare bene un paese ed essere donna
allo stesso tempo fosse un affronto troppo grande da sopportare
per chi non riesce a immaginare un mondo diverso da quello esistente.
Eppure quel mondo non solo è possibile, ma è già reale.
Cosa ci insegna il suo percorso?
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Jacinda Ardern: la grande rinuncia
Jacinda Ardern: una sitografia
www.theguardian.com/world/2023/jan/19/the-key-moments-of-jacinda-ardern-time-as-prime-minister-of-nz-new-zealand
www.theguardian.com/world/2023/jan/19/jacinda-ardern-resigns-as-prime-minister-of-new-zealand
www.linkiesta.it/blog/2021/04/jacinda-ardern-di-francesco-foti
www.youtube.com/watch?v=NTcNbv7tm80
www.youtube.com/watch?v=Hx9CVz107Kw
edition.cnn.com/2023/01/19/asia/ardern-when-to-stop-intl/index.html
edition.cnn.com/2023/01/19/world/new-zealand-jacinda-ardern-leadership-intl-hnk/index.html
www.washingtonpost.com/world/2023/01/19/jacinda-ardern-highlights-new-zealand-prime-minister
www.washingtonpost.com/world/2023/01/23/ardern-jacinda-legacy-resignation-new-zealand
www.stuff.co.nz/national/politics/95325359/what-does-jacinda-ardern-want-her-maiden-speech-to-parliament-in-2008-explained-it-all
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