valutazione e gestione dei rischi correlati al lavoro in quota
1. VALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHIVALUTAZIONE E GESTIONE DEI RISCHI
CORRELATI AL LAVORO IN QUOTACORRELATI AL LAVORO IN QUOTA
Corrado Cigaina
corrado_cigaina@ats-pavia.it
2. 2
RISCHIO DI CADUTA
situazione in cui:
una persona è esposta a un rischio di caduta
da un livello ad un altro e cadendo può subire un
infortunio, indipendentemente dall'altezza
un oggetto cade dall'alto e colpisce una
persona causando un infortunio
3. 3
D.LGS 81/08 TITOLO IV
Cantieri temporanei o mobili
CAPO II – norme per la prevenzione degli infortuni
sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota:
Si applicano a qualsiasi attività lavorativa
Si applicano a tutti i lavoratori anche agli
autonomi
È necessario pianificare con molta
attenzione l'esecuzione dei lavori
4. 4
LAVORO IN QUOTA
attività lavorativa che espone il lavoratore al
rischio di caduta da una quota posta ad altezza
superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile.
non conta l’altezza alla quale è posta la
lavorazione
Conta il piano di calpestio sul quale opera il
lavoratore esposto al rischio di caduta dall’alto.
5. 5
LAVORO IN QUOTA
1,5 m
2.05 m
1,5 m
DPR 164/56
Lavori eseguiti ad una altezza > 2 m
D.LGS 81/08 - Lavori con rischio di caduta
ad una altezza > 2 m
6. 6
LAVORI “SOTTOQUOTA”
Lavori eseguiti a < 2 metri, rischio esiste!
non serve adottare alcun accorgimento?
1.7.3 ALL IV - requisiti dei luoghi di lavoro
impalcature, passerelle, ripiani, rampe di accesso,
balconi e posti di lavoro o di passaggio
sopraelevati devono essere provvisti....di
parapetti normali con arresto al piede o di difesa
equivalenti.
7. 7
POSTI SOPRAELEVATI
D.lgs 81/08 non li definisce
Art 146 - Le aperture nei muri …. o vani che
abbiano una profondità superiore a m 0,50
devono essere munite di normale parapetto......
Luogo di lavoro sopraelevato quando > m 0,50?
8. 8
PIANO STABILE
D.lgs 81/08 non lo definisce
potrebbe essere: superficie di appoggio dove, la
forza di gravità non può incidere se non per una
caduta in piano
non sono piani stabili:
Un piano di un ponteggio
Un balcone anche di grandi dimensioni
9. 9
LAVORO TEMPORANEO
lavoro in quota è quasi sempre di tipo
‘temporaneo’; molto spesso lavori di breve
durata
se R = F (frequenza) X G (gravità)
il rischio NON diminuisce perchè il lavoro è di
breve durata (F); la gravità (G) rimane infatti
elevata
10. 10
OBBLIGHI DATORE DI LAVORO
Evitare il lavoro in quota
Assicurarne l'ergonomia e la sicurezza
Sceglie attrezzature di lavoro idonee ed
adeguate
priorità ai DPC rispetto ai DPI
sceglie il tipo più idoneo di sistema di accesso
Vigilare sull'osservanza delle disposizioni
impartite
11. 11
SISTEMA D'ACCESSO
Distinzione tra accesso e posto di lavoro in quota.
Il sistema di accesso è scelto in rapporto:
alla frequenza di circolazione,
al dislivello
alla durata dell’impiego
All'evacuazione in caso di pericolo
Valutazione del rischio deve considerare anche il
sistema d'accesso
12. 12
OBBLIGO DI ALTRE FIGURE
preposti
• Vigilare e sovrintendere
• Segnalare le deficienze dei mezzi e le situazioni
di pericolo
Coordinatori in fase di esecuzione
• Azioni di controllo e di coordinamento
• Organizzare la cooperazione ed il
coordinamento delle attività
• sospendere i lavori in caso di pericolo grave ed
imminente
13. 13
OBBLIGO DI ALTRE FIGURE
Progettisti (art 22 D.Lgs 81/08):
Scelte progettuali rispettose dei principi di
sicurezza
Scelgono componenti e dispositivi di
protezione conformi alle normative ed ai
regolamenti EU
Installatori (art 23 D.Lgs 81/08)
• Attenersi alle norme di sicurezza
• Attenersi alle istruzioni dei fabbricanti
14. 14
ANALIZZARE E PIANIFICARE
è obbligatorio che ogni lavoro in quota sia:
Pianificato
Organizzato
Eseguito
Supervisionato
tenendo conto delle informazioni disponibili presso
il committente (Decreto 119/09 Lombardia)
.
15. 15
DECRETO n. 119/09 reg. Lombardia
Disposizioni concernenti la prevenzione dei rischi
di caduta dall'alto per il contenimento degli eventi
infortunistici nel comparto edile.
Campo di applicazione:
Nuove costruzioni (qualunque tipologia)
Rifacimento strutturale della copertura di
edificio esistente
16. 16
DECRETO n. 119/09 reg. Lombardia
Accesso alla copertura
Installazioni di sicurezza e modalità per
accesso
Dispositivi di ancoraggio – tipologia e
disposizione
Dichiarazioni al termine dei lavori
Informazioni – necessarie ai futuri lavoratori
Fascicolo dell'opera
17. 17
DECRETO n. 119/09 reg. Lombardia
Accesso alla copertura:
Aperture sul tetto di dimensioni definite
Idonei manufatti (scale, passerelle,
parapetti, ancoraggi)
descrizione della modalità d'accesso:
Modalità d'accesso definite nel fascicolo
dell'opera o documento equivalente
ciò non elimina l'obbligo di adottare DPC
18. 18
DECRETO n. 119/09 reg. Lombardia
Dispositivi di ancoraggio:
Possono essere utilizzati quali manufatti
Conformi UNI EN 795/2012
Idonea dislocazione
Chiaramente identificabili
Idonea cartellonistica punto di accesso
Manutenzione a carico del proprietario
19. 19
DECRETO n. 119/09 reg. Lombardia
Certificazioni e dichiarazioni dell'installatore
Corretta installazione
Certificazione dei materiali utilizzati
Conformità al progetto
Documentazione utile ai lavori successivi
Fascicolo dell'opera
Documento analogo redatto dal progettista
Fornita al committente
21. 21
PIANIFICARE
fare in modo che il lavoro che comporta un rischio
di caduta sia effettuato per quanto possibile a terra
fornire mezzi sicuri per accedere spostarsi e
scendere da un luogo in altezza
minimizzare il rischio di caduta dando priorità alla
protezione collettiva rispetto ai DPI.
VALUTAZIONE PREVENTIVA DEI RISCHI
22. 22
PIANIFICAZIONE
Include:
scelta delle attrezzature di lavoro
piano emergenza e salvataggio (quando
necessario)
Vigilanza e sorveglianza dei lavoratori
Informazione (cosa fare come da valutazione
rischio)
Coinvolgimento dei lavoratori
Cooperazione con altre aziende
23. 23
CONSULTAZIONE LAVORATORI
condivisione di informazioni
dare ai lavoratori la possibilità di esprimere
opinioni
Consultazione in ogni fase del processo di
gestione
tenere conto delle indicazioni dei lavoratori prima
di prendere decisioni
24. 24
COOPERAZIONE
Tra ditte diverse che interagiscono tra di loro
datori di lavoro
cooperano all’attuazione delle misure di
prevenzione e protezione
coordinano gli interventi informandosi
reciprocamente
CSE (cantiere) – datore di lavoro (ditta)
organizza la cooperazione ed il
coordinamento e la reciproca informazione
dei datori;
25. 25
SCAMBIO DI INFORMAZIONI
Stabilire le persone di riferimento
illustrazione dei rischi specifici
Definire delle regole condivise
Definire delle procedure di lavoro
meglio scritto...ma se il lavoro è di breve durata è
possibile anche un'informazione verbale
26. 26
VIGILANZA E CONTROLLO
Prima dell'inizio dei lavori:
Attrezzature
Opere provvisionali, DPI
Durante i lavori:
Lavorano come concordato?
Usano le attrezzature di lavoro in modo
corretto?
Al termine dei lavori:
Per “qualificare “ l'azienda per lavori futuri
27. 27
DOCUMENTI DI PIANIFICAZIONE
POS, DVR, PSC DUVRI: strumenti operativi di
pianificazione degli interventi lavorativi e di
prevenzione
Sviluppo di un programma di gestione del rischio:
generico per l'attività dell'azienda (DVR)
Specifico per ogni cantiere di lavoro “nuovo”
(POS e PSC )
Specifico per ogni luogo di lavoro in quota che
non sia un “cantiere edile” (DUVRI....o altro)
28. 28
IL D.V.R.
Un DVR dovrà contenere una sezione “rischi lavori
in quota” con rimando a valutazioni specifiche
(POS):
Ruoli e responsabilità
Valutazione dei rischi
misure prevenzione-protezione
DPI
Procedure di controllo e verifica
29. 29
P.O.S.
Per ogni “cantiere con lavori in quota” sarà
necessario indicare:
Descrizione delle caratteristiche del luogo in
quota
Altezza
Descrizione della manto di copertura
Portante-non portante
Presenza di lucernari
Presenza di linee elettriche pericolose
30. 30
P.O.S.
Il metodo di accesso in quota
planimetria con indicato il punto d'accesso
Indicazione delle misure di prevenzione e
protezione adottate e i motivi
Aspetti organizzativi:
Elenco dei lavoratori autorizzati
Istruzioni di sicurezza (come si lavora e
come si usano le attrezzature)
Formazione addestramento
31. 31
Cass. Penale,19/01/2018, n. 2335
Caduta dall'alto. Documento di valutazione dei
rischi incongruo
il datore di lavoro aveva messo a disposizione dei
lavoratori solo dispositivi di protezione che,
invece, nel documento di valutazione dei rischi
erano previsti in via del tutto residuale (ramponi
monta - palo e cintura di sicurezza), ovvero
allorquando, in ragione di peculiari situazioni (es.
pali posizionati su terreni estremamente impervi),
non fosse possibile avvalersi degli altri
sistemi( autopiattaforma e scale)
32. 32
VALUTAZIONE DEI RISCHI
1. Identificare i pericoli e valutare i rischi di caduta
2. Eliminare il pericolo e quindi il rischio per quanto
ragionevolmente fattibile
3. Minimizzare il rischio a livelli accettabili secondo
la gerarchia delle misure d'intervento
4. Assicurare che le misure protettive rimangano
tali nel tempo
5. Rivedere e riesaminare quanto fatto
33. 33
ANALISI E GESTIONE DELL'OPERAZIONE
ANALIZZARE
L'OPERAZIONE
GESTIRE
L'OPERAZIONE
VERIFICARE
L'EFFICACIA
cosa potrebbe determinare un infortunio?
Cosa è stato fatto per evitare un infortunio?
È sufficiente quanto fatto?
cosa deve essere fatto ulteriormente?
quali risorse servono?
quando è necessario riesaminare l'operazione'
l'operazione progredisce come pianificato?
sono necessarie delle modifiche?
Sono state elencate le azioni necessarie?
34. 34
INDIVIDUARE I PERICOLI
tutto inizia con un sopralluogo preventivo:
Analizzare il luogo di lavoro
Individuare le attività lavorative
Individuare le modalità lavorative
Analizzare istruzioni d'uso delle attrezzature
chiacchierare con il committente e i lavoratori
liste di controllo possono essere un utile strumento
35. 35
INDIVIDUARE I PERICOLI
Generalmente:
Pericoli durante la salita (e la discesa) in quota
Pericoli di sfondamento, caduta all'interno
Pericoli di caduta dai bordi; caduta verso
l'esterno
Pericoli di scivolamento
Pericoli microclimatici
36. 36
INDIVIDUARE I PERICOLI
Stabilità delle opere provvisionali e/o delle
strutture permanenti
Stabilità del terreno (montaggio ponteggi)
Come accedere e scendere dall'area di
lavoro
Presenza di lucernari
In alcuni casi potrebbero essere necessari i calcoli
di persone qualificate ( portata della struttura)
37. INDIVIDUAZIONE DEI PERICOLI
considerare:
condizioni di lavoro e i pericoli correlati anche
all'uso delle attrezzature
distanza di una potenziale caduta.
durata e frequenza d'utilizzo delle attrezzature
necessità di un'evacuazione e di un soccorso in
caso di emergenza.
38. VALUTAZIONE DEI RISCHI
Considerare:
progettazione e disposizione dei luoghi di lavoro
in quota
il numero delle persone sul posto di lavoro
rischio di caduta di oggetti
l'adeguatezza di impianti e attrezzature (ad
esempio, ponteggi)
condizioni meteorologiche
idoneità di calzature e abbigliamento
39. 39
VALUTAZIONE RISCHI
Qualora non sia possibile eliminare il pericolo si
devono valutare i rischi analizzando:
postazione di lavoro (luogo, macchine,
attrezzature, materiali, ambiente, ecc.);
fonte del rischio (altezza, prossimità del vuoto,
altri lavori svolti nelle vicinanze,ecc.);
attività del lavoratore (mansione, durata,
frequenza,postura, ecc.);
lavoratore (competenza, esperienza,
età,idoneità fisica,).
40. 40
ANALISI DEI RISCHI
I rischi possono essere classificati nel seguente
modo:
rischi prevalenti,
rischi concorrenti,
rischi susseguenti,
rischi derivanti dall’attività lavorativa
Rischio “comportamento umano”
41. 41
ANALISI DEI RISCHI
Nei lavori in quota importante anche il rischio
dipendente dal “fattore umano”.
tutti quei fattori di rischio legati allo stato psico-fisico
del lavoratore, alla sua capacità, al grado di
formazione ed, in generale, alla adozione di
comportamenti corretti nel contesto lavorativo.
42. 42
RISCHI PREVALENTI
rischio di caduta dall’alto derivante da:
lavorazioni in quota;
montaggio/smontaggio di parapetti di
sommità, parapetti provvisori e reti di
sicurezza.
rischio di urto contro i parapetti di sommità,
parapetti (provvisori e permanenti) e reti di
sicurezza derivante da cadute da superfici in
pendenza
43. 43
RISCHI CONCORRENTI
rischi innescanti la caduta derivanti da:
inadeguata capacità portante della copertura;
insufficiente aderenza delle calzature;
insorgenza di vertigini;
abbagliamento degli occhi;
scarsa visibilità;
colpo di calore o di sole;
rapido abbassamento della temperatura.
44. 44
RISCHI CONCORRENTI
rischio di natura atmosferica derivante da:
vento, pioggia, umidità
ghiaccio sulla copertura
calore
Una adeguata valutazione dei rischi concorrenti,
aiuta notevolmente il datore di lavoro nella scelta
delle procedure pi idonee e capaci di eliminare
e/o ridurre i rischi a livelli accettabili.
45. 45
RISCHI SUSSEGUENTI
Un lavoratore comunque può cadere:
rischi susseguenti la caduta stessa
rischi connessi all’utilizzo dei DPI contro le cadute:
oscillazione del corpo (“effetto pendolo”);
sollecitazioni trasmesse dall’imbracatura sul corpo;
sospensione inerte
non perfetta adattabilità
intralcio alla libertà dei movimenti causata dal DPI;
46. 46
GESTIONE DEL RISCHIO
Livello 1 eliminare il pericolo eseguendo il
lavoro a terra o su una superficie
solida.
Livello 2: D.P.C. parapetti, ponteggio, PLME
Livello 3: D.P.I. sistema di trattenuta
Livello 4: D.PI. sistema di arresto caduta
Livello 5: scale portatili o implementazione di
misure di tipo organizzativo
48. 48
DPI E DPC
DPI
esiste una definizione (art 74 D.Lgs 81/08)
esiste una normativa specifica ;sono marcati
“CE”
DPC – dispositivi di protezione collettiva
Il D.Lgs 81/08 non li definisce
Non esiste una direttiva specifica di prodotto)
Non sono marcati “CE”
Fare riferimento alle norme tecniche
49. 49
DPI E DPC
DPC devono essere adottati prioritariamente i DPI
Art 75
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non
possono essere evitati o sufficientemente ridotti
…..da mezzi di protezione collettiva
Art 111
..priorità alle misure di protezione collettiva rispetto
ai DPI
50. 50
DPC
Non possono essere marcati “CE”
Le norme tecniche divengono unico documento a
cui far riferimento
Per i lavori in quota (art 111):
Parapetti provvisori -UNI EN 13374
Reti di sicurezza - UNI EN 1263-1
Armature sostegno scavi -UNI EN 13331
PLME - UNI EN 280
51. 51
DPC e DPI
L'installazione di manufatti (anche “linee vita”)“..non
elimina l'obbligo di allestire idonee opere
provvisionali laddove si configurano lavori
importanti..nel rispetto della normativa vigente..”
(DDG 119/09)
D.LGS 81/08:
DPC prioritari a DPI anche per lavori “non
importanti”
Le linee vita impongono l'uso di DPI
Le linee vita possono essere utilizzate dai soli
lavoratori autonomi (art 21)
52. 52
DPI
Nei lavori in quota qualora non siano state attuate
misure di protezione collettiva è necessario l'uso
di idonei sistemi di protezione, composti da
assorbitori di energia;
connettori;
dispositivo di ancoraggio;
Cordini; dispositivi retrattili;
guide o linee vita flessibili;
guide o linee vita rigide;
imbracature.
53. 53
USO SCALE PORTATILI
È possibile utilizzare una scala a pioli quale posto
di lavoro in quota solo nei casi in cui l’uso di altre
attrezzature di lavoro più sicure non è giustificato
a causa:
del limitato livello di rischio
della breve durata di impiego
delle caratteristiche del luogo
che non possono essere modificate
54. 54
SCELTA DELL'ATTREZZATURA
Condizioni del luogo di lavoro:
Pendenza e resistenza del terreno
ostacoli( sporgenze)
La resistenza del piano di lavoro
La distanza “di salita”
La scala portatile non è adatta
per salire in quota se si devono
trasportare carichi
55. 55
SCELTA DELL'ATTREZZATURA
Durata e frequenza d'utilizzo
L'uso delle scale portatili è giustificato da:
Rischio limitato
breve durata di impiego
caratteristiche del luogo non modificabili
distanza “di caduta”
un sistema di arresto caduta impone il
calcolo del tirante d'aria
reti di sicurezza vanno posizionate il più
vicino possibile al punto di caduta
56. 56
SCELTA DELL'ATTREZZATURA
attrezzatura DPC DPI
Attrezzatura di lavoro che
previene la caduta
Parapetti, ponteggio,
ponti sviluppabili, PLME
scala con piattaforma
Cordino di
posizione
Attrezzature di lavoro che
minimizzano le
conseguenze di una caduta
Reti di sicurezza Sistema di
arresto caduta
Altre attrezzature di lavoro
che non impediscono una
caduta
Scale portatili
57. 57
USO CORRETTO ATTREZZATURE
per ogni attrezzatura di lavoro:
definire informazione e istruzione necessaria
formazione e addestramento relativamente:
alle condizioni di impiego delle attrezzature
alle situazioni anormali prevedibili
PLME manuale d'uso
Ponteggio Pimus
Reti di sicurezza parapetti provvisori sistemi arresto
caduta, DPI note informative
58. 58
FORMAZIONE ADDESTRAMENTO
Tutto il personale che opera in quota deve essere
competente e professionalmente idoneo:
idoneità psico-fisica
informazione e formazione adeguate in relazione
alle operazioni previste;
addestramento sulle tecniche operative, sulle
manovre di salvataggio e sulle procedure di
emergenza.
59. 59
FORMAZIONE ADDESTRAMENTO
Il Dlgs 81/08 non definisce il corso “lavori in quota”
prevede:
formazione specifica a seguito di valutazione
rischi
formazione abilitante l'uso di particolari
attrezzature di lavoro (PLME)
formazione relativa ad attrezzature
richiedano per il loro impiego conoscenze o
responsabilità particolari in relazione ai loro
rischi specifici
60. 60
FORMAZIONE SPECIFICA
La formazione dei lavoratori deve essere ripetuta in
relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza
di nuovi rischi
Formazione specifica:
Sui rischi derivanti dallo specifico lavoro in quota
Sulle attrezzature da utilizzarsi in quel contesto
Su eventuali nuovi DPI
Sulle procedure di coordinamento
61. 61
PERMESSI DI LAVORO
procedura standard progettata per garantire che
lavori potenzialmente pericolosi, abituali o non
abituali vengano svolti in sicurezza.
Normalmente utilizzati per
attività ad alto rischio in regime d'appalto
Nel DVR ( o nel POS) deve esserci un esplicito
riferimento all’impiego di una procedura di
permessi di lavoro.
62. 62
PIANO EMERGENZA
Valutazione dei rischi: gravi rischi di morte e/o
lesioni gravi e/o sospensione inerte
POS o documento similare : riporta una procedura
che preveda l’intervento di emergenza in aiuto del
lavoratore
Procedura deve consentire il soccorso del
lavoratore e garantire un primo soccorso
64. 64
LINEE ELETTRICHE
lavori in prossimità di linee elettriche attive non
protette o che per circostanze particolari possono
costituire un rischio
rispettare almeno una delle seguenti precauzioni:
1)mettere fuori tensione-in sicurezza le parti attive
2)ostacoli rigidi che impediscano l’avvicinamento
alle parti attive
3) attrezzature a distanza di sicurezza.
65. 65
LINEE ELETTRICHE
al netto degli ingombri derivanti dal tipo di lavoro,
delle attrezzature utilizzate e dei materiali
movimentati
66. 66
DOCUMENTARE I RISULTATI
Si deve dimostrare che:
Sono stati individuati tutti i rischi
Sono state individuate ed implementate
adeguate misure di prevenzione e protezione
Sono state correttamente assegnate le
responsabilità
I risultati vanno comunicati ai lavoratori interessati
(informazione)
67. 67
REGISTRAZIONE
utilizzare un modello di valutazione dei rischi
definito secondo dei criteri prestabiliti
Utilizzare un modello:
per ogni valutazione
per ciascun luogo di lavoro.
Sarebbe ottima cosa:
Datare ogni valutazione
Indicare il valutatore
Numero di revisione
68. 68
D.I del 09/09/2014
Modelli semplificati che possono essere utilizzati
per redigere per la redazione del POS, PSC del
fascicolo dell'opera e del PSS
Esempio POS
70. 70
CONTROLLO DELL'EFICIENZA
Ispezioni interne
Rivolte alla verifica del corretto comportamento dei
lavoratori
Verifiche periodiche
Verifiche ad intervalli regolari per accertare:
Nuovi pericoli
L'idoneità delle misure adottate
Necessità di pianificare nuove misure
72. 72
CONCLUSIONI
Nessuno può sfidare le leggi della gravità: una
caduta è quasi sempre un dramma
Elimina la necessità di lavorare in quota
Rispettare la gerarchia dei controlli
Evitare l'uso delle scale portatili
lavorano in quota solo persone formate-
addestrate.
Controllare-vigilare su lo svolgimento delle attività
73. 73
La presentazione è scaricabile a questi indirizzi :
http://www.powershow.com/users/TDPASL
www.slideshare.net/flytech/presentations