Una guida alla gestione di workshop, confronti, tavole rotonde, con suggerimenti su come prepararsi al meglio, su come organizzare i propri interventi, sulla corretta gestione sui tempi e su come risultare convincenti ed empatici agli occhi del pubblico.
2. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
CHI SONO
Mi chiamo Dino Amenduni.
● Sono di Bari e sono socio, consulente politico e
strategic planner dell’agenzia di comunicazione
Proforma;
● Curo un laboratorio di comunicazione politica ed
elettorale all’Università di Perugia;
● Collaboro con Valigia Blu;
● Faccio parte dello staff del Festival Internazionale
del Giornalismo di Perugia.
4. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Prima ancora di preparare i contenuti del proprio
intervento, è fondamentale raccogliere quante più
informazioni possibili sui relatori presenti nella
giornata del proprio intervento.
LA MAPPA DEI RELATORI
5. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Gli elementi più preziosi da conoscere in anticipo sono:
LA MAPPA DEI RELATORI
● precedenti dichiarazioni
sull’argomento trattato da parte
degli altri ospiti;
● eventuali conflitti di interesse
(o prese di posizione consolidate)
che potrebbero orientare gli
interventi in una direzione che è
possibile prevedere in anticipo;
● individuare possibili ‘alleati’ e ‘oppositori’,
sulla base della precedente disamina, in modo da
verificare la possibilità di far passare le proprie
argomentazioni anche grazie al supporto di altre
voci presenti: ottenere una citazione positiva di un
altro relatore, nel corso del dibattito, consolida la
credibilità di ciò che si è detto agli occhi di una
platea ‘terza’. Per lo stesso motivo, può essere utile
citare gli altri protagonisti del dibattito per dare
più forza a ciò che si intende sostenere.
6. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Ogni dibattito può avere caratteristiche
peculiari, che possono condizionarne lo
sviluppo sulla base di alcune variabili che è
possibile conoscere in anticipo.
IL FORMAT DELL’EVENTO (1)
7. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
● È PREVISTO UN MODERATORE?
Se sì, svolge un semplice ruolo di conduzione o può essere
parte attiva della discussione?
● QUAL È IL RAPPORTO TRA NUMERO DI OSPITI
E TEMPO A DISPOSIZIONE?
Questa variabile ci aiuterà a capire di quanto tempo
effettivamente disporremo e se, per esempio, avremo a
disposizione un solo intervento (e quindi le possibilità di
contraddittorio sono limitate), se sono previsti due giri di
tavolo a testa (la modalità più classica) o se le interazioni
saranno multiple (come in un confronto politico in tv, per
esempio).
● SONO PREVISTE DOMANDE
DAL PUBBLICO?
In caso favorevole, la
preparazione richiede
accorgimenti di gran lunga
maggiori (ne parleremo più
avanti).
IL FORMAT DELL’EVENTO (1)
8. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Un altro elemento decisivo legato al contesto riguarda le reali
possibilità di interazione tra relatori.
Una tavola rotonda reale, con tutte le persone invitate che
partecipano in contemporanea, richiede accorgimenti molto
superiori rispetto a un evento immaginato come una carrellata di
speech individuali; in questo secondo caso è molto più proficuo
ragionare sulle caratteristiche del proprio discorso (badando meno
alle dinamiche interattive), più che costruirlo sulla base del contesto
(ospiti, format, relatore, domande del pubblico) in cui ci si ritrova.
IL FORMAT DELL’EVENTO (2)
10. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Cosa mi aspetto che accada dopo che ho finito di parlare?
- Voglio che la mia posizione persuada il pubblico?
- Voglio rendere poco credibile la posizione di un mio competitor?
- Voglio rassicurare le istituzioni della bontà di ciò che faccio?
- Voglio persuadere uno degli ospiti della tavola rotonda in vista di azioni
successive?
- Voglio convincere prima di tutto il moderatore per provare indirizzare l’intera
discussione a mio vantaggio?
È praticamente impossibile ottenere tutti questi obiettivi insieme, per questo è
importante focalizzarsi in anticipo su ciò che desidera generare attraverso un
intervento pubblico.
DEFINIRE PRAGMATICAMENTE GLI OBIETTIVI
11. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“La finestra di Overton è un approccio per identificare le idee che definiscono lo
spettro di accettabilità di politiche governative. I politici possono agire soltanto
all'interno dell'intervallo dell'accettabile.
Spostare la finestra implica che i sostenitori di politiche al di fuori della finestra
persuadano l'opinione pubblica ad espandere la finestra. Al contrario sostenitori
delle politiche attuali, o simili all'interno della finestra, cercano di convincere
l'opinione pubblica che politiche al di fuori della finestra dovrebbero essere considerate
inaccettabili.” (Wikipedia)
L’OBIETTIVO PER DEFINIZIONE:
SPOSTARE LA “FINESTRA DI OVERTON”
12. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
L’obiettivo di qualsiasi intervento in un dibattito
pubblico è spostare la “Finestra di Overton”
relativa all’argomento in questione nella direzione
di una maggiore accettabilità di ciò che si afferma
da parte della politica e dell’opinione pubblica.
L’OBIETTIVO PER DEFINIZIONE:
SPOSTARE LA “FINESTRA DI OVERTON”
13. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
FINESTRA DI OVERTON: UNO SCHEMA ESEMPLIFICATIVO
14. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
● Utilizzando dati di ricerche che dimostrano
l’importanza o l’accettabilità sociale di ciò che si
afferma (esempio: il 70% degli italiani è favorevole
all’introduzione del salario minimo)
● Utilizzando esempi relativi alla legislazione di
altri Paesi in cui già avviene ciò che si intende
promuovere (esempio: 22 Stati europei su 26
prevedono una forma di salario minimo)
COME SI SPOSTA LA “FINESTRA DI OVERTON”?
15. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
● Utilizzando il trucco cognitivo della “avversione alla perdita”
(esempio: se questo provvedimento non fosse attuato, l’Italia
potrebbe perdere N posti di lavoro).
A livello di psicologia cognitiva, è stato infatti dimostrato che
l’attivazione emozionale legata a una possibile perdita risulterà
maggiore rispetto all’evocazione di un mancato guadagno.
Quindi, dal punto di vista retorico, conviene sempre
argomentare secondo ciò che si potrebbe perdere e non
secondo ciò che si potrebbe guadagnare.
COME SI SPOSTA LA “FINESTRA DI OVERTON”?
16. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
1. Framing
(o incorniciamento, in italiano): vuol dire organizzare i propri contenuti cercando un
elemento narrativo (una metafora, un esempio, una storia aneddotica) che permetta di
semplificare la complessità di un tema, indirizzando il percorso di comprensione degli
interlocutori e della platea in un binario di maggiore accettabilità di ciò che si intende
affermare.
La creazione di cornici di senso è il punto di partenza di qualsiasi strategia argomentativa
efficace.
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
17. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“Io sono Giorgia, sono una donna,
sono una madre, sono cristiana”
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
Alcuni celebri esempi di framing
18. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“Make America Great Again”
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
Alcuni celebri esempi di framing
19. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“Siete ancora, come sempre, dei poveri comunisti”
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
Alcuni celebri esempi di framing
20. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“Take back control”
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
Alcuni celebri esempi di framing
21. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“Love is love”
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
Alcuni celebri esempi di framing
22. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
2. Restringere il proprio vocabolario
Il proprio intervento deve prevedere un numero limitato di
lemmi, meglio se di facile e larga comprensione, che devono
essere ripetuti più volte durante il proprio speech per favorire
l’assimilazione cognitiva da parte del pubblico.
L’uso di tecnicismi va limitato a due circostanze: se gli
interlocutori e la platea li comprendono pienamente; se l’uso di
tecnicismi, in dosi minime, può servire a dimostrare la piena
conoscenza della materia da parte di chi sta parlando.
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
23. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
3. Usare casi particolari per sostenere una tesi generale
L’utilizzo di elementi aneddotici, soprattutto se legati a fatti di
attualità molto conosciuti, possono servire a creare una base
condivisa di “buon senso” all’interno del quale è possibile far
passare i propri messaggi come soluzione al problema che si è
evocato attraverso la citazione del caso particolare.
(esempio: caso di femminicidio che finisce sui giornali → proposta di
castrazione chimica)
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
24. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
4. Usare le ‘arti marziali della retorica’
Laddove, tra i discorsi degli interlocutori, emergesse un
posizionamento facilmente rovesciabile a proprio vantaggio, è utile
prendere la parola e partire proprio da quel punto di debolezza
per confutarlo con dati, fatti e attivazioni emozionali.
In questo modo si appare come ‘vincitori’ del confronto retorico,
ottenendo un credito reputazionale (che si sposta, quasi
automaticamente, sulle tesi sostenute in un dibattito) e
delegittimando l’interlocutore anche in vista dei suoi interventi
successivi.
I PRINCIPALI “TRUCCHI COGNITIVI”
25. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Nel gennaio 2019, su Twitter, è apparso un video di trenta secondi di
Alexandria Ocasio-Cortez (deputata del Partito Democratico
degli Stati Uniti) mentre balla.
L’account che ha pubblicato questo video si chiamava “Anonymous Q”.
Questa mossa è sembrata da subito un tentativo dei Repubblicani
di delegittimare AOC, e infatti poco dopo è partito un fuoco di fila
di analisti e osservatori di destra che hanno provato a sostenere la tesi
per cui Ocasio-Cortez fosse “troppo poco istituzionale”.
(nota: gennaio 2019 era proprio il momento in cui Ocasio-Cortez
si insediava per la prima volta come parlamentare)
LE ARTI MARZIALI DELLA RETORICA: UN ESEMPIO DI ‘REFRAMING’
26. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Poco dopo si è scoperto che quell’estratto da
trenta secondi era stato frutto di un taglia-e-cuci
(con un audio modificato) di un video in cui
Ocasio-Cortez aveva partecipato molti anni
prima, insieme ad alcuni studenti dell’Università
di Boston (in cui lei stessa ha studiato).
LE ARTI MARZIALI DELLA RETORICA: UN ESEMPIO DI ‘REFRAMING’
27. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
LE ARTI MARZIALI DELLA RETORICA: UN ESEMPIO DI ‘REFRAMING’
Una volta svelato il contesto che aveva portato
alla pubblicazione del video originale, e anche il
tentativo di manipolazione, Ocasio-Cortez ha
avuto gioco facile nel rovesciare definitivamente
il tentativo di attacco utilizzando il suo solito stile
ironico e assertivo su Twitter.
29. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Come già osservato nelle premesse, conoscere i
propri interlocutori, le caratteristiche della platea e
la presenza o meno di domande dal pubblico
definisce il livello di ‘preparazione difensiva’
necessaria per arrivare davvero preparati a un
dibattito pubblico.
LA TECNICA DELLO SPARRING PARTNER
30. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
La tecnica dello sparring partner consiste nel simulare un
dibattito pubblico prima di affrontarlo, facendo recitare la
parte dell’interlocutore potenzialmente ostile (di cui si
conoscono argomentazioni e stile retorico) a una persona con
cui si lavora (o a un consulente di comunicazione). In questo
modo sarà possibile testare la solidità delle proprie
argomentazioni, quali sono le possibile minacce e come
usare le ‘arti marziali’ della retorica.
LA TECNICA DELLO SPARRING PARTNER
31. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Una versione ancora più complessa di verifica della solidità delle
proprie argomentazioni consiste in una simulazione in cui si
invoca una sorta di “avvocato del diavolo”.
Cosa ci troveremmo a dover affrontare in un contesto totalmente
aperto, con domande dal pubblico o dai giornalisti? Che commenti
riceveremmo in tempo reale sui social media se fossimo in diretta
streaming? La nostra argomentazione riuscirebbe a reggere anche
davanti al più ostile dei pubblici? Per questo, una volta completata
la parte di simulazione ‘realistica’ (lo sparring partner) può essere
utile immaginare un momento di ulteriore approfondimento per
verificare la solidità delle nostre argomentazioni davanti a
qualsiasi tipo di pubblico (o quasi).
LO STRESS TEST
32. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
“Si tratta di una tecnica retorica che prende il nome dal creazionista americano Duane Gish, che
la impiegava nei dibattiti con i teorici dell'evoluzione. Con il galoppo di Gish (Gish gallop in
inglese) si punta a sommergere gli interlocutori con una cascata di argomenti, non importa
quanto incoerenti, o errati, o astrusi.
Inutile provare a confutare ogni argomento di un simile fiume in piena: non solo si avvalorano le
cornici interpretative dell’interlocutore (i suoi frame), ma le si rafforzano a ogni tentativo di
opposizione. Troppi colpi da parare o da deflettere.
Per contrastare il galoppo di Gish conviene sottrarsi al flusso di argomenti, esponendo lo
stratagemma impiegato dall'avversario. Oppure bisogna individuare l’argomento più debole, e
colpire solo quello, mantenendo il punto senza cedere di un passo.”
(da Matteo Pascoletti, su Valigia Blu)
IL NEMICO #1 DEI CONFRONTI PUBBLICI: IL “GALOPPO DI GISH”
33. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
Oltre a poter essere un’arma retorica utilizzata contro di noi, il Galoppo di Gish è qualcosa che
(più o meno inconsapevolmente) può essere attivato in buona fede, nel tentativo di provare a dare
più risposte possibili a eventuali critiche rivolte, o di cercare di ottenere più risultati nello
stesso momento (ciò che, nella slide ‘Definire pragmaticamente gli obiettivi’, abbiamo definito
pressoché impossibile).
Il poco tempo a disposizione e il vecchio adagio secondo cui “non si può piacere a tutti” devono
dunque indurci a rimanere ancorati a uno, massimo due obiettivi pragmatici che si è deciso di
voler portare a casa all’inizio del percorso di costruzione del proprio discorso, evitando la
tentazione di voler dire tutto a tutti. Il rischio, altrimenti, è di creare confusione tra il pubblico o
addirittura dare la sensazione di volerla “buttare in caciara”.
COME RESISTERE ALLA TENTAZIONE DI USARE
IL “GALOPPO DI GISH”
34. Novembre 2023
IN SINTESI: UNA CHECK-LIST
Le variabili fondamentali per la preparazione per un dibattito pubblico
35. Come gestire la propria presenza in un dibattito pubblico
● Conoscere bene il contesto: chi sono
gli interlocutori, quanto tempo e
quanti turni di parola ho a
disposizione, il livello di
coinvolgimento del moderatore, se
sono previste domande dal pubblico.
● Individuare un frame (una cornice di
senso) attorno al quale organizzare il
proprio intervento.
COSA SERVE PER PREPARARSI A UN DIBATTITO PUBBLICO
● Utilizzare i trucchi cognitivi per
raggiungere il pubblico in modo più
empatico e diretto.
● Dopo aver preparato il proprio
intervento, sottoporlo al confronto
con uno sparring partner e a uno
stress test per verificarne la tenuta.
● Mantenere la lucidità in caso di
utilizzo del Galoppo di Gish da parte
di altri relatori (ed evitare di usarlo a
nostra volta).